Dalla
Parrocchia di San Giovanni Battista alla
Bicocca
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Foglio informativo ad uso interno – Anno V I
Annuntio vobis gaudium magnum:
HABEMUS PAPAM!
Eminentissimum ac Reverendissimum
Dominum, Dominum Josephum
CARDINALEM RATZINGER
qui sibi nomen imposuit
Benedicti XVI
Dal 19 aprile 2005, il 78enne Cardinale tedesco Joseph Ratzinger,
Decano del Sacro Collegio e Prefetto della S. Congregazione per la
Dottrina della Fede è il 265° Papa col nome di Benedetto
Sedicesimo!
Sante Messe festive: ore 8,30 - 10 - 11,30 - 18 * (sabato e prefestivi: ore 18 e ore 15,15 al CTO)
Sante Messe feriali: ore 8,30 – 18 * Rosario tutti i giorni alle ore 17,38 (al suono delle campane)
Confessioni: Giorni feriali: ore 7,00-8,30 e 17,30-18,00; Sabato: ore 16-18; Domenica: prima e dopo le Messe
Apertura della chiesa: dalle ore 7 alle ore 19 (Sabato e Domenica: dalle 7,30 alle 12 e dalle 15 alle 19)
Segreteria Parrocchiale con Centro d’Ascolto: dalle ore 9 alle ore 12 (dal lunedì al venerdì)
Martedì 19 aprile 2005, poco prima delle
ore 18, fumata bianca! Il Papa è stato
fatto! Dopo quasi un’ora dalla fumata,
ecco apparire alla loggia di San Pietro il
Cardinale Protodiacono che dà l’annuncio: il papa è stato eletto ed è il Cardinale
Joseph Ratzinger, tedesco, 78 anni,
Decano del Sacro Collegio dei Cardinali,
Prefetto della Sacra Congregazione della
Dottrina della Fede. Il nuovo papa ha
scelto di chiamarsi Benedetto XVI.
L’ultimo papa con questo nome, numero
15, era stato Giacomo Della Chiesa,
eletto nel 1914 e morto nel 1922.
Poco dopo, il nuovo papa appare alla
medesima loggia, saluta e benedice Roma e il mondo intero. Tutti esultano, e a
ragione. La Chiesa ha un nuovo Pastore.
Il Buon Pastore è Gesù, il Figlio di Dio, il
Messia. Lui scelse Pietro, cui affidò le
chiavi del Regno. A Pietro Gesù affidò il
compito di confermare i fratelli nella fede,
di presiedere la Chiesa, di legare e sciogliere in Suo Nome. Ratzinger è il 264°
vescovo di Roma che raccoglie l’eredità di
Pietro.
La Chiesa esulta per l’avvenimento
perché in esso vede la Provvidenza di Dio
che non le fa mancare chi la confermi
nella fede, chi la presieda, chi si incarichi
di legare e sciogliere in nome di Cristo.
Al nuovo papa vengono affidati compiti
immensi. Un miliardo e più di cristiani
cattolici si affidano a lui nella fede, altri
cinque miliardi di persone guardano
comunque a lui con speranza. La Chiesa,
in quasi duemila anni di storia, ha
raggiunto i confini del mondo e ha
acquisito un tale peso sociale da diventare per tutti come un faro cui riferirsi per
non vagare senza meta tra i flutti pericolosi della medesima storia.
Certo che il papa non è solo. Non tutto è
affidato a lui personalmente. Lui presiede
la carità evangelizzatrice che è caratteristica e compito di ogni battezzato. Tutto si
riconduce al papa ma non tutto è affidato
al papa.
Intorno al papa e con il papa stanno
innanzitutto i vescovi, successori di quegli
apostoli che con Pietro hanno condiviso la
vita con Gesù, hanno abitato il Cenacolo,
hanno ricevuto lo Spirito Santo, hanno
ascoltato la parola imperiosa di Gesù che
li mandava a portare il Vangelo nel mondo
intero. Per ogni cristiano, il vescovo è la
presenza viva e immediata di Cristo buon
Pastore. E così, tutti i vescovi, insieme
con il papa, sono la vera guida per la
Chiesa di Cristo. La collegialità episcopale
è la prima realtà nella Chiesa che mostri
con evidenza la presenza del vero Buon
Pastore. Non per nulla il Concilio
Ecumenico è il massimo organo
ecclesiale legislativo: il papa con tutti i
vescovi della chiesa, radunati in concilio,
dicono parole che sono guida sicura per
tutta la cristianità. E Benedetto XVI
aiuterà il mondo intero a riconoscere la
Chiesa di Gesù non solo nella persona
del papa ma principalmente nell’intera
comunione dei battezzati, resi popolo di
Dio proprio dalla presenza ciascuno del
proprio vescovo in comunione con il papa.
