Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Corso di Elettrotecnica D.U.M. – A.A. 1997/98 Esame del 22 settembre 1998 “Soluzione a cura di: Giampaolo Redaelli” Esercizio n°1 La prima cosa da considerare è che la rete elettrica è in regime stazionario quindi possiamo sostituire i condensatori con circuiti aperti e gli induttori con cortocircuiti semplificando il circuito. R1 R2 E V2 V I2 I4 R3 c d R4 R5 A VA Ne segue dalla fig.1 le seguenti considerazioni: I 1 =I 2 =I 3 ; I5=I6=A=20 A perché le correnti sui resistori sono in serie con il generatore di corrente. Ci sono diverse strategie per risolvere il problema, con il metodo dei potenziali ai nodi basta un’equazione (N−1=1) R6 Fig. 1 Applichiamo la legge ai nodi di Kirchhoff al nodo C I 2 +A−I 4 =0 1 V2 V E−V V +A= R 2 +A− =0 R2 R 4 R1 + R 2 + R 3 R4 R2 24 − V V + 20 − = 0 3 3 24 − 2V + 60 = 0 V=42V Ricavato V possiamo calcolare I 2 . V2 = −6A R2 V I4 = = 14A R4 PE = E ⋅ I 2 = 24 ⋅ (−6) = −144W VA = V ⋅ A(R 5 + R 6 ) = 442V PA = VA ⋅ A = 8840W I2 = Potenza assorbita Potenza erogata Un metodo forse più veloce per trovare la tensione V è applicare il teorema di Millman. V= V= ∑I ∑G E R1 + R 2 + R 3 +A 1 R1 + R 2 + R 3 + 1 R4 = 24 3 + 20 2 3 = 42V Esercizio n°2 Questa rete presenta generatori con pulsazioni ω differenti quindi è risolvibile solo col metodo della sovrapposizione degli effetti. Cominciamo studiando la rete spegnendo il generatore e(t) e lasciando acceso A e poi il contrario (fig.3). Il primo circuito essendo in corrente continua viene semplificato, sostituito l’induttore con un corto circuito e il condensatore con un circuito aperto, ottenendo quello in fig.2. I R1 A R2 R1 Ovviamente I R3 =0 Per calcolare I R1 si fa il partitore di corrente I R1 = A R2 20 = A R1 + R2 3 Figura 2 Con riferimento alla rete di fig.3 R3 x L1 = ωL1 = 1Ω x L 2 = ωL2 = 4Ω 1 xC = = 4Ω ωC x L2 C i R1 L2 e C sono in risonanza serie ⇒ Z=0 R 1 e R 3 sono uguali ed in parallelo, la loro resistenza equivalente è i R3 R3 2 R1 R2 x L1 i . e(t) e(t ) i= R = 20 − j 20 A 3 2 + R2 + jx L1 Figura 3 La corrente i si divide a metà su R 1 e R 3 . i R1 = -10+j10 A i R3 =10-j10 A i’ R3 =10-j10 A Le grandezze fasoriali con ω differenti non possono essere sommate, lo si può fare solo nel dominio del tempo. f (t ) = VM cos(ωt + ϕ ) ⇔ VM 2 e jϕ = F Nel nostro caso ϕ=0 ed il valore efficace è 10 2 + 10 2 = 200 . Si ricava che il valore massimo V M =20. Si riscrive i’ R1 e i’ R2 . ( ) i' R1 (t) = −20cos 10 3 t A 20 i R1 (t) = I R1 + i' R1 (t) = − 20cos 10 3 t A 3 3 i R3 (t) = 20cos 10 t A ( ) ( ) Esercizio n° 3 La soluzione generale è: i R (t ) = i R 0 (t ) + i Rp (t ) dove i R 0 è l’omogenea associata e i Rp l’integrale particolare. Determiniamo iR 0 : Z (λ ) = λL1 + R1 troviamo R2 A λL 1 R1 (λL2 + R2 ) =0 R1 + R2 + λL2 RL RR L2 λ2 + R1 + R2 + 1 2 λ + 1 2 = 0 L1 L1 C B λL 2 − B ± B 2 − 4 AC = 2A i R 0 (t ) = C1e −0,191t + C 2 e −1,309t α 1, 2 = − 0,191 − 1,309 Per calcolare l’integrale particolare vediamo il circuito a transitorio esaurito (t= ∞ ), agli induttori si sostituiscono i cortocircuiti. i Rp = E = 12 A R1 i R (t ) = i R 0 (t ) + i Rp (t ) = C1e −0,191t + C 2 e −1,309 t + 12 Per determinare C 1 e C 2 si impongono le condizioni iniziali (t=0 + ): • i R (0 + ) di R dt • t =0 + E = i L (0+ ) 1 1 R2 E i L (0− ) = = i L (0+ ) 2 2 R2 i R(0 + ) = i L (0+ ) − i L (0+ ) = 0 condizione iniziale di i R (t) i L (0− ) = R1 E R2 i R(0 + ) i1 1 di R dt di L1 dt di L2 = di L1 dt t =0 + − di L2 dt = 1 (E − R1i R ) L1 = 1 R1i R − R2 i L2 L2 ( ) dt di R 1 1 = (E − R1i R ) − R1i R − R2 i L2 dt L1 L2 ( per t=0 + . di R dt = t =0+ E E + = 12 L1 L2 ) vale ∀t>0 2 i R (0 + ) = C1 + C 2 + 12 = 0 di R (0 + ) = α 1C1 + α 2 C 2 = −0,191C1 − 1,309C 2 = 12 dt C1 = −3,316 ; C 2 = −8,684 i R (t ) = −3,316e −0,191t − 8,684e −1,309t + 12 A