9.1 Bullismo

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Il Bullismo a scuola
• Definizione:
‘bullismo’ è la traduzione letterale di bullying  termine
inglese che connota il fenomeno delle prepotenze tra pari
in un contesto di gruppo o comunitario (Olweus, 1978)termine coniato anche per distinguere il fenomeno da altri
simili come il ‘mobbing’ e lo ‘stalking’ che riguardano
prevalentemente il mondo degli adulti
E’ una forma di comportamento aggressivo caratteristico
delle relazioni tra coetanei, connotato da condotte violente,
pervasive e con conseguenze durature 
«abuso sistematico di potere» – definizione che evidenzia
la stretta relazione tra bullismo e dominanza sociale
definizione
• La definizione che se ne dà in letteratura
include tre dimensioni fondamentali:
• 1. intenzionalità
• 2. persistenza nel tempo, re-iterazione
• 3. squilibrio di potere
…più un’altra caratteristica spesso presente:
presenza di altri soggetti
[che cosa quindi non è propriamente bullismo]
Nei primi lavori, ovvero nella fase
pionieristica, si trova l’enfasi sulle modalità
fisiche e verbali della prevaricazione, e sul
fatto che il bullo è un individuo per lo più
maschio che prende come bersaglio altri
maschi o femmine
Studi successivi portano a una revisione della
prima concettualizzazione (cfr. Gini, 2005)
Due dimensioni
• Si arriva a concettualizzare il bullismo in
base a 2 fondamentali dimensioni:
• MODALITA’ D’ATTACCO prepotente
• IL TARGET DELL’ATTACCO prepotente
Modalità di attacco
• Rispetto dimensione MODALITA’ DI
ATTACCO si possono distinguere le
tipologie di comportamento prepotente in
modalità
• DIRETTE VS INDIRETTE
Target dell’attacco
• Con la dimensione TARGET DELL’ATTACCO
si possono distinguere le tipologie di
comportamento a seconda di ciò che viene
colpito dal bullo:
• la PERSONA FISICA o i suoi OGGETTI da un
lato, oppure
• le VARIABILI PSICOLOGICHE O SOCIALI
dall’altro
TARGET:
PERSONE e
OGGETTI
Prepotenza fisica
Prepotenza
strumentale
Utilizza la forza….
Rubare, danneggiare…
ATTACCO
DIRETTO
ATTACCO
INDIRETTO
Prepotenza
verbale
Prepotenza
sociale
Minaccia, insulta…..
Calunniare,
escludere….
TARGET:
VARIABILI
PSICOL . E
SOCIALI
differenze di genere
• Il bullismo non è un fenomeno che riguarda
esclusivamente i maschi ma anche,
soprattutto negli ultimi anni e in certe realtà
culturali, le femmine.
• La prevaricazione può assumere, come si è
visto, forme dirette o indirette: il bullismo
diretto è più a carico dei maschi, il bullismo
indiretto è più evidente nelle femmine
• Il fenomeno va studiato tenendo presenti tre
ordini di fattori:
• biologico-temperamentali,
• socio-culturali,
• attinenti alle esperienze di vita degli
individui (Fonzi)
• Vediamo i ‘correlati individuali’
correlati individuali del bullismo
• 1. Competenze socio-cognitive dei bulli
due modelli di spiegazione
• Primo modello: (hp del deficit) i soggetti
aggressivi sia reattivi sia proattivi, come nel
caso dei bulli, mostrano difficoltà specifiche
nell’elaborazione dell’informazione sociale
(Dodge) 
• in particolare, gli aggressivi reattivi
mostrano deficit nella fase iniziale del
processo, che riguarda la codifica e
interpretazione degli stimolo sociali
• i bulli o aggressivi proattivi, invece,
presentano aspetti problematici in fasi più
avanzate del SIP: per es., nella scelta di
obiettivi vantaggiosi per sé (vs obiettivi
volti a preservare le relazioni sociali)
• Secondo modello: i bulli sarebbero socialmente
competenti (Sutton et al., 1999), mirando a
raggiungere obiettivi socialmente accettabili e
apprezzati, come la leadership all’interno del
gruppo
• Sarebbero in grado di codificare e interpretare in
modo accurato il mondo sociale che li circonda,
tuttavia userebbero ‘scorrettamente’ questa abilità
per manipolare le dinamiche di gruppo e ottenere
un vantaggio personale
• Si parla, al riguardo, di «cognizione fredda» e di
machiavellismo che porta, da un lato, a
manipolare le persone e, dall’altro lato, a
valutare le ‘norme morali’ come violabili [cfr.
