APPROFONDIMENTI 1914-1919 I fronti della guerra Le cause che

APPROFONDIMENTI 1914-1919
I fronti della guerra
Le cause che scatenarono il conflitto sono:
1) la lotta per il predominio nei Balcani tra Austria-Ungheria e
Russia, acuita dalla profonda crisi dell’Impero ottomano;
2) il timore nutrito da Francia e Gran Bretagna di una supremazia
politica ed economica della Germania in Europa;
3) l’urto degli interessi economici e finanziari imperialistici di Gran
Bretagna e Germania.
In guerra per la patria
Ricorrere alle armi per difendere la patria dal nemico: questa era la
parola d’ordine che circolava in tutta Europa. Ciascun popolo era
chiamato a unirsi attorno ai propri governi in nome dell’unione sacrée,
come la chiamò il presidente della Repubblica francese. In Russia,
per patriottismo, la capitale Pietroburgo cambiò il suo nome di
origine tedesca in quello slavo di Pietrogrado.
Fra tanto fervore patriottico lo scoppio della guerra fu salutato con
esultanza. Con le prime partenze per il fronte folle entusiaste
invasero strade e stazioni ferroviarie delle grandi città, acclamando
le uniformi e i simboli nazionali come se la fine di una lunga pace
avesse un significato liberatorio.
La società industriale
L’entusiasmo per la guerra non esprimeva soltanto animosità verso
il nemico, ma anche una sorta di profonda insoddisfazione verso le
forme vigenti della vita sociale, molto diffusa tra la popolazione
specialmente in quei paesi che avevano conosciuto un grande
sviluppo economico e tecnologico.
Le grandi metropoli, con il loro ritmo di vita estenuante, i conflitti
sociali, la solitudine sofferta dagli individui ammassati in anonimi
caseggiati, alimentavano un sentimento di disagio o addirittura di
ostilità verso la società industriale, sentita come un universo
artificioso e meccanico.
Le esigenze della gioventù
La gioventù, desiderosa di grandi cambiamenti, di una vita più
intensa e di un nuovo senso di comunità, sembrava indifferente ai
vantaggi e alle comodità offerte dal progresso. Numerosi furono i
volontari, spesso di estrazione borghese, che cercarono
nell’arruolamento l’occasione per vivere un’esperienza eccezionale
in una dimensione di solidarietà.
I partiti socialisti
Anche i partiti socialisti, che avevano sempre osteggiato la guerra
tra nazioni in nome dell’internazionalismo della lotta operaia,
furono travolti dall’esplosione di patriottismo popolare. Il sostegno
dato dai partiti socialisti dei vari paesi ai rispettivi governi in guerra
segnò di fatto la fine della Seconda Internazionale.
Un’interpretazione
«I popoli che sono andati in guerra nel 1914 non sono ancora quei
popoli democratici descritti con preveggenza da Benjamin Constant
e da Auguste Comte, che vivono in mezzo a noi nell’Europa ricca
di questa fine secolo, ponendo la vita al di sopra di ogni altra cosa,
preferendo i piaceri del benessere alle servitù militari e la ricerca del
profitto all’inutile valore del sacrificio. Ai soldati che nell’agosto
1914 vanno a combattersi gli uni contro gli altri la guerra non piace,
ma essi la rispettano, sia come fatalità legata alla vita delle nazioni,
sia come terreno di prova del coraggio e del patriottismo, test
decisivo della virtù civica. Per di più, da civili, non hanno una vita
tanto comoda da indurli a rifiutare in anticipo, reputandole
insopportabili, le fatiche e le incognite dell’esercito. Sono contadini,
artigiani, operai, borghesi che in casa e a scuola hanno ricevuto
un’educazione da patriota. Fanno parte di un’antica civiltà morale
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che conserva all’interno della democrazia molti tratti aristocratici.
L’eroismo militare ha trovato una nuova giustificazione nel servizio
della nazione.» (François Furet)
«Così, l’opinione pubblica nell’insieme condivide l’idea d’una
elezione particolare della nazione. I cittadini restano sensibili alla
chiamata alle armi, che è stato il grido di battaglia dei re e delle
repubbliche. La “salute pubblica” colpisce tanto i nostalgici di Luigi
XIV quanto gli ammiratori di Robespierre; mobilita l’eroismo
aristocratico come la virtù democratica. Non che i francesi vadano
tutti in guerra cantando, come a lungo s’è creduto. Ma nessuno si
sottrae al dovere verso la patria, persino fra coloro che avevano
giurato di no battersi mai contro i fratelli proletari tedeschi. Nell’ora
della verità, la nazione fa dimenticare la classe. E la guerra del ’14
rivela sentimenti e passioni che sono le vestigia di tutti i tempi.»
(François Furet)
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