1 Quad. Mus. St. Nat. Livorno, 19: 1-4 (2006) L’usura dentaria del cosidetto “Marinaio” di San Rossore EMILIANO CARNIERI 1 RIASSUNTO. Sono stati studiati gli aspetti macroscopici e microscopici dell’usura dei denti mandibolari e mascellari del cosidetto “Marinaio” di San Rossore proveniente dall’area del porto urbano di Pisa etrusca e romana. Le osservazioni eseguite su questo reperto hanno permesso di formulare delle ipotesi sulla dieta e sull’uso della dentatura in attività extra alimentari. Parole chiave: Usura dentaria, dieta, attività extra alimentari. SUMMARY. A human skeletal remain was discovered in the important Etruscan and Roman harbor in San Rossore Aerea (Pisa, Italy). Macro - and microwear of mandibular and maxillary dentition of this human specimen, so-called the “sailor”, have been studied to make hypotesis about diet and extra-alimentary use of teeth. Key words: Macro - and microwear of dentition, diet, extra-alimentary use of teeth. Introduzione Tra i numerosi relitti che lo scavo iniziato nel dicembre del 1998 all’interno dell’area del porto urbano di Pisa etrusca e romana ha riportato alla luce, particolare interesse presenta quello di una nave da carico (nave B), lunga oltre nove metri e larga quattro metri mezzo (Pesavento Mattioli et al., 2000). Il relitto al momento della scoperta appariva adagiato sul fondo sabbioso piegato su un fianco e presentava parte del carico ancora in posto, o di poco dislocato, costituito da una serie di anfore (Ferrini, Rossi, 2000), mentre l’inclinazione del fondale e conseguentemente dello scafo ha provocato la caduta fuori bordo di parte del carico e delle attrezzature e degli oggetti di corredo. Inoltre, sono stati recuperati un discreto numero di oggetti relativi alla vita di bordo recuperati in diretta connessione con il relitto. L’insieme di questi materiali, ed in particolare un asse di Augusto dell’ultima emissione dei Tresviri monetali degli anni attorno al 7 a.C. rinvenuta tra i ciottoli che costituiscono la zavorra della nave, permettono di datare il naufragio di questa im- barcazione nella prima età augustea (Caruso, 2000). Durante lo scavo del fondale presso la fiancata occidentale della nave, è stato rinvenuto uno scheletro umano (Fig. 1), quasi completo, al di sotto di un crollo costituito da anfore ed altri reperti, tra i quali tavolame in legno forse facente parte in origine della nave stessa. Lo studio antropologico e morfologico ha permesso di attribuire le ossa ad un individuo maschile; deceduto tra 40 ed 45 anni (Mallegni et al., 2004). Vicino ai resti umani giaceva, adagiato sulla sua mano sinistra, lo scheletro di un piccolo cane; la cui tipologia rientra in quella che caratterizza attualmente la cosiddetta razza “bassotta” (Sorrentino et al., 2000). Usura dentaria Gli incisivi superiori del reperto oggetto del presente studio presentano un consumo quasi totale della corona (Fig. 2). Sono stati analizzati gli aspetti macroscopici e microscopici dell’usura dentaria degli incisivi allo scopo di determinare 1. Museo di Storia Naturale del Mediterraneo, Via Roma, 234 – 57127 Livorno. E-mail: [email protected] 2 Emiliano Carnieri Fig. 1 - Lo scheletro umano e quello del cane (frecce nere) al momento del ritrovamento. Fig. 1 - The human skeleton just after the discovery. The associated skeleton of the dog is indicated by black arrows. le cause di questo interessante fenomeno. Inoltre è stata condotta la stessa indagine sui denti mandibolari e mascellari per determinare il tipo di dieta. L’usura dentaria è il risultato di numerosi fattori che possono agire congiuntamente. Tra i più importanti ricordiamo i seguenti: fattori genetici e fisiologici (morfologia individuale e popolazionale dell’apparato stomatognatico; meccanica della masticazione), fattori alimentari (tipo di dieta, tecniche di preparazione del cibo, presenza di contaminanti nello stesso), fattori culturali (utilizzo dei denti per scopi para e extra alimentari), età alla morte. Il grado di usura dei denti è stato determinato secondo il metodo indicato da Lovejoy (1985). Tale metodo misura il livello di usura della corona dentaria secondo 9 e 10 stadi successivi, rispettivamente per i mascellari e i mandibolari. È stata analizzata l’usura dentale dei denti ante- Fig. 2 - Particolare della dentatura anteriore del “marinaio”. Fig. 2 - Close-up view of anterior dentition of the “sailor”. riori (I1-C) e posteriori (P3-M3) del reperto. Il livello di usura dei denti superiori anteriori è altissimo e contrasta con quello dei corrispettivi inferiori (stadio H versus stadio D). Questo dato