special_desensibilizzazione Ipersensibilità dentinale e terapia desensibilizzante Autori_Juli Kagan, RDH L’ipersensibilità dentinale è una condizione dentale dolorosa che spesso non viene trattata. La prevalenza dell’ipersensibilità dentinale nella popolazione adulta può variare dall’8 al 30%, con una maggior incidenza tra i 25 e i 45 anni. Secondo questi dati, un clinico vedrà ogni giorno, in media, da uno a tre pazienti affetti da gradi diversi di sensibilità. La condizione ha una prevalenza leggermente superiore nelle donne e nei pazienti con problemi parodontali. Con l’aumento dell’età media della popolazione e il mantenimento dei denti naturali per un tempo più lungo, vi è un aumento dell’incidenza dell’ipersensibilità dentinale, della recessione e della malattia parodontale. Inoltre, la maggioranza della popolazione anziana assume farmaci che causano xerostomia. Le alterazioni nel flusso salivare o nella sua composizione possono contribuire allo sviluppo dell’ipersensibilità dentinale, influenzando la formazione dello smear layer. Il sintomo doloroso causato dall’ipersensibilità gengivale può sopraggiungere durante lo spazzolamento dei denti, l’uso del filo interdentale, l’assunzione di alimenti freddi o caldi, bevande ghiacciate, alimenti acidi, dolci o zuccherati, nonché respirando aria fredda. _Il meccanismo dell’ipersensibilità L’esatto meccanismo della trasmissione del dolore dalla superficie del dente alla polpa non è ancora stato completamente individuato. In ogni caso, la teoria idrodinamica proposta da Martin Brännstrom nel 1963 è quella più accettata. I fluidi si muovono all’interno dei tubuli dentinali in risposta a stimoli esterni. Il movimento dei fluidi trasmette stimoli fisici alla superficie, 30 cosmetic dentistry 3_2010 stimolando i recettori meccanici, ritenuti essere le fibre A-delta, che si trovano intorno al processo odontoblastico, vicino alla polpa, alla fine dei tubuli. Il fluido nei tubuli può espandersi con il calore e contrarsi con il freddo. Il flusso del fluido eccita i terminali nervosi nelle estremità più profonde dei tubuli o negli strati più esterni della polpa. Questa eccitazione dei nervi intradentali agisce sul sistema nervoso centrale, causando dolore. Vi sono cinque diversi tipi di stimoli che possono innescare il dolore quando la dentina risulta esposta: di tipo tattile (meccanico), chimico, termico, osmotico e batterico. La stimolazione tattile può essere attribuita alle setole o ai filamenti dello spazzolino, alla frizione dei ganci dentali o delle protesi e a oggetti di metallo come posate o strumenti dentali. Probabilmente, gli stimoli chimici sono tra le cause più esaminate dell’ipersensibilità dentinale. Gli acidi presenti in molti cibi e bevande, come gli agrumi, le vitamine, i condimenti, le spezie, il vino, le bevande addizionate con anidride carbonica, dovrebbero essere considerati più di altri uno stimolo del dolore dentale. È stato dimostrato che i cibi acidi e le bevande agiscono sulla dentina e possono rimuovere i depositi sulla superficie dentinale. Anche l’acido ascorbico, che si assume masticando le compresse di vitamina C, può essere uno stimolo. Fino al 90% degli individui che soffrono di ipersensibilità dentinale riporta che l’effetto dello stimolo termico, soprattutto uno stimolo freddo come il respirare attraverso la bocca in una giornata fredda o l’assunzione di una bevanda fredda, causano una sensazione dolorosa associata ai denti sensibili. special_desensibilizzazione Il flusso osmotico all’interno del tubuli dentinali è importante; i modi in cui i diversi stimoli influiscono sul flusso possono essere diversi. I batteri producono acido quando sono disponibili carboidrati fermentabili; è proprio questo acido prodotto che, in quanto legato alla demineralizzazione o alla carie radicolare può causare anche la sensibilità. L’aumento o la diminuzione della sensibilità possono essere attribuiti ai meccanismi di scissione metabolica e ai prodotti causati dai batteri. Per quanto riguarda la malattia parodontale, è noto che gli organismi parodontali patogeni penetrano