Alimentatore didattico Tensione variabile da 1,2 a 25V - 5A A B C OUT. D 5A C 1 2 B C1 C2 C3 3 A 4 fig.1 stadio raddrizzatore-piano di montaggio Questo progetto nasce da una precisa esigenza didattica: quella di costruire un alimentatore a partire da blocchi elementari e successivi, avendo la possibilità di verificare per ognuno di questi la risposta, al variare di alcuni parametri particolari. Il kit si compone di due parti separate, completamente autonome, la parte raddrizzatrice e la parte stabilizzatrice, che montate all'interno dello stesso mobile realizzeranno un alimentatore stabilizzato a tensione variabile da 1,2 a 25Volt con corrente dell'ordine dei 5A. Lo schema, il piano di montaggio, i circuiti stampati e l’elenco dei componenti non sono riportati perché parti integranti del kit Alcune parole su come vanno interpretati i disegni di fig.2a e fig.2b: facendo riferimento alla colonna contrassegnata come P1, vediamo che se il filo NERO viene preso come riferimento di massa, dal BLU avremo +6v, dal ROSSO-GIALLO +12v, ed infine dal ROSSO +24v; se viceversa fosse il ROSSO il riferimento di massa fig.2b colonna P4, dal ROSSO-GIALLO avremo +12, dal BLU +18, e dal NERO +24. ROSSO Parte RADDRIZZATRICE : Questo stadio il cui piano di montaggio è visibile nella fig.1, è composto principalmente da un trasformatore, 4 diodi raddrizzatori da 6A e 3 condensatori elettrolitici da 2200µF oltreché da una serie di tre morsetti, tre ponticelli di corto circuito e un fusibile da 5A che ha lo scopo di proteggere il circuito da eventuali corto circuiti accidentali. Per quanto riguarda la serie dei morsetti, oltre ai due contrassegnati rispettivamente con + e - che rappresentano l' uscita della tensione raddrizzata, i più importanti sono quelli contrassegnati con le lettere da A a D. Su questi morsetti, vanno collegati i quattro fili del secondario del trasformatore di alimentazione, con una sequenza determinata dal tipo di cofigurazione che intenderemo dare al circuito.Vediamo in che modo:In fig.2a possiamo vedere quali sono le tensioni disponibili sul secondario, e quali combinazioni di tensione si possono avere semplicemente spostando il riferimento di massa. Ro/Gi +24 D +18 +12 +12 C +6 0 +6 0 0 -6 -12 P1 P2 P3 BLU B NERO A fig.2a NERO +24 C BLU +18 D Ro/Gi +12 B +12 +6 +6 0 0 -6 trasformatore sono collegati a due morsetti a tre poli e scollegati dal resto del circuito. Solo inserendo dei ponticelli nei punti contrassegnati come 1, 2, 3 e 4, secondo le indicazioni della serigrafia o delle fig.3, 4, 5, sarà possibile configurare il tipo di raddrizzatore sul quale condurre le nostre misure o esperienze. Se volessimo ad esempio fare esperienze sulla configurazione a SEMIONDA, non dovremmo far altro che ponticellare (fig.3) i punti indicati come 4. 630mA 220Vac ROSSO 0 A P4 -12 -18 P5 P6 Fuse C Ripple = 48,2% 2 C1 C2 C3 B A 220Vac 3 Raddrizzatore ad onda intera fig.4 fig.2b Una disponibilità di tensioni quindi, che va dai 6 vac ai 24 vac, che se raddrizzati ci renderanno disponibile rispettivamente circa 8,5 e 34 volt continui. Volendo pertanto utilizzare come carico per le nostre esperienze, le due resistenze di corredo del valore di 10 Ω - 20W, e volendo evitare che si brucino, la massima tensione che potremo applicare loro sarà: 630mA 220Vac Fuse C Ripple = 48,2% 1 C1 C2 C3 B V=√R*P = √20*10 = ≠14,2 v Da ciò si comprende perchè si consiglia di collegare il trasformatore come alla configurazione indicata alla colonna P1, cioè il filo NERO al morsetto A, il filo BLU al morsetto B, il filo ROSSO-GIALLO al morsetto C (collegato direttamente al ponte di diodi) ed il filo ROSSO al morsetto D, il quale, non è collegato al circuito, serve solo da ancoraggio per quel filo del trasformatore che non viene utilizzato. 220Vac A 3 Raddrizzatore a ponte ( onda intera ) fig.5 PER REALIZZARE I DUE PONTICELLI NECESSARI PER QUESTE ESPERIENZE SI POSSONO RICAVARE, PIEGANDO AD "U" ALTRETTANTI SPEZZONI OTTENUTI DAL TAGLIO DEI REOFORI DEI DIODI P600J. 630mA 220Vac Fuse C Ripple = 121% C1 C2 C3 B 220Vac A 4 Raddrizzatore a semionda fig.3 Una volta collegati i secondari del trasformatore ai relativi morsetti, vediamo dalla serigrafia sul circuito stampato o nelle fig.3,4 e 5 che i punti A e B del Altra possibilità di sperimentazione che viene offerta da questo circuito è quella di verificare le variazioni, a parità di carico, della tensione di uscita, al variare della capacità di filtro (C1-C2C3). A questo scopo sono stati previsti TRE ponticelli di corto circuito, che permettono di collegare rispettivamente Zero (nessun ponticello inserito), 2200µF, 4400µF e (tutti i ponticelli inseriti) 6600µF. Alcuni test-point inseriti nei punti strategici del circuito, serviranno di aiuto nel caso volessimo effettuare delle misure di controllo o di verifica sul circuito in esame….. ( segue )