Fascismo Storia: Immediatamente prima della fine del conflitto mondiale, Benito Mussolini, uno degli esponenti più importanti dell'Interventismo, agì cercando varie sponde per dar vita a un movimento che imprimesse alla guerra una svolta rivoluzionaria. Tuttavia i suoi sforzi riuscirono a concretizzarsi solo sei mesi dopo il termine delle ostilità, quando un piccolo gruppo di reduci e intellettuali interventisti, nazionalisti, anarchici e sindacalisti rivoluzionari, si radunò in un locale di Piazza San Sepolcro a Milano, dando vita ai Fasci di Combattimento, il cui si configurava come rivoluzionario, socialista e nazionalista a un tempo. Dagli strati sociali più scontenti e soggetti alle suggestioni della propaganda nazionalista che, a seguito dei trattati di pace, si infiammò e alimentò il mito della Vittoria mutilata, emersero organizzazioni di reduci e, in particolare, quelle che raccoglievano gli ex-arditi. Nel novembre del 1921 i Fasci italiani di combattimento si trasformarono nel Partito Nazionale Fascista (PNF). Gli squadristi che presero parte alla marcia su Roma furono denominati dalla pubblicistica del regime le "camicie nere della rivoluzione" e la marcia venne celebrata negli anni successivi come l'acme della cosiddetta "rivoluzione fascista". Con l'avvento al potere le istanze rivoluzionarie del cosiddetto “fascismo movimento” si annacquarono, al di là delle enunciazioni e già dal 1923 con la fusione con il partito nazionalista, filo monarchico e poi nel 1929 con il concordato Stato Chiesa, prevalsero gli aspetti tipici di un regime autoritario. Benito Mussolini: Nel 1911 si distingue per una fervente campagna contro l'intervento italiano in Libia e l'anno seguente, nel luglio 1912, entra nella direzione nazionale del Partito Socialista Italiano assumendo la direzione del suo quotidiano nazionale, l' ”Avanti!”. Nel 1922 è al Congresso nazionale del partito dove organizza la 'Marcia su Roma' del 28 ottobre. Il 28 ottobre 1922, Benito Mussolini entra a Roma e si fa nominare capo del governo del Regno d'Italia. Fondatore e duce della rivoluzione delle camicie nere, Benito Mussolini è la figura dominante della storia italiana tra le due guerre mondiali del Novecento. Nel 1929 Mussolini stipula con la Chiesa Cattolica i 'Patti lateranensi' con l'intento di chiudere la 'questione romana' che aveva diviso, dagli anni del Risorgimento, lo Stato italiano unitario e la Santa Sede. Il 25 luglio del 1943 Mussolini viene sfiduciato dal Gran Consiglio del Fascismo re e arrestato. Sarà liberato l'11 settembre da paracadutisti tedeschi sul Gran Sasso e condotto in Germania da dove ricostituisce il partito fascista e proclama la Repubblica Sociale Italiana con sede a Salò, nel nord Italia. Il 28 aprile del 1945, tenta la fuga travestito da ufficiale tedesco ma viene catturato dai partigiani e fucilato insieme alla compagna. La simbologia fascista La simbologia fascista è l'insieme dei simboli utilizzati dal Fascismo e dal Neofascismo. Stemma del Partito Nazionale Fascista Il Fascismo storico, così inteso dalla fondazione del Popolo d'Italia e l'inizio delle campagne interventiste nel 1914 al termine della Repubblica Sociale Italiana (RSI) nel 1945, fece ampio uso della simbologia classica dell'antica Roma: esempi ne furono il Fascio littorio, il Saluto romano, l'utilizzo della lettera "V" in luogo della "U" e l'aquila romana. Fascio littorio Bandiera di guerra della Repubblica Sociale Italiana. I fasces lictorii erano, nell'Antica Roma, l'arma portata dai littori, che consisteva in un fascio di bastoni di legno legati con strisce di cuoio, normalmente intorno ad un'ascia. Tale arma divenne in seguito un simbolo del potere e dell'autorità maggiore, l'imperium, ed assunse la tipica forma di fascio cilindrico di verghe di betulla bianca simboleggianti il potere di punire, legate assieme da nastri rossi di cuoio, simboli di sovranità e unione, al quale talvolta era infissa un'ascia di bronzo, a rappresentare il potere di vita e di morte sui condannati romani. Il fascio littorio è un antico simbolo romano di potere ed autorità, formato da verghe legate insieme da nastri rossi. Esso venne ripreso da vari movimenti politici ed entità statali a partire dalla fine del XVIII secolo, divenendo quindi simbolo dei Fasci italiani di combattimento di Benito Mussolini nel 1919. Saluto romano Il saluto romano è una forma di saluto che prevede il braccio destro teso in avanti verso l'alto, con la mano tesa aperta. Inizialmente fu usato dai legionari fiumani, successivamente fu imposto dal regime attraverso una campagna promossa da Achille Starace. Aquila romana L'aquila, altro antico simbolo romano, venne ripreso dal regime e usato in molte costruzioni, riprodotto sul retro della lira e sulla bandiera da guerra della Repubblica Sociale Italiana. La V maiuscola Rappresentava sia l'alleanza tripartita tra Italia, Germania e Giappone, sia l'iniziale della parola "vittoria". I tre vertici della lettera corrispondevano al Giappone (a destra), alla Germania (a sinistra), e all'Italia (al centro). Croce celtica La croce celtica è oggi uno dei più noti e diffusi simboli neofascisti, in quanto venne usata prima dal Parti Populaire Français, un partito fascista creato in Francia negli anni trenta e nel dopoguerra da diversi gruppi