La tipologia linguistica Alcune possibili definizioni - J. Maruzeau (1951): Lo studio tipologico delle lingue definisce le loro caratteristiche facendo astrazione dalla storia. (Lexique de la terminologie linguistique, Paris) - W. U. Dressler (1973): Con tipologia linguistica si intende la determinazione di categorie linguistiche generali come base per classificare le lingue secondo tipi, indipendentemente dalla loro origine storica [...]. In particolare, tipologia linguistica significa tipologia generalizzante delle lingue delle lingue secondo la somiglianza o non somiglianza della loro struttura linguistica. (Sprachtypologie, in P. Althaus / H. Henne / H.E. Wiegand (a c. di), Lexicon der germanistichen Linguistik, Tübingen, pp. 470-474. - B. Comrie (1981): La tipologia si occupa dello studio della variazione interlinguistica. (Language Universals and Linguistic Typology, Chicago, p. 34) - L. J. Whaley (1997): La tipologia è la classificazione delle lingue o di componenti delle lingue in base a caratteristiche formali condivise. (Introduction to typology, Thousand Oaks (California), p. 7) - S. Cristofaro e P. Ramat (1999): Obiettivo della tipologia linguistica è definire la nozione di lingua umana possibile in termini di un insieme di principi restrittivi. Il valore che a questi viene attribuito è sia descrittivo che predittivo. Essi devono infatti rendere conto dei fenomeni attestati nelle lingue del mondo […] escludendo al tempo stesso i fenomeni non attestati. In questo modo vengono stabiliti degli schemi di variazione e uniformità interlinguistica che corrispondono ad altrettante restrizioni sui tipi linguistici possibili. (Introduzione alla tipologia linguistica, Roma, p. 18) 2.2. Le parole chiave - sistema di classificazione delle lingue o di fenomeni linguistici - esclusione della dimensione storica - studio della variazione interlinguistica - individuazione di tipi linguistici - individuazione della lingua umana possibile 1 2.3 Obiettivi della tipologia linguistica La tipologia linguistica si occupa essenzialmente dello studio della variazione interlinguistica, classificando le lingue storico-naturali in base ad affinità o divergenze strutturali sistematiche. I raggruppamenti tra i quali le lingue vengono ripartite sono detti tipi linguistici. Due condizioni necessarie: a) le lingue del mondo, circa 6.000, sono diverse tra di loro; b) questa variazione non è frutto del caso, ma obbedisce a principi generali. La tipologia linguistica ambisce ad individuare proprio questi principi: - esplora i limiti della variabilità interlinguistica - cerca di capire quale sia il limite oltre il quale le lingue non possono spingersi - cerca di spiegare perché, dato un insieme di strutture formali teoricamente possibili (i tipi linguistici), alcune sono attestate e altre non sono mai attestate. - L. Hjelmslev (1966): In realtà, una tipologia linguistica esauriente è il compito più grande e più importante che si offre alla linguistica. Essa non è, come la linguistica genetica, limitata regionalmente. In fin dei conti, il suo compito è di rispondere alla domanda: quali strutture linguistiche sono possibili, e perché tali strutture sono possibili mentre altre non lo sono? Nel far ciò, essa di deve accostare, più di ogni altro tipo di linguistica, a quello che si potrebbe chiamare il problema della natura del linguaggio. E, in ultima analisi, essa si dimostrerà gerarchicamente superiore alla linguistica genetica; soltanto essa può in effetti consentirci di comprendere le leggi generali secondo le quali le lingue cambiano e le possibilità di cambiamento che un dato tipo comporta. (Parenté typologique des langues, in Le langue, Paris) 2.4. Cosa si può ‘tipologizzare’ - tipologia di un fenomeno linguistico: es. la subordinazione S. Cristofaro (2003), Subordination, Oxford, Oxford University Press - tipologia di una categoria linguistica: es. la parola R.M.W. Dixon / A. Y. Aikhenvald (eds.) (2004), Word : a cross-linguistic typology, Cambridge, Cambridge University