I DIFETTI DI REFRAZIONE Quali sono i più comuni difetti di refrazione, cioè quei problemi oculari che ci impediscono di vedere nitidamente? Essi sono la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo. A questi 3 dobbiamo aggiungere doverosamente la presbiopia che non è però un difetto, ma una situazione fisiologica che si presenta dopo i 40 anni. La vista della persona normale, cioè emmetrope, funziona più o meno nella seguente maniera: a livello oculare l’immagine esterna viene proiettata perfettamente a fuoco sulla retina come sullo schermo cinematografico e da lì viene poi inviata al cervello tramite il nervo ottico. La miopia è una situazione refrattiva nella quale il paziente non è in grado di vedere nitidamente da lontano perché l’immagine viene messa a fuoco al davanti della retina e quindi su questa arriva sfuocata. Quali saranno quindi i primi segni della miopia? Se questa inizia dall’infanzia il bambino dirà di non vedere bene i segni sulla lavagna oppure di non distinguere le figure in televisione, mentre la persona più adulta avrà difficoltà nella guida notturna. All’inizio, con miopie molto lievi, sforzandosi e corrugando lo sguardo è possibile in parte compensare il difetto, in seguito la vista risulterà sfuocata nonostante tutto. Nell’ipermetropia l’immagine invece tende a proiettarsi al di dietro della retina perciò anche in questo caso sullo schermo appare sfuocata. I due problemi sono quindi diametralmente opposti. Il miope, che non vede distintamente da lontano, riesce a vedere molto bene da vicino fino a tarda età senza correzione a differenza della persona normale. L’ipermetrope invece (nel caso di ipermetropie non elevate), utilizzando sistemi di compenso oculari come l’accomodazione, è in grado di vedere bene senza occhiali per molti anni. Se l’ipermetropia è di lieve o medio grado i primi sintomi possono essere fotofobia oppure cefalea date dallo sforzo che fa l’occhio per vedere nitidamente. In questi casi un semplice esame della vista può non essere sufficiente a scoprire il problema, poiché il soggetto, sforzandosi involontariamente, vede nitidamente e solo attraverso l’instillazione di colliri che bloccano gli strumenti di compensazione il difetto può essere evidenziato e corretto con lenti. Un discorso a parte va fatto per l’astigmatismo: è un difetto che causa una distorsione delle immagini. Se l’astigmatismo è lieve il disturbo si limita ad un affaticamento visivo, se il difetto è pronunciato l’individuo vede male a tutte le distanze. Tutto ciò è dovuto ad una alterata forma della cornea. La cornea è una parte dell’occhio trasparente come un vetro di orologio posta al davanti dell’iride (il segmento colorato); questa è quasi perfettamente rotonda, in alcuni casi però vi sono alterazioni. A causa di questa alterata conformazione , la capacità di messa a fuoco varia da un punto all’altro, pertanto i raggi luminosi che l’attraversano vengono deviati e non vanno a convergere sullo stesso punto della retina. Per fare un paragone, possiamo dire che la curvatura della cornea in un occhio normale è sferica come un pallone da calcio, in un occhio molto astigmatico è più schiacciata in alcuni punti come un pallone da rugby. In realtà un certo astigmatismo fisiologico è normale e non dà nessun disturbo visivo, mentre il soggetto molto astigmatico ha difficoltà a vedere sia da lontano che da vicino senza occhiali e molto spesso si presentano mal di testa o fotofobia. Noi possiamo leggere e compiere operazioni precise da vicino grazie al fenomeno dell’accomodazione. Al di dietro dell’iride è posta una lente biconvessa che si chiama cristallino. Questa lente è sospesa all’interno dell’occhio tramite delle sottilissime fibre che la collegano al muscolo ciliare. Questo muscolo contraendosi e rilasciandosi fa si che il cristallino si assottigli o si gonfi diminuendo ed aumentando il proprio potere refrattivo. In questo modo quando il muscolo è rilassato la persona emmetrope (cioè con vista normale) vede bene da lontano, quando si contrae mette a fuoco da vicino. Questo perfetto sistema purtroppo inizia a venir meno verso i 40-45 anni, quando il muscolo ciliare comincia a ad avere minor forza e resistenza ed il cristallino perde l’elasticità che gli permette di deformarsi. A questo punto cominciano i problemi da vicino, o come si dice abitualmente “si allontana la vista” e siamo costretti ad allontanare sempre di più il libro da leggere per poterlo vedere bene. Quindi a questa età è bene iniziare a mettere gli occhiali che correggono questo tipo di difetto, prima più leggeri poi sempre più forti per compensare il problema fino all’età di circa 60 anni, quando ormai non è più possibile utilizzare l’accomodazione ed è impossibile leggere senza l’ausilio di lenti.