Fascismo
Storia:
Immediatamente prima della fine
del conflitto mondiale, Benito
Mussolini, uno degli esponenti più
importanti dell'Interventismo, agì
cercando varie sponde per dar vita
a un movimento che imprimesse alla guerra una svolta rivoluzionaria. Tuttavia i suoi sforzi
riuscirono a concretizzarsi solo sei mesi dopo il termine delle ostilità, quando un piccolo
gruppo di reduci e intellettuali interventisti, nazionalisti, anarchici e sindacalisti rivoluzionari,
si radunò in un locale di Piazza San Sepolcro a Milano, dando vita ai Fasci di Combattimento,
il cui si configurava come rivoluzionario, socialista e nazionalista a un tempo.
Dagli strati sociali più scontenti e soggetti alle suggestioni della propaganda nazionalista che,
a seguito dei trattati di pace, si infiammò e alimentò il mito della Vittoria mutilata, emersero
organizzazioni di reduci e, in particolare, quelle che raccoglievano gli ex-arditi.
Nel novembre del 1921 i Fasci italiani di combattimento si trasformarono nel Partito
Nazionale Fascista (PNF).
Gli squadristi che presero parte alla marcia su Roma furono denominati dalla pubblicistica
del regime le "camicie nere della rivoluzione" e la marcia venne celebrata negli anni successivi
come l'acme della cosiddetta "rivoluzione fascista".
Con l'avvento al potere le istanze rivoluzionarie del cosiddetto “fascismo movimento” si
annacquarono, al di là delle enunciazioni e già dal 1923 con la fusione con il partito
nazionalista, filo monarchico e poi nel 1929 con il concordato Stato Chiesa, prevalsero gli
aspetti tipici di un regime autoritario.
Benito Mussolini:
Nel 1911 si distingue per una fervente campagna contro
l'intervento italiano in Libia e l'anno seguente, nel luglio
1912, entra nella direzione nazionale del Partito Socialista
Italiano assumendo la direzione del suo quotidiano
nazionale, l' ”Avanti!”.
Nel 1922 è al Congresso nazionale del partito dove
organizza la 'Marcia su Roma' del 28 ottobre.
Il 28 ottobre 1922, Benito Mussolini entra a Roma e si fa
nominare capo del governo del Regno d'Italia. Fondatore
e duce della rivoluzione delle camicie nere, Benito
Mussolini è la figura dominante della storia italiana tra le
due guerre mondiali del Novecento.
Nel 1929 Mussolini stipula con la Chiesa Cattolica i 'Patti lateranensi' con l'intento di chiudere
la 'questione romana'
che aveva diviso, dagli anni del Risorgimento, lo Stato italiano unitario e la Santa Sede.
Il 25 luglio del 1943 Mussolini viene sfiduciato dal Gran Consiglio del Fascismo re e arrestato.
Sarà liberato l'11 settembre da paracadutisti tedeschi sul Gran Sasso e condotto in Germania
da dove ricostituisce il partito fascista e proclama la Repubblica Sociale Italiana con sede a
Salò, nel nord Italia.
Il 28 aprile del 1945, tenta la fuga travestito da ufficiale tedesco ma viene catturato dai
partigiani e fucilato insieme alla compagna.
La simbologia fascista
La simbologia fascista è l'insieme dei simboli utilizzati dal Fascismo e dal Neofascismo.
Stemma del Partito Nazionale Fascista
Il Fascismo storico, così inteso dalla fondazione del Popolo d'Italia e l'inizio delle campagne
interventiste nel 1914 al termine della Repubblica Sociale Italiana (RSI) nel 1945, fece ampio
uso della simbologia classica dell'antica Roma: esempi ne furono il Fascio littorio, il Saluto
romano, l'utilizzo della lettera "V" in luogo della "U" e l'aquila romana.
Fascio littorio
Bandiera di guerra della Repubblica Sociale Italiana.
I fasces lictorii erano, nell'Antica Roma, l'arma portata dai littori, che
consisteva in un fascio di bastoni di legno legati con strisce di cuoio,
normalmente intorno ad un'ascia. Tale arma divenne in seguito un
simbolo del potere e dell'autorità maggiore, l'imperium, ed assunse
la tipica forma di fascio cilindrico di verghe di betulla bianca
simboleggianti il potere di punire, legate assieme da nastri rossi di
cuoio, simboli di sovranità e unione, al quale talvolta era infissa un'ascia di
bronzo, a rappresentare il potere di vita e di morte sui condannati romani. Il fascio littorio è
un antico simbolo romano di potere ed autorità, formato da verghe legate insieme da nastri
rossi. Esso venne ripreso da vari movimenti politici ed entità statali a partire dalla fine del
XVIII secolo, divenendo quindi simbolo dei Fasci italiani di combattimento di Benito Mussolini
nel 1919.
Saluto romano
Il saluto romano è una forma di saluto che prevede il braccio
destro teso in avanti verso l'alto, con la mano tesa aperta.
Inizialmente fu usato dai legionari fiumani, successivamente
fu imposto dal regime attraverso una campagna promossa
da Achille Starace.
Aquila romana
L'aquila, altro antico simbolo romano, venne ripreso dal
regime e usato in molte costruzioni, riprodotto sul retro
della lira e sulla bandiera da guerra della Repubblica
Sociale Italiana.
La V maiuscola
Rappresentava sia l'alleanza tripartita tra Italia, Germania e
Giappone, sia l'iniziale della parola "vittoria". I tre vertici della
lettera corrispondevano al Giappone (a destra), alla Germania (a
sinistra), e all'Italia (al centro).
