Università degli Studi di Trieste DIPARTIMENTO DI FISICA Corso di Laurea in Fisica Tesi di Laurea SPETTRI DI SISTEMI BIDIMENSIONALI IN CAMPO MAGNETICO Relatore: Candidato: Ch.mo Prof. RAFFAELE RESTA MATTEO RINALDI Anno Accademico 2014–2015 Indice Introduzione v 1 Grafene e nanoribbons di grafene 1 2 Particella libera in due dimensioni e livelli di Landau 5 3 Il metodo tight-binding per il calcolo delle bande 7 1.1 Grafene . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.2 Nanoribbons di Grafene: armchair e zigzag . . . . . . . . . . . 2.1 DOS di elettrone libero in 2d . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.2 Livelli di Landau per particella libera 2d . . . . . . . . . . . . 1 3 5 6 3.1 Tight-binding: analisi teorica . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 3.2 La sostiuzione di Peierls . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 3.3 Il metodo delle nestre di Parzen per il calcolo della DOS . . . 11 4 Computazione e analisi dati 4.1 Implementazione del metodo tight binding 4.2 Primo caso: senza campo magnetico . . . . 4.2.1 Procedimento . . . . . . . . . . . . 4.2.2 Analisi delle bande e della DOS . . 4.3 Secondo caso: con campo magnetico . . . 4.3.1 Procedimento . . . . . . . . . . . . 4.3.2 Analisi delle bande e della DOS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 13 14 14 16 17 17 18 5 La matrice densità 21 Bibliograa 45 5.1 Analisi teorica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 5.2 Calcolo della densità di carica . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 iv INDICE Introduzione Nel 2004 viene scoperto il grafene: le caratteristiche sorprendenti di questo materiale lo rendono subito materia di studio in un numero sconnato di lavori che sono stati realizzati dalla sua scoperta a questa parte. I lavori teorici si preggono preliminarmente lo studio della struttura a bande del grafene mediante un tight-binding fatto sugli orbitali 2pz di tali esagoni disposti in strutture a nido d'ape. Il punto di partenza di questo lavoro si fonda su queste basi; esso poi si dirige alla realizzazione del modello del nitruro di boro esagonale (BN), che si ottiene partendo dal grafene stesso introducendo una diversa ionicità per i due atomi nella cella. Questo comporta la rottura della centrosimmetria che si aveva col grafene e quindi si ha la conseguente apertura di un gap. Il fattore aggiuntivo consiste nell'accensione di un campo magnetico perpendicolare al piano nel quale giacciono i due nastri ottenuti tagliando il foglio di grafene, e successivamente di BN, lungo due direzioni con una dierenza di orientazione pari a 30◦ . Questi sono i zigzag e armchair nanoribbons. Quindi si sono studiate le bande e le densità degli stati in energia variando la larghezza di tali nastri, la dierenza di ionicità e il campo magnetico applicato. Come noto precedentemente l'hamiltoniana di una particella libera è quadratica nel momento, quindi presenta una struttura di banda parabolica ripiegata nella prima BZ attraverso il metodo del reduced zone scheme. Inoltre in un campo magnetico uniforme, perpendicolare al piano nel quale giace tale particella, essa presenta uno spettro non più continuo, ma quantizzato, della forma di un oscillatore armonico e ciascuno di tali livelli energetici, detti livelli di Landau, presenta una degenerazione innita nel momento. Questo non vale esattamente per il grafene il quale in assenza di campo magnetico presenta una legge di dispersione lineare nell'energia nei punti di contatto della banda di valenza e di conduzione, detti punti di Dirac, e con l'accensione del campo magnetico l'energia non dipende più come nel caso di particella libera da una legge del tipo }ω n + 12 con n ≥ 0, ma come la radice quadrata di n sempre con n ≥ 0. I graci realizzati in questo lavoro vogliono mostrare la dierenza che si ha tra i livelli di Landau nel grafene e nel BN rispetto a quelli di particella libera. Nel caso speciale del BN si vi INDICE è inoltre studiato il comportamento dei livelli di Landau con l'apertura del gap: un risultato importante si ha nel band edge e vicino al gap, dove in assenza di campo magnetico la densità degli stati è piatta e quindi è quella di particella libera. Allora, con l'accensione del campo, in tali zone, l'energia dei livelli di Landau va eetivamente come }ω n + 12 . Successivamente si è calcolata la matrice densità dei nastri di grafene e BN. Dalla teoria gli elementi diagonali della matrice densità rappresentano la densità di carica relativa a ciascun sito dei due nastri. Quindi partendo dal caso senza dierenza di ionicità si è analizzata la densità di carica dei due nastri: nel sistema half-lling in esame la densità di ciascun elettrone è stata normalizzata ad 1 . Nel caso con dierenza di ionicità ci si aspetta una densità di carica sim2 metrica rispetto al centro del nastro nel caso armchair, poichè in qualunque modo tale nastro venga tagliato esso presenta tale simmetria, e la formazione di un nastro polare per nastri a zigzag stretti, in quanto a seconda del taglio questo nastro può presentare un bordo tutto di anioni e uno tutto di cationi. Allora, in quest'ultimo, nel caso di nastri con pochi atomi si ha la formazione di un dipolo netto non nullo. Le simulazioni dei sistemi in esame si basano su programmi realizzati in fortran con l'ausilio di subroutines della libreria LAPACK, quali ZHEEVR per il calcolo delle bande e delle DOS e CHEEV per la densità di carica. Capitolo 1 Grafene e nanoribbons di grafene 1.1 Grafene Esistono in natura un gran numero di sistemi basati sul carbonio, le cui proprietà dipendono dalla dimensionalità di queste strutture. La grate è uno di questi, infatti essa è un allotropo tridimensionale del carbonio ed è quello scoperto meno di recente; tale cristallo ha come costituente di base strati di grafene. Questi fogli di grafene possono essere visti come costituiti da un piastrellamento di esagoni di benzene, nei quali gli atomi di idrogeno sono stati sostituiti dagli atomi di carbonio degli esagoni vicini. Inoltre tale disposizione viene detta a nido d'ape. Nella grate tali fogli di grafene si legano mediante l'azione delle forze di van der Waals che è più debole dei legami covalenti che tengono assieme gli atomi di carbonio degli strati di grafene. Tale fatto permette la separazione degli strati di grafene nel momento nel quale si scrive con una matita su un foglio di carta. Nonostante ciò è stato isolato 440 anni dopo la scoperta della grate [1], prima non ci si aspettava che potesse esistere libero in natura. Il grafene è l'allotropo base per comprendere le proprietà degli altri allotropi quali fullereni (come la molecola C60 ); nanotubi di carbonio, ottenuti arrotolando un foglio di grafene lungo una determinata direzione e legando tra di loro gli atomi di carbonio dei bordi e altri. Nel grafene, come detto, gli atomi di carbonio si legano in una struttura a nido d'ape attraverso una ibridizzazione sp2 degli orbitali 2s, 2px e 2py che porta ad una struttura trigonale planare con la formazione di tre legami σ tra gli atomi carbonio, separati da una distanza di 1.42Å. Tali legami σ sono responsabili della robustezza che caratterizza il grafene e tutti gli altri allotropi. Gli orbitali p rimanenti, perpendicolari al piano, si legano covalentemente mediante legami π portando alla formazione di una banda π metà riempita, 2 Grafene e nanoribbons di grafene in quanto ognuno di tali orbitali contribuisce con un elettrone. Inoltre, essendo che i tre elettroni nel piano non prendono parte alla conduttività, si ha che il grafene ha un elettrone di conduzione nello stato 2pz . La struttura a nido d'ape non è un reticolo di Bravais. Questo deriva dal fatto che non vi è un array di punti ripetuto con una disposizione e un orientamento che appare lo stesso da qualsiasi punto del reticolo. La struttura a nido d'ape può essere sudddivisa in due sottoreticoli di Bravais triangolari e quindi questa può essere vista come un reticolo di Bravais triangolare con una base di due atomi. La costante reticolare è quindi denita come la distanza tra due siti appartenenti allo stesso sottoreticolo di Bravais. I vettori della cella primitiva sono: a1 = √ a +1, 3 , 2 a1 = √ a −1, 3 2 (1.1) 2π √ − 3, 1 . 