MODULO 5 lldisogio mentole oppure il maltrattamento fisico di un adulto o di un bambino). La maggior parte dei problemi psicosociali e ambientali, tuttavia, sono inseriti dal DSM IV nellAsse 4. Un esempio di classificazione clinica tratto dal manuale è il seguente. - Disturbo distimico - Disturbo di lettura - Nessuna diagnosi - Otite media, ricorrente - Vittima di trascuratezza nella fanciuJlezza Asse 5 - VGF: 53 (attuale) Asse 1 Asse 2 Asse 3 Asse 4 { Commento. Non sono forniti altri elementi: si tratta probabilmente di un bambino che frequenta la scuola elementare. ll dùturbo drtimico (da "distimia", letteralmente alterazione del tono dell'umore) indica un umore costantemente depresso per almeno due anni (di cui il DSM IV indica i sintomi perché possa essere diagnosticato, almeno due tra: scarso appetito, insonnia o ipersonnia, bassa autostima ecc.). fl DSM n' indica i criteri per distinguerlo da malattie affini, per esempio il disturbo depressivo maggiore. Gli standard di lettura del bambino sono sostanzialmente al di sotto di quanto previsto in base all'età cronologica del soggetto, per cui nellAsse I è diagnosticato il disturbo di lettura.ll ragazzo sollre di una ricorrente otite media, diagnosticata nellAsse 3, ed è, in base allAsse 2, vithrna di lrsscuratezza nel/afanaul/ezza (presumibilmente, ora che è in cura, tale aspetto ha una minore incidenza). Questo problema non assume però un'importanzatale da essere classificato nell'asse dei disturbi cli- nici (Asse 1) come Altre condiztoni che ?ostortl essere oggetto di ualutaziotte clinica, per cui è inserito nellAsse 4 come elemento più generico. Infine il VGF 53 (Asse 5) indica che le difficoltà del bambino sono classificate come moderate. Una valttazione psicodinamica o s*temica avrebbe caratteristiche diverse e considererebbe attentamente la stona del soggetto. Per esempio, valutando le caratteristiche psicosociali della famiglia, eventuali traumi e conflitti infantili, la presenza di meccanismi difensivi dell'Io, le relazioni con i compagni e i maestri, eventuali frustrazioni legate al mancinismo (se il soggetto risultasse mancino, tale aspetto potrebbe aver esercitato una certa influenza sull'insorgenza del disturbo di lettura) ecc. -€ Le principoli potologie mentqli Esamineremo ora le caratteristiche di alcune tra le patologie mentali più importanti. Utilizzeremo le categorie diagnostiche del DSM IV, integrandole con aspetti tratti dalla psichiatria psicodinamica e della psicologia sistemica. deliri idee fisse spesso o contenuto bizzarro ollucinqzioni percezioni senzo oggetto, rÌtenute pero dol moloto reoli 258 Schizofrenio e oltri disturbi psicotici Nel DSM IV il termine disturbo pu'cotico è utilizzato in senso generico per indicare la presenza di gravi sintomi patologici, come i deliri e le sllucinozioni. Questi sintomi sono presenti soprattutto nelle varie forme di schizofrenia e in altre manifestazioni cliniche afiìni, come il disturbo delirante, e possono comparire più saltuariamente in altre a{fezioni, per esempio nelle forme depressive più gravi. Il termine psicosi, nella letteratura psichiatrica è anche usato in riferimento ai disturbi più gravi dello svilup- Modelli del disogio mentole UNITA DIDAIIICA I po, definiti dal DSM-IV "Disturbi Generalizzati dello Sviluppo". Normalmente le psicosi si distinguono da disturbi psicologici più lievi, denominati netsrosi, termine che è però abolito dal DSM IV. Le forme psicotiche si manifestano in genere in età giovanile e adulta, tuttavia, anche se in misura minore, le psicosi infantili possono insorgere già nel primo anno di vita. In altri casi, comportamenti anormali di carattere psicotico diventano evidenti solo negli anni successivi e talora in relazione a un evento traumatico vissuto dal bambino (l'entrata nella scuola, la nascita di un fratello, la scomparsa di un genitore). ,', Lo schizofrenio Eugen Bleuler conio iltermine "schizofrenio" (oggi preferito rispetto o quello di "demenzq precoce") per distinguere lo proprio concezione di questo disturbo rispetto o quello di Kroepelin. Secondo lo psichiatra