La fenomenologia del consumo di cannabis

26/05/2016
1) La cannabis: epidemiologia
•
La fenomenologia del consumo di cannabis
Aspetti epidemiologici e sociologici
[email protected]
What are the health effects of cannabis?
•
•
• Recentemente sono state pubblicate
E’ la sostanza illecita più utilizzata
alcune revisioni della letteratura
nel mondo, dove si stima che nel
scientifica (Hall 2009; Minozzi 2009;
corso dell’ultimo anno l’abbiano
Macleod et al. 2004; Moore et al. 2007)
utilizzata almeno 160 milioni di
col preciso scopo di definire i principali
persone.
effetti nocivi dell’uso di cannabis sulla
Il consumo è maggiore nelle aree
salute.
urbane rispetto a quelle rurali, risulta • Le evidenze di effetti cronici sulla
più elevato per i soggetti con meno
salute sono limitate, anche perché
derivano in larga parte da studi
di 35 anni e per i maschi, inizia
osservazionali in cui spesso non è stato
verso i 15 anni ed aumenta sino ai 23
controllato in modo adeguato il ruolo
per poi diminuire, è più frequente tra
di possibili fattori di confondimento e
chi fuma sigarette e risulta diffuso
in cui non è chiara la direzione del
non solo nei luoghi del divertimento
rapporto causale.
notturno, durante avvenimenti
• Va comunque rilevato che incidono
musicali o in determinati contesti
molto gli stili di vita di alcuni
giovanili, ma anche tra i lavoratori.
utilizzatori e la maggior parte dei
Viene utilizzata prevalentemente per
danni sono sperimentati da una parte
l’effetto rilassante, per il piacere
limitata dei soggetti che diventano
che provoca e per migliorare la
consumatori regolari.
socialità, con differenze rispetto al
genere e all’età.
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Odds Ratios for driver responsability associated with blood concentration
of tetrahydrocannabinol and alcohol (Laumon et al. 2005)
W. Hall, M. Weier “Assessing the Public Health Impacts of Legalizing Recreational Cannabis USE in the USA” Clin Pharm & Therapeutics 2015
OR
Adverse effects of acute use
1) La cannabis non causa overdose
letali come gli oppioidi.
2) La guida di un veicolo dopo aver
fumato cannabis raddoppia il rischio
di incidenti stradali; l’uso combinato
di cannabis e alcol aumenta
notevolmente tale rischio
3) L’uso di cannabis in gravidanza
aumenta il rischio di avere bambini
con un peso alla nascita ridotto.
4) Alcuni consumatori di cannabis
inesperti riportano sgradevoli
esperienze psicologiche, (aumento di
ansia e sintomi psicotici).
Adverse effects of chronic use
1) L'uso regolare di cannabis dall'adolescenza fino all'età
adulta è stato associato con il rischio di sviluppare una
sindrome di dipendenza (1/10 tra chi consuma e 1/6 tra chi
ha iniziato l’suo durante l'adolescenza).
2) Il consumo continuativo di cannabis tra gli adolescenti e
tra i giovani adulti raddoppia il rischio di sperimentare
sintomi e disturbi psicotici. Il rischio è più elevato tra i
consumatori con una storia personale o familiare di tali
disturbi che hanno iniziato l’uso in adolescenza.
3) Gli adolescenti che sono consumatori abituali di cannabis
hanno un livello di scolarità più basso rispetto ai loro
coetanei che sono astinenti.
4) L'uso regolare di cannabis che inizia nell'adolescenza e
continua nelle fasi successive sembra produrre un deficit
cognitivo, ma non è chiara la direzione del rapporto causa
effetto.
5) Gli adolescenti consumatori regolari di cannabis sono più
propensi ad usare altre sostanze illecite per motivi
controversi che rimangono ancora oggetto di discussione.
