LO STRESS: COME AFFRONTARLO Salvatore Blanco Enrico Perra 2007 ARGOMENTI Lo stress z z z Eventi Stressanti Reazioni allo Stress Affrontare lo Stress Patologie psichiche lavoro-correlate z Il burn-out z Il mobbing g Disturbo post traumatico da stress 1 LO STRESS DEFINIZIONE DI STRESS Lo stress è la risposta: z z del sistema nervoso agli stimoli dell’ambiente circostante dell’organismo a ogni richiesta di modificazione effettuata su di esso 2 FATTORI DI STRESS Qualunque Q q stimolo agisce g perturbando p le condizioni ottimali di equilibrio dell’organismo La risposta di stress dell’individuo è ognii adattamento d tt t che h lla persona ffa per ristabilire l’equilibrio GLI STRESSOR Non esistono fattori “specifici” di stress N esiste Non i t un unico i titipo di risposta i t allo ll stress, che è condizionata da: z z FATTORI ENDOGENI (genetici, età, sesso, stato individuale, …) FATTORI ESOGENI (tipo, intensità, stabilità e durata dell’evento, contesto ambientale, …) Lo stress non è necessariamente negativo 3 TIPOLOGIA DI STRESS Eustress z z Uno o più U iù stimoli, ti li anche h di di diversa natura, t che h allenano la capacità di adattamento psicofisico individuale stress positivi (condizione di perfetto adattamento) Distress z z z U o più Uno iù stimoli ti li che h iinducono d un llogorio i progressivo fino alla rottura delle difese psicofisiche stress negativi dolore, ansia … GENESI DELLO STRESS Ad un stimolo stressogeno l’individuo risponde con: z adattamento d tt t del d l comportamento t t z attivazione integrata del sistema psico-neuroendocrino-immunitario per: z z z risolvere la situazione, o almeno ... evitare possibili conseguenze negative, o almeno sviluppare degli adattamenti. Un cumulo di condizioni di stress non pareggiate da eventi positivi può causare effetti negativi sulla salute 4 LO STRESS È NORMALE Positivo Eustress Peak Performance Astress/Noia Negativo Basso Distress/Burnout Alto LO STRESS lo stress è legato all’equilibrio/squilibrio tra: z richieste reali o percepite come tali e z z capacità reali di affrontarlo risorse so se disponibili d spo b 5 FATTORI CHE PREDISPONGONO UN INDIVIDUO ALLO STRESS Caratteristiche dell’evento stressante Percezione individuale dell’evento Soglia di tolleranza allo stress Mancanza di risorse esterne e supporti sociali MANIFESTAZIONI DELLO STRESS Fisiologiche Come reagisce il mio corpo? Cognitive Cosa mi trovo a pensare? Emozionali Cosa provo? Come mi sento? Comportamentali Cosa faccio, come mi comporto? 6 RISPOSTA FISIOLOGICA ALLO STRESS SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO (General adaptation syndrome) (Hans Selye) z reazione d’allarme. (Fase acuta) z stadio della resistenza. (Fase adattativa) z Esaurimento. STADI REAZIONE D’ALLARME (stadio 1) z z z Attivazione del sistema di vigilanza e di risposte autonomiche associate a tensione nervosa È di breve durata Tutte le risorse dell’organismo (fisiche e psicologiche) vengono mobilitate per far fronte all’emergenza RESISTENZA (stadio 2) z z z Mobilizzazione delle risorse e delle strategie per far fronte alla situazione e ripristinare l’equilibrio omeostatico Le difese interne del corpo vengono mobilitate e mantenute ad un livello più alto del solito La resistenza fisica individuale allo stress è superiore al normale ESAURIMENTO (stadio 3) z z z z Massima vulnerabilità fisica e psicologica Declino delle capacità reattive con possibile sviluppo di stati morbosi dovuto al perdurare dello stressors p Stadio finale dello stress molto prolungato Le provviste di energia dell’individuo, usate per mantenere massimi i livelli di attività sono esaurite 7 General Adaptation Syndrome stress sociale microbi tossine sistema immunitario scarsa nutrizione fattori genetici SISTEMA DI DIFESA DEL CORPO sistema nervoso, memoria, percezione strategie di comportamento fattori endocrini MALATTIA 8 CARATTERISTICHE PSICOPATOLOGICHE GENERALI ESAURIMENTO EMOTIVO z Progressivo spegnimento di entusiasmo per il lavoro e inaridimento del rapporto con l’utente DEPERSONALIZZAZIONE z Acquisizione di comportamenti freddi, sgarbati, dittatoriali vs gli utenti DISTRUZIONE PROGRESSIVA DELLA REALIZZAZIONE PERSONALE z Sensazione di fallimento, disillusione sul proprio lavoro EVOLUZIONE DELLO STRESS Stress traumatico Reazioni acute da stress Disturbo acuto da stress Disturbo post-traumatico da stress Indice 9 EVENTI STRESSANTI prima dopo DA RICORDARE Sono fonte di stress non solo i grandi traumi ma anche i piccoli imprevisti della vita