può essere interpretato ipotizzando un utilizzo dei denti anteriori in attività extra e para-alimentari da parte dell’individuo. Il grado di usura dei denti posteriori risulta ascrivibile allo stadio H nei mascellari e nei mandibolari, indicativo di un’età alla morte di compresa tra 40 e 50 anni (Fig. 3). Sono stati osservati gli aspetti microscopici delle superfici buccali della corona dentaria del primo molare superiore destro e la superficie occlusale del primo incisivo superiore destro. È stato effettuato uno studio allo stereomicroscopio allo scopo di rilevare i diversi patterns di microusura dentaria. Dai reperti originali sono stati preparati dei negativi con comune materiale da repliche (Provil-p della Bayer), con il quale è stata ricoperta la superficie dentaria da analizzare. Questa sostanza permette di riprodurre i particolari delle superfici nell’ordine dei micron. Dai negativi sono stati preparati i positivi utilizzando araldite (LY554), alla quale è stato aggiunto un catalizzatore appropriato (HY 956) secondo la proporzione 80:20. La completa polimerizzazione è avvenuta dopo 24 ore a temperatura ambiente. I campioni così ottenuti sono stati analizzati allo stereomicroscopio ad ingrandimenti compresi tra 20x e 80x (Fig. 4). Le superfici dentarie sono state fotografate con pellicola Ilford PF 26. Le fotografie sono state scannarizzate e analizzate al computer con un programma semiautomatico di lettura di immagini (Microwear 4.0). Sono stati presi in considerazione una serie di fattori, alcuni dei quali sono Fig.3-Superficieocclusaledalcaninoalsecondomolaresuperioredestro. Fig. 3 - Occlusal surfaces of upper teeth (from canine to second molar) from the right side. L’usura dentaria del cosidetto “Marinaio” di San Rossore. Fig. 4 - Superficie buccale del primo molare superiore destro (50X) osservata allo stereomicroscopio. Fig. 4 - Buccal surface of the first upper molar fron the right side (50x) observed under stereomicroscope. stati utilizzati per un confronto statistico (lunghezza delle microusure, deviazione standard della lunghezza delle microusure, larghezza delle strie, deviazione standard della larghezza delle strie, orientamento preferenziale dell’asse maggiore delle microusure e deviazione standard). Le superfici buccali dei molari del campione oggetto della ricerca presentano microfeatures aventi una lunghezza media di 293,27 micron, larghezza media delle strie di 9,66 micron, orientamento preferenziale di circa 89°. Il numero delle microfeatures osservate è relativamente alto. I dati registrati permettono di ipotizzare una dieta costituita principalmente da alimenti abrasivi con probabile prevalenza di cibi di origine vegetale. Inoltre, sono stati osservati alcuni solchi sulla superficie buccale e occlusale dei molari, che testimoniano la presenza di contaminanti di grandi dimensioni presenti nel cibo, che possono essere stati introdotti nell’alimento durante la preparazione dello stesso. I risultati sopra descritti Fig. 5 - Superficie occlusale dei primi incisivi superiori. Fig. 5 - Occlusal surface of the first upper incisors. 3 Fig. 6 - Superficie occlusale del primo incisivo superiore destro (25X) osservata allo stereomicroscopio con in evidenza la dentina secondaria (freccia nera). Fig. 6 - Occlusal surface of the first upper incisor (25x) observed under the stereomicroscope. Note the secondary dentine indicated by the black arrow. sono concordanti con quelli ottenuti dallo studio degli elementi in traccia (Mallegni et al., 2004). Lo studio della microusura dentaria nelle popolazioni umane attuali e preistoriche permette di postulare, oltre il tipo di dieta, anche l’uso dei denti in attività para e extra-masticatorie. Il reperto denominato “il marinaio” presenta un’eccezionale usura dentaria a carico degli incisivi superiori con perdita dello strato dello smalto, parte della dentina e con sviluppo della dentina secondaria a riempimento della cavità pulpare (Figg. 5 e 6). Un alto grado di consumo della corona a livello dei denti anteriori era comune nelle popolazioni umane preistoriche del Paleolitico medio a causa del loro impiego si presume in attività “culturali”come l’ammorbidimento delle pelli o la preparazione di oggetti in fibre vegetali e animali. Questo tipo di attività è riscontrabile attualmente in alcuni gruppi etnici, come gli Inuit, in individui dediti a mestieri particolari come i marinai imbarcati nelle baleniere del secolo XIX e nei contadini delle nostre campagne di alcuni decenni fa (Carnieri, 2001). L’analisi effettuata allo stereomicroscopio delle superfici occlusali