Tetrahydrocannabinol
Negative
IC 95%
1
OR
Blood concentration
alcohol negative
IC 95%
1
<1
1.57 0.84-2.95
<0.5
2.70
2.10-3.48
1-2
1.54 1.09-2.18
0.5-0.8
6.29
3.74-10.6
3-4
2.13 1.22-3.73
0.8-1.2
7.56
4.75-12.0
>=5
2.12 1.32-3.38
1.2-2.2.0
13.20
9.11-19.10
Present any dose
1.78 1.40-2.25
>=2.0
39.60 22.70-68.90
Present any dose
8.51
7.15-10.10
Nel periodo 2001/2003, tra i soggetti coinvolti in incidenti mortali sottoposti
a test per uso di alcol e droga, sono stati selezionati 6766 conducenti
considerati colpevoli (casi) e 3006 non colpevoli (controlli).
La frazione di incidenti mortali attribuibile a qualsiasi dose di cannabis
era del 2.5%, a qualsiasi dose di alcol 28.6%.
1
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Physical health outcomes
* I fumatori regolari di cannabis hanno un rischio
maggiore di sviluppare bronchiti croniche, ma non
tutti gli studi hanno dimostrato una ridotta funzione
respiratoria.
* Gli effetti del consumo di cannabis sui tumori
delle vie respiratorie rimangono poco chiari
perché è difficile distinguere gli effetti della
cannabis da quelli del fumo di tabacco.
* Fumare cannabis tra gli adulti di mezza età molto
probabilmente aumenta il rischio di infarto al
miocardio.
Mittleman et al., 2001
•Studio case-crossover su 3882
pazienti con infarto al miocardio
acuto intervistati entro quattro giorni
dall’evento, di cui il 3.2% ha
riportato un uso di marijuana
nell’ora precedente il sintomo.
Sia negli umani che negli studi di laboratorio
con cavie animali, cannabis e THC producono
un aumento del battito cardio dose-correlato.
Gli effetti fisiologici acuti della marijuana
includono un aumento del battito cardiaco
dipendente dal dosaggio ed un leggero aumento
della pressione del sangue (Sidney 2002).
2) Devianza e piacere
• L’analisi sociologica sul consumo di
droga si sviluppa nei primi anni
sessanta in seguito all’emergere
dell’uso di sostanze illegali da parte
dei giovani nelle società occidentali,
prende impulso dalle nuove teorie
sulla devianza e si focalizza sul
consumo e sulla ricerca del piacere
• 1) La devianza è una trasgressione
etichettata pubblicamente
• 2) è sempre il risultato
dell’iniziativa di qualcuno
interessato ad imporre agli altri la
propria etica per legittimare il
proprio potere.
• Le teorie sulla devianza
descrivono l’uso di droga
come una scelta,
individuale o di gruppo, di
non accettare il sistema
di valori condivisi a
livello generale e di non
rispettare le norme che
ne conseguono;
• da ciò possono derivare
comportamenti criminali e
sottoculturali (Barbagli et
al, 2003)
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3) La sottocultura della marijuana
• L’uso di marijuana avviene all’interno di una interazione dove i
consumatori imparano a trarne piacere ed a gestirlo nel tempo ed il
gruppo serve a nascondere e giustificare tali comportamenti (Becker 1963)
• Il consumo è spiegabile dentro un modello sequenziale, dove bisogna:
1) prima imparare la tecnica,
2) poi imparare a percepirne gli effetti
3) e successivamente imparare a godere di tali effetti.
• Molti consumatori sono “devianti clandestini” che, in relazione al
rapporto con i non consumatori,
• 1) corrono in modo particolare il rischio di essere scoperti in possesso
della sostanza e
• 2) di non essere in grado di nasconderne gli effetti, con la probabilità
di incappare in meccanismi di stigma o repressione.
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• Altre ricerche propongono una
• L’autrice, utilizzando il concetto di
distinzione tra tempo attivo e
capitale culturale (Bourdieu),
tempo non attivo, dove l’uso di
costruisce la definizione di capitale
sostanze illegali è associato al
sotto-culturale, mezzo attraverso il
divertimento (Young, 1971) e
quale i giovani cercano di
viene visto come un ripiego, che
distinguersi dagli altri ed affermano
crea delle sub culture.
gerarchie di status al proprio
• Successivamente il tempo viene
interno.
letto come spazio di separazione
dal mondo adulto e fare tardi la • Altri lavori ribaltano invece tale
notte diviene un rito di passaggio
relazione, mettendo in luce
che segna l’indipendenza degli
l’associazione tra tempo libero dal
adolescenti (Torti, 1997).
lavoro ed aumento dell’uso di
• Per Sarah Thornton (1996), l’uso
sostanze, soprattutto cannabis, in
di droga, assieme ai generi
periodi di crisi economica (Arkes,
musicali e al vestire, è uno tra i
2007).
tanti modi per ritrovarsi e
distinguersi dal mondo esterno,
soprattutto dal mondo degli
adulti.