Press, 2004 - tipologia di una sola lingua: es. sardo I. Putzu (ed.) (2005), Sardinian in typlogical perspective, Berlin, Akademie Verlag (special issue of Sprachtyplogie und Universalienforshung, n° 58) 2 - tipologia di una famiglia linguistica: lingue romanze M. Harris / N. Vincent (eds.) (1988), The Romance Languages, London, Rutledge - tipologia di una regione geolinguistica: es. Europa J. Bechert / G. Bernini / C. Buridant (eds.) (1990), Toward a Typology of European Languages, Berlin-New York, Mouton de Gruyter. - tipologia di un’area linguistica: i Balcani E. Banfi (1985), Linguistica balcanica, Bologna, Zanichelli - tipologia delle lingue del mondo G. L. Campbell (2000), Compendium of the world’s languages, London-New York, Routledge La nozione di tipo linguistico - P. Ramat (1984): Il concetto di ‘tipo linguistico’ […] si può configurare pertanto, dal punto di vista epistemologico, come un modello teorico di descrizione linguistica, il quale […] non esiste nella realtà, ma può servire – e di fatto serve ottimamente – a spiegare la realtà delle lingue, poiché in queste esistono fenomeni che sono interpretabili in termini tipologici (Linguistica tipologica, Bologna, Il Mulino, p. 14) - N. Grandi (2003): Possiamo definire il tipo linguistico come una combinazione di proprietà strutturali logicamente indipendenti le une dalle altre, ma reciprocamente correlate […]. Ciascuna di queste proprietà risulterà pertinente qualora permetta di prevedere la presenza delle altre proprietà del tipo. (Fondamenti di tipologia linguistica, Roma, Carocci, p. 11-12) - N. Grandi (2003): Il tipo si caratterizza come uno strumento puramente esplicativo creato dal linguista, non come una strategia effettivamente in uso nelle lingue. I tipi linguistici dunque non sono lingue storico-naturali, ma modelli di descrizione delle lingue storico-naturali. (Fondamenti di tipologia linguistica, Roma, Carocci, p. 14) 3.1. Come stabilire la ‘pertinenza’ di un parametro - deve consentire variabilità interlinguistica 1) Presenza di consonanti: variabilità zero: tutte le lingue storico-naturali hanno consonanti Un solo tipo linguistico 3 11) Presenza di consonanti occlusive Numero Lingua 3 4 5 6 Taopiri (Indo-Pacific) Burera (Australian), Nama (Khoisan) Beembe (Niger-Kord0fanian), Dani (Indo-Pacific) Evenki (Ural-Altaic), Greek (Indo-European), Hopi (Northern Amerind), Mandarin (Sino-Tibetan), Tagalog (Austro-Tai) Carib (Southern Amerind), Hebrew (Afro-Asiatic), Kanuri (Nilo-Saharan), Maasai (Nilo-Saharan) Diyari (Australian) Finnish (Ural-Altaic), Khmer (Austro-Asiatic), Thai (Austro-Tai) Hausa (Afro-Asiatic), Wolof (Niger-Kordofanian) ??? Quechua (Southern Amerind) Tlingit (Northern Amerind), Yao (Sino-Tibetan) ??? Telegu (Dravidian) Bengali (Indo-European) Munadri (Austro-Asiatic) 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 - deve consentire predittività - N. Grandi (2003): Il tipo […] non è un mero elenco di proprietà linguistiche, ma ha un carattere prettamente strutturale. In questo senso, la tipologia deve farsi carico di esplicitare non tanto - o meglio non solo - l’insieme delle proprietà che fanno parte del tipo, quanto piuttosto il principio soggiacente che le pone in correlazione. In altre parole, per la tipologia linguistica non sono rilevanti le singole caratteristiche in sé - in questo caso, infatti, siamo ancora ad un livello puramente descrittivo -, ma la ratio profonda che spiega i rapporti che intercorrono tra esse: è solo in questo caso che la tipologia diviene predittiva. (Fondamenti di tipologia linguistica, Roma, Carocci, p. 13-14) 4 La tipologia sintattica 1. La frase indipendente dichiarativa assertiva: l’ordine di soggetto, verbo e oggetto 1) Parametri di indagine: a) posizione del soggetto (S) b) posizione dell’oggetto diretto (O) c) posizione del verbo (V) 2) Tipi logicamente possibili: a) SOV b) SVO c) VSO d) VOS e) OVS f) OSV N.B. Parlare di costituenti, nello specifico di soggetto, oggetto diretto e verbo, non significa stabilire che ognuno di essi si realizzi con una parola. Quindi, le frasi Marco ama Giulia e Il ragazzo moro dell’interno otto al terzo piano ama quella ragazza carina che da poco si è trasferita nel nostro palazzo andranno considerate, rispetto all’ordine dei costituenti, come del tutto equivalenti. In entrambe, il soggetto (Marco e Il ragazzo moro dell’interno otto al terzo piano) precede il verbo (ama), che a sua volta è seguito dall’oggetto diretto (Giulia e quella ragazza carina che da poco si è trasferita nel nostro palazzo). 