La tipologia linguistica

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La tipologia linguistica
Alcune possibili definizioni
- J. Maruzeau (1951): Lo studio tipologico delle lingue definisce le loro caratteristiche facendo
astrazione dalla storia. (Lexique de la terminologie linguistique, Paris)
- W. U. Dressler (1973): Con tipologia linguistica si intende la determinazione di categorie
linguistiche generali come base per classificare le lingue secondo tipi, indipendentemente dalla loro
origine storica [...]. In particolare, tipologia linguistica significa tipologia generalizzante delle
lingue delle lingue secondo la somiglianza o non somiglianza della loro struttura linguistica.
(Sprachtypologie, in P. Althaus / H. Henne / H.E. Wiegand (a c. di), Lexicon der germanistichen
Linguistik, Tübingen, pp. 470-474.
- B. Comrie (1981): La tipologia si occupa dello studio della variazione interlinguistica. (Language
Universals and Linguistic Typology, Chicago, p. 34)
- L. J. Whaley (1997): La tipologia è la classificazione delle lingue o di componenti delle lingue in
base a caratteristiche formali condivise. (Introduction to typology, Thousand Oaks (California), p.
7)
- S. Cristofaro e P. Ramat (1999): Obiettivo della tipologia linguistica è definire la nozione di lingua
umana possibile in termini di un insieme di principi restrittivi. Il valore che a questi viene attribuito
è sia descrittivo che predittivo. Essi devono infatti rendere conto dei fenomeni attestati nelle lingue
del mondo […] escludendo al tempo stesso i fenomeni non attestati. In questo modo vengono
stabiliti degli schemi di variazione e uniformità interlinguistica che corrispondono ad altrettante
restrizioni sui tipi linguistici possibili. (Introduzione alla tipologia linguistica, Roma, p. 18)
2.2. Le parole chiave
- sistema di classificazione delle lingue o di fenomeni linguistici
- esclusione della dimensione storica
- studio della variazione interlinguistica
- individuazione di tipi linguistici
- individuazione della lingua umana possibile
1
2.3 Obiettivi della tipologia linguistica
La tipologia linguistica si occupa essenzialmente dello studio della variazione interlinguistica,
classificando le lingue storico-naturali in base ad affinità o divergenze strutturali sistematiche. I
raggruppamenti tra i quali le lingue vengono ripartite sono detti tipi linguistici.
Due condizioni necessarie:
a) le lingue del mondo, circa 6.000, sono diverse tra di loro;
b) questa variazione non è frutto del caso, ma obbedisce a principi generali.
La tipologia linguistica ambisce ad individuare proprio questi principi:
- esplora i limiti della variabilità interlinguistica
- cerca di capire quale sia il limite oltre il quale le lingue non possono spingersi
- cerca di spiegare perché, dato un insieme di strutture formali teoricamente possibili (i tipi
linguistici), alcune sono attestate e altre non sono mai attestate.
- L. Hjelmslev (1966): In realtà, una tipologia linguistica esauriente è il compito più grande e più
importante che si offre alla linguistica. Essa non è, come la linguistica genetica, limitata
regionalmente. In fin dei conti, il suo compito è di rispondere alla domanda: quali strutture
linguistiche sono possibili, e perché tali strutture sono possibili mentre altre non lo sono? Nel far
ciò, essa di deve accostare, più di ogni altro tipo di linguistica, a quello che si potrebbe chiamare il
problema della natura del linguaggio. E, in ultima analisi, essa si dimostrerà gerarchicamente
superiore alla linguistica genetica; soltanto essa può in effetti consentirci di comprendere le leggi
generali secondo le quali le lingue cambiano e le possibilità di cambiamento che un dato tipo
comporta. (Parenté typologique des langues, in Le langue, Paris)
2.4. Cosa si può ‘tipologizzare’
- tipologia di un fenomeno linguistico: es. la subordinazione
S. Cristofaro (2003), Subordination, Oxford, Oxford University Press
- tipologia di una categoria linguistica: es. la parola
R.M.W. Dixon / A. Y. Aikhenvald (eds.) (2004), Word : a cross-linguistic typology,
Cambridge, Cambridge University Press, 2004
- tipologia di una sola lingua: es. sardo
I. Putzu (ed.) (2005), Sardinian in typlogical perspective, Berlin, Akademie Verlag (special
issue of Sprachtyplogie und Universalienforshung, n° 58)
2
- tipologia di una famiglia linguistica: lingue romanze
M. Harris / N. Vincent (eds.) (1988), The Romance Languages, London, Rutledge
- tipologia di una regione geolinguistica: es. Europa
J. Bechert / G. Bernini / C. Buridant (eds.) (1990), Toward a Typology of European
Languages, Berlin-New York, Mouton de Gruyter.
