ABSTRACT TESI ZANFINI SVILUPPO DI UNA METODOLOGIA PER LA DIAGNOSI ED IL MIGLIORAMENTO DEI CONSUMI ENERGETICI DEGLI EDIFICI: VALUTAZIONE DELLE RICADUTE AMBIENTALI NEL CASO DELLA STRUTTURA EDILIZIA DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI FORLÌCESENA. L’inquinamento atmosferico maggiore è quello che l’uomo produce per soddisfare le proprie necessità civili ed industriali. Quando si parla di inquinamento urbano la componente legata al settore civile assume un peso sempre maggiore. Esiste una relazione diretta tra consumi di energia ed emissioni di inquinanti e/o gas serra. A pesare in maniera significativa sui consumi finali di energia e quindi sulla produzione di emissioni è il riscaldamento degli ambienti, che da solo rappresenta quasi il 70 % dell’energia finale. Questa situazione è dovuta in parte alla scarsa efficienza di molti impianti per il riscaldamento e la produzione di acqua calda ed in parte dallo scarso isolamento termico degli edifici. L’obiettivo del risparmio energetico è innanzi tutto la riduzione dei consumi, che porta di conseguenza ad un abbattimento dei costi energetici e ad una riduzione delle emissioni inquinanti prodotte. Lo strumento attualmente presente per rendere operativo il risparmio energetico è il D.Lgs 192/05, conosciuto anche col nome di Certificazione Energetica, successivamente modificato dal D.Lgs 311/06, che viene applicato alle nuove costruzioni e agli edifici che subiscono ristrutturazioni significative, mentre per quelli esistenti è comunque importante attuare una corretta diagnosi energetica finalizzata alla programmazione di efficaci soluzioni per il risparmio energetico. In questo ambito si inserisce il mio studio, nel quale ho sviluppato la diagnosi energetica dell’edificio che ospita la Camera di Commercio di Forlì-Cesena; questa diagnosi prevede innanzi tutto la raccolta e l’analisi delle caratteristiche strutturali ed impiantistiche dell’edificio ed in seguito il calcolo dei fabbisogni di energia per il riscaldamento degli ambienti, per la produzione di acqua ad usi sanitari ed infine per le utenze elettriche. Una volta calcolati i risultati sui fabbisogni energetici ho valutato le emissioni dei principali inquinanti e/o gas serra emessi per soddisfare tali fabbisogni. Nella seconda parte dello studio ho infine ipotizzato l’applicazione di due soluzioni finalizzate al risparmio energetico valutandone la riduzione dei fabbisogni energetici e delle emissioni di inquinanti. Per fare questo studio ho utilizzato il modello Bestclass 2.1 sviluppato da SACERT, un’associazione no-profit per la promozione dell’efficienza energetica nel settore edilizio, che ha studiato e propone una procedura di calcolo per la realizzazione della certificazione energetica; il risultato conclusivo, finalizzato a rendere operativa la metodologia SACERT, è stato quello di elaborare un programma di calcolo specifico per computer, denominato Bestclass. Questo programma è stato aggiornato più volte nel corso degli anni, fino alla sua più recente versione denominata Bestclass 2.1. La metodologia BESTCLASS si basa su una procedura in cui sono possibili distinguere tre fasi principali: l’individuazione delle variabili di input, uno stato intermedio di calcolo che riguarda i fabbisogni energetici ed infine la fase di calcolo dei fabbisogni energetici specifici. I dati di input richiesti dal modello sono classificabili in 5 categorie: Dati generali; Involucro; Impianto di riscaldamento; Impianto per la produzione di acqua calda ad usi sanitari; Fonti rinnovabili. Gli output del modello sono i fabbisogni energetici specifici, calcolati come rapporto tra il fabbisogno energetico annuo e la superficie utile (superficie calpestabile), misurati in kWh/ m2*anno. Quelli utilizzati al fine di inserire l’edificio in una classe di efficienza energetica sono il fabbisogno energetico specifico