nei tubuli dentinali a distanza considerevole. Una volta nei tubuli, i batteri possono creare una costante fonte di sensibilità. I pazienti con denti sensibili spesso hanno tubuli dentinali più grandi e numerosi. _Gestione dell’ipersensibilità dentinale È importante notare che l’ipersensibilità dentinale è una condizione gestibile. La sua gestione prevede: 1_ diagnosi differenziale per determinare che il dolore dentale sia in effetti il risultato dell’ipersensibilità dentinale; 2_ prevenire, modificare, rimuovere o controllare i fattori eziologici come placca, spazzolamento non corretto e alimentazione con elevato consumo di carboidrati fermentabili e/o cibi acidi; 3_ trattamento domiciliare da parte del paziente con prodotti specifici; 4_ applicazione professionale di agenti desensibilizzanti. La diagnosi della sensibilità radicolare richiede un attento e metodico esame anamnestico, dentale e radiografico. Il clinico deve prima di tutto rilevare carie dentali, patologia pulpare, fratture verticali, abfraction, restauri con infiltrazione e/o denti in iperfunzione. Spesso, l’igienista dentale è il primo operatore a riconoscere l’ipersensibilità dentinale. È fondamentale documentare l’ipersensibilità dentinale come parte della scheda di trattamento. Il test dell’ipersensibilità dovrebbe far parte dell’esame iniziale e può essere eseguito semplicemente con un getto d’aria. I pazienti che soffrono di ipersensibilità apprezzano che i denti vengano accuratamente asciugati con una garza o un rullo di cotone prima dell’applicazione dell’aria della siringa ad aria. Sarebbe importante avere una scheda pretrattamento per i denti sensibili prima della terapia parodontale. _Agenti per il trattamento Per il trattamento dell’ipersensibilità è possibile utilizzare due gruppi di agenti: chimici o fisici. 32 cosmetic dentistry 3_2010 Tra gli agenti chimici vi sono: _ sali di potassio (il più utilizzato è il nitrato di potassio); _ fluoro in concentrazione maggiore di quella che si trova nei dentifrici (con o senza ionoforesi); _ citrato di sodio; _ corticosteroidi, nitrato d’argento; _ cloruro di stronzio; _ formaldeide; _ idrossido di calcio. Tra gli agenti fisici vi sono: _ compositi, resine microriempite e non riempite; _ sigillanti; _ adesivi dentinali; _ cementi vetroionomerici; _ vernici e innesti di tessuto gengivale. Gli agenti desensibilizzanti possono essere classificati secondo la loro modalità di azione. Gli agenti agiscono inattivando il nervo o occludendo i tubuli. Per esempio, il nitrato di potassio è un agente che inattiva il nervo. Il nitrato di potassio è il desensibilizzante più comune nei dentifrici. Con una concentrazione di nitrato di potassio del 5%, Sensodyne (GlaxoSmithKline), in studi clinici, ha dimostrato di ridurre in modo significativo i sintomi entro due settimane, con l’applicazione due volte al giorno con uno spazzolino da denti. Agisce lasciando che gli ioni di potassio penetrino in profondità nei tubuli dentinali e blocchino la ripolarizzazione dei terminali dei nervi sensoriali, riducendo la risposta dolorosa. È necessario un uso frequente per evitare il ripresentarsi dei sintomi. Per questo motivo, la formula mediante dentifricio è l’ideale. Tra i dentifrici che contengono nitrato di potassio vi sono: Aquafresh Sensitive, Colgate Sensitive, Crest Sensitivity Protection, Dental Care Sensitive Formula. Altri prodotti per denti sensibili sono: Protect Sensitive Teeth Gel Toothpaste, Rembrandt Whitening Toothpaste for Sensitive Teeth e Orajel Sensitive Pain Relieving Toothpaste per adulti. Tutti questi dentifrici contengono fluoro per rafforzare lo smalto dentale e proteggere contro la formazione di carie. Per assicurare la massima compliance, ai pazienti si dovrebbe consigliare di scegliere un dentifricio che risponda alle proprie preferenze – sia esso sbiancante, baking soda, gel o contro il tartaro, o con un aroma specifico (per esempio alla menta). Ai pazienti si deve raccomandare di leggere e seguire le indicazioni riportate sulla confezione del prodotto. La bibliografia è disponibile presso l’Editore