bullismo e moralità: Caravita, Gini].
• I due modelli esprimono due modi
complementari di approcciarsi allo studio del
fenomeno, in fondo non così lontani tra di loro
entrambi
sottolineano
l’uso
improprio
dell’informazione sociale
correlati
• 2. Le abilità emotive
• Le ricerche mostrano deficit, difficoltà,
specificità a livello emozionale per quanto
riguarda i bulli
• In particolare è risultata carente la
responsività empatica
• Empatia: si riferisce al fare esperienza e al
condividere lo stato d’animo di un individuo
da parte di un altro.
• Hoffman (2000): empatia come risposta
affettiva più appropriata alla situazione di
un’altra persona che alla propria, designa un
atteggiamento verso gli altri caratterizzato da
uno sforzo di comprensione delle loro
vicissitudini – è un’esperienza emotiva che
attraversa tappe evolutive dalle prime forme di
contagio….
• Il bullo manca o è carente di empatia e quindi
delle funzioni che questa esercita: a livello
cognitivo
l’assunzione
della
prospettiva
dell’altro, e a livello affettivo l’esperire la
sofferenza provocata nella vittima
• Questi
due
meccanismi
dell’empatia
consentirebbero, nella vita sociale, di controllare
l’insorgenza di conflitti e inibire comportamenti
aggressivi
• Connesso al tema dell’empatia, quello
dell’esperienza di emozioni morali
empatia, colpa riparo
correlati
• 3. Moralità
• Una terza area di indagine sui correlati
riguarda la tendenza nei bulli al disimpegno
morale 
• insieme di meccanismi che disattivano il
controllo morale, permettendo all’individuo
di mettersi al riparo da sentimenti di colpa e
vergogna (emozioni morali)
• Disimpegno morale come una sorta di meccanismo di
difesa. Bandura (1991)  otto meccanismi di disimpegno
morale:
• giustificazione morale (es. ‘era solo uno scherzo’),
etichettamento/linguaggio
eufemistico,
confronto
vantaggioso (mettendo a confronto la propria azione con
una peggiore), dislocamento della responsabilità (‘non è
colpa mia’), diffusione della responsabilità (‘lo fanno
tutti’), distorsione delle conseguenze (‘non gli ho
veramente fatto male’), de-umanizzazione della vittima
(deprivata degli attributi tipici dell’essere umano),
attribuzione di colpa alla vittima (‘se lo meritava’, ‘se l’è
cercato’).