3a (1.2) mentre quelli del reticolo reciproco: 2π √ + 3, 1 , 3a b1 = √ b1 = √ I vettori della base: a d1 = √ (0, −1) , 2 3 a d1 = √ (0, +1) 2 3 (1.3) e inne quelli che uniscono i primi vicini tra loro: a 3 n1 = √ (0, +1) , a √ − 3, −1 2 3 n1 = √ a √ + 3, −1 . (1.4) 2 3 n1 = √ La scelta dei vettori primitivi, ponendo l'origine al centro dell'esagono, non è unica, in quanto possono essere presi quelli che formano tra loro un angolo di 120◦ pittosto che 60◦ . Inoltre la scelta dell'origine al centro dell'esagono permette di avere una più alta simmetria rispetto al caso nel quale la si pone su un sito atomico Mediante un tight binding a secondi vicini per gli orbitali 2pz si ottiene la seguente espressione per le bande π : [2] p 0 E± (k) = ±t 3 + f (k) − t f (k) ! √ √ 3 3 f (k) = 2 cos 3ky a + 4 cos ky a cos kx a 2 2 (1.5) (1.6) 1.2 Nanoribbons di Grafene: armchair e zigzag (a) 3 (b) Figura 1.1: In (a) reticolo diretto del grafene con vettori primitivi a1 e a2 , vettori di base b1 e b2 e vettori ai siti primi vicini n1 e n2 . In (b) struttura 0 delle bande π per il grafene. In questo caso t non è nullo: ciò determina la asimmetria delle bande intorno allo zero. In (b) viene rappresentata la prima BZ. dove t è l'integrale di hopping tra primi vicini e t è quello tra secondi vicini. 0 Se t = 0 lo spettro è simmetrico intorno allo zero. Di particolare importanza 0 sica sono i punti K e K della prima zona di Brillouin, detti punti di Dirac, in un intorno dei quali espandendo la legge di dispersione ottenuta si ottiene un andamento lineare nel momento. In tali punti, inoltre, la forma delle bande è localmente doppio conica e ivi si trova il livello di Fermi, cioè all'energia E (k) = 0, dato che ogni atomo di carbonio possiede un elettrone nell'orbitale 2pz . 0 1.2 Nanoribbons di Grafene: armchair e zigzag Tagliando un cristallo di grafene lungo due direzioni parallele, che distano non più di una decina di nanometri, si ottiene un graphene nanoribbon. Tali nastri di grafene si dierenziano in due tipi a seconda della forma del bordo che presenta il ribbon, infatti si possono avere zigzag nanoribbons o armchair nanoribbons. Questi due tipi di bordi hanno una dierenza di orientazione pari a 30◦ rispetto al foglio di grafene. Si denisce la larghezza del ribbon con W che è pari alla metà degli atomi presenti nella cella unitaria √ rettangolare. La costante reticolare è pari ad a per che√la prima zigzag nanoribbons e 3a per armchair nanoribbons; ciò implica √ zona di Brillouin è rispettivamente [−π/a, +π/a] e [−π/ 3a, +π/ 3a]. 4 Grafene e nanoribbons di grafene Figura 1.2: Zigzag e armchair nanoribbons Capitolo 2 Particella libera in due dimensioni e livelli di Landau 2.1 DOS di elettrone libero in 2d Si consideri un elettone libero in 2d di massa m e momento k, allora questo soddisfa la seguente equazione di Scrödinger stazionaria: }2 − 2m ∂2 ∂2 + ∂x2 ∂y 2 ψk (r) = εk ψk (r) . (2.1) Le soluzioni di tale equazione agli autovalori sono: εk = }2 k2 2m ψk (r) = eik · r . (2.2) Quindi i valori che può assumere l'energia sono distribuiti in modo continuo tra zero e innito, inoltre lo spettro di particella libera è rappresentato da una banda parabolica. Imponendo le condizioni al contorno di Born-von Karman lungo la direzione x e y : ψk (x + L, y) = ψk (x, y) e ψk (x, y + L) = ψk (x, y) si sta richiedendo che la funzione d'onda ψk sia periodica lungo tali direzioni con periodo L. Quindi i valori del vettore d'onda k che realizzano queste condizioni sono: kx = 0, ± 2π 4π , ± , ... L L ky = 0, ± 2π 4π , ± , ... L L (2.3) allora kx = 2πn e lo stesso per ky , dove n ∈ Z. Per un sistema di N elettroni L liberi gli orbitali occupati vengono rappresentati come punti in una sfera denita nello spazio reciproco, dove l'energia di Fermi è l'energia che si ha 6 Particella libera in due dimensioni e livelli di Landau alla supercie di tale sfera, che si riduce ad una circonferenza nel caso 2dimensionale in questione. La densità degli stati si ottiene tramite la seguente relazione: 1X p2 2X p2 D (ε) = δ ε− = δ ε− A p,σ 2m A p 2m (2.4) dove si è considerato il fattore 2 dello spin e A è l'area del campione in esame. 2π 2 Ogni punto della circonferenza di Fermi occupa un area pari a L quindi la relazione si riduce a: Z D (ε) = 2 Z ∞ dp p2 2 p2 δ ε− = 2 2π pδ ε − dp 2m h 2m }2 (2π)2 0 denendo ora una nuova variabile: E = D (ε) = p2 2m (2.5) , si ottiene che la DOS diventa : 4mπ θ (ε) . h2 (2.6) Da tale espressione si deduce che la densità degli stati di una particella libera è una costante. 2.2 Livelli di Landau per particella libera 2d L'equazione di Scrödinger di una particella libera soggetta all'azione di un campo magnetico B perpendicolare al piano può essere risolta sia scegliendo la gauge di Landau che la gauge centrale. Lo spettro è discreto ed è quello eB di un oscillatore armonico 2-dimensionale: εn = }ωc n + 12 , dove ωc = mc 2 e in gauge di Landau le funzioni d'onda sono: ψnk (x, y) ∝ eikx χn y − l2 k (2.7) e quindi sono date da un'onda piana lungo x e da una gaussiana lungo y , in quanto χn è l'autostato n-esimo dell'oscillatore armonico unidimensionale, e 1 }c 2 viene detta lunghezza magnetica. Ogni livello di Landau è dove l = eB innitamente degenere in k e lungo la direzione x occupa un'area pari a 2πl2 , A quindi il numero di stati in ogni livello di Landau è: N = 2πl 2 . Allora in un sistema di N elettroni non interagenti il più basso livello di Landau sarà pienamente occupato quando N = N . Capitolo 3 Il metodo tight-binding per il calcolo delle bande 3.1 Tight-binding: analisi teorica Si considerino inizialmente due atomi neutri separati a distanza nita e si osservino i cambiamenti nei livelli energetici di ciascun atomo quando le due distribuzioni di carica atomiche si sovrappongono: da ciò si nota il fatto che per ogni livello energetico di un atomo isolato si formano due livelli energetici. Quindi, estendendo tale procedimento al caso in cui si considerino N atomi, i quali vengono messi insieme a creare un cristallo, N orbitali si formano per ciascuno degli orbitali atomici degli atomi isolati. Nel momento nel quale gli N atomi sono messi assieme, l'interazione coulombiana divide i livelli energetici degli atomi isolati formando la struttura a bande del cristallo. La modicazione dei livelli atomici diventa rilevante quando lo spazio interatomico diventa comparabile alla lunghezza d'onda della funzione d'onda di tale livello, infatti in tali condizioni la sovrapposizione di tali funzioni degli atomi isolati è non trascurabile e un elettrone che si trova in tale stato sente la presenza degli altri vicini che si trovano nel medesimo stato. Allora il metodo del tight-bindig si applica a quei casi nei quali l'overlap di tali funzioni d'onda determina delle modicazioni nei corrispondenti livelli