Croce celtica
La croce celtica è oggi uno dei più noti e diffusi simboli neofascisti,
in quanto venne usata prima dal Parti Populaire Français, un partito
fascista creato in Francia negli anni trenta e nel dopoguerra da
diversi gruppi neofascisti e di estrema destra in tutta Europa.
L’opera nazionale Balilla
L'opera nazionale balilla (ONB) fu un ente di
stato del Regno d'Italia, istituito con legge
votata dal parlamento, durante il ventennio
fascista.
La denominazione fu ispirata alla figura di
Giovan Battista Perasso detto "Balilla", il
giovane genovese che secondo la tradizione
avrebbe dato inizio alla rivolta contro gli occupanti austriaci nel 1746: un'immagine di
modello rivoluzionario cara al regime fascista.
Formazioni
1. Corpi maschili:




Figli della lupa: dai 6 agli 8 anni;
Balilla: dai 9 ai 10 anni;
Balilla moschettieri: dagli 11 ai 13 anni;
Avanguardisti: dai 14 ai 18 anni.
2. Corpi femminili:
 Figlie della lupa: dai 6 agli 8 anni;
 Piccole italiane: dai 9 ai 13 anni;
 Giovani italiane: dai 14 ai 18 anni.
3. Esterni all'ONB vi erano i movimenti d'età superiore:
 Fasci giovanili di combattimento e giovani fasciste: dai 18 ai 21 anni;
 Gruppi universitari fascisti (GUF): studenti universitari e delle scuole superiori;
 Oltre ai balilla esistevano anche i marinaretti, che costituivano un'istituzione premarinara alla quale si accedeva dopo aver ottenuto il nulla osta dalla propria legione
di appartenenza; ne facevano parte ragazzi dagli 8 anni in su.
Principi educativi
"L'educazione fascista", è morale, fisica, sociale e militare: è rivolta a creare l'uomo
armonicamente completo, cioè fascista come noi vogliamo. Per formare il "carattere" era
fondamentale suscitare l'emotività dei giovani più che il loro senso critico: "L'infanzia, come
l'adolescenza... non può essere alimentata solo di concetti, di teorie, di insegnamenti astratti.
Le verità che vogliamo loro insegnare devono parlare prima alla loro fantasia, al loro cuore,
poi alla loro mente". All'astrattezza dell'insegnamento tradizionale si opponeva così il "valore
educativo dell'azione e dell'esempio".
Il giovane doveva uniformarsi all'immagine di una società dinamica, protesa verso obiettivi
grandiosi; allo stesso tempo, gli era richiesto di inserirsi in un rigido sistema centralizzato e
gerarchico. Al vertice della gerarchia, il duce era indicato come l'esempio sublime di "nuovo
italiano": ne derivava pertanto un vero e proprio culto della personalità.
L’ Italia fascista in guerra
Quando l’Italia entra in guerra nel giugno del 1940 contro la Francia e nell’ottobre contro la
Grecia, le sorti sfavorevoli sono già evidenti non solo per la superiorità del nemico, ma per
l’impreparazione dell’esercito italiano nonostante la retorica fascista.
L’impreparazione non è dovuta al valore dei reparti, ma all’equipaggiamento e
all’impreparazione tecnica degli armamenti.
La critica verso il fascismo è sollevata dai vecchi anti fascisti, ma molte perplessità si rilevano
anche tra i giovani che non avevano conosciuto l’epoca prefascista ma si ritrovavano in età
per combattere.
Tra la fine del 1942 e l’inizio del 1943
iniziano alcune agitazioni sociali,
come lo sciopero del maggio 1943 a
Torino.
Un momento drammatico fu la
sconfitta definitiva in Africa nel
maggio 1943. Questo permette agli
alleati di giungere in Italia: il 10 luglio
viene invasa la Sicilia. Questa
manovra dà un colpo al regime.
Il 25 luglio si riunisce il Gran consiglio
del fascismo, che non si riuniva dal 1939, e si ha un ordine del giorno che richiede il ripristino
di una situazione di dittatura non personale e quindi di ridare importanza agli organi statali.
Il 26 luglio Mussolini si presenta al re che lo destituisce. Il re cerca di evitare reazioni fasciste
mobilitando parte delle forze dell’ordine, ma non c’è nessuna reazione.
Mussolini viene catturato dai carabinieri e portato sul Gran Sasso dove il 11 settembre verrà
liberato dai servizi segreti tedeschi.
Nell’agosto iniziano le trattative per l’armistizio. Il generale Castellano viene mandato a
Lisbona per trattare alcune condizioni con gli anglo americani, ma questi in base al trattato
di Casablanca della fine del 1942 chiedono la resa incondizionata.
Castellano firma l’armistizio il 3 settembre vicino a Ragusa e l’unica clausola è quella che
l’Italia uscisse dalla guerra entro il 10 settembre.
I dirigenti italiani non si preparano al momento della proclamazione alla reazione tedesca,
perché si pensa che la proclamazione non avverrà prima del 12.
Neofascismo
Neofascismo è il termine con cui si definisce l'insieme di quei movimenti politici che, dopo la
seconda guerra mondiale, si sono auto-definiti eredi dei movimenti fascisti, acquisendo dopo
la fine del conflitto una certa visibilità.
Storia
Il neofascismo in Italia prese vita nei primi mesi
dopo la fine della Seconda guerra mondiale, in
conseguenza principalmente dell'attivarsi dei
reduci della Repubblica Sociale Italiana.
Nel 1946 molti gruppi agivano al di fuori dei partiti.
Altri reduci decisero viceversa di organizzarsi in una
struttura partitica, per operare attraverso le
istituzioni e le libere elezioni della Repubblica Italiana.
Successivamente inizia il periodo della strategia della tensione. Il primo episodio è la strage
di piazza Fontana, il 12 dicembre 1969, che è a
tutt'oggi privo di colpevoli accertati, ma per cui si
è negli anni sospettato ed indagato fra militanti
sia anarchici che neofascisti.