svizzero, "maestro" diJung, la schizofrenia non ha necessariamente un'insorgenza precoce e non si evolve inevitabilmente verso il deterioramento mentale della demenza.Lo stesso termine schizofrenia (dal greco, letteralmente "mente divisa") cerca di cogliere Ia natura psicologica della sindrome. Bleuler, sotto l'influenza della teoria psicodinamica di Freud, ritiene che i gravi sintomi della schizofrenia, quali i deliri e le allucinazioni, possono essere interpretati come un tentativo della mente dello schizofrenico di sostituire il mondo reale, che terrorizza e sconvolge il malato sul piano a{fettivo, con una realtà, fittizia, di cui i sintomi sono sindrome sintomi che, consideroti nel loro insieme, rinviono o uno potologio espressione. nosogrofico Bleuler ha il merito di aver cercato di inquadrare sul piano teorico una sindrome fino a quel momento considerata prevalentemente sul piano nosogrofico; la sua concezione però tende ad allargare il quadro clinico della schizofrenia a sindromi a essa a{fini ma oggi classificati in modo diverso (così è, per esempio, per alcuni disturbi di personalità). Attualmente gli psichiatri riconoscono la schizofrenia in base a sintomi caratteristici che non sono sempre presenti tutti insieme nello stesso soggetto. Tàli sintomi sono: . la presenza di deliri; la presenza di allucinazioni che possono riguardare i vari sensi; disordini del pensiero (pensieri illogici e incoerenti, invenzione di parole strane, incapacità di concentrarsi) ; disordini emotivi (scarsa affettività, con presenza di sentimenti profondi di paura che può sfociare nel terrore, apatia e abulia che consistono in una mancanza di interesse per qualsiasi attività e una trascuratezza per la cura della propria persona); disturbi motori (posture bizzarre, stati stuporosi in cui il soggetto appare come intorpidito, alternati a estrema eccitazione), riso senza fondamento, mutismo. do nosogrofio, romo dello medicìno che si occupo dello clossi[icozione e dello descrizione delle molofiie Per diognosticore uno schizofrenio non è necessorié che toli sintomi si monifestino tutti ossieme, mq olmeno due tro essi devono essere presenti per uno stoto continuqtivo di qlmeno sei mesi. i 20 e25 anni per gli uomini e poco sotto i 30 anni per le donne. Lesordio può essere impror,viso come graduale, se awiene in età precoce si accompagna a una sintomatologia più rilevante e ha una prognosi meno favorevole. Il decorso è molto variabile, con soggetti che manifestano recrudescenze e remissioni del disturbo e altri con un decorso cronico; tuttavia una guarigione completa è poco probabile. I parenti biologici di primo grado dei soggetti schizofrenici hanno un rischio per tale patologia circa 10 volte maggiore rispetto allapopolazione generale. L.letà media d'insorgenza è tra 259 MODUTO ll disogio mentole Le schizofrenie si distinguono in vorie forme. ll DSM lV distingue il tipo poronoide, iltipo coiotonico, iltipo disorgonizzolo, iltipo indifferenzioto e iltipo residuo. Le forme paranoidi si maniGstano spesso nell'adolescenza, ma si evolvono negli anni della maturità. Sono presenti deliri di persecuzione, per cui i paranoici pensano di essere vittime delle azioni malevole degli altri, oppure deliri di grandezza, per cui si ha un senso esagerato della propria importanza e del proprio potere. Altri deliri caratteristici del paranoico sono i deliri di riferimento mediante cui episodi insignificanti divengono spunto di idee deliranti; per esempio, se il paranoico vede spesso una stessa persona può pensare che lo stia spiando. Il paranoico dà spesso un contenuto coerente alle proprie idee deliranti trovando così una giustificazione alla propria sofferenza interiore. Feden'co flnLa Fellmi nel voce della luna ntostra, in modo poetico e prouocaton'0, nei due protagonuh'di Izto Salztini e del ?rrjàtto Gonnella, contpoftam en ti c/te, per certi ousi, potrebbero assitnilah'a quelli dellefirme essere ùdffirenziate e paranotclte della sclttzofrenia. Le forme catatoniche si manilèstano soprattutto attraverso sintomi motori quali un atteggiamento immobile e