Grecia e Irlanda, economia a confronto

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Il Sole 24 Ore
Domenica 3 Gennaio 2016 ­ N. 2
4
Le vie della ripresa
L’EUROZONA A DUE VELOCITÀ
La Grecia prepara
il braccio di ferro
con l’Ue sul debito
L’effetto dei piani di bailout
Atene resta in recessione mentre Dublino
è riuscita a risanare i conti e le banche
Grecia e Irlanda, economie a confronto
I BAILOUT (salvataggi)
In miliardi di euro
Grecia
no fino al marzo 2017. Anche il mercato obbligazio­
settembre, a fine campa­
nario di Atene lancia segnali di­
gna elettorale, in Piazza
stensivi: dopo aver passato un Syntagma, il cuore poli­
anno sulle montagne russe i
tico della infinita crisi greca, il
rendimenti del decennale greco
premier uscente, poi riconfer­
sono passati da un massimo di
mato nelle urne, Alexis Tsipras quasi il 20% nel mese di luglio, tentò di uscire dall’isolamento quando i timori di un’uscita del­
in cui era finito a Bruxelles nella
la zona euro hanno raggiunto il drammatica notte tra il 12 e 13 lu­
culmine durante i colloqui tra il glio quando decise di cedere al­
nuovo governo a guida Syriza e i
le richieste dei creditori e accet­
creditori internazionali, per poi
tare il terzo Memorandum di ri­
precipitare al 7% un mese fa. forme e austerità per evitare Ora i rendimenti veleggiano l’uscita dall’eurozona, come
tranquilli all’8,27%, più di 100 proposto a sorpresa dal mini­
punti base inferiori rispetto alla
stro delle Finanze tedesco, fine del 2014. Certo un livello an­
Wolfgang Schaeuble.
cora molto lontano dal rendi­
Tsipras fece la “kalotoum­
mento toccato il 30 dicembre ba”, la capriola in greco, accet­
scorso dal Bund decennale te­
tando il terzo piano di tagli alle
desco allo 0,64%, che pure è pas­
spese sociali e aumenti di tasse
sato dal minimo dello 0,05% di che il referendum di luglio ave­
metà aprile al massimo dell’1% va clamorosamente bocciato ai primi di giugno 2015. con il 61% dei voti. Era il punto
Alexis Tsipras, che ha vinto
più drammatico toccato dalla le elezioni per aver contrastato
L’ALFA E L’OMEGA
lunga crisi dei debiti sovrani
fieramente le richieste dei cre­
dell’eurozona.
ditori, oggi sta attuando la poli­
Quando Tsipras decise di ac­
tica del suo avversario, il con­
cettare gli 86 miliardi di euro di
servatore di Nea Dimokratia,
aiuti in cambio di nuove misure
Evangelos Meimarakis, che
di austerità i ribelli di Syriza
aveva chiesto la fine del brac­
uscirono sbattendo la porta e
cio di ferro con l’Europa, di
fondando un nuovo partito di
a Tigre celtica, dopo smetterla con le politiche av­
Unità popolare che però non
l’esplosione della bolla venturiste e di rispettare gli
riuscì nemmeno a entrare in immobiliare e il conseguente impegni con la Ue per poter ot­
Parlamento. In un’intervista ri­ dissesto bancario ha saputo tenere il sospirato taglio del
lasciata in quei giorni al quoti­ raddrizzare la barra e tornare, debito pubblico. A breve Tsi­
diano Ta Nea, il premier Tsi­ anche grazie a una fiscalità pras vuole proprio ridurre il
pras sottolineò che l’obiettivo superagevolta, a celebrare la debito, ma senza far entrare in
principale era la «formazione ripresa. Dublino ha saputo partita il Fondo monetario.