- tipologia di un’area linguistica: i Balcani
E. Banfi (1985), Linguistica balcanica, Bologna, Zanichelli
- tipologia delle lingue del mondo
G. L. Campbell (2000), Compendium of the world’s languages, London-New York,
Routledge
La nozione di tipo linguistico
- P. Ramat (1984): Il concetto di ‘tipo linguistico’ […] si può configurare pertanto, dal punto di
vista epistemologico, come un modello teorico di descrizione linguistica, il quale […] non esiste
nella realtà, ma può servire – e di fatto serve ottimamente – a spiegare la realtà delle lingue, poiché
in queste esistono fenomeni che sono interpretabili in termini tipologici (Linguistica tipologica,
Bologna, Il Mulino, p. 14)
- N. Grandi (2003): Possiamo definire il tipo linguistico come una combinazione di proprietà
strutturali logicamente indipendenti le une dalle altre, ma reciprocamente correlate […]. Ciascuna di
queste proprietà risulterà pertinente qualora permetta di prevedere la presenza delle altre proprietà
del tipo. (Fondamenti di tipologia linguistica, Roma, Carocci, p. 11-12)
- N. Grandi (2003): Il tipo si caratterizza come uno strumento puramente esplicativo creato dal
linguista, non come una strategia effettivamente in uso nelle lingue. I tipi linguistici dunque non
sono lingue storico-naturali, ma modelli di descrizione delle lingue storico-naturali. (Fondamenti di
tipologia linguistica, Roma, Carocci, p. 14)
3.1. Come stabilire la ‘pertinenza’ di un parametro
- deve consentire variabilità interlinguistica
1) Presenza di consonanti: variabilità zero: tutte le lingue storico-naturali hanno consonanti
Un solo tipo linguistico
3
11) Presenza di consonanti occlusive
Numero
Lingua
3
4
5
6
Taopiri (Indo-Pacific)
Burera (Australian), Nama (Khoisan)
Beembe (Niger-Kord0fanian), Dani (Indo-Pacific)
Evenki (Ural-Altaic), Greek (Indo-European), Hopi (Northern Amerind), Mandarin
(Sino-Tibetan), Tagalog (Austro-Tai)
Carib (Southern Amerind), Hebrew (Afro-Asiatic), Kanuri (Nilo-Saharan), Maasai
(Nilo-Saharan)
Diyari (Australian)
Finnish (Ural-Altaic), Khmer (Austro-Asiatic), Thai (Austro-Tai)
Hausa (Afro-Asiatic), Wolof (Niger-Kordofanian)
???
Quechua (Southern Amerind)
Tlingit (Northern Amerind), Yao (Sino-Tibetan)
???
Telegu (Dravidian)
Bengali (Indo-European)
Munadri (Austro-Asiatic)
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
- deve consentire predittività
- N. Grandi (2003): Il tipo […] non è un mero elenco di proprietà linguistiche, ma ha un carattere
prettamente strutturale. In questo senso, la tipologia deve farsi carico di esplicitare non tanto - o
meglio non solo - l’insieme delle proprietà che fanno parte del tipo, quanto piuttosto il principio
soggiacente che le pone in correlazione. In altre parole, per la tipologia linguistica non sono
rilevanti le singole caratteristiche in sé - in questo caso, infatti, siamo ancora ad un livello
puramente descrittivo -, ma la ratio profonda che spiega i rapporti che intercorrono tra esse: è solo
in questo caso che la tipologia diviene predittiva.