energetici degli atomi isolati, ma non nei casi nei quali la descrizione atomica non diventa più ecace. Tale metodo è una tecnica semi-empirica, detto anche metodo LCAO a base minimale, e si pregge lo scopo di determinare la struttura di banda di un cristallo partendo dalle funzioni d'onda degli elettroni quando gli atomi sono isolati e gli stati di Bloch di singola particella nel cristallo, considerando un orbitale atomico ben localizzato per ciascun atomo che tende a zero per 8 Il metodo tight-binding per il calcolo delle bande distanze che superano la costante reticolare del cristallo in questione. Quindi l'approccio adottato consiste nell'assunzione primaria che gli stati degli elettroni nel cristallo sono dati da combinazioni lineari degli orbitali atomici degli atomi isolati: questo fatto si verica prevalentemente in semiconduttori e isolanti piuttosto che in metalli dove gli elettroni sono liberi e si trattano gli stati di singola particella con onde piane. Considerato un cristallo, si prende l'hamiltoniana di un singolo atomo H = Hat + ∆U , dove Hat è l'hamiltoniana dell'atomo in questione e ∆U racchiude tutte le dierenze tra il potenziale nel cristallo e quello dell'atomo isolato e quindi le correzioni al potenziale richieste per riprodurre il potenziale periodico. Si assume allora ragionevolmente che ∆U → 0 per r = 0, cioè al centro di ogni atomo nel cristallo. Siano l un indice di cella e s un indice di base, la base LCAO è data dai seguenti orbitali atomici: χls (r) = χ̃ls (r − rls ) (3.1) dove rls è il vettore che individua la posizione di un determinato atomo; inoltre tali orbitali atomici vengono presi ortonormali tra loro: hχl0 s0 |χls i = δll0 δss0 . Chiaramente questi orbitali non soddisfano il teorema di Bloch. Inoltre sono autostati di Hat e decadono rapidamente allontandandosi dall'atomo in questione. Quindi da tale considerazione discende che l'integrale di overlap tra gli atomi localizzati in dierenti posizioni, cioè tra atomi che non sono tra loro primi o secondi vicini, assume valori bassi e allora si sta considerando un sistema nel quale gli elettroni interagiscono debolmente tra loro. La funzione d'onda approssimata è quindi data dalla seguente funzione di Bloch: N 1 X X (m) (m) cs (k) eikrls χls (r) ψk (r) = √ N s l=1 (3.2) dove si è preso un cristallo generico costituito da N celle e rls è il vettore che individua un generico sito. L'indice di banda m verrà di seguito omesso. Quindi gli stati di singola particella in tale sistema sono funzioni di Bloch ψk che soddisfano l'equazione di Scrödinger stazionaria Hψk = εk ψk , dove k è consistente con le condizioni al contorno periodiche di Born-von Karman. Tali funzioni rappresentano le funzioni d'onda di singolo elettrone, immerso in un potenziale periodico, il quale interagisce debolmente con gli altri elettroni del cristallo. Dal calcolo del valore di aspettazione dell'energia si ricava che: N 1 XX cs (k) c∗s0 (k) eik · (rls −rl0 s0 ) hχl0 s0 |H|χls i hψk |H|ψk i = N s,s0 l,l0 (3.3) 3.1 Tight-binding: analisi teorica 9 dove χls (k) = χ̃ls (r − rls ). Nei casi considerati successivamente si considerano nastri di grafene (armchair e zigzag) e si prende in esame la sola cella unitaria, quindi tale espressione si riduce a: hψk |H|ψk i = X cs (k) c∗s0 (k) eik · (rs −rs0 ) hχs0 |H|χs i . (3.4) s,s0 Inoltre il modello col quale si calcolano le bande dei nastri di grafene si basa su un tight-bindig a primi vicini, quindi nella espressione precedente si trascurano tutti gli integrali eccetto quelli sullo stesso atomo e quelli tra primi vicini. Allora: Z V α, se s = s' ∗ χs (r) Hχs0 (r) dr = −t, se s e s' sono primi vicini . 0, altrimenti (3.5) Ponendo successivamente Hss0 (k) = e −ik · (rs0 −rs ) Z χs (r) Hχ∗s0 (r) dr (3.6) V dove tali valori sono quindi gli elementi di matrice della hamiltoniana in questione e : Z −ik · (rs0 −rs ) Sss0 (k) = e χs (r) χ∗s0 (r) dr (3.7) V si giunge alla seguente equazione: εk hψk |ψk i = εk X cs (k) c∗s0 (k) Sss0 (k) = s,s0 X cs (k) c∗s0 (k) Hss0 (k) . (3.8) s,s0 Dal teorema variazionale si ha che il miglior set di coecienti dell'espansione è dato da quelli che rendono minima l'energia. Quindi per trovare i coecienti di ψk (r) bisogna minimizzare il valore di aspettazione dell'energia del sistema rispetto ai coecienti dell'espansione. Quindi si deriva la seguente relazione: P εk = cs (k) c∗s0 (k) Hss0 (k) hψk |H|ψk i = P hψk |ψk i cs (k) c∗s0 (k) Sss0 (k) s,s0 (3.9) s,s0 Nella derivazione del valore medio dell'energia rispetto ai coecienti dell'espansione, questi si trattano considerando i loro corrispondenti complessi k non ha eetto su coniugati come variabili indipendenti, quindi la derivata ∂ε ∂cs 10 Il metodo tight-binding per il calcolo delle bande c∗s0 . Derivando rispetto alla parte reale e immaginaria del coeciente c∗s0 (k) si ottiene il seguente problema agli autovalori: X Hss0 (k) cs (k) = εk s,s0 X cs (k) Sss0 (k) (3.10) s,s0 dove la matrice di overlap Sss0 (k) = δss0 . La derivazione rispetto a cs (k) restituisce una relazione perfettamente equivalente a quest'ultima. La 2.10 si riduce alla equazione generalizzata agli autovalori: H (k) c (k) = εk c (k) . (3.11) Da ciò si deduce che per determinare le bande e i corrispondenti autovettori cs (k), che sono i coecienti della funzione d'onda LCAO dell'elettrone nell'intero cristallo, è necessario diagonalizzare la matrice hamiltoniana H (k) per ogni valore di k all'interno della prima BZ. Nelle simulazioni successive si considera un sistema unidimensionale e si divide tale zona in intervalli niti e per ognuno dei punti nei quali si suddivide la prima BZ si diagonalizza la matrice hamiltoniana i cui elementi di matrice sono dati dalla relazione 3.6. Nel caso dei nastri di grafene (armchair e zigzag) si porrà α = 0 e nel caso del nitruro di boro esagonale gli elementi diagonali della matrice hamiltoniana assumeranno i valori ±∆ a seconda del sito in considerazione per realizzare la congurazione del BN. Ciò determina, di conseguenza, l'apertura di un gap nelle bande, dove, a ssato k l'energia cambia in modo discontinuo passando dalla banda di valenza a quella di conduzione dei due nanoribbons. 3.2 La sostiuzione di Peierls Per introdurre un campo magnetico esterno B nel metodo tight-binding si parte dalla considerazione che in meccanica quantistica la presenza di un potenziale vettore A si ripercuote sulla hamiltoniana totale del sistema: H= p2 +V 2m (3.12) cambiando il momento attraverso la relazione detta accoppiamento minimale: q p → p + A. c (3.13) Inoltre la presenza di un potenziale vettore modica l'ampiezza di probabilità a campo nullo che ha una particella, di carica q , di passare da un punto a ad 3.3 Il metodo delle nestre di Parzen per il calcolo della DOS 11 un punto b attraverso la seguente relazione: qc hb|aiA = hb|ai0 e c} Rb a A · dl = hb|ai0 e −2iπ φ0 Rb a A · dl (3.14) dove il quanto di usso φ0 è pari a hce . Da ciò si deduce che gli elementi di hopping della matrice hamiltoniana, in approssimazione tight-binding, di un cristallo in presenza di un campo magnetico B, si modicano attraverso questo fattore di fase aggiuntivo: t0ba → tba = t0ba e −2iπ φ0 R b=(x1 ,y1 ) a=(x0 ,y0 ) A · dl (3.15) dove si prende un percorso rettilineo di integrazione: tale trasformazione degli hoppings viene detta sostituzione di Peierls. Di seguito si applica tale formula in presenza di un campo magnetico B uniforme e indipendente dal tempo. 