di un governo progressista di tornare in poco tempo a ritmi di Berlino, come al solito si oppo­
sinistra che sappia rinegoziare crescita cinesi. Molti dei suoi ne, e chiede che l’Fmi, garante
il debito della Grecia». E ora, giovani che si erano visti tecnico non sottomesso alla
quattro mesi dopo, con il so­ costretti ad emigrare stanno politica, debba rientrare in gio­
praggiungere della crisi dei facendo ritorno a casa dove co. Sul tema del debito si sa che
profughi, del terrorismo e del trovano occupazione. Una storia sia la direzione Ecofin della
referendum sull’uscita della a lieto fine, senza dimenticare i Commissione europea sia
Gran Bretagna dalla Ue, Atene duri sacrifici e le cicatrici sociali l’European stability mechani­
non è più la priorità delle situa­ che le politiche di austerità sm ci stanno lavorando. zioni a rischio in Europa. Ma, la hanno lasciato nella vita La Ue vorrebbe allungare i
tregua è solo apparente: sotto quotidiana degli irlandesi. termini e ridurre gli interessi o la cenere cova ancora il proble­
Tutta un’altra storia la al massimo concedere periodi ma del suo enorme debito che vicenda ellenica che non riesce di grazia, ma senza ridurre il de­
nel 2019 potrebbe raggiungere ancora a voltare pagina e bito per evitare precedenti pe­
il 186% del Pil. scacciare il fantasma della ricolosi. Jeroen Dijsselbloem, il
La partita di come riportare in Grexit. Ieri il governatore della presidente dell’Eurogruppo, carreggiata la Grecia è di nuovo Banca centrale di Grecia, Yannis aveva evocato la possibilità di
nelle mani del Fondo monetario Stournaras, ha invitato il porre un limite del 15% del Pil internazionale che a gennaio governo di sinistra guidato da come tetto massimo per gli one­
2016, come ha detto recente­ Alexis Tsipras ad approvare le ri sul debito, ma il governo gre­
mente il suo portavoce Gerry riforme (tra cui i tagli alle co lo ha bocciato ritenendolo Rice a Washington, «sulle basi pensioni e gli aumenti della troppo elevato. delle verifiche sulle riforme imposte agli agricoltori) per far Anche per il 2016 i colpi di
greche approvate a quel punto tornare la fiducia e i depositi scena non mancheranno ad
noi finalizzeremo la nostra po­ nelle banche appena Atene. Una partita che se la­
sizione dopo aver analizzato la ristrutturate. Due storie diverse sciata solo in mano agli ideologi
sostenibilità del debito». che disegnano un’eurozona a dell’austerità potrebbe spinge­
Il Fondo monetario vuole ri­ due velocità . Con una politica re Atene di nuovo sull’orlo del­
durre il debito prima di conce­ monetaria centrale ma senza l’abisso e mettere in crisi l’unità
dere nuovi prestiti (ci sono an­ una politica fiscale comune, dell’euro nonostante il whate­
cora 28 miliardi di euro di pro­ senza la quale il progetto rever it takes della Bce.
grammi di prestiti in scadenza a europeo sarà sempre zoppicante.
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A
marzo anche se l’Fmi non ha più
rilasciato soldi da giugno 2014).
Il premier Alexis Tispras
vorrebbe eliminare entro il prossimo marzo i controlli di capitale sulle banche che sono
ancora in vigore da giugno. Inoltre Atene spera di riconqui­
stare la fiducia degli investitori internazionali al punto di poter tornare a fine 2016 sul mercato dei capitali come ha pronosti­
cato il ministro delle Finanze Euclid Tsakalotos che ha sosti­
tuito il sulfureo Yanis Varou­
fakis, oggi messo in naftalina. A quel punto Atene, che è
quella che ne ha più bisogno,
potrebbe di nuovo essere am­
messa nel programma di ac­
quisto dei titoli pubblici della
Bce, quello che consente a Francoforte di acquistare 60 miliardi di asset al mese alme­
Il caos
e il lieto fine
*Offerta valida in Italia dal 23/12/2015 al 6/2/2016
L
1° bailout
2° bailout
3° bailout
110 miliardi
246 miliardi
86 miliardi
Irlanda
Nel novembre 2010 l’accordo
di bailout è stato raggiunto in seguito
alla crisi delle banche irlandesi
LA DISOCCUPAZIONE
In% del pil
Variazione %
+5,0
-1,3
180
In % della forza lavoro
102,7
173,5
144
24
0
108
18
-3
72
12
-6
36
6
-9
0
’04
’06
’08
’10
’12
+4,6
’14 2016
+4,5
’06
’08
’10
’12
28,2
180
’14 2016
95,4
’04
24
0
108
18
-3
72
12
-6
36
6
0
’06
’08
’10
’12
’14 2016
’06
’08
’10
’12
’14 2016
4,5
30
144
’04
23,2
0
’04
3
-9
10,6
30
3
6
67,5
IL DEBITO
IL PIL
6
442
Berlino vuole l’Fmi, Tsipras si oppone
di Vittorio Da Rold
Le incognite
Grecia verso un nuovo confronto con i creditori
Irlanda al test elettorale tra febbraio e marzo
8,7
0
’04
’06
’08
’10
’12
’14 2016
’04
’06
’08
Nota: dato 2015 e 2016, previsioni della Commissione Europea
’10
’12
’14 2016
Fonte: Eurostat
Il ritorno della Tigre celtica. Il rilancio dell’export e della domanda interna contribuisce a ridurre il debito e la disoccupazione
E l’Irlanda cresce a ritmi cinesi
di Michele Pignatelli
verno aveva stimato a ottobre. Nel 2014 l’Irlanda era cresciuta ommerzbank l’ha ribat­ del 5,2% e per il 2016 si prevede un
tezzata la Fenice che rina­ incremento tra il 4 e il 5 per cento.