(Fondamenti di tipologia linguistica, Roma, Carocci, p. 13-14)
4
La tipologia sintattica
1. La frase indipendente dichiarativa assertiva: l’ordine di soggetto, verbo e oggetto
1) Parametri di indagine:
a) posizione del soggetto (S)
b) posizione dell’oggetto diretto (O)
c) posizione del verbo (V)
2) Tipi logicamente possibili:
a) SOV
b) SVO
c) VSO
d) VOS
e) OVS
f) OSV
N.B. Parlare di costituenti, nello specifico di soggetto, oggetto diretto e verbo, non significa
stabilire che ognuno di essi si realizzi con una parola. Quindi, le frasi Marco ama Giulia e Il
ragazzo moro dell’interno otto al terzo piano ama quella ragazza carina che da poco si è trasferita
nel nostro palazzo andranno considerate, rispetto all’ordine dei costituenti, come del tutto
equivalenti. In entrambe, il soggetto (Marco e Il ragazzo moro dell’interno otto al terzo piano)
precede il verbo (ama), che a sua volta è seguito dall’oggetto diretto (Giulia e quella ragazza carina
che da poco si è trasferita nel nostro palazzo).
3) Tipi effettivamente attestati: SOV, SVO, VSO
4) Diffusione dei tre tipi rimanenti:
VOS: malgascio (Madagascar) e coeur d’Aléne (lingua penuti parlata a Nord di Salt Lake City);
OVS: hixkaryana (Brasile) e, in parte, le lingue penuti dei gruppi coos e siuslaw (parlate nella
regione a nord di San Francisco);
OSV: privo di attestazioni
5) Diffusione dei tipi tra le lingue d'Europa
SOV lingue indo-arie (lingue degli zingari, pur in modo non uniforme); lingue ugro-finniche ad
eccezione del finnico e dell’estone; basco; lingue turche; calmucco
SVO lingue romanze; albanese; neogreco; lingue germaniche; lingue slave; lingue baltiche;
bretone; finnico, estone; maltese
VSO lingue celtiche (ad eccezione del bretone)
VOS nessuna attestazione nelle lingue d’Europa
OVS nessuna attestazione nelle lingue d’Europa
OSV nessuna attestazione nelle lingue d’Europa
N.B. ungherese (tipo misto: SVO/SOV)
1
2
Sintassi
Si occupa delle combinazioni possibili delle parole e delle leggi che le governano.
Unità minima: la PAROLA
Unità intermedia: il SINTAGMA
Unità massima: la FRASE
Sintagma: è un gruppo di parole (ma non tutti i gruppi di parole sono sintagmi !).
Criteri per la definizione di un sintagma:
a) mobilità: sono sintagmi quei gruppi di parole che si spostano ‘in blocco’:
Es.
I bambini piccoli prendono il latte
Prendono il latte, i bambini piccoli
Il latte prendono, il bambini piccoli
*Piccoli prendono il latte i bambini
*Il prendono latte i bambini piccoli
b) isolabilità: sono sintagmi quei gruppi di parole che possono formare da soli
un enunciato
Es.
I bambini piccoli prendono il latte
Chi prende il latte?
I bambini piccoli.
Cosa fanno i bambini piccoli?
Prendono il latte
Cosa prendono i bambini piccoli?
Il latte
c) sostituibilità: sono sintagmi quei gruppi di parole che possono essere
sostituiti da un elemento anaforico
Es.