neofascisti e di estrema destra in tutta Europa. L’opera nazionale Balilla L'opera nazionale balilla (ONB) fu un ente di stato del Regno d'Italia, istituito con legge votata dal parlamento, durante il ventennio fascista. La denominazione fu ispirata alla figura di Giovan Battista Perasso detto "Balilla", il giovane genovese che secondo la tradizione avrebbe dato inizio alla rivolta contro gli occupanti austriaci nel 1746: un'immagine di modello rivoluzionario cara al regime fascista. Formazioni 1. Corpi maschili: Figli della lupa: dai 6 agli 8 anni; Balilla: dai 9 ai 10 anni; Balilla moschettieri: dagli 11 ai 13 anni; Avanguardisti: dai 14 ai 18 anni. 2. Corpi femminili: Figlie della lupa: dai 6 agli 8 anni; Piccole italiane: dai 9 ai 13 anni; Giovani italiane: dai 14 ai 18 anni. 3. Esterni all'ONB vi erano i movimenti d'età superiore: Fasci giovanili di combattimento e giovani fasciste: dai 18 ai 21 anni; Gruppi universitari fascisti (GUF): studenti universitari e delle scuole superiori; Oltre ai balilla esistevano anche i marinaretti, che costituivano un'istituzione premarinara alla quale si accedeva dopo aver ottenuto il nulla osta dalla propria legione di appartenenza; ne facevano parte ragazzi dagli 8 anni in su. Principi educativi "L'educazione fascista", è morale, fisica, sociale e militare: è rivolta a creare l'uomo armonicamente completo, cioè fascista come noi vogliamo. Per formare il "carattere" era fondamentale suscitare l'emotività dei giovani più che il loro senso critico: "L'infanzia, come l'adolescenza... non può essere alimentata solo di concetti, di teorie, di insegnamenti astratti. Le verità che vogliamo loro insegnare devono parlare prima alla loro fantasia, al loro cuore, poi alla loro mente". All'astrattezza dell'insegnamento tradizionale si opponeva così il "valore educativo dell'azione e dell'esempio". Il giovane doveva uniformarsi all'immagine di una società dinamica, protesa verso obiettivi grandiosi; allo stesso tempo, gli era richiesto di inserirsi in un rigido sistema centralizzato e gerarchico. Al vertice della gerarchia, il duce era indicato come l'esempio sublime di "nuovo italiano": ne derivava pertanto un vero e proprio culto della personalità. L’ Italia fascista in guerra Quando l’Italia entra in guerra nel giugno del 1940 contro la Francia e nell’ottobre contro la Grecia, le sorti sfavorevoli sono già evidenti non solo per la superiorità del nemico, ma per l’impreparazione dell’esercito italiano nonostante la retorica fascista. L’impreparazione non è dovuta al valore dei reparti, ma all’equipaggiamento e all’impreparazione tecnica degli armamenti. La critica verso il fascismo è sollevata dai vecchi anti fascisti, ma molte perplessità si rilevano anche tra i giovani che non avevano conosciuto l’epoca prefascista ma si ritrovavano in età per combattere. Tra la fine del 1942 e l’inizio del 1943 iniziano alcune agitazioni sociali, come lo sciopero del maggio 1943 a Torino. Un momento drammatico fu la sconfitta definitiva in Africa nel maggio 1943. Questo permette agli alleati di giungere in Italia: il 10 luglio viene invasa la Sicilia. Questa manovra dà un colpo al regime. Il 25 luglio si riunisce il Gran consiglio del fascismo, che non si riuniva dal 1939, e si ha un ordine del giorno che richiede il ripristino di una situazione di dittatura non personale e quindi di ridare importanza agli organi statali. Il 26 luglio Mussolini si presenta al re che lo destituisce. Il re cerca di evitare reazioni fasciste mobilitando parte delle forze dell’ordine, ma non c’è nessuna reazione. Mussolini viene catturato dai carabinieri e portato sul Gran Sasso dove il 11 settembre verrà liberato dai servizi segreti tedeschi. Nell’agosto iniziano le trattative per l’armistizio. Il generale Castellano viene mandato a Lisbona per trattare alcune condizioni con gli anglo americani, ma questi in base al trattato di Casablanca della fine del 1942 chiedono la resa incondizionata. Castellano firma l’armistizio il 3 settembre vicino a Ragusa e l’unica clausola è quella che l’Italia uscisse dalla guerra entro il 10 settembre. I dirigenti italiani non si preparano al momento della proclamazione alla reazione tedesca, perché si pensa che la proclamazione non avverrà prima del 12. Neofascismo Neofascismo è il termine con cui si definisce l'insieme di quei movimenti politici che, dopo la seconda guerra mondiale, si sono auto-definiti eredi dei movimenti fascisti, acquisendo dopo la fine del conflitto una certa visibilità. Storia Il neofascismo in Italia prese vita nei primi mesi dopo la fine della Seconda guerra mondiale, in conseguenza principalmente dell'attivarsi dei reduci della Repubblica Sociale Italiana. Nel 1946 molti gruppi agivano al di fuori dei partiti. Altri reduci decisero viceversa di organizzarsi in una struttura partitica, per operare attraverso le istituzioni e le libere elezioni della Repubblica Italiana. Successivamente inizia il periodo della strategia della tensione. Il primo episodio è la strage di piazza Fontana, il 12 dicembre 1969, che è a tutt'oggi privo di colpevoli accertati, ma per cui si è negli anni sospettato ed indagato fra militanti sia anarchici che neofascisti. Il 2 agosto 1980 avviene l'unica strage di matrice neofascista confermata in sede giudiziaria, quella di