3) Tipi effettivamente attestati: SOV, SVO, VSO 4) Diffusione dei tre tipi rimanenti: VOS: malgascio (Madagascar) e coeur d’Aléne (lingua penuti parlata a Nord di Salt Lake City); OVS: hixkaryana (Brasile) e, in parte, le lingue penuti dei gruppi coos e siuslaw (parlate nella regione a nord di San Francisco); OSV: privo di attestazioni 5) Diffusione dei tipi tra le lingue d'Europa SOV lingue indo-arie (lingue degli zingari, pur in modo non uniforme); lingue ugro-finniche ad eccezione del finnico e dell’estone; basco; lingue turche; calmucco SVO lingue romanze; albanese; neogreco; lingue germaniche; lingue slave; lingue baltiche; bretone; finnico, estone; maltese VSO lingue celtiche (ad eccezione del bretone) VOS nessuna attestazione nelle lingue d’Europa OVS nessuna attestazione nelle lingue d’Europa OSV nessuna attestazione nelle lingue d’Europa N.B. ungherese (tipo misto: SVO/SOV) 1 2 Sintassi Si occupa delle combinazioni possibili delle parole e delle leggi che le governano. Unità minima: la PAROLA Unità intermedia: il SINTAGMA Unità massima: la FRASE Sintagma: è un gruppo di parole (ma non tutti i gruppi di parole sono sintagmi !). Criteri per la definizione di un sintagma: a) mobilità: sono sintagmi quei gruppi di parole che si spostano ‘in blocco’: Es. I bambini piccoli prendono il latte Prendono il latte, i bambini piccoli Il latte prendono, il bambini piccoli *Piccoli prendono il latte i bambini *Il prendono latte i bambini piccoli b) isolabilità: sono sintagmi quei gruppi di parole che possono formare da soli un enunciato Es. I bambini piccoli prendono il latte Chi prende il latte? I bambini piccoli. Cosa fanno i bambini piccoli? Prendono il latte Cosa prendono i bambini piccoli? Il latte c) sostituibilità: sono sintagmi quei gruppi di parole che possono essere sostituiti da un elemento anaforico Es. I bambini piccoli prendono il latte Loro prendono il latte I bambini piccoli lo prendono … Quindi, nella frase i bambini piccoli prendono il latte possiamo identificare: un sintagma nominale: i bambini piccoli un sintagma verbale: prendono il latte un ulteriore sintagma nominale: il latte Quindi, UN SINTAGMA PUÓ CONTENERE AL SUO INTERNO ALTRI SINTAGMI E A SUA VOLTA PUÓ FAR PARTE DI UN SINTAGMA PIÚ AMPIO Testa: è l’elemento che dà nome al sintagma; è l’unico elemento davvero obbligatorio del sintagma; è l’elemento che governa le relazioni sintattiche all’interno del sintagma. Gli altri elementi del sintagma sono detti modificatori o complementi della testa 2. L’ordine dei costituenti nel sintagma verbale, nel sintagma nominale e nel sintagma adposizionale 6) Parametri di indagine: a) ordine di verbo (V) e oggetto diretto (O) b) struttura del sintagma adposizionale: preposizioni (Pr) vs. posposizioni (Po) c) ordine di nome e genitivo nel sintagma nominale (NG vs GN); d) ordine di nome ed aggettivo nel sintagma nominale (NA vs AN). … 7) Tipi logicamente possibili: Svariate decine 8) Tipi effettivamente attestati tra le lingue del mondo Circa 18. Tuttavia, la maggior parte delle lingue parlate al mondo tende a concentrarsi in tre tipi: VO, Pr, NG, NA ebraico, aramaico, arabo, berbero; masai; lingue polinesiane e probabilmente altre lingue austronesiane; la maggior parte delle lingue del gruppo benue-congo incluse tutte le lingue bantu; la maggior parte del gruppo chad della famiglia camito-semitica; vietnamese, le lingue tailandesi; ecc. OV, Po, GN, AN hindi, bengalese e altre lingue arie dell’India; armeno moderno; coreano, giapponese, molte lingue caucasiche; lingue dravidiche; ecc. OV, Po, GN, NA birmano, tibetano classico; la maggior parte delle lingue australiane. 