La Regione Sicilia ha istituito la giornata per dire "No al bullismo!". In accordo con i dirigenti scolastici dell'istituto Don Milani, presso l'aula magna del plesso Gianni Rodari, l'Assessorato alle Attività culturali ed educative ha organizzato un secondo incontro con gli alunni per raccontare la violenza e il dramma del bullismo a scuola attraverso le immagini del film "Gli Ultimi della Classe". Dopo la visione del film i ragazzi hanno partecipato al confronto-dibattito con la dott.ssa Sirena, l'Assessore Giaquinta e il Presidente del Consiglio Comunale Grasso. Sono state molte le domande degli alunni ai relatori che hanno spiegato di quanto il fenomeno del bullismo sia diffuso e spesso dissimulato da chi lo subisce. Una forma di oppressione fisica e psicologica nei confronti dei più "deboli" che può portare anche a gravi conseguenze verso il percorso di costruzione della propria identità e fiducia in se stessi. Nel contesto scolastico il ragazzo sperimenta le prime esperienze di vita al di fuori del contesto familiare, come la socialità e il riconoscimento dell’altro, ed è qui che il bullismo può trovare il suo esordio, lento e progressivo. Per tale motivo è di fondamentale importanza saper individuare i primi campanelli d’allarme. "E' necessario che si parli con gli adulti -afferma l'Assessore Giaquinta-, senza nessuna remora, superando la paura e l'umiliazione. Chi subisce atti di prepotenza ha il diritto di far valere le proprie ragioni denunciando i fatti, sia ai docenti che ai propri genitori". Dalle parole della dott.ssa Sirena apprendiamo anche che "il bullo non deve essere considerato come il cattivo che va soltanto punito, il bullo è spesso qualcuno che esprime una difficoltà esistenziale; il comportamento aggressivo di tali ragazzi può delle volte essere interpretato come una richiesta di aiuto". Debellare il bullismo è possibile anche puntando su un approccio innovativo, basato su un percorso di educazione socio-affettiva per i giovani coinvolti. Gli attori sono fondamentalmente in primo luogo la scuola, che si deve impegnare in prima persona e riprendersi l'autorità investitagli dalla società all'educazione non solo scolastica ma anche caratteriale e sociale del ragazzo che vi partecipa; e in secondo luogo, i genitori di coloro che perpetuano il bullismo. E’ necessario portare i propri figli l'importanza degli stati d'animo scolastica e il rispetto delle regole. "esuberanti" a capire dei ragazzi, la compassione, il valore dell'autorità