dell’involucro e quello totale. Nella seguente figura vengono riportati i risultati relativi all’edificio della Camera di Commercio di Forlì-Cesena. Il fabbisogno totale è dovuto quasi interamente al riscaldamento degli ambienti, mentre il contributo per la produzione di acqua calda per usi sanitari è minimo poiché l’edificio è destinato ad uffici ed il consumo di acqua risulta limitato Variando in modo opportuno le caratteristiche delle componenti dell’edificio, il modello Bestclass 2.1 consente di calcolare i fabbisogni energetici di ipotetici scenari di risparmio energetico. Per massimizzare il risparmio minimizzando i costi è importante intervenire sulle componenti che disperdono maggiormente; le due componenti meno “virtuose” sono i serramenti (quindi infissi e finestre) e le pareti verticali che compongono la parte nuova della struttura, cioè quelle composte da pannelli prefabbricati di calcestruzzo. Sulla base di questi dati ho ipotizzato due soluzioni per ridurre le dispersioni: 1. Sostituzione totale delle attuali finestre a vetro singolo con vetrocamera basso emissivo con argon e sostituzione totale degli infissi di metallo non a taglio termico con infissi sempre in metallo, ma a taglio e a tenuta termica; 2. Messa in posa di un cappotto isolante esterno da applicare alla parte nuova dell’edificio; questo intervento non rappresenta un’alternativa al primo, ma quanto più un’integrazione ad esso. Una corretta diagnosi energetica iniziale permette di ipotizzare efficaci soluzioni di risparmio energetico. La significativa riduzione dei fabbisogni energetici calcolati dopo l’applicazione degli interventi di risparmio sono la prova dell’efficacia delle soluzioni ipotizzate. I risultati che vengono riportati nel grafico seguente sono dovuti sia ad una minore dispersione attraverso le pareti e le finestre sia alla diminuzione significativa delle perdite per ventilazione (i cosiddetti spifferi). La riduzione dei fabbisogni energetici si riflette in un miglioramento della classe di prestazione energetica a cui l’edificio potrebbe appartenere nel caso si realizzino una od entrambe le soluzioni di risparmio energetico. Con l’applicazione delle due soluzioni ipotizzate si raggiungerebbe addirittura la classe energetica A, con un notevole risparmio sia dei consumi che in termini ambientali. Conoscendo il fabbisogno energetico dell’edificio della Camera di Commercio di Forlì-Cesena è possibile calcolare le emissioni dei principali inquinanti e/o gas serra sia per la situazione attuale, che in seguito alle soluzioni di risparmio energetico, in modo da confrontarle tra loro e valutare i benefici ambientali. Per calcolare le emissioni prodotte è necessario moltiplicare i fattori di emissione (g o kg di ciascun inquinante emessi per unità di potenza) per i kWh utilizzati, dati dalla somma del fabbisogno energetico per il riscaldamento e quello per la produzione di acqua calda ad uso sanitario. Nella seguente tabella vengono riportate le emissioni dei principali inquinanti emessi per soddisfare i bisogni energetici della struttura camerale. Inquinante EMISSIONI IMPIANTO DI RISCALDAMENTO C.C.I.A.A FC Quantità emesse Unità di misura Situazione attuale Soluzione 1 Soluzione 2 CO2 176,7 83,5 37,7 t/anno NOx CO PM10 54,8 79,2 0,4 25,9 37,4 0,15 11,7 16,9 0,07 kg/anno kg/anno kg/anno VOC 15,8 7,5 3,4 kg/anno Come si può notare le variazione di emissioni prodotte si riducono di circa il 50% con l’applicazione della soluzione 1 e di quasi l’80% con la soluzione 2. Risultati quindi importanti sia dal punto di vista economico considerate le riduzioni dei consumi sia dal punto di vista ambientale. Quando si parla di risparmio energetico è molto importante analizzare anche i consumi elettrici, anche se essi non rientrano tra i requisiti della certificazione energetica e non sono considerati dal modello. Nel grafico seguente