Scarica il file PDF

annuncio pubblicitario
Universa.Recensionidifilosofia–Anno5,Vol.1(2016)
James Kreines, Reason in the World: Hegel’s Metaphysics
and Its Philosophical Appeal, Oxford University Press, 2015,
pp. 304, $ 74.00, ISBN 9780190204303
Armando Manchisi, Università degli Studi di Padova
In questa sua prima opera monografica J. Kreines ha il merito di
mettere in campo una strategia interpretativa ambiziosa e
rigorosa. L’obiettivo è duplice: innanzitutto, proporre un’ampia
lettura del pensiero di Hegel, tornato negli ultimi vent’anni al
centro del dibattito nel mondo anglofono. A ciò si affianca una
presa di posizione sul più generale problema dello statuto della
metafisica nel discorso filosofico contemporaneo. L’A. riesce
così a condurre una lettura dei testi che ha come fine primario il
rendere giustizia all’impresa hegeliana, non nascondendo il
giudizio di “impopolarità” che essa può incontrare oggi.
La domanda che anima l’intero volume è: “qual è lo scopo o
l’oggetto della metafisica?”. Per Kreines, prestare attenzione a
quanto ha detto Hegel è un buon modo per rispondervi. Infatti,
“l’idea di Hegel è che la metafisica, nella sua miglior versione,
si dedichi alle domande più generali e dirette circa il perché
delle cose; questo ha a che fare con ciò che Hegel chiama
‘ragione’ o ‘il razionale nel mondo’” (p.3). Capire questo
permette di mettere in chiaro due punti fondamentali.
Innanzitutto, che il discorso hegeliano non ha una base
epistemologica: il nucleo della sua filosofia non è una teoria del
linguaggio o della giustificazione di asserzioni. Essa ha a che
fare piuttosto con “le ragioni esplicative del perché le cose fanno
quel che fanno, o sono come sono”. Ed è per questo che quella
hegeliana è una “metafisica della ragione”, ovvero un’“indagine
filosofica sulle ragioni esplicative [explanatory reasons], o
ragione nel mondo” (p.9). Per chiarire questa posizione vengono
intesi come riferimenti costanti in particolare Spinoza e Kant,
cui Kreines si rivolge per segnalarne innanzitutto le differenze
dal progetto speculativo hegeliano. Questi riferimenti non
portano tuttavia a comprendere la filosofia hegeliana come
“modificazione” o “radicalizzazione” di quella kantiana, né
come una difesa dello spinozismo.
Essenziale è ciò che Hegel chiama “pensiero oggettivo”, che
significa “dire che nel mondo c’è intelletto, c’è ragione” (Enz
§24A). Per Kreines, questo indica che la ragione è una realtà
dotata di potere “esplicativo” prima ancora che “epistemico”,
Universa.Recensionidifilosofia–Anno5,Vol.1(2016)
cioè è in virtù di essa che possiamo comprendere il perché delle
cose (p.8). Questa ragione, tuttavia, non va pensata come
“fondamento”: una delle tesi più importanti dell’intera opera,
infatti, è l’accento posto sul rifiuto hegeliano di qualsiasi
fondazione, intesa come l’appellarsi a un principio che non
poggi su nulla ma su cui tutto si sostiene e da cui tutto si deduce.
Questa visione è frutto di un intellettualismo che per Hegel va
superato. Ciò che invece si deve avere in mente, spiega Kreines,
è che queste ragioni “sono sempre collocate in ‘concetti’
immanenti” (p.22).
Il volume si divide in dieci capitoli, distribuiti in tre parti: nella
prima trova luogo un’analisi della sezione “Oggettività” della
Scienza della logica; la seconda apre una parentesi di confronto
con la prima Critica kantiana; la terza e ultima parte, infine,
considera le pagine della Logica sull’idea, le quali sembrano
riassumere pienamente la centrale nozione di “ragione nel
mondo”.
La prima parte del volume cerca di mettere in luce la necessità
di intendere i “concetti immanenti” come “primitive” potenze
esplicative del reale. Il primo capitolo vuole perciò mostrare
come per spiegare il “perché” il mondo funzioni in un
determinato modo bisogna considerare quello che viene
chiamato “meccanismo ragionevole” (p.36). Hegel sembra cioè
ammettere la possibilità di trattare alcuni oggetti in termini
meccanicisti, ma solo riconoscendo una concettualità in virtù
della quale tali oggetti possono essere spiegati.