di tutti i giorni. Più eventi messi insieme sia positivi che negativi comportano maggiore sforzo e impegno e richiedono una migliore capacità di adattamento La somma dei singoli eventi determina la natura dell’impatto sull’organismo 10 DA RICORDARE L’esposizione a un grande stress può essere meno nociva la ripetizione di deboli stressor ripetuti nel tempo, prevedibili o imprevedibili, z z porta a una condizione di carico da stress cronico capaci di favorire la insorgenza di eventi patologici di qualunque entità e in ogni sede ESEMPI DI IMPREVISTI E SECCATURE DELLA VITA QUOTIDIANA Avere colleghi di lavoro insopportabili Arrivare in ritardo sul luogo di lavoro Preoccupazione per lo stato di salute di un familiare Smarrire il portafoglio, la carta di credito, le chiavi Rimanere a piedi con l’auto Arrivo insieme di più bollette e di una multa da pagare Litigare con il coniuge e/o figli Fare la fila all’ufficio all ufficio postale/banca Non riuscire a portare a termine gli impegni Perdere i dati al computer Non arrivare in tempo all’aeroporto o in stazione Organizzare cene con più persone a casa 11 STRESSORI LAVORATIVI Ambiguità o conflitti dei ruoli (p.es. attese di segno opposto da parte di diversi interlocutori) Scarsa autonomia decisionale specie se associata a carichi e ritmi intensi Insufficiente comunicazione o supporto sociale Sviluppo di carriera, mutamento tecnologico, obsolescenza di mansioni Incertezza sul futuro del lavoro DAGLI STRESS QUOTIDIANI AGLI EVENTI ECCEZIONALI Situazioni in cui vi è una reale minaccia per la vita vita, propria o altrui Richiedono un notevole impegno psicologico per mobilitare tutte le risorse e farvi fronte senza rimanervi danneggiati Possiedono un elevato impatto emotivo e se non adeguatamente gestiti, gestiti possono dar luogo a veri disturbi psichici 12 ASPETTI SOGGETTIVI Ogni O i individuo i di id affronta ff t la l realtà ltà secondo d il proprio i modo di vedere le cose: z Non è l’evento in sé a determinare il grado di tensione quanto la capacità del singolo individuo di far fronte all’evento stesso Non solo il peso dello stress è soggettivo ma varia anche per lo stesso individuo rispetto ai diversi momenti della vita e alle diverse esperienze che sta vivendo RISORSE INDIVIDUALI Formazione psicologica: z conoscere quali rischi psicologici si corrono nello svolgimento della professione, z riconoscere le situazioni limite, z imparare a percepire i sintomi dovuti a situazioni di disagio, z acquisire strumenti utili per combattere lo stress. Supporto sociale: z godere del rispetto e la stima delle persone con le quali si interagisce, z poter contare su amici fidati capaci di capirti e sostenerti in momenti difficili). 13 RISORSE INDIVIDUALI Contesto familiare: z un nucleo familiare sereno può metabolizzare i malessere che un componente della famiglia si porta con sé, dando fiducia e ottimismo, z oppure può amplificare i disagi riscontrati dal alcuni componenti della famiglia aggravando il proprio malessere Attività fisica: z soprattutto quella aerobica aumenta la capacità di far fronte all’ansia e allo stress Indice REAZIONI ALLO STRESS 14 FENOMENOLOGIA DELLO STRESS Penso di essere stressata SINTOMI PSICHICI SINTOMI FISICI SINTOMI DI STRESS COMPORTAMENTALI SINTOMI DI STRESS RELAZIONALI SINTOMATOLOGIA PSICHICA ANSIETA’ O TENDENZA ALLA COLLERA TRISTEZZA, PIANTO O SENTIMENTI DI IMPOTENZA SBALZI D’UMORE MANCANZA DI CONCENTRAZIONE, BISOGNO DI FARSI RIPETERE PIU’ VOLTE LE COSE PRIMA DI COMPRENDERLE E RICORDARLE GLI STESSI PENSIERI RITORNANO INCESSANTEMENTE ALLA MENTE 15 SINTOMATOLOGIA FISICA AFFATICAMENTO MAL DI TESTA TENSIONE MUSCOLARE PALPITAZIONE E RITMO CARDIACO IRREGOLARE SENSO DI SOFFOCAMENTO NAUSEA O DOLORI ADDOMINALI MANCANZA DI APPETITO VAGHI DOLORI AGLI ARTI O AL PETTO ALTERAZIONI MESTRUALI NELLE DONNE SINTOMATOLOGIA COMPORTAMENTALE ATTIVITA’ RALLENTATA, ASSENZA DI ENERGIA IPERATTIVITA’ ED INCAPACITA’ DI RIPOSARSI CONSUMO DI ALCOOL O DI DROGHE COME CANNABIS PER ALLEVIARE LA TENSIONE DIFFICOLTA’ A CONCENTRARSI SU UN COMPITO PROBLEMI DI SONNO ( SONNO AGITATO O BREVE, ECCESSO DI SONNO O SONNO DIURNO) 16 SINTOMATOLOGIA DA STRESS RELAZIONALE ASSENZA DI EMOZIONI LITIGI E CONTROVERSIE DIPENDENZA ECCESSIVA DAL PARERE ALTRUI PER PRENDERE LA DECISIONI E BISOGNO DI SOSTEGNO Indice AFFRONTARE LO STRESS 17 FRONTEGGIARE LO STRESS La liberazione dallo stress è la morte (Selye) È irrealistica l’idea di una vita senza stress Un grado medio di stress è condizione ottimale per affrontare i problemi della vita (stress positivo) Lo stress non ha valenza assoluta ma riflette il nostro mondo interno, le nostre aspirazioni e desideri Per imparare a convivere con lo stress è necessario apprendere alcune abilità per evitare che esso diventi troppo elevato e prenda il sopravvento sulla nostra vita UN CERTO LIVELLO DI STRESS È INDISPENSABILE !!! 