Il 2 agosto 1980 avviene l'unica strage di matrice
neofascista confermata in sede giudiziaria, quella
di Bologna.
Nel 2011 è la fondazione di Alternativa Tricolore.
Antifascismo
Il termine antifascismo, dal punto di vista storico e sociologico,
designa un movimento eterogeneo che, a partire dal termine
della prima guerra mondiale ad oggi, sia avverso, osteggi e/o
combatta il fascismo e le sue manifestazioni e declinazioni, sia
a livello di governo sia come movimenti politici.
Nell'ambito storiografico italiano, il termine "fascismo" è usato
soprattutto in riferimento al regime di governo e all'ideologia
promossi e attuati da Benito Mussolini tra il 23 marzo 1919 e il
28 aprile 1945.
Spesso il termine viene esteso alla lotta contro tutti i regimi di estrema destra o reazionari,
tranne che questi siano di altra matrice.
L'antifascismo, oltre che dei regimi comunisti e stati socialisti, è stato, ed è, parte integrante
della struttura ideologica di molte democrazie liberali e socialdemocrazie: ad esempio la
Costituzione della Repubblica Italiana è esplicitamente antifascista.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, la Germania dovette
affrontare la crisi economica con le pesanti riparazioni di guerra ai paesi
vincitori,
considerare la riconversione industriale di prodotti non bellici,
non utilizzare le risorse minerarie della Saar per 15 anni.
La repubblica di Weimer che guidava il paese,
riuscì a governare la difficile situazione, grazie
all’aiuto economico degli USA.
La Germania, grazie alla sua capacità produttiva e alle
garanzie fornite dai governi conservatori che si erano
succeduti, attirò molti capitali americani. Il Trattato di
Locarno del 1925 permise di pagare a rate il proprio
debito di guerra e ciò consentì una ripresa più veloce.
La forte dipendenza dell'economia tedesca dagli
investitori e dalle banche americane tuttavia fece sì che, nel 1929 quando l'economia
statunitense fu travolta dal crollo delle borse per l'eccesiva speculazione, la crisi economica
che ne derivò, si ripercosse anche sull'economia tedesca, travolgendo le banche e facendo
fallire le imprese più deboli.
L’aiuto americano cessò con il crollo delle borse del '29. La diminuzione dell'occupazione
risvegliò le agitazioni sociali ed in questo nuovo clima di malessere pose le sue basi il partito
nazionalsocialista di Hitler.
L'ascesa del Partito Nazionalsocialista raccoglieva il malessere e l' insoddisfazione di
coloro che si sentivano umiliati dai trattati di pace.
Nel 1923 Hitler aveva tentato un colpo di Stato, il cosiddetto Putsch
di Monaco. I nazisti avevano marciato verso il Ministero della Guerra
bavarese, intendendo rovesciare il governo della Baviera e da lì
marciare su Berlino.
Il colpo di mano fallì ed egli fu condannato per alto tradimento. Nei 9
mesi di carcere che scontò, elaborò “Mein Kampf”, la cosiddetta
bibbia
del
Nazismo.
Quest'opera ruotava attorno a tre semplici concetti:
la lotta al liberalismo con conseguente disprezzo al
parlamentarismo e alla democrazia.
lotta al marxismo materialista, alla lotta di classe e alla
rivoluzione sociale.
lotta contro gli ebrei accusati di manipolare l’economia e il mondo finanziario tedesco:
scopo della razza ariana, infatti, era quello di sottomettere le altre razze e di creare
una nuova società “purificata”.
IL NAZIONALSOCIALISMO
Il nazionalsocialismo è un movimento politico nato in Germania intorno al 1919 che si ispira
ad un esasperato nazionalismo. Tra i suoi iscritti c’era Adolf Hitler. Nel 1920 fu ribattezzato
come partito nazionalsocialista dei lavoratori, comunemente chiamato partito nazista e fu
trasformato da Hitler in uno strumento per la conquista del potere. Prese come simbolo la
svastica, formando un esercito privato, la SA, che serviva ad intimidire i suoi avversari politici.
Successivamente la situazione politica favorì lo sviluppo del partito.
IL NAZISMO AL POTERE
Dopo la fine degli aiuti economici americani vi furono un aumento della disoccupazione e
dell’inflazione. Nel ’32 i disoccupati in Germania erano 6 milioni. Migliaia di piccole industrie
fallirono e milioni di artigiani chiusero bottega. Il Paese era sull’orlo della guerra civile e in
pochi mesi si svolsero tre elezioni. Gli industriali, gli agrari e l’esercito decisero di appoggiare
i nazisti, così divennero il più forte partito tedesco, ottenendo il 37,4 % dei voti. Tutto ciò
compromise la fragile struttura politica della Repubblica di Weimer. Emerse l’ideologia
nazista, incentrata sul criterio della razza, contenuto nel "Mein Kampf" di Hitler.
Secondo questa interpretazione le vicende umane erano da considerare come un eterno
conflitto tra razze superiori (quella ariana che rappresentava un elevato ideale di umanità) e
razze inferiori e barbare, come quelle ebraica.
Ne derivò quindi
la totale intolleranza verso etnie diverse,
il feroce antisemitismo
il rigoroso sistema gerarchico al vertice del quale si aveva un capo (il Fuhrer) che
doveva guidare il suo popolo a dominare le altre razze
il disprezzo per la democrazia e il metodo parlamentare
il rispetto delle libertà individuali non era importante, ma lo era l’interesse della
nazione
la condanna del comunismo: la lotta di classe corrompeva il popolo e spezzava l’unità
della nazione.