• Questi meccanismi interverrebbero a livello
di ricostruzione cognitiva di un certo
comportamento,
• permettendo a coloro che hanno commesso
azioni moleste nei confronti di altri, di non
provare rimorso o senso di colpa troppo
intensi
• Sul piano della moralità, sembrerebbe anche
che i bulli mettano sullo stesso piano la
trasgressione delle norme morali e la
violazione di regole socio-convenzionali
•  diversa gravità non percepita
Bullismo come fenomeno di gruppo
• E’ principalmente un fenomeno riconducibile a
dinamiche di gruppo
• Approfondimento del ruolo dei coetanei coinvolti
e non coinvolti direttamente  approccio dei
ruoli dei partecipanti
• Primo studio pubblicato in questa prospettiva è
quello di Salmivalli et al. (1996, in Aggressive
Behavior) che attraverso un Questionario sono
arrivati ad assegnare i seguenti ruoli 
• BULLO leader che mette in campo attività aggressive e
incoraggia gli altri a partecipare a tali attività
• AIUTANTE DEL BULLO individuo più passivo, aiuta ma
non promuove personalmente
• SOSTENITORE DEL BULLO individuo che ride per le
offese alla vittima e incoraggia il bullo a continuare
• VITTIMA persona oggetto di ripetute prepotenze e
aggressioni
• DIFENSORE DELLA VITTIMA offre aiuto alla vittima
• SPETTATORE DELLA VITTIMA mantiene le distane dalla
situazione
(cfr. figura 2, p. 25, Gini e Pozzoli, 2011)
difensori vs spettatori
• Quali le caratteristiche dei difensori e degli
spettatori?
• Ricerca recente su questo argomento, dopo
molti studi dedicati agli altri ‘protagonisti’
del fenomeno
• Ci sono punti di contatto (bassi livelli di
aggressività; buona ToM; buon SIP; buona
regolazione emotiva) ma….
• … nei difensori si rilevano elevata empatia e alti
livelli di autoefficacia sociale, mentre negli
osservatori/spettatori c’è empatia ma scarso
senso di autoefficacia sociale (timore di cadere a
rango di vittime e desiderio di proteggersi
mantenendo la propria posizione sociale);
• inoltre…
• …nei difensori è maggiore l’esperienza di
emozioni di colpa e vergogna di fronte a
episodi ipotetici di bullismo (cfr., per un
parallelismo, il senso di colpa del
sopravvissuto, e anche il conflitto morale tra
dare e non dare aiuto) 
• in generale, il senso di moralità e giustizia è
un importante correlato dei comportamenti
di aiuto
Bullismo e famiglia
• Stili educativi parentali (Baumrind; incrocio
delle variabili controllo e calore affettivo)
Autoritario
Autorevole  il ‘migliore’
Trascurante
Permissivo
• Tipologia di legame di attaccamento
(sicurezza vs insicurezza)
Sintesi: Profili psicologici
• Profilo del bullo:
E’ colui/colei che mette in atto concretamente le prepotenze,
proviene da una famiglia che lo ha accudito con poco
calore,
con modelli o stili educativi di tipo autoritario o violento, con
atteggiamenti incoerenti, in cui c’è spesso un conflitto
parentale e ambivalenza nella relazione genitore-figlio;
attaccamenti insicuri
Il comportamento del bullo è caratterizzato da elevata
autostima, bisogno di dominare, scarsa empatia o
freddezza nei confronti della vittima, assenza di senso di
colpa; Sutton et al. (1999) parlano, a tale proposito, di
‘fredda cognizione’ per indicare che i bulli non hanno
deficit, conoscono gli stati affettivi e i pensieri dell’altro,
ma questo NON attiva in loro empatia
(continua: profili psicologici)
• Profilo della vittima:
E’ colui/colei che subisce le prepotenze;
proviene spesso da una famiglia coesa e iper-protettiva in
cui si instaura un legame genitore-figlio di stretta
dipendenza che limita lo sviluppo della competenza
sociale [correlato iper-protezione materna/figlio maschio
vittima];
soffre di scarsa autostima e si auto-valuta negativamente; è
ansioso e insicuro; reagisce agli attacchi con tristezza,
ritiro e chiusura in se stesso; tende o a negare il problema
o ad auto-colpevolizzarsi fino a vergognarsi per ciò che gli
capita; può arrivare a depressione e tentato suicidio;
presenta problemi nel riconoscimento dei segnali emotivi di
collera, producendo ulteriore collera nell’interlocutore
(continua: profili psicologici)
• Profilo del bullo-vittima:
E’ colui/colei (detto anche ‘vittima provocatrice’
oppure ‘aggressore vittimizzante’) che, oltre a
mettere in atto prepotenze, le subisce;
alterna lo ‘status’ di prepotente a quello di vittima;
è persona emotiva, instabile, irritabile, con problemi
di regolazione delle emozioni; presenta difficoltà
di ordine cognitivo e attentivo;
è provocatorio e iper-reattivo nei confronti degli
attacchi dei compagni; è scarsamente popolare;
subisce aggressioni, coltiva un senso di fallimento
e a sua volta molesta altri compagni (Caravita,
2004)
Prevenzione e strategie d’intervento a scuola
•  Per limitare le prepotenze a scuola occorre non
solo intervenire sui luoghi fisici, ma soprattutto
ristrutturare il contesto relazionale della scuola e
della classe (affinché sia garantita sicurezza per
ciascun alunno).