18 PORRE AL CENTRO IL NOSTRO BENESSERE impariamo i i a controllare t ll il nostro t ttempo ascoltiamo i nostri pensieri e le nostre emozioni cerchiamo di modificare quelle cose di noi che ci creano disagi impariamo a rilassarci (se la tensione aumenta lo stress il rilassamento aiuta a ridurlo) COME PREVENIRE LO STRESS ALCUNI CONSIGLI PRATICI Evita l’isolamento Modifica le circostanze Diminuisci l’intensità nella tua vita Impara a rallentare Riesamina le tue priorità Non fare sempre tutto Smettila di occuparti di tutti Impara a dire di “no” Comincia a frenare e a distaccarti Diminuisci inquietudini e angosce Mantieni il tuo senso dello humor Frequenta solo persone che ti fanno star bene Dormi di più Prenditi cura del tuo corpo Fai lunghe passeggiate 19 LA RESILIENZA IN FISICA, LA RESILIENZA: z E’ LA CAPACITA’ DI UN MATERIALE DI RESISTERE A UN URTO IMPROVVISO SENZA SPEZZARSI, z E’ LA RESISTENZA CHE UN MATERIALE OFFRE ALLE AZIONI DINAMICHE E MISURA L’ELASTICITA’ DAL LATINO RESILIENS, RESILIRE, RIMBALZARE, RE-SALIRE, SALTARE INDIETRO S O LA RESILIENZA IN PSICOLOGIA QUESTO CONCETTO INDICA LA FORZA UMANA DI REAGIRE A EVENTI TRAUMATICI LA FORZA E’ LA VOLONTA’ DETERMINATA DI RIMUOVERE GLI OSTACOLI E DI SUPERARE LE DIFFICOLTA’ CONTINGENTI PER ANDARE AVANTI CON OTTIMISMO CONSAPEVOLE RESILIENTE E’ CHI SA SOPPORTARE I DOLORI SENZA LAMENTARSI, CHI SA REGGERE LE DIFFICOLTA’ SENZA DISPERARSI, CHI HA IL CORAGGIO DI INTRAPRENDERE UNA VIA CHE SA ESSERE TORTUOSA “la resilienza corrisponde alla capacita’ umana di affrontare le avversita’ della vita, superarle ed uscirne rinforzato o, addirittura, trasformato“ GROTBERG (2001) trasformato 20 LA RESILIENZA IN PSICOLOGIA “la la resilienza corrisponde alla capacita capacita’ umana di affrontare le avversita’ della vita, superarle ed uscirne rinforzato o, addirittura, trasformato“ GROTBERG (2001) LA RESILIENZA E’ ANCHE DETERMINAZIONE, PERSEVERANZA E PAZIENZA CHE SONO ANCHE COMPONENTI DELLA SPERANZA SOLO CHI E’ CAPACE DI SOPPORTARE E’ PIU’ FORTE DELLA CATENA CHE LO COSTRINGE REAZIONI PATOLOGICHE ALLO STRESS !!! LE REAZIONI DA STRESS DIMINUISCONO COL PASSARE DEL TEMPO, QUANDO VIENE RIPRISTINATA LA CAPACITA’ DI PARLARE DELL’EVENTO E DEL SUO SIGNIFICATO E QUANDO SONO RIPRESI I CONTATTI CON GLI AMICI E CON LA FAMIGLIA, DEI QUALI SI INCOMINCIA AD ACCETTARE IL SUPPORTO . 21 PER CAPIRE QUANDO LE REAZIONI DA STRESS DA NORMALI DIVENTANO PATOLOGICHE BISOGNA CONSIDERARE DIVERSI FATTORI 1 DURATA 1. LA DURATA DI UNA REAZIONE DIPENDERA’ DALLA GRAVITA’ DELL’EVENTO, DAL SIGNIFICATO CHE ESSO AVRA’ E DALLA FORZA DEL SISTEMA DI SOSTEGNO . LE REAZIONI DA STRESS POSSONO DURARE POCHI GIORNI, SETTIMANE O MESI . GENERALMENTE I SINTOMI INIZIANO A DIMINUIRE DA SEI SETTIMANE A DUE MESI. I SINTOMI CHE DURANO PIU’ A LUNGO DI SEI SETTIMANE POSSONO RICHIEDERE L’AIUTO DI UN PROFESSIONISTA PER CAPIRE QUANDO LE REAZIONI DA STRESS DA NORMALI DIVENTANO PATOLOGICHE BISOGNA CONSIDERARE DIVERSI FATTORI 2. INTENSITA’ QUESTO E’ UN CRITERIO ALTAMENTE SOGGETTIVO QUALSIASI ACUZIA PSICOPATOLOGICA PUO’ RICHIEDERE UN AIUTO DA UN PROFESSIONISTA IN PARTICOLAR MODO, I SINTOMI QUALI ALLUCINAZIONI ACUSTICHE E VISIVE O PENSIERI SUICIDI NECESSITANO DI UN’ASSISTENZA IMMEDIATA DA PARTE DEI SISTEMI DEPUTATI ALLA SALUTE MENTALE 22 PER CAPIRE QUANDO LE REAZIONI DA STRESS DA NORMALI DIVENTANO PATOLOGICHE BISOGNA CONSIDERARE DIVERSI FATTORI 3. LIVELLO DI FUNZIONAMENTO QUALSIASI SINTOMO CHE INTERFERISCE SERIAMENTE CON IL FUNZIONAMENTO DI UN INDIVIDUO z SIA NEL LAVORO z CHE NELLA VITA FAMILIARE DOVREBBE ESSERE RITENUTO COMPETENZA DEI PROFESSIONISTI, PERCHE’ INVALIDANTE PER IL SOGGETTO, INCAPACE DI GESTIRE TALI SINTOMI DA SOLO SINDROMI DI RISPOSTA ALLO STRESS disturbo da stress acuto disturbo posttraumatico da stress disturbi dell’adattamento disturbo da abuso di sostanze depressione maggiore episodio depressivo lutto l tt complicato li t disturbo d’ansia generalizzato disturbo da attacco di panico fobie Indice 23 “QUANDO SONO SOPRAFFATTO DALLE PREOCCUPAZIONI, RIPENSO A UN UOMO CHE, SUL SUO LETTO DI MORTE, DISSE CHE TUTTA LA SUA VITA ERA STATA PIENA DI PREOCCUPAZIONI, LA MAGGIOR PARTE DELLE QUALI PER