stuporoso, eccitamento sfrenato, apatia e ritiro dalla realtà a cui si diviene totalmente indifferenti. Molti psichiatri ritengono che il catatonico si senta colpevolizzato nei confronti degli altri e sia ossessionato dall'idea di compiere azioni sbagliate, di esporsi a esperienze che lo danneggino, per cui prefoisce l'immobilità all'azione. La forme disorganizzate si manifestano attraverso allucinazioni e deliri, meno organizzati rispetto a quelli del paranoico. Il paziente può sviluppare idee bizzarre che riguardano spesso il deterioramento del proprio corpo, il suo umore è costantemente mutevole in modo inspiegabile, il comportamento appare incoerente e assurdo. I-lespressione del viso può essere segnata da un sorriso senza senso. Il paziente dà I'impressione di avere rinunciato ad affrontare il mondo e le sue difficoltà, di non voler crescere psicologicamente per non dover confrontarsi con gli altri. Le forme indifferenziate presentano molti sintomi caratteristici della schizofrenia, senza poter essere caratterizzate in rnodo chiaro come forme paranoidi, catatoniche o disorganizzate. Le forme residue sono caratterizzate dall'assenza di deliri e allucinazioni rilevanti e di comportamenti disorganizzati. La sintomatologia è per lo più "negativa" (appiattimento dell'affettività, povertà dell'eloquio e abulia). I sintomi "positivi" (come I'eloquio disorganizzato o il comportamento eccentrico) sono presenti ma in modo più attenuato. Do un punto di visto psicologico i soggetti offetti do quesie differentiforme di schizofrenio si dimostrono incopoci di offrontqre uno reoltò, per loro troppo complesso e doloroso, e i siniomi oppoiono come dei tentotivi per dore uno soluzione o tqli difficoltò e un senso ollo proprio sofferenzo. Toli sintomi roppresentono delle difese estreme rispetto o uno reoltà troppo opprimente. Sull'origine delle varie forme di schizofrenia non esistono teorie concordi e il dibattito è tuttora aperto. Tuttavia, appare oggi accertata la presenza in tale malattia di fattori biologici che riguardano il funzionamento cerebrale. Secondo molti autori alla base dell'insorgenza della schizofrenia potrebbe esserci una serie di fattori: culturali, economici, familiari, sociali, esperienze traumatiche e conflittuali che, intera- : ( I r : I § 1 t a il I I Modelli del disogio mentole UNITÀ DIDAIIICA I gendo con alcuni processi della biochimica cerebrale, renderebbero I'individuo incapace di sopportare lo stress ambientale e scatenerebbero la malattia. Abbiamo già visto, per esempio, l'importanza attribtita dagli psicologi sistemici a processi di svincolo dalla famiglia d'origine gravemente disturbati. Gli psicoanalisti danno molto peso alle relazioni precoci con la madre. Un caso famoso è quello di Renée, una diciassettenne schizofrenica di ottima famiglia che, guarita dalla sua malattia, riporta la propria esperienza nell'opera Dianb di una schtzofunt'ca (scritto, con la collaborazione della sua analista Margherite A. Secheaye). Sembra che non esistano cure per la sua malattia fino a quando, ricoverata in una clinica svizzera, viene afiìdata alla psicoterapeuta dai metodi poco convenzional| che prende a cuore il caso dellaragazza. Lanalista scopre che alla base della malattia c'è l'atteggiamento della madre di Renée che, dopo la sua nascita, si rifiuta di allattarla. Solo quando la psicologa riesce a convincere i genitori ad affìdarle totalmente la ragazza, ella riesce a guarire ritrovando nella dottoressa la figura di "madre buona" che le è mancata. ,.., I disturbi dell'umore Lo corotteristico predominonte dei disturbi dell'umore è l'olterozione dello to- nolità di bose dell'offettivitò. Le principali affezioni che rientrano in tali disturbi sono le seguenti. Il disturbo depressivo maggiore comporta un episodio di depressione profonda per un periodo come minimo di due settimane (con almeno cinque sintomi quali: umore depresso, marcata diminuzione d'interesse per tutte le attività, insonnia o ipersonnia, ridotta capacità di pensare e concentrarsi, pensieri ricorrenti di morte o un tentativo di suicidio ecc.) Il disturbo distimico