Savant: super geni?
Mikio Kaku: Il futuro della mente
Codice edizioni, Torino 2014
pp. 171-178
All'età di nove anni Z fu colpito da un proiettile alla testa che gli trapassò il cranio.
Non morì, come temevano i medici, ma il proiettile causò un'estesa lesione
all'emisfero sinistro del suo cervello, determinando un'emiparesi destra e
lasciando Z, per sempre, muto e sordo.
Il proiettile ebbe anche uno stranissimo effetto collaterale: Z sviluppò strabilianti
capacità motorie e una memoria strabiliante, tipica dei savant.
Quello di Z non è un caso isolato: nel 1979 un ragazzino di dieci anni di nome
Orlando Serrell rimase tramortito dopo un forte colpo al lato sinistro della testa
causato da una palla da baseball.
Dopo essersi riavuto Serrell accusò forti mal di testa, ma quando il dolore
scomparve scopri di essere in grado di eseguire calcoli matematici complessi e
di avere una memoria quasi fotografica di determinati eventi della sua vita (era in
grado di calcolare una data posta a migliaia di anni di distanza nel futuro).
Su tutta la popolazione mondiale di circa sette miliardi di individui, esistono solo
circa un centinaio di casi documentati di savant; ma il loro numero è molto
superiore se includiamo anche quei soggetti le cui capacità mentali non sono
sovraumane ma "solo" straordinarie (sembra infatti che circa il 10 per cento degli
individui affetti da autismo mostri una qualche capacità savant).
Queste persone possiedono capacità cognitive che travalicano l'odierna
conoscenza scientifica.
Sono molti i tipi di savant che di recente hanno attratto la curiosità degli
scienziati: più o meno la metà di loro soffre di una qualche forma di autismo
(mentre l'altra metà è affetta da altre malattie mentali o da disturbo psicologico) e
spesso presenta gravi problemi di interazione sociale, cosa che li porta a isolarsi.
Esiste poi la cosiddetta sindrome di savant acquisita che emerge nel momento in
cui un adulto, in apparenza normale, subisce un grave trauma (come battere la
testa contro il fondo della piscina, o venire colpito da una palla da baseball o da
un proiettile) quasi sempre all'emisfero sinistro. Alcuni scienziati, tuttavia,
sostengono che tale distinzione possa essere fuorviante, e che forse tutti i casi
savant siano acquisiti. Dal momento che i savant autistici iniziano a mostrare le
proprie capacità intorno all'età di tre o quattro anni, è possibile che l'autismo
(proprio come un colpo alla testa) rappresenti l'origine dei loro talenti.
La comunità scientifica non è concorde sull'origine di queste capacità
straordinarie. Secondo alcuni, questi individui sono nati così come sono, e simili
anomalie sono uniche quanto loro: le capacità che esibiscono, anche se
risvegliate da un proiettile, sono innate. Se così fosse, è possibile che non
possano essere imparate, né trasferite ad altri.
Altri sostengono che questa teoria violi quella dell'evoluzione, che si realizza in
maniera incrementale nel corso di lunghissimi periodi di tempo. Se esistono i
savant, allora tutti noi possediamo simili capacità in forma latente; ciò implica che
in futuro potremo essere in grado di attivare questi miracolosi poteri a nostro
piacimento? Alcuni ne sono convinti, e vari articoli scientifici sostengono che le
stesse capacità si nascondano in ognuno di noi e possano essere fatte emergere
sfruttando i campi magnetici generati da uno scanner elettromagnetico (TES);
oppure, che abbiano una base generica, e che in tal caso possano essere
ricreate con l'ausilio di una terapia genetica. Potrebbe persino essere possibile
coltivare delle cellule staminali che permettano ai neuroni di crescere nella
corteccia prefrontale e in altri centri del cervello, e vedere così aumentare le
nostre capacità mentali.
Tutte queste possibilità sono oggetto di dibattito e ricerca.
Non solo potrebbero permettere ai medici di trovare un rimedio ai devastanti
effetti di malattie come l'Alzheimer, ma potrebbero anche permetterci di diventare
più intelligenti: le possibilità non mancano.