Si avvertiva anche il bisogno di espandere i propri territori in
virtù del fatto che la razza superiore doveva avere spazi
sufficienti per crescere e prosperare, relegando gli altri gruppi
etnici
ad
una
condizione
di
inferiorità.
Hitler voleva conquistare l’est europeo, eliminando le numerose
comunità ebree presenti, perseguendo anche una politica
antisovietica e anticomunista.
Il 30 gennaio 1933 ad Hitler venne affidato il comando della
cancelleria e questo determinò la fine della Repubblica di
Weimar. Alcuni atti violenti furono
l’incendio della sede del " Reichstag", il Parlamento del popolo tedesco che era appena
stato costruito e non ancora inaugurato, Il 27 febbraio 1933; questo fu il pretesto per
emanare leggi eccezionali, nelle quali furono dichiarati :
fuori legge il partito comunista, incolpato dell’incidente
le limitate libertà civili e politiche.
la soppressione i giornali e creata una polizia ausiliaria.
la riaffermata la sovranità nazionale della Germania contro il Trattato di Versailles
per cui:
l’estensione dei confini naturali tedeschi
annettendo territori e ricongiungendosi all'Austria;
le alleanze strette con Italia e Giappone;
il carattere imperialista del regime che portò all’annientamento della
Cecoslovacchia e all’annessione di Boemia e Moravia
Con le elezioni del 5 marzo 1933 intanto Hitler ottenne il controllo della maggioranza
parlamentare e la legge sui pieni poteri del 23 marzo portò
alla eliminazione di tutte le opposizioni politiche
allo scioglimento dei sindacati,
all’abolizione dell’autonomia dei Lander che dovevano
dipendere dal governo centrale.
Il 30 giugno 1934 nella "notte dei lunghi coltelli" Hitler fece
uccidere sia i principali capi della cosiddetta opposizione di
sinistra, sia esponenti della destra tradizionale (fra cui il
capo della SA) e poco oltre alla carica di Cancelliere (Primo ministro) assunse anche la carica
di presidente. Si avviò quindi un regime di totalitarismo, in cui tutte le attività produttive,
associative e culturali furono controllate dal partito, attraverso un programma di pulizia
razziale. Si assistette al rogo di libri di grandi autori tedeschi, ma ebrei o d’esponenti di teorie
democratiche, socialiste o umanitarie. S’intensificò la politica di nazificazione della cultura, cui
aderirono intellettuali influenzati dalla ripresa dello "spirito germanico", ma che comportò
l’esilio di coloro che non l’accettavano. La ricerca del consenso si attuò con strumenti e
tecniche di comunicazione utilizzati dal ministro della propaganda Gobbels con cui annunciava
il Terzo Reich.
La liquidazione dell’opposizione politica continuò grazie all’opera della Gestapo e con
l’internamento in campi di concentramento di questi avversari del regime. Si sviluppò la
persecuzione degli ebrei tedeschi anche attraverso le leggi di Norimberga del 1935 in cui essi
erano privati dei diritti di cittadinanza riducendoli così a razza inferiore: questo era l’annuncio
di quella "soluzione finale" che il nazismo avrebbe perseguito durante la Seconda Guerra
Mondiale.
Nei primi anni del potere di Hitler la politica contro gli ebrei fu
moderata, ma a partire dal '35, con le leggi di Norimberga, essi
vennero privati anche della cittadinanza tedesca e dichiarati
estranei alla Comunità nazionale. La soluzione finale al
problema ebraico venne messa in atto solo durante la
seconda guerra mondiale, quando gli ebrei riempirono i campi
di concentramento e dove si stima che furono uccise circa 7
milioni di persone.
La politica estera del fuhrer perseguì quanto era scritto nel “Mein Kampf”. L'invasione della
Polonia del 1° settembre 1939 innescò la miccia che diede il via al II conflitto mondiale.
Con l’assunzione del potere da parte dei nazisti, la dottrina razziale fu sviluppata come
scienza mirata, da una parte ad impedire la trasmissione di malattie fisiche e mentali e
dall’altra si cercò di accrescere e conservare la purezza della razza ariana. Furono proibiti i
matrimoni con persone che avessero sino ad una quarto di sangue ebraico. Gli ebrei furono
esclusi dalle attività professionali e dagli affari, mentre i loro beni furono confiscati.
Nel 1939 si passò ad una politica di totale sterminio; altri popoli furono coinvolti nella politica
razziale nazista che presupponeva una scala discendente di diritti civili e politici in cui il
gradino più alto era destinato alla razza tedesca.
VITA, MORTE E MIRACOLI DI ADOLF HITLER
Adolf Hitler è nato il 20 aprile 1889 in Austria, è morto il 30 aprile
1945, a l’età di 56 anni. Era alto 1,73 m.
Hitler conquistò il potere cavalcando lo scontento e l'orgoglio
ferito del popolo tedesco, a causa della sconfitta nella prima
guerra mondiale, delle gravi imposizioni del Trattato di Versailles
e della grave crisi economica che affliggeva la Repubblica di
Weimar. Sfruttando la sua abilità oratoria e l'insoddisfazione
delle classi medie e dei disoccupati, presentò un manifesto
politico pieno di nazionalismo, anticomunismo e antisemitismo.
Nel 1934, dopo la morte del presidente Paul von Hindenburg, si
attribuì per legge il titolo di Führer e Cancelliere del Reich,
accentrando nelle sue mani i poteri dello Stato e stabilendo un
regime dittatoriale. Grazie a un possente ed efficace programma
di ristrutturazione economica e potenziamento militare, Hitler
perseguì una politica estera estremamente aggressiva. Hitler arrivò a invadere la Polonia il 1º
settembre del 1939, provocando lo scoppio della seconda guerra mondiale. Sconfitto dagli
eserciti Alleati, con le truppe sovietiche ormai entrate nella
capitale tedesca, si suicidò nel suo bunker di Berlino il 30 aprile
1945 insieme alla compagna Eva Braun, che aveva sposato il
giorno prima.