comporta un umore depresso, quasi tutti giorni, per una durata minima di due anni, con la presenza di almeno due sintomi quali scarso appetito o iperfagia, insonnia o ipersonnia, scarsa energia, bassa autostima, difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni, sentimenti di disperazione. I disturbi bipolari comprendono sia episodi di carattere maniacale (umore esageratamente alto, con un'autostima smisurata, progetti grandiosi, aumento dell'attività e agStazione psicomotoria, sonno breve, loquacità, fuga delle idee e pensieri che si succedono rapidamente ecc.), sia episodi depressivi. Può essere prevalente la fase maniacale o quella depressiva. Tàli fasi possono essere più o rheno accentuate nelle loro caratteristiche e, talora, sono presenti sintomi psicotici. Il disturbo ciclotirnico è un'alterazione dell'umore cronica in cui per almeno due anni si hanno numerosi episodi maniacali e depressivi generalmente di carattere più moderato rispetto ai disturbi bipolari. I disturbi hell'umore, come la schizofrenia, sono malattie con una forte componente biologica. I-lelevata trasmissione familiare della mania e della depressione è un indizio dell'importanza dei fattori genetici nell'eziologio di questo tipo di affezioni. Una conferma dell'importanza dei fattori organici, per questa patologia come per la schizofrenia, è data dall'alterazione del funzionamento biochimico del cervello a livello dei neurotrasmettitori. Nei casi più gravi, oltre ai farmaci, si ricorre alla terapia elettroconvulsiva. eziologio studio dei fottori che costituiscono lo couso di uno molottio Oltre ollo somministrozione di cure mediche, è importonte comprendere le dinomiche psicologiche che sono ollo bose dei disturbi dell'umore per inlervenire con un'odeguoto psicoteropio. 261 MODUTO diniego il soggello evìlo di riconoscere esperienze o ospetti di se stesso per lui Penosi lldisogio meniole La psicoanalisi kleiniana (vedi modulo 4, unità didattica 1, paragrafo 2) ha compiuto importanti scoperte sulla dinamica psicologica di tali disturbi, evidenziando come i processi che sono alla base dei loro sintomi, si colleghino ad alcune fasi dello sviluppo del lattante. Un esempio di tale collegamento è costituito meccanismo difensivo del diniego presente nei depressi e tipico del lattante. Per esempio, i disturbi depressivi sono accompagnati da sentimenti di perdita che sollecitano un diniego di tipo maniacale, per cui il paziente tende a negare e cancellare la propria dipendenza dagli "oggetti" d'amore. Un paziente dello psichiatra americano Robert M. Post (1942), quando riceve la notizia della morte della madre, descrive di sentirsi "potente, espansivo e libero dalla dipendenza". I pazienti che attraversano una fase maniacale, spesso, negano di avere problemi psicologici, perciò è possibile intervenire con la psicoterapia solo quando attraversano una fase di relativo equilibrio dell'umore e in tal modo renderli consapevoli della necessità del supporto farmacologico, quando si riaffacciano le fantasie psicotiche (sessuali e di grandezza) tipiche degli episodi maniacali. Lo psicologo John Bowlby noto che chi soffre di disturbi depressivi si sente obbondonoto, indesideroto e indegno di omore. Toli sentimenti derivono dolle esperienze condotfe nello fomiglio d'origine. Il soggetto depresso non ha mai instaurato un rapporto stabile e sicuro con i genitori, talora gli può essere stata rinfacciatala mancanza d'amabilità, I'inadeguatezza o l'inettitudine (vedi il caso 1, Il signor M. ntproduce itt ospedale il prapn'o "teatrino intento'). In altri casi si può trattare di una persona che durante I'in{anzia ha sperimentato una reale perdita di un genitore. I disturbi d'onsio Il concetto di "nevrosi" è sempre meno utilizzato nei manuali DSM fino a scomparire del tutto nell'edizione DSM IV, dove rimane solo quello di "psicosi", sia pure con un uso molto limitato. Essendo I'intento del DSM soprattutto descrittivo, espressioni come nevrosi d'ansia, nevrosi fobica, nevrosi isterica ecc. scompaiono per essere sostituite con il termine più neutrale di "disturbo", associato