Università degli Studi di Milano Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corsi di Laurea in: Informatica ed Informatica per le Telecomunicazioni Anno accademico 2011/12, Laurea Triennale, Edizione diurna FISICA Lezione n. 1 (4 ore) Unità di misura e calcolo dimensionale Carlo Pagani (A-G) & Flavia Maria Groppi (H-Z) Dipartimento di Fisica – Laboratorio LASA Via F.lli Cervi 201, 20090 Segrate (Milano) web page: http://wwwsrf.mi.infn.it/Members/pagani e-mail: [email protected] & [email protected] Schema del corso Lezioni: 12 settimane, in ognuna delle quali si tengono due ore di lezione e due ore di esercizi (parte integrante delle lezioni, con la finalità non solo di preparare allo scritto d’esame ma di formare al “problem solving”). Argomenti delle 12 unità (ogni settimana un argomento con esempi): Unità di misura e calcolo dimensionale. Sistemi di coordinate, vettori e calcolo vettoriale. Cinematica in una dimensione, 1D. Leggi di Newton - Piano inclinato - Attrito. Moti in due dimensioni, 2D - Quantità di moto e impulso. Lavoro ed energia (cinetica, potenziale gravitazionale ed elastica). Statica e dinamica dei fluidi. Termologia, calorimetria e 1° principio della termodinamica. Trasformazioni, legge dei gas perfetti e teoria cinetica Forze elettriche, campi e potenziale elettrostatico. Capacità, resistenza, legge di Ohm e circuiti RC. Campo magnetico e forza di Lorentz - Induzione elettromagnetica. Carlo Pagani & Flavia Groppi 2 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Orario, testi di riferimento, esame I due corsi diurni vanno, per quanto possibile, in parallelo. Lunedì 10.30-12.30 e mercoledì 8.30-10.30. Tutoraggio: supporto alla soluzione dei problemi con diretta partecipazione degli studenti: venerdì 8:30-10:30 David Halliday, Robert Resnick, Jearl Walker. Fondamenti di Fisica (Casa Editrice Ambrosiana). Jewett & Serway. Fondamenti di Fisica. Vol. I (EdiSES). Esercizi da: John R. Gordon, Ralph V. McGrew, Raymond A. Serway, John W. Jewett Jr. Esercizi di Fisica. Guida ragionata alla soluzione (EdiSES). Modalità di esame: Prova scritta + breve orale di verifica (facoltativa) Prova scritta: 5 esercizi in 2 ore. Le due prove in itinere durante il corso sono sostitutive della prova scritta Sito web: http://wwwsrf.mi.infn.it/Members/pagani/teaching Carlo Pagani & Flavia Groppi 3 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Che cos’è la Fisica ? È il tentativo dell’essere umano di descrivere in maniera quantitativa i fenomeni che osserviamo – L’osservazione inizia attraverso i sensi e da essi è limitata. – La fisica ci ha dato strumenti per estendere le osservazioni al di là dei nostri sensi, dal quark (10-19 m), all’universo (1026 m). La Fisica non può affrontare il problema ontologico – Significato della fisica quantistica: “zitto e calcola” (Richard Feynman / D. Mermin). Carlo Pagani & Flavia Groppi 4 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Metodo Scientifico e sue Basi Metodo scientifico: – Acquisire i dati necessari a descrivere un sistema oggetto di studio. – Costruire un modello matematico del sistema in esame. – Utilizzare il modello per predire il comportamento del sistema. – Verificare la correttezza delle previsioni (nuovo esperimento). Conoscenze necessarie – Capacità di utilizzare strumentazione complessa per l’acquisizione dei dati. – Conoscere gli strumenti matematici necessari per la costruzione del modello e per la predizione di nuovi comportamenti. – Conoscenze tecnologiche per progettare e costruire l’esperimento. – Conoscere la fisica ... Carlo Pagani & Flavia Groppi 5 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 La fisica NON coincide con la matematica La fisica parte da osservabili alle quali associa grandezze reali (massa, lunghezza, velocità, temperatura, ecc.) che è possibile misurare. Il procedimento operativo per la misura è parte della definizione della grandezza ! La matematica è il linguaggio attraverso il quale la fisica può esprimere le sue leggi e calcolare altre grandezze collegate a quelle definite. F x<0 x>0 Fisica Matematica F=-kx x ⇒ allungamento della molla k ⇒ costante elastica della molla F=-kx x ⇒ variabile indipendente ∊ ℛ k ⇒ costante ∊ ℛ F ⇒ forza esercitata dalla molla F ⇒ variabile dipendente ∊ ℛ Nota: La forza esercitata da una molla è direttamente proporzionale al suo allungamento. Il coefficiente di proporzionalità, k, si dice costante elastica Carlo Pagani & Flavia Groppi 6 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Definizione di una Grandezza Fisica È necessario che ciò che osserviamo possa venire rappresentato in modo quantitativo Osservazione Grandezza Fisica La definizione di una grandezza fisica deve essere operativa, essa deve cioè descrivere le operazioni da compiere per misurare la grandezza in esame. Queste operazioni devono consentire di associare alla grandezza un numero [oppure un vettore: modulo(=numero) + direzione + verso], secondo operazioni fissate da regole ben precise. Il numero esprime il rapporto tra la grandezza ed un’altra grandezza omogenea usata come unità di misura. 10 chilometri Carlo Pagani & Flavia Groppi 27 mele 100 watt 7 50 barili 75 chilogrammi Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Relazioni tra grandezze fisiche Le grandezze fisiche e le loro relazioni comunicano un’informazione. – L’informazione deve essere “strutturata”. • Unità di Misura: fondamentali e derivate. • Sistemi di unità di misura: es. Sistema Internazionale (S.I.). – Si deve fornire esattamente l’attendibilità di questa informazione. • Cifre significative ! – L’informazione deve essere coerente. • Calcolo dimensionale. – L’informazione deve essere completa. massa = 57.3 kg = 573 hg = 57.3 ·103 g …… v Carlo Pagani & Flavia Groppi velocità = 72 km/ora = 20 m/s = …… 8 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Unità di Misura: Sistema Internazionale (SI) Il SI è un insieme minimo di grandezze di riferimento (7) dalle quali tutte le altre possono essere derivate attraverso relazioni coerenti. Granzezza – – – – – – – Unità di riferimento lunghezza massa (∝ al peso se c’è gravità) tempo intensità di corrente elettrica temperatura quantità di sostanza intensità luminosa metro chilogrammo secondo ampere kelvin mole candela Simbolo SI m kg s A K mol cd Tutte le altre grandezze fisiche possono essere espresse attraverso le grandezze fondamentali del Sistema Internazionale. Se si usa un altro sistema di grandezze di riferimento congruente le formule possono essere diverse. Se si mischiano i sistemi di riferimento il risultato che si ottiene è semplicemente sbagliato ! http://physics.nist.gov/cuu/Units/units.html Carlo Pagani & Flavia Groppi 9 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Grandezze fisiche derivate Le grandezze fisiche sono molte e la loro unità di misura (SI) ha, in molti casi, associato un nome specifico: watt, joule, volt, newton, ecc. Poiché il sistema SI è coerente, tutte possono comunque essere espresse attraverso le grandezze di riferimento: m, kg, s, A, K, mol, cd. Attenzione: in tutte le relazioni tra grandezze fisiche (equazioni): – Si possono sommare o sottrarre solo grandezze omogenee. – In un’esponenziale, l’esponente deve sempre essere adimensionale, così come gli argomenti dei logaritmi e delle funzioni trigonometriche*. – Moltiplicando e dividendo tra loro grandezze fisiche differenti si ottengono altre grandezze fisiche, derivate da quelle che le hanno originate. Esempi di grandezze fisiche derivate: Velocità Accelerazione Volume Forza Energia Potenza Tensione N (newton) J (joule) W (watt) V (volt) m/s = m s-1 m/s2 = m s-2 m3 kg m s-2 kg m2 s-2 kg m2 s-3 kg m2 s-3 A-1 Nota: l’angolo è sempre espresso in radianti: rad [m/m] = adimensionale. Carlo Pagani & Flavia Groppi 10 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Il Radiante Si rammenta la definizione: data una circonferenza di raggio r, l’angolo che sottende un arco lungo l misura l/r radianti (vedi figura). Conversione: αrad : αdeg = 2π : 360º αrad = (αdeg / 180º) π Un angolo di 90º, 180º e 360º corrisponde rispettivamente a π/2, π e 2π radianti. 1 radiante = 57,29578º = 57º 17´ 44,8'' Carlo Pagani & Flavia Groppi 11 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Prefissi SI ed esempi di lunghezze Lunghezze, ordini di grandezza Prefissi delle unità SI Fattore Prefisso Simbolo 1018 1015 1012 109 106 103 102 101 10-1 10-2 10-3 10-6 10-9 10-12 10-15 10-18 exapetateragigamegakiloettodecadecicentimillimicronanopicofemtoatto- E P T G M k h D d c m n p f a Carlo Pagani & Flavia Groppi Esempio Quark 10-19 m terawatt = 1012 W Elettrone 10-18 m gigawatt = 109 W Protone/Neutrone 10-15 m = 1 fm Atomo 10-10 m = 1 Å petawatt = 1015 W megajoule = 106 J kilometro = 103 m 10-8 - 10-3 m ettolitro = 102 litri Cellula decametro = 101 m Essere umano 100 m centimetro = 10-2 m Terra 107 m millimetro = 10-3 m Sole 109 m = 1 Gm nanosecondo = 10-9 s Sistema solare 1013 m = 10 Tm picosecondo = 10-12 s Via lattea 1021 m Universo 1026 m decimetro = 10-1 m micrometro = 10-6 m femtosecondo = 10-15 s attosecondo = 10-15 s 12 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Unità di misura del tempo, s Per misurare un tempo è necessario un orologio, cioè un oggetto che conta qualcosa (es.: le oscillazioni di un fenomeno periodico) Strumento – Pendolo – Rotazione della terra – Oscillatore a quarzo Orologio atomico Cs Errore di misura (un secondo per anno) (1 ms ogni giorno) (1 s ogni 10 anni) (1 s ogni 300̇000 anni) – 1 secondo ≡ 9192631770 vibrazioni della radiazione emessa dal cesio Limiti sperimentali: – Direttamente è possibile misurare intervalli di tempo fino a qualche ps (10-13 e 10-14 s raggiunti recentemente) – In fisica entrano in gioco circa 40 ordini di grandezza Carlo Pagani & Flavia Groppi Fenomeni nucleari 10-22 s Vibrazioni dei solidi 10-13 s Un anno 3 107 s Vita dell’Universo 5 1017 s = 15 miliardi di anni (Big bang) 13 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Unità di misura della lunghezza, m Per misurare una lunghezza è necessario un metro campione Esempi storici: – Il metro è la 1/40̇000̇000 parte della circonferenza della terra all’Equatore – Il metro è la lunghezza di una barra di Platino-Iridio conservata a Parigi • La barra di Parigi non è un campione sufficientemente preciso (~10-7) • Le copie hanno un errore maggiore (~10-6) Definizione attuale: 1 m ≡ Lunghezza percorsa dalla luce nel vuoto in un intervallo di tempo pari a 1/299792458 di secondo (c ≡ 299792458 m s-1 → valore esatto) Limiti sperimentali: – Direttamente è possibile misurare lunghezze fino a qualche nm – In fisica entrano in gioco più di 40 ordini di grandezza 10-19 m 10-15 m 10-10 m 6.4 106 m 9.5 1015 m 2 1026 m Carlo Pagani & Flavia Groppi Dimensione di un quark Dimensione di un nucleone (protone). 1 fm Dimensione atomica. 10 nm, 1 Angstrom Raggio medio della terra. 6.4 Mm Un anno luce Distanza tra la Terra e la Quasar più lontana 14 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Unità di misura della massa, kg Per misurare una massa è necessaria una massa campione Esempi storici: – 1 kg = la massa di un dm3 di acqua – 1 kg ≡ la massa del cilindro di Platino-Iridio conservato a Parigi • Il cilindro di Parigi è un campione unico • Le copie hanno un errore che porta ad una precisione insufficiente (~10-8) Una definizione sostitutiva e soddisfacente non c’è ancora In fisica nucleare/particelle si usa l’unità di massa atomica “u” u ≡ 1/12 della massa di un atomo di 12C – La definizione di kg come un certo numero di “u” sarebbe ottima (vedi “s “e “m”) Il problema è che “u” è noto con solo 4 cifre significative: u = 1.661‧10-27 kg Nota: in Fisica le masse sono 2: inerziale e gravitazionale – La massa inerziale ha una definizione dinamica – La massa gravitazionale ha una definizione gravitazionale F min a F G m1, gr m2, gr r2 – La teoria della relatività generale ha come ipotesi di partenza che la massa inerziale “min” e quella gravitazionale “mgr” siano esattamente la stessa cosa Carlo Pagani & Flavia Groppi 15 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Precisione e Cifre significative - 1 In fisica è sempre necessario fornire l’ ‘errore’, cioè una stima ragionata dell’incertezza della misura che è stata effettuata (spesso è legata alla sensibilità dello strumento (righello, cronometro, termometro, ecc.) Il risultato di una misura NON consiste SOLO nel valore fornito dallo strumento, ma anche di un errore e di una unità di misura (la mancanza di uno di questi termini rende gli altri inutili) Esprimere il risultato con più cifre di quelle che conosciamo con certezza non ne migliora la qualità. E’ solo sbagliato ! Le cifre che utilizziamo per esprimere un risultato devono essere limitate a quelle di cui abbiamo certezza: cifre significative Esempi: Misura di una massa con una bilancia con precisione di 1 g Massa = 874 ± 1 [g] = 8.74 ± 0.01 [hg] = 0.874 ± 0.001 [kg] Misura di un tavolo con un metro a nastro (precisione del millimetro) Lunghezza = 181 ± 0.1 [cm] = 1810 ± 1 [mm] = 1.81 ± 0.001 [m] Carlo Pagani & Flavia Groppi 16 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Precisione e Cifre significative - 2 Il numero (dimensionale) associato a una misura è una informazione E’ necessario conoscere la precisione e l’accuratezza dell’informazione. La precisione di una misura è contenuta nel numero di cifre significative fornite o, se presente, nell’errore di misura. Il numero di cifre significative, o l’errore, forniscono le potenzialità ed i limiti dell’informazione a disposizione. Non deve dipendere dalle unità di misura scelte, o dalla notazione scelta (ad esempio, esponenziale). Una manipolazione numerica non può né aumentare né diminuire la precisione di una informazione: è una grave scorrettezza • Il numero di cifre significative