I bambini piccoli prendono il latte
Loro prendono il latte
I bambini piccoli lo prendono
…
Quindi, nella frase i bambini piccoli prendono il latte possiamo identificare:
un sintagma nominale: i bambini piccoli
un sintagma verbale: prendono il latte
un ulteriore sintagma nominale: il latte
Quindi, UN SINTAGMA PUÓ CONTENERE AL SUO INTERNO ALTRI SINTAGMI
E A SUA VOLTA PUÓ FAR PARTE DI UN SINTAGMA PIÚ AMPIO
Testa: è l’elemento che dà nome al sintagma; è l’unico elemento davvero
obbligatorio del sintagma; è l’elemento che governa le relazioni sintattiche
all’interno del sintagma. Gli altri elementi del sintagma sono detti modificatori o
complementi della testa
2. L’ordine dei costituenti nel sintagma verbale, nel sintagma nominale e nel sintagma
adposizionale
6) Parametri di indagine:
a) ordine di verbo (V) e oggetto diretto (O)
b) struttura del sintagma adposizionale: preposizioni (Pr) vs. posposizioni (Po)
c) ordine di nome e genitivo nel sintagma nominale (NG vs GN);
d) ordine di nome ed aggettivo nel sintagma nominale (NA vs AN).
…
7) Tipi logicamente possibili:
Svariate decine
8) Tipi effettivamente attestati tra le lingue del mondo
Circa 18. Tuttavia, la maggior parte delle lingue parlate al mondo tende a concentrarsi in tre tipi:
VO, Pr, NG, NA ebraico, aramaico, arabo, berbero; masai; lingue polinesiane e probabilmente
altre lingue austronesiane; la maggior parte delle lingue del gruppo benue-congo incluse tutte le
lingue bantu; la maggior parte del gruppo chad della famiglia camito-semitica; vietnamese, le lingue
tailandesi; ecc.
OV, Po, GN, AN hindi, bengalese e altre lingue arie dell’India; armeno moderno; coreano,
giapponese, molte lingue caucasiche; lingue dravidiche; ecc.
OV, Po, GN, NA birmano, tibetano classico; la maggior parte delle lingue australiane.
9) Tipi più diffusi tra le lingue d'Europa
VO, Pr, NG, NA lingue romanze, albanese, neogreco, lingue celtiche (escluso il bretone)
VO, Pr, NG, AN una parte delle lingue germaniche (tedesco, olandese, islandese); lingue slave
VO, Pr, GN, AN le restanti lingue germaniche (svedese, norvegese, danese)
VO, Po, GN, NA finnico, estone
OV, Po, GN, AN le altre lingue ugro-finniche; le lingue turche
OV, Po, GN, NA basco
10) Prima possibile spiegazione
Ordine dei costituenti nel
sintagma verbale sintagma adposizionale sintagma nominale
a. VO Pr NG, NA
b. OV Po GN, AN( / NA)
Tipo a.: testa-complementi (cfr. 11)
Tipo b.: complementi-testa (cfr. 12)
11) La struttura del sintagma: matrice testa complemento
Italiano (Indo-European, Romance)
(S)VO (Luca) mangia la mela
NA
(Luca mangia) la mela rossa
NG
(Luca mangia) la mela di Marco
Nrel
(Luca mangia) la mela che Marco ha raccolto
Prep
(Luca torna) a casa
…
3
12)
La struttura del sintagma: matrice testa complemento
Oroqen (Manchu-Tungus)
(S)OV
( i): ri
t ɔmɔ
araki-wa
umt aj
(tu) questo bicchiere liquore-ODIR bere
(Tu) hai bevuto questo bicchiere di liquore
AN
ɔrɔbkun t :tiw
bagnato abiti
‘abiti bagnati’
GN
min i
araki-w
di me
liquore-1S
‘il mio liquore’
RelN
bu: ugt i-r -t -wun
murin
noi cavalcare-REL-PRES-1P cavallo
‘Il cavallo che noi cavalchiamo’
Posp
kɔ:kanmi dʒa:lin
bambini
per
‘per i bambini’
13) Seconda possibile spiegazione: la Branching Direction Theory (Teoria della direzione della
ramificazione). La coerenza tipologica nei costrutti che compongono i due tipi VO e OV è
rigorosamente rispettata solo dai costituenti che hanno una struttura (micro)sintattica interna, cioè
dai costituenti che, in una rappresentazione ad albero (cfr. 15 sotto), esibiscano una ‘ramificazione’.
