17.Workshop Diagnosi,progetto e terapia Dalla diagnosi nosografica alla prospettiva biopsicosociale GIOVANNA GISON Esigenze istituzionali Le Linee Guida in Riabilitazione circa la valutazione indicano l’adozione di “…strumenti che dovranno essere strettamente inerenti l’ambito dell’area funzionale considerata essere stati validati internazionalmente, essere stati adottati da più centri contemporaneamente, o essere stati pubblicati in riviste accreditate del settore. La dichiarazione degli strumenti e delle procedure utilizzate per misurare l’efficacia del trattamento fa parte dei criteri di accreditamento della struttura sanitaria” Ed ancora “…attenersi alle raccomandazioni dell’OMS e del consiglio d’Europa…adozione e integrazione dei sistemi ICF, ICD 10…” valutazione Procedura valutativa Principali elementi caratterizzanti: • Reperimento di informazioni a partire dalla cartella clinica • Il confronto all’interno dell’equipe multidisciplinare • La comunicazione con la famiglia • La comunicazione con la scuola • L’osservazione/valutazione (scheda, obiettivi) Atto valutazione valutativo Procedura valutativa Principali fasi caratterizzanti: • Fase diagnostica Apporta dati utili al clinico impegnato nella formulazione della diagnosi • Fase di progettazione dell’intervento Evidenzia aree di sviluppo potenziale, per la definizione degli obiettivi e delle strategie dell’intervento Atto valutativo Procedura valutativa Principali fasi caratterizzanti: • Fase di estensione del progetto Offre contributi all’interno dei diversi contesti di vita del bambino • Fase di verifica dei risultati Attua il confronto tra i risultati attesi e quelli reali per l’individuazione dei nuovi obiettivi Salvatore 2 anni e 4 mesi Motivo della consultazione Disturbi del comportamento in soggetto con difficoltà comunicative e relazionali Anamnesi Familiare Nucleo familiare: composto da madre (29a, casalinga, in abs), padre (36a, commerciante, in abs), (27m, n.p.), Precedenti neuropsichiatrici: non vengono riferite patologie di nota Consanguineità: negata degne Anamnesi Fisiologica Gravidanza: normocondotta e normomonitorata Parto: a termine, TC dopo travaglio prolungato Condizioni neonatali: pianto immediato, colorito roseo, peso3,250Kg, Apgar 9 a 1’ e 10 a 5’ Allattamento: al seno Svezzamento: al 4-5 mese con difficoltà; Sviluppo Psicomotorio: tappe dello sviluppo motorio riferite in epoca; segnalata regressione del linguaggio al 18° mese; controllo degli sfinteri raggiunto all’epoca di quattro anni; Ritmo sonno-veglia: irregolare con frequenti risvegli notturni nei primi tre anni di vita, allo stato riferito nella norma; Alimentazione: selettiva Vaccinazioni: secondo legge senza sequele Inserimento scolastico: effettuato all’età di 3 anni senza difficoltà di separazione, ma scarsa socializzazione Anamnesi Patologica Remota Otiti ricorrenti Anamnesi Patologica Prossima all’epoca della diagnosi Il piccolo Salvatore veniva descritto come un bambino tendente all’isolamento, che utilizzava come unico mezzo comunicativo l’uso strumentale del corpo dell’altro e che nelle attività ludiche mostrava tendenza alla ripetitività ed una dedizione assorbente per particolari configurazioni sensopercettive. Venivano, infine, segnalati manierismi motori stereotipati Momento Diagnostico Esame Neuropsichico Integrato da… ADOS CARS C = 6, ISR = 14,Tot = 20 Tot = 45,5 ICD-10 F84 Sindromi da alterazione globale dello sviluppo psicologico Si tratta di un gruppo di sindromi caratterizzate da anormalità qualitative delle interazioni sociali e delle modalità di comunicazione, e da un repertorio limitato, stereotipato, ripetitivo di interessi e di attività. DALL’INDIVIDUAZIONE DEI “PUNTI DI FORZA” ALLA SCELTA DEGLI OBIETTIVI Obiettivi evolutivi Progetto Neuropsicomotorio Coinvolgimento della famiglia OPeN Giochi di attivazione sociale Giochi sensomotori Giochi/attività con oggetti PROFILO ADATTIVO 0-4 ANNI GIOCHI DI ATTIVAZIONE SOCIALE Procedura osservativo-valutativa: Osservazione del profilo interattivo Aggiustamento sugli indici espressivi del bambino Costruzione