Terapia dell’Osteoporosi Dott. Stefano Guidotti La terapia medica dell’osteoporosi si fonda su una gamma piuttosto ampia di farmaci internazionalmente riconosciuti ed alcuni tra questi già in uso da molti anni. Ogni paziente deve essere attentamente valutato dal proprio medico e la terapia deve essere prescritta e personalizzata da questi per il singolo caso, per cui i suggerimenti che seguiranno hanno un carattere informativo generale e non rappresentano indicazioni ad alcun trattamento. E’ importante affiancare alla terapia medica alcune semplici abitudini alimentari e comportamentali quali l’assunzione di alimenti ricchi di calcio e di vitamina D (latte e suoi derivati, uova, pesce , frutta secca, alcune acque minerali) ed una adeguata e costante attività fisica, oltre alla regolare esposizione alla luce solare. Sono invece da evitare il fumo, l’eccesso di alcool e di caffè. La terapia farmacologica deve essere protratta ovviamente per lunghi periodi, sotto il controllo del medico di famiglia o dello specialista, attenendosi scrupolosamente alle norme che vengono indicate per ogni farmaco allo scopo di migliorarne l’assorbimento e di ridurre i possibili, se pur non frequenti, effetti collaterali. Vediamo quali sono le principali categorie di farmaci a disposizione. CALCIO Un adeguata assunzione di calcio è alla base di ogni trattamento dell’osteoporosi ed è spesso raccomandata anche in associazione ad altri farmaci. Qualora risulti insufficiente l’apporto di calcio e di vitamina D con la dieta, si rende necessario integrarli ricorrendo ad un supplemento di sali di calcio associati o meno a vitamina D. TERAPIA ESTROGENICA Si tratta di una terapia ormonale basata sull’utilizzo di estrogeni o molecole ad essi assimilabili che con meccanismi diversi interagiscono con i recettori specifici presenti su molti tipi di cellule del nostro corpo, mantenendo questo stimolo anche dopo che gli estrogeni di origine ovarica siano venuti a mancare (menopausa). La carenza di estrogeni determina a livello osseo una maggiore attività delle cellule che sono deputate al riassorbimento osseo (osteoclasti) con conseguente bilancio negativo del suo turnover. Questa terapia può essere particolarmente adattata alla singola persona sotto il profilo del dosaggio, della durata e della modalità di assunzione, ed è indicata soprattutto per le donne in età più vicina alla menopausa, cioè tra i 50 e i 60 anni, poiché riducono anche i sintomi fastidiosi a questa legati ed hanno effetti benefici sul sistema cardio-circolatorio. Possono essere usati in associazione o meno ad ormoni progestinici, che riducono il rischio di neoplasie maligne uterine. BIFOSFONATI Sono presenti sul mercato diverse molecole che fanno capo a questo gruppo, alcune somministrabili per bocca, altri per via iniettiva. Studi clinici internazionali su vaste casistiche hanno dimostrato essere effettivamente in grado di ridurre sensibilmente il rischio di fratture vertebrali e femorali in donne con osteoporosi accertata, rallentando il riassorbimento osseo. Sono indicati particolarmente nella donna ultrassessantenne e nell’uomo. Si trovano attualmente in commercio preparazioni adatte ad assunzioni settimanali ( una compressa ogni 7 giorni) con evidente semplificazione della gestione della terapia, specie per anziani che assumono molti farmaci, e con riduzione dei possibili effetti indesiderati sull’apparato digerente. E’ allo studio una preparazione di bifosfonati da somministrare per via endovenosa una volta all’anno. MODULATORI SELETTIVI RECETTORIALI Sono farmaci che interferiscono con i recettori degli estrogeni, svolgendo un azione simile a questi sull’osso ed una azione antagonista su mammella e utero. Hanno dimostrato sicura efficacia nel ridurre il rischio di fratture vertebrali e di neoplasie maligne mammarie. Rimangono invece assimilabili al trattamento estrogenico i rischi di trombosi venosa. Risultano attualmente poco utilizzati nel trattamento dell’osteoporosi la CALCITONINA (ormone tiroideo), i FLUORURI (sali di fluoro, gli unici ad avere effetto di stimolo sulla formazione dell’osso) e gli ORMONI ANABOLIZZANTI per la non sempre riconosciuta efficacia e per la più altra insorgenza di effetti collaterali. E’ probabile in tempi brevi l’immissione in commercio di nuove categorie di farmaci che si affiancheranno ai precedenti, rendendo il trattamento ancora più modulabile ed adattabile al singolo paziente. Primo fra questi un analogo del PARATORMONE che sarebbe in grado di stimolare la formazione tessuto osseo, diversamente da tutti i precedenti ricordati che inibiscono il suo riassorbimento. Ciò rendenderebbe possibile un approccio terapeutico combinato, e magari a dosaggio inferiore, o sequenziale nel tempo, mantenendo sotto controllo sia la formazione che il riassorbimento osseo. torna ad argomenti homepage