3.3 Il metodo delle nestre di Parzen per il calcolo della DOS Il metodo delle nestre di Parzen è una tecnica di interpolazione dati. Quindi, data una variabile casuale X (nel nostro caso l'energia), tale procedimento ci permette di determinare la densità di probabilità P (X) che descrive il campione in questione. Essenzialmente questo procedimento utilizza dei kernel centrati attorno a ciascun dato o osservazione xi che permettono la stima della densità di probabilità della variabile aleatoria X in questione: in questo modo ogni dato xi contribuisce alla stima della funzione densità di probabilità totale. C'è un altro modo di vedere questo metodo di stima. Si supponga di volere determinare la densità di probabilità in un punto x. Quindi si pone una nestra in x e si determinano quanti dati xi cadono in tale nestra e quale sia il loro contributo. Formalmente si consideri un ipercubo R centrato in x, sia h la lunghezza di un bordo di tale ipercubo, allora si introduce la seguente funzione: K x − xi hn (3.16) che è pari a 1 se la distanza del dato xi dal datox è minore della larghezza n P i è pari al numero di della nestra h o nulla altrimenti, quindi: K x−x hn i=1 dati che cadono all'interno della nestra. Di conseguenza il valore della den- 12 Il metodo tight-binding per il calcolo delle bande sità di probabilità relativo al dato x è data da tale somma dei contributi delle xi a questa nestra diviso il numero di eventi e il volume totale dell'ipercubo in questione. Lo stimatore è quindi denito come: N 1X 1 P (x) = K n i=1 hd x − xi hn (3.17) dove K è la nestra o il kernel in uno spazio d-dimensionale e tale che: Z K (x) dx = 1 (3.18) R e hn è il parametro che corrisponde alla larghezza del kernel, dove il suo valore è denito in base al numero n delle osservazioni. La funzione densità di probabilità gaussiana è il kernel usato in questo lavoro per la stima della P (x) . Quindi la relazione 2.16 diventa: N P (x) = x−xi 2 1 1X −1( ) √ d e 2 h n i=1 h 2π (3.19) dove h è la deviazione standard della gaussiana. Nel caso in questione si considera un sistema con d = 2 quindi: N x−x 2 1X 1 − 21 ( σ i ) . e P (x) = n i=1 (2πσ 2 ) (3.20) Nella simulazione eettuata, il metodo delle nestre di Parzen è stato utilizzato per calcolare la DOS dei nanoribbons. Quindi per ogni valore dell'energia è stata applicata la relazione 2.19 e si è ottenuto il valore della densità degli stati per ognuna di queste. La varianza ottimale è stata ottenuta variando il parametro σ 2 partendo da valori alti, in corrispondenza dei quali la funzione stimatrice presentava delle irregolarità per poi via via diminuire no a quando queste irregolarità scomparivano. Il valore migliore adottato è pari a 0.009. Capitolo 4 Computazione e analisi dati 4.1 Implementazione del metodo tight binding Il calcolo delle bande per i due nastri si eettua con un tight-binding a primi vicini dove si diagonalizza una matrice hamiltoniana 2W × 2W per ognuno dei valori di k nei quali si suddivide la BZ, dove W è pari alla metà degli atomi presenti nella cella unitaria che forma il nastro in questione. Il metodo per il calcolo degli elementi di matrice sfrutta l'individuazione di una disposizione degli atomi che si ripete con periodicità lungo il nastro e che è diversa nei due dierenti ribbons. La formula generale dalla quale si parte per determinare ciascuno degli elementi di matrice delle hamiltoniane in questione è data dalla 3.6, dove la dierenza tra i vettori posizione degli atomi primi vicini è data dai vettori, riportati nella relazione 1.4, congiungenti tali atomi. Per il nastro a zigzag il vettore d'onda k è stato preso pari a (k, 0) in modo che l'hamiltoniana risulti simmetrica rispetto alla direzione longitudinale del ribbon; per garantire questo fatto anche nel caso di armchair nanoribbon si è preso k = (0, k). Di seguito riporto le espressioni delle matrici hamiltoniane per i due nastri nel caso nel quale α = 0 e in assenza di campo magnetico. • Zigzag nanoribbons: la matrice hamiltoniana ha la seguente forma: 0 u u 0 1 H(0) = −t 1 0 u (4.1) u 0 1 ... dove t è l'integrale di hopping tra primi vicini e u = 2 cos k a 2 . 14 Computazione e analisi dati • Armchair nanoribbons 0 p q∗ p∗ 0 0 q q 0 0 p∗ q q∗ p 0 0 q∗ q∗ 0 0 p q∗ H(0) = −t q p∗ 0 0 q q 0 0 p∗ q∗ p 0 dove p (k) = e−i a √ k 3 e q (k) = e−i 2 a √ k 3 ... (4.2) . Sono state implementate queste due hamiltoniane in un programma scritto in fortran e diagonalizzate attraverso la subroutine ZHEEVR della libreria LAPACK. Il calcolo degli autovalori è stato quindi eettuato variando il vettore d'onda k all'interno della prima zona di Brillouin dei due ribbons √ a passi regolari. Nei graci k è stato normalizzato di un fattore π/a e π/ 3a per zigzag e armchair nanoribbons rispettivamente e l'energia è stata scalata di un fattore pari a −t. Gli autovalori sono stati usati per fare i plots delle bande nella prima BZ e successivamente per eettuare il calcolo della DOS attraverso il metodo delle nestre di Parzen. 4.2 Primo caso: senza campo magnetico 4.2.1 Procedimento Per aprire un gap nelle bande dei nanoribbons si è realizzato il caso del nitruro di boro esagonale, il quale presenta la medesima struttura a nido d'ape del grafene, ma con i due atomi della cella primitiva diversi. Il sistema si può allora considerare come composto da due sottoreticoli di Bravais triangolari corrispondenti ai siti con energie denominate rispettivamente +∆ e −∆. Quindi sia i l'atomo i − esimo, per zigzag si hanno due casi: • i ≡ 1 (mod 2), Hi,i = −∆ • i ≡ 0 (mod 2), Hi,i = +∆ mentre per armchair si hanno quattro casi possibili: 4.2 Primo caso: senza campo magnetico 15 • i ≡ 1 (mod 4), Hi,i = −∆ • i ≡ 2 (mod 4), Hi,i = +∆ • i ≡ 3 (mod 4), Hi,i = +∆ • i ≡ 0 (mod 4), Hi,i = −∆ Allora la forma delle due matrici hamiltoniane è la seguente: • Zigzag nanoribbons H(0) −∆ u u +∆ 1 1 −∆ u = −t u +∆ 1 ... • Armchair nanoribbons −∆ p q∗ ∗ p +∆ 0 q q 0 +∆ p∗ q ∗ q p −∆ 0 q∗ ∗ q 0 −∆ p q∗ H(0) = −t q p∗ +∆ 0 q ∗ q 0 +∆ p q∗ p −∆ dove p (k) = e −i √a k 3 e q (k) = e −i a √ k 2 3 . (4.3) ... (4.4) In tale situazione si rompe la centrosimmetria che si aveva col grafene, ciò determina l'apertura di un gap nelle bande. Quindi il BN è un isolante con un gap nito variabile a secondo del valore assunto da ∆. Si è quindi proceduto al calcolo delle bande e della DOS inizialmente nel caso ∆ = 0 e successivamente facendo variare tale parametro tenendo W ssato. Tale modo di procedere ha permesso un confronto, a numero di atomi ssato, della modica della struttura delle bande partendo dal caso ∆ = 0. 