Sintesi 1870

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Il sistema mondo dal 1871 al 1918
Alla fine degli anni ‘70 l’egemonia europea sul resto del mondo raggiunge il suo apice e, nei decenni successivi
si estende anche al continente africano.
Europa: i rapporti internazionali si basano sul sistema degli Stati Nazionali, a quelli tradizionali si sono aggiunti
l’Italia (1861) e l’Impero tedesco (1870). Francia e impero tedesco costituiscono le maggiori potenze continentali e
si contendono l’egemonia in Europa, l’intera storia europea sarà caratterizzata dal conflitto tra queste due potenze
fino al periodo delle due guerre mondiali. La Gran Bretagna conserva il suo primato economico, militare e
commerciale a livello mondiale. La sua politica europea è quella tradizionale di garantire l’equilibrio sul
continente. Alla fine del secolo si svilupperà un profondo contrasto tra gran Bretagna e Germania in quanto
quest’ultima con il proprio espansionismo economico e militare, minacciava l’egemonia inglese nel mondo e
l’equilibrio in Europa.
Americhe: diviene centrale il ruolo degli Stati Uniti che al termine della guerra civile (1861-1865) si avviano ad
una prodigiosa crescita economica che ne farà una potenza mondiale. il loro espansionismo si indirizza verso
l’America centromeridionale e l’Oceano Pacifico.
Eurasia: l’impero zarista si estende verso l’Asia orientale approfittando della debolezza dell’impero cinese.
prosegue inoltre nella tradizionale politica tendente ad aprirsi una strada verso il mediterraneo ai danni dell’impero
turco, presentadosi come difensore dei popoli cristiano-ortodossi della penisola balcanica sottoposti al dominio
turco. Sarà proprio la regione balcanica a costituire la maggiore area di tensione nei rapporti tra le potenze e a
determinare lo scoppio della prima guerra mondiale.
Asia: il Giappone, costretto con la forza ad aprirsi dal suo tradizionale isolamento, vive una fase di
modernizzazione che ne trasformerà l’assetto feudale facendo di esso una potenza economico e militare.
L’espansionismo nipponico si eserciterà verso gli imperi cinese e zarista.
1871 - 1918: Cronologia
1874: Pio IX proibisce ai cattolici di partecipare alla vita politica italiana (Non expedit);
1875: nasce in Germania il Partito Socialdemocratico tedesco (Spd) che si pone alla guida del movimento
socialista europeo.
1876: in Italia la destra Storica cede il potere alla Sinistra;
1882: in Italia si ha l’allargamento del diritto di voto; Germania, Austria e Italia stipulano la Triplice Alleanza;
1884: a Berlino si svolge una conferenza tra le grandi potenze europee sulla spartizione dell’Africa che viene
divisa in sfere di influenza per evitare conflitti;
1887: in Italia si apre l’epoca dei ministeri presieduti da Crispi; firma del Trattato di controassicurazione Russo tedesco;
1889: nasce a Parigi la Seconda Internazionale socialista;
1890: viene fondata la colonia italiana di Eritrea nell’Africa orientale;
1891: Leone XIII pubblica l’enciclica rerum Novarum, con cui la chiesa cattolica prende posizione rispetto alla
questione sociale e si apre alla società moderna; nasce a Genova il Partito dei lavoratori italiani, poi Partito
Socialista.
1896: sconfitta italiana ad Adua da parte degli abissini; si conclude l’epoca dei governi Crispi;
1898: strage di Milano, inizia in Italia la cosiddetta “Crisi di fine secolo”; nasce il Partito socialdemocratico
operaio russo.
1900: in Italia viene assassinato il re Umberto I.
1901: la morte della regina Vittoria segna in Gran Bretagna la fine dell’epoca vittoriana durata 64 anni;
1903: inizia in Italia il decennio caratterizzato dai governi presieduti dal liberale Giolitti, durante questo periodo
avviene il decollo industriale italiano;
1905: guerra russo-giapponese e sconfitta della Russia, è la prima volta che un paese non - europeo sconfigge
una potenza europea; movimento rivoluzionario in Russia;
1910: nasce l’Associazione nazionalista italiana;
1911: inizia la conquista italiana della Libia con la guerra contro la Tirchia a cui la Libia apparteneva; ultimo
imperatore: fine dell’Impero cinese;
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1912: in Italia si ha il suffragio universale maschile; inizia la Guerra nei Balcani;
1913: in Italia cattolici e liberali giolittiani firmano il patto Gentiloni in funzione antisocialista, si ha così il
ritorno dei cattolici alla vita politica.