aivari sintomi. Quando i sintomi (sia di tipo nevrotico sia di tipo psicotico) appaiono riferibili a una personalità specifica e rigidamente strutturata, essi sono inseriti nelle sindromi dellAsse II, condo una classificazione specifica denominata "Disturbi della personalità". se- Si definiscono disturbi d'onsio tutte quelle sindromi corotterizzote do monifestozioni onsiose toli do interferire con il normole svolgimento dello vito quotidiono dello persono. Sappiamo che l'ansia è una reazione normale di fronte a situazioni stressanti che richiedono una forte attivazione dell'organismo. In queste patologie essa si manifesta in modo eccessivo o indipendentemente dalla presenza di stimoli che ne giustifichino la presenza. -illla base di tali disturbi gli psicoanalisti individuano conflitti irrisolti vissuti nel corso delf infanzia e riattivati in età adulta. I teorici dell'attaccamento evidenziano esperienze di separazione del piccolo dalla madre e modelli relazionali familiari che non consentono un processo di acquisizione di autonomia allettiva del bambino. Gli psicologi sistemici, pur non negando il ruolo esercitato dai conflitti infantili e dalla relazione del piccolo con i genitori, ritengono importanti i processi di svincolo del giovane dalla famiglia di origine. Nel caso dei disturbi d'ansia esso in qualche modo 262 Modelli del disogio mentole UNIIÀ DIDAIIICA I CASO I It SIGNOR M. RIPRODUCE IN OSPEDATE It PROPRIO "TEATRINO INTERNO" Quesfo coso, come oltri onaloghi, d'imoslra l'importanza dt caprre tl conteslo dei rapporti inlerpersonali del poziente depresso. Molti depressi tendono a rrpetere, in srtuazioni diverse, i "giocht" relozionah che hanno, o honno avulo, con persone per loro offettivamente importanti. Quo/coso del genere fa il signor M. con il personale dell'ospedale in cui è ricoverato per lo propria depressione. "ll signor M., un formocìsto di onnì, è ricoveroto o couso di 4l uno depressione con tendenze suicide. I formoci risultono ineffìcoci e il po ziente si lomento perche, nonoslonte lo 'squilibrio chimico'del suo cervello, i medici non riescono o curor lo. Senie io suo vito vuoto e privo di significoto e o nullo volgono gli sforzì dello moglìe per confortorlo. Lo stesso equipe ospedoliero oppore impotente e, ogni volio che i medici di guordio duronte le ore serolì fonno ìl giro del reporio, il signor M. li blocco con lunghe discussioni in cui cerco di drmostrore che, nel suo coso, ogni genere d'intervento teropeutico rlsulto inutile. Lo situozione del signor M. vlene porloto oll'ottenzione del supervisore del medico curonte, il quole fo presen- te oll'equlpe ospedoliero che il poziente ricostruisce propri conllitti interiorì oll'ìnterno de1 reporto. Assumendo il ruolo dello vittimo che si lomento dello proprìo condizione, il signor M. riottivo uno proprio 're- i lozìone oggettuole interno' (un'enorme rìservo di robbio noto dol suo ropporto infoniile con lo modre, riienuto inodeguoto e inodemplente rispetto olle sue necessilò). Viene quindi combioto lo strotegio teropeutico: il curonte e glì infermieri più coinvolti con il signor M. non lo considerono più un soggetto 'possivo' su cui intervenire, rno cominciono o chiedere lo suo collo- borozione per cercore di di ropporto do sperìmentore (non più possivo, mo oitivo). M., dopo il primo ostlnoto rifiuto, inizio un lovoro psicologico che lo porto in conlotto con lo proprio robbio verso lo modre. Prende inohre consopevolezzo che il piocere di tormentore lo moglie è uno sorio di litò vendetto verso lo figuro moterno". ll stgnor M. non è solo vttftma della nalattio, ma rende vittime tufle le persone che gli sono afforno. ll suo coso dimoslro quonfo sta importon- te coinvolgere i familiart dei pa- zientt gravemente depressi . Chi sof- fre di tale affezione è un paziente copire difficile e puo suscitore nei propil cìo che sto occodendo. Contemporoneomente l'ossistenle sociole spÌego ollo moglie del poziente lo dinomico psicologico di cui ìl morilo è vittimo, per eliminore ll forte senso di colpo che lo donno sto vivendo per 1o suo impotenzo verso il