Bologna. Nel 2011 è la fondazione di Alternativa Tricolore. Antifascismo Il termine antifascismo, dal punto di vista storico e sociologico, designa un movimento eterogeneo che, a partire dal termine della prima guerra mondiale ad oggi, sia avverso, osteggi e/o combatta il fascismo e le sue manifestazioni e declinazioni, sia a livello di governo sia come movimenti politici. Nell'ambito storiografico italiano, il termine "fascismo" è usato soprattutto in riferimento al regime di governo e all'ideologia promossi e attuati da Benito Mussolini tra il 23 marzo 1919 e il 28 aprile 1945. Spesso il termine viene esteso alla lotta contro tutti i regimi di estrema destra o reazionari, tranne che questi siano di altra matrice. L'antifascismo, oltre che dei regimi comunisti e stati socialisti, è stato, ed è, parte integrante della struttura ideologica di molte democrazie liberali e socialdemocrazie: ad esempio la Costituzione della Repubblica Italiana è esplicitamente antifascista. Dopo la Prima Guerra Mondiale, la Germania dovette affrontare la crisi economica con le pesanti riparazioni di guerra ai paesi vincitori, considerare la riconversione industriale di prodotti non bellici, non utilizzare le risorse minerarie della Saar per 15 anni. La repubblica di Weimer che guidava il paese, riuscì a governare la difficile situazione, grazie all’aiuto economico degli USA. La Germania, grazie alla sua capacità produttiva e alle garanzie fornite dai governi conservatori che si erano succeduti, attirò molti capitali americani. Il Trattato di Locarno del 1925 permise di pagare a rate il proprio debito di guerra e ciò consentì una ripresa più veloce. La forte dipendenza dell'economia tedesca dagli investitori e dalle banche americane tuttavia fece sì che, nel 1929 quando l'economia statunitense fu travolta dal crollo delle borse per l'eccesiva speculazione, la crisi economica che ne derivò, si ripercosse anche sull'economia tedesca, travolgendo le banche e facendo fallire le imprese più deboli. L’aiuto americano cessò con il crollo delle borse del '29. La diminuzione dell'occupazione risvegliò le agitazioni sociali ed in questo nuovo clima di malessere pose le sue basi il partito nazionalsocialista di Hitler. L'ascesa del Partito Nazionalsocialista raccoglieva il malessere e l' insoddisfazione di coloro che si sentivano umiliati dai trattati di pace. Nel 1923 Hitler aveva tentato un colpo di Stato, il cosiddetto Putsch di Monaco. I nazisti avevano marciato verso il Ministero della Guerra bavarese, intendendo rovesciare il governo della Baviera e da lì marciare su Berlino. Il colpo di mano fallì ed egli fu condannato per alto tradimento. Nei 9 mesi di carcere che scontò, elaborò “Mein Kampf”, la cosiddetta bibbia del Nazismo. Quest'opera ruotava attorno a tre semplici concetti: la lotta al liberalismo con conseguente disprezzo al parlamentarismo e alla democrazia. lotta al marxismo materialista, alla lotta di classe e alla rivoluzione sociale. lotta contro gli ebrei accusati di manipolare l’economia e il mondo finanziario tedesco: scopo della razza ariana, infatti, era quello di sottomettere le altre razze e di creare una nuova società “purificata”. IL NAZIONALSOCIALISMO Il nazionalsocialismo è un movimento politico nato in Germania intorno al 1919 che si ispira ad un esasperato nazionalismo. Tra i suoi iscritti c’era Adolf Hitler. Nel 1920 fu ribattezzato come partito nazionalsocialista dei lavoratori, comunemente chiamato partito nazista e fu trasformato da Hitler in uno strumento per la conquista del potere. Prese come simbolo la svastica, formando un esercito privato, la SA, che serviva ad intimidire i suoi avversari politici. Successivamente la situazione politica favorì lo sviluppo del partito. IL NAZISMO AL POTERE Dopo la fine degli aiuti economici americani vi furono un aumento della disoccupazione e dell’inflazione. Nel ’32 i disoccupati in Germania erano 6 milioni. Migliaia di piccole industrie fallirono e milioni di artigiani chiusero bottega. Il Paese era sull’orlo della guerra civile e in pochi mesi si svolsero tre elezioni. Gli industriali, gli agrari e l’esercito decisero di appoggiare i nazisti, così divennero il più forte partito tedesco, ottenendo il 37,4 % dei voti. Tutto ciò compromise la fragile struttura politica della Repubblica di Weimer. Emerse l’ideologia nazista, incentrata sul criterio della razza, contenuto nel "Mein Kampf" di Hitler. Secondo questa interpretazione le vicende umane erano da considerare come un eterno conflitto tra razze superiori (quella ariana che rappresentava un elevato ideale di umanità) e razze inferiori e barbare, come quelle ebraica. Ne derivò quindi la totale intolleranza verso etnie diverse, il feroce antisemitismo il rigoroso sistema gerarchico al vertice del quale si aveva un capo (il Fuhrer) che doveva guidare il suo popolo a dominare le altre razze il disprezzo per la democrazia e il metodo parlamentare il rispetto delle libertà individuali non era importante, ma lo era l’interesse della nazione la condanna del comunismo: la lotta di classe corrompeva il popolo e spezzava l’unità della nazione. Si avvertiva anche il bisogno di espandere i propri territori in virtù del fatto che la razza superiore doveva avere spazi sufficienti per crescere e prosperare, relegando gli altri