della configurazione interattiva Interesse prevalente: ammassare disperdere Giochi di attivazione sociale Sistema di attitudine dell’operatore Rispecchiamento Amplificazione/riduzione, rallentamento/accelerazione Enfatizzazione degli indici espressivi Regolazione del contatto Stimolazione, condivisione e contenimento dello scambio emozionale Costruzione di una configurazione interattiva 1.2 Segnalatori dello sviluppo Comunicativo/sociale Attenzione reciproca nv 0 1 2 3 4 Impegno reciproco nv 0 1 2 3 4 Intenzionalità e reciprocità nell’interazione nv 0 1 2 3 4 Sguardo referenziale nv 0 1 2 3 4 Pointing richiestivo nv 0 1 2 3 4 Pointing dichiarativo nv 0 1 2 3 4 Attenzione condivisa nv 0 1 2 3 4 1.2 Segnalatori dello sviluppo comunicativo-sociale Attenzione reciproca 4 mesi (per 5’’ o più) 8-10 mesi (per 30’’ o più ) dai 24 mesi (per 2’ o più) dai 4 anni (per 15’) Capacità della diade di prestare attenzione all’altro e di rimanere calmi e focalizzati sull’altro per un periodo ragionevole di tempo (relativamente all’età del bambino) Impegno reciproco Dai 4-6 mesi Capacità di coinvolgimento emotivo reciproco osservabile da sguardi, vocalizzi, sorrisi, movimenti sincronici di gambe e braccia ed altri gesti che esprimono un senso di partecipazione e soddisfazione affettiva. 6-8 mesi Capacità di interagire in modo finalizzato intenzionale e reciproco, sia nel prendere l’iniziativa, sia nel rispondere ai segnali dell’altro. Sguardo referenziale 5-6 mesi Il bambino guarda la madre o la figura di riferimento per stabilire con essa un’esperienza di sintonizzazione emotiva (sguardo è l’indicatore prevalente) Pointing richiestivo 9-13 mesi se vede qualcosa che lo incuriosisce o lo diverte, utilizza il dito indice puntato verso l’oggetto per richiamare l’attenzione dell’altro. Pointing dichiarativo 12-14 mesi il bambino per condividere con l’altro l’interesse nei confronti di un oggetto diventa capace di porgerlo e mostrarlo. Attenzione condivisa Da 9 mesi 12 mesi Volontà di condividere con l’altro un comune fuoco di interesse. Intorno a questa età i bambini seguono lo sguardo dell’adulto, inizia in tal modo una comunicazione triadica. L’interesse è per il focus di attenzione dell’altro a condizione che sia nel suo campo visivo. Intenzionalità e nell’interazione reciprocità SCHEDA DI OSSERVAZIONE/VALUTAZIONE NEUROPSICOMOTORIA ( Gison, Di Matteo, Minghelli) LIVELLO DI PRESENZA DELLE COMPETENZE: 1. 2. 3. 4. 5. 6. Area affettivo-relazionale d 310; d 710 Area comunicativo-linguistica d 310; d 335 Area motorio-prassica d 499 Area neuropsicologica d 161 Area cognitiva e modalità di gioco d 131 Atipie comportamentali d 250 d 599 ( allegati autonomie) NV= non è attualmente valutabile in riferimento all’età 0= non è attualmente raggiunta 1= è riscontrabile solo in presenza di facilitazioni 2= è emergente ma non strutturata 3= è presente , ma risulta vulnerabile allo stress 4= è adeguata all’età ed è presente in qualsiasi condizione Facilitatori e strategie* Spazio: Tempo: alternanza di un ritmo Oggetto: Azione/imitazione: incursione percettiva Voce/linguaggio: sonorità Tono: Postura: postura al suolo Altro: Descrizione della scheda All’interno della scheda è presente uno spazio dedicato alle caratteristiche espressive Modulazione tonica A NA A NA A NA A NA A NA A NA Note: Orientamento posturale Note: Accettazione del contatto Note: Manifestazioni emotive Note: Manifestazioni temperamentali Note: Manifestazioni comportamentali Note: GIOCHI DI ATTIVAZIONE SOCIALE OBIETTIVI A MEDIO TERMINE Segnalatori dello sviluppo comunicativo sociale Attenzione reciproca Impegno reciproco Sguardo referenziale Linee guida (ISS -2011) Gli interventi a supporto della comunicazione sociale vanno presi in considerazione per i bambini e gli adolescenti con disturbi dello spettro autistico ,la scelta di quale sia l’intervento più appropriato da erogare deve essere formulato sulla base di una valutazione delle caratteristiche individuali del soggetto RIFLESSIONI La coerenza tra gli orientamenti contenuti nelle linee guida e il modello di intervento può facilitare traiettorie di ricerca che nei prossimi anni dovranno necessariamente segnare i passaggi dalle buone prassi alle metodologie Comunicare in riabilitazione: strumenti operativi Nelle applicazioni cliniche, le categorie dell’ICF-CY possono fornire un riassunto dei risultati dell’assessment, chiarire le informazioni diagnostiche e servire come base per gli interventi pianificati…e, trattandosi di un linguaggio “universale”, per la condivisione degli stessi! 