viene riportato il trend dei consumi elettrici della Camera di Commercio di FC per l’anno 2006. Ap ril e M ag gi o G iu gn o Lu gl io Ag o Se sto tte m br e O tto No bre ve m br Di e ce m br e 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 G en na Fe io bb ra io M ar zo MWh Consumi elettrici anno 2006 Mese Consumi Il consumo totale annuo per soddisfare le utenze elettriche è pari a circa 277 MWh; inoltre si può notare un picco in corrispondenza del periodo estivo dovuto al funzionamento dell’impianto di climatizzazione. Per valutare le ricadute ambientali ho calcolato le emissioni di CO2 prodotte per soddisfare i fabbisogni elettrici della Camera di Commercio; per questa valutazione non è possibile procedere come è stato fatto per l’impianto di riscaldamento poiché la fonte da cui viene prodotta l’energia elettrica è sconosciuta e potrebbe essere una centrale ad olio combustibile, a gas naturale, oppure da altre fonti rinnovabili. Per questo è necessario introdurre il concetto di mix energetico: la produzione di anidride carbonica è data dalla somma della produzione specifica di CO2 di ciascuna fonte energetica con cui è stata prodotta l’energia elettrica per la frazione della stessa nel mix energetico. Nel seguente grafico viene indicata la produzione di CO2 per alcuni paesi europei. kgCO2/kWh Produzione di CO2 per kWh 0,5 0,45 0,4 0,35 0,3 0,25 0,2 0,15 0,1 0,05 0 ITALIA CARBONE AUSTRIA GERMANIA SPAGNA OLIO COMBUSTIBILE FRANCIA SVEZIA GAS NATURALE Come si può notare l’Italia ha una produzione specifica molto alta perché fa un grande uso di fonti energetiche non rinnovabili (petrolio, carbone, gas naturale) ed ancora un uso molto limitati di quelle rinnovabili (eolico, solare, ecc…); questo risultato si riflette nel fatto che se viene risparmiato un kWh di corrente elettrica in Italia, oltre che produrre un risparmio economico in bolletta, permette anche di risparmiare nella produzione di emissioni inquinanti in maniera maggiore rispetto alla maggior parte degli altri paesi europei. Per calcolare le emissioni di CO2 per il caso di studio della Camera di Commercio è quindi sufficiente moltiplicare la produzione specifica di CO2 dell’Italia per i consumi elettrici. Il risultato è pari a 118 t di CO2 all’anno. Per ridurre gli impatti sull’ambiente ho ipotizzato l’installazione di un impianto di pannelli fotovoltaici di 30 kW di potenza, che occupa circa 245 m2, cioè la superficie piana di tetto a disposizione della Camera di Commercio. L’energia prodotta da un impianto di tale potenza, considerando la zona climatica di Forlì è pari a circa 37000 kWh/anno, che si riflette in un risparmio di CO2 pari a 16 t/anno. In conclusione, quando si parla di proteggere l’ambiente di solito interessi economici ed interessi ambientali sono in contrasto tra loro e questa situazione frena a volte gli uni e a volte gli altri. Il risparmio energetico, come dimostrato nel caso di studio della Camera di Commercio di FC, permette la riduzione dei consumi di energia sia termica che elettrica e questo porta ad una diminuzione dei costi da sostenere nelle bollette ed allo stesso tempo ad un abbattimento significativo delle emissioni di inquinanti e/o gas serra. Una tale convergenza d’interessi, unita alle prospettive di diminuzione delle disponibilità di combustibili fossili, crescita dei prezzi del petrolio e del gas naturale ed una sempre maggiore concorrenzialità nello sfruttamento delle risorse rinnovabili, rappresenta un’opportunità importante e da sfruttare attraverso la sensibilizzazione dei cittadini, primo motore del risparmio energetico, da parte di enti come la Camera di Commercio di FC che possono fungere come esempio da seguire, la valorizzazione degli strumenti finalizzati al risparmio energetico attraverso la ricerca di nuove tecnologie e l’incentivazione da parte dello Stato all’utilizzo di questi strumenti.