degli incisivi superiori ha evidenziato la presenza di solchi profondi e paralleli, con un angolo di circa 15° rispetto al piano mesio-distale e con margini ben evidenti (Fig. 7). Questo tipo di microusura si forma per un meccanismo di frizione causato dall’azione di materiali non abrasivi; esso provoca la rimozione dei tessuti dentali calcificati (smalto e dentina). Minozzi e colleghi hanno osservato che l’uso di fibre vegetali nelle attività extra alimentari determinano sulla su- 4 Emiliano Carnieri perficie occlusale del dente una serie di solchi paralleli (Minozzi et al., 2003). Nel caso del “marinaio”si può, quindi, ipotizzare che utilizzasse gli incisivi in attività extra-alimentari e in particolare per lavorare corde di fibre vegetali. PESAVENTO MATTIOLI S., MAZZOCCHIN S., PAVONI M.G., 2000. Anfore della nave B. In S. Bruni, a cura di, Le Navi antiche di Pisa. A un anno dall’inizio delle ricerche, Ed. Polistampa, Firenze, pp. 131-147 SORRENTINO C., DI GIUSEPPE Z., MANZI F., 2000. Materiale osteologico animale. In S. Bruni, a cura di, Le Navi antiche di Pisa. A un anno dall’inizio delle ricerche, Ed. Polistampa, Firenze, pp. 329-342. Extended abstract Fig. 7 - Superficie occlusale del primo incisivo superiore destro (80X) osservata allo stereomicroscopio con in evidenza i solchi paralleli determinati dall’uso extra alimentare della dentatura anteriore (freccie nere). Fig. 7 - Occlusal surface of the first upper incisor from the right side (80x) observed under the stereomicroscope. Note the parallel grooves (black arrows) due to extra-alimentary use of anterior dentition. Bibliografia CARNIERI E., 2001. Il processo masticatorio. In F. Mallegni, a cura di, Denti: ontogenesi-evoluzione-struttura-dimensione-forma-funzione, LTU Guarguaglini, Pisa, pp.182-201. CARUSO T., 2000. Le Monete. In S. Bruni, a cura di, Le Navi antiche di Pisa. A un anno dall’inizio delle ricerche, Ed Polistampa, Firenze, pp. 313-328. FERRINI B., ROSSI E., 2000. Le anfore. In S. Bruni, a cura di, Le Navi antiche di Pisa. A un anno dall’inizio delle ricerche, Ed Polistampa, Firenze, pp. 121130. LOVEJOY C.O., 1985. Dental wear in the Libben population: its functional pattern and role in the determination of adult skeletal age at death. Am. J. Phys. Anthrop., 68: 47-56. MALLEGNI F., BRUNI F., PIOMBINO MASCALI D., BARTOLI F., CARNIERI E., 2004. Paleobiologia del Marinaio Romano di Pisa San Rossore. Archeologia Marittima Mediterranea, 1: 77-88. MINOZZI S., MANZI G., RICCI F., DI LERNIA S., BORGOGNINI TARLI S.M., 2003. Nonalimentary Tooth Use in Prehistory An Example From Early Holocene in Central Sahara (Uan Muhuggiag, Tadrart Acacus, Libya). Am. J. Phys. Anthrop., 120: 225–232. The archaeological excavations in the harbour area of San Rossore (Pisa Province) brought to light a huge amount of new archaeological, archaeozoological, and anthropological data. The research was directed to understand the Etruscan and Roman colonization and peopling of the harbour. Some ancient ships have been discovered in the area that are characterized by a spectacular preservation revealing a number of details of the technique of construction of ships in the Roman time. The Ship B is 9 m in length and 4 m in width and includes pottery and other specimens. A money found among these materials allowed to date the ship to the first Augustean age (the money was coined approximately in 7 BC). One human skeleton has been found near to the west flank of the ship together with a skeleton of a dog. Both skeletons are approximately complete. The human specimen belong to a male who was 40-50 years old. The teeth of this individual were studied under microscopy in the search for wearing patterns that allow inferences on alimentary and extraalimentary buccal behaviors. Massive erosion of tooth dentine is observed which is characterized by microfeatures that are 293.27 micron in mean length and 9.66 micron in width and preferential orientation of around 89¡. The teeth display high numbers of such microfeatures. These observations are compatible with a diet mainly formed by vegetables and this is also in accord with data from trace elements. Peculiar grooves observed on the occulsal and buccal surfaces of the molars suggest that heavy contaminants were become part of the food possibly during the preparation of it. An exceptional wearing pattern observed in the upper incisors supports a hypothesis of an extraalimentary use of the teeth. Here, it is hypothesized that the San Rossore “sailor” used his teeth in extraalimentary behaviours such as treatment of vegetal fibres and ropes.