sce dalle sue ceneri. Una Sono numeri importanti, sebbe­
nuova metafora per celebrare la ne qualcuno – tra gli altri l’ex go­
ripresa sempre più convinta del­ vernatore della Banca centrale l’Irlanda, dopo gli anni seguiti al­ Patrick Honohan – inviti a valu­
l’esplosione della bolla immobi­ tarli con cautela, visto il peso che liare e al dissesto bancario e poi su un’economia piccola come economico che l’avevano tra­ quella irlandese hanno le multi­
sformata da Tigre celtica in Ce­ nazionali. E bisogna tener conto nerentola d’Europa. che finora Dublino ha molto be­
Appena cinque anni fa il Paese neficiato dello stato di salute di era costretto a chiedere aiuti in­
ternazionali per 67,5miliardi ed entrava in un piano di salvatag­ IL NUOVO MIRACOLO
gio triennale costato dolorosa L’anno scorso il Pil irlandese
austerity e povertà crescente; è aumentato quasi del 7%
oggi – alla vigilia di un voto che, approfittando della crescita
tra febbraio e marzo, sancirà il giudizio degli elettori sull’ope­ dei due mercati di
rato del governo – l’Irlanda si riferimento: Gb e Stati Uniti
conferma l’economia a crescita più rapida dell'area Ocse, a ritmi
“cinesi”, sta riportando i conti Stati Uniti e Gran Bretagna, mag­
sotto controllo, ha ridimensio­ giori destinazioni del suo export
nato la disoccupazione.
Analizzando le componenti
I punti di forza dunque sono della crescita, c’è però un’im­
molti, anche se restano alcune portante considerazione: a de­
fragilità e qualche interrogativo terminarla non è più solo
legato agli scenari globali e alla di­ l’export ma anche la domanda
rezione che prenderà la ripresa. interna. Commerzbank nota Nel terzo trimestre dell’anno che, mentre nel biennio 2011­
scorso il Pil di Dublino è cresciu­ 2013 il surplus commerciale fa­
to del 7% rispetto allo stesso peri­ ceva da traino all’incremento odo del 2014: un trend che spinge del Pil e la domanda interna era
ormai diversi analisti a prevede­ un freno, negli ultimi due anni
re che questa sarà la performance c’è stata una consistente ripre­
dell’economia per l’intero 2015, sa dei consumi (le vendite di
ben oltre il +6,2% che lo stesso go­ auto, per esempio, sono cre­
C
sciute l’anno scorso del 30%) e,
in parte, degli investimenti. Se­
gnali di un’economia più equi­
librata, capace di reggere me­
glio gli shock esterni.
Stando agli ultimi dati del Di­
partimento delle Finanze, il defi­
cit 2015 si attesterà al 2,1% del Pil, oltre 12 punti percentuali in meno
del 2009, picco negativo della cri­
si. Il debito rimane alto (al 97% del Pil) ma è comunque calato di 23 punti rispetto al 2012 e, soprat­
tutto, lo ha fatto molto più rapida­
mente del previsto.