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5) Le critiche alla teoria della normalizzazione
4) La teoria della normalizzazione
•
•
Alla fine degli anni ‘90 alcuni autori
(Parker et al., 1998; 2002) ipotizzano
un processo di “normalizzazione”
della marijuana.
Viene definito “normalizzazione”
quel processo che porta individui
stigmatizzati o devianti ad essere
integrati in molti aspetti della vita
considerata normale, di cui
assumono ritmi e routine, stili di
vita e mete culturali.
• Le principali cause di questo
processo, che ne mettono in
discussione la matrice subculturale, sono:
1) la crescente disponibilità
2) l’aumento del numero di
sperimentatori,
3) l’incremento della quota di
soggetti che mantengono un uso
abituale,
4) la contiguità tra consumatori e
non
5) l’atteggiamento tollerante verso
il consumo sensato e ricreazionale
da parte di chi non consuma,
6) l’aumento del livello di
adattamento culturale rispetto
all’uso di droghe illegali
•
•
•
•
[email protected]
1) Cambiamenti come parte di un più
vasto processo storico, piuttosto che
come un brusco e improvviso
cambiamento
2) Dentro un modello di analisi
razionale basato sul bilanciamento di
costi e benefici, viene trascurato il
ruolo delle influenze strutturali
3) Non è una teoria strutturata, non c’è
una relazione lineare tra
normalizzazione culturale e
normalizzazione basata sui dati di
prevalenza.
L’incremento dell’uso di cannabis non
è direttamente correlato ad un
cambiamento degli orientamenti
culturali, in quanto la maggior parte
dei consumatori sembra ancora a
valori convenzionali.
•
•
•
4) Un altro aspetto critico riguarda il
permanere dello stigma associato al
consumo.
Per Hathaway, nonostante le
indicazioni di un processo di
normalizzazione nella comprensione
e nell’esperienza del consumo,
rimangono centrali i punti di vista
convenzionali tradizionali sulla
cannabis, percepita come sostanza
pericolosa, marginale e deviante.
In conseguenza del suo status di
sostanza vietata, i consumatori
devono lo stesso affrontare la
minaccia di sanzioni legali ed
esperienze di stigmatizzazione
[email protected]
Is cannabis use normalized, celebrated or neutralized
•
•
Per Hathaway lo stigma viene
interiorizzato dai consumatori, il
che si traduce nel rafforzamento
attivo dei requisiti culturali che
richiedono una enfatizzazione
dell’autocontrollo.
Per comprendere gli atteggiamenti
dei consumatori di marijuana
sembra più utile la distinzione
teorica di Goffman di
normificazione, “dove lo
stigmatizzato si sforza di
presentarsi come una persona
normale”.
•
•
•
I devianti si presentano come normali
”normificando”, vale a dire eseguendo i
comportamenti (normativi) attesi che
mantengono fluido lo scorrere delle
interazioni sociali.
Conformare la presentazione di sé come
“persone normali” non è la stessa cosa
di normalizzare un comportamento
stigmatizzato.
La completa normalizzazione, per
Goffman, richiede invece che gli altri
accettino l'individuo stigmatizzato e lo
trattino come se non avesse lo stigma
[email protected]
“Is cannabis use normalized, celebrated or neutralized? Analysing talk in action” - Addiction research and theory
Sandberg 2011
•
•
Per Sandberg (2011) il consumo di cannabis viene interpretato come un aspetto
sempre più “normalizzato” della cultura giovanile, come integrato in una
subcultura abbracciata dai consumatori, o come devianza stigmatizzata che
deve essere giustificata (neutralizzazione).