Benedetto XVI avrà pure l’arduo compito
di adeguare sempre di più la vita della
Chiesa alle esigenze di una società in
continua evoluzione, dovendo portare un
Vangelo che possa essere accolto senza
essere tradito. I problemi che tormentano
il mondo di oggi sono veramente tanti e
aspettano di essere almeno affrontati, in
vista di una loro auspicata risoluzione. A
volte sono problemi prettamente ecclesiali, a volte sono più genericamente umani. Tutti sono problemi verso cui la
Chiesa non può evitare di mostrare
profondo interesse. E in questo il papa, in
prima persona, è chiamato ad agire, a
partire da un serio confronto con il
Vangelo, con i vescovi, con l’intera compagine ecclesiale. Benedetto XVI vedrà
tutti questi problemi approdare al suo
tavolo di lavoro e sentirà pressante il
compito di pregare, pensare, chiedere e
confrontarsi per potersi esprimere in maniera autorevole, affinché ciascuno possa
ottenere, dalla parola del papa, l’indicazio-
ne della migliore strada da percorrere:
ogni battezzato potrà così sentirsi davvero
incamminato verso il Regno di Dio, avendo il Vangelo come luce e guida.
Pace universale, distribuzione equa delle
risorse mondiali, affievolimento della fede… e poi ancora matrimonio e divorzio,
celibato dei preti, sacerdozio alle donne,
omosessualità, contraccezione, fecondazione artificiale, per dirne alcuni.
Cosa potrà fare il papa, con tutti i vescovi,
con la Chiesa intera? Non so. Sicuramente parlarne, discuterne, mettere a
tema ciascuno dei problemi. Potrà dare
delle risposte? Potranno essere delle
risposte esaurienti? Chi lo sa! Di certo, il
coinvolgimento intellettuale e pratico di esperti nella riflessione e nella vita quotidiana porterà la Chiesa a camminare
comunque in avanti verso una sempre
maggiore vicinanza alle persone e ai loro
stessi problemi.
Ogni cristiano, soprattutto in questo, ha la
convinzione profonda che lo Spirito Santo
di Dio non smette di soffiare sulla Chiesa
e sui suoi pastori. Lo Spirito che ha
soffiato nella Pentecoste e ha soffiato sui
115 Cardinali che hanno eletto il papa,
continuerà ad assistere l’opera della
Chiesa che nel papa trova il suo principio
di unità. Ogni cristiano vive perciò la sua
fede in Gesù proprio a partire da quella
Parola che ha rassicurato gli apostoli: vi
manderò lo Spirito che vi ricorderà ogni
cosa, e io sarò con voi tutti i giorni fino
alla fine del mondo (cfr. Giovanni 14,26 e
Matteo 28,20).
Perciò, guardando il nuovo papa, il
cristiano rifà il suo atto di fede nella
provvidenza di Dio, nell’azione dello Spirito di Dio, nella presenza costante nella
Chiesa di quel Gesù di Nazareth che,
dandoci una volta per tutte la salvezza,
non smette di mantenere, anche così, la
sua promessa.
Don Giuseppe
Domenica
24 aprile
5a di Pasqua
ore 21
18/19enni
ore 17
Confessioni per la Quarta Elementare
28 aprile
ore 21
Lettura del Vangelo di Luca (in Sala Fontana)
Venerdì
ore 21
Incontro di Preghiera
per genitori e padrini dei cresimandi
ore 9-12
Ritiro per i Cresimandi
Cresime (ministro: don Massimiliano Sabbadini)
Gruppo Missionario
Mercoledì
27 aprile
Giovedì
ore 21
Giovani
29 aprile
Sabato
ore 15,30
30 aprile
ore 17,30
Domenica
1° maggio
6a di Pasqua
ore 10
Presentazione dei Cresimati
alla comunità parrocchiale
venerdì 22 – sabato 23 – domenica 24 aprile
GIORNATE DI SPIRITUALITÀ PER I GIOVANI (a Roma)
lunedì 25 aprile: Oratorio chiuso
domenica 1° maggio: ore 8,30 – 12,30
“Bancarella” della Bottega Creativa
Santa Messa festiva al CTO
Non sabato 30 aprile alle ore 15,15 ma Domenica 1° maggio alle ore 9
Disse PLATONE:
Quando un popolo, divorato dalla sete di libertà, si trova ad avere a capo dei coppieri che
gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti
resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, sono dichiarati tiranni. E avviene
pure che, chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori, è definito uomo senza
carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come pari suo, e non è più
rispettato; che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui; che
i giovani pretendono gli stessi diritti, la stessa considerazione dei vecchi, e questi per non
parer troppo severi, danno ragione ai giovani. In questo clima di libertà, nel nome della
medesima, non vi è più riguardo né rispetto per nessuno. In mezzo a tanta licenza nasce e
si sviluppa una mala pianta: la tirannia.
(inviata al parroco da una vecchia madre che ha fruttuosamente educato i suoi figli ispirata da queste parole)