A SANA ALIMENTAZION LA SANA ALIMENTAZIONE LA SANA ALIMENTAZIONE A cura della Dott.ssa Cecilia Scalabrino Biologa Nutrizionista Menopausa, meno...paura! La menopausa è un passaggio della vita femminile che spesso spaventa, soprattutto per le possibili modificazioni che il nostro corpo può subire. Curare attentamente l’alimentazione diventa fondamentale per assicurarsi una terza età in salute. Gli ormoni che regolano il ciclo ovarico sono di due tipi: – ESTROGENI: • stimolano lo sviluppo della mammella e il mantenimento delle caratteristiche femminili secondarie • Regolano la distribuzione del grasso corporeo, favorendone il deposito nelle anche, nelle natiche, nelle cosce e nell’addome al di sotto dell’ombelico. • Hanno azione protettiva nei confronti dell’osteoporosi • Stimolano la sintesi di trigliceridi e l’aumento del colesterolo HDL (o colesterolo buono) proteggendo le pareti vasali dal danno aterosclerotico. Il calo di estrogeni nella menopausa è responsabile della sindrome depressiva, dell’astenia e della tendenza a non prendersi più cura del proprio aspetto. Utilizzare l’olio di soia, ricco di isoflavoni (fitoestrogeni) può essere utile in questo caso. – PROGESTERONE: nelle donne in età fertile viene secreto dal corpo luteo e dalla placenta sotto lo stimolo di ormoni ipotalamici (LH) con lo scopo di preparare l’organismo alla gravidanza. Il corpo luteo si forma ad ogni ciclo mestruale in seguito all’ovulazione, quando il follicolo rilascia la cellula uovo. Il calo di progesterone è responsabile dei mutamenti caratteriali, in particolare dell’aumento dell’aggressività. Integrare con derivati della soia, in questo caso, è inutile, mentre può aiutare l’utilizzo della Dioscorea. Entrambi questi ormoni vengono prodotti a partire dagli ANDROGENI (ormoni maschili) che un enzima detto AROMATASI converte in ormoni femminili. Ne consegue che la donna in menopausa è, dal punto di vista ormonale, del tutto simile all’uomo in quanto continua a produrre ormoni maschili che però restano tali in quanto cala drasticamente la presenza dell’enzima aromatasi. Perde inoltre la protezione che gli ormoni femminili le conferivano: - a livello del sistema cardio-circolatorio: • lo stato di iper-androginismo nel quale si trova la donna 6 in menopausa facilita la ritenzione idrica e quindi l’ipertensione • il calo di estrogeni comporta una minore produzione di colesterolo HDL con aumento del rischio di aterosclerosi - a livello del metabolismo osseo: • il calo degli estrogeni determina un aumento dei processi distruttivi dell’osso (osteoporosi) – a livello della muscolatura: • l’aumento del cortisolo (ormone dello stress) porta ad un impoverimento della massa muscolare – a livello del controllo della glicemia: • il cortisolo interferisce con l’azione dell’insulina determinando insulino-resistenza e quindi maggiori quantità di zuccheri e insulina tendono a rimanere in circolo L’alimentazione in menopausa deve, dunque, sostenere tutti questi aspetti. 1) LIMITARE LE FONTI DI SALE per controllare il rischio ipertensione, è bene limitare il consumo di carni conservate che, aumentando la ritenzione idrica, tendono a far aumentare la pressione sanguigna con comparsa di edema (liquido ristagnante nei tessuti) 2) SCEGLIERE BENE LE PROTEINE ANIMALI: La carne rossa in particolare è ricca di sodio e tende ad acidificare i tessuti, facilitando la ritenzione idrica e l’edema. L’acidificazione che porta verso i tessuti è contrastata con la mobilitazione di bicarbonati che derivano dalla distruzione dell’osso (osteoporosi). E’ quindi da limitare la scelta della carne rossa in menopausa, mentre sono da preferire la carne bianca e il pesce, meglio se con le lische (fonti di calcio). Preferire inoltre carni che derivano da animali “rotondi” quali pollo, tacchino, vitello, maiale (tagli magri) il cui contenuto in androgeni è più basso rispetto ad animali quali agnello o coniglio. 3) LE UOVA: benchè siano un’ottima fonte di proteine nobili, le uova stimolano la produzione di cortisolo se mangiate da sole (es: uovo sodo); migliore è l’abbinamento con le verdure in frittate cotte al forno, ma comunque il loro consumo deve essere limitato ad una volta a settimana. Una regola da seguire sempre è quella di eliminare metà dei tuorli, fonte di acidi grassi saturi e proinfiammatori. 4) IL FORMAGGIO: per la donna in menopausa è come lo NE zucchero per il diabetico: nell’immediato genera una sensazione di benessere perchè attenua tutti i sintomi dovuti ad una iper- produzione di cortisolo (debolezza, depressione, necessità di calcio e proteine), ma nel giro di un paio d’ore la situazione si ripresenta accompagnata anche da sensazione di fame dovuta al picco glicemico causato dagli zuccheri del latte. Il formaggio stagionato, inoltre, è molto ricco di sali concentrati che peggiorano la tendenza all’ipertensione e di grassi che espongono al rischio di aterosclerosi. 5) L’ACQUA con l’avanzare dell’età il primo stimolo che si perde è quello della sete, con evidente rischio di disidratazione. Abituarsi a bere circa un litro e mezzo di acqua al giorno anche in assenza di stimolo diventa fondamentale. L’acqua è inoltre un’ottima fonte alternativa di calcio rispetto al latte e ai suoi derivati; è bene scegliere un’acqua ricca in calcio (150 mg/ml) e con il residuo fisso e contenuto di sodio più bassi possibile. 6) IL CALCIO ottime fonti di calcio sono anche le verdure a foglia verde, le mandorle e le nocciole, il pesce azzurro. Attenzione a tutto ciò ne limiti l’assorbimento, come ad esempio le fibre che andranno assunte in momenti diversi della giornata. 7) GLI ZUCCHERI particolare attenzione va posta anche agli zuccheri raffinati data la situazione di iper-insulineamia e iper-glicemia tipiche della menopausa. Può essere utile sostituire lo zucchero con succo d’acero, succo di agave o malto. 8) L’ATTIVITA’ FISICA l’attività fisica è fondamentale per mantenere in efficienza tutti i sistemi del nostro organismo: abbassa i livelli di insulina, aiuta a mantenere regolata la glicemia, aiuta ad abbassare la pressione. Come prevenzione per l’osteoporosi, in particolare sono indicate le attività che sottopongono i legamenti ad una giusta trazione; si può pensare quindi di utilizzare il pilates come attività anaerobica da praticare 2 o 3 volte alla settimana, mentre gli altri giorni sarà sufficiente una camminata di 30 minuti a passo svelto. Dott.ssa Cecilia Scalabrino Biologa Nutrizionista Studio Eirene via F.lli Rosselli 25, Cesena - Tel. 377.23.21.480 Poliambulatorio Rimedical via F. Montevecchi 18, Santarcangelo Tel. 0541.199.99.09 Ospedale Privato Villa Laura via Emilia levante 137, Bologna - Tel. 051. 62.46.411 Poliambulatorio Csp via T. Edison 19, Castel San Pietro Terme Tel. 051 4126356 7