Al contrario, i costituenti di tipo puramente lessicale (privi dunque di struttura sintattica) sono meno
propensi ad occupare rigidamente una specifica posizione.
14)
15)
Inglese:
(S)VO
(Mary) eats an apple
AN
black dog
NG (ma anche GN) (the) leader of the party (ma anche Anne’s bike)
NRel
the book that I read
Italiano
(S)VO
ART N
NAgg
AggN
NSAgg
*SAggN
il gatto insegue il topo
il gatto
(il) gatto bello
(il) bel gatto
(il) gatto molto bello
*(il) molto bello gatto
4
16) Inglese
a)
SN
b)
N
SP
leader
P
of
Agg
black
SN
c)
N
dog
SN
N
F Rel
SN
the party
Pron
book
that
F
Pron
V
I
read
17) Italiano
a)
Art
il
SN
b)
N
gatto
SN
SN
Agg
c)
SN
Art
Agg
d)
N
SN
Art
SN
N
Art
il
SAgg
N
gatto bello
il
bel
Avv
Agg
molto
bello
gatto
il
gatto
Legenda: Agg(ettivo), F(rase), F Rel (frase relativa), N(ome), P(reposizione), Pron(ome), SN (Sintagma nominale), SP (sintagma preposizionale), V(erbo).
5
(wals.info)
6
Il campione rappresentativo di lingue
1.1. Le possibili distorsioni
i] distorsioni genetiche: un campione rappresentativo non deve dare eccessiva rappresentazione ad
alcune famiglie linguistiche a scapito di altre.
ii] distorsioni areali: un campione rappresentativo deve tenere conto del fatto che lingue non
imparentate, ma parlate nel medesimo contesto geografico possono sviluppare tratti in comune in
virtù dei contatti tra i rispettivi gruppi di parlanti
iii] distorsioni tipologiche: un campione rappresentativo non deve apparire sbilanciato a favore di
determinate configurazioni tipologiche a svantaggio di altre.
iv] distorsioni legate alla consistenza numerica delle comunità parlanti: il rischio di incappare in
distorsioni di questo tipo è davvero elevato, se si pensa che, delle 6000 lingue in uso oggi sulla
Terra, circa 100 sono parlate da più dell’80% della popolazione umana.
1.2. Alcuni campioni di lingue
1.2.1. Greenberg (1962 e 1966)
Lingue europee: basco, serbo, gallese, norvegese, greco moderno, italiano, finlandese
Lingue africane: yoruba, nubico, swahili, fulani, masai, songhai, berbero
Lingue asiatiche: turco, ebraico, burushaski, hindi, kannada, giapponese, tailandese, birmano,
malese
Lingue oceaniche: maori, loritja
Lingue amerindiane: maya, zapoteco, quechua, chibcha, guaranti
“Questa campionatura è stata selezionata prevalentemente per convenienza. In generale, essa
contiene lingue con cui avevo qualche previa familiarità o per cui potevo disporre di una
grammatica ragionevolmente adeguata. I suoi difetti sono ovvi, quantunque si sia fatto un tentativo
per raggiungere una «copertura» genetica e geografica più ampia possibile.” (p. 117)
J. H. Greenberg (1962), Some Universals of Grammar with Particular Reference to the Order of
Meaningful Elements, in id. (ed.), Universals of Language, Cambridge (Mass.), MIT Press, pp. 73113 (trad. it. (1976), Alcuni universali della grammatica con particolare riferimento all’ordine degli
elementi significativi, in P. Ramat (a cura di), La tipologia linguistica, Bologna, Il Mulino, pp. 115154)
1.2.2. World Atlas of Language Structures
http://wals.info/
Language sample
Ideally, the Atlas would describe the features in a set of languages that is uniform for all the chapters. Since this is very
difficult to achieve, we have opted for a compromise model. There will be a core sample of 100 languages. We strongly
recommend that authors provide data for these 100 languages, if at all possible. Beyond that, individual authors samples
may diverge.