1914: inizia la Prima guerra mondiale che vede schierate da una parte le potenze della triplice Intesa (Gran
Bretagna, Francia e Russia) e dall’altra quelle della Triplice Alleanza (Germania e Austria) ad esclusione
dell’Italia che rimane neutrale; inaugurazione del canale di Panama che collega Oceano Atlantico e Pacifico.
1915: con la firma del patto di Londra l’Italia entra in guerra al fianco della Triplice Intesa;
1917: gli Usa entrano in guerra a fianco dell’Intesa;
1918: in Russia scoppia la rivoluzione che, dopo una fase liberale, porta al potere i bolscevichi guidati da Lenin
che rappresentano l’ala comunista del movimento rivoluzionario;
1918: crollo degli imperi centrali (Austria e Germania) e conclusione della guerra mondiale; il presidente Usa
Wilson presenta un programma di pace basato su 14 punti.
La dinamica storica del periodo
La realtà sociale, politica, economica e culturale che aveva caratterizzato l’ottocento ha termine con la prima
guerra mondiale, ma i processi che condurranno alla scomparsa dell’assetto storico del XIX secolo hanno inizio
nella seconda metà di esso. È in tale periodo che hanno inizio le grandi trasformazioni sociali dalle quali prenderà
forma l’età contemporanea e che matureranno pienamente nella fin de siecle. La trasformazione dell’economia che
passa dall’età del liberismo a quella del capitalismo organizzato attraverso la cosiddetta Seconda Rivoluzione
Industriale; la crisi economica che prende il nome di Grande depressione e si sviluppa dal 1873 al 1895;
l’affermarsi dell’Imperialismo nella scena politica internazionale ed i conflitti tra le potenze per il predominio sul
globo; il diffondersi nei vari stati di forme di Nazionalismo espansionistico, colonialistico e violento; la
trasformazione dello stato con la crisi dello stato liberale e la nascita della democrazia di massa; la rivoluzione
bolscevica del 1917; la prima guerra mondiale; sono tutti fenomeni strettamente intrecciati tra loro e che
caratterizzano questo periodo come una “fase passaggio”, in questo caso la “svolta cronologica” tra i due secoli
coincide con la “svolta” tra due diverse epoche storiche.
Il dato generale di maggiore rilievo è dato dalle grandi trasformazioni; dalle contraddizioni economiche,
politiche e sociali e dall’interdipendenza tra le varie parti del globo e tra i vari settori della vita sociale. L’Europa
raggiunge il dominio del sistema mondo ma con la guerra del 1914 e le trasformazioni cui si è accennato vengono
poste anche le basi per il suo declino e la contemporanea affermazione a livello mondiale di nuove potenze
extraeuropee quali il Giappone e gli Stati Uniti. Entro tale contesto generale i principali fenomeni ed eventi che
caratterizzano la dinamica del periodo sono:
1) l’imperialismo: dalla metà degli anni settanta del XIX secolo fino alla prima guerra mondiale si sviluppa quella
che gli storici hanno chiamato “Età dell’imperialismo”. Essa dalla tensione tra le grandi potenze;
dall’espansionismo coloniale; dal nazionalismo diretto ad affermare la superiorità della propria nazione sulle altre;
dalla tendenza a ricercare nuovi territori come fonti di materie prime, mercati privilegiati per le industrie nazionali
e per gli investimenti di capitale. La spartizione del globo determina una situazione di conflitto tra le potenze che
sarà uno dei fattori scatenanti della prima guerra mondiale.