Responsabile della morte di milioni di persone, Hitler fu
sostenitore di una ideologia nazionalistica violentemente
razzista e fu autore di una politica di discriminazione e
sterminio che colpì vari gruppi etnici, politici e sociali:
testimoni di Geova, omosessuali, prigionieri di guerra,
comunisti, oppositori politici, disabili fisici e mentali, e in
particolar modo gli ebrei. Isolati sin dal 1933 dalla vita sociale
ed economica del Paese, gli ebrei e le altre minoranze furono
oggetto dal 1941 di un piano d'internamento ed eliminazione
totale, noto con il nome di soluzione finale, al quale ci si è
riferiti sin dall'immediato dopoguerra con il termine di Shoah.
IL NAZISMO DECADE
Sono molte le ipotesi che descrivono la morte
di Hitler. Alcune dicono che si sia impiccato,
altre che sia morto di morte naturale, altre che
abbia cambiato identità e si sia trasferito in
America. La più probabile è quella che narra che
durante un bombardamento lui si fece bruciare
vivo nel suo studio. Appena dopo la sua morte il
nazismo finì.
Hitler raffigurato dallo United States
Secret Service nel 1944 per mostrare
come poteva cambiare aspetto per
sottrarsi alla cattura.
IL NAZISMO OGGI
Anche dopo la morte di Hitler, nonostante la scienza abbia dimostrato che esiste una sola
razza umana e che non sia possibile distinguere i gruppi umani per caratteristiche fisiche
dovute ai tratti fisici o al colore della pelle, alcune persone continuano a credere nella
superiorità di alcune. Il Nazismo è stata dichiarata una ideologia perseguibile. Chi si richiama
a questa ideologia non è per forza tedesco, ma è chi crede nell’uso della forza per avere
ragione, nell’affermazione di un gruppo a svantaggio di un altro.
I movimenti che si ispirano al nazismo nati dopo la seconda guerra mondiale sono definiti
neonazisti, ma non appare questo nome nel loro simbolo, poiché la storia ha condannato il
suo operato. Vi sono movimenti sociali o politici che provano a far rivivere il nazismo e hanno
ideali e atteggiamenti come
l'apologia di Adolf Hitler,
l'uso dei simboli della Germania nazista (come la svastica),
manifestazioni di antisemitismo e anche di razzismo, in particolare verso gli stranieri
Un modo per riconoscere chi si ispira a questo movimento può essere
la testa rasata, fatto che richiama l’origine da cui scaturì
il nazismo, nelle zone dell’Austria per prevenire i
pidocchi;
l’ossessione per le pratiche sportive e le parate; oggi
spesso è visibile nelle tifoserie violente e nelle loro
pratiche violente negli stadi;
il credo nella Xenofobia (paura del nuovo o del diverso) e il razzismo; vuole il ritorno al
predominio delle nazioni sugli organismi comunitari e crede nei movimenti localisti
(Lega Nord, Vlaams Blok), teme l’annullamento delle particolarità regionali. Vi sono poi
il malcontento verso l’euro e un rinnovato sentimento di antiamericanismo e
antiglobalismo.
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
http://youtu.be/K1NOcPFnBeE
1939) Patto d’acciaio tra germania e italia. Invasione della Germania nella Polonia,
Francia e regno unito dichiararono guerra alla
Germania: inizio seconda guerra mondiale.Patto
1940) Italia entra in guerra il 10 giugno, quattro giorni
dopo la Francia si arrese.
1941: il 22 giugno la
Germania invase l’Unione
Sovietica ,che tuttavia
oppose una disperata
resistenza . Il 7 dicembre
il Giappone attaccò improvvisamente la flotta americana a Pearl Harbor sulla marina
americana, determinando l’ingresso dagli USA nel conflitto
1942: i giapponesi, che avevano conquistato
Malesia, Birmania Hong Kong , Singapore ,
Filippine e Indonesia , subirono le prime
sconfitte a opera degli americani. Entro la
fine del 1942 i tedeschi e gli italiani furono
sconfitti dagli anglo-americani nell’Africa
settentrionale (battaglia di El Alamein in Egitto)
1943) Stalingrado respinge Hitler.
1944)La Germania si arrende
1945: il mattino del 6 agosto del 1945
gli usa sganciano la bomba atomica
su hiroshima e nagasaki con la
conseguenza resa del giappone.
2/09/1945 fine seconda guerra
mondiale.
ALLEANZE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
I paesi che combatterono la Seconda Guerra Mondiale si schierarono all'interno di due
opposte alleanze: quella dell'Asse e quella cosiddetta degli Alleati. I tre principali membri
dell'Asse erano la Germania, l'Italia e il Giappone. Le tre nazioni riconoscevano,
rispettivamente, alla Germania il diritto all'egemonia (supremazia di uno stato su altri)
sulla maggior parte dell'Europa continentale, all'Italia quella sul Mediterraneo e al
Giappone sull'Asia orientale e sul Pacifico. La triplice alleanza era composta dall’unione
sovietica dagli usa e dall’Inghilterra.
LE ARMI
La portaerei: le portaerei si rileva una delle armi di maggiore impatto strategico del
secondo conflitto mondiale i modelli migliori sono forniti di artiglieria antiaerea e di una
blindatura pesante e raggiungono i 30 nodi di velocità oraria.