• Le tecniche di intervento riguardano non solo il
bullo, ma anche la vittima e gli insegnanti, a cui è
chiesto di giocare un ruolo attivo nella
prevenzione/intervento del disagio legato al
bullismo
La classe e i singoli: interventi
• Programmi a livello dei singoli e di piccolo
gruppo, esempi:
• - alfabetizzazione emotiva
• - utilizzo dei dilemmi morali
• - giochi di ruolo……………….
•  ricapitolando: il miglior programma di
intervento dovrebbe collocarsi a livello di
scuola e territorio, di classe e individuale
Cyberbulling
• Il cyber bullismo o bullismo on-line 
• Bullismo o molestie effettuati tramite mezzi
elettronici (e-mail, messaggeria, siti web)
(Belsey, Canada)
• Distinzione, anche giuridica, tra il cyber-bullying
tra minorenni e il cyber-harassment tra adulto e
adulto o tra adulto e minorenne, anche se il
primo termine viene spesso usato per definire
entrambi i fenomeni
• Come il bullismo nella vita reale, il cyberbullismo può costituire una violazione del
Codice civile, del Codice penale e del
Codice della privacy
• Si ritiene che attualmente circa il 30% delle
forme di bullismo sia on-line, in chat e che
consista nel far circolare materiale che
danneggia la vittima
 foto spiacevoli, mail contenenti
materiale offensivo etc. 
si tratta di materiale che può ledere la
vittima dal punto di vista psicologico
arrecando più male di un’aggressione fisica
Confronto tra cyber-bullismo e
bullismo tradizionale
• Anche il cyber-bullismo possiede le tre
caratteristiche
della
intenzionalità,
reiterazione e dominanza sociale
• Spesso coloro che sono vittime a scuola
finiscono con l’esserlo anche nel cyberspazio (Smith, 2006); a volte però chi non
lo è mai stato nella vita reale può
sperimentare la propria vulnerabilità proprio
in questo contesto
Caratteristiche- differenze
rispetto al bullying ‘tradizionale’
• Anonimato del molestatore
• Difficile reperibilità
• Indebolimento dei princìpi etici
situazione on-line
• Assenza dei limiti spazio-temporali
nella
Tipologie/categorie
•
•
•
•
•
Molestie (harassment)
Denigrazione
Rivelazioni (exposure)
Esclusione
Cyber-persecuzione (cyberstalking)
Diffusione del cyber-bullying
• Sebbene meno diffuso del bullismo tradizionale, rappresenta
un fenomeno che coinvolge sempre più preadolescenti e
adolescenti (Pisano & saturno; Smith 2012)
• Studio di Smith et al. (2006; 2012): un centinaio di studenti
tra 11 e 16 anni di Londra, distinguendo il cyber-b. in varie
categorie: sms; immagini e video-clip; chiamate telefoniche;
e-mail; chat rooms; web-site  22% studenti vittime almeno
una volta, il 7% più volte
• Pisano & Saturno (2008): 1047 studenti tra i 13 e i 20 anni 
14% nelle scuole medie inferiori (preadolescenza) e il 16%
alle superiori (adol)
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