COSE CHE MAI ACCADDERO“ WINSTON CHURCHILL Indice LA SINDROME DI BURNOUT Il termine Burnout fu utilizzato per la prima volta nel 1974 24 RADICI STORICHE 1974: H.J. Freudenberger utilizza il termine “burn-out” applicato ai lavoratori volontari di un ospedale pubblico, definendone la provenienza dal gergo della strada che lo usa per indicare gli effetti (“lo scoppio”) di una eccessiva assunzione di droga Letteralmente “Burnout” significa “Bruciarsi, essere bruciato” È un fenomeno multidimensionale che si sviluppa nel tempo e che si manifesta attraverso un disagio a cui sono esposte alcune categorie professionali che svolgono compiti di assistenza: le “helping helping professions professions” HELPING PROFESSIONS Nelle “professioni professioni di aiuto” aiuto è implicita una relazione talmente “diretta” tra operatore ed utente al punto che le capacità personali sono implicate più che le abilità professionali Inoltre è presente un coinvolgimento emotivo non richiesto in altre professioni che pur prevedono il rapporto interpersonale 25 SINDROME DI BURN-OUT (BRUCIARSI, ESAURIRSI) Il termine burnout esprime il cedimento psico-fisico e l’esaurimento delle risorse del lavoratore nel tentativo di adattarsi alle difficoltà dell’attività lavorativa Questa sindrome si manifesta, con sintomi fisici, psichici e comportamentali, attraverso tre caratteristiche principali z z z Progressiva perdita di ideali, energia e scopi dovuta alle condizioni di lavoro Condizione esistenziale fortemente influenzata dal modo in cui il soggetto vive la propria condizione lavorativa Progressivo disimpegno dalla propria attività, come conseguenza dello stress e della tensione sperimentati sul lavoro SINDROME DI BURN-OUT (BRUCIARSI, ESAURIRSI) È un p processo la cui durata è definita nel tempo p e si evolve attraverso tre stadi: z l’operatore avverte una incongruenza tra richieste e risorse disponibili z l’operatore avverte alcuni disturbi: stanchezza, fatica psicologica, irritabilità, ecc. z l’operatore avverte uno stato depressivo che può manifestarsi con cinismo, rigidità, distacco emotivo verso gli utenti 26 COME SI MANIFESTA La sindrome del Burnout si sviluppa attraverso diverse f i fasi: z fase dello stress lavorativo, nella quale vi è un accresciuto impegno verso gli obiettivi lavorativi; z fase dell’esaurimento, nella quale si assiste ad una riduzione dell’impegno lavorativo ed a varie reazioni emotive negative, psicosomatiche e disperazione; z fase della conclusione difensiva, caratterizzata dal distacco emotivo e dal cinismo nei confronti del lavoro. I “SEGNI” DEL BURNOUT Disturbi fisici: astenia e facile stancabilità, turbe del sonno, turbe gastro-intestinali, emicranie e cefalee, dolori dorsali e tensione muscolare, precordialgie e “respiro corto”, raffreddori e influenze frequenti e persistenti Disturbi psicologici: depressione, ansia, noia, collera, rabbia, gelosia, permalosità, sospettosità, diffidenza, sfiducia, ruminazioni ossessive Disturbi comportamentali: cinismo, apatia, cavillosità,, alcool e farmaco- dipendenza, p , sciocco umorismo e ironia di fronte alla sofferenza 27 I SINTOMI NUCLEARI DEL BURNOUT percezione di inadeguatezza nello svolgere il proprio ruolo sensazione di svuotamento, di perdita delle proprie energie e risorse distacco, cinismo e ostilità l’esaurimento emotivo, che consiste nella sensazione di essere in continua tensione, emotivamente inariditi nel rapporto con gli altri la depersonalizzazione, che consiste nella presa di distanza, e determina atteggiamenti e comportamenti negativi e sgarbati nei confronti delle persone che richiedono o che ricevono la prestazione professionale, il servizio o la cura la ridotta realizzazione personale, che si manifesta con la sensazione i che h lla propria i competenza t ed d il proprio i d desiderio id i di successo stiano venendo meno I SINTOMI Insoddisfazione lavorativa Depersonalizzazione Esaurimento emotivoLe nuove informazioni sono ignorate Le responsabilità sono trasferite sugli altri I problemi sono sempre più “risolti” ad un livello superficiale Appaiono comportamenti bizzarri Martire del lavoro Menefreghista Perfezionista Alta resistenza ad andare al lavoro ogni giorno Sensazione di fallimento Rabbia e risentimento Senso di colpa e disistima Scoraggiamento e indifferenza Negativismo Isolamento e ritiro (disinvestimento) Senso di stanchezza ed esaurimento tutto il giorno Guardare frequentemente l’orologio 28 I SINTOMI Notevole affaticamento dopo il lavoro Perdita