gruppi etnici ad una condizione di inferiorità. Hitler voleva conquistare l’est europeo, eliminando le numerose comunità ebree presenti, perseguendo anche una politica antisovietica e anticomunista. Il 30 gennaio 1933 ad Hitler venne affidato il comando della cancelleria e questo determinò la fine della Repubblica di Weimar. Alcuni atti violenti furono l’incendio della sede del " Reichstag", il Parlamento del popolo tedesco che era appena stato costruito e non ancora inaugurato, Il 27 febbraio 1933; questo fu il pretesto per emanare leggi eccezionali, nelle quali furono dichiarati : fuori legge il partito comunista, incolpato dell’incidente le limitate libertà civili e politiche. la soppressione i giornali e creata una polizia ausiliaria. la riaffermata la sovranità nazionale della Germania contro il Trattato di Versailles per cui: l’estensione dei confini naturali tedeschi annettendo territori e ricongiungendosi all'Austria; le alleanze strette con Italia e Giappone; il carattere imperialista del regime che portò all’annientamento della Cecoslovacchia e all’annessione di Boemia e Moravia Con le elezioni del 5 marzo 1933 intanto Hitler ottenne il controllo della maggioranza parlamentare e la legge sui pieni poteri del 23 marzo portò alla eliminazione di tutte le opposizioni politiche allo scioglimento dei sindacati, all’abolizione dell’autonomia dei Lander che dovevano dipendere dal governo centrale. Il 30 giugno 1934 nella "notte dei lunghi coltelli" Hitler fece uccidere sia i principali capi della cosiddetta opposizione di sinistra, sia esponenti della destra tradizionale (fra cui il capo della SA) e poco oltre alla carica di Cancelliere (Primo ministro) assunse anche la carica di presidente. Si avviò quindi un regime di totalitarismo, in cui tutte le attività produttive, associative e culturali furono controllate dal partito, attraverso un programma di pulizia razziale. Si assistette al rogo di libri di grandi autori tedeschi, ma ebrei o d’esponenti di teorie democratiche, socialiste o umanitarie. S’intensificò la politica di nazificazione della cultura, cui aderirono intellettuali influenzati dalla ripresa dello "spirito germanico", ma che comportò l’esilio di coloro che non l’accettavano. La ricerca del consenso si attuò con strumenti e tecniche di comunicazione utilizzati dal ministro della propaganda Gobbels con cui annunciava il Terzo Reich. La liquidazione dell’opposizione politica continuò grazie all’opera della Gestapo e con l’internamento in campi di concentramento di questi avversari del regime. Si sviluppò la persecuzione degli ebrei tedeschi anche attraverso le leggi di Norimberga del 1935 in cui essi erano privati dei diritti di cittadinanza riducendoli così a razza inferiore: questo era l’annuncio di quella "soluzione finale" che il nazismo avrebbe perseguito durante la Seconda Guerra Mondiale. Nei primi anni del potere di Hitler la politica contro gli ebrei fu moderata, ma a partire dal '35, con le leggi di Norimberga, essi vennero privati anche della cittadinanza tedesca e dichiarati estranei alla Comunità nazionale. La soluzione finale al problema ebraico venne messa in atto solo durante la seconda guerra mondiale, quando gli ebrei riempirono i campi di concentramento e dove si stima che furono uccise circa 7 milioni di persone. La politica estera del fuhrer perseguì quanto era scritto nel “Mein Kampf”. L'invasione della Polonia del 1° settembre 1939 innescò la miccia che diede il via al II conflitto mondiale. Con l’assunzione del potere da parte dei nazisti, la dottrina razziale fu sviluppata come scienza mirata, da una parte ad impedire la trasmissione di malattie fisiche e mentali e dall’altra si cercò di accrescere e conservare la purezza della razza ariana. Furono proibiti i matrimoni con persone che avessero sino ad una quarto di sangue ebraico. Gli ebrei furono esclusi dalle attività professionali e dagli affari, mentre i loro beni furono confiscati. Nel 1939 si passò ad una politica di totale sterminio; altri popoli furono coinvolti nella politica razziale nazista che presupponeva una scala discendente di diritti civili e politici in cui il gradino più alto era destinato alla razza tedesca. VITA, MORTE E MIRACOLI DI ADOLF HITLER Adolf Hitler è nato il 20 aprile 1889 in Austria, è morto il 30 aprile 1945, a l’età di 56 anni. Era alto 1,73 m. Hitler conquistò il potere cavalcando lo scontento e l'orgoglio ferito del popolo tedesco, a causa della sconfitta nella prima guerra mondiale, delle gravi imposizioni del Trattato di Versailles e della grave crisi economica che affliggeva la Repubblica di Weimar. Sfruttando la sua abilità oratoria e l'insoddisfazione delle classi medie e dei disoccupati, presentò un manifesto politico pieno di nazionalismo, anticomunismo e antisemitismo. Nel 1934, dopo la morte del presidente Paul von Hindenburg, si attribuì per legge il titolo di Führer e Cancelliere del Reich, accentrando nelle sue mani i poteri dello Stato e stabilendo un regime dittatoriale. Grazie a un possente ed efficace programma di ristrutturazione economica e potenziamento militare, Hitler perseguì una politica estera estremamente aggressiva. Hitler arrivò a invadere la Polonia il 1º settembre del 1939, provocando lo scoppio della seconda guerra mondiale. Sconfitto dagli