2) Il “Capitalismo organizzato”: l’Età del liberismo”, in cui lo sviluppo del sistema industriale capitalistico era
incentrato sul libero mercato, sulla concorrenza, sul laissez faire - laissez passer (il free trade degli inglesi), viene
meno. Lo sviluppo tecnologico, l’organizzazione razionale e scientifica della produzione, l’intervento dello stato
nella vita economica, l’affermarsi del protezionismo, la coincidenza tra detentori del potere economico e di quello
politico, innescano un processo di trasformazione globale del sistema economico. A questi fattori è da aggiungere
la grande depressione che getta il sistema economico mondiale in un periodo di profonda crisi durato dal 1873 al
1895. La crisi economica caratterizzò sia l’agricoltura europea con il crollo dei prezzi dei prodotti agricoli; sia la
produzione industriale mondiale che fu colpita da una crisi di sovrapproduzione, infatti i mercati non riuscivano ad
assorbire l’offerta di beni che era superiore alla domanda e questo portò al crollo dei prezzi anche in campo
industriale. Il risultato fu la cosiddetta Seconda Rivoluzione Industriale attraverso la quale il capitalismo si
sviluppò ulteriormente riorganizzandosi su basi monopolistiche, tecnologiche, di eliminazione del libero mercato e
di razionalizzazione scientifica della produzione (taylorismo e fordismo).
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3) Sviluppo della scienza e della tecnica: la fiducia nel progresso continua a caratterizzare l’opinione pubblica
medio borghese ed il processo di crescita della scienza e della tecnica è irreversibile e si ripercuote non solo
sull’economia ma anche sulla vita quotidiana. È sul successo scientifico-tecnologico che l’Europa e gli Stati Uniti
fondano il proprio dominio economico e militare sul resto del mondo.
4) La “crisi delle certezze”: in molti ambienti culturali, tra l fine del secolo e l’inizio del nuovo, comincia a
diffondersi una profonda critica dei miti positivistici del progresso, della razionalità e dell’ottimismo. Le
trasformazioni in atto, i conflitti, la guerra, determinano un clima di sfiducia verso i valori e gli ideali che avevano
dominato l’ottocento.
5) La “massificazione”: mentre la società liberale dell’ottocento era incentrata sull’individuo e sulla
rivendicazione delle sue libertà e dei suoi diritti, la nuova epoca è caratterizzata dall’affermarsi a tutti i livelli della
vita sociale delle “masse”. In politica le masse divengono protagoniste con il suffragio universale; in economia
tanto la produzione, quanto il consumo dei beni si “massificano”, si ha la “produzione di massa” ed il “consumo di
massa”; in campo sociale le ideologie di massa - come cristianesimo, socialismo e nazionalismo - hanno un’ampia
ed esercitano un notevole peso nelle decisioni dei governi che non possono più ignorare le pressioni provenienti
dalle masse organizzate in partiti, sindacati e movimenti. diffusione
6) La crisi dello stato liberale e l’affermazione della democrazia di massa: con l’affermazione del suffragio
universale, dei partiti di massa di ispirazione cristiana e socialista, la massificazione della società, determinano un
nuovo rapporto tra popolazione e stato: la popolazione tende ad organizzarsi autonomamente e sottrarsi al potere
statale, lo stato tende a controllare la società civile, integrare la popolazione entro lo stato, controllare le masse
secondo quel progetto che è stato definito dagli storici “nazionalizzazione delle masse”.
7) La rivoluzione russa: porterà al crollo del secolare regime zarista, alla nascita di uno stato comunista ispirato
all’ideologia marxista: l’Unione Sovietica. Questa diverrà, nel XX secolo, la maggiore potenza mondiale con gli
Usa per poi crollare alla fine degli anni ‘80.
8) La prima guerra mondiale (1914 - 1918): che non risolse nessuno dei problemi economici, politici e militari
che l’avevano prodotta; portò al tramonto degli imperi multinazionali austro-ungarico, russo-zarista e turcoottomano; e rese le masse protagoniste prima nella vita militare e quindi in quella politica.
9) L’ascesa degli Usa: già divenuti agli inizi del secolo prima potenza industriale mondiale, il loro intervento si
rivelò decisivo per la vittoria dell’Intesa nella guerra, essi divennero anche la massima potenza militare.
10) Ascesa del Giappone: unica potenza “non bianca” di livello mondiale fu protagonista di una forte espansione
industriale e coloniale.
La situazione italiana: decollo industriale, riforme politiche, suffragio universale, questione meridionale ed
emigrazione, ingresso dell’Italia tra le “potenze moderne”, sono i principali dati che riguardano il nostro paese.
Gianfranco Marini
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