Il sottomarino: prima del secondo
conflitto mondiale l’ industria, bellica di
numerose nazioni viene potenziata per
la costruzione di sottomarini sempre piu
veloci e capaci di resistere a lunghi
periodi di immersioni. Il sottomarino
era capace di una velocità pari a 7,5nodi
sott’acqua e di 17,7nodi di superficie,
capace di immergersi fino a una
profondità di 300 metri.
Il carro armato: viene impiegato per la prima
volta nel corso della grande guerra
eccessivamente lento e inaffidabile, oltre che
vulnerabile dalla artiglieria. Nel giro di pochi
anni vengono tutta via potenziate le sue
caratteristiche tecniche fino a farne un
protagonista della seconda guerra mondiale.
L’atomica: la bomba atomica e un ordigno che
sfrutta l’energia liberato dalla rottura dei nuclei di
uranio l’arma esplode a 600 metri di quota
sprigionante un’energia pari a quella di 20000
tonnellate di tritolo. Al centro dell’esplosione si
sviluppa una palla infuocata con una temperatura
di milioni di gradi scagliata a una velocità di mille km orari.
STRUTTURA DELLE GUERRE LAMPO:
1) Il bombardamento tedesco: La strategia della guerra lampo si componeva in tre fasi:
nella prima i bombardamenti a tappeto da parte degli aerei tedeschi, gli stukas,
distruggevano fortificazioni e mezzi nemici senza essere contrastati efficacemente dalla
contraerea francese.
2)L’avanzata dei panzer: nella seconda fase della guerra lampo avanzavano i panzer ovvero
carri armati incaricati di distruggere le fortificazioni nemiche.
3)Le forze motorizzate: La fanteria motorizzata entrava in azione durante la terza fase della
guerra lampo in modo da annientare le resistenze residue.
La Resistenza
All’indomani della caduta di Mussolini, alle 19,30 dell’ 8 settembre 1943 Badoglio comunica
che l’armistizio con gli eserciti alleati è stato firmato. Meno di otto ore dopo, all’alba del 9
settembre. Tutti i partiti antifascisti si uniscono nel Comitato di Liberazione Nazionale che
chiama gli italiani “alla lotta e alla resistenza”. La lunga battaglia dell’antifascismo, cominciata
nel 1922, è vinta sul piano politico, ma non sul quello militare. Nasce così la resistenza armata
che, preparata da venti anni di carcere, di esilio e di oppressione, rappresenta l’ultimo atto
vittorioso dell’opposizione al fascismo, e si salda con l’insurrezione degli altri Paesi europei
contro la tirannia. La Resistenza è un grande movimento politico, ma anche una spontanea
insurrezione popolare, che si raccoglie intorno agli antifascisti divenuti comandanti militari.
Per quasi due anni, le bande partigiane collegate fra loro, nascoste nelle città o sulle
montagne, affrontano le divisioni naziste o la superstite milizia “repubblichina”, mentre nel
Sud, un nuovo esercito si affianca agli Alleati. L’armata partigiana si dimostra mobilissima,
ma anche profondamente legata ai paesi e alle regioni in cui combatte. Ha come meta la
vittoria militare, ma anche il riscatto morale ed il rinnovamento sociale. Accanto alle
innumerevoli azioni di lotta quell’esercito traccia talvolta nelle zone liberate i primi
lineamenti di uno stato democratico. La Resistenza percorre l’Italia occupata come un grande
sussulto dal Sud al Nord, fra battaglie, colpi di mano, salvataggi. Si muove da Napoli che si
libera da sola durante le quattro giornate, all’Appennino tosco-emiliano, dai Castelli romani
all’Abruzzo, dalla Liguria al Piemonte, dalla Lombardia al Veneto. È un grande esercito al di
qua e al di là dei confini, che paga un prezzo di sangue altissimo: 46.000 partigiani morti,
21.000 feriti, 30.000 italiani morti nella Resistenza europea, 33.000 soldati morti nei “Lager”
tedeschi, 8.000 deportati politici uccisi nei campi di stermino, 10.000 soldati caduti
combattendo accanto agli Alleati nella campagna d’Italia. È il costo della libertà. L’Italia della
Resistenza allinea le pagine di storia più dolorose e più gloriose insieme: villaggi e città
liberate, dure battaglie in montagna, la strage di Boves e quella di Marzabotto, le Ardeatine
e la battaglia di Firenze, la repubblica dell’Ossola e la liberazione delle grandi città industriali
al Nord. Per due lunghi inverni, la nuova Italia è sulla montagna, nel fronte clandestino e
nell’esercito di liberazione che combatte affianco degli Alleati: fino al 25 aprile 1945, alla
Liberazione, alla pace. È la fine di una lotta cominciata molto tempo prima, e che ha visto
cadere tra gli altri, in una linea storica senza fratture, Matteotti e Amendola, Gobetti e
Gramsci, De Bosis e i Rosselli, Duccio Galimberti e Bruno Buozzi, Don Morosini e i fratelli Cervi.
Ed è da questa lotta che nascono la Repubblica e la Costituzione.
Cos’è un Partigiano
Un partigiano è un combattente armato che non appartiene ad un esercito regolare ma ad
un movimento di resistenza e che solitamente si organizza in bande o gruppi, per fronteggiare
uno o più eserciti regolari, ingaggiando una guerra asimmetrica.
La Resistenza Militare
La resistenza militare, condotta da componenti delle Forze Armate, riconoscibili come
personale in uniforme sottoposto alla giurisdizione militare, va comunque distinta dalla
Resistenza propriamente detta, artefice della guerra partigiana, durante la quale i partigiani,
volontari legati in gran parte alle formazioni politiche antifasciste, si impegnarono
nella guerriglia in montagna e in collina, nel sabotaggio, nella lotta armata nelle città. Anche
diversi militari sfuggiti alla cattura da parte dei tedeschi si unirono al movimento partigiano
costituendo formazioni autonome, conosciuti anche come azzurri o badogliani come quelle
capeggiate dagli ufficiali Enrico Martini, Comandante Lampus o Mauri, e Piero Balbo,
Comandante Nord, il gruppo Cinque Giornate del colonnello Carlo Croce e l'Organizzazione
Franchi, la struttura di sabotaggio e informazioni, strettamente legata ai servizi segreti
britannici, costituita da Edgardo Sogno Repubblica e la Costituzione.