9) Tipi più diffusi tra le lingue d'Europa VO, Pr, NG, NA lingue romanze, albanese, neogreco, lingue celtiche (escluso il bretone) VO, Pr, NG, AN una parte delle lingue germaniche (tedesco, olandese, islandese); lingue slave VO, Pr, GN, AN le restanti lingue germaniche (svedese, norvegese, danese) VO, Po, GN, NA finnico, estone OV, Po, GN, AN le altre lingue ugro-finniche; le lingue turche OV, Po, GN, NA basco 10) Prima possibile spiegazione Ordine dei costituenti nel sintagma verbale sintagma adposizionale sintagma nominale a. VO Pr NG, NA b. OV Po GN, AN( / NA) Tipo a.: testa-complementi (cfr. 11) Tipo b.: complementi-testa (cfr. 12) 11) La struttura del sintagma: matrice testa complemento Italiano (Indo-European, Romance) (S)VO (Luca) mangia la mela NA (Luca mangia) la mela rossa NG (Luca mangia) la mela di Marco Nrel (Luca mangia) la mela che Marco ha raccolto Prep (Luca torna) a casa … 3 12) La struttura del sintagma: matrice testa complemento Oroqen (Manchu-Tungus) (S)OV ( i): ri t ɔmɔ araki-wa umt aj (tu) questo bicchiere liquore-ODIR bere (Tu) hai bevuto questo bicchiere di liquore AN ɔrɔbkun t :tiw bagnato abiti ‘abiti bagnati’ GN min i araki-w di me liquore-1S ‘il mio liquore’ RelN bu: ugt i-r -t -wun murin noi cavalcare-REL-PRES-1P cavallo ‘Il cavallo che noi cavalchiamo’ Posp kɔ:kanmi dʒa:lin bambini per ‘per i bambini’ 13) Seconda possibile spiegazione: la Branching Direction Theory (Teoria della direzione della ramificazione). La coerenza tipologica nei costrutti che compongono i due tipi VO e OV è rigorosamente rispettata solo dai costituenti che hanno una struttura (micro)sintattica interna, cioè dai costituenti che, in una rappresentazione ad albero (cfr. 15 sotto), esibiscano una ‘ramificazione’. Al contrario, i costituenti di tipo puramente lessicale (privi dunque di struttura sintattica) sono meno propensi ad occupare rigidamente una specifica posizione. 14) 15) Inglese: (S)VO (Mary) eats an apple AN black dog NG (ma anche GN) (the) leader of the party (ma anche Anne’s bike) NRel the book that I read Italiano (S)VO ART N NAgg AggN NSAgg *SAggN il gatto insegue il topo il gatto (il) gatto bello (il) bel gatto (il) gatto molto bello *(il) molto bello gatto 4 16) Inglese a) SN b) N SP leader P of Agg black SN c) N dog SN N F Rel SN the party Pron book that F Pron V I read 17) Italiano a) Art il SN b) N gatto SN SN Agg c) SN Art Agg d) N SN Art SN N Art il SAgg N gatto bello il bel Avv Agg molto bello gatto il gatto Legenda: Agg(ettivo), F(rase), F Rel (frase relativa), N(ome), P(reposizione), Pron(ome), SN (Sintagma nominale), SP (sintagma preposizionale), V(erbo). 5 (wals.info) 6 Il campione rappresentativo di lingue 1.1. Le possibili distorsioni i] distorsioni genetiche: un campione rappresentativo non deve dare eccessiva rappresentazione ad alcune famiglie linguistiche a scapito di altre. ii] distorsioni areali: un campione rappresentativo deve tenere conto del fatto che lingue non imparentate, ma parlate nel medesimo contesto geografico possono sviluppare tratti in comune in virtù dei contatti tra i rispettivi gruppi di parlanti iii] distorsioni tipologiche: un campione rappresentativo non deve apparire sbilanciato a favore di determinate configurazioni tipologiche a svantaggio di altre. iv] distorsioni legate alla consistenza numerica delle comunità parlanti: il rischio di incappare in distorsioni di questo tipo è davvero elevato, se si pensa che, delle 6000 lingue in uso oggi sulla Terra, circa 100 sono parlate da più dell’80% della popolazione umana. 