La medesima operazione è alla base anche del rifiuto hegeliano
dell’empirismo, analizzato nel secondo capitolo. Bersaglio
eminente è soprattutto la prospettiva neo-humiana. Essenziale è
la comprensione hegeliana delle leggi della natura: esse
“governano” l’universo (ad es. il movimento dei pianeti nel
sistema solare) e sono perciò una forma di ragione nel mondo.
L’empirismo humiano, invece, intende l’essere come “pura
indifferenza”, ovvero come un orizzonte nel quale è impossibile
reperire una concettualità determinata. In questo modello le
leggi della natura sono mere generalizzazioni, prive di potere
esplicativo. Kreines ne approfitta anche per mostrare
l’inconsistenza di quelle letture “non-metafisiche” di Hegel che
si richiamano alle somiglianze con la critica di Sellars al mito
del dato. Infatti, nota giustamente l’A., l’intenzione di Hegel,
contro l’empirismo, è di “difendere una metafisica”, non di
confutarla (p.63).
Universa.Recensionidifilosofia–Anno5,Vol.1(2016)
Nel terzo capitolo, poi, viene presa direttamente in
considerazione la trattazione hegeliana della teleologia,
omettendo quella sul chimismo che verrà trattata nel capitolo
settimo. Centrale è la distinzione fra finalità esterna e interna
introdotta da Kant nella Critica del giudizio. In generale, la tesi
di Kreines è che mentre Kant ha difeso una posizione
inflazionista, ovvero una forma di scetticismo intorno alla
possibilità di conoscere l’esistenza di fini di natura, Hegel, pur
accettando la distinzione kantiana, assume una posizione
ottimista (né puramente inflazionista né deflazionista), che
difende cioè la possibilità di spiegare la struttura degli esseri
viventi in termini teleologici (p.91). Per l’A. è inoltre importante
mostrare come la riflessione di entrambi questi pensatori,
nonostante il loro esito differente, non sia affatto divenuta
obsoleta e possa anzi contribuire al dibattito contemporaneo.
La seconda parte del volume è dedicata a un serrato confronto
fra il progetto hegeliano e la critica kantiana alla metafisica. Nel
quarto capitolo viene perciò preso in considerazione
l’argomento centrale della “Dialettica trascendentale” della
Critica della ragion pura. La nostra ricerca teoretica – si legge
in queste pagine – richiede una guida da parte dell’idea di
incondizionato; tuttavia, la conoscenza, in quanto limitata dalla
sensibilità, ci rende impossibile sapere qualcosa di questo
incondizionato. Kant mostra perciò come le affermazioni di un
certo razionalismo metafisico cadano inevitabilmente o nel
dogmatismo o nell’autocontraddittorietà. È importante
riconoscere con Kreines come questa critica non abbia come
bersaglio un qualche oggetto o entità, quanto una specifica
“forma argomentativa” (p.112). Il che vuol dire che Kant non
decreta affatto una “fine della metafisica”, quanto una sua
trasformazione attraverso una “restrizione epistemica” (p.130).
Nel quinto capitolo l’A. ricostruisce la “risposta” hegeliana a
Kant. Hegel, infatti, riconosce l’importanza della “Dialettica
trascendentale”, ma si impegna a volgerla nel senso di una
“metafisica costruttiva della ragione” (p.144). È senz’altro
interessante come Kreines, coerentemente con la sua strategia
interpretativa, mostri come questi problemi costituiscano una
sfida sempre attuale per chi si dedica a questioni metafisiche. Da
parte sua, la filosofia hegeliana sembra proporre alcune
importanti soluzioni. In virtù soprattutto del suo “ottimismo
epistemico”, Hegel può raccogliere la sfida kantiana,
ampliandone i limiti. Il suo tentativo è quello di ricostruire
Universa.Recensionidifilosofia–Anno5,Vol.1(2016)
sistematicamente una metafisica alla luce dell'insegnamento di
Kant, evitando, cioè, il ritorno a forme di intellettualismo e
sviluppando la connessione kantiana fra idea, ragione e
incondizionato.
La terza e ultima parte dell’opera riprende il confronto con la
Scienza della logica, affrontandone la sezione finale.