16 4.2.2 Computazione e analisi dati Analisi delle bande e della DOS Dai graci delle bande ottenuti per ∆ = 0 (gure dalla 5.1 alla 5.6) si osserva che gli armchair nanoribbons presentano un comportamento metallico solo se W = 3M − 1, dove M è un intero e le bande si incontrano in k = 0; altrimenti sono semiconduttori. Per ribbons semiconduttori il gap diminuisce nel limite termodinamico (W −→ ∞), come si nota nel passaggio dalla gura 5.1 alla gura 5.2 (dove rispettivamente si hanno le bande del ribbon con 14 e 200 atomi), tendendo quindi al comportamento delle bande del grafene che ha un gap nullo. Inoltre si nota che per entrambi i ribbons il top della banda di valenza e il bottom della banda di conduzione sono localizzati a k = 0. I zigzag nanoribbons, invece, sono sempre metallici e in questi le bande di conduzione e di valenza sono sempre degeneri al livello di Fermi in |k| = π/a e tale degenerazione non è originata dalla struttura delle bande del grafene, cioè non è dovuta a stati bulk. Come si nota passando dalla gura 5.4 alla 5.5 queste due bande centrali si appiattiscono all'aumentare di W no a che la zona di contatto nel limite termodinamico comprende tutto l'intervallo 2 < |k|/ πa < 1. La densità degli stati per questi ribbons presenta quindi un 3 picco al livello di Fermi che, seppure nel limite W −→ ∞ non sparisce, si ha che il rapporto tra il numero degli stati di queste bande e tutti gli altri va a 0 riproducendo così il comportamento del grafene. Gli stati elettronici relativi alle bande parzialmente piatte dei zigzag nanoribbons sono stati localizzati vicino al bordo a zigzag: ciò si comprende analizzando la distribuzione di carica relativa a questi stati degeneri. Successivamente si è proceduto con la diagonalizzazione della hamiltoniana per ogni k nella BZ, ponendo ∆ = 1. Dai graci ottenuti della struttura delle bande e della DOS si osserva l'apertura del gap che si estende tra −1 e +1 per armchair a centro zona(gure 5.7 e 5.8), mentre per zigzag nanoribbon si estende tra −1 e +1 a bordo zona(gure da 5.9 e 5.10). Da tali graci si ha inoltre che per armchair il gap raggiunge la sua estensione massima a bordo zona, quindi aumenta partendo da k = 0 e dirigendosi a k = ± √π3a ; mentre per zigzag si verica il contrario: cioè il gap raggiunge la sua massima estensione per k = 0 per poi diminuire andando a bordo zona, cioè a k = ± πa . Le corrispondenti DOS mostrano quindi che per energie comprese in tale intervallo la densità degli stati è nulla. Inoltre dal caso zigzag si nota che le due bande che per ∆ = 0 erano degeneri al livello di Fermi ora si separano e in prossimità di tali bande, nel caso con 16 atomi, si hanno due picchi della densità degli stati corrispondente e quindi il picco che si aveva per ∆ = 0 al livello di Fermi scompare aprendo il gap. Inoltre se si osserva la DOS della gura 5.8 e 5.10 si ha che sul gap e lontano dal gap la densità degli stati è costante. Tale fatto si spiega osservando le bande: sul gap e lontano dal gap 4.3 Secondo caso: con campo magnetico 17 si hanno bande paraboliche, quindi spettro di particella libera, allora, come si nota dalla relazione 2.6, si ha che la densità degli stati di particella libera in 2d è costante. Da ciò si deduce che lo spettro sul bande edge e vicino al gap è quello di particella libera e conseguentemente la DOS in tali regioni è piatta. Il picco che si nota nelle medesime gure 5.8 e 5.10 corrisponde a bande piatte, cioè con tangente orizzontale costante. 4.3 Secondo caso: con campo magnetico 4.3.1 Procedimento Successivamente è stato inserito il campo magnetico, quindi gli elementi di matrice della hamiltoniana tight binding si modicano secondo la sostituzione di Peierls dove il percorso di integrazione viene preso rettilineo. Il campo magnetico è stato scelto uniforme e perpendicolare al piano del ribbon e il potenziale vettore A simmetrico per traslazioni nella direzione longitudinale del nastro considerato attraverso la scelta di una determinata gauge di Landau. Il motivo di tali scelte ha come scopo avere una hamiltoniana in campo magnetico con la stessa periodicità da cella a cella di quella in campo nullo: tale fatto permette quindi la scelta di una cella qualsiasi per la diagonalizzazione e permette, inoltre, l'applicabilità del teorema di Bloch. Il parametro attraverso il quale è stata regolata, caso per caso, l'intensità del campo magnetico è φ/φ0 dove φ è il usso del campo magnetico attraverso la cella primitiva e φ0 è il quanto di usso elementare pari a hc/e. Quindi il caso in questione presenta un hopping tra primi vicini complesso (poichè gli elementi di matrice vengono moltiplicati per una fase data dalla sostituzione di Peierls) e un hopping tra secondi vicini nullo (in quanto si rimane in approssimazione tight binding a primi vicini). Le fasi di Peierls utilizzate sono state calcolate in [3]. Per avere una hamiltoniana simmetrica rispetto a traslazioni lungo la direzione longitudinale dei due ribbons sono state prese allora due dierenti gauge di Landau: per zigzag nanoribbon il campo è B = (0, 0, −B) e quindi A (y) = (−By, 0), mentre nel caso armchair B = (0, 0, B) e A (x) = (0, Bx). Di seguito riporto le espressioni delle matrici hamiltoniane nei due casi: 18 Computazione e analisi dati • Zigzag nanoribbons: la matrice hamiltoniana ha la seguente forma: −∆ v1 v1 +∆ 1 1 −∆ v3 H(0) = −t (4.5) v +∆ 1 3 1 −∆ v5 ... dove vj = −2t cos cella primitiva. k a 2 − π φ j 2 φ0 eφ= √ 3 2 aB 2 è il usso attraverso una • Armchair nanoribbons −∆ pr1∗ q ∗ s2 p∗ r1 +∆ 0 qs∗2 ∗ ∗ qs∗ 0 +∆ p r qs 3 4 2 q ∗ s2 pr3∗ −∆ 0 q ∗ s4 ∗ ∗ ∗ q s 0 −∆ pr q s 4 6 H(0) = −t 5 ∗ ∗ ∗ ∗ qs p r +∆ 0 qs 4 5 6 0 +∆ p∗ r7 qs∗6 ∗ ∗ −∆ q s pr 6 7 (4.6) ... π φ π φ dove rj (φ) = e−i 3 j φ0 e sj (φ) = e−i 6 j φ0 . Come si è proceduto nel caso φ/φ0 = 0, partendo dalla congurazione ∆ = 0, si analizzano i ribbons facendo variare ∆, a numero di atomi ssato. 4.3.2 Analisi delle bande e della DOS Con l'accensione del campo magnetico si osservano bande piatte, quindi si ha la formazione dei livelli di Landau, e il centro di simmetria delle bande stesse da k = 0 si sposta a k maggiori. Tale spostamento è uguale, a pari larghezza del ribbon, quando si ha lo stesso valore del rapporto φ/φ0 . La formazione del livelli di Landau interessa particolarmente solo ribbons con una larghezza elevata; infatti nel caso W = 8 non si osservano tali livelli energetici quantizzati, mentre nel caso W = 100 si ha una graduale comparsa di questi all'aumentare del rapporto φ/φ0 . Tale comportamento è spiegato dal fatto che nel limite termodinamico lo spettro degli elettroni 2pz del ribbon soggetti all'azione del campo magnetico B approssima sempre meglio quello 4.3 Secondo caso: con campo magnetico 19 di elettroni liberi in due dimensioni nel piano xy soggetti allo stesso campo perpendicolare al piano. La formazione di questi livelli quantizzati interessa, all'aumentare graduale del campo, inizialmente la parte centrale dello spettro (come si osserva in gura 2.7 e 2.9), per poi estendersi a tutto questo. Inoltre, all'aumentare del rapporto φ/φ0 , la DOS tra un livello e il successivo va a zero formando dei veri e propri livelli quantizzati. Se si osserva come si modica la struttura delle bande si nota che, sia nel caso armchair che nel caso zigzag, si ha un graduale appiattimento di queste e in corrispondenza di tali bande piatte, che corrispondo ai livelli di Landau, la DOS presenta i picchi relativi a tali livelli energetici. Inoltre l'nergia dell'n-esimo livello di √ Landau nel grafene va come la n, questo non si ha nel caso successivo del nitruro di boro esagonale in presenza di campo magetico. A questo punto si è posto ∆ = 1 per studiare i livelli di Landau nel caso del BN. Se si confrontano le DOS di ribbons a ssato W e φ/φ0 con quelle con ∆ = 0 si osserva, soprattutto nella congurazione di ribbon con 200 atomi, un inttimento di tali livelli per quelli vicini al gap e picchi laterali allo stesso che corrispondo agli stati con energia in prossimità gap. La comparsa dei livelli di Landau riguarda inizialmente i livelli con energia nell'intorno del gap e successivamente si estende anche ai lati dello spettro. Inoltre se si osservano le gure dalla 5.14 alla 5.22 e dalla 5.26 alla 5.31, che rappresentano rispettivamente bande e densità degli stati di armchair e zigzag nanoribbons in campo magnetico, con ∆ = 0 e con W = 100, e si confrontano con quelle dalla 5.34 alla 5.39 e dalla 5.43 alla 5.46, che rappresentano anch'esse rispettivamente le bande e la DOS dei due nastri in campo magnetico con ∆ = 1 e W = 100, si ha che nel primo caso i livelli di Landau iniziano prima dei bordi dell'intervallo [−3, 3], mentre nel secondo caso iniziano fuori da tale intervallo. Tale fatto corrispone, nel caso nel quale ∆ = 1, ad un band edge maggiore di quello che si ha in assenza di gap. Inoltre il fatto che in assenza di campo sul gap e sul band edge lo spettro sia quello di quello di particella libera, e quindi si ha una DOS costante, si estende al caso nel quale si accende il campo magnetico, infatti sul gap e sul band edge i livelli di Landau sono quelli di particella libera e quindi la spaziatura tra un livello ed un altro è costante e maggiore della spaziatura tra i livelli che si ha tra il band edge e il gap, dove decresce passando dai bordi dello spettro a quelli del gap stesso, per poi aumentare in prossimità del gap. Nella zona in cui la spaziatura è minore non si hanno dei veri e propri livelli di energia quantizzati poichè la DOS tra un livello ed un altro non va a zero come nel caso di particella libera. 