si calcola contando le cifre, a partire dalla prima cifra non nulla, da sinistra verso destra. Esempi Carlo Pagani & Flavia Groppi 187.3=1.873 102 4 cifre significative 10.0000 10.0101 1 1234.584 0.00001 6 cifre significative 6 cifre significative 1 cifra significativa 7 cifre significative 1 cifra significativa 17 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Precisione e Cifre significative - 3 Un semplice esempio per capire Problema: Faccio una torta con questi ingredienti 310 g di farina 5 uova (1 uovo pesa 75 ± 5 g) 150 g di zucchero 15 grammi di lievito TOTALE 310 375 150 15 850 ±1g ± 25 g ±1g ±1g ± 28 g La divido in 6 fette: quanto pesa una fetta ? – La torta non perde peso in cottura, è un cilindro perfetto e io la taglio con una macchina perfetta • (850 ± 28) [g] / 6 = 141.66666 ± 4.66666 [g] = 142 ± 5 g – In un caso più realistico, tagliando la torta con cura • (850 ± 28) / 6 ± 5÷10 % = 140 ± 10 g già la 2° cifra è poco significaiva – Nel caso più realistico avremo che la fetta peserà 130÷150 g In tutti i casi definire il peso con la precisione del grammo è sbagliato Carlo Pagani & Flavia Groppi 18 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Coerenza dimensionale Ogni Equazione DEVE essere dimensionalmente coerente – I metri si possono sommare solo ai metri – Non posso sommare due grandezze dimensionalmente incoerenti – Gli argomenti delle funzioni trascendenti* devono essere adimensionali (numeri puri) * funzione esponenziale e logaritmo, funzioni trigonometriche Esempio: Legge di Newton ( Lunghezza [m] F = ma Massa [kg] Tempo [s] ) Forza (F ) = massa (m) x accelerazione (a ) F [N] , m [kg] , a [m s-2] , [N] = [kg m s-2 ] F [N] = m [kg] a [m s-2] posso sommare e uguagliare soltanto grandezze dimensinalmente coerenti prima di fare i conti devo convertire le grandezze che non lo sono: – – – – – 1 litro = 1 dm3 = 10-3 [m3 ] 1 ora = 60 minuti = 3.6 103 [s] 1 pollice ≡ 25.4 mm = 2.54 10-2 [m] 100 km/ora = 105 [m] / 3.6 103 [s] = 27.8 [m/s] = 27.8 [m s-1] 50 °C = 50 + 273.15 [K] = 323.15 [K] Carlo Pagani & Flavia Groppi 19 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Equazioni dimensionali Supponiamo che io non conosca una legge fisica, ma che immagini per semplicità che una quantità ignota sia esprimibile come un monomio formato con quantità note (elevate ad opportuna potenza). Esempio: il pendolo Le uniche quantità che possono intervenire sono: m, l, g m [kg] , l [m] , g [m s-2] La formula monomia è: g x l y m z = periodo del pendolo = T [s] Nota: Le dimensioni a destra e sinistra devono essere coerenti ! Quindi, per la coerenza dimensionale: l (m s-2) x m y kg z = s = m 0 s 1 kg 0 m x+y s -2x kg z = m 0 s 1 kg 0 m Soluzione: x + y = 0, - 2x = 1, z = 0 x = -1/2, y = 1/2, z = 0 T = (l/g)1/2 mg Nota: quella ottenuta è una relazione di proporzionalità, l’analisi dimensionale non può determinare le eventuali costanti, e vedremo che T = 2π (l/g)1/2. La costante adimensionale si può determinare sperimentalmente Carlo Pagani & Flavia Groppi 20 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Obiettivi esercizi Lezione 1 – Capire come in fisica spesso si possa costruire un modello relativamente semplice, schematizzando in modo opportuno la realtà. – Capire con quante cifre significative rappresentare una misura fisica, e con quante cifre rappresentare il risultato di un’operazione tra grandezze fisiche. – Saper gestire cambiamenti di unità di misura (per esempio da m a cm, da kg a g, ecc.). – Saper utilizzare elementi di calcolo dimensionale (per esempio: ricavare le dimensioni di una costante o verificare la correttezza dimensionale di una relazione tra grandezze fisiche. Carlo Pagani & Flavia Groppi 21 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Esescizi Lezione 1 1. Un cubo molto preciso ha il lato pari ha 5.35 cm e la massa m = 856 g. Determinare la densità del cubo in unità SI. [5.59·103 kg/m3] Nota: la densità è la massa per unità di volume. Nel sistema SI [kg/m3] 2. Determinare quanti secondi ci sono in un giorno, in un anno normale e in un anno bisestile. [86400 s, 31536000 s, 31622400 s] 3. Un'unità astronomica (UA) vale 150 milioni di Km, un anno luce è la distanza percorsa dalla luce in un anno. Quanti anni luce vale 1 UA ? Cifre significative e stime. [1.59·10-5] 4. Determinare la massa della terra sapendo che il suo diametro e la sua densità sono rispettivamente: D = 12.75·103 km, = 5.515 kg/dm3. [5.99·1024 kg] 5. Determinare nelle unità di misura del sistema SI le seguenti velocità: 130 km/ora 20 miglia/minuto 1.5 105 pollici/ora 6. Determinare nell’unità di misura [miglia/ora] le seguenti velocità: 130 km/ora 20 miglia/minuto 1.5 105 pollici/ora 7. (1 ml = 1.609 km = 1609 m) (1 in ≡ 2.54 cm = 2.54·10-2 m) [36.1 m/s o anche 36 m/s] [536 m/s non 536.33 m/s] [1.1 m/s non 1.058 m/s] (1 m = 1/1609 ml = 6.214·10-4 ml) (1 m = 1/0.0254 in = 39.37 in) [80.8 ml/h o anche 81 ml/h] [1.2·103 ml/h] [2.37 ml/h o meglio 2.4 ml/h] Determinare nell’unità di misura [iarde/s] le seguenti velocità: Nota: 1 miglio ≡ 1760 iarde, 1 iarda ≡ 3 piedi, 1 piede ≡ 12 pollici, 1 pollice ≡ 25.4 mm 130 km/ora 20 miglia/minuto 1.5 105 pollici/ora Carlo Pagani & Flavia Groppi (1 m = 0.9144 ya) (1 ml = 1760 ya) (1 in = 1/36 ya = 0.0278 ya) 22 [39.5 ya/s o anche 40 ya/s o anche 39 ya/s] [587 ya/s o meglio 590 ya/s [1.16 ya/s o meglio 1.2 ya/s] Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Esescizi Lezione 1 - continua 8. Sapendo che F [N] = m [kg] · a [m/s2], cioè che la forza è uguale alla massa moltiplicata per l’accelerazione, si determini quale forza si deve applicare ad un corpo di massa pari a 10 kg perché subisca un’accelerazione pari a 5 g. [490 N = 490 kg m s-2] Nota: g è l’accelerazione di gravità sulla superficie della terra e vale: g = 9.83 m/s2 9. Sapendo che la legge di gravitazione universale è la seguente: F G m1m2 r2 determinare le unità di misura della costante G [G] = [N m2 kg-2] [G] = [m3 kg-1 s-2] Nota: F è la forza gravitazionale con cui le due masse m1 e m2 si attraggono, r è la loro distanza 10. Utilizzando il risultato dell’esercizio 4. e la legge di gravitazione, in cui G = 6.67·10-11 [N m2 kg-2], determinare il valore della forza e dell’accelerazione a cui è sottoposto un corpo di massa m = 103 kg che si trovi a 104 km dal centro della terra. [F =4.00·103 N ; a = 4.00 m/s2] 11. Discutere brevemente i risultati degli esercizi precedenti sulla base delle cifre significative dei dati. Nota: di ogni dato si suppone che tutte le cifre indicate siano significative. In generale, se non è indicato esplicitamente l’errore, si suppone che l’ultima cifra sia stata approssimata alla cifra più vicina al vero, per eccesso o per difetto (1.3454 1.345, 372.8 373) 12. Ripetere l’esercizio 4. usando come dati del diametro della terra e della sua densità i valori: D = 13·103 km, = 5.5 kg/dm3. Confrontare i risultati e discutere il significato delle 6.3·1024 kg o anche 6·1024 kg] cifre significative [6.327·1024 kg Carlo Pagani & Flavia Groppi 23 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12 Università degli Studi di Milano Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corsi di Laurea in: Informatica ed Informatica per le Telecomunicazioni Anno accademico 2011/12, Laurea Triennale, Edizione diurna FISICA Lezione n. 2 (4 ore) Sistemi di Coordinate, Vettori e Calcolo Vettoriale Carlo Pagani (A-G) & Flavia Maria Groppi (H-Z) Dipartimento di Fisica – Laboratorio LASA Via F.lli Cervi 201, 20090 Segrate (Milano) web page: http://wwwsrf.mi.infn.it/Members/pagani e-mail: [email protected] & [email protected] Posizione di un Punto - 1 Per descrivere la posizione di un punto nello spazio, è necessario disporre di un sistema di coordinate rispetto al quale la posizione del punto è definita Lo spazio in cui un problema è descritto può essere a 1, 2 o 3 dimensioni: 1-D, 2-D, 3-D Il sistema di coordinate più comune e intuitivo è quello cartesiano Sistema di coordinate cartesiane: 1-D O xog > 0 Oggetto Origine delle Coordinate (posizione dell’osservatore) Oggetto xog Carlo Pagani & Flavia Groppi x xog xog < 0 O x Origine delle Coordinate (posizione dell’osservatore) 2 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Posizione di un Punto - 2 Sistemi di coordinate 2-D Cartesiane Polari y y yP xP P (x ,y ) • P P P (r ,) • yP r yP x O O xP x xP Relazioni tra coordinate cartesiane e polari P(xP ,yP) = P(x,y) = P(r,) x = r cos y = r sin Carlo Pagani & Flavia Groppi r = x2 + y2 = arctan (y/x) 3 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Posizione di un Punto - 3 Sistemi di coordinate 3-D Cartesiane z P(xP,yP,zP) yP Polari Sferiche z xP P(r,) zP yP 0 zP y r y 0 r sin() xP x x P(xP ,yP ,zP) = P(x,y,z) = P(r) – – – x = r sin (cos() y = r sin(sin() z = r cos() Carlo Pagani & Flavia Groppi r = x2 + y2 +z2 = arccos (z/r) = arctan (y/x) 4 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Posizione di un Punto - 4 Sistemi di coordinate 3-D Cartesiane z P(xP,yP,zP) yP z Polari Cilindriche xP P(r,θ,z) zP yP 0 zP y y 0 xP r θ x x P(xP ,yP ,zP) = P(x,y,z) = P(r,θ,z) – – – x = r cos(θ) y = r sin(θ) z=z Carlo Pagani & Flavia Groppi r = x2 + y2 z=z θ = arctan (y/x) 5 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Grandezze Scalari e Vettoriali Per caratterizzare completamente una grandezza fisica, a volte è sufficiente dare soltanto un numero (scalare), mentre altre volte questo non è sufficiente, serve anche una direzione e un verso (vettoriale) – Massa, lunghezza, temperatura: grandezze scalari – Spostamento, velocità, accelerazione: grandezze vettoriali • Quanto è veloce ? Modulo (lunghezza del segmento) • In quale direzione si muove ? Direzione (retta su cui giace) • Con quale verso ? Verso (orientamento) Una grandezza vettoriale è caratterizzata SEMPRE da un valore numerico (modulo), da una direzione e da un verso V d ne o i z ire Notazione vettoriale rso e v lo du o m Carlo Pagani & Flavia Groppi • vettore: V , V , V V V 6 • modulo: |V| , |V | , V Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Rappresentazione grandezze vettoriali Così come le “informazioni fornite” da una grandezza scalare possono venire rappresentate mediante un punto su una retta, le “informazioni fornite” da una grandezza vettoriale possono venire rappresentate mediante un punto nello spazio z P V P 0 x 0 y x I vettori, rappresentazione matematica di una grandezza vettoriale, sono segmenti orientati (dall’origine del sistema al punto) Secondo la natura del problema possono essere a 2 dimensioni (2D) o a 3 dimensioni (3D) Carlo Pagani & Flavia Groppi 7 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Vettori in 2D e loro somma Esempio: lo spostamento di un punto su un piano – Spostamenti da A a B e poi da B a C: vettore a e vettore b – Somma = spostamento da A a C: vettore a + vettore b = vettore s Regola del parallelogramma Lo spostamento non dipende dalla traiettoria La somma vettoriale gode delle proprietà della somma algebrica a+b=b+a Carlo Pagani & Flavia Groppi a + b + c = a + (b + c) = b + (a + c) = c + (a + b) 8 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Vettore 2D sul piano Un vettore 2D si può definire attraverso le sue componenti, che dipendono dal sistema di coordinate (cartesiane o polari) e dal loro orientamento ma non dalla posizione dell’origine ax e ay sono le componenti di a in coordinate cartesiane | a | e sono le sue coordinate polari Carlo Pagani & Flavia Groppi 9 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Coordinate cartesiane e polari Poiché le componenti di un vettore non dipendono dal punto di applicazione, si determinano posizionando il vettore all’origine del sistema di coordinate scelto y Componenti di un vettore in coordinate cartesiane e polari – Coordinate cartesiane ax , ay a(ax,ay) – Coordinate polari |a| , a(|a|,) x Le equazioni sono le stesse di quelle viste per la posizione ! ax = |a| cos ay = |a| sin Nota: |a|2 = ax2 +ay2 = arctan (ay / ax ) |a| = ax2 +ay2 |a| si ottiene applicando il teorema di Pitagora si ottiene dividendo ay per ax Carlo Pagani & Flavia Groppi 10 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Riassunto per il caso 3D E’ tutto uguale ma le componenti del vettore sono 3 La posizione di un punto P è definita da 3 coordinate I sistemi di coordinate sono a 3 dimensioni I 3 sistemi di coordinate più importanti z Cartesiane: x, y, z Vz x = distanza dal piano yz y = distanza dal piano xz z = distanza dal piano xy Polari Sferiche: r, x = r sin() cos () y = r sin() sin () z = r cos() V Vx Vy 0 x y V (Vx,Vy,Vz) P (r,,) V (|V|,) Polari Cilindriche: r, , z x = r cos() y = r sin() z=z Carlo Pagani & Flavia Groppi P (x,y,z) P V 11 P (r,,z) V (|V|,Vz) Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Significato di “sferiche” e “cilindriche” P (r,,) V (|V|,) P (r,, z) V (|V|,Vz) V V Carlo Pagani & Flavia Groppi 12 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Alcune considerazioni Le componenti di un vettore dipendono dall’orientamento del sistema di coordinate, ma la grandezza espressa da un vettore non cambia La somma di vettori si può fare graficamente o analiticamente, applicando le semplici relazioni trigonometriche dei triangoli rettangoli. – Disegnati i vettori uno di seguito all’altro si chiude il poligono, stando attenti al verso del vettore risultante – Si sommano le componenti x e le componenti y tra loro, ottenendo la componente x e la componente y del vettore somma (attenti ai segni) Carlo Pagani & Flavia Groppi 13 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Operazioni con i vettori Con i vettori sono possibili operazioni di somma e moltiplicazione – La matematica chiama questo capitolo algebra vettoriale Somma: ne esiste un solo tipo possibile: somma algebrica: vettore + vettore → Risultato: vettore Prodotto: ne esistono 4 tipi possibili: 