Creazione dei Comitati di Liberazione Nazionale
Poche ore dopo la comunicazione radiofonica del maresciallo Badoglio e a battaglia già in
corso, il 9 settembre 1943, alle 16.30, a Roma, in via Carlo Poma, sei esponenti politici dei
partiti antifascisti, usciti dalla clandestinità a seguito del crollo del regime, si riunirono e
costituirono il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), struttura politico-militare che
avrebbe caratterizzato la Resistenza italiana contro l'occupazione tedesca e le forze
collaborazioniste fasciste della Repubblica di Salò in tutto il periodo della guerra di
liberazione.
I GAP e le SAP
Contemporaneamente
alla
costituzione delle prime "bande"
partigiane nelle montagne, si
organizzarono, soprattutto per iniziativa dei comunisti, nuclei
di militanti della Resistenza in azione in piccoli gruppi nelle grandi città dominate dai
nazifascisti per diffondere l'insicurezza, la paura ed il terrore tra i nemici. Organizzati in
piccole cellule di tre-quattro elementi i GAP (Gruppi di azione patriottica) e comandati
sovente da veterani che avevano già combattuto in Spagna contro il fascismo; i GAP
seguivano rigide regole di compartimentazione, operavano isolati e dimostrarono grande
determinazione, coraggio e forte motivazione. Gli attentati, diretti contro importanti
personalità fasciste o naziste, contro ufficiali, o contro ritrovi e locali frequentati dalle
truppe occupanti, miravano anche a provocare i nazifascisti, ad innescare la rappresaglia
ed a accentuare l'odio e la vendetta. Oltre ai GAP inoltre si costituirono nelle fabbriche, con
funzioni di sabotaggio e controllo, i SAP (Squadre di azione patriottica), una vera e propria
milizia clandestina di fabbrica con l'obiettivo di rendere più ampia possibile la
partecipazione popolare al momento insurrezionale.
IL CLNAI
Anche a Milano fin dai giorni di settembre era stato costituito un Comitato di Liberazione
Nazionale che assunse subito grande importanza, i dirigenti del CLN di Roma guidato da
Bonomi riconobbero a gennaio 1944 la necessità di un coordinamento della lotta partigiana
al nord e quindi vennero delegati al comitato di Milano tutti i poteri politico-militari per l'Alta
Italia, nonostante qualche divergenza con il comitato di Torino. Diretto
dall'indipendente Alfredo Pizzoni, il comitato milanese si trasformò in CLNAI (Comitato di
Liberazione Nazionale Alta Italia) e per il resto della Resistenza guidò con efficacia la lotta
partigiana nel cuore della Repubblica Sociale e dell'apparato militare tedesco.
Insurrezione
L'offensiva finale alleata ebbe inizio il 9 aprile 1945 e si sviluppò rapidamente; le forze
tedesche vennero rapidamente sconfitte e, dopo un tentativo di resistenza sulle linee dei
fiumi perpendicolari alla via Emilia, iniziarono il ripiegamento in disordine. La mattina del 14
aprile reparti del Gruppo di Combattimento Friuli entrarono ad Imola, subito seguiti dai
polacchi del generale Władysław Anders, accolti festosamente dalla popolazione. Tra il 17 e
il 19 aprile il fronte tedesco venne definitivamente sfondato nel settore di Argenta e le mobili
colonne alleate dilagarono nella valle Padana.
L'insurrezione è un tipo di conflitto armato appartenente alla tipologie delle guerriglie e
deriva da oppressione dura e insopportabile di un popolo sopra un altro, o di un governo sul
suo stesso popolo.
A.N.P.I.
L'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI) è un'associazione fondata dai partecipanti
alla resistenza italiana contro l'occupazione nazifascista nella seconda guerra mondiale. Nata
a Roma nel 1944, mentre nel Nord Italia la guerra era ancora in corso, è stata eretta in ente
morale il 5 aprile 1945. L'associazione è aperta, oltre che agli ex partigiani, a chiunque
condivida i valori della Resistenza. Essa aderisce alla Federazione Internazionale dei
Resistenti.
https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=YTCCPm22hCM
Informazioni prese da:
-
Wikipedia
Treccani
Youtube
A.N.P.I.
Google Immagini
Rai Storia
LA SHOAH
Con il termine SHOAH(in italiano Olocausto)a partire dalla seconda metà del XX secolo,
si indica il genocidio svolto dalla Germania nazista e dai suoi alleati nei confronti degli
ebrei d'Europa e, per estensione, lo sterminio nazista verso tutte le categorie ritenute
"indesiderabili", che causò circa 15 milioni di morti in pochissimi anni.
- L ‘ ORGANIZAZIONE
La distruzione di circa i due terzi degli ebrei d'Europa venne organizzata e portata a
termine dalla Germania nazista mediante un complesso apparato amministrativo,
economico e militare che coinvolse gran parte delle strutture di potere burocratiche
del regime. Ebbe inizio nel 1933 con l’ unione di stati Europei occupati dal Terzo Reich
durante la seconda guerra mondiale, inizio con il concentramento poi deportazione e
culminò dal 1941 con lo sterminio fisico per mezzo di eccidi di massa sul territorio da
parte di reparti speciali, e soprattutto in strutture di annientamento appositamente
predisposte (campi di sterminio), in cui attuare quella che i nazisti denominano
soluzione finale della questione ebraica.