1 2 L’ICF intende proporsi come uno “strumento” utile a creare un LINGUAGGIO COMUNE L’ICF si rifà ad un modello articolato, in rapporto al quale la Disabilità va ri-considerata tenendo conto delle molteplici dimensioni che caratterizzano la PERSONA (modello BIO-PSICO-SOCIALE) 1 L’ICF intende proporsi come uno “strumento” utile a creare un LINGUAGGIO COMUNE 2 L’ICF si rifà ad un modello articolato, in rapporto al quale la Disabilità va ri-considerata tenendo conto delle molteplici dimensioni che caratterizzano la PERSONA (modello BIO-PSICO-SOCIALE) DISABILITA’ ICIDH 2 0 0 1 ICF La DISABILITA’ è la limitazione o perdita, conseguente a menomazione, della capacità di compiere un’attività nel modo o nell’ampiezza considerati normali per un essere umano La DISABILITA’ è la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo, fattori personali e fattori ambientali che rappresentano le circostanze in cui vive l’individuo 1 L’OMS attraverso il modello bio-psico-sociale sancisce la necessità di un approccio rivolto alla PERSONA 2 L’OMS attraverso l’ICF fornisce la possibilità di “tradurre” i dati che caratterizzano questa PERSONA in codici alfanumerici Aree previste dall’ICF-CY Funzioni corporee Strutture corporee Attività & Partecipazione b1xx b2xx ... ... b8xx s1xx s2xx ... ... s8xx d1xx d2xx ... ... d9xx MENOMAZIONE xxx.0 xxx.1 xxx.2 xxx.3 xxx.4 xxx.9 LIMITAZIONE/RESTRIZIONE NESSUNA menomazione menomazione LIEVE menomazione MEDIA qualificatore menomazione GRAVE menomazione COMPLETA non applicabile xxx.0 xxx.1 xxx.2 xxx.3 xxx.4 xxx.9 NESSUNA difficoltà difficoltà LIEVE difficoltà MEDIA difficoltà GRAVE difficoltà COMPLETA non applicabile Aree previste dall’ICF-CY Attività & Partecipazione d1xx d2xx ... ... d9xx LIMITAZIONE/RESTRIZIONE Performance xxx.0 xxx.1 xxx.2 xxx.3 xxx.4 xxx.9 NESSUNA difficoltà difficoltà LIEVE difficoltà MEDIA difficoltà GRAVE difficoltà COMPLETA non applicabile Capacità PERFORMANCE Il qualificatore performance descrive quello che un individuo fa nel suo ambiente attuale (casa, scuola, etc.) CAPACITA’ Il “qualificatore” capacità descrive l’intrinseca abilità dell’individuo nell’eseguire un compito o un’azione: viene misurata in un ambiente uniforme o standard CONDIZIONI DI SALUTE FUNZIONI E PARTECIPAZIONE STRUTTURE CORPOREE ATTIVITA’ FATTORI PERSONALI FATTORI AMBIENTALI I Disturbi dello spettro autistico si riferiscono ad un gruppo di disordini del neurosviluppo, che causano una limitazione delle attività di relazione e di comunicazione, a cui si associa un repertorio di interessi ristretto e stereotipato Funzioni corporee “tipicamente” interessate (= menomazioni) b122 = Funzioni psicosociali globali b1403 = Condivisione dell’attenzione b1520 = Appropriatezza delle emozioni b160 = Funzioni del pensiero b167 = Funzioni mentali del linguaggio Attività “tipicamente” interessate (= limitazioni) d250 = Controllare il comportamento d310 = Comprendere messaggi verbali d320 = Comprendere messaggi non verbali d335 = Produrre messaggi non verbali Strutture corporee “tipicamente” interessate (= menomazioni) ? d350 = Conversazione d710 = Relazioni interpersonali GIOCHI DI ATTIVAZIONE SOCIALE OBIETTIVI EVOLUTIVI d 320 Comprendere messaggi non verbali d 710 Relazioni interpersonali OBIETTIVI A MEDIO TERMINE Segnalatori dello sviluppo comunicativo sociale Attenzione reciproca Impegno reciproco Sguardo referenziale CONSIDERAZIONI “La comunicabilità dei propri atti terapeutici all’interno dell’equipe (ivi compresa la famiglia del bambino) può sostenere quegli auspicabili processi di decentramento che segnano i passaggi dalla buone prassi alle metodologie.”