I risultati ottenuti sul fronte del
deficit sono frutto in primo luogo
dei robusti tagli alla spesa di que­
sti anni (oltre 30 miliardi), ma an­
che del gettito fiscale superiore alle attese, in particolare la cor­
porate tax che Dublino ha mante­
nuto al 12,5 per cento. Grazie ai buoni risultati e all’extragettito (3
miliardi più del previsto nel 2015)
il governo ha potuto varare un budget espansivo, con un inevi­
tabile occhio alle elezioni: prima una riduzione delle tasse, poi un aumento della spesa. E qualcuno ha iniziato a storcere il naso.
Il Fiscal Advisory Council,
l’authority indipendente istitui­
ta nel 2011 per monitorare la poli­
tica di bilancio, ha messo in guar­
dia dall’utilizzo di entrate inatte­
se per finanziare incrementi per­
manenti della spesa, una scelta – sottolinea il Consiglio – «che rie­
cheggia errori passati e va contro
i nuovi criteri di bilancio». Di al­
tro segno la critica del mondo del
business, con l’Ibec, la principale
associazione imprenditoriale, che invita piuttosto a impiegare quelle risorse per incrementare gli investimenti, pubblici e priva­
ti: abitazioni, strade, trasporto pubblico, istruzione, sanità. L’attrattività fiscale che Du­
blino ha saputo mantenere, con
misure vecchie e nuove (per
esempio l’istituzione di un re­
gime fiscale agevolato, al
6,25%, sui ricavi da royalties), ha permesso al Paese di restare
calamita per gli investimenti
diretti esteri, con la conseguen­
te creazione di posti di lavoro:
136mila nel settore privato dal
2012. In questo modo anche la
disoccupazione, che aveva toc­
cato il 15%, è scesa l’anno scorso
al 9,5 per cento.
In un quadro ampiamente po­
sitivo come quello tratteggiato restano tre criticità. La prima è il
settore bancario. I bilanci si sono
nettamente ridimensionati ri­
spetto agli anni precedenti il crollo (dall’800% del Pil al 300%) e si ha la sensazione di una
maggiore solidità, grazie alle fu­
sioni, che hanno portato da cin­
que a tre i principali istituti, e al­
l’introduzione di requisiti di ca­
pitale più stringenti. Resta il cre­
dit crunch: il credito a famiglie e imprese continua a calare o non riparte, pesando soprattutto sul­
le imprese irlandesi. La seconda incognita è Brexit:
un’uscita della Gran Bretagna dall’Ue peserebbe sulla crescita irlandese e sul mercato del lavo­
ro. L’interscambio tra i due Paesi ammonta oggi a circa 50 miliardi all’anno; secondo uno studio ef­
fettuato dall’Esri, think­tank di ricerca socioeconomica basato a
Dublino, Brexit ridurrebbe gli scambi di un quinto, prima di tut­
to a causa della reintroduzione di
barriere tariffarie. Le ripercus­
sioni sul Pil sarebbero inevitabili.
Quanto al mercato occupaziona­
le, il ripristino di restrizioni nella
libertà di spostarsi per motivi di lavoro in Gran Bretagna potreb­
be far salire il tasso di disoccupa­
zione (Londra ha sempre funzio­
nato da valvola di sfogo, assor­
bendo forza lavoro irlandese in tempi di crisi) e calare i salari, di­
rottando verso l’Irlanda lavora­
tori Ue meno qualificati che oggi
scelgono la Gran Bretagna.
L’ultima incognita sono le
elezioni politiche, da fissare tra
febbraio e marzo. I partiti oggi
al governo sembrano destinati
a pagare il pedaggio politico
dei sacrifici imposti negli anni
di crisi. Anche se secondo gli
ultimi sondaggi la coalizione è
in ripresa (il Fine Gael, centro­
destra, al 31% e i laburisti all’8%
dei consensi), rimane 16,5 pun­
ti percentuali al di sotto del ri­
sultato del 2011. Sono calati so­
prattutto i laburisti, scavalcati
a sinistra dai nazionalisti del
Sinn Fein, paladini dell’anti­
austerity. Un cambio di mag­
gioranza che dovesse inclu­
derli potrebbe rimettere in di­
scussione molte cose. IN EDICOLA
Una monografia dedicata alle aziende che stanno valutando opportunità e convenienza di adesione alla recente possibilità. Il commento
offre al lettore le chiavi risolutive per aiutare gli operatori nel percorso verso la detassazione del reddito. Una parte del testo analizza le
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