Il primo caso documentato risale al 1789, quando il medico Benjamin Rush iniziò
a studiare un paziente che, nonostante il suo
handicap mentale, sottoposto al quesito "quanti secondi ha vissuto un uomo di
settant'anni, diciassette giorni e dodici ore" dopo novanta secondi diede la
risposta esatta: 2.210.500.800.
A Darold Treffert, un medico dei Wisconsinlo che ha studiato i savant per molto
tempo, piace ricordare l'esempio di un paziente cieco a cui fu posta una semplice
domanda: se si mette un chicco di grano sul primo riquadro di una tavola da
scacchi, due nella seconda, quattro in quella successiva, e si continua a
raddoppiare, quanti chicchi di grano si avranno nel sessantaquattresimo
riquadro? All'uomo occorsero solo quarantacinque secondi per trovare la risposta
giusta: 18.446.744.073.709.551.616H.
Ma il caso più noto è senza dubbio quello di Kim Peek, da cui trassero
ispirazione i creatori del film Rain Man - L'uomo della pioggia. Sebbene l'uomo
fosse affetto da un gravissimo ritardo mentale (era a malapena capace di
allacciarsi le scarpe o i bottoni della camicia) aveva imparato a memoria circa
dodicimila libri ed era in grado di citarne interi passaggi, parola per parola.
Impiegava circa otto secondi per leggere una pagina (Kim riusciva a
memorizzare un libro intero in mezz'ora, ma con una tecnica di lettura davvero
inusuale: leggeva entrambe la pagine nello stesso momento, utilizzando
contemporaneamente un occhio per ognuna). Sebbene fosse molto timido, con il
tempo iniziò ad apprezzare il fatto di esibirsi in prodezze matematiche davanti
agli occhi dei curiosi, i quali lo mettevano alla prova ponendogli domande
trabocchetto.
Certo, gli scienziati devono fare attenzione a distinguere i casi autentici dai
semplici trucchi di memorizzazione; ma le capacità dei savant non sono solo
matematiche, e si estendono alla musica, all'arte e alla meccanica. Dal momento
che i soggetti autistici savant manifestano grandissime difficoltà a esprimere
verbalmente i propri processi mentali, un altro approccio consiste nello studiare i
soggetti affetti dalla sindrome di Asperger, una forma di autismo più lieve: essa è
stata riconosciuta condizione psicologica a sé stante solo nel 1994, ed è per
questo che le ricerche in merito sono scarse. Come i soggetti autistici, questi
malati faticano moltissimo a interagire con gli altri, ma con la preparazione
adeguata possono acquisire una socialità sufficiente per mantenere un posto di
lavoro e articolare i propri processi mentali. Una piccola parte di loro possiede le
stesse, incredibili, capacità savant, e alcuni scienziati sono convinti che molti
grandi geni del passato fossero affetti dalla sindrome di Asperger: ciò potrebbe
spiegare la strana e solitaria natura di fisici come Isaac Newton e Paul DiracNewton, in particolare, era patologicamente incapace di fare due chiacchiere.
Ho avuto il piacere di intervistare uno di questi soggetti, Daniel Tammet, autore
del best seller Nato in un giorno azzurro: quasi un caso unico tra i savant, Daniel
è in grado di articolare i propri pensieri e scrivere libri, e di parlarne alla radio e
alla televisione.
Per una persona che aveva difficoltà così grandi da bambino, oggi possiede delle
superbe abilità comunicative.
Daniel si è distinto per aver conquistato il primato mondiale di memorizzazione
del pi greco: è stato capace di imparare a memoria le sue prime 22.514 cifre
decimali. Gli ho chiesto in che modo sia riuscito in tale impresa erculea e mi ha
risposto che da sempre associa ogni numero a un colore o a una tessitura. Gli ho
poi posto la domanda chiave: se ogni numero ha un colore o una tessitura, come
riesce a ricordarne migliaia? Purtroppo a questo punto mi ha detto di non
saperlo, che, semplicemente, per lui funziona in questo modo. I numeri sono
sempre stati tutta la sua vita, fin da quando era bambino, e così gli appaiono in
mente, in una miscela costante di cifre e colori.