di sentimenti positivi verso gli utenti Rimandare i contatti con gli utenti; respingere le telefonate dei clienti e le visite in ufficio Avere un modello stereotipato degli utenti Incapacità di concentrarsi o di ascoltare ciò che l’utente sta dicendo Sensazione di immobilismo Cinismo verso gli utenti; atteggiamento colpevolizzante nei loro confronti Seguire in modo crescente procedure rigidamente standardizzate Problemi di insonnia Evitare discussioni sul lavoro con i colleghi Preoccupazione per sé Maggiore approvazione di misure di controllo del comportamento come i tranquillanti Frequenti raffreddori e influenze Frequenti mal di testa e disturbi gastrointestinali Rigidità di pensiero e resistenza al cambiamento Sospetto e paranoia Eccessivo uso di farmaci Conflitti C flitti coniugali i li e ffamiliari ili i Alto assenteismo L’ “IDENTIKIT” DEL LAVORATORE A RISCHIO Il profilo personologico del “candidato” al burnout, burnout z “… una persona che è spesso incapace di esercitare un controllo della situazione e si rassegna passivamente alle richieste che essa gli pone anziché limitarle alla propria capacità di dare: in questo soggetto è facile il sovraccarico emozionale e pertanto elevato è il suo rischio di esaurimento emotivo …” … 29 LE “CAUSE” DEL BURN-OUT Non è possibile individuare una causa unica, vanno presi in considerazione unica almeno tre ordini di fattori variamente interagenti fra loro: z z z Fattori individuali (personalità del soggetto) , le sue motivazioni ed i suoi interessi Caratteristiche della struttura organizzativa e della scala gerarchica Tipologia di attività svolta (stress addizionale) A) PERSONALITÀ DEL SOGGETTO Il burnout p può colpire p chiunque. q Sono più esposte le persone molto meticolose, quelle che hanno sempre bisogno di approvazione, i soggetti empatici, umanitari, disponibili, impegnati, idealisti, ma anche soggetti ansiosi, introversi, ossessivi, altamente entusiasti suscettibili e molti altri entusiasti, altri. 30 B) STRUTTURA ORGANIZZATIVA Diversi fattori ambientali possono favorire l’insorgenza d lb del burn-out; t sii tratta t tt di queii fattori f tt i organizzativi i ti i che h sono difficilmente modificabili dal singolo individuo e possono essere modificati solo attraverso specifici interventi e strategie organizzative. Quelli comunemente riconosciuti sono: z z z z z z sovraccarico di lavoro; mancanza di controllo; ricompense insufficienti; mancanza di equità; crollo del senso di appartenenza ad una comunità; conflitto di valori. C) Tipologia di attività svolta (stress addizionale) Alcune categorie professionali sono più a rischio di altre perché il contatto con l’utenza è più carico di emotività e la relazione è più difficile da gestire. 31 IL BURNOUT Non è un problema unicamente del lavoratore ma di tutta l’organizzazione; Rappresenta un fattore di rischio per il lavoratore e per l’organizzazione del lavoro; In presenza di “burnout” si “brucia” il lavoratore e la “struttura organizzativa”; È indicatore del funzionamento del sistema; In presenza di burnout non rimosso non è possibile raggiungere gli obiettivi dell’organizzazione di lavoro; Il burnout è (in termini di salute individuale) fattore di rischio per l’insorgenza di malattia e non solo psichica Indice IL MOBBING 32 MOBBING L’OMS ha indicato la prevalenza delle molestie morali sui luoghi di lavoro nel 2000 in Europa pari al 10%. In altre parole 1 persona su 10 sarebbe vittima di azioni potenzialmente mobbizzanti. Tra i settori lavorativi più interessati dal problema vi sarebbero la pubblica amministrazione, la difesa, la sanità, la scuola, ecc. I DATI In Europa il mobbing colpisce 12 milioni di lavoratori. In Gran Bretagna il 16,3 % dei dipendenti risultano angariati In Svezia il 10,2 % In Francia 9,9 % In Germania 7,3 % In Italia le stime parlano di una percentuale che varia dal 4% dei lavoratori 33 DEFINIZIONE: Mobbing: Parola derivante dall’inglese “to mob”, che significa assalire, malmenare, attaccare. Il termine mobbing si riferisce pertanto ad un comportamento che ha lo scopo di allontanare il singolo dalla comunità. Il mobbing viene utilizzato per allontanare soggetti indesiderati per varie ragioni (ad esempio perché non si adattano alle regole i imposte t dalla d ll di dirigenza i od dall ““gruppo”” o perché hé sii pongono di ostacolo al progredire della carriera di qualcuno). MOBBING: ALCUNE DEFINIZIONI La persona attaccata viene posta in una posizione di debolezza e aggredita direttamente o indirettamente da una o più persone in modo sistematico, per lungo tempo, con lo scopo e/o la conseguenza della sua estromissione dal mondo del lavoro. È necessario tracciare una netta distinzione tra il semplice disagio lavorativo ed i veri e propri fattori patogeni. Il disagio lavorativo è la percezione negativa, puramente soggettiva, che un lavoratore può avere di alcune situazioni presenti sul luogo di lavoro, senza per questo sviluppare patologie patologie. 