eserciti Alleati, con le truppe sovietiche ormai entrate nella capitale tedesca, si suicidò nel suo bunker di Berlino il 30 aprile 1945 insieme alla compagna Eva Braun, che aveva sposato il giorno prima. Responsabile della morte di milioni di persone, Hitler fu sostenitore di una ideologia nazionalistica violentemente razzista e fu autore di una politica di discriminazione e sterminio che colpì vari gruppi etnici, politici e sociali: testimoni di Geova, omosessuali, prigionieri di guerra, comunisti, oppositori politici, disabili fisici e mentali, e in particolar modo gli ebrei. Isolati sin dal 1933 dalla vita sociale ed economica del Paese, gli ebrei e le altre minoranze furono oggetto dal 1941 di un piano d'internamento ed eliminazione totale, noto con il nome di soluzione finale, al quale ci si è riferiti sin dall'immediato dopoguerra con il termine di Shoah. IL NAZISMO DECADE Sono molte le ipotesi che descrivono la morte di Hitler. Alcune dicono che si sia impiccato, altre che sia morto di morte naturale, altre che abbia cambiato identità e si sia trasferito in America. La più probabile è quella che narra che durante un bombardamento lui si fece bruciare vivo nel suo studio. Appena dopo la sua morte il nazismo finì. Hitler raffigurato dallo United States Secret Service nel 1944 per mostrare come poteva cambiare aspetto per sottrarsi alla cattura. IL NAZISMO OGGI Anche dopo la morte di Hitler, nonostante la scienza abbia dimostrato che esiste una sola razza umana e che non sia possibile distinguere i gruppi umani per caratteristiche fisiche dovute ai tratti fisici o al colore della pelle, alcune persone continuano a credere nella superiorità di alcune. Il Nazismo è stata dichiarata una ideologia perseguibile. Chi si richiama a questa ideologia non è per forza tedesco, ma è chi crede nell’uso della forza per avere ragione, nell’affermazione di un gruppo a svantaggio di un altro. I movimenti che si ispirano al nazismo nati dopo la seconda guerra mondiale sono definiti neonazisti, ma non appare questo nome nel loro simbolo, poiché la storia ha condannato il suo operato. Vi sono movimenti sociali o politici che provano a far rivivere il nazismo e hanno ideali e atteggiamenti come l'apologia di Adolf Hitler, l'uso dei simboli della Germania nazista (come la svastica), manifestazioni di antisemitismo e anche di razzismo, in particolare verso gli stranieri Un modo per riconoscere chi si ispira a questo movimento può essere la testa rasata, fatto che richiama l’origine da cui scaturì il nazismo, nelle zone dell’Austria per prevenire i pidocchi; l’ossessione per le pratiche sportive e le parate; oggi spesso è visibile nelle tifoserie violente e nelle loro pratiche violente negli stadi; il credo nella Xenofobia (paura del nuovo o del diverso) e il razzismo; vuole il ritorno al predominio delle nazioni sugli organismi comunitari e crede nei movimenti localisti (Lega Nord, Vlaams Blok), teme l’annullamento delle particolarità regionali. Vi sono poi il malcontento verso l’euro e un rinnovato sentimento di antiamericanismo e antiglobalismo. LA SECONDA GUERRA MONDIALE http://youtu.be/K1NOcPFnBeE 1939) Patto d’acciaio tra germania e italia. Invasione della Germania nella Polonia, Francia e regno unito dichiararono guerra alla Germania: inizio seconda guerra mondiale.Patto 1940) Italia entra in guerra il 10 giugno, quattro giorni dopo la Francia si arrese. 1941: il 22 giugno la Germania invase l’Unione Sovietica ,che tuttavia oppose una disperata resistenza . Il 7 dicembre il Giappone attaccò improvvisamente la flotta americana a Pearl Harbor sulla marina americana, determinando l’ingresso dagli USA nel conflitto 1942: i giapponesi, che avevano conquistato Malesia, Birmania Hong Kong , Singapore , Filippine e Indonesia , subirono le prime sconfitte a opera degli americani. Entro la fine del 1942 i tedeschi e gli italiani furono sconfitti dagli anglo-americani nell’Africa settentrionale (battaglia di El Alamein in Egitto) 1943) Stalingrado respinge Hitler. 1944)La Germania si arrende 1945: il mattino del 6 agosto del 1945 gli usa sganciano la bomba atomica su hiroshima e nagasaki con la conseguenza resa del giappone. 2/09/1945 fine seconda guerra mondiale. ALLEANZE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE I paesi che combatterono la Seconda Guerra Mondiale si schierarono all'interno di due opposte alleanze: quella dell'Asse e quella cosiddetta degli Alleati. I tre principali membri dell'Asse erano la Germania, l'Italia e il Giappone. Le tre nazioni riconoscevano, rispettivamente, alla Germania il diritto all'egemonia (supremazia di uno stato su altri) sulla maggior parte dell'Europa continentale, all'Italia quella sul Mediterraneo e al Giappone sull'Asia orientale e sul Pacifico. La triplice alleanza era composta dall’unione sovietica dagli usa e dall’Inghilterra. LE ARMI La portaerei: le portaerei si rileva una delle armi di maggiore impatto strategico del secondo conflitto mondiale i modelli migliori sono forniti di artiglieria antiaerea e di una blindatura pesante e raggiungono i 30 nodi di velocità oraria. Il sottomarino: prima del secondo conflitto mondiale l’ industria, bellica di numerose nazioni viene potenziata per la costruzione di sottomarini sempre piu veloci e capaci di resistere a lunghi periodi