Asperger e la Silicon Valley
Fino a qui la discussione sembra essere puramente astratta, priva di
conseguenze dirette sulla vita di tutti i giorni; ma il coinvolgimento delle persone
con una leggera forma di autismo e affette da Asperger potrebbe essere più
diffuso di quanto non si pensasse in precedenza, in modo particolare nei campi
in cui la tecnologia è più avanzata.
La serie televisiva The Big Bang Theory segue le stravaganti avventure di un
gruppo di giovani scienziati, la maggior parte fisici "sfigati", nella loro maldestra
ricerca di una compagna: ogni episodio presenta un incidente divertente che
rivela quanto i loro tentativi in tal senso siano penosi e inadeguati. La tacita
assunzione su cui si basa l'intera serie è che le loro abilità intellettuali siano pari
alla loro imbranataggine. Allo stesso modo, tradizione vuole che tra i guru della
tecnologia della Silicon Valley una percentuale più alta della norma sia priva di
spiccate abilità sociali (un detto tra le studentesse delle facoltà di ingegneria
avanzata, dove il rapporto uomo/donna è molto a favore di queste ultime, recita:
"Le probabilità sono buone, ma quelli buoni sono tipi improbabili").
Alcuni scienziati si sono messi ad analizzare tali impressioni: l'ipotesi è che le
persone affette da Asperger e da altre lievi forme di autismo possiedano capacità
cognitive particolarmente adatte per alcuni campi di studio, come quello
dell'industria tecnologica. I ricercatori dello University College di Londra hanno
studiato sedici persone a cui era stata diagnosticata una leggera forma di
autismo e li hanno confrontati con sedici individui normali. Ad entrambi i gruppi
sono state mostrate delle diapositive che riportavano numeri e lettere in schemi
sempre più complessi.
I risultati hanno mostrato che le persone autistiche possedevano una maggiore
capacità di concentrarsi sul compito richiesto; a mano a mano che la sua
complessità aumentava, il divario tra le capacità intellettuali dei due gruppi
diveniva sempre più ampio, e i soggetti autistici mostravano risultati
significativamente migliori rispetto al gruppo di controllo (il test, tuttavia, ha
mostrato anche che questi stessi soggetti tendevano ad essere distratti più
facilmente da rumori esterni e luci intermittenti, rispetto al gruppo di controllo).
Nilli Lavie ha dichiarato: «Lo studio conferma la nostra ipotesi, ovvero che le
persone autistiche possiedano una sensibilità percettiva superiore rispetto alla
media... Una persona autistica riesce a percepire una quantità significativamente
maggiore di informazioni rispetto a un adulto normale».
Com'è ovvio, questo non dimostra che le persone intelligenti siano affette da una
qualche forma di Asperger, ma indica che negli ambiti che richiedono una buona
capacità di focalizzare la propria attenzione potrebbe esserci una maggiore
percentuale di soggetti affetti da tale malattia.
Studi di imaging cerebrale sui savant
Quello dei savant è un tema che da sempre compare nei racconti aneddotici, ma
di recente l'intero campo di studi è stato rivoluzionato con l'arrivo della tecnologia
RM e delle altre tecniche di imaging cerebrale.
Il cervello di Kim Peek, per esempio, mostrava delle caratteristiche inusuali: le
immagini RM mostrano che era privo del corpo calloso, la struttura che connette
l'emisfero destro a quello sinistro, e questo con ogni probabilità è il motivo per cui
era in grado di leggere due pagine alla volta, mentre il deficit nelle abilità motorie
si riflette nella deformazione del cervelletto, l'area che controlla l'equilibrio14. Per
sfortuna le scansioni RM non possono identificare l'origine esatta delle sue
straordinarie capacità e della sua memoria fotografica ma, in linea di massima,
questi studi hanno dimostrato che gran parte dei soggetti che hanno sviluppato
una condizione simile da adulti aveva subito una lesione all'emisfero sinistro.
