Dalla Parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca Comune e Provincia di Milano - Diocesi di Milano - Zona Pastorale Prima - Prefettura Nord - Decanato di Niguarda via Giuseppe La Farina 15 - 20126 Milano - + fax 02.66117340 (segreteria parrocchiale) sito web: www.parrocchiabicocca.it - indirizzo di posta elettronica: [email protected] Parroco don Giuseppe: 02.6425220 - Vicario Parrocchiale don Alessandro: 02.89059310 Suore: 02.6431521 indirizzi di posta elettronica: [email protected] [email protected] [email protected] Foglio informativo ad uso interno – Anno V I Annuntio vobis gaudium magnum: HABEMUS PAPAM! Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum, Dominum Josephum CARDINALEM RATZINGER qui sibi nomen imposuit Benedicti XVI Dal 19 aprile 2005, il 78enne Cardinale tedesco Joseph Ratzinger, Decano del Sacro Collegio e Prefetto della S. Congregazione per la Dottrina della Fede è il 265° Papa col nome di Benedetto Sedicesimo! Sante Messe festive: ore 8,30 - 10 - 11,30 - 18 * (sabato e prefestivi: ore 18 e ore 15,15 al CTO) Sante Messe feriali: ore 8,30 – 18 * Rosario tutti i giorni alle ore 17,38 (al suono delle campane) Confessioni: Giorni feriali: ore 7,00-8,30 e 17,30-18,00; Sabato: ore 16-18; Domenica: prima e dopo le Messe Apertura della chiesa: dalle ore 7 alle ore 19 (Sabato e Domenica: dalle 7,30 alle 12 e dalle 15 alle 19) Segreteria Parrocchiale con Centro d’Ascolto: dalle ore 9 alle ore 12 (dal lunedì al venerdì) Martedì 19 aprile 2005, poco prima delle ore 18, fumata bianca! Il Papa è stato fatto! Dopo quasi un’ora dalla fumata, ecco apparire alla loggia di San Pietro il Cardinale Protodiacono che dà l’annuncio: il papa è stato eletto ed è il Cardinale Joseph Ratzinger, tedesco, 78 anni, Decano del Sacro Collegio dei Cardinali, Prefetto della Sacra Congregazione della Dottrina della Fede. Il nuovo papa ha scelto di chiamarsi Benedetto XVI. L’ultimo papa con questo nome, numero 15, era stato Giacomo Della Chiesa, eletto nel 1914 e morto nel 1922. Poco dopo, il nuovo papa appare alla medesima loggia, saluta e benedice Roma e il mondo intero. Tutti esultano, e a ragione. La Chiesa ha un nuovo Pastore. Il Buon Pastore è Gesù, il Figlio di Dio, il Messia. Lui scelse Pietro, cui affidò le chiavi del Regno. A Pietro Gesù affidò il compito di confermare i fratelli nella fede, di presiedere la Chiesa, di legare e sciogliere in Suo Nome. Ratzinger è il 264° vescovo di Roma che raccoglie l’eredità di Pietro. La Chiesa esulta per l’avvenimento perché in esso vede la Provvidenza di Dio che non le fa mancare chi la confermi nella fede, chi la presieda, chi si incarichi di legare e sciogliere in nome di Cristo. Al nuovo papa vengono affidati compiti immensi. Un miliardo e più di cristiani cattolici si affidano a lui nella fede, altri cinque miliardi di persone guardano comunque a lui con speranza. La Chiesa, in quasi duemila anni di storia, ha raggiunto i confini del mondo e ha acquisito un tale peso sociale da diventare per tutti come un faro cui riferirsi per non vagare senza meta tra i flutti pericolosi della medesima storia. Certo che il papa non è solo. Non tutto è affidato a lui personalmente. Lui presiede la carità evangelizzatrice che è caratteristica e compito di ogni battezzato. Tutto si riconduce al papa ma non tutto è affidato al papa. Intorno al papa e con il papa stanno innanzitutto i vescovi, successori di quegli apostoli che con Pietro hanno condiviso la vita con Gesù, hanno abitato il Cenacolo, hanno ricevuto lo Spirito Santo, hanno ascoltato la parola imperiosa di Gesù che li mandava a portare il Vangelo nel mondo intero. Per ogni cristiano, il vescovo è la presenza viva e immediata di Cristo buon Pastore. E così, tutti i vescovi, insieme con il papa, sono la vera guida per la Chiesa di Cristo. La collegialità episcopale è la prima realtà nella Chiesa che mostri con evidenza la presenza del vero Buon Pastore. Non per nulla il Concilio Ecumenico è il massimo organo ecclesiale legislativo: il papa con tutti i vescovi della chiesa, radunati in concilio, dicono parole che sono guida sicura per tutta la cristianità. E Benedetto XVI aiuterà il mondo intero a riconoscere la Chiesa di Gesù non solo nella persona del papa ma principalmente nell’intera comunione dei battezzati, resi popolo di Dio proprio dalla presenza ciascuno del proprio vescovo in comunione con il