morito. ln poche porole, chi circondo M. non sto più ol suo 'gioco'. Lo reozione dell'uomo, quondo gli viene fotto copire che, in quolche modo, è il suo otteggiomento che congiunti una reoztone oggressivo poiche essi sl senlono frustraft nei loro sforzi e st sentono in colpa per o forlo sentire depresso, oll'inizio e robbioso. Questo combiomento d'opproccìo offre pero ol signor M. uno nuovc modoconiribuisce ar,rriene, ma si pone come s?t'ncolo probbmattia. Anche t proprt senlimenti oggressivi verso il familiare. I clinici devono intervenire perche i componenti della faniglia sappiono inlerpretctre corret tomente le proprie reaztoni e farvi fronle corretlamente. (ll coso, qui riportoto in formo sinletico, è lrotto do: Glen. C Gobbo'd, Psichiatrta psicodinamico, Roffoello Cortino Editore, Mllono, 1995, pp 223224) un cambiamento di ruolo al- interno del proprio gruppo (familiare o sociale), a cui il soggetto teme di non riuscire a far fronte, può essere all'origine di disturbi ansiosi. n DSM IV descrive varie forme di questo tipo di disturbo: ne riportiamo alcune. Nel disturbo di panico vi è I'insorgenza improwisa di paura o terrore, spesso associati all'impressione di una catastrofe imminente (in particolare il timore di morire). Non si tratta di una semplice "impressione" perché i sintomi somatici sono violenti f 263 MODUTO lldisogio mentole (dispnea, palpitazioni, dolore al petto, sensazione di solfocamento ecc.) al punto da poter far pensare a una crisi cardiaca. Questo disturbo può accompagnarsi all'agorafobia, la quale, a sua volta, può essere presente senzal'attacco di panico. Lagorafobia ("paura degli spazi aperti") consiste, secondo il DSM fV, nell'ansia o nell'evitamento dei luoghi da cui sarebbe difficile (o imbarazzante) allontanarsi, o nei quali si potrebbe avere difficoltà a ricevere aiuto in caso di un attacco d'ansia o di panico. Uagorafobia senzala presenza di disturbi di panico è abbastanza rara in quanto, spesso, è Ia conseguenza diretta di precedenti attacchi di panico e si forma per legame associativo. La fobia specifica (paura dei ragni, dei gatti, dei ladri ecc.) è caratterizzata da un alto livello d'ansia associata all'esposizione di un oggetto o a una situazione temuti. Essa spesso deterrnina spasmodiche condotte di evitamento. La fobia sociale è caratterizzata da un alto livello d'ansia associata all'esposizione di certi tipi di situazioni o di prestazioni sociali (per esempio, tenere un esame, parlare in pubblico, comprare qualcosa in un negozio ecc.). Anch'essa spesso determina spasmodiche condotte di evitamento. Il disturbo d'ansia generalizzato è caratterizzato dalla presenza di ansia e preoccupazione persistenti ed eccessive riferite ad aspetti ed eventi a carattere generale (per esempio le prestazioni lavorative o scolastiche) per un periodo di almeno sei mesi. Il disturbo ossessivo-compulsivo è caratterizzato da ossessioni (preoccupazioni, pensieri e idee che occupano in modo opprimente la mente del paziente) che causano ansia e disagio in misura notevole e in azioni compulsive che il soggetto è costretto a compiere per sedare in qualche modo l'ansia prodotta dall'ossessione. Tia i sintomi più frequenti abbiamo l'eccessiva paura dello sporco, con lavaggi ripetuti che possono divenire maniacali. Gli psicoanalisti assegnano un valore simbolico atali atti e li associano a un'educazione rigida ricemta dal soggetto (per esempio, la sporciziafisica può essere associata alla "sporcizia" morale). I neurologi hanno scoperto le componenti fisiologiche dell'ansia in disfunzioni relative ai neurotrasmettitori (in particolare la noradrenalina, la serotonina e il GABA o acido gamma amminobutirrico) che curano con psicofarmaci. Lo consistenzo di questi disturbi, per costituire uncr sindrome, deve essere tole do involidqre significotivomenle lo vito sociole del poziente. , I disturbi di personolitÒ Inizialmente considerati come nevrosi del carattere o come disturbi al limite tra la nevrosi e la psicosi (da cui la denominazione "borderline", letteralmente "che è al limite"), queste patologie trovano una