Questi 3 aspetti possono essere considerati come una risposta alla
stigmatizzazione
1) Il primo aspetto enfatizza la normalità del consumo: “tutti fumano cannabis”,
“i consumatori di cannabis non sono diversi dagli altri’”
2) Il secondo sottolinea l'affascinante differenza sia dei consumatori che della
sostanza. Molti consumatori di cannabis dichiarano che la cannabis è stata
utilizzata da “liberi pensatori, persone aperte” e che abbia “innescato la
creatività”.
3) Il terzo riguarda varie tecniche di negazione del rischio, dove si sostiene che la
cannabis “è solo una pianta”, o che “l'uso di cannabis non comporta
conseguenze dannose”.
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3
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6) Una cultura stabile in un mondo che cambia
Neutralizzazione e negazione del rischio
•
•
•
•
Peretti-Watel (2003) ha studiato i consumatori francesi di cannabis e individua alcune tecniche di
neutralizzazione (tecniche di negazione del rischio) utilizzate per minimizzare alcuni
comportamenti a rischio:
1) Scapegoating (capro espiatorio), tracciare un confine tra gli stereotipati "loro" (persone a rischio,
una minoranza deviante) e “noi” (persone responsabili). I consumatori di cannabis spesso tracciano
una linea tra i consumatori di sostanze pesanti e sostanze leggere.
2) Self-confidence’ (fiducia in se stessi), negare il rischio distinguendo se stessi da altri “anonimi”.
Qui, il soggetto si fida della propria capacità di evitare o controllare situazioni rischiose. Per i
consumatori di cannabis, ciò può significare accettare che esiste un rischio collegato all’uso di
cannabis, ma che è specifico per (altri) soggetti predisposti.
3) Comparisons between risks (comparazione tra rischi), significa negare un rischio
confrontandolo con un rischio che è già tollerato dalla maggior parte delle persone. Confrontare l'uso
di cannabis con l'uso di alcol è, per esempio, un modo usuale per giustificare l'uso di cannabis
1) Interpretare l'uso di cannabis in un quadro
teorico sotto-culturale è l'esatto opposto di
interpretarlo in un quadro di normalizzazione.
2) Le tecniche di neutralizzazione riguardano la
negoziazione di uno stigma, la teoria della
normalizzazione ritiene invece che sia scomparso.
•
•
•
Sandberg (2012) sostiene che la
teoria della normalizzazione
fallisce nel riconoscere l’esistenza
di una ben distinta cultura della
cannabis, in quanto deriva la sua
analisi delle sottoculture
studiandole come gruppi di
persone.
Definire invece una cultura come
un insieme di rituali, storie e
simboli sembra più funzionale per
la comprensione degli aspetti
culturali connessi all’uso della
cannabis.
Nonostante molte persone la
utilizzino, ciò continua a segnalare
atteggiamenti oppositivi e
differenziazioni culturali
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• “Una pianta domina l’universo simbolico,
per condividere rituali enfatizza la
solidarietà, l’intimità e rifiuta l’idea di
proprietà” (Sandberg, 2012).
• Nozioni chiave nella storia della cultura
della cannabis sono:
•
•
•
•
•
•
•
1) la pace e la non violenza,
2) pratiche della natura biologica,
3) allargare i propri orizzonti,
4) trovare se stessi,
5) religiosità alternativa,
6) uno stile di vita rilassato,
7) il rifiuto della corsa alla carriera
ed al lavoro.”
[email protected]
•
•
•
•
La sottocultura della cannabis consiste
in una costellazione di rituali, storie e
simboli ai quali tutti i consumatori
sembrano essere legati.
I differenti elementi che compongono
tale cultura sono tra loro collegati e
possono essere inquadrati in un sistema
di valori sintetizzabili come “naturale”,
“biologico”,”autentico”, opposizione“,
“ribellione“ .
Per Sandberg i consumatori di
cannabis continuano a considerare
l’uso di sostanze come qualcosa di
oppositivo.
Nel mondo occidentale tale sostanza è
stata per lungo tempo un marker di
identità culturale che, a partire dalla
rivolta giovanile degli anni ‘60, ha
resistito alla maggior parte delle norme
che ne hanno sanzionato l’uso.
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Si tratta di aspetti :
• 1) non normativi (non
tutti i consumatori di
cannabis li
condividono)
• 2) non prescrittivi
(non tutti quelli che li
hanno consumano
cannabis).