1) Vettore per un numero puro: scalare per vettore → Risultato: vettore 2) Prodotto Scalare vettore • vettore → Risultato: scalare 3) Prodotto Vettoriale vettore x vettore → Risultato: vettore 4) Prodotto Tensoriale vettore vettore → Risultato: tensore Carlo Pagani & Flavia Groppi 14 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Esempi di somma di vettori Esempio di costruzione geometrica a b c a a+b+c=s c s b Esempio di calcolo del vettore somma, usando vettori diversi e dati in coordinate cilindriche: a (|a|, ) , b (|b|, ) , c (|c|, ) y b Partendo dai moduli e dagli angoli si ha: a c Carlo Pagani & Flavia Groppi x ax = |a| cos > 0 ay = |a| sin > 0 bx = |b| cos <0 by = |b| sin cx = |c | cos >0 cy = |c| sin >0 <0 sx = ax + bx + cx sy = ay + by + cy 15 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Prodotto di un vettore per un numero Ha come risultato un vettore Si ottiene moltiplicando le componenti cartesiane del vettore per il numero k B (Bx ,By) = k A (Ax ,Ay) Bx= k Ax By= k Ay Se si hanno le coordinate polari: si moltiplica il modulo per il numero (NON l’angolo) B (|B|,) = k A (|A|,) |B| = k |A| = Le operazioni di somma vettoriale e di prodotto di un vettore per un numero ci permettono di introdurre una nuova rappresentazione dei vettori, usando i versori I versori sono vettori unitari (modulo = 1) con direzione e verso conformi agli assi del sistema di coordinate cartesiane di riferimento Carlo Pagani & Flavia Groppi 16 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Rappresentazione con i versori In un sistema 3-D i versori sono 3, hanno modulo unitario, sono diretti secondo gli assi cartesiani e si indicano con la seguente notazione B i ≡ i A Ax i j ≡ j Ay j k ≡ k A (Ax , Ay , Ay) = Ax i + Ay j + Az k B (Bx , By , By) = Bx i + By j + Bz k In un sistema 2-D i versori sono solo 2: i e j Nota: Ovviamente esistono versori anche nella rappresentazione polare… Carlo Pagani & Flavia Groppi 17 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Versori associati alle coordinate polari : ei P (r,,) V (|V|,) P (r,, z) V (r,Vz) V V Carlo Pagani & Flavia Groppi 18 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Prodotto Scalare - 1 Il Prodotto Scalare di due vettori, A e B, ha come risultato uno scalare. E’ il prodotto tra i moduli dei due vettori per il coseno dell’angolo compreso, OVVERO il prodotto della proiezione del primo vettore sulla direzione del secondo per il modulo del secondo (o viceversa). A A (Ax ,Ay) B (Bx ,By) B A • B ≡ |A| |B| cos |A| (|B| cos |A| cos |B| B • Ma vale anche: A • B = (Ax Bx) + (Ay By) = C = scalare (dimostriamo questa affermazione nella prossima trasparenza). Carlo Pagani & Flavia Groppi 19 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Prodotto Scalare - 2 A (Ax ,Ay) • B (Bx ,By) (Ax Bx) + (Ay By) = = [|A| cos(θA) |B| cos(θB)] + [|A| sin(θA) |B| sin(θB)] = = |A| |B| [cos(θA) cos(θB) + sin(θA) sin(θB)] = = |A| |B| cos(θA-θB) = |A| |B| cos(θB-θA) A L’equivalenza è dimostrata Le due formule sono ambedue utili B Conseguenze: Il Prodotto scalare tra due vettori ortogonali è nullo ! Il Prodotto scalare tra due vettori paralleli è il prodotto dei loro moduli Carlo Pagani & Flavia Groppi 20 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Prodotto Vettoriale (o Vettore) Il risultato del Prodotto Vettoriale tra 2 vettori, A e B, è un vettore, C, ortogonale al piano formato dai vettori A e B. AXB=AΛB=C modulo: |C| = |A| |B| sin direzione: ⊥ al piano dei vettori A B C verso: regola della mano destra, o anche: verso uscente se per portare il primo sul secondo devo ruotare in senso antiorario Note • Il prodotto vettoriale tra due vettori paralleli è nullo • |C| è massimo per = ± /2 • Carlo Pagani & Flavia Groppi AxB=-BxA 21 (non è commutativo !) Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 P. V. in Coordinate Cartesiane AXB=AΛB=C A (Ax ,Ay , Az) A = Ax i + Ay j +Az k B (Bx , By , Bz) B = Bx i + By j +Bz k Cx = (Ay Bz – Az By) Cy = (Az Bx – Ax Bz) Cz = (Ax By – Ay Bx) C (Cx ,Cy , Cz) C = Cx i + Cy j +Cz k i j k Ax Ay Az Bx By Bz C = (Ay Bz – Az By) i + (Az Bx – Ax Bz) j + (Ax By – Ay Bx) k z Esempio A A (1,1,1) B (2,2,0) C (0-2,0-2,2-2) = C (-2,2,0) C = -2 i + 2 j +0 k = -2 i + 2 j Carlo Pagani & Flavia Groppi C y x 22 B Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Obiettivi esercizi Cap. 3 (RHW) Cap. 3 – Saper passare da un vettore (modulo e direzione) alle sue componenti e dalle componenti al vettore. – Saper compiere le operazioni fondamentali con i vettori (somma, prodotto per un numero, prodotto scalare e prodotto vettore). Carlo Pagani & Flavia Groppi 23 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Esescizi Lezione 2 1. Dati i vettori a = 4.2 i - 1.5 j , b = -1.6 i + 2.9 j e c = -3.7 j , trovare il vettore somma a+b, il vettore a+b+c, e il vettore a+b-c. Fare le operazioni sia con il metodo algebrico, che con il metodo grafico dopo averli disegnati su un piano cartesiano. Scrivere modulo, direzione e verso (coordinate polari) dei vettori che si sono trovati. [ a+b = 2.6 i + 1.4 j , a+b+c = 2.6 i -2.3 j , a+b-c = 2.6 i + 5.1 j , a+b (3.0 , 28.3 deg) , a+b+c (3.5 , - 41.5 deg) , a+b-c (5.7 , 63 deg) ] y -c b b x a c 2. La squadra che nel 1972 trovò la connessione nel sistema di grotte Mammut-Flint percorse, dall'ingresso di Austin del sistema di grotte Flint-Ridge fino all'Echo River della caverna del Mammut una distanza netta di 2.6 km verso ovest, 3.9 km verso sud e 25 m verso l'alto. Definire i 3 spostamenti come vettori e calcolare lo spostamento complessivo (modulo, direzione e verso). [ Ov[km] = 2.6 i + 0 j +0 k ; Su[km] = 0 i + 3.9 j +0 k ; Al[km] = 0 i + 0 j + 2.5·10-2 k ; S=Ov+Su+Al ; S[km] = 2.6 i + 3.9 j + 2.5·10-2 k ; S (4.69 , 56.3 deg , 2.5·10-2 ) ] Carlo Pagani & Flavia Groppi 24 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Esescizi Lezione 2 - continua 3. Dati i vettori: a = 2 i + 3 j [m] b (| b | , b ) , con | b | = 4 m e b = 65 gradi ⇒ b = c=-4i-6j d (| d | , d ) , con | d | = 5 m e d = 235 gradi ⇒ d = calcolare: a + b ; c + d ; a + b + c + d ; b • d ; (a + b) • (c + d) y [ a + b = 3.69 i + 6.63 j [m] ; c + d = - 6.87 i – 10.1 j [m]; a + b + c + d = - 3.18 i - 3.47 j [m] ; b • d = - 19.7 m2 ; (a + b) • (c + d) = - 92.3 m2 ] 1 I II Disegnare nel piano cartesiano un quadrato con centro nell'origine e lati di 2 m. Definire le componenti dei vettori c a = dal centro al vertice del quadrato nel 1° quadrante b = dal centro al vertice del quadrato nel 4° quadrante c = dal centro al punto medio del lato che attraversa il 2° III e il 3° quadrante. Calcolare a + b + c, e a • b. [ a = 0.707 i + 0.707 j ; b = 0.707 i - 0.707 j ; c = - i + 0 j ; a + b + c = 0.41 i + 0 j ; a • b = 0 ] 2m 4. 5. 0 1 x b IV Il vettore a giace nel piano xy. Il suo modulo è 18 e la sua direzione è 250 gradi rispetto all'asse x. Il vettore b ha modulo 12 ed è diretto lungo l'asse z (concorde con il verso di z). Calcolare il prodotto vettore c = a x b. [ a = - 6.16 i – 16.91 j ; b = 12 k 6. a c = a x b = - 203 i + 73.9 j ⇒ c (216, 160 deg) Se a = 3 i – 4 j e b = - 2 i + 3 k, quanto vale c = a x b ? [ c = - 12 i -9 j - 8 k ] Carlo Pagani & Flavia Groppi 25 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12 Università degli Studi di Milano Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corsi di Laurea in: Informatica ed Informatica per le Telecomunicazioni Anno accademico 2011/12, Laurea Triennale, Edizione diurna FISICA Lezione n. 3 (4 ore) Cinematica in una dimensione, 1D Carlo Pagani (A-G) & Flavia Maria Groppi (H-Z) Dipartimento di Fisica – Laboratorio LASA Via F.lli Cervi 201, 20090 Segrate (Milano) web page: http://wwwsrf.mi.infn.it/Members/pagani e-mail: [email protected] & [email protected] Meccanica La Meccanica è la branca della Fisica che studia il moto dei corpi in sè (Cinematica), il moto in relazione alle forze che lo fanno variare (Dinamica), e le condizioni di equilibrio delle forze che mantengono un corpo in quiete (Statica) – La Cinematica descrive il moto dei corpi senza fare riferimento esplicito alle forze che agiscono su di essi – La Dinamica è lo studio della relazione esplicita tra le forze ed il loro effetto sul moto – La Statica studia le condizioni che mantengono un corpo in quiete Per descrivere un moto è necessario specificare la posizione del corpo in ogni istante. E’ quindi necessario definire un sistema di coordinate (vedi lezione precedente…) O xog > 0 Oggetto Origine delle Coordinate (posizione dell’osservatore) Oggetto xog xog < 0 O xog Carlo Pagani & Flavia Groppi x x Origine delle Coordinate (posizione dell’osservatore) 2 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 Cinematica Per descrivere il moto di un corpo è necessario fornire, in ogni istante di tempo, la sua posizione, la sua velocità e la sua accelerazione Per poterlo fare è necessario fissare un sistema di coordinate e un istante di tempo, t0 , da cui facciamo partire la nostra descrizione del moto Il punto P(x,y,z) si muoverà in funzione del tempo t e sarà quindi più propriamente descritto dalla notazione P(x(t),y(t),z(t)) Così come le coordinate, (x(t), y(t), z(t)), sono misurate rispetto all’origine del sistema di coordinate scelto, anche il tempo t sarà misurato a partire da t0 La velocità e l’accelerazione sono grandezze vettoriali poiché è necessario conoscerne, oltre al valore, anche la direzione ed il verso I vettori velocità, v, e accelerazione, a, sono applicati nel punto P Sappiamo inoltre che anche alla posizione del punto possiamo dare una descrizione vettoriale: r = (rx i , ry j , rz k) = (x i , yj , zk) Carlo Pagani & Flavia Groppi 3 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 Moto di un punto in un piano e traiettoria i = 0, 1, 2, 3, …. y P = P (x , y , z ) r = r (x i , y j , z k) Traiettoria P3 x = x (t ) y = y (t ) z = z (t ) Pi = P (xi , yi , zi ) ri = r (xi i, yi j , zi k) a = a (t ) = a ( P(t) ) ai = a ( P(ti ) ) Carlo Pagani & Flavia Groppi P2 r2 v1 v = v (t ) = v ( P(t) ) v i = v ( P(ti ) ) r1 v2 a2 r3 xi = x (ti ) yi = y (ti ) zi = z (ti ) v3 a3 P1 a1 r0 0 Nota: la direzione di v è sempre tangente alla traiettoria ! 4 P0 a0 v0 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 x Spostamento di un punto e velocità media Come è naturale fare, si definisce spostamento s di un punto P dalla posizione P1 alla posizione P2 (più propriamente s12) il vettore che congiunge r1 a r2, con verso da r1 a r2 Si vede subito che tra i vettori r1 , r2 e s valgono le relazioni: r1 + s12 = r2 s12 = r2 – r1 s12 ≡ r2 – r1 y La velocità è definita come lo spostamento eseguito nell’unità di tempo P2 r2 La velocità media da P1 a P2 è: s12 r1 < v > = ( r2 – r1 ) / (t2 - t1 ) = s12 / t P1 0 ed ha la direzione e il verso di s12 La velocità istantanea nel punto P1 , all’istante t1 , si ottiene come caso limite quando lo spostamento tra i punti P1 e P2 tende a zero Carlo Pagani & Flavia Groppi 5 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 x Velocità istantanea La velocità istantanea di un oggetto, rappresentato dal punto P (x (t) , y (t) , z (t) ), all’istante generico t, è la velocità che il punto ha esattamente all’istante t. Cioè è la velocità media tra due punti infinitamente vicini, o tra due istanti di tempo infinitamente prossimi Se chiamiamo s12 lo spostamento tra i punti P1 e P2 si ha: r2 r1 ds ds ds ds ds ds Nota: per P2 che tende a P1 e s12 che tende a ds, la direzione di ds tende esattamente alla tangente alla traiettoria nel punto P1 Carlo Pagani & Flavia Groppi 6 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 Spostamento infinitesimo e traiettoria A mano a mano che si considerano due posizioni sempre più vicine nel tempo il vettore spostamento diventa sempre più simile ad un segmento della traiettoria Portando questo ragionamento al limite è possibile definire il vettore spostamento infinitesimo ds che descrive lo spostamento tra due posizioni infinitamente vicine Il vettore spostamento infinitesimo è quindi un segmentino della traiettoria, che giace sulla tangente alla traiettoria in P La traiettoria, che è il percorso del corpo nel piano (2-D) o nello spazio (3-D), risulta essere la somma di tutti i vettori spostamento infinitesimo ds, percorsi in intervalli di tempo infinitesimi Se invece i punti P1 ( P1= P) e P2 non sono infinitamente vicini, lo spostamento s = s12 = ( r2 - r1 ) non giace sulla traiettoria, e non è quindi tangente ad essa ds ds Carlo Pagani & Flavia Groppi ds ds ds ds 7 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 Velocità come derivata dello spostamento La velocità (istantanea) nel punto generico P, all’istante t, è il rapporto finito tra due infinitesimi, ds e dt, detto derivata di s(t) rispetto a t Il rapporto incrementale è proprio la velocità media e in quest’esempio si può visualizzare il limite di tale rapporto, che dà la velocità istantanea Significato geometrico della derivata: coeff. angolare della retta tangente x dx θ θ Carlo Pagani & Flavia Groppi dt t 8 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 Legge (equazione) oraria Il disegno appena visto è un esempio NON di traiettoria ma di legge oraria ! Nella traiettoria, t è un parametro e si mostra il moto nello spazio reale La legge oraria è l’equazione che descrive la posizione del punto P in funzione del tempo Nel Sistema cartesiano … … o polare: P = P (x(t) , y(t) , z(t) ) r = r (x(t) , y(t) , z(t) ) P = P (r(t) , (t) , (t) ) r = r (|r(t)| , (t) , (t) ) sono esempi di leggi orarie Ogni moto ha una specifica legge oraria esplicita che lo descrive Esempi monodimensionali: x(t) = A t2+C, x(t) = A cos (t+), x(t) = A t + C Nota: A, C, e sono costanti che dipendono sia dai dati del problema, sia dalla posizione e dalla velocità del punto all’istante t = 0 Carlo Pagani & Flavia Groppi 9 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 Moto