di immersioni. Il sottomarino era capace di una velocità pari a 7,5nodi sott’acqua e di 17,7nodi di superficie, capace di immergersi fino a una profondità di 300 metri. Il carro armato: viene impiegato per la prima volta nel corso della grande guerra eccessivamente lento e inaffidabile, oltre che vulnerabile dalla artiglieria. Nel giro di pochi anni vengono tutta via potenziate le sue caratteristiche tecniche fino a farne un protagonista della seconda guerra mondiale. L’atomica: la bomba atomica e un ordigno che sfrutta l’energia liberato dalla rottura dei nuclei di uranio l’arma esplode a 600 metri di quota sprigionante un’energia pari a quella di 20000 tonnellate di tritolo. Al centro dell’esplosione si sviluppa una palla infuocata con una temperatura di milioni di gradi scagliata a una velocità di mille km orari. STRUTTURA DELLE GUERRE LAMPO: 1) Il bombardamento tedesco: La strategia della guerra lampo si componeva in tre fasi: nella prima i bombardamenti a tappeto da parte degli aerei tedeschi, gli stukas, distruggevano fortificazioni e mezzi nemici senza essere contrastati efficacemente dalla contraerea francese. 2)L’avanzata dei panzer: nella seconda fase della guerra lampo avanzavano i panzer ovvero carri armati incaricati di distruggere le fortificazioni nemiche. 3)Le forze motorizzate: La fanteria motorizzata entrava in azione durante la terza fase della guerra lampo in modo da annientare le resistenze residue. La Resistenza All’indomani della caduta di Mussolini, alle 19,30 dell’ 8 settembre 1943 Badoglio comunica che l’armistizio con gli eserciti alleati è stato firmato. Meno di otto ore dopo, all’alba del 9 settembre. Tutti i partiti antifascisti si uniscono nel Comitato di Liberazione Nazionale che chiama gli italiani “alla lotta e alla resistenza”. La lunga battaglia dell’antifascismo, cominciata nel 1922, è vinta sul piano politico, ma non sul quello militare. Nasce così la resistenza armata che, preparata da venti anni di carcere, di esilio e di oppressione, rappresenta l’ultimo atto vittorioso dell’opposizione al fascismo, e si salda con l’insurrezione degli altri Paesi europei contro la tirannia. La Resistenza è un grande movimento politico, ma anche una spontanea insurrezione popolare, che si raccoglie intorno agli antifascisti divenuti comandanti militari. Per quasi due anni, le bande partigiane collegate fra loro, nascoste nelle città o sulle montagne, affrontano le divisioni naziste o la superstite milizia “repubblichina”, mentre nel Sud, un nuovo esercito si affianca agli Alleati. L’armata partigiana si dimostra mobilissima, ma anche profondamente legata ai paesi e alle regioni in cui combatte. Ha come meta la vittoria militare, ma anche il riscatto morale ed il rinnovamento sociale. Accanto alle innumerevoli azioni di lotta quell’esercito traccia talvolta nelle zone liberate i primi lineamenti di uno stato democratico. La Resistenza percorre l’Italia occupata come un grande sussulto dal Sud al Nord, fra battaglie, colpi di mano, salvataggi. Si muove da Napoli che si libera da sola durante le quattro giornate, all’Appennino tosco-emiliano, dai Castelli romani all’Abruzzo, dalla Liguria al Piemonte, dalla Lombardia al Veneto. È un grande esercito al di qua e al di là dei confini, che paga un prezzo di sangue altissimo: 46.000 partigiani morti, 21.000 feriti, 30.000 italiani morti nella Resistenza europea, 33.000 soldati morti nei “Lager” tedeschi, 8.000 deportati politici uccisi nei campi di stermino, 10.000 soldati caduti combattendo accanto agli Alleati nella campagna d’Italia. È il costo della libertà. L’Italia della Resistenza allinea le pagine di storia più dolorose e più gloriose insieme: villaggi e città liberate, dure battaglie in montagna, la strage di Boves e quella di Marzabotto, le Ardeatine e la battaglia di Firenze, la repubblica dell’Ossola e la liberazione delle grandi città industriali al Nord. Per due lunghi inverni, la nuova Italia è sulla montagna, nel fronte clandestino e nell’esercito di liberazione che combatte affianco degli Alleati: fino al 25 aprile 1945, alla Liberazione, alla pace. È la fine di una lotta cominciata molto tempo prima, e che ha visto cadere tra gli altri, in una linea storica senza fratture, Matteotti e Amendola, Gobetti e Gramsci, De Bosis e i Rosselli, Duccio Galimberti e Bruno Buozzi, Don Morosini e i fratelli Cervi. Ed è da questa lotta che nascono la Repubblica e la Costituzione. Cos’è un Partigiano Un partigiano è un combattente armato che non appartiene ad un esercito regolare ma ad un movimento di resistenza e che solitamente si organizza in bande o gruppi, per fronteggiare uno o più eserciti regolari, ingaggiando una guerra asimmetrica. La Resistenza Militare La resistenza militare, condotta da componenti delle Forze Armate, riconoscibili come personale in uniforme sottoposto alla giurisdizione militare, va comunque distinta dalla Resistenza propriamente detta, artefice della guerra partigiana, durante la quale i partigiani, volontari legati in gran parte alle formazioni politiche antifasciste, si impegnarono nella guerriglia in montagna e in collina, nel sabotaggio, nella lotta armata nelle città. Anche diversi militari sfuggiti alla cattura da parte dei tedeschi si unirono al movimento partigiano costituendo formazioni