However, individual samples must be sufficiently large and representative. Authors should strive for a sample size of
about 200 languages, though the absolute minimum, which may be acceptable for a few particularly difficult but
interesting features, is 100 languages. More than 200 languages are of course always possible and welcome. In selecting
the additional languages of their sample, authors should strive to choose languages more or less evenly from different
families and geographical areas. The following numbers of languages from different areas in the 100-language core
sample may provide a general idea of what seems to be suitable proportions: Africa: 18; Europe and Mainland Asia: 25;
1
Insular Southeast Asia and Pacific, excluding New Guinea and Australia: 8; New Guinea: 9; Australia: 7; North
America, including Mexico and Central America: 19; South America: 14.
The most important requirement is that no large area should be seriously underrepresented. For instance, a map with no
Australian or no Mesoamerican language is unacceptable, even if it contains dozens of Papuan and Amazonian
languages. Overrepresentation is acceptable in areas with low degree of language diversity or phylogenetic diversity,
e.g. in northern Eurasia and Bantu Africa. A map with data for (say) Swahili, Makua, Zulu, Herero, Kinyarwanda,
Duala and Shona is acceptable even though it overrepresents Bantu, because otherwise southern Africa would look
fairly empty. Likewise, authors should try not to include too many languages that are spoken in close vicinity, because
these are difficult to represent on a word-wide map, and in such cases some languages may have to be excluded from
the printed version. (For the CD-ROM version, so such limitation exists.)
Geographical closeness need not be a major consideration for the six areas of the Caucasus, California, southern
Mexico, southeastern Colombia, New Guinea and northern Australia, because inset maps will probably have to be
necessary for these areas anyway.
In addition to the 100-language sample, the editors propose an additional 100 languages that might be included in a
200-language sample for the Atlas, with the understanding that this additional list is only being included to assist
authors who do not already have samples and who could benefit from suggestions as to what languages to include
beyond the basic 100 languages.
Appendix: The samples
100-Language Sample:
Abkhaz, Acoma, Alamblak, Amele, Apurina, Asmat, Bagirmi, Barasano, Basque, Bukiyip,
Burmese, Burushaski, Canela-Kraho, Chalcatongo Mixtec, Chamorro, Chukchi, Copainala Zoque,
Cree, Daga, Egyptian Arabic, English, Fijian, Finnish, French, Georgian, German, Gooniyandi,
Grebo, Greek (Modern), Guarani, Harar Oromo, Hausa, Hebrew, Hindi, Hixkaryana, Hmong Njua,
Imbabura Quechua, Imonda, Indonesian, Jakaltek, Japanese, Koyraboro Senni Songhay, Kannada,
Karok, Kayardild, Kewa, Khalkha, Kiowa, Koasati, Korean, Krongo, Kutenai, Lakota, Lango,
Lavukaleve, Lezgian, Lower Grand Valley Dani, Luvale, Makah, Malagasy, Mandarin Chinese,
Mangarayi, Mapuche, Maricopa, Martuthunira, Mataco, Maung, Maybrat, Meithei, Nama
(Khoekhoe), Ngiyambaa, Oneida, Otomi, Paiwan, Persian, Piraha, Rama, Rapanui, Russian, Sango,
Sanuma, Slave, Spanish, Supyire, Swahili, Tagalog, Tamazight (Ayt Ndhir dialect), Thai, Tiwi,
Tukang Besi, Turkish, Vietnamese, Warao, Wari, West Greenlandic, Wichita, Yagua, Yaqui,
Yoruba, Zulu.