Rettilineo (monodimensionale) I moti rettilinei sono moti monodimensionali esprimibili nella forma P(t)=x(t) (ovvero P(t)=y(t), ovvero P(t)=z(t)) Partendo dalla posizione all’istante t=0, il moto può essere rappresentato graficamente sugli assi cartesiani t [s] e x [m] Ad ogni istante di tempo t (rappresentato normalmente sull’asse orizzontale) si associa il valore della posizione del corpo (rappresentandolo sull’asse verticale) Collegando tra loro i punti in cui abbiamo effettuato la misurazione, si ottiene l’espressione grafica della legge oraria del moto a partire dall’istante t=0. A lato c’è la rappresentazione grafica (diagramma orario) di un armadillo: Armadillo fermo: diagramma orario – fermo nella posizione x = -2m (figura in alto) – che si muove a partire dalla posizione x = -5m (figura in basso) Armadillo in moto: diagramma orario Carlo Pagani & Flavia Groppi 10 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 Velocità in un moto rettilineo La velocità è una grandezza vettoriale: oltre al suo valore (medio o istantaneo) si deve conoscerne la direzione e il verso Ne caso monodimensionale, tuttavia, la velocità (che ha la direzione e il verso dello spostamento) giace sempre sull’asse x In questo caso la notazione vettoriale è ridondante e si può evitare Il verso della velocità, espressa dal segno + o -, indica se il punto si muove rispettivamente verso le x positive o negative Anche della velocità si può tracciare il diagramma orario: v = v (t) Esempio dell’ascensore: Nell’esempio si nota che: • dopo la chiusura delle porte, l’ascensore comincia a salire (grafico sopra) e la velocità aumenta • Arrivata ad una valore massimo, la velocità rimane costante • All’avvicinarsi del piano la velocità comincia decrescere fino ad annullarsi v s t vist v Carlo Pagani & Flavia Groppi ds dt vist (t ) v(t) ds (t ) dt 11 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 Accelerazione in un moto rettilineo Laccelerazione è la variazione della velocità nell’unità di tempo L’accelerazione è una grandezza vettoriale: oltre al suo valore (medio o istantaneo) si deve conoscerne la direzione e il verso Ne caso monodimensionale (moto rettilineo) l’accelerazione ha la direzione della velocità e dello spostamento e giace quindi sempre sull’asse x. In questo caso la notazione vettoriale è ridondante e si può evitare Il verso dell’accelerazione, espressa dal segno + o -, indica se nel punto la velocità cresce (+) o decresce (-) Anche dell’accelerazione si può tracciare il diagramma orario: a = a (t) Esempio dell’ascensore: Nell’esempio si nota che • Nel tratto in cui la velocità aumenta, l’accelerazione è diversa da zero e positiva • Quando la velocità rimane costante l’accelerazione è nulla • Nel tratto in cui la velocità diminuisce, l’accelerazione è diversa da zero e negativa v a t dv(t ) d dx(t ) d 2 x aist (t ) a(t ) 2 dt dt dt dt Carlo Pagani & Flavia Groppi 12 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 Formule riepilogative r2 r1 Spostamento da P1 a P2 P1 = P Velocità media tra P1 a P2 Velocità in P1 = P Spostamento da P1 a P2 Accelerazione media tra P1 a P2 Accelerazione in P1 = P Velocità da P1 a P2 Carlo Pagani & Flavia Groppi 13 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 Moto rettilineo uniforme L’accelerazione è nulla. Questa è la definizione ! a(t ) 0 La velocità è costante. E’ uguale al valore all’istante iniziale t=0 (ovvero v0): t v(t ) v (0) a (t ) dt v(0) v0 0 Lo spostamento è dato da una semplice formula, in cui s0 è lo spostamento a t=0: t s (t ) s (0) v (t ) dt s0 v0t 0 E’ un caso particolare delle formule precedenti. Disegnare le leggi orarie ! Carlo Pagani & Flavia Groppi 14 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 Moto uniformemente accelerato: leggi orarie L’accelerazione è costante a (t ) a0 a Velocità: t v (t ) v0 a (t ) dt v0 a t 0 Spostamento: t 1 s (t ) s0 v (t ) dt s0 v0 t a t 2 2 0 Carlo Pagani & Flavia Groppi 15 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 Esempio numerico Una Ferrari arriva da ferma alla velocità di 100 km/ora in 3 secondi. Supponendo che l’accelerazione sia costante, determinare: – Il valore dell’accelerazione – La velocità raggiunta dopo 2 secondi Svolgimento: – Se a=cost= <a> =ao si ha: a (t ) ms 2 dv (t ) ms 1 v ms 1 2 a ms ao ms 2 v(t ) ms 1 ao ms 2 t dt s t s verifica : a (t ) ms 2 dv(t ) ms 1 d (ao ms 2 t s ) ao ms 2 dt s dt s – Sappiamo che v (3 s) = 100 km/ora = 105 [m] /3600 [s] = 27.8 m/s – Quindi ao = cost = v (3 s) [ms-1] / 3 [s] = 27.8/3 [ms-2] = 9.27 [ms-2] ao = 9.27 [ms-2] – La velocità dopo 2 secondi è: v(2s) = ao t = cost t = 9.27[ms-2] 2[s] = 18.5 [m/s] = 18.5(3600/103) [km/ora] → v(2s) ≃ 68 km/ora Carlo Pagani & Flavia Groppi v(2s) = 18.5 [ms-1] = 68 [km/h] 16 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 Moto circolare uniforme - 1 Il moto circolare è un modo in due dimensioni che, se trattato in coordinate polari, appare come un moto in una dimensione, t, poiché l’altra coordinata, r, è costante. E’ detto uniforme se la frequenza angolare d(t)/dt= (t)= 0 = costante. 0 è detta pulsazione y = (t) = o t r = r(t) = ro v(t) P(t) In coordinate cartesiane si ha invece: x = x(t) = ro cos(o t) y = y(t) = ro sin(o t) Definizioni: r a (t) c s t = spostamento angolare (t) = d(t)/dt = o = velocità angolare ’(t) = d(t)/dt = 0 accelerazione angolare Ma anche, rispetto alla coordinata curvilinea s v(t) = ds/dt = ro d/dt = ro o = velocità tangenziale a(t) = d2s/dt2 = ro d2/dt2 = 0 = acc. tangenziale E rispetto alle coordinate cartesiane x(t) e y(t) vx(t) = dx(t)/dt = ro d(cos(o t)/dt = - ro o sin(0 t) vy(t) = dy(t)/dt = ro d(sin(o t)/dt = ro o cos(o t) Nota: l’accelerazione a = ac = ax i + ay j Carlo Pagani & Flavia Groppi accelerazione centripeta ax(t) = dvx(t)/dt = - ro ocos(0 t) ay(t) = dvy(t)/dt = - ro osin(0 t) è diretta verso il centro ed è detta centripeta 17 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 x Moto circolare uniforme - 2 Alcune considerazioni sul moto circolare uniforme Se lo esprimiamo in coordinate polari (o con la coordinata curvilinea s) otteniamo una legge del moto, ma in termini scalari e ci manca y l’informazione vettoriale Definizioni importanti (t) = o t r(t) = ro v (t) = ro o at(t) = (accelerazione tangenziale) o = pulsazione =o/2 = frequenza T = 1/ = periodo v(t) r P(t) ac(t) s x Se lo esprimiamo in coordinate cartesiane l’informazione è completa e scopriamo che l’accelerazione c’è, ma è ortogonale a v r(t) = x(t) i + y(t) j = ro cos(o t) i + ro sin(o t) j v (t) = vx(t) i + vy(t) j = - ro o sin(o t) i + ro o cos(o t) j a(t) = ax(t) i + ay(t) j = - ro 2o cos(o t) i - ro 2o sin(o t) j |r(t)| = ro = cost |v (t)| = ro o = cost |a(t)| = |ac(t)| = ro 2o = cost Carlo Pagani & Flavia Groppi e anche 18 |r(t)| = x2 + y2 = r0 |v(t)| = vx2 + vy2 = ro o |a(t)| = ax2 + ay2 = ro 2o v(t) r(t) v(t) a(t) r(t) Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 Riepilogo della Cinematica Con la cinematica descriviamo il moto dei corpi attraverso una equazione del moto, detta anche legge, o equazione, oraria Cartesiano Polare P = P (r(t) , (t) , (t) ) r = r (|r(t)| , (t) , (t) ) P = P (x(t) , y(t) , z(t) ) r = r (x(t) , y(t) , z(t) ) Nota la legge oraria, la matematica ci permette di ricavare la traiettoria del moto e le altre grandezze caratteristiche: velocità e accelerazione – L’equazione che descrive la traiettoria si ricava, se possibile, dalla legge oraria eliminando, per sostituzione, la variabile t – La velocità, istantanea, in ogni punto P(t) = r (x(t), y(t), z(t)) = r (t) è data dalla derivata della legge oraria nel punto stesso: v = d/dt r(t) [m s-1] – L’accelerazione, istantanea, in ogni punto P(t) = r (x(t), y(t), z(t)) = r (t) è data dalla derivata della velocità nel punto stesso: a = d/dt v(t) = d2/dt2 r(t) [m s-2] Analogamente, attraverso l’integrazione, che è l’operazione inversa della derivazione, note la velocità o l’accelerazione, in funzione del tempo possiamo ricavare la legge oraria, e quindi la traiettoria: r(t) =∫v(t) dt +ro v(t) =∫a(t) dt + vo r(t) =∬a(t) dt + vo t + ro Nota: in questo caso è però necessario che venga fornita la posizione del corpo e la sua velocità all’istante iniziale t = 0 (ovvero t = to ) Carlo Pagani & Flavia Groppi 19 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 Riassunto su derivate e integrali La derivata di una funzione x=x(t) rispetto alla variabile di cui è funzione è il passaggio al limite del rapporto x/t per t che tende a 0 x(t ) x ' (t ) x(t ) ( x ' (t ) x(t )) dx lim x ' x t t ' t dx(t ) d Δx(t ) Δx(t ) x(t ) lim lim x ' x t 't dt dt t t Derivate più comuni (t ' t ) dx lim t 't d d d d (C t ) C (C t 2 ) 2C t (C t 3 ) 3C t 2 C 0 dt dt dt dt d d d d sin (α(t)) cos(α(t)) α(t) cos(α(t)) sin (α(t)) α(t) dt dt dt dt L’integrale, che ne è l’operazione inversa, è la somma finita di quantità infinitesime. L’integrale tra t=0 e t della funzione v(t) lo possiamo pensate come l’ “area” sottesa dalla funzione v(t) tra t=0 e il punto generico t t t v (t ) dt x 0 0 t t a (t ) dt x 0 0 t t Nel caso unidimensionale dx(t ) dt dx(t ) x(t ) x(0) x(t ) x0 x(t ) vx (t ) dt x0 dt 0 0 dvx (t ) dt dvx (t ) vx (t ) vx (0) vx (t ) v0, x vx (t ) a x (t ) dt v0, x se a x (t ) a x cos t dt 0 0 t t t t t t 0 0 dx x(t ) x v (t ) dt ( a (t ) dt v 0 x 0 x 0 t 0, x se a(t) = cost = a v(t) = a t + v0 vx (t ) a x t v0, x ) dt se a x (t ) a x cos t vx (t ) a x t v0, x x(t) = ½ a t2 + vot + x0 t 1 1 x(t ) x0 a x (t ) dt (a x t v0, x )dt a x t 2 v0, x t o anche x(t ) a x t 2 v0, x t x0 2 2 0 0 t t k dt k t k t0 k ( t t0 ) t0 Integrali più comuni t kt dt k t dt k ( t0 t0 t se t0 0 si ha : k dt k t t 0 t cos(α t ) dt t0 t 1 sin(α t ) dt C α t0 k kt dt 2 t e t 2 t02 k ) (t 2 -t02 ) 2 2 2 k cost 2 0 t sin(α t ) dt t0 t 1 cos(α t ) dt C α t0 Nota: le costanti, dette di integrazione e indicate genericamente tutte con C, sono necessarie perché l’ ”area” dipende dal valore della funzione x(t) a t = t0. Questo valore va fornito separatamente, come condizione iniziale, non essendo l’informazione contenuta nella derivata Carlo Pagani & Flavia Groppi 20 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 Obiettivi esercizi Cap. 2 (RHW) Saper ricavare velocità ed accelerazione, nota la legge oraria. Saper svolgere problemi su: moto rettilineo uniforme, uniformemente accelerato, circolare Carlo Pagani & Flavia Groppi 21 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 Esescizi Lezione 3 Esercizi da: John R. Gordon, Ralph V. McGrew, Raymond A. Serway, John W. Jewett Jr. Esercizi di Fisica. Guida ragionata alla soluzione (EdiSES). 2-1: Una particella si muove lungo l’asse delle x, e la sua posizione in funzione del tempo è riportata in figura. Sulla base dei dati trovare la velocità media della particella negli intervalli di tempo: a) da 0 a 2 s, b) da 0 a 4 s, c) da 2 s a 4 s, d) da 4 s a 7 s, e) da 0 a 8 s. [ a) 5 m/s, b) 1.25 m/s, c) -2.5 m/s, d) -3.3 m/s, e) 0 m/s ] 2-5: Un’aereo atterra alla velocità di 100 m/s e, per fermarsi, può accelerare al massimo di - 5 m/s2. Determinare: a) dal momento che tocca il suolo l’intervallo di tempo minimo necessario per fermarsi, b) La lunghezza minima della pista necessaria per fermarsi. [ a) 20 s, b) 1000 m ] 2-6: Nel primato di velocità su terra del 1954, una slitta a razzi ha raggiunto la velocità di 632 miglia/h e successivamente è stata fermata in modo sicuro in 1,40 s. Determinare: a) l’accelerazione che è stata applicata per fermare la slitta e b) lo spazio percorso durante la frenata. [ a) -202 m/s2, b) 198 m ] 2-7: Una studentessa lancia un mazzo di chiavi ad un’amica affacciata alla finestra. La mano dell’amica che afferra le chiavi è ad un’altezza 4 m superiore rispetto alla mano al momento del lancio. Sapendo che le chiavi vengono afferrate dopo 1.5 s dal lancio determinare la componente verticale della velocità: a) al momento del lancio, b) quando le chiavi vengono afferrate. Spiegare perché la velocità orizzontale non entra in gioco. [ a) 10 m/s, b) -4.68 m/s ] Carlo Pagani & Flavia Groppi 22 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 Esescizi Lezione 3 - continua Esercizi da: John R. Gordon, Ralph V. McGrew, Raymond A. Serway, John W. Jewett Jr. Esercizi di Fisica. Guida ragionata alla soluzione (EdiSES). 