34 IL MODELLO 1a FASE: IL CONFLITTO QUOTIDIANO Una relazione precedentemente neutra o addirittura molto positiva subisce un brutto cambiamento in negativo negativo. 2a FASE: L’INIZIO DEL MOBBING E DEL TERRORE PSICOLOGICO La vittima subisce continui attacchi da un superiore e/o dai colleghi. Le aggressioni hanno lo scopo di danneggiare la persona. 3a FASE: ERRORI ED ABUSI ANCHE NON LEGALI DA PARTE DELL’AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE La situazione viene riconosciuta e segnalata all’ufficio del personale e viene aperta un’inchiesta. 4a FASE: ESCLUSIONE DAL MONDO DEL LAVORO La vittima è completamente isolata da ciò che succede nell’ambiente lavorativo, viene dequalificata professionalmente, le vengono assegnati incarichi lavorativi di scarso rilievo e poco gratificanti. MODELLO DI MOBBING 1 Conflitto Quotidiano 2 Inizio del Mobbing e Del terrore p psicologico g 3 Errori e abusi anche non Legali dell’amministr. Del personale. 4 Esclusione dal mondo Del lavoro. Inizio del malessere Della vittima Passaggio P i ad d attacchi tt hi gratuiti da parte del mobber Suicidio Sviluppo di Manie ossessive Sviluppo di comp. criminali Licenziamento Continui Spostamenti Lunga Malattia Ricovero in Clin. Psich. Liquidazione Prepensionamento Trasferimento 35 TENETE D'OCCHIO QUESTI SEGNALI XII i litigi o i dissidi con i colleghi sono più frequenti del solito quando entrate in una stanza la conversazione generale di colpo si interrompe venite tagliato fuori da notizie e comunicazioni importanti per il lavoro vi affidano incarichi inferiori alla vostra qualifica o estranei alle vostre competenze vi sentite sorvegliati nei minimi dettagli:orari di entrata ed uscita,telefonate,tempo it t l f t t di pausa caffè ffè non viene data risposta alle vostre richieste verbali o scritte LE AZIONI MOBBIZZANTI N l periodo Nel i d iin cuii un soggetto tt subisce Mobbing perde gradatamente la sua posizione iniziale, cioè perde: z z z La sua influenza Il rispetto degli altri verso di lui Il suo potere decisionale z z z z z z Non di rado la salute La fiducia in sé stesso Gli amici L’entusiasmo nel lavoro Sé stesso La sua dignità 36 LE AZIONI MOBBIZZANTI Altre azioni mobbizzanti: Si vieta alla vittima di parlare di cose private con i colleghi Non gli viene data alcuna risposta a sue richieste verbali o scritte Si sobillano i colleghi contro di lui Lo L sii esclude l d di proposito it d da ffeste t aziendali i d li e d da altre attività sociali LE AZIONI MOBBIZZANTI Il Mobbing M bbi può ò essere attuato tt t sia i d da parte t di molte lt persone (es. gruppo di colleghi), sia da persone singole (un collega solo o il capo). Inoltre il Mobbing non è causato da una singola azione ma dalla ripetizione e continuazione di questa azione (o azioni diverse) per un certo periodo di tempo e con una per minimo di 6 certa frequenza q ((almeno 1v. Settimana p mesi). 37 “LA VIOLENZA MORALE”: MODALITÀ DI AZIONE Può manifestarsi con una molteplicità di aspetti: isolare il lavoratore: bloccare il flusso di informazioni necessarie al lavoro, estrometterlo dalle decisioni, impedire che gli altri lavoratori gli rivolgano la parola, negare la sua presenza, comportarsi come se il mobizzato non ci fosse, trasferirlo in luoghi isolati o comportanti lunghi tempi di percorrenza, ecc. discreditare il lavoratore; attacchi contro la reputazione: ridicolizzarlo, ridurre la considerazione di sé del lavoratore: attribuirgli incarichi inferiori o umiliarlo, attaccare le sue convinzioni religiose, sessuali, morali, ecc. superiori alle sue competenze, simulare errori professionali, continue critiche alle prestazioni o alle sue capacità professionali anche di fronte a soggetti esterni all’impresa, ma anche critiche soggettive, applicare sanzioni amministrative senza motivo apparente e senza motivazioni, consegne volutamente confuse, contraddittorie gg ecc. e/o lacunose, azioni di sabotaggio, compromettere il suo stato di salute: diniego di periodi di ferie o di congedo, cambio di mansioni violenza o minaccia di violenza