20 Computazione e analisi dati Capitolo 5 La matrice densità 5.1 Analisi teorica Dato un cristallo con 2W siti, con un orbitale |χj i centrato su ognuno di questi e tale che hχi |χj i = δij , si ha che gli orbitali molecolari sono dati dalla seguente espressione, denita a meno di una normalizzazione: (m) φk (x) ∝ 2W X N X ikxls cm χls (x) . s (k) e (5.1) s=1 l=1 In tal espressione si stanno considerando le funzioni d'onda LCAO lungo la direzione x, inoltre l è un'indice di cella, s di sito e m è un'indice di stato o di banda. Ci sono W vettori d'onda k e questi sono dati dalla seguente relazione: 2π j (5.2) kj = a 2W dove a è il passo reticolare e j = 0, 1, ..., 2W − 1. La matrice densità è data dalla somma dei proiettori sugli stati |φ(m) k i e sui k permessi: ρ= 2W −1 X 2W X (m) (m) n(m) |φk i hφk | (5.3) k=0 m=1 dove n(m) rappresenta l'occupanza dell'orbitale |φ(m) k i. In questa analisi si (m) considera un sistema spinless, quindi n = 1 ∀m occupato e n(m) = 0 per le bande non occupate. Quindi sostituendo nella espressione precedente la 22 La matrice densità relazione 3.1 si ottiene: ρ∝ 2W −1 X 2W X k=0 m=1 n(m) 2W X N X ∗ (m) cs0 (k) c(m) (k) eik(xl0 s0 −xls ) χl0 s0 (x) χ∗ls (x) . s s,s0 =1 l,l0 =1 (5.4) Gli elementi diagonali, per i quali hχl0 s0 |χls i = δll0 δss0 , rappresentano la densità di carica degli orbitali π centrati su ogni sito, allora: n (x) ∝ 2W −1 X 2W X n (m) k=0 m=1 2W X N X (m) 2 2 cs χls (x) (5.5) s=1 l=1 quindi prendendo orbitali atomici ortonormali e considerando la sola cella unitaria, la densità lungo la direzione x del nastro diventa: n (x) ∝ 2W 2W −1 X X k=0 m=1 n (m) 2W X (m) 2 cs . (5.6) s=1 La costante di normalizzazione nella simulazione eettuata è stata determinata a ne calcolo degli elementi diagonali della matrice densità. 5.2 Calcolo della densità di carica Nella simulazione realizzata si sono considerati i due dierenti nastri: armchair e zigzag del BN. Si ha quindi che questi ribbons sono composti da 2W siti atomici e inoltre che questi sistemi sono half-lling. Questa ultima constatazione deriva dal fatto che in tali sistemi c'è un elettrone per orbitale, quindi nel caso speciale ∆ = 0 la densità di carica verrà normalizzata in modo che sui siti faccia 1/2 e in modo tale che nel caso ∆ 6= 0 la somma su anione e catione faccia 1 (un maggior contributo alla densità di carica si avrà sul catione e uno minore sull'anione). Inoltre nel caso ∆ = 0 per gli stati degeneri al livello di Fermi, cioè quegli stati con energie che dieriscono di 10−8 tra loro, vengono occupati ciascuno con una occupanza pari ad 1/2. Nel caso ∆ 6= 0, cioè nel caso del BN, non si presentano questi stati poichè c'è il gap e quindi in tale congurazione non si è ricorso a questo procedimento. Nella realizzazione dei graci della densità di carica si è partito considerando il caso ∆ = 0. Sia per armchair che per zigzag nanoribbons il plot della densità di carica rispetto ai siti atomici presenta una densità di carica costante su tutti i siti e normlizzata a 0.5, questo è in accordo con quanto ci si aspetta 5.2 Calcolo della densità di carica 23 nel caso del grafene. I plot fatti riguardano nastri da W = 100. Inoltre la densità di carica è perfettamente simmetrica nei due nastri rispetto al centro, ciò è concorde col fatto che i due ribbons presentano tale simmetria. Successivamente si è passati al caso ∆ 6= 0, cioè al caso del BN, nel quale non si presentano stati degeneri al livello di Fermi poichè c'è il gap e quindi in tale congurazione non si è ricorso al procedimento dell'occupazione frazionaria. Dall'analisi della densità di carica dei due ribbons plottate in funzione dei siti atomici si osserva che: per zigzag nanoribbon la carica sui siti è circa 0.8 sul catione e 0.2 sull'anione: ciò è concorde con la normalizzazione eettuata (gura 5.49); per armchair come in zigzag, ma in questo caso si nota la dierente distribuzione di carica che si ha in questo nastro. Infatti si notano valori della densità disposti a coppie: ciò è concorde con la numerazione dei siti(gura 2.1) poichè cationi e anioni si dispongono a coppie contigue nella numerazione stessa dei siti. La densità di armchair nanoribbon nella congurazione del BN è simmetrica rispetto alla metà del nastro, infatti qualsiasi larghezza si scelga esso è sempre simmetrico rispetto al centro. Nel caso del zigzag nanoribbon nella congurazione del BN è polare per nastri stretti, come per esempio nel caso W = 1 e W = 2, poichè è composto da un bordo tutto di anioni e uno tutto di cationi, quindi si ha la formazione di un dipolo estensivo netto non nullo. Il fatto che il nastro sia polare rompe la simmetria della densità di carica che si ha con nastri larghi, in quanto con nastri stretti si hanno accumuli di carica positiva e negativa a formare il dipolo; con l'aumento della larghezza del nastro non c'è più polarità e la distribuzione di carica è simmetrica rispetto al centro del nastro. Questi due fatti sono evidenti dall'analisi di nastri stretti sia per armchair che per zigzag nanoribbon: infatti se si osserva la gura 5.50 nel caso W = 2 si nota che la densità di carica non è più simmetrica come nel caso 100 e 200, e la carica positiva è concentrata maggiormente sul sito 3 mentre quella negativa sul sito 2 determinando la formazione di un dipolo netto non nullo che punta dall'anione al catione, creando così la congurazione di nastro polare. 24 La matrice densità Elenco delle gure 1.1 In (a) reticolo diretto del grafene con vettori primitivi a1 e a2 , vettori di base b1 e b2 e vettori ai siti primi vicini n1 e n2 . In 0 (b) struttura delle bande π per il grafene. In questo caso t non è nullo: ciò determina la asimmetria delle bande intorno allo zero. In (b) viene rappresentata la prima BZ. . . . . . . . 1.2 Zigzag e armchair nanoribbons . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.1 5.2 5.3 5.4 5.5 5.6 5.7 5.8 5.9 5.10 5.11 5.12 5.13 5.14 5.15 5.16 5.17 5.18 5.19 5.20 5.21 5.22 5.23 armchair con W = 7, ∆ = 0 e campo nullo . . . . . . . . . . armchair con W = 8, ∆ = 0 e campo nullo . . . . . . . . . . armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e campo nullo . . . zigzag con W = 8, ∆ = 0 e campo nullo . . . . . . . . . . . zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e campo nullo . . . . . Spettro completo nel caso armchair e zigzag con W = 100 con ∆ = 0 e campo nullo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . armchair con W = 8, ∆ = 1 e campo nullo . . . . . . . . . . armchair con W = 100, ∆ = 1 e campo nullo. . . . . . . . . zigzag con W = 8, ∆ = 1 e campo nullo . . . . . . . . . . . zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 1 e campo nullo . . . . . armchair con W = 8, ∆ = 0 e φ/φ0 = 5/1000 . . . . . . . . . armchair con W = 8, ∆ = 0 e φ/φ0 = 15/1000 . . . . . . . . armchair con W = 8, ∆ = 0 e φ/φ0 = 50/1000 . . . . . . . . armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 2/1000 . . armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 3/1000 . . armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 4/1000 . . armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 5/1000 . . armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 10/1000 . armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 15/1000 . armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 20/1000 . armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 25/1000 . armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 50/1000 . zigzag con W = 8, ∆ = 0 e φ/φ0 = 5/1000 . . . . . . . . . . 3 4 . . . . . 27 27 27 28 28 . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 29 29 29 30 31 31 31 32 32 32 33 33 33 34 34 34 35 26 ELENCO DELLE FIGURE 5.24 5.25 5.26 5.27 5.28 5.29 5.30 5.31 5.32 5.33 5.34 5.35 5.36 5.37 5.38 5.39 5.40 5.41 5.42 5.43 5.44 5.45 5.46 5.47 zigzag con W = 8, ∆ = 0 e φ/φ0 = 15/1000 . . . . . . . . . . zigzag con W = 8, ∆ = 0 e φ/φ0 = 50/1000 . . . . . . . . . . zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 2/1000 . . . . zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 5/1000 . . . . zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 10/1000 . . . . zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 15/1000 . . . . zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 20/1000 . . . . zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 25/1000 . . . . armchair con W = 8, ∆ = 1 e φ/φ0 = 1/1000 . . . . . . . . . . armchair con W = 8, ∆ = 1 e φ/φ0 = 50/1000 . . . . . . . . . armchair con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 2/1000 . . . . . . . . armchair con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 5/1000 . . . . . . . . armchair con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 10/1000 . . . . . . . . armchair con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 20/1000 . . . . . . . . armchair con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 25/1000 . . . . . . . . armchair con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 50/1000 . . . . . . . . zigzag con W = 8, ∆ = 1 e φ/φ0 = 5/1000 . . . . . . . . . . . zigzag con W = 8, ∆ = 1 e φ/φ0 = 50/1000 . . . . . . . . . . zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 2/1000 . . . . zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 5/1000 . . . . zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 10/1000 . . . . zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 20/1000 . . . . zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 25/1000 . . . . Densità di carica armchair nanoribbon con W = 100, ∆ pari a 0 e 1 rispettivamente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.48 Densità di carica di armchair nanoribbon con W = 50 e 2, con ∆=1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.49 Densità di carica armchair nanoribbon con W = 100, ∆ pari a 0 e 1 rispettivamente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.50 Densità di carica zigzag nanoribbon con W = 50, 2 e 1, ∆ = 1 35 35 36 36 36 37 37 37 38 38 38 39 39 39 40 40 40 41 41 41 42 42 42 43 43 43 44 ELENCO DELLE FIGURE 27 3 7000 6000 2 5000 D(E) E 1 0 4000 3000 -1 2000 -2 1000 -3 -0.6 0 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 -3 -2 -1 k 0 1 2 3 1 2 3 1 2 3 E Figura 5.1: armchair con W = 7, ∆ = 0 e campo nullo 3 160 140 2 120 100 D(E) E 1 0 80 60 -1 40 -2 20 -3 0 -1 -0.5 0 0.5 1 -3 -2 -1 k 0 E Figura 5.2: armchair con W = 8, ∆ = 0 e campo nullo 1.5 100 90 1 80 70 0.5 D(E) E 60 0 50 40 -0.5 30 20 -1 10 -1.5 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 k 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 0 E Figura 5.3: armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e campo nullo 28 ELENCO DELLE FIGURE 3 250 2 200 1 D(E) E 150 0 100 -1 50 -2 -3 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 0 k 1 2 3 1 2 3 E Figura 5.4: zigzag con W = 8, ∆ = 0 e campo nullo 120 1 100 0.5 80 D(E) 1.5 E 0 60 -0.5 40 -1 20 -1.5 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 0 k E 3 3 2 2 1 1 0 0 E E Figura 5.5: zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e campo nullo -1 -1 -2 -2 -3 -3 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 k 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -2 -1.5 -1 -0.5 0 0.5 1 k Figura 5.6: Spettro completo nel caso armchair e zigzag con W = 100 con ∆ = 0 e campo nullo 1.5 2 ELENCO DELLE FIGURE 29 4 450 3 400 350 2 300 D(E) E 1 0 -1 250 200 150 -2 100 -3 50 -4 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -4 -3 -2 -1 k 0 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 E Figura 5.7: armchair con W = 8, ∆ = 1 e campo nullo 4 140 3 120 2 100 D(E) E 1 0 80 60 -1 40 -2 20 -3 -4 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -4 -3 -2 -1 k 0 E Figura 5.8: armchair con W = 100, ∆ = 1 e campo nullo. 4 180 3 160 140 2 120 D(E) E 1 0 -1 100 80 60 -2 40 -3 20 -4 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -4 -3 -2 -1 k Figura 5.9: zigzag con W = 8, ∆ = 1 e campo nullo 0 E 30 ELENCO DELLE FIGURE 1.5 140 120 1 100 D(E) E 0.5 0 80 60 -0.5 40 -1 20 -1.5 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 k 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -4 -3 -2 -1 0 1 E Figura 5.10: zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 1 e campo nullo 2 3 4 ELENCO DELLE FIGURE 31 3 160 140 2 120 100 0 E E 1 80 60 -1 40 -2 20 -3 0 -1 -0.5 0 0.5 1 -3 -2 -1 k 0 1 2 3 1 2 3 1 2 3 k Figura 5.11: armchair con W = 8, ∆ = 0 e φ/φ0 = 5/1000 3 160 140 2 120 100 0 E E 1 80 60 -1 40 -2 20 -3 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 k 0 k Figura 5.12: armchair con W = 8, ∆ = 0 e φ/φ0 = 15/1000 3 180 160 2 140 120 D(E) E 1 0 -1 100 80 60 40 -2 20 -3 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 k 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 0 E Figura 5.13: armchair con W = 8, ∆ = 0 e φ/φ0 = 50/1000 ELENCO DELLE FIGURE 1 100 0.8 90 0.6 80 0.4 70 0.2 60 D(E) E 32 0 50 -0.2 40 -0.4 30 -0.6 20 -0.8 10 -1 0 -1 -0.5 0 0.5 1 -3 -2 -1 k 0 1 2 3 2 3 2 3 E 1 100 0.8 90 0.6 80 0.4 70 0.2 60 D(E) E Figura 5.14: armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 2/1000 0 50 -0.2 40 -0.4 30 -0.6 20 -0.8 10 -1 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 k 0 1 E Figura 5.15: armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 3/1000 0.8 100 90 0.6 80 0.4 70 60 D(E) E 0.2 0 50 40 -0.2 30 -0.4 20 -0.6 10 -0.8 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 k 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 0 1 E Figura 5.16: armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 4/1000 ELENCO DELLE FIGURE 33 0.6 100 90 0.4 80 0.2 70 60 E D(E) 0 -0.2 50 40 30 -0.4 20 -0.6 10 -0.8 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 k 0 1 2 3 2 3 2 3 E 0.8 160 0.6 140 0.4 120 0.2 100 D(E) E Figura 5.17: armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 5/1000 0 80 -0.2 60 -0.4 40 -0.6 20 -0.8 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 k 0 1 E Figura 5.18: armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 10/1000 0.6 250 0.4 200 0.2 D(E) E 150 0 100 -0.2 50 -0.4 -0.6 