L'interesse si è concentrato in modo particolare sulla corteccia temporale
anteriore e orbitofrontale sinistra, e alcuni sono convinti che tutte le abilità savant
(autistiche, acquisite o Asperger) derivino da una lesione a carico di quest'area
specifica del lobo temporale; essa, agendo da "revisore", elimina periodicamente
i ricordi irrilevanti. Ma a seguito di una lesione all'emisfero sinistro, l'emisfero
destro inizia a prendere il sopravvento; quest'ultimo è molto più preciso di quello
sinistro, che spesso distorce la realtà e inventa fatti che non conosce. Si ritiene
che, a causa della lesione alla controparte sinistra, l'emisfero destro debba
sobbarcarsi un carico di lavoro non indifferente, e che in ciò risieda il motivo per
cui le competenze savant si sviluppano. L'emisfero destro, per esempio, è molto
più artistico di quello sinistro, e in condizioni normali quest'ultimo ne limita il
talento tenendolo sotto controllo.
Se l'emisfero sinistro subisce un danno, dunque, ciò può determinare la
liberazione delle qualità latenti dell'emisfero destro, e una conseguente
esplosione di talento artistico. Il segreto per liberare le nostre capacità savant,
quindi, starebbe nell'attenuare l'attività del cervello sinistro così che non possa
più limitare il talento naturale dell'emisfero destro, fenomeno chiamato anche
danno all'emisfero sinistro e compensazione dell'emisfero destro.
Nel 1998 Bruce Miller dell'università della California, a San Francisco, ha
condotto una serie di esperimenti che sembravano supportare tale ipotesi.
Assieme ad alcuni collaboratori ha studiato cinque individui normali affetti da
demenza frontotemporale (FTD, Frontotemporal Dementia) a partire dalle prime
fasi della malattia. Al progredire dei sintomi, i soggetti mostravano l'emergere di
abilità savant: a mano a mano che la demenza andava affermandosi, infatti, molti
iniziavano a esibire talenti artistici sempre più straordinari, sebbene nessuno di
essi avesse mai mostrato di possederne prima di allora. Si trattava di abilità
visive, non musicali, e le loro opere, per quanto straordinarie, erano semplici
copie prive di qualità originali, astratte o simboliche (nel corso dello studio una
delle pazienti ha mostrato dei miglioramenti, e di conseguenza le sue abilità
savant sono andate riducendosi: ciò indica una stretta relazione tra i disturbi del
lobo temporale sinistro e le capacità savant).
Le analisi di Miller sembrano dimostrare che la degenerazione della corteccia
temporale anteriore e orbitofrontale sinistra diminuisce l'inibizione dei sistemi
visivi dell'emisfero destro, incrementando così le capacità artistiche. Ancora una
volta, la lesione a carico di una particolare area dell'emisfero sinistro avrebbe
obbligato l'emisfero destro a prendere il comando della situazione e svilupparsi.
Oltre che sui soggetti savant, gli studi di imaging con risonanza magnetica sono
stati portati avanti anche su persone affette da sindrome ipertimestica, anch'esse
dotati di memoria fotografica: queste non soffrono né di autismo né di altri
disturbi cognitivi, ma ciononostante condividono alcune abilità con i pazienti che
ne sono affetti. Sull'intero territorio degli Stati Uniti sono stati documentati solo
quattro casi di autentica memoria fotografica, e uno di questi è Jill Price, una
dirigente scolastica di Los Angeles; Jill è capace di ricordare con precisione ciò
che stava facendo in un qualsiasi giorno del suo passato, ma dice di avere
difficoltà a cancellare alcuni pensieri. Il suo cervello le pare «bloccato in modalità
pilota automatico» e le sembra di osservare il mondo su due schermi separati, in
cui passato e presente sono sempre in competizione per attirare la sua
attenzione.
Gli scienziati dell'università della California, a Irvine, hanno studiato il cervello di
Jill a partire dal 2000, individuandone alcune particolarità: molte regioni cerebrali,
per esempio, sono più ampie del normale, come per esempio il nucleo caudato
(una struttura coinvolta nella formazione delle abitudini) e il lobo temporale (che
immagazzina i fatti e i numeri), e si pensa che sia la collaborazione di queste due
aree a determinare la sua memoria fotografica: il cervello di Jill, quindi, è diverso
da quello dei savant che hanno subito una lesione o un danno al lobo temporale
sinistro. La ragione ci è sconosciuta, ma ciò indica l'esistenza di un altro
approccio per tentare di replicare tali, incredibili, capacità cognitive.