attribuzione di mansioni a rischio o con turni massacranti, ecc. “LA VIOLENZA MORALE”: CONSIDERAZIONI In alcuni casi si cerca di determinare comportamenti incontrollati da parte del mobbizzato, mobbizzato in quanto un comportamento irresponsabile della vittima può divenire un insindacabile motivo di licenziamento. Molte delle azioni, possono essere assolutamente “normali”, ovvero dettate da momenti contingenti, sporadici ed occasionali; in questi casi, la singola azione mobbizzante non assume alcuna rilevanza giuridica o sociologica. Si parla di mobbing soltanto quando una o più di queste azioni diviene sistematica ed a lungo termine. Almeno una di queste azioni deve essere esercitata almeno una volta alla settimana e per un periodo minimo di sei mesi; infatti è la reiterazione della frequenza con cui si esercita tale condotta a qualificare “come distruttivo”, il processo lesivo della dignità della persona. 38 CONDOTTA IMPROPRIA Perpetrata o causata con colpa o con dolo da: Æ DATORE DI LAVORO O SOGGETTO IN POSIZIONE SOVRAORDINATA (DIRIGENTE O PREPOSTO) Æ COLLEGHI DI LAVORO MOBBING VERTICALE: quando un capo sobillato da strategie aziendali (BOSSING) o per libera decisione (BULLYING) si accanisce contro un suo sottoposto per costringerlo a licenziarsi MOBBING ORRIZZONTALE: quando un gruppo cerca di emarginare un collega usando una psicologia da branco e molestie collettive per renderlo vulnerabile e poi azzannarlo. BOSSING XII Testo Tipo di mobbing che assume i contorni di una strategia aziendale di riduzione, ringiovanimento del personale oppure di eliminazione di una persona indesiderata. Viene compiuto dai quadri o dai dirigenti dell'azienda con lo scopo di indurre il dipendente divenuto scomodo alle dimissioni. 39 COMPORTAMENTI Ostilità Abuso di potere Terrore psicologico Manipolazioni perverse: sabotaggi, impedimenti deliberati, astuti boicottaggi Maltrattamenti: offese verbali, calunnie, critiche immotivate o esagerate Vessazioni: soprusi, violenze, prepotenze Persecuzioni: pressioni, minacce, intimorimenti o avvilimenti, molestie Emarginazione MOBBING: COME SI RICONOSCE Non va confuso con q quotidiani rimproveri p o situazioni di tensione tra colleghi. Esiste un vero e proprio clima bellico nel luogo di lavoro Viene esclusa ogni possibilità di soluzione e riappacificamento tra le parti. Tipologia e modalità di comunicazione delle lamentele Facilità al p pettegolezzo g nell’ambiente di lavoro Assenze protratte dal luogo di lavoro Affievolimento o assenza della comunicazione con i colleghi 40 MOBBING: COME SI RICONOSCE Creazioni di partiti o fazioni Isolamento di colleghi Paura di diversi compiti Litigi continui Rassegnazione interna Dimissioni Insorgenza di comportamenti maniacali Tentativi (anche riusciti) di suicidio. GLI “ATTORI” DEL MOBBING Il mobbizzato: la vittima Il mobber: l’aggressore Gli spettatori: tutti quelli che pur non facendo parte della categoria dei mobber o delle vittime e pur non avendo apparentemente alcuna funzione, partecipano al Mobbing. Gli spettatori possono reagire al mobbing in modo passivo (non opponendosi al processo mobbizzante) o attivo (bloccando lo sviluppo del mobbing). 41 IL MOBBIZZATO Mostra sintomi di malattia, si ammala, si assenta dal lavoro, si licenzia E’ colpito sa stress psichico o fenomeni psicosomatici, attraversa fasi di depressione o manie suicide. Definisce il suo ruolo in termini di passività (“non mi fanno partecipare”) Da un lato è convinta di non avere colpa Dall’altro crede di sbagliare sempre tutto Mostra mancanza di fiducia in sé, indecisione e un senso di disorientamento generale Rifiuta Rifi t ognii responsabilità bilità per la l situazione it i o accusa distruttivamente di t tti t sé é stessa Il MOBBER Tra due alternative di comportamento sceglie quella più aggressiva Quando si trova in una situazione di mobbing si impegna attivamente affinchè ffi hè il conflitto flitt prosegua e sii iintensifichi. t ifi hi Conosce e accetta in modo attivo le conseguenze negative che il mobbing ha per la vittima (“..E’ colpa sua se lo tratto così…”) Conosce e accetta in modo passivo le conseguenze negative che il mobbing ha per la vittima (“Qualcuno deve pur perdere...”) Non è consapevole delle conseguenze negative che il mobbing ha per la vittima Non colpa o mostra ost a alcun a cu senso se so di d co pa Non solo è convinto di essere senza colpa ma addirittura crede di far qualcosa di buono Dà la colpa ad altri ed è convinto di aver solo reagito a delle provocazioni. 