autonome, conosciuti anche come azzurri o badogliani come quelle capeggiate dagli ufficiali Enrico Martini, Comandante Lampus o Mauri, e Piero Balbo, Comandante Nord, il gruppo Cinque Giornate del colonnello Carlo Croce e l'Organizzazione Franchi, la struttura di sabotaggio e informazioni, strettamente legata ai servizi segreti britannici, costituita da Edgardo Sogno Repubblica e la Costituzione. Creazione dei Comitati di Liberazione Nazionale Poche ore dopo la comunicazione radiofonica del maresciallo Badoglio e a battaglia già in corso, il 9 settembre 1943, alle 16.30, a Roma, in via Carlo Poma, sei esponenti politici dei partiti antifascisti, usciti dalla clandestinità a seguito del crollo del regime, si riunirono e costituirono il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), struttura politico-militare che avrebbe caratterizzato la Resistenza italiana contro l'occupazione tedesca e le forze collaborazioniste fasciste della Repubblica di Salò in tutto il periodo della guerra di liberazione. I GAP e le SAP Contemporaneamente alla costituzione delle prime "bande" partigiane nelle montagne, si organizzarono, soprattutto per iniziativa dei comunisti, nuclei di militanti della Resistenza in azione in piccoli gruppi nelle grandi città dominate dai nazifascisti per diffondere l'insicurezza, la paura ed il terrore tra i nemici. Organizzati in piccole cellule di tre-quattro elementi i GAP (Gruppi di azione patriottica) e comandati sovente da veterani che avevano già combattuto in Spagna contro il fascismo; i GAP seguivano rigide regole di compartimentazione, operavano isolati e dimostrarono grande determinazione, coraggio e forte motivazione. Gli attentati, diretti contro importanti personalità fasciste o naziste, contro ufficiali, o contro ritrovi e locali frequentati dalle truppe occupanti, miravano anche a provocare i nazifascisti, ad innescare la rappresaglia ed a accentuare l'odio e la vendetta. Oltre ai GAP inoltre si costituirono nelle fabbriche, con funzioni di sabotaggio e controllo, i SAP (Squadre di azione patriottica), una vera e propria milizia clandestina di fabbrica con l'obiettivo di rendere più ampia possibile la partecipazione popolare al momento insurrezionale. IL CLNAI Anche a Milano fin dai giorni di settembre era stato costituito un Comitato di Liberazione Nazionale che assunse subito grande importanza, i dirigenti del CLN di Roma guidato da Bonomi riconobbero a gennaio 1944 la necessità di un coordinamento della lotta partigiana al nord e quindi vennero delegati al comitato di Milano tutti i poteri politico-militari per l'Alta Italia, nonostante qualche divergenza con il comitato di Torino. Diretto dall'indipendente Alfredo Pizzoni, il comitato milanese si trasformò in CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) e per il resto della Resistenza guidò con efficacia la lotta partigiana nel cuore della Repubblica Sociale e dell'apparato militare tedesco. Insurrezione L'offensiva finale alleata ebbe inizio il 9 aprile 1945 e si sviluppò rapidamente; le forze tedesche vennero rapidamente sconfitte e, dopo un tentativo di resistenza sulle linee dei fiumi perpendicolari alla via Emilia, iniziarono il ripiegamento in disordine. La mattina del 14 aprile reparti del Gruppo di Combattimento Friuli entrarono ad Imola, subito seguiti dai polacchi del generale Władysław Anders, accolti festosamente dalla popolazione. Tra il 17 e il 19 aprile il fronte tedesco venne definitivamente sfondato nel settore di Argenta e le mobili colonne alleate dilagarono nella valle Padana. L'insurrezione è un tipo di conflitto armato appartenente alla tipologie delle guerriglie e deriva da oppressione dura e insopportabile di un popolo sopra un altro, o di un governo sul suo stesso popolo. A.N.P.I. L'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI) è un'associazione fondata dai partecipanti alla resistenza italiana contro l'occupazione nazifascista nella seconda guerra mondiale. Nata a Roma nel 1944, mentre nel Nord Italia la guerra era ancora in corso, è stata eretta in ente morale il 5 aprile 1945. L'associazione è aperta, oltre che agli ex partigiani, a chiunque condivida i valori della Resistenza. Essa aderisce alla Federazione Internazionale dei Resistenti. https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=YTCCPm22hCM Informazioni prese da: - Wikipedia Treccani Youtube A.N.P.I. Google Immagini Rai Storia LA SHOAH Con il termine SHOAH(in italiano Olocausto)a partire dalla seconda metà del XX secolo, si indica il genocidio svolto dalla Germania nazista e dai suoi alleati nei confronti degli ebrei d'Europa e, per estensione, lo sterminio nazista verso tutte le categorie ritenute "indesiderabili", che causò circa 15 milioni di morti in pochissimi anni. - L ‘ ORGANIZAZIONE La distruzione di circa i due terzi degli ebrei d'Europa venne organizzata e portata a termine dalla Germania nazista mediante un complesso apparato amministrativo, economico e militare che coinvolse gran parte delle strutture di potere burocratiche del regime. Ebbe inizio nel 1933 con l’ unione di stati Europei occupati dal Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale, inizio con il concentramento poi deportazione e culminò dal 1941 con lo sterminio fisico per mezzo di eccidi di massa sul territorio da parte