Coerentemente con le conclusioni della parte precedente, queste
pagine si occupano della dottrina hegeliana dell’idea nei termini
di una “ragione completa”. Tuttavia, l’A. antepone a questa
trattazione un’analisi più esplicita della critica di Hegel alla
metafisica dell’intelletto. Nel sesto capitolo viene preso in
esame, in particolare, il pensiero della sostanza come
fondamento del reale. Se si ragiona in termini di “esplicabilità”
del mondo, infatti, ci appare una conclusione necessaria il
pensare l’esistenza di un “sostrato ultimo” da cui tutto
dipenderebbe. Essendo proprio dell’intelletto funzionare in
termini di “giudizi soggetto-predicato”, Kreines chiama questo
sostrato anche “soggetto finale”, cioè quell’assolutamente
indeterminato, terreno di ogni determinazione predicativa
(p.158). Tramite un confronto con alcuni pensatori fondamentali
dell’età moderna, l’A. mostra come l’unica via di fuga dagli
impasse dell’intelletto sia il passaggio a una metafisica della
ragione. In particolare, questo passaggio implica una forma di
“olismo metafisico”, per il quale la natura di qualcosa dipende
dalle sue relazioni con l’altro da sé (e non più da un fondamento
ultimo) e per il quale, di conseguenza, l’alterità e le
contraddizioni che ne derivano non rappresentano più un limite
invalicabile, ma uno stimolo a comprendere l’intero. Questo
mutamento di prospettiva viene analizzato nel capitolo settimo
tramite il confronto con la sezione della Logica sul chimismo.
Proprio quelle pagine, infatti, permettono di cogliere in modo
incisivo l’idea hegeliana di una razionalità che sia al contempo
“legalità” e “interazione” nel mondo (p.183).
L’ottavo capitolo introduce perciò la forma eminente di tale
“ragione completa”: l’idea. Kreines dedica ampio spazio in
particolare alla sua forma immediata, ovvero all’idea della vita,
intesa innanzitutto come realizzazione della finalità interna del
concetto. Di grande importanza è comprendere come la
“completezza esplicativa” dell’idea non implichi affatto un
monismo metafisico: per l’A. l’idea deve essere realizzata in
qualcosa che non è nella forma dell’idea (p.200).
Universa.Recensionidifilosofia–Anno5,Vol.1(2016)
Nel nono capitolo diviene poi particolarmente chiaro come
l’idea sia un processo che pone in relazione universale,
particolare e individuale. Ampio spazio è dedicato all’analisi
dell’idea assoluta, definita come quel “genere di spiegazione che
stiamo cercando quando cerchiamo di spiegare ogni cosa”
(p.221). Tuttavia, anche qui, per Kreines, bisogna tener presente
come non tutto si esaurisca in un unico orizzonte; anzi: la stessa
realizzazione dell’idea assoluta dipende proprio dall’esistenza di
“forme incomplete di ragione” (p.232). Questo ci autorizzerebbe
a parlare di “idealismo” hegeliano, ma solo in virtù di una
priorità metafisica dell’idea e non di un suo ruolo fondativo. Si
può perciò anche parlare di “monismo epistemologico”, ma solo
perché “l’intellegibilità ultima di ogni cosa dipende
dall’intellegibilità dell’idea assoluta” (p.234).
Il decimo e ultimo capitolo è dedicato a comprendere “metodo e
conclusione della Logica”, riprendendo anche la questione del
cominciamento speculativo. In battute piuttosto rapide sono
considerati alcuni concetti-chiave dell’ermeneutica hegeliana:
contraddizione, Aufhebung, negazione determinata, rapporto
finito-infinito, circolarità del metodo. Nelle ultime pagine sono
poi riassunti i punti centrali dell’intero studio tramite il
confronto con il concetto di “Dio/Uno” di Spinoza e
l’epistemologia di Kant, mettendo in luce ancora una volta
soprattutto le differenze rispetto al progetto hegeliano. Un
progetto – conclude quindi l’A. – che certo non è privo di
problemi, ma ciononostante è lungi dall’essere obsoleto,
presentando ancora oggi un grandissimo potenziale critico.
Il volume di Kreines riesce quindi a essere coerente con i propri
propositi. In particolare, fornisce una chiara e talvolta originale
lettura delle filosofie di Hegel e Kant. Nel caso di Hegel il
volume ha anche il merito di richiamare l’attenzione degli
studiosi su pagine oggi poco considerate. Per questo motivo
suscita qualche rammarico la decisione dell’A. di ignorare la
sezione della Logica dedicata alle idee del vero e del bene,
essenziale per comprendere cosa Hegel intenda effettivamente
per “idea assoluta”. Un tale confronto avrebbe fornito allo studio
ulteriori coordinate per un’analisi puntuale, ad esempio, dei
rapporti fra logica e filosofia reale.
Universa.Recensionidifilosofia–Anno5,Vol.1(2016)
Link utili
https://global.oup.com/academic/product/reason-in-the-world9780190204303?cc=it&lang=en&#
Scarica