7-9: Un’acrobata, seduta su un ramo, si lascia cadere sulla sella di un cavallo che sopraggiunge al galoppo, alla velocità di 36 km/h. Sapendo che la distanza in verticale tra il ramo e la sella è di 3 m, determinare: a) la distanza in orizzontale alla quale deve trovarsi il cavallo al momento in cui l’acrobata l’ascia il ramo, b) il tempo in cui resta in aria prima di raggiungere la sella. [ b) 0.782 s, a) 7.82 m ] In assenza di gravità, una massa M = 1 kg è attaccata a una fune (massa trascurabile) di lunghezza L=1m e compie un moto circolare uniforme con velocità v = 10 m/s. Determinare il valore delle seguenti altre grandezze caratteristiche del moto: raggio dell’orbita, velocità angolare, accelerazione angolare, accelerazione centripeta, forza centripeta, tensione a cui è soggetto il filo, periodo, frequenza. [R = 1 m, = 10 s-1, ’ = 10 s-1, ac = 100 m/s-2, Fc = 100 N, Te = 100 N, T = 0.628 s, = 1.59 Hz ] Carlo Pagani & Flavia Groppi 23 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12 Università degli Studi di Milano Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corsi di Laurea in: Informatica ed Informatica per le Telecomunicazioni Anno accademico 2011/12, Laurea Triennale, Edizione diurna FISICA Lezione n. 4 (4 ore) Leggi di Newton - Piano inclinato - Attrito Carlo Pagani (A-G) & Flavia Maria Groppi (H-Z) Dipartimento di Fisica – Laboratorio LASA Via F.lli Cervi 201, 20090 Segrate (Milano) web page: http://wwwsrf.mi.infn.it/Members/pagani e-mail: [email protected] & [email protected] Introduzione alla Dinamica Con la cinematica descriviamo il moto dei corpi attraverso una equazione del moto, detta anche legge, o equazione, oraria Cartesiano Polare P = P (r(t) , (t) , (t) ) r = r (|r(t)| , (t) , (t) ) P = P (x(t) , y(t) , z(t) ) r = r (x(t) , y(t) , z(t) ) Nota la legge oraria, la matematica ci permette di ricavare la traiettoria del moto e le altre grandezze caratteristiche: velocità e accelerazione La Dinamica descrive il perché un corpo si muove, collegandone il movimento alle grandezze che lo producono, e cioè le forze ad esso applicate La Dinamica classica si basa sui 3 principi di Newton (più il principio di relatività di Galileo) – 1° - Principio di inerzia – 2° - Principio della conservazione della quantità di moto – 3° - Principio di azione e reazione Carlo Pagani & Flavia Groppi 2 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 I principi della Dinamica Principio di relatività galileiana Le leggi della fisica hanno la stessa forma in tutti i sistemi di riferimento inerziali, cioè in moto tra loro di moto rettilineo uniforme 1° Principio o principio di Inerzia Se un corpo è fermo o si muove di moto rettilineo uniforme, vuol dire che non è soggetto a forze oppure che la risultante delle forze che agiscono su di esso è nulla. Viceversa, se la risultante delle forze applicate a un corpo è nulla, esso è fermo o si muove di moto rettilineo uniforme 2° Principio o principio della conservazione della quantità di moto In ogni istante l'accelerazione di un corpo è determinata dalla forza che agisce su di esso: l'accelerazione ha la stessa direzione e lo stesso verso della forza, il suo modulo è proporzionale alla forza e inversamente proporzionale alla massa del corpo 3° Principio o principio di azione e reazione Se su un corpo agisce una forza, allora esiste un altro corpo che provoca tale forza e su cui agisce una forza uguale e contraria Carlo Pagani & Flavia Groppi 3 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Relatività e Principio di Inerzia Principio di relatività galileiana Le leggi della fisica hanno la stessa forma in tutti i sistemi di riferimento inerziali, cioè in moto tra loro di moto rettilineo uniforme. 1° Principio della dinamica o principio di Inerzia Se un corpo è fermo o si muove di moto rettilineo uniforme, vuol dire che non è soggetto a forze oppure che la risultante delle forze che agiscono su di esso è nulla. Viceversa, se la risultante delle forze applicate a un corpo è nulla, esso è fermo o si muove di moto rettilineo uniforme. L’insieme di questi due principi ci dice che lo stato naturale di un corpo, non soggetto a forze, ovvero soggetto a forze la cui somma vettoriale (risultante) sia nulla, è quello di muoversi di moto rettilineo uniforme Il fatto di essere in quiete o in moto dipende soltanto dal sistema di riferimento che adottiamo, visto che le leggi della fisica non cambiano rispetto a due sistemi di riferimento in moto tra loro di moto rettilineo uniforme Un passeggero che si trovi su un treno o un’automobile che viaggiano su un rettilineo a velocità costante (moto rettilineo uniforme) non percepisce in alcun modo il movimento. Nessuna delle cose che può fare risentono del fatto che sia in moto. Se fa un esperimento di fisica (lascia per esempio cadere un oggetto), può fare misure o previsioni teoriche senza che i risultati ne siano affetti Carlo Pagani & Flavia Groppi 4 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Secondo Principio della Dinamica 2° Principio della dinamica o della conservazione della quantità di moto In ogni istante l'accelerazione di un corpo è determinata dalla forza (“non equilibrata”) che agisce su di esso: l'accelerazione ha la stessa direzione e lo stesso verso della forza, il suo modulo è proporzionale alla forza e inversamente proporzionale alla massa del corpo. Possiamo allora dire che se un corpo è soggetto ad “azioni” che ne alterano lo “stato naturale” questo si manifesta con una accelerazione. Le “azioni” che alterano lo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme sono le “forze”. Le forze, nei nostri esempi di spinta o trazione, sono grandezze vettoriali in quanto per essere definite è necessario fornire il valore della loro intensità (modulo), ma anche la direzione e il verso. Come possono essere misurate le forze in meccanica ? – La risposta sta proprio nel modo in cui è definita la forza attraverso il secondo principio della dinamica. La forza è una azione in grado di modificare lo stato naturale di moto dei corpi. La forza ed è pertanto misurabile proprio a partire da come il moto di un corpo si discosta dal moto rettilineo uniforme, variando la sua velocità, cioè accelerando. Attenzione: tra la forza e l’accelerazione, che hanno dimensioni diverse, c’è di mezzo una costante, la massa, che è la proprietà del corpo che “risponde” alla forza Carlo Pagani & Flavia Groppi 5 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Equazione di Newton F=ma Questa equazione è l’espressione matematica del 2° principio: In ogni istante l’accelerazione di un corpo è proporzionale alla forza che agisce su di esso Il coefficiente di proporzionalità tra le due grandezze vettoriali è l’inverso di una grandezza scalare, che è una proprietà del corpo e che chiamiamo massa Alcune conseguenze importanti l'accelerazione ha la stessa direzione e lo stesso verso della forza, ma non le stesse dimensioni: a [ms-2] , m [kg] , F [kg m s-2 ] ⇒ [N] = [kg m s-2 ] La massa è la costante di proporzionalità tra la forza e l’accelerazione da essa prodotta La massa viene quindi definita attraverso questa sua proprietà def def m = F/a Maggiore è la massa di un corpo, maggiore dovrà essere la forza necessaria per dare al corpo una data accelerazione La forza è sempre intesa come la risultante di tutte le forze applicate: F = Fi ⇒ F = Fx i + Fy j + Fy k = (Fi,x) i + (Fi,y) j + (Fi,z) k ed essendo l’accelerazione proporzionale alla forza attraverso uno scalare si ha: a= ax i + ay j + ay k = (1/m) (Fi,x) i + (1/m) (Fi,y) j + (1/m) (Fi,z) k Carlo Pagani & Flavia Groppi 6 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Composizione delle forze La forza che produce l’accelerazione è sempre la risultante delle forze applicate al corpo, cioè la loro somma vettoriale Nella composizione delle forze si dovrà anche tener conto della eventuale forza resistente che si oppone al movimento del corpo (ad esempio l’attrito sulla superficie sulla quale avviene il movimento) In questo esempio la forza applicata, Fap ,è pari a (275+395) N e quella resistente, Fres , è pari a 560 N Fres = Fres,x i = - 560 i Fap = Fap,x i + Fap,y j + Fap,z k = 275 i + 395 i = 570 i [N] F = Fi = 10 i F = 10 N Altri esempi Carlo Pagani & Flavia Groppi 7 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Digressione sulle forze in natura In natura esistono quattro forze fondamentali, con cui è possibile descrivere tutti i fenomeni naturali noti Forza Gravitazionale è la forza responsabile di tutti i fenomeni astronomici, è la forza che ci tiene con “i piedi per terra”, che fa cadere gli oggetti e ci fa percepire la massa attraverso la forza peso ⇒ Legge di gravitazione universale di Newton Forza Elettromagnetica è la forza che lega gli elettroni al nucleo ed è responsabile di tutti i fenomeni elettrici e magnetici ⇒ Equazioni di Maxwell Forza Nucleare forte è la forza che lega i mattoni più elementari della materia. Mantiene unite le particelle, ed impedisce ai nuclei di disintegrarsi per la reciproca repulsione fra protoni, tutti carichi positivamente Forza Nucleare debole è responsabile, tra l’altro, dei decadimenti radioattivi Qualsiasi forza è riconducibile a queste quattro Carlo Pagani & Flavia Groppi 8 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Gravità ⇒ Massa e Peso - 1 A causa della forza gravitazionale, Fg, due oggetti qualunque, siano essi particelle, pianeti o galassie, si attraggono reciprocamente con una forza proporzionale al prodotto delle loro masse Fg G dove M1 M 2 r2 Fg kg m s 2 G kg 1 m 3 s 2 M kg M kg r m 1 2 2 2 – G [kg-1 m3 s-2] è la costante di gravitazione che vedremo in seguito – M1 e M2 sono le masse degli oggetti – r è la distanza tra gli oggetti (o meglio tra i loro centri di massa) La forza è diretta come r, cioè secondo la congiungente i centri di massa Conseguenza: sulla superficie terrestre ogni oggetto ha un “peso” Definizione: il peso PM di un corpo di massa M è il modulo della forza di attrazione gravitazionale della terra che agisce su di esso (a livello del mare). detti: RT il raggio della terra, MT la sua massa, M la massa dell’oggetto, PM il suo peso,si ha: 3 5.97 10 24 kg M terra M m 11 m 6 . 67 10 PM N G M kg g 2 2 6 2 2 s 2 Rterra kg s (6.37 10 ) m M kg M g N g = 9.81 ms-2 Carlo Pagani & Flavia Groppi 9 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Gravità ⇒ Massa e Peso - 2 Alcune considerazioni Il peso è l’effetto su una massa dell’attrazione gravitazionale terrestre Il peso è il modulo di una forza (vettore), con modulo, direzione e verso La direzione e il verso di Fg sono quelli dell’ accelerazione di gravità g Il valore esatto di |g| dipende dalla posizione sulla superficie terrestre Fg = g m L’accelerazione di gravità g è definita dalla relazione vettoriale: g = -|g| j nell’ipotesi che si usi un sistema di coordinate cartesiano con l’asse y diretto verso l’alto. Il peso P di un oggetto e: P = m g Esercizio: calcolare la massa della terra sapendo che G = 6.67 10-11 [N m2 kg-2] e che il raggio della terra, rT , è: rT = 6.37 103 km Poiché conosciamo i valori delle grandezze G e rT, e abbiamo misurato g, possiamo scrivere: gG MT gr 2 9.81 ms 2 (6.37 106 ) 2 m 2 9.81 ms 2 (6.37 106 ) 2 m 2 m 3 s 2 24 M 6.0 10 24 kg 6 . 0 10 T 2 2 11 2 11 2 2 2 1 3 2 G 6.67 10 Nm kg 6.67 10 kgms m kg kg m s rT la massa della terra è quindi: M = 6.0 1024 kg T Carlo Pagani & Flavia Groppi 10 e parlare di peso della terra non ha senso Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Misura del peso Il peso P è una grandezza scalare e positiva, in quanto definito come il modulo della forza Fg. La sua misura si effettua misurando la forza di gravità che agisce sull’oggetto Nel primo caso si misura il peso di un oggetto confrontandolo con dei pesi noti. Quando la bilancia è in equilibrio i due pesi sono uguali Nel secondo caso si misura l’allungamento di una molla prodotto dalla forza peso, sapendo che l’allungamento è proporzionale alla forza applicata. Graduando la scala si legge il peso Nota: non è corretto esprimere il peso in kg. Il peso è il modulo di una forza e si esprime in newton [N]. Il peso di una massa di 1 kg è uguale a 9.81 N. Si suole definire il chilogrammo peso, kgw ≡ 1 kg · g , da cui la confusione 1 kgw = 9.81 [N] = 9.81 [kg m s-2] ≠ 1 kg [kg] anche se hanno lo stesso valore Carlo Pagani & Flavia Groppi 11 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Terzo Principio della Dinamica 3° Principio della dinamica o principio di azione e reazione Se su un corpo agisce una forza, allora esiste un altro corpo su cui agisce una forza uguale e contraria F F Nota: Le due forze sono identiche ma vengono esercitate su corpi diversi, con masse differenti. Quindi l’effetto indotto da queste due forze identiche può essere sensibilmente differente Esempio Carlo Pagani & Flavia Groppi 36 0.0033 m / s 2 11000 36 0.39 m / s 2 92 aastronave F = 36 N mastronave = 11000 kg muomo = 92 kg auomo 12 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Altri tipi di forze: Forza normale La “forza normale” è la forza di reazione alla forza di gravità prodotta dall’appoggio su cui è posato un corpo di massa m. Essa è la forza esercitata dall’appoggio, deformandosi, per sostenere il corpo appoggiato La forza normale è una conseguenza del 3° principio della dinamica La forza Normale è sempre perpendicolare alla superficie e si indica con la lettera N Se il corpo è in equilibrio la risultante delle Forze ad esso applicate è nulla Se la risultante delle forze è diversa da 0, essa produrrà movimento FN Nota: la forza normale FN è la reazione dell’ appoggio ed è quindi sempre normale alla superficie. Se la superficie non è orizzontale Il suo modulo |FN| è minore di P = |Fg| Fg Carlo Pagani & Flavia Groppi 13 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Altri tipi di forze: Forza di attrito La forza di attrito è la forza che si oppone al movimento di un corpo sul suo piano di appoggio. Essa è dovuta all’interazione tra le asperità delle superfici (attrito statico), ovvero alla dissipazione di energia dovuta allo sfregamento tra le due superfici quando sono in movimento (attrito dinamico) Al crescere della forza applicata, la forza di reazione prodotta dall’attrito statico cresce fino ad un valore massimo, fs Superato il valore fs il corpo comincia a muoversi e la forza di reazione prodotta dall’attrito, detto ora dinamico, si stabilizza ad un valore più basso, fk Carlo Pagani & Flavia Groppi 14 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Ancora sulla forza di attrito dinamico Le forze di attrito fs e fk – sono proporzionali alla forza normale FN attraverso i coefficienti di attrito detti: s e k . Nota: i coefficienti di attrito s e k dipendono dai materiali e dallo stato delle loro superfici – si oppongono al moto – sono ortogonali a FN , e quindi paralleli alla superficie di scorrimento |fs| = fs ≤ s FN |fk| = fk = k FN FN fs FN fk Fg sin Fg FN fk Fg sin Fg Fg sin Fg fs = Fg sin ≤ s FN fk = k FN = Fg sin fk = k FN < Fg sin Il corpo resta fermo (in quiete) Il corpo si muove di moto rettilineo uniforme Il corpo si muove di moto uniformemente accelerato Carlo Pagani & Flavia Groppi 15 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Altri tipi di forze: Resistenza del mezzo Se un oggetto si muove in un mezzo che non sia il vuoto, il fluido (aria, acqua, ecc.) in cui si muove esercita una forza, detta