classificazione indipendente nel DSM III e, soprat- tutto, nel DSM IV. Un disturbo di personolità roppresento un modello d'esperienzo interiore e di comportomento che devio morcotomente rispetto qllo culturo dell'individuo, è pervosivo e inflessibile, esordisce nell'odolescenzo o nello primo etò odulio, è siobile nel tempo e determino disogio e menomozione. La caratteristica principale di queste patologie non è costituita dai sintomi (ansia, umore depresso, malesseri fisici ecc.). In determinate fasi manifestazioni sintomatiche possono essere presenti ed essere particolarmente intense, tuttavia è il modo dbssere della persona la caratteristica più rilevante del disturbo di personalità. Tàle modo d'essere spesso pregiudica I'adattamento sociale (in certi casi, non solo procurando disagio e menomazione, ma provocando condotte violente e devianti). Il disturbo di per- 264 Modellideldisogio mentole UNITÀ DIDATIICA I sonalità spesso è "egosintonico", cioè il soggetto si trova bene "nella sua pelle" e, nella misura in cui sono presenti fasi in cui sono assenti sintomi di sofferenza o comportamenti manifestamente devianti, anche le'altre persone lo accettano. Le relazioni intime (per esempio di parentela o di coppia) spesso risultano particolarmente di{ficili. Riportiamo alcune descrizioni delle principali forme di questo disturbo, tratte dal DSM IV, in cui vengono classificate nellAsse 2. ll disturbo poronoide di personolitò è un quodro corotterizzoto do sfiducio e sospettositò, per cui i comportomenti e le intenzioni degli sltri sono inlerpretoti come molevoli. I soggetti paranoidi, per esempio, dubitano dei colleghi, sono convinti dell'infedelta del coniuge, pensano di essere ingannati e danneggiati, sono riluttanti a confidarsi, portano rancore e reagiscono con rabbia. Mancano manifestazioni chiaramente psicotiche o riferibili a un disturbo dell'umore. tl disturbo schizoide di personolitò è un quodro corotterizzoto dq distocco dolle relqzioni socioli e do uno copocitò rnolto limitoto di esprimere emozioni. I soggetti schizoidi sono incapaci di provare piacere, non hanno interesse per gli altri, sono freddi, indifferenti al giudizio altrui e privi d'interessi. Il disturbo, che compare nella prima età adulta, non comporta manifestazioni psicotiche della sfera cognitiva, né deliri o allucinazioni. La postura e l'ùolanento di questa ragazza po.rsono rappresentare simbo/tcamente t' problemi dei sogeth .rc/tt2otdi. ll disturbo ontisociole di personolitò è un quodro corotterizzoto do inosservonzo e violozione dei diritti degli oltri. Esso si manifesta già a 15 anni e cornporta l'incapacità del soggetto a conformarsi al- le norme legali, disonestà, irresponsabilità, impulsività e spericolatezza. Ya distinto dal comportamento criminale di chi appartiene a una cultura con caratteri antisociali (il mafioso per esempio) perché in questo caso c'è il crimine, ma sono assenti i caratteri di personalità indicati. La psichiatria psicodinamica associa frequentemente tale disturbo a gravi c renze affettive. ll disturbo borderline di personolitò è un quodro corqtterizzoto dq instobilitò nelle relozioni interpersonoli, instobilitò dell'immogine di sé e degli offetti, e do morcoto impulsivitò. I soggetti borderline hanno rapporti intensi con gli altri, ma instabili ed estremizzati in senso positivo o negativo. Uimmagine che questi soggetti hanno di sé è soggetta a cambiamenti e sono fortemente impulsivi e sregolati (per esempio, nel comportamento sessuale, nell'alimentazione, nell'uso di sostanze eccitanti). Anche il loro umore è instabile e possono minacciare e compiere gesti suicidari. ll disturbo norcisistico di personolità è un quodro corofierizzoto do grondiositò, necessitò di essere ommiroti e mqncqnzo di sentimenti empotici. Questi soggetti sono convinti di possedere un grande talento e sono assorbiti in fantasie di successo, credono di essere speciali e di poter essere capiti solo da persone speciali come loro e hanno fame d'ammirazione. Tutto gli è dovuto e sfruttano gli altri senza alcuno scrupolo, sono invidiosi e mancano di ernpatia. 265