papa. Benedetto XVI avrà pure l’arduo compito di adeguare sempre di più la vita della Chiesa alle esigenze di una società in continua evoluzione, dovendo portare un Vangelo che possa essere accolto senza essere tradito. I problemi che tormentano il mondo di oggi sono veramente tanti e aspettano di essere almeno affrontati, in vista di una loro auspicata risoluzione. A volte sono problemi prettamente ecclesiali, a volte sono più genericamente umani. Tutti sono problemi verso cui la Chiesa non può evitare di mostrare profondo interesse. E in questo il papa, in prima persona, è chiamato ad agire, a partire da un serio confronto con il Vangelo, con i vescovi, con l’intera compagine ecclesiale. Benedetto XVI vedrà tutti questi problemi approdare al suo tavolo di lavoro e sentirà pressante il compito di pregare, pensare, chiedere e confrontarsi per potersi esprimere in maniera autorevole, affinché ciascuno possa ottenere, dalla parola del papa, l’indicazio- ne della migliore strada da percorrere: ogni battezzato potrà così sentirsi davvero incamminato verso il Regno di Dio, avendo il Vangelo come luce e guida. Pace universale, distribuzione equa delle risorse mondiali, affievolimento della fede… e poi ancora matrimonio e divorzio, celibato dei preti, sacerdozio alle donne, omosessualità, contraccezione, fecondazione artificiale, per dirne alcuni. Cosa potrà fare il papa, con tutti i vescovi, con la Chiesa intera? Non so. Sicuramente parlarne, discuterne, mettere a tema ciascuno dei problemi. Potrà dare delle risposte? Potranno essere delle risposte esaurienti? Chi lo sa! Di certo, il coinvolgimento intellettuale e pratico di esperti nella riflessione e nella vita quotidiana porterà la Chiesa a camminare comunque in avanti verso una sempre maggiore vicinanza alle persone e ai loro stessi problemi. Ogni cristiano, soprattutto in questo, ha la convinzione profonda che lo Spirito Santo di Dio non smette di soffiare sulla Chiesa e sui suoi pastori. Lo Spirito che ha soffiato nella Pentecoste e ha soffiato sui 115 Cardinali che hanno eletto il papa, continuerà ad assistere l’opera della Chiesa che nel papa trova il suo principio di unità. Ogni cristiano vive perciò la sua fede in Gesù proprio a partire da quella Parola che ha rassicurato gli apostoli: vi manderò lo Spirito che vi ricorderà ogni cosa, e io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo (cfr. Giovanni 14,26 e Matteo 28,20). Perciò, guardando il nuovo papa, il cristiano rifà il suo atto di fede nella provvidenza di Dio, nell’azione dello Spirito di Dio, nella presenza costante nella Chiesa di quel Gesù di Nazareth che, dandoci una volta per tutte la salvezza, non smette di mantenere, anche così, la sua promessa. Don Giuseppe Domenica 24 aprile 5a di Pasqua ore 21 18/19enni ore 17 Confessioni per la Quarta Elementare 28 aprile ore 21 Lettura del Vangelo di Luca (in Sala Fontana) Venerdì ore 21 Incontro di Preghiera per genitori e padrini dei cresimandi ore 9-12 Ritiro per i Cresimandi Cresime (ministro: don Massimiliano Sabbadini) Gruppo Missionario Mercoledì 27 aprile Giovedì ore 21 Giovani 29 aprile Sabato ore 15,30 30 aprile ore 17,30 Domenica 1° maggio 6a di Pasqua ore 10 Presentazione dei Cresimati alla comunità parrocchiale venerdì 22 – sabato 23 – domenica 24 aprile GIORNATE DI SPIRITUALITÀ PER I GIOVANI (a Roma) lunedì 25 aprile: Oratorio chiuso domenica 1° maggio: ore 8,30 – 12,30 “Bancarella” della Bottega Creativa Santa Messa festiva al CTO Non sabato 30 aprile alle ore 15,15 ma Domenica 1° maggio alle ore 9 Disse PLATONE: Quando un popolo, divorato dalla sete di libertà, si trova ad avere a capo dei coppieri che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, sono dichiarati tiranni. E avviene pure che, chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori, è definito uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come pari suo, e non è più rispettato; che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui; che i giovani pretendono gli stessi diritti, la stessa considerazione dei vecchi, e questi per non parer troppo severi, danno ragione ai giovani. In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più riguardo né rispetto per nessuno. In mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia. (inviata al parroco da una vecchia madre che ha fruttuosamente educato i suoi figli ispirata da queste parole)