forza di resistenza del mezzo (o coefficiente di resistenza aerodinamica), che si oppone al movimento Poiché il movimento è prodotto dalla risultante di tutte le forze che agiscono sul corpo, spesso questa forza non può essere trascurata La forza che si oppone al movimento ha, in ogni punto, la direzione di v (P), ma ha verso opposto. In sintesi ha la direzione e il verso di – v(P). Il modulo di questa forza, indicata comunemente con D, è solitamente dato da un’espressione empirica del tipo: D = ½ C A v2 ∝ A v2 Dove: – – – – C è il coefficiente aerodinamico (C = 0.1÷ 0.4) A è l’area massima del corpo in movimento (perpendicolare al moto) v è il modulo della velocità del corpo è la densità (massa volumica) del mezzo in cui si muove I calcoli diventano normalmente parecchio complicati poiché la forza risultante, proporzionale all’accelerazione, dipende dal quadrato della velocità Carlo Pagani & Flavia Groppi 16 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Altri tipi di forze: Tensione Quando un filo è fissato ad un corpo soggetto ad una forza, il filo è sotto tensione Il filo esercita sul corpo una forza di trazione T applicata al punto di fissaggio del filo e diretta lungo il filo La tensione T della corda è il modulo di tale forza Se il sistema è in equilibrio, ogni elemento della corda è in equilibrio, cioè soggetto ad un sistema di forze a risultante nulla Se in moto accelerato, ogni elemento della corda è accelerato, cioè soggetto ad un sistema di forze a risultante ≠0 In generale le corde, o funi, trasferiscono una forza da un punto ad un altro Usando anche le carrucole possiamo trasferire una forza cambiandone anche la direzione e il verso Carlo Pagani & Flavia Groppi 17 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Altri tipi di forze: Forza elastica La forza elastica è la forza che si oppone alla deformazione di un corpo quando è soggetto ad una forza che, a causa di un vincolo non può produrre accelerazione Una deformazione è elastica quando, soppressa la forza che l’ha prodotta, il corpo ritorna nella forma o posizione di riposo Tutti i corpi sono in grado di rispondere elasticamente ad una sollecitazione, superata la quale la deformazione diventa permanente: regime plastico L’esempio tipico è la molla che, se tirata o compressa, reagisce con una forza F che è proporzionale allo spostamento, ma con verso opposto (si oppone allo spostamento) Detta k [N / m] la costante elastica della molla, nell’esempio della figura la forza F generata dalla molla è: F=-kd=-kxi Carlo Pagani & Flavia Groppi 18 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Altri tipi di forze: Forza centripeta La forza centripeta è una forza diretta verso il centro di curvatura di una traiettoria. Essa si ha quando l’oggetto compie una curva Così come una forza (risultante di tutte le forze) che agisce su una massa produce un’accelerazione, e quindi una variazione di velocità, e quindi un moto, se un corpo è soggetto ad una accelerazione è necessario che ci sia una forza che l’ha generata Facendo calcoli del moto circolare uniforme, dal punto di vista cinematico, abbiamo trovato che l’accelerazione aveva solo una componente ortogonale al moto e diretta verso il centro. Questa accelerazione, responsabile del cambio di direzione della velocità (costante in modulo) l’abbiamo chiamata centripeta La forza centripeta è la forza che genera l’accelerazione centripeta secondo la solita legge di Newton: F = m a Riscrivendo quanto visto in cinematica per il moto circolare uniforme: y v(t) P(t) r(t) = x(t) i + y(t) j = ro cos(o t) i + ro sin(o t) j v(t) = vx(t) i + vy(t) j = - ro o sin(o t) i + ro o cos(o t) j a(t) = ax(t) i + ay(t) j = - ro 2o cos(o t) i - ro 2o sin(o t) j |r(t)| = ro = cost |v(t)| = ro o = cost |a(t)| = |ac(t)| = ro 2o = cost Carlo Pagani & Flavia Groppi |r(t)| = x2 + y2 = r0 |v(t)| = vx2 + vy2 = ro o |a(t)| = ax2 + ay2 = ro 2o r a(t) Fcentripeta (t) = m acentripeta (t) 19 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 s x Alcune note Forza centrifuga La forza centrifuga è una forza “apparente” che percepiamo quando ci troviamo in un sistema di riferimento non inerziale (cioè che subisce un’accelerazione) Se siamo su una moto in curva, noi e la moto, per curvare, avremo applicata una forza centripeta, che sarà in equilibrio (3° principio) con la reazione vincolare, della strada e del sellino. Poiché noi siamo sulla moto e siamo collegati, in ogni istante, al sistema che genera la reazione vincolare, quello che percepiamo non è la forza centripeta ma la reazione vincolare ad essa, cioè la forza centrifuga La forza centrifuga (apparente perché non esiste nel sistema inerziale in cui descriviamo il moto) è, come ogni reazione vincolare, uguale ed opposta alla forza (centripeta) che la genera Caduta di un corpo e resistenza del mezzo Il campo gravitazionale terrestre applica ad ogni corpo la stessa accelerazione g = cost, a prescindere dalla sua massa e dalla sua forma. Il fatto che una piuma e Un sasso non presentino la stessa legge del moto se fatti cadere dalla torre di Pisa è solo una conseguenza della resistenza dell’aria (che dipende da: A, v e C) Carlo Pagani & Flavia Groppi 20 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Obiettivi esercizi Cap. 5 e Cap. 6 (RHW) Saper trovare la risultante di più forze che agiscono su un corpo Saper applicare i principi della dinamica in vari contesti Saper ricavare la legge del moto dato un sistema di forze agenti su un corpo Carlo Pagani & Flavia Groppi 21 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Esescizi Lezione 4 1. Una massa di 0.2 kg si trova su un piano orizzontale. Una forza F1 agisce verso destra e un’altra forza F2 agisce verso sinistra, e i valori delle due forze sono rispettivamente 4 N e 2 N. a) Trovare forza e accelerazione risultanti. [Fris.= 2 N , aris = 10 m s-2 ] Un’ulteriore forza F3 del valore di 1 N si aggiunge: essa agisce lungo una direzione di 30 gradi verso il basso rispetto all’orizzontale da sinistra a destra. b) Trovare i nuovi valori di forza e accelerazione ? [ F = 2.87 N, a = 14.35 m s-2 ] 2. Un elettrone di massa 9.11 10-31 kg ha una velocità iniziale di 3 105 m/s. Esso viaggia in linea retta e la sua velocità aumenta fino ad essere 7·105 m/s in una distanza di 5 cm. Assumendo che la sua accelerazione sia costante, a) determinare la forza sull’elettrone [ 3.64·10-18 N ] b) confrontare questa forza con il peso dell’elettrone, che avevamo trascurato. [ 8.93 ·10-30 N ] Eserciziario Serway, 4.2 3. Un blocco su un piano inclinato liscio con inclinazione di 20 gradi possiede una velocità iniziale di 5 m/s. Di quanto scivola in salita il blocco prima si arrestarsi? [3.73 m] Eserciziario Serway, 4.5 4. Una moneta è appoggiata su un libro che è stato inclinato di un angolo rispetto al piano orizzontale. Per successive approssimazioni si trova che, quando raggiunge i 13°, la moneta è sul punto di scivolare lungo il libro (ovvero un piccolissimo incremento dell’angolo la farebbe scivolare). Qual è il coefficiente d’attrito statico μs tra moneta e libro. - Esercizio Halliday, 6.3. [μs=0.23] Carlo Pagani & Flavia Groppi 22 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Esescizi Lezione 4 - continua 5. Un blocco di massa m=15 kg è trattenuto da una fune su un piano liscio inclinato di 27 gradi. (a) Quanto valgono la forza normale e la tensione della fune ? (b) Ora tagliamo la corda: quanto vale l’accelerazione del blocco verso il basso ? - Esercizio Halliday 5.7. [ (a) FN=130 N, T=67 N. (b) a = -4.4 m/s2] 6. Una slitta si trova sulla neve, su un piano inclinato di 30º. La slitta ha una massa M = 5 kg, e un ragazzo la tiene ferma con una fune sottile di massa trascurabile. Se il coefficiente di attrito statico è μs = 0.10, qual è la forza T che il ragazzo deve esercitare per tenere ferma la slitta [T=20.26 N ] ? Dopo un certo tempo, il ragazzo lascia libera la slitta, senza spingerla (dunque con velocità iniziale nulla). Se la slitta scivola per 10 m lungo il pendio, che velocità finale v raggiunge [v=9.19 m/s] ? Si assuma che il coefficiente di attrito dinamico d sia ugale a 0.08. - Tema d’esame gennaio 2008 Esercizi da: John R. Gordon, Ralph V. McGrew, Raymond A. Serway, John W. Jewett Jr. Esercizi di Fisica. Guida ragionata alla soluzione (EdiSES). 4-1: Due forze, F1 e F2, agiscono su un corpo di massa M = 5.00 kg. Se F1 = 20.0 N e F2 = 15.0 N, si trovi l’accelerazione nei due casi in figura [ (4.00i + 3.00j) m/s2 ; (5.50i + 2.60j) m/s2 ] 4-4: Un corpo di massa 1.00 kg si muove, sotto l’azione di due forze, con un’accelerazione di 10.0 m/s2 in una direzione che forma un angolo di 30.0° rispetto all’orizzontale. Una delle due forze è verticale, diretta verso l’alto, e ha modulo pari a 5.00 N. Determinare la seconda forza che agisce sul corpo, esprimendola in forma cartesiana e polare. [ F = (8.66 i ) N ; F = 8.66 N, = 0° ] Carlo Pagani & Flavia Groppi 23 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Esescizi Lezione 4 - continua 4-6: Nel sistema mostrato in figura una forza orizzontale di modulo Fx agisce su un oggetto di massa 8.00 kg al quale è appesa, attraverso una fune e una carrucola, una massa di 2 .00 kg. Trascurando tutti gli attriti determinare: a) i valori di Fx per i quali l’oggetto appeso accelera verso l’alto [Fx > 19.6 N] b) i valori di Fx per i quali la tensione sulla fune è nulla [Fx < - 78.4 N] c) Disegnare il diagramma dell’accelerazione dell’oggetto da 8 kg in funzione della forza Fx che varia da -100 N a 100 N. 5-1: Un blocco di 3.00 kg parte da fermo dalla sommità di un piano inclinato di 30° e scivola percorrendo una distanza di 2.00 m in 1.50 s. Determinare: a) l’accelerazione del blocco [a=1.78 m/s2], b) il coefficiente di attrito dinamico tra il blocco e il piano [ d = 0.368 ], c) la forza di attrito che agisce sul blocco [f = 9.37 N], d) la velocità del blocco dopo aver percorso i 2.00 m [vf = 2.67 m/s]. 5-9: Consideriamo il caso di una meteora che si trovi a transitare ad una distanza dalla superficie terrestre pari a 3.00 volte il raggio della terra (Rterra = 6.37·103 km). Determinare l’accelerazione di caduta libera della meteora dovuta alla forza di gravità che agisce su di essa. [ g = 0.613 m/s2 ] Carlo Pagani & Flavia Groppi 24 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12 Università degli Studi di Milano Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corsi di Laurea in: Informatica ed Informatica per le Telecomunicazioni Anno accademico 2011/12, Laurea Triennale, Edizione diurna FISICA Lezione n. 5 (4 ore) Moti in due dimensioni, 2D Quantità di moto, conservazione, impulso Carlo Pagani (A-G) & Flavia Maria Groppi (H-Z) Dipartimento di Fisica – Laboratorio LASA Via F.lli Cervi 201, 20090 Segrate (Milano) web page: http://wwwsrf.mi.infn.it/Members/pagani e-mail: [email protected] & [email protected] Equazione di Newton in 2D e 3D F=ma Questa equazione può essere proiettata sulle tre direzioni indipendenti x, y e z La forza è F = Fx i + Fy j + Fy k = (Fi,x) i + (Fi,y) j + (Fi,z) k e dunque si ha: Fx = max Fy = may Fz = maz Carlo Pagani & Flavia Groppi 2 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 Caduta libera e moto parabolico Sono questi due moti dovuti all’accelerazione di gravità, g, prodotta dalla forza di gravità, Fg y Come si procede: 1. 2. 3. 4. Si sceglie il sistema di coordinate Si ricava l’accelerazione dalle forze Si ricava l’equazione del moto dall’accelerazione Si applicano le condizioni iniziali Esempio del grattacielo: 0 Fg Fg m g Fg j m g j m g j a g g j m 1 2 v y (t ) g t v0 y e y (t ) g t v0 y t y0 2 Esempio del proiettile: -gm -gm Fx 0 a x 0 ; x(0) x0 , y (0) y0 ; vx (0) v0 x , v y (0) v0 y vx (t ) a x t v0 x v0 x v y (t ) a y t v0 y g t v0 y 1 a x t 2 vx 0 t x0 v0 x t x0 2 1 1 y (t ) a y t 2 v0 y t y0 g t 2 v0 y t y0 2 2 -gm x(t ) Nota: i risultati non dipendono dalla massa m Carlo Pagani & Flavia Groppi 3 -gm -gm g -gm Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 Moto parabolico (seguito) Se P(0)=0, le equazioni del moto sono: -gm -gm La traiettoria si ottiene eliminando il tempo: -gm -gm -gm g -gm Altra formula specifica: gittata R (punto di ritorno alla quota si partenza) Altra formula specifica: coordinata x del punto più alto della traiettoria: Attenzione: le formule della traiettoria, della gittata e del punto più alto non sono formule generali, valgono solo nelle condizioni indicate sopra: in particolare esse presuppongono che: P(0)=0 e che yfinale = y(0) = 0 Carlo Pagani & Flavia Groppi 4 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 Esercizio sul moto parabolico In figura è rappresentato un proiettile lanciato verso un terrapieno di altezza h con velocità iniziale v0 = 42.0 m/s e angolo di lancio 0 = 60° sopra il piano orizzontale. Il proiettile cade nel punto A, 5 s dopo il lancio. Calcolare: a) l’altezza del terrapieno, b) la velocità del proiettile all’impatto, c) la massima altezza, H, che esso ha raggiunto sopra il livello del terreno. Si trascuri la resistenza dell’aria. y I dati del problema sono: x0 = y0 = 0 tf = 5 s 0 = 60° v0.x= 42.0 cos(0) = 21.0 m/s v v0.y= 42.0 sin(0) = 36.4 m/s x y(tf )= h ? Utilizzando le equazioni di pagina precedente, calcolo i valori di x(t) e y(t) all’istante t = tf vx (t f ) v0, x x(t f ) v0, x t f 21 5m 105 m 1 2 v y (t f ) a y t f v0, y g t f v0, y y (t f ) g t f 2 v0, y t f h 9.83 2 5 36.4 5 59.1 m 2 Per calcolare il valore di H notiamo che il proiettile raggiunge la quota massima quando la sua velocità verticale si annulla per passare da ascendente (vy > 0) a discendente (vy < 0). Calcolo quindi il valore di tH al quale vy = 0 e poi sostituisco il valore trovato nella y (t) poiché H = y (tH) v0, y 36.4m s -1 v y (t H ) g t H v0, y 0 t H g 1 1 H y (t H ) gt 2f v0, y t f 9.83 ms 2 2 2 Carlo Pagani & Flavia Groppi 3.70 s 