• L’utilizzo della
sostanza non è
necessariamente il
tratto che definisce un
singolo o un gruppo.
•
7) La medicalizzazione della rivolta
•
•Medicalizzazione è la locuzione
che si riferisce ad uno sviluppo dei
termini medici nel definire un
problema che in precedenza era
stato considerato come una
forma di devianza (Gabe et al.,
2009).
•
•
•
Pedersen (2012) riporta i risultati di uno
studio qualitativo con consumatori di cannabis
a scopo terapeutico, nessuno dei quali aveva
avuto accesso legale alla cannabis medica
La sostanza era utilizzata sia come terapia
per problematiche sanitarie e psicologiche
(sclerosi multipla, deficit di attenzione,
iperattività, reumatismi), sia per migliorare la
qualità di alcune condizioni di vita (sonno,
relax, benessere).
Molti intervistati minimizzano gli effetti
dovuti ad intossicazione ed euforia e la
cannabis viene contrapposta al potenziale
abuso di farmaci da prescrizione.
Per descriverli, alcuni utilizzano termini
medici o derivati dalla conoscenza della
ricerca in psicofarmacologia
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4
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• 1) Per gli autori e i confini tra l’uso medico ed il consumo
ricreazionale rimangono offuscati e, nonostante il movimento per
legalizzare la cannabis terapeutica abbia avuto un effetto limitato
sulle autorità sanitarie, potrebbe avere avuto l’effetto indesiderato di
medicalizzare tale sostanza, privilegiandone il consumo come
una particolare forma di cura per affrontare i problemi di tutti i
giorni.
Italia 2012 - Interviste a 2781
consumatori di sola cannabis nell’ultimo anno
• 2) In questo modo i consumatori, tradizionalmente favorevoli
all’opposizione politica, all’autonomia e alle prospettive laiche, sono
stati coinvolti in un processo tradizionalmente associato ad un
maggiore controllo sociale e ad una diminuzione delle capacità
delle persone di impegnarsi nella cura di se stessi.
• 3) Infatti è stata osservata una tendenza verso un cambiamento nel
modo di considerare la cannabis (da opposizione sociale a medico
sanitario), e i problemi quotidiani, visti più come maggior bisogno
di farmaci che di cambiamenti sociali (Pedersen et al., 2012).
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Problemi nell’ultimo anno: sesso, età, durata uso cannabis
Area metropolitana di Bologna Periodo 2009/2015
950 accessi ai PS per cannabis
25
20
15
10
5
0
ansia
depressione
problemi col sonno disturbi di memoria
consumo in
momento non
adatto
Correlati con durata uso: perdita
controllo sostanza, disturbi memoria
Diminuiscono con l’età: perdita
controllo sostanza, disturbi memoria
Aumentano con l’età: problemi
sonno, depressione, ansia
Regressione logistica: Odds Ratio
Sesso
femmine
maschi
Età
<18
18/24
2529
30/39
>=40
Durata uso <6 anni
>=6 anni
Incidenti Perdita controllo Disturbi
stradali
Sostanza
memoria
1
1
1
1.39*
1.07
0.96
1
1
1
0.81
0.49*
0.98
0.92
0.36*
0.85
0.78
0.24*
0.60*
1.06
0.19*
0.41*
1
1
1
0.73
1.38*
1.51*
Problemi col
sonno
1
0.61*
1.18
1.63*
1.28
1.26
1
1.21
Depressione Ansia
1
1
0.49*
0.35*
1
1
1
1.05
1.03
1.26
1.3
1.35
1.38
1.55
2.03*
1
1
0.91
1.03
5
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Analisi multivariata
regressione logistica aggiustata per età/sesso/sostanze
Tentati Problemi Apparato Cause Incidenti
suicidi cardiaci digerente violente Stradali
Maschi
1
1
1
1
1
Femmine
0.64
0.68*
1.94*
0.78
0.62
Età <18 anni
1
1
1
1
1
18/24
0.49
1.22
1.12
1.19
1.22
2529
0.57
1.52
0.72
1.42
2.28
30/39
0.24
1.16
0.97
0.81
1.51
>=40
0.86
1.45
1.24
1.40
2.11
solo Cannabis
