Caso Atene Ora affrontiamo un argomento di cui probabilmente avrete già sentito parlare: le olimpiadi di Atene del 2004, che prevedevano di compiere incassi stratosferici ma che segnarono invece l’inizio del crollo economico del paese. Ma vi starete chiedendo perché un paese che era in ripresa non sia riuscita a sollevarsi dal deficit economico.. La risposta è la larga corruzione negli appalti e soprattutto la mancata ricrescita del Pil. Infatti sapete quanto sono costate le Olimpiadi ateniesi del 2004? Superarono ben oltre i 10 miliardi di euro, si tratta di quasi il 4% dell’intero reddito nazionale. I primi segni di un fallimento risalgono al mese di Marzo del 2004, in cui proprio per i ritardi di costruzione delle sedi olimpiche la Grecia fu costretta a chiedere innumerevoli prestiti internazionali. Ma vi starete chiedendo.. dove sono finiti tutti quei soldi? Con le Olimpiadi la Grecia ha iniziato a utilizzare il denaro costruendo nuove infrastrutture, aeroporti e linee metropolitane, ma allo stesso tempo iniziò a tagliare il bilancio cittadino, ad alzare troppo i prezzi (allontanando così i turisti) e a compiere speculazioni edilizie, facendo in modo che la spesa superasse ogni limite. L’evidente conseguenza è stato il fallimento economico, come si può notare dal deficit che si era impennato fino al 6,1%, obbligando la Grecia a richiedere all’Europa ben due piani di salvataggio per un totale di 240 miliardi di euro. Ma dopo tutto quel denaro speso, che cosa resta di quella faraonica costruzione? Oggi rimangono quelle che i cittadini greci chiamano “rovine greche”, cioè i numerosissimi impianti abbandonati, tra cui stadi e villaggi che ospitavano gli atleti, che ora sono chiusi al pubblico da cancelli, con catene arrugginite e un mare di erbacce.. Oggi il villaggio olimpico resta abbandonato a se stesso, a testimonianza dello sperpero di denaro pubblico. Quindi lo sforamento di quel budget di 10 miliardi di euro per finanziare i giochi olimpici fu l’inizio della fine per i conti, un buco da cui la Grecia non si è più risollevata.