3.7 s 36.4ms 3.7s 67.4 m 9.83 m s -2 5 2 2 1 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 Il moto armonico Le oscillazioni sono onnipresenti nella vita quotidiana, dalle vibrazioni alla musica. Il moto oscillatorio fondamentale è il moto armonico semplice. Ad esempio, il moto associato ad una forza elastica, cioè proporzionale allo spostamento con segno opposto, genera un moto armonico! L’andamento della coordinata di spostamento (x) nel tempo è rappresentato da una funzione caratteristica, detta sinusoide. Carlo Pagani & Flavia Groppi 6 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 Legge oraria del moto armonico L’equazione caratteristica di un moto periodico o armonico ed i suoi parametri principali sono: Grandezza Unità SI Frequenza hertz, Hz 1 Hz = 1 oscillazione al secondo Periodo s Tempo per un’oscillazione completa T1 Escursione massima dalla posizione di equilibrio xm Ampiezza Pulsazione Simbolo / Relazione radianti/s Carlo Pagani & Flavia Groppi 7 2 2 T Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 Dinamica del moto armonico Nota la legge oraria possiamo ricavare le espressioni di velocità ed accelerazione del moto armonico: dx d vt xm cos t xm sin t at dv 2 xm cos t dt dt dt E con queste, applicare il II principio della dinamica: F m a m 2 x k x ; k m 2 Dunque il classico sistema massa-molla è caratterizzato da un moto armonico semplice e lineare per cui vale: k m – Pulsazione – Periodo T 2 Carlo Pagani & Flavia Groppi m k 8 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 Il pendolo semplice L’oscillatore lineare è un valido modello per un grande numero di sistemi fisici in cui è presente un’oscillazione, ad esempio il pendolo La scomposizione delle forze per un generico angolo permette di ricavare l’espressione della forza di richiamo: Fosc Fg sin mg sin Non si tratta dunque di una forza di richiamo lineare! Ma per piccoli angoli vale sempre che: sin E dunque, solo per piccoli scostamenti, possiamo scrivere: Fosc Fg sin m g sin m g k ; k mg Otteniamo infatti una legge di moto armonico per la variabile : g 2 L 0 sin t 0 sin t ; T 2 g L Carlo Pagani & Flavia Groppi 9 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 Gravitazione Newton per primo mise in relazione la forza che attira gli oggetti alla superficie terrestre con la forza che vincola i corpi celesti e formulò qualitativamente la legge di gravitazione universale: Ogni corpo dotato di massa esercita una forza attrattiva gravitazionale su ogni altro oggetto massivo, e a sua volta subisce la stessa attrazione La legge di gravitazione può essere espressa così: m1m2 F G 2 r m1 ed m2 sono le masse dei corpi, r è la distanza tra loro e G, la costante di gravitazione universale, ha valore pari a: G 6,67 10 11 N m 2 / kg 2 E’ proprio un classico esempio di azione e reazione secondo la III legge della dinamica Carlo Pagani & Flavia Groppi 10 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 Gravitazione - 2 La legge della gravitazione può essere espressa in forma vettoriale nel seguente modo: m1 m2 m1 m2 r G 2 r F G 2 r r r – L’elemento r̂ è detto versore, è un vettore di modulo unitario diretto lungo la congiungente le due particelle Una sfera di materiale uniforme da un punto di vista gravitazionale attira una particella posta al suo esterno come se tutta la massa fosse concentrata nel suo centro Se un corpo interagisce per gravitazione con n altri corpi, vale il principio di sovrapposizione: la forza risultante è data dalla somma dei singoli effetti n F1 F1i i 2 – Questo si applica anche ad un corpo esteso, usando gli integrali Carlo Pagani & Flavia Groppi 11 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 Le leggi di Keplero ed il moto dei pianeti Johannes Kepler, astronomo tedesco (1571-1601), arrivò a formulare tre leggi empiriche che governano i moti dei pianeti. In seguito Newton dimostrò come si possano tutte derivare dalla legge della gravitazione • 1° legge o legge delle orbite: Tutti i pianeti si muovono su orbite ellittiche, di cui il sole occupa uno dei due fuochi •2° legge o legge delle aree: Il segmento che collega un pianeta al sole descrive aree uguali in tempi uguali •3° legge o legge dei periodi: Il quadrato del periodo di un pianeta è proporzionale al cubo del semiasse maggiore della sua orbita Carlo Pagani & Flavia Groppi 12 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 3° legge di Keplero per i pianeti Orbita circolare ⇒ Moto Circolare Uniforme T r 2 Orbita ellittica T a 3 2 3 2 3 4 2 a T G M Sole E le cose si fanno molto più complicate Attraverso il II principio della dinamica e le leggi del moto circolare possiamo esprimere la terza legge di Keplero come: 2 3 4 2 r T G M Sole Carlo Pagani & Flavia Groppi 13 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 Il centro di massa - 1 Il centro di massa di un corpo o di un sistema di corpi è il punto che si muove come se vi fosse concentrata tutta la massa e vi agissero tutte le forze esterne Per un sistema costituito da n masse concentrate mi e dalla massa totale peri a M in uno spazio a tre dimensioni il centro di massa ha coordinate: xcdm 1 M n m x i 1 i i ; ycdm 1 M n m y i 1 i i ; zcdm 1 M n m z i 1 i i n M mi i 1 Le tre equazioni scalari possono essere sostituite da un’unica equazione vettoriale 1 n rcdm xcdm i ycdm j zcdm k mi ri M i 1 n n 1 n 1 n mi ri mi xi i mi yi j mi zi k M i 1 M i 1 i 1 i 1 Carlo Pagani & Flavia Groppi 14 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 Il centro di massa - 2 Le coordinate del centro di massa di un sistema di masse concentrate, dipendono dal sistema di riferimento (ma questo non è vero per la sua posizione rispetto alle masse stesse) m1= 1 kg ; m2= 3 kg d=4m x1= 0 ; x2= d = 4 m x1= 1.5 n M mi 1 kg 3 kg 4 kg n M mi 1 kg 3 kg 4 kg i 1 i 1 xcdm 1 M n 1 mi xi (1 0 3 4)[kg m] 3 m 4 kg i 1 m1= 1 kg ; 1 n rcdm m r ii M i 1 rcdm xcdm i ycdm Carlo Pagani & Flavia Groppi ; x2= x1 + d = 5.5 m xcdm 1 M n m x i 1 i i 1 (11.5 3 5.5)[kg m] 4.5 m 4 kg m2= 1.5 kg ; m3= 2 kg ; M = 4.5 kg ; a = 150 cm r1 0 i 0 j a 3 r1 i aj 2 2 150 m2 75 m3 130 m3 j 83.3 i 57.7 j cm j i M M 15 r2 a i 0 j Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 La quantità di moto Definiamo la quantità di moto o momento lineare di un corpo puntiforme il vettore: p mv m = massa del corpo v = velocità del corpo La formulazione originale del II principio della dinamica è data proprio in funzione della quantità di moto! Vale infatti l’equazione: dp F dt Che non è altro che un’enunciazione perfettamente equivalente della già vista: dp d dv F (m v ) m ma dt dt dt “La rapidità di variazione del momento di una particella è proporzionale alla forza netta che agisce sulla particella e ha la stessa direzione di quella forza” Carlo Pagani & Flavia Groppi 16 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 Conservazione della quantità di moto Nel caso di un sistema di più corpi dalla massa totale M definiamo la quantità di moto totale del sistema come: P M vcdm vcdm è le velocità del centro di massa del sistema Dalla definizione stessa di quantità di moto segue che, per un sistema di più particelle che: • sia isolato: la risultante di tutte le forze esterne è nulla • sia chiuso: nessuna particella entra o esce dal sistema vale che: Frisult . 0 dP 0 dt P = costante => Piniziale = Pfinale E’ il principio di conservazione della quantità di moto. Carlo Pagani & Flavia Groppi 17 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 Conservazione quantità di moto - 2 Esempio: Un’astronave che procede alla velocità di 2100 km/h espelle uno stadio esaurito di massa pari al 20% della massa totale e alla velocità relativa vr = 500 km/h. Determinare la velocità finale dell’astronave dopo l’espulsione. Il sistema è chiuso e vale la conservazione della quantità di moto => Pf = Pi Pi = M vi = Pf = M [0.8 vf + 0.2 (vf – vr)] => => vf = vi + 0.2 vr = (2100 + 100) = 2200 km/h Esempio: Un disco esplode al centro in tre pezzi che si muovono senza attrito su un piano. Determinare la velocità di un pezzo note le direzioni delle velocità, la suddivisione della massa e una delle velocità delle parti Dati: MA=0.5M MB=0.2M MC=0.3M vC = 5 m/s vB ? vA ? Il sistema è chiuso e vale la conservazione della quantità di moto => Pf = Pi = 0. Px = - MA vA + MC vC cos(80°) + MB vB cos(50°) = 0 Py = 0 + MC vC sin(80°) - MB vB sin(50°) = 0 => MB vB = MC vC sin(80°)/sin(50°) => vB = 1.5 vC sin(80°)/sin(50°) = vB = 9.94 m/s vA = MC vC cos(80°) + MB vB cos(50°) = 3 m/s Carlo Pagani & Flavia Groppi 18 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 Impulso La quantità di moto rappresenta un potente mezzo per la risoluzione di problemi legati alla collisione tra due o più corpi. Durante l’urto una forza rapidamente variabile F(t) agisce per un tempo breve, da t1 a t2, inducendo una variazione della quantità di moto p di un corpo. Possiamo scrivere: variazione di quantità di moto dp F t dt p2 t 2 dp F t dt p1 t1 t2 J F t dt definizione di impulso p p 2 p1 J teorema dell’impulso J p F t forza media che agisce nell’intervallo di tempo t t1 Carlo Pagani & Flavia Groppi 19 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 Esercizi Lezione 5 Esercizi da: John R. Gordon, Ralph V. McGrew, Raymond A. Serway, John W. Jewett Jr. Esercizi di Fisica. Guida ragionata alla soluzione (EdiSES). 3-3 : In un bar, un avventore lancia lungo il banco un boccale di birra vuoto perché sia riempito. IL barista non lo intercetta e il boccale cade alla distanza di 1.40 m dal banco. Sapendo che l’altezza del banco è h=0.860 calcolare: a) la velocità vettoriale del boccale al momento del distacco, b) la velocità vettoriale del bicchiere appena prima dell’impatto. [ vo=(3.34 i + 0 j) m/s ; vf =(3.34 i – 4.11 j) m/s ] 3-4 : Un calciatore calcia il pallone ad una distanza di 36.0 m dalla porta, la cui traversa è alta 3.05 m. Il pallone lascia il suolo con un angolo di 53.0° rispetto all’orizzontale e velocità di 20 m/s. Sulla base dei dati si determini: a) a che distanza il pallone passa sopra o sotto la traversa [ + 0.89 m, sopra ]; b) se il passaggio in prossimità della traversa avviene in fase ascendente o discendente [in fase discendente] . 3-12 : Uno sciatore lascia la rampa di salto con una velocità di 10.0 m/s a 15° al di sopra dell’orizzontale. Sapendo che dopo il salto la pista procede con inclinazione pari a -50° rispetto all’orizzontale e trascurando l’attrito dell’aria calcolare: a) la distanza alla quale atterra il saltatore sulla discesa [ vo=(9.66 i + 2.59 j) m/s ; df =43.2 m] , b) la velocità vettoriale al momento dell’impatto [ tf = 2.88 s ; vf =(9.66 i – 25.6 j) m/s ], 8-2 : Una palla d’acciaio di 3.00 kg colpisce un muro verticale d’acciaio con una velocità di 10.0 m/s che forma un angolo di 60° rispetto al piano del muro. Supponendo l’urto sia perfettamente elastico e che il tempo in cui la palla resta in contatto con la superficie sia di 0.200 s, determinare, in forma vettoriale, la forza media che la parete esercita sulla palla nel periodo in cui le fornisce l’impulso. [ F = -260 i N ] Carlo Pagani & Flavia Groppi 20 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 Esercizi Lezione 5 - continua 8-3 : Una lunga tavola di massa pari a 300 kg è ferma su una superficie ghiacciata sulla quale può muoversi senza attrito. Sopra la tavola una ragazza di 45 kg inizia a camminare con velocità costante pari a 1.5 m/s. Determinare la velocità relativa alla superficie del ghiaccio: a) della ragazza, b) della tavola. [ vr = 1.15 i m/s, vt = - 0.346 i m/s ] Un corpo di massa M = 1 kg viene lanciato all’inizio di un piano L= 6 m inclinato di lunghezza L = 6 m che forma un angolo = 30° con M = 1 kg il piano orizzontale. Sapendo che l’attrito dinamico d = 0.2 e = 30° che l’energia cinetica iniziale del corpo è Ek = 50 J, determinare: a) la velocità del corpo al momento in cui abbandona il piano inclinato [ 4.56 m/s ], b) il tempo trascorso da quando il corpo abbandona il piano inclinato al suo impatto col suolo [1.048 s ], c) la distanza dal piano inclinato a cui cade il corpo [ 4.14 m] . Un satellite artificiale terrestre percorre, a una quota di 105 m rispetto alla superficie terrestre, un’orbita circolare di periodo uguale a 94 minuti e 32 secondi. Sapendo che il raggio medio terrestre è 6.38·106 m, si determinino: il raggio dell’orbita del satellite [R=6.48·106 m], la sua velocità tangenziale [v=7.18·103 m/s], la sua velocità angolare [=1.11·10-3 rad/s], e l’accelerazione centripeta [ac=8.0 ms-2]. Un corpo di massa m =1000 g si trova alla base di un piano inclinato di 30° rispetto al piano orizzontale e lungo 30 m. Il corpo parte con velocità iniziale v0 = 20 m/s, diretta lungo il piano e verso l’alto. Se il piano è senza attrito, che velocità ha il corpo alla fine della sua corsa [vf =10.3 m/s] ? Se a tale estremità si trova una molla di costante elastica k=15000 N/m, di quanto si comprime tale molla [xm=8.4 cm] ? Ripetere l’esercizio supponendo che tra il piano e il corpo si eserciti una forza di attrito dinamico caratterizzata da un coefficiente d = 0.1 [v’f =7.4 m/s , x’m=6.1 cm] . Carlo Pagani & Flavia Groppi 21 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12 Università degli Studi di Milano Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corsi di Laurea in: Informatica ed Informatica per le Telecomunicazioni Anno accademico 2011/12, Laurea Triennale, Edizione diurna FISICA Lezione n. 6 (4 ore) Lavoro ed energia (cinetica e potenziale) Carlo Pagani (A-G) & Flavia Maria Groppi (H-Z) Dipartimento di Fisica – Laboratorio LASA Via F.lli Cervi 201, 20090 Segrate (Milano) web page: http://wwwsrf.mi.infn.it/Members/pagani e-mail: [email protected] & [email protected] L’energia La definizione di energia non è univoca ! Da un punto di vista squisitamente tecnico l’energia è una grandezza fisica scalare associata