0.44
2.51*
0.98
1.06
1.31
anche Alcol
0.85
1.14
1.96**
2.65*
4.12
anche Psicofarmaci
3.49*
0.72
0.76
1.97*
0.99
anche altre Sostanze illegali 0.94
1.58
0.83
0.92
0.68
Risky consumption, reasons for use, migratory status and normalization:
the results of a multicenter italian study (2095 minors 13/16 yars) –
International journal of migation, health and social care 2016
Risk profiles: Perceived psychic disorders
Odds ratio
Anxiety Depression
Females
1.58
2.27
Sleep
disorders
0.94
Alcohol risk **
1.45
2.37
1.50
Daily use >=5 cigarettes
1.14
0.69
0.95
Cannabis last year
1.59
2.20
1.79
Natives
1
1
1
Not natives
1.53
1.60
1.84
Second Genaration
2.02
1.36
2.28
[email protected]
Che dire
Key words: Devianza, Piacere, Sottocultura, Stili
di vita alternativi, Normalizzazione, tecniche di
Neutralizzazione, Negazione del rischio, Stigma,
Normificazione, Cultura stabile in un mondo che
cambia, Medicalizzazione della rivolta
Tendenze: Da opposizione sociale a
medico/sanitario; Da sostanza illegale ad agente
terapeutico; Consumo come particolare forma di
cura per affrontare i problemi di tutti i giorni
•
•
•
1) Le motivazioni per l’uso sembrano
differenziare i più giovani (socialità, curiosità),
dai più anziani (normalità, autocura).
Non è chiaro il rapporto causa/effetto, ma
una parte dei consumatori soffre di
particolari disturbi psichici (disturbi di
memoria, ansia, problemi col sonno,
depressione).
Alcuni problemi sembrano specifici per i
più giovani (perdita controllo uso
sostanza, disturbi di memoria) altri per i
più anziani (depressione, ansia).
Tra i minorenni: ansia, depressione e
disturbi del sonno sembrano correlati ad
un uso intensivo, più probabili per
particolari categorie di soggetti (femmine,
non nativi, seconda generazione).
1) Modelli di dipendenza simili a quelli del
tabacco (con l’età aumenta l’uso per
autocura).
[email protected]
Gli avrebbero trovato in casa, la famiglia di Aldo Bianzino abita nella campagna
di Città di Castello, una piccola piantagione con diversi fusti di marijuana.I due
vengono trasferiti a Perugia e da lì al carcere. Sabato il legale d’ufficio incontra
Aldo alle 14 e riferisce a Roberta, la compagna, che Bianzino sta bene e si
preoccupa per lei. Ma la mattina seguente Daniela, un’amica di famiglia,
viene avvisata di correre la carcere in tutta fretta. "C’è un problema", le dicono.
Stefano Cucchi è stato arrestato dai Carabinieri il 15 ottobre scorso.
Trascorre la notte in caserma e l'indomani, con un processo per direttissima,
il giudice dispone l'arresto in carcere in attesa dell'udienza successiva.
Mentre sono ancora in attesa di vedere il figlio, una settimana dopo i familiari
ricevono dai carabinieri la notifica del decreto col quale il pm autorizzava
l'autopsia sul corpo di Stefano. E' così che i genitori e la sorella vengono
a conoscenza della morte di Stefano.
La notte del25/09/2005, dopo una chiamata al 113di una signora
spaventata segnalava la presenza di un ragazzo «che sbatteva dappertutto»,
presso l'ippodromo di Ferrara. All'arrivo sul posto il personale
del 118 trovava il paziente “riverso a terra, prono con le mani ammanettate
dietro la schiena (...) Federico Aldrovandi.
Dal Blog http://amicidialberto.blogspot.com/
I fatti: giovedì 5 luglio Alberto Mercuriali viene
trovato in possesso di una "modica" quantità di
hashish.
Domenica 8 luglio Alberto Mercuriali è finito
sulle prime pagine di alcuni quotidiani locali.
Lunedì 8 Luglio Alberto Mercuriali si è ucciso
col gas di scarico della propria auto
[email protected]
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