42 “CHI SONO” GLI SPETTATORI? Si indica con il termine co-mobber o mobber indiretti le persone che non sono coinvolte nel mobbing e che: sembrano non avere nulla a che fare con il mobbing, mobbing però sono in contatto con i mobber (colleghi, capi o dipendenti diretti); si rifiutano di accettare qualsiasi responsabilità per il mobbing, però si vedono come mediatori tra i protagonisti del conflitto; dimostrano una grande fiducia in se stessi, esprimono le loro simpatie per un parte o per l’altra oppure non vogliono assolutamente a che fare con nessuna delle due; spesso sono le persone chiave del vero conflitto. Si attua una distinzione tra: “spettatori” che aiutano attivamente il mobber “spettatori” che fanno finta di niente entrambi questi tipi di spettatori sono ritenuti veri mobber. UNA TIPOLOGIA DI “SPETTATORI” Side-Mobber (*) Indifferenti Oppositori Il ruffiano Il falso innocente Il premuroso Il rinunciatario Il diplomatico (*) Sono spettatori che partecipano attivamente al mobbing ma, non sono gli avversari diretti della vittima: non agiscono frontalmente, ma lateralmente nei confronti del mobbizzato (dall’inglese (dall inglese side = fianco) 43 MOBBING E CONSEGUENZE Sintomi Si t i psicopatologici i t l i i Sintomi psicosomatici Disturbi comportamentali Problemi nelle funzioni gastriche e digestive Problemi familiari Problemi Problemi sociali DISTURBI CLINICI PSICOPATOLOGICI Ansia Apatia Areattività Dist. concentrazione Umore depresso Paura Flashbacks Insicurezza Insonnia Pensieri intrusivi Irritabilità Mancanza iniziativa Melanconia Sbalzi di umore Incubi ricorrenti PSICOSOMATICI Ipertensione art. art Attacchi di asma Palpitazioni cardiache Attacchi coronarici Dermatiti Caduta dei capelli Cefalea Dolori osteoarticolari Perdite di equilibrio Emicrania Gastralgie Ulcera gastrica Tachicardia COMPORTAMENTALI Reazioni auto/eteroaggressive Disordini alimentari Aumento alcool e sostanze di abuso Aumento fumo Disfunzioni sessuali Isolamento sociale Fonte: WHO, 2203 44 CONSEGUENZE FAMILIARI Lamentele per salute Spese sanitarie Disinteresse per i legami familiari Disimpegno dalle responsabilità familiari Intolleranza ai problemi familiari Peggioramento delle prestazioni scolastiche dei figli Attacchi di ira, violenza, litigi Problemi coniugali g ((fino al divorzio)) CONSEGUENZE SOCIALI Evitamento degli incontri sociali Disimpegno sociale Attacchi di ira, violenza, litigi Perdita di rapporti di amicizia Incapacità a fare progetti qualificarsi p per altri lavori Difficoltà a q Perdita di guadagno 45 STRATEGIE PREVENTIVE Le azioni preventive comprendono: z la formazione di dirigenti, preposti e lavoratori z la promulgazione di codici antimobbing z l’attivazione di centri di ascolto aziendali z il monitoraggio gg degli g eventi sentinella Indice Disturbo posttraumatico da stress 46 Disturbo posttraumatico da stress Trauma of Rape Trauma of Military Combat Disturbo post-traumatico da stress A. La persona è stata esposta ad un evento traumatico: • morte, minaccia di morte, gravi lesioni o minaccia alla integrità fisica propria o di altri e ha risposto con paura intensa, sentimenti di impotenza o di orrore B. L’evento traumatico viene rivissuto persistente-mente in modo ricorrente, intrusivo e spiacevole con: • ricordi • sogni • “flashback” • sensazione che l'evento stia per ripetersi 47 Disturbo post-traumatico da stress C. Evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e attenuazione della reattività generale: sforzi per evitare pensieri, sensazioni o conversazioni associate con il trauma sforzi per evitare attività, luoghi o persone che evocano ricordi del trauma incapacità di ricordare qualche aspetto importante del trauma riduzione marcata dell dell'interesse interesse o della partecipazione ad attività significative sentimenti di distacco o di estraneità verso gli altri affettività ridotta sentimenti di diminuzione delle prospettive future • • • • • • • Disturbo post-traumatico da stress D. Sintomi marcati di ansia o di aumentato arousal (per es.,, difficoltà a dormire,, irritabilità,, ipervigilanza, p g , risposte di allarme…) E. La durata del disturbo è superiore a 1 mese F. Il disturbo causa disagio clinicamente significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti G. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale Indice 48 FINE GRAZIE PER L’ATTENZIONE DISTURBO DELL’ADATTAMENTO CRONICO BURNOUT STRESS DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS CRONICO MOBBING DOMANDE 49