Analisi di un testo poetico Pagina 1 di 2 Analisi di un testo poetico Vedut’ho la lucente stella diana – Guido Guinizzelli Biltà di donna e di saccente core – Guido Cavalcanti I LIVELLO Vedut’ho la lucente stella diana – Guido Guinizzelli Ho visto la lucente stella mattutina che appare prima che il giorno mandi la sua luce che ha preso forma di figura umana mi pare che splenda più di ogni altra. Viso come la neve tinto nelle labbra occhi lucenti, felici e pieni d’amore non credo che nel mondo ci sia donna così piena di bellezza e di virtù. Ed io sono stupefatto dalla sua virtù con una così aspra battaglia di soapiri che non avrei il coraggio di parlare dinnanzi a lei Magari ella conoscesse i miei desideri! perché sarei ricompensato senza parlare per la pietà che avrebbe delle mie sofferenze Biltà di donna e di saccente core – Guido Cavalcanti Bellezza di donna e di cuore sapiente e cavalieri armati che sono gentili cantare d’uccelli e ragionare d’amore navi adorne che corrono per il mare aria serena all’apparire dell’alba e neve bianca che scende senza vento fiume ricco d’acqua e prato con ogni fiore oro, argento e lapislazzuli fatti a gioiello questo supera la bellezza e la virtù della mia donna, e il suo cuore gentile così che questo sembri niente a chi la guarda ed è tanto più saggia di ogni altro di quanto il cielo è più grande della terra Il bene non manca ad una donna del genere Analisi di un testo poetico Pagina 2 di 2 II LIVELLO Entrambe le poesie sono dei sonetti, componimenti di endecasillabi di quattordici versi. Presentano lo stesso schema metrico ABAB nelle due quartine, mentre nelle due terzine abbiamo schemi diversi: CDC DCD nella poesia di Guinizzelli, CDE CDE in quella di Cavalcanti. Il sonetto di Cavalcanti presenta inoltre il verso 8 decalillabo. Entrambe i poeti fanno largo uso di metafore per descrivere la donna amata. III LIVELLO I sonetti si sviluppano entrabi intorno al tema donna, ma mentre il sonetto di Guinizzelli ruota intorno al’apparizione della donna amata e dello sbigottimento conseguente dell’innamorato, tema trattato in precedenza dal poeta in altri suoi componimenti, il sonetto di Cavalcanti si limita ad una lunga descrizione della donna. In vedut’ho la lucente stella diana la donna viene descritta sia attraverso similitudini naturalistiche, come in poesie precedenti, sia attraverso termini reali, nella seconda parte della poesia. Oltre al rifacimento a termini reali, troviamo altre differenze tra questo sonetto e i componimenti precedenti di Guinizzelli: si ha un passaggio da elemeti tendenti alla tradizione provenzale a elementi più vicini allo stilnovo: la stella diana, già citata in Io voglio del ver la mia donna laudare, passa da termine di paragone a metafora della donna; la struttura di questi stessi due sonetti ci appare rovesciata: mentre nel precedente l’autore manifesta nell’incipit la volontà di lodare la donna per poi passare a descriverla, in questo sonetto invece inizia con la descrizione. Biltà di donna e di saccente core invece si rifà ad uno schema della poesia provenzale, il plazer, ovvero un elenco di situazione o cose piacevoli, e di conseguenza vengono richiamati alcuni elementi tipici della lirica provenzale, quali i cavalieri armati, il cantare degli uccelli e le barche che corrono sull acqua; questo schema viene comunque piegato nelle due terzine all’esaltazione della donna: si ritorna ad una descrizione stilnovistica della donna, che associa la bellezza e la virtù, la sapienza della donna viene paragonata al cielo, a sottolineare la funzione salvifica esercitata dalla donna