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 k 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 0 1 E Figura 5.19: armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 15/1000 34 ELENCO DELLE FIGURE 0.8 350 0.6 300 0.4 250 D(E) E 0.2 0 200 150 -0.2 100 -0.4 50 -0.6 -0.8 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 k 0 1 2 3 2 3 2 3 E 0.8 400 0.6 350 0.4 300 0.2 250 D(E) E Figura 5.20: armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 20/1000 0 200 -0.2 150 -0.4 100 -0.6 50 -0.8 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 k 0 1 E Figura 5.21: armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 25/1000 0.8 450 0.6 400 350 0.4 300 D(E) E 0.2 0 -0.2 250 200 150 -0.4 100 -0.6 50 -0.8 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 k 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 0 1 E Figura 5.22: armchair 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 50/1000 ELENCO DELLE FIGURE 35 3 250 2 200 1 D(E) E 150 0 100 -1 50 -2 -3 0 -1 -0.5 0 0.5 1 -3 -2 -1 k 0 1 2 3 1 2 3 1 2 3 E 3 300 2 250 1 200 D(E) E Figura 5.23: zigzag con W = 8, ∆ = 0 e φ/φ0 = 5/1000 0 150 -1 100 -2 50 -3 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 k 0 E Figura 5.24: zigzag con W = 8, ∆ = 0 e φ/φ0 = 15/1000 3 250 2 200 1 D(E) E 150 0 100 -1 50 -2 -3 0 -1 -0.5 0 k 0.5 1 -3 -2 -1 0 E Figura 5.25: zigzag con W = 8, ∆ = 0 e φ/φ0 = 50/1000 ELENCO DELLE FIGURE 1 100 0.8 90 0.6 80 0.4 70 0.2 60 D(E) E 36 0 50 -0.2 40 -0.4 30 -0.6 20 -0.8 10 -1 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 k 0 1 2 3 2 3 2 3 E Figura 5.26: zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 2/1000 0.8 110 100 0.6 80 0.2 70 D(E) E 90 0.4 0 60 50 -0.2 40 -0.4 30 20 -0.6 10 -0.8 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 k 0 1 E Figura 5.27: zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 5/1000 0.8 200 180 0.6 160 0.4 140 120 D(E) E 0.2 0 100 80 -0.2 60 -0.4 40 -0.6 20 -0.8 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 k 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 0 1 E Figura 5.28: zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 10/1000 37 0.6 300 0.4 250 0.2 200 D(E) E ELENCO DELLE FIGURE 0 150 -0.2 100 -0.4 50 -0.6 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 k 0 1 2 3 2 3 2 3 E 0.8 400 0.6 350 0.4 300 0.2 250 D(E) E Figura 5.29: zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 15/1000 0 200 -0.2 150 -0.4 100 -0.6 50 -0.8 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 k 0 1 E Figura 5.30: zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 20/1000 0.8 450 0.6 400 350 0.4 300 D(E) E 0.2 0 -0.2 250 200 150 -0.4 100 -0.6 50 -0.8 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 k 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 0 1 E Figura 5.31: zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 0 e φ/φ0 = 25/1000 38 ELENCO DELLE FIGURE 4 450 3 400 350 2 300 D(E) E 1 0 -1 250 200 150 -2 100 -3 50 -4 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -4 -3 -2 -1 k 0 1 2 3 4 E Figura 5.32: armchair con W = 8, ∆ = 1 e φ/φ0 = 1/1000 3 140 120 2 100 D(E) E 1 0 80 60 -1 40 -2 20 -3 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 0 k 1 2 3 E Figura 5.33: armchair con W = 8, ∆ = 1 e φ/φ0 = 50/1000 4 140 3 120 2 100 D(E) E 1 0 80 60 -1 40 -2 20 -3 -4 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 k 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -4 -3 -2 -1 0 E Figura 5.34: armchair con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 2/1000 1 2 3 4 ELENCO DELLE FIGURE 39 4 140 3 120 2 100 D(E) E 1 0 80 60 -1 40 -2 20 -3 -4 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -4 -3 -2 -1 k 0 1 2 3 4 1 2 3 4 2 3 4 E 4 160 3 140 2 120 1 100 D(E) E Figura 5.35: armchair con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 5/1000 0 80 -1 60 -2 40 -3 20 -4 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -4 -3 -2 -1 k 0 E Figura 5.36: armchair con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 10/1000 4 350 3 300 2 250 D(E) E 1 0 200 150 -1 100 -2 50 -3 -4 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 k 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -4 -3 -2 -1 0 1 E Figura 5.37: armchair con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 20/1000 ELENCO DELLE FIGURE 4 400 3 350 2 300 1 250 D(E) E 40 0 200 -1 150 -2 100 -3 50 -4 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -4 -3 -2 -1 k 0 1 2 3 4 E Figura 5.38: armchair con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 25/1000 3 450 400 2 350 300 D(E) E 1 0 -1 250 200 150 100 -2 50 -3 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -3 -2 -1 0 k 1 2 3 E Figura 5.39: armchair con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 50/1000 4 180 3 160 140 2 120 D(E) E 1 0 -1 100 80 60 -2 40 -3 20 -4 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 k 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -4 -3 -2 -1 0 E Figura 5.40: zigzag con W = 8, ∆ = 1 e φ/φ0 = 5/1000 1 2 3 4 ELENCO DELLE FIGURE 41 3 450 400 2 350 300 D(E) E 1 0 -1 250 200 150 100 -2 50 -3 0 -1 -0.5 0 0.5 1 -3 -2 -1 0 k 1 2 3 E Figura 5.41: zigzag con W = 8, ∆ = 1 e φ/φ0 = 50/1000 1.5 140 120 1 100 D(E) E 0.5 0 80 60 -0.5 40 -1 20 -1.5 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -4 -3 -2 -1 k 0 1 2 3 4 2 3 4 E Figura 5.42: zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 2/1000 1.5 140 120 1 100 D(E) E 0.5 0 80 60 -0.5 40 -1 20 -1.5 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 k 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -4 -3 -2 -1 0 1 E Figura 5.43: zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 5/1000 42 ELENCO DELLE FIGURE 1.5 180 160 1 140 0.5 120 E E 100 0 80 -0.5 60 40 -1 20 -1.5 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -4 -3 -2 -1 k 0 1 2 3 4 2 3 4 2 3 4 k Figura 5.44: zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 10/1000 1.5 350 300 1 250 0.5 E E 200 0 150 -0.5 100 -1 50 -1.5 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -4 -3 -2 -1 k 0 1 k Figura 5.45: zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 20/1000 1.5 400 350 1 300 250 0 E E 0.5 200 150 -0.5 100 -1 50 -1.5 0 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 k 0.2 0.4 0.6 0.8 1 -4 -3 -2 -1 0 1 k Figura 5.46: zigzag 16 bande con W = 100, ∆ = 1 e φ/φ0 = 25/1000 ELENCO DELLE FIGURE 43 0.506 0.9 0.8 0.504 0.7 0.6 densita' densita' 0.502 0.5 0.5 0.4 0.498 0.3 0.496 0.2 0.494 0.1 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200 0 20 40 60 80 sito 100 120 140 160 180 200 sito 0.9 0.9 0.8 0.8 0.7 0.7 0.6 0.6 densita' densita' Figura 5.47: Densità di carica armchair nanoribbon con W = 100, ∆ pari a 0 e 1 rispettivamente 0.5 0.5 0.4 0.4 0.3 0.3 0.2 0.2 0.1 0.1 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 0 1 2 sito 3 4 5 sito Figura 5.48: Densità di carica di armchair nanoribbon con W = 50 e 2, con ∆=1 0.506 0.9 0.8 0.504 0.7 densita' densita' 0.502 0.5 0.6 0.5 0.498 0.4 0.496 0.3 0.494 0.2 0 20 40 60 80 100 sito 120 140 160 180 200 0 20 40 60 80 100 120 140 160 sito Figura 5.49: Densità di carica armchair nanoribbon con W = 100, ∆ pari a 0 e 1 rispettivamente 180 200 ELENCO DELLE FIGURE 0.9 0.9 0.8 0.8 0.7 0.7 0.6 0.6 densita' densia' 44 0.5 0.5 0.4 0.4 0.3 0.3 0.2 0.2 0.1 0.1 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 0 1 2 sito 3 4 sito 0.9 0.8 0.7 densita' 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 sito Figura 5.50: Densità di carica zigzag nanoribbon con W = 50, 2 e 1, ∆ = 1 5 Bibliograa [1] K. 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