1.2. Alcuni campioni di lingue 1.2.1. Greenberg (1962 e 1966) Lingue europee: basco, serbo, gallese, norvegese, greco moderno, italiano, finlandese Lingue africane: yoruba, nubico, swahili, fulani, masai, songhai, berbero Lingue asiatiche: turco, ebraico, burushaski, hindi, kannada, giapponese, tailandese, birmano, malese Lingue oceaniche: maori, loritja Lingue amerindiane: maya, zapoteco, quechua, chibcha, guaranti “Questa campionatura è stata selezionata prevalentemente per convenienza. In generale, essa contiene lingue con cui avevo qualche previa familiarità o per cui potevo disporre di una grammatica ragionevolmente adeguata. I suoi difetti sono ovvi, quantunque si sia fatto un tentativo per raggiungere una «copertura» genetica e geografica più ampia possibile.” (p. 117) J. H. Greenberg (1962), Some Universals of Grammar with Particular Reference to the Order of Meaningful Elements, in id. (ed.), Universals of Language, Cambridge (Mass.), MIT Press, pp. 73113 (trad. it. (1976), Alcuni universali della grammatica con particolare riferimento all’ordine degli elementi significativi, in P. Ramat (a cura di), La tipologia linguistica, Bologna, Il Mulino, pp. 115154) 1.2.2. World Atlas of Language Structures http://wals.info/ Language sample Ideally, the Atlas would describe the features in a set of languages that is uniform for all the chapters. Since this is very difficult to achieve, we have opted for a compromise model. There will be a core sample of 100 languages. We strongly recommend that authors provide data for these 100 languages, if at all possible. Beyond that, individual authors samples may diverge. However, individual samples must be sufficiently large and representative. Authors should strive for a sample size of about 200 languages, though the absolute minimum, which may be acceptable for a few particularly difficult but interesting features, is 100 languages. More than 200 languages are of course always possible and welcome. In selecting the additional languages of their sample, authors should strive to choose languages more or less evenly from different families and geographical areas. The following numbers of languages from different areas in the 100-language core sample may provide a general idea of what seems to be suitable proportions: Africa: 18; Europe and Mainland Asia: 25; 1 Insular Southeast Asia and Pacific, excluding New Guinea and Australia: 8; New Guinea: 9; Australia: 7; North America, including Mexico and Central America: 19; South America: 14. The most important requirement is that no large area should be seriously underrepresented. For instance, a map with no Australian or no Mesoamerican language is unacceptable, even if it contains dozens of Papuan and Amazonian languages. Overrepresentation is acceptable in areas with low degree of language diversity or phylogenetic diversity, e.g. in northern Eurasia and Bantu Africa. A map with data for (say) Swahili, Makua, Zulu, Herero, Kinyarwanda, Duala and Shona is acceptable even though it overrepresents Bantu, because otherwise southern Africa would look fairly empty. Likewise, authors should try not to include too many languages that are spoken in close vicinity, because these are difficult to represent on a word-wide map, and in such cases some languages may have to be excluded from the printed version. (For the CD-ROM version, so such limitation exists.) Geographical closeness need not be a major consideration for the six areas of the Caucasus, California, southern Mexico, southeastern Colombia, New Guinea and northern Australia, because inset maps will probably have to be necessary for these areas anyway. In addition to the 100-language sample, the editors propose an additional 100 languages that might be included in a 200-language sample for the Atlas, with the understanding that this additional list is only being included to assist authors who do not already have samples and who could benefit from suggestions as to what languages to include beyond the basic 100 languages. Appendix: The samples 100-Language Sample: Abkhaz, Acoma, Alamblak, Amele, Apurina, Asmat, Bagirmi, Barasano, Basque, Bukiyip, Burmese, Burushaski, Canela-Kraho, Chalcatongo Mixtec, Chamorro, Chukchi, Copainala Zoque, Cree, Daga, Egyptian Arabic, English, Fijian, Finnish, French, Georgian, German, Gooniyandi, Grebo, Greek (Modern), Guarani, Harar Oromo, Hausa, Hebrew, Hindi, Hixkaryana, Hmong Njua, Imbabura Quechua, Imonda, Indonesian, Jakaltek, Japanese, Koyraboro Senni Songhay, Kannada, Karok, Kayardild, Kewa, Khalkha, Kiowa, Koasati, Korean, Krongo, Kutenai, Lakota, Lango, Lavukaleve, Lezgian, Lower Grand Valley Dani, Luvale, Makah, Malagasy, Mandarin Chinese, Mangarayi, Mapuche, Maricopa, Martuthunira, Mataco, Maung, Maybrat, Meithei, Nama (Khoekhoe), Ngiyambaa, Oneida, Otomi, Paiwan, Persian, Piraha, Rama, Rapanui, Russian, Sango, Sanuma, Slave, Spanish, Supyire, Swahili, Tagalog, Tamazight (Ayt Ndhir dialect), Thai, Tiwi, Tukang Besi, Turkish, Vietnamese, Warao, Wari, West Greenlandic, Wichita, Yagua, Yaqui, Yoruba, Zulu. Additional languages in 200-Language Sample: Abipon, Ainu, Araona, Armenian, Awa Pit, Aymara, Bambara, Bawm, Beja, Brahui, Bribri, Cahuilla, Cambodian, Carib, Cayuvava, Coast Tsimshian, Comanche, Dehu, Diola-Fogny, Dongolese Nubian, Ekari, Epena Pedee, Evenki, Ewe, Fur, Garo, Haida, Hanis Coos, Hungarian, Hunzib, Igbo, Ika, Ingush, Iraqw, Irish, Kanuri, Kapau, Karo Batak, Kawesqar, Kayah Li, Kera, Ket, Khasi, Khmu, Kilivila, Kiribatese, Kobon, Kongo, Koromfe, Kunama, Ladakhi, Lak, Latvian, Lealao Chinantec, Lepcha, Maba, Maori, Maranungku, Marind, Mundari, Murle, Navajo, Ndyuka, Nenets, Nez Perce, Ngiti, Nivkh, Nkore-Kiga, Nunggubuyu, Paamese, Passamaquoddy, Paumari, Pitjantjatjara, Selknam, Semelai, Sentani, Shipibo-Konibo, Sierra Miwok, Southeastern Pomo, Squamish, Suena, Taba, Tetelcingo Nahuatl, Tlingit, Trumai, Tunica, Una, Ungarinjin, UrubuKaapor, Usan, Wambaya, Wardaman, Witoto, Yidiny, Yimas, Yuchi, Yukaghir, Yup'ik, Yurok, !Xu (Ju/'hoan). 2 3 1.2.3. Dryer (1992) - 650 lingue Lingue suddivise in a) genera, raggruppamenti su base genetica con profondità temporale non superiore a 4000 anni. Ad es. la fase indoeuropea non è considerata: il genus italico (cioè romanzo) è considerato dunque come indipendente rispetto al genus germanico, esattamente come rispetto al genus ugrico (del quale fa parte tra gli altri l’ungherese). Ogni genus vale uno nelle statistiche; il risultato è determinato dalla media tra i valori espressi da ogni lingua che di esso fa parte. b) sei macro-aree: i. Africa ii. Eurasia iii. Asia sudorientali e Oceania iv. Australia e Nuova Guinea v. Nord America (compreso il Messico) vi. Sud America N.B. sono attestati fenomeni di contaminazione areale all’interno di una singola macro-area, ma non paiono esistere fenomeni di contaminazione areale ‘a scavalco’ tra due macro-aree. 4 Danish Swedish Norwegian Faroese German Luxembourgeois East East North West Dutch Frisian West Continental North Sea West GERMANIC 5 English Lingue indopacifiche / papuane “Sul fatto che le lingue papuane siano tutte effettivamente imparentate permane ancora qualche dubbio che la summenzionata carenza di documentazione con una suffi ciente profondità temporale non aiuta a fugare. Sulla base delle attuali conoscenze risulta sostanzialmente impossibile tracciare una rete di relazioni genetiche in grado di includere le oltre 700 lingue della famiglia e, di conseguenza, ricostruire un’unica protolingua. Nella letteratura sul tema, ci si limita di norma a raggruppamenti di minor estensione (oltre 60 […]), ciascuno con una propria lingua madre e con una profondità temporale piuttosto limitata. In definitiva, il tratto davvero comune a tutti gli idiomi in esame è quello di essere parlati nella medesima regione (l’isola di Nuova Guinea e altre isole fi nitime) e di non afferire alla famiglia austronesiana (tanto che alcuni studiosi ritengono che la denominazione davvero corretta per la famiglia sarebbe quella di “lingue del Pacifi co non austronesiane”) (Nicola Grandi (2008), La “famiglia” delle lingue indopacifiche (papuane), in Banfi, E. e N. Grandi (a cura di), Le lingue extraeuropee: Asia e Africa, Roma, Carocci, 560) Molof Kate Mape Eastern Onge Sentinel South Andamanese Huon Finisterre-Huon Central e Western Trans-New Guinea Andaman Islands Indo-Pacific 6