Additional languages in 200-Language Sample:
Abipon, Ainu, Araona, Armenian, Awa Pit, Aymara, Bambara, Bawm, Beja, Brahui, Bribri,
Cahuilla, Cambodian, Carib, Cayuvava, Coast Tsimshian, Comanche, Dehu, Diola-Fogny,
Dongolese Nubian, Ekari, Epena Pedee, Evenki, Ewe, Fur, Garo, Haida, Hanis Coos, Hungarian,
Hunzib, Igbo, Ika, Ingush, Iraqw, Irish, Kanuri, Kapau, Karo Batak, Kawesqar, Kayah Li, Kera,
Ket, Khasi, Khmu, Kilivila, Kiribatese, Kobon, Kongo, Koromfe, Kunama, Ladakhi, Lak, Latvian,
Lealao Chinantec, Lepcha, Maba, Maori, Maranungku, Marind, Mundari, Murle, Navajo, Ndyuka,
Nenets, Nez Perce, Ngiti, Nivkh, Nkore-Kiga, Nunggubuyu, Paamese, Passamaquoddy, Paumari,
Pitjantjatjara, Selknam, Semelai, Sentani, Shipibo-Konibo, Sierra Miwok, Southeastern Pomo,
Squamish, Suena, Taba, Tetelcingo Nahuatl, Tlingit, Trumai, Tunica, Una, Ungarinjin, UrubuKaapor, Usan, Wambaya, Wardaman, Witoto, Yidiny, Yimas, Yuchi, Yukaghir, Yup'ik, Yurok, !Xu
(Ju/'hoan).
2
3
1.2.3. Dryer (1992)
- 650 lingue
Lingue suddivise in
a) genera, raggruppamenti su base genetica con profondità temporale non superiore a 4000 anni. Ad
es. la fase indoeuropea non è considerata: il genus italico (cioè romanzo) è considerato dunque
come indipendente rispetto al genus germanico, esattamente come rispetto al genus ugrico (del
quale fa parte tra gli altri l’ungherese). Ogni genus vale uno nelle statistiche; il risultato è
determinato dalla media tra i valori espressi da ogni lingua che di esso fa parte.
b) sei macro-aree:
i. Africa
ii. Eurasia
iii. Asia sudorientali e Oceania
iv. Australia e Nuova Guinea
v. Nord America (compreso il Messico)
vi. Sud America
N.B. sono attestati fenomeni di contaminazione areale all’interno di una singola macro-area, ma non
paiono esistere fenomeni di contaminazione areale ‘a scavalco’ tra due macro-aree.
4
Danish
Swedish
Norwegian
Faroese
German
Luxembourgeois
East
East
North
West
Dutch
Frisian
West
Continental
North Sea
West
GERMANIC
5
English
Lingue indopacifiche / papuane
“Sul fatto che le lingue papuane siano tutte effettivamente imparentate permane ancora qualche dubbio
che la summenzionata carenza di documentazione con una suffi ciente profondità temporale non aiuta a
fugare. Sulla base delle attuali conoscenze risulta sostanzialmente impossibile tracciare una rete di
relazioni genetiche in grado di includere le oltre 700 lingue della famiglia e, di conseguenza, ricostruire
un’unica protolingua. Nella letteratura sul tema, ci si limita di norma a raggruppamenti di minor
estensione (oltre 60 […]), ciascuno con una propria lingua madre e con una profondità temporale
piuttosto limitata. In definitiva, il tratto davvero comune a tutti gli idiomi in esame è quello di essere
parlati nella medesima regione (l’isola di Nuova Guinea e altre isole fi nitime) e di non afferire alla
famiglia austronesiana (tanto che alcuni studiosi ritengono che la denominazione davvero corretta per la
famiglia sarebbe quella di “lingue del Pacifi co non austronesiane”)
(Nicola Grandi (2008), La “famiglia” delle lingue indopacifiche (papuane), in Banfi, E. e N. Grandi (a
cura di), Le lingue extraeuropee: Asia e Africa, Roma, Carocci, 560)
Molof
Kate
Mape
Eastern
Onge
Sentinel
South Andamanese
Huon
Finisterre-Huon
Central e Western
Trans-New Guinea
Andaman Islands
Indo-Pacific
6
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