di reparti speciali, e soprattutto in strutture di annientamento appositamente predisposte (campi di sterminio), in cui attuare quella che i nazisti denominano soluzione finale della questione ebraica. - Campi Di Concentramento I campi di concentramento per gli "indesiderabili" erano disseminati in tutta l'Europa, con nuovi campi creati vicino ai centri con un'alta densità di popolazione "indesiderata": ebrei, polacchi, comunisti e gruppi Rom. La maggior parte dei campi di concentramento era situata nei confini del Reich. Anche molti prigionieri dei campi di concentramento , benché questi ultimi non fossero stati costruiti col compito precipuo dello sterminio , morirono a causa delle terribili condizioni di vita o a causa di esperimenti condotti su di loro da parte dei medici dei campi. Alcuni campi, come quello di Auschwitz-Birkenau, combinavano il lavoro schiavistico con lo sterminio sistematico. La macchina della distruzione raggiunse il suo punto culminante in sei campi di sterminio situati in Polonia su cui convergevano migliaia di trasporti ferroviari provenienti da tutta Europa; furono trasportati e uccisi in questi campi circa 3 milioni di ebrei. Oltre al campo di Auschwitz-Birkenau, attualmente sono considerati campi di sterminio o campi di concentramento e sterminio i campi di Bełżec, Sobibór, Treblinka, Chełmno, Majdanek. - - - - Lo storico dell'Olocausto Raul Hilberg ha descritto dettagliatamente il meccanismo dello sterminio evidenziandone il carattere di gigantesco complesso amministrativo gestito in cooperazione attiva ed efficace dai quattro centri di potere della Germania nazista: la burocrazia ministeriale, la Wehrmacht, l'amministrazione economica e l'apparato del Partito nazista. Secondo Hilberg ognuno di queste quattro strutture burocratiche eseguì compiti fondamentali in tutte le fasi del processo di distruzione. - - Wehrmach (initaliano "Forza di difesa") è il nome assunto dalle forze armate tedesche con la riforma del 1935 e per tutta la durata della seconda guerra mondiale, fino all'agosto 1946, quando fu formalmente sciolta dopo la resa incondizionata del 7 maggio 1945 - Il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi , conosciuto anche come Partito Nazista o con la sigla NSDAP, nato dal Partito dei Lavoratori Tedeschi (DAP), fu un partito politico che, guidato da Adolf Hitler, agitatore e uomo politico di origini austriache, prese il potere in Germania nel 1933, perfezionando l'anno successivo, con il Decreto per la ricostruzione del Reich e la nomina di Hitler a Führer del popolo tedesco - questo simbolo cioè la svastica nazista era utilizatta come simbolo per quasi tutte le attività tedesche, infatti questo è il logo utilizzato per l’ “amministrazione economica” e per “il partito nazista - - Raul Hilberg (Vienna, 2 giugno 1926 – Parigi, 4 agosto 2007) è stato uno storico statunitense di origini austriache, considerato uno dei principali studiosi dell'Olocausto del popolo ebraico. - Il suo volume La distruzione degli Ebrei d'Europa, più volte rivisto dall'autore, è considerato uno dei più autorevoli studi relativi alla cosiddetta "Soluzione finale della questione ebraica" pianificata e condotta dalla Germania. - TUTTA LA VERITA - Ulteriori dettagli e conferme vennero apprese dai paesi alleati e dai neutrali dopo la fuga da Auschwitz il 7 aprile 1944 di due ebrei slovacchi, Rudolf Vrba e Alfred Wetzler, che riuscirono a raggiungere la Slovacchia il 21 aprile e a fornire un dettagliato resoconto dei fatti in corso nel campo di sterminio. I cosiddetti "protocolli di Auschwitz" vennero presto divulgati, attraverso la Svizzera, dalla stampa ameri. - Nel novembre 1944 il giurista e ricercatore polacco Raphael Lemkin riportava le uccisioni di massa naziste fatte contro le popolazioni polacche, russe, indicando fra liquidati nel ghetto e morti in luoghi sconosciuti, dopo deportazioni ferroviarie, la cifra di 1.702.500 uccisi, secondo un dato fornito dallo "Institute of Jewish Affairs of the American Jewish Congress in New York”. - - I GHETTI - Il ghetto è un’ area nella quale persone considerate inferiori( in questo caso gli ebrei ecc…)vivono in un regime di reclusione più o meno stretto. All’ inizio il ghetto era un quartiere ricco , dei mercanti, solo dopo andò ad indicare un quartiere povero. - - Ghetto di Roma - TUTTO VENIVA ORGANIZATO - Le eliminazioni di massa venivano condotte in sistematico: venivano fatte liste dettagliate di vittime presenti, future e potenziali, così come sono state trovate le meticolose registrazioni delle esecuzioni. Oltre a ciò, uno sforzo considerevole fu speso per trovare metodi sempre più efficienti per uccidere persone in massa, passando dalle fucilazioni, all'avvelenamento con monossido di carbonio dei campi di sterminio. - I MOTIVI - Hitler fin dalla giovane età aveva nella sua testa il mito della razza pura, quella ariana, ragazzi alti, biondi e con gli occhi azzurri, anche se lui non era per niente ariano. Per Hitler tutte le razze ,tranne a quella ariana, erano inferiori e dovevano sparire dalla Germania. Il primo passo che Hitler fece per annientare gli Ebrei fu la pubblicazione delle leggi razziali e poi ci fu tutto quello che oggi conosciamo. - Decreto per la ricostruzione del Reich e la nomina di Hitler a Führer del popolo tedesco