- Campi Di Concentramento
I campi di concentramento per gli "indesiderabili" erano disseminati in tutta l'Europa,
con nuovi campi creati vicino ai centri con un'alta densità di popolazione
"indesiderata": ebrei, polacchi, comunisti e gruppi Rom. La maggior parte dei campi di
concentramento era situata nei confini del Reich. Anche molti prigionieri dei campi di
concentramento , benché questi ultimi non fossero stati costruiti col compito precipuo
dello sterminio , morirono a causa delle terribili condizioni di vita o a causa di
esperimenti condotti su di loro da parte dei medici dei campi. Alcuni campi, come
quello di Auschwitz-Birkenau, combinavano il lavoro schiavistico con lo sterminio
sistematico. La macchina della distruzione raggiunse il suo punto culminante in sei
campi di sterminio situati in Polonia su cui convergevano migliaia di trasporti ferroviari
provenienti da tutta Europa; furono trasportati e uccisi in questi campi circa 3 milioni
di ebrei. Oltre al campo di Auschwitz-Birkenau, attualmente sono considerati campi di
sterminio o campi di concentramento e sterminio i campi di Bełżec, Sobibór, Treblinka,
Chełmno, Majdanek.
-
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- Lo storico dell'Olocausto Raul Hilberg ha descritto dettagliatamente il meccanismo
dello sterminio evidenziandone il carattere di gigantesco complesso amministrativo
gestito in cooperazione attiva ed efficace dai quattro centri di potere della Germania
nazista: la burocrazia ministeriale, la Wehrmacht, l'amministrazione economica e
l'apparato del Partito nazista. Secondo Hilberg ognuno di queste quattro strutture
burocratiche eseguì compiti fondamentali in tutte le fasi del processo di distruzione.
-
- Wehrmach (initaliano "Forza di difesa") è il nome assunto
dalle forze armate tedesche con la riforma del 1935 e per tutta
la durata della seconda guerra mondiale, fino all'agosto 1946,
quando fu formalmente sciolta dopo la resa incondizionata del
7 maggio 1945
-
Il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi , conosciuto
anche come Partito Nazista o con la sigla NSDAP, nato dal Partito
dei Lavoratori Tedeschi (DAP), fu un partito politico che, guidato
da Adolf Hitler, agitatore e uomo politico di origini austriache,
prese il potere in Germania nel 1933, perfezionando l'anno
successivo, con il Decreto per la ricostruzione del Reich e la nomina
di Hitler a Führer del popolo tedesco
- questo simbolo cioè la svastica nazista era utilizatta come
simbolo per quasi tutte le attività tedesche, infatti questo è il
logo utilizzato per l’ “amministrazione economica” e per “il
partito nazista
-
- Raul Hilberg (Vienna, 2 giugno 1926 – Parigi, 4
agosto 2007) è stato uno storico statunitense di
origini austriache, considerato uno dei principali
studiosi dell'Olocausto del popolo ebraico.
- Il suo volume La distruzione degli Ebrei d'Europa, più volte
rivisto dall'autore, è considerato uno dei più autorevoli
studi relativi alla cosiddetta "Soluzione finale della
questione ebraica" pianificata e condotta dalla Germania.
- TUTTA LA VERITA
- Ulteriori dettagli e conferme vennero apprese dai paesi alleati e dai neutrali dopo la
fuga da Auschwitz il 7 aprile 1944 di due ebrei slovacchi, Rudolf Vrba e Alfred Wetzler,
che riuscirono a raggiungere la Slovacchia il 21 aprile e a fornire un dettagliato
resoconto dei fatti in corso nel campo di sterminio. I cosiddetti "protocolli di
Auschwitz" vennero presto divulgati, attraverso la Svizzera, dalla stampa ameri.
- Nel novembre 1944 il giurista e ricercatore polacco Raphael Lemkin riportava le
uccisioni di massa naziste fatte contro le popolazioni polacche, russe, indicando fra
liquidati nel ghetto e morti in luoghi sconosciuti, dopo deportazioni ferroviarie, la cifra
di 1.702.500 uccisi, secondo un dato fornito dallo "Institute of Jewish Affairs of the
American Jewish Congress in New York”.
-
- I GHETTI
- Il ghetto è un’ area nella quale persone considerate inferiori( in questo caso gli ebrei
ecc…)vivono in un regime di reclusione più o meno stretto. All’ inizio il ghetto era un
quartiere ricco , dei mercanti, solo dopo andò ad indicare un quartiere povero.
-
- Ghetto di Roma
- TUTTO VENIVA ORGANIZATO
- Le eliminazioni di massa venivano condotte in sistematico: venivano fatte liste
dettagliate di vittime presenti, future e potenziali, così come sono state trovate le
meticolose registrazioni delle esecuzioni. Oltre a ciò, uno sforzo considerevole fu speso
per trovare metodi sempre più efficienti per uccidere persone in massa, passando dalle
fucilazioni, all'avvelenamento con monossido di carbonio dei campi di sterminio.
- I MOTIVI
- Hitler fin dalla giovane età aveva nella sua testa il mito della razza pura, quella ariana,
ragazzi alti, biondi e con gli occhi azzurri, anche se lui non era per niente ariano. Per
Hitler tutte le razze ,tranne a quella ariana, erano inferiori e dovevano sparire dalla
Germania. Il primo passo che Hitler fece per annientare gli Ebrei fu la pubblicazione
delle leggi razziali e poi ci fu tutto quello che oggi conosciamo.
- Decreto per la ricostruzione del Reich e la nomina di Hitler a Führer del popolo
tedesco