allo stato o condizione di uno o più corpi. A patto di definire in modo corretto: – Il valore da attribuire alla grandezza energia per un dato sistema – Le regole con cui essa si trasferisce la quantità di energia complessiva del sistema rimane sempre invariata: principio di conservazione dell’energia ! L’unità di misura SI dell’energia è il joule (J), dal nome del fisico inglese James P. Joule (1818-1889). Carlo Pagani & Flavia Groppi 2 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Energia cinetica L’energia associata allo stato di moto di un corpo è l’energia cinetica. Un corpo di massa m e velocità v (finché v è molto inferiore alla velocità della luce, ovvero v << c ) possiede un’energia cinetica pari a: K = ½ m v2 Dunque: 2 m [ J ] [ kg s 2 ] Alcuni esempi: piccione in volo: m 1,0 kg ; v 2.0 m / s ; K 2 kg m 2 s 2 2 J locomotiva: m 100 t 105 kg ; v 100 km / h 27,8 m / s ; K 3.9 107 kg m 2 s 2 3.9 107 J … protone di LHC: ≃ 1 10-6 J … ≃ 350 106 J !! fascio di protoni di LHC: Carlo Pagani & Flavia Groppi 3 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Lavoro L’energia trasferita ad un corpo da una forza oppure da un altro corpo tramite una forza è il lavoro L Il lavoro è in effetti un trasferimento di energia, dunque è una grandezza scalare e si misura anch’esso in joule (J) Intuitivamente il lavoro incarna il familiare concetto di “fatica”, ma attenzione: – il lavoro è proporzionale sia allo spostamento effettuato sia alla forza impiegata – Una forza che accresca l’energia del corpo effettua un lavoro positivo, una che lo riduca effettua un lavoro negativo – la componente della forza che “lavora” è quella che induce direttamente lo spostamento, cioè quella parallela alla spostamento – senza variazione di energia non vi è lavoro: sostenere un peso fermo non comporta lo svolgimento di lavoro ! Carlo Pagani & Flavia Groppi 4 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Definizione di lavoro Possiamo mettere in relazione le formule viste finora per un caso semplice: corpo in moto monodimensionale, senza attrito. F ma ; Fx max v 2 v 2 2a x d 0 (moto unif . acc.) 1 2 1 2 mv mv 0 Fx d 2 2 L Fx d Quindi con un espressione di valore generale, nel caso di forza costante applicata ad una massa puntiforme: L F d F d cos Ovvero il lavoro è il prodotto scalare dei vettori forza e spostamento Dunque il lavoro è positivo se la forza ha una componente nella direzione dello spostamento (lavoro motore), ed è negativo se la forza ha una componente opposta allo spostamento (lavoro resistente) 2 v v0 v 2 v02 1 2 v0 v v0 1 v v0 * v v0 at t d x x0 v0t at a Carlo Pagani & Flavia Groppi 2 a 5 2 a 2a Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 * Teorema dell’energia cinetica L’equazione appena ricavata contiene un risultato dal valore ancor più generale, e noto come il teorema dell’energia cinetica: 1 1 2 m v 2 m v0 K K 0 Fx d L 2 2 K K K 0 L Ovvero: Variazione di energia cinetica di una particella = Lavoro totale svolto sulla particella 1 dK m d ( v 2 ) m v dv m ( v dt )(dv / dt ) m a dx F dx dL 2 • • Il teorema è valido per un corpo puntiforme (appunto, particella), oppure per un corpo esteso ma rigido. Il lavoro totale è la somma algebrica dei lavori svolti singolarmente da ciascuna forza. Carlo Pagani & Flavia Groppi 6 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Lavoro nel caso generale Nel caso più generale in cui ad una particella è applicata una forza non costante, dunque variabile in modulo o direzione, Il lavoro è espresso da un integrale di linea. • Caso monodimensionale: L j F j x ; F j valore medio di F nel j esimo x xf L lim( x0) F j x F ( x) dx xi • Caso bidimensionale: – I vettori forza e spostamento variano entrambi lungo una traiettoria l l L Carlo Pagani & Flavia Groppi F ds B A l ( A ,B ) 7 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Lavoro delle forze gravitazionale ed elastica Lavoro Lg della forza gravitazionale: Fg mg Lg mg (h2 h1 ) cos( ) mgd cos( ) Lg mgd cos(180) mgd Lg mgd cos(0) mgd - in salita - in discesa x Lavoro Le della forza elastica: – Conosciamo l’espressione della forza di richiamo elastica, la legge di Hooke, quindi applichiamo quanto appena visto: xf xf 1 Le F dx (kx) dx k x 2 2 xi xi Le 1 2 1 2 k xi k x f 2 2 Carlo Pagani & Flavia Groppi xf xi 1 k x 2f xi2 2 K m 8 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Potenza La potenza è legata alla rapidità con cui viene sviluppata una certa quantità di lavoro. L t Potenza media: P Potenza istantanea: dL P F v dt L’unità SI della potenza è il watt (W): W J s Attenzione, in questo ambito sono citate spesso anche altre grandezze: • cavallo-vapore (CV): 1 CV = 735.5 W • wattora (Wh): 1 Wh = (1 W) (3600 s) = 3.6 103 J Il wattora è una misura di energia! Carlo Pagani & Flavia Groppi 9 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 L’energia potenziale Abbiamo già visto come associare un valore di energia, l’energia cinetica, allo stato di moto di un corpo. Il suo valore dipende dalla velocità. Un corpo può però possedere anche altri stati, relativi ad altre forze in gioco e dipendenti da altre grandezze fisiche: – Pensiamo alla forza gravitazionale: l’energia associata allo stato di separazione di due corpi legati da tale forza è detta energia potenziale gravitazionale Ug. • Il suo valore dipende dalla distanza tra i due corpi – Consideriamo ora la forza elastica: l’energia associata allo stato di separazione di due corpi legati da tale forza è detta energia potenziale elastica Ue. • Il suo valore dipende dalla estensione dell’elemento elastico rispetto al suo punto neutro Carlo Pagani & Flavia Groppi 10 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Energia potenziale e forze conservative Dunque: • per le forze elastica e gravitazionale è possibile associare ad ogni punto dello spazio una funzione scalare detta energia potenziale. • l’energia potenziale di un corpo in un punto P è definita come l’opposto del lavoro necessario alla forza in esame per portare il corpo stesso da un punto di riferimento a cui si associa energia potenziale nulla, fino al punto P. U L • Le forze elastica e gravitazionale appartengono ad una categoria di forze dette conservative. hP hrif P rif Se il lavoro compiuto da una forza su un corpo da un punto A ad un punto B è indipendente dalla traiettoria percorsa e dipendente esclusivamente dai punti A e B, la forza è conservativa. Carlo Pagani & Flavia Groppi 11 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Forze conservative, e non La prima conseguenza della stessa definizione di forza conservativa è relativa al comportamento del lavoro svolto lungo un percorso chiuso: – Il lavoro complessivo netto svolto da una forza conservativa su una particella che si muove lungo un percorso chiuso è zero. Lab ,1 Lab , 2 ; Lab ,1 Lba ,1 ; Laba 0 La forza peso, la forza gravitazionale, la forza elastica e la forza elettrostatica sono tutte forze conservative. Se nel sistema agiscono solo forze conservative, i problemi relativi al movimento dei corpi sono molto semplificati. Forze come quelle d’attrito, di resistenza del mezzo e forza magnetostatica sono non conservative. Carlo Pagani & Flavia Groppi 12 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Espressioni dell’energia potenziale Ora siamo in possesso della relazione necessaria a determinare l’espressione dell’energia potenziale per le forze note: xf L U F ( x)dx xi • Energia potenziale gravitazionale: yf U mg dy mg y 2 yf yi mg y E’ sempre possibile (e necessario) fissare una configurazione di riferimento per il calcolo del potenziale: ad essa poniamo Ui = 0 ed yi = 0 o xi = 0 yi U y mgy • Energia potenziale elastica: xf U ( kx ) dx 1 k x 2 2 xi xf xi (asse y diretto verso l’alto) 1 k x 2f 1 k xi2 2 2 U x 1 kx 2 2 Carlo Pagani & Flavia Groppi 13 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Conservazione dell’energia L’energia meccanica di un sistema è data dalla somma dell’energia potenziale U e dell’energia cinetica K di tutti i corpi che lo compongono: Emecc K U Ora, se è verificato che: – Il sistema si può assumere come isolato, cioè non viene considerata alcuna forza esterna al sistema – Nel sistema agiscono solo forza conservative vale il principio di conservazione dell’energia meccanica: Mentre l’energia cinetica e potenziale, singolarmente, possono variare la loro somma rimane invariata! dK F dx dL dU dK dU dE 0 Dati due istanti qualsiasi del moto nel sistema in esame, 1 e 2, vale che: Emecc,1 K1 U1 Emecc, 2 K 2 U 2 Carlo Pagani & Flavia Groppi 14 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Conservazione dell’energia - 2 Esempio 1: il moto di un pendolo • “travaso” ciclico dell’energia potenziale U in energia cinetica K! Esempio 2: la caduta libera • Trasformazione dell’iniziale energia potenziale in energia cinetica! Carlo Pagani & Flavia Groppi 15 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Conservazione dell’energia - 3 Abbiamo anticipato che in sistemi conservativi lo studio del moto dei corpi risulta notevolmente semplificato … valutiamo questo esempio: Conoscendo v0, y0 e y, come determinare la velocità v ? Agisce solo la forza di gravità e non vi è attrito. Applicando “ciecamente” il 2° principio della dinamica dovremmo conoscere l’espressione esatta della curvatura della pista !! La conservazione dell’energia ci offre una semplice via d’uscita: Emecc 1 mv 2 mgy Emecc, 0 1 mv02 mgy0 2 2 v v ( y ) v02 2 g y0 y Carlo Pagani & Flavia Groppi 16 Neppure la massa del corpo è necessaria alla soluzione! Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Esercizio: conservazione dell’energia I dati del problema sono: PTarzan 688 N ; L 18m ; h 3.2m ; Tmax 950 N Se la liana ha una tensione di rottura Tmax = 950 N, arriverà Tarzan da Jane o la liana si romperà ? Valutiamo Il bilancio delle forze ponendoci nel sistema di riferimento non inerziale solidale con Tarzan: L T L’equilibrio sulla liana: PT sin Fc PT mT v 2 T PT cos L Tarzan v è sempre tangente all’arco percorso h (= perpendicolare alla liana). Per la conservazione dell’energia meccanica, assumendo U=0 nel punto più basso: E0 U 0 PT h E1 Carlo Pagani & Flavia Groppi 1 mT v 2 Quindi: 2 Tmax PT 17 2h PT 932 N 950 N L Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Curve di potenziale Lo studio del grafico della funzione energia potenziale è particolarmente significativo. Assumiamo un caso unidimensionale, vale che: U ( x) L F ( x)x dU ( x) F ( x) (in forma differenziale) dx La forza associata ad una funzione di energia potenziale è data graficamente dall’inverso della pendenza della funzione stessa ! In particolare: • la condizione di energia cinetica nulla identifica il punto di inversione del moto • un minimo nella curva di potenziale (derivata prima nulla) identifica un possibile punto di equilibrio del moto Carlo Pagani & Flavia Groppi 18 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Curve di potenziale - 2 Potenziale gravitazionale: nessun possibile punto di equilibrio 6 0 5 0 Forza Peso m = 1 kg g = 9.8 m/s2 Energia Potenziale 4 0 3 0 2 0 U ( h ) mgh 1 0 0 -1 0 -2 0 -3 0 -4 -2 0 2 4 6 A lt e z z a Potenziale elastico: esiste una condizione di equilibrio 50 Forza Elastica K = 3.5 N/m 45 Energia Potenziale 40 35 U (x) 30 1 k x2 2 25 20 15 10 5 0 -5 -4 -2 0 2 4 6 A llu n g a m e n t o Carlo Pagani & Flavia Groppi 19 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Energia potenziale gravitazionale La forza gravitazionale è conservativa, dunque ammette un potenziale. Per il calcolo dell’energia potenziale gravitazionale: – Diversamente dal caso della forza peso, scelgo che la configurazione di riferimento caratterizzata da potenziale nullo U=0 sia quella in cui i due corpi siano separati da una distanza infinita. – Calcolo il potenziale di un corpo di massa m a distanza R dalla terra (massa M) assumendo che il corpo raggiunga tale punto (punto P) muovendosi dall’infinito sempre in direzione radiale (posso scegliere qualsiasi traiettoria!) – Faccio uso della definizione stessa di energia potenziale: U U finale U iniziale R R U P U L F r dr F r dr cos R GM m 1 G M m U P U G M m 2 dr 0 r R r R U P U ( R) = 180°) U GM m R – E quindi per la funzione potenziale: Carlo Pagani & Flavia Groppi GM m U r r 20 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Indipendenza del cammino Essendo il Lavoro dato dal prodotto scalare, L F (r ) dr 0 Il risultato è indipendente dal cammino di integrazione Nei tratti del tipo B-C , D-E e F-G la forza è perpendicolare allo spostamento e il prodotto scalare è nullo. Nota: siccome il campo gravitazionale è conservativo, esso è descritto da un campo scalare, Potenziale. U = U(r). La forza gravitazionale si ottiene dal Potenziale attraverso la relazione: dU (r ) d GM m GM m F (r ) r r r dr dr r r2 Carlo Pagani & Flavia Groppi 21 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Velocità di Fuga La velocità di fuga è la velocità minima che deve avere un corpo per sfuggire al campo gravitazionale di un oggetto di massa molto più grande: è il caso tipico di un missile che deve sfuggire al campo gravitazionale terrestre per poter esplorare altri pianeti. Poiché l’energia potenziale del campo gravitazionale è data da: GM m R Per poter sfuggire il missile deve avere un’energia cinetica minima uguale all’energia potenziale che lo trattiene quando è sulla superficie del pianeta. Quindi, detta M la massa del pianeta e R il suo raggio, si ha: U (r ) Etotale K U v fuga Carlo Pagani & Flavia Groppi GM m 1 2 mv fuga 0 R 2 2G M R 22 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Energia del moto armonico Applicando le espressioni dell’energia cinetica e dell’energia potenziale elastica all’oscillatore armonico si ottiene: – L’ energia potenziale: U t 1 2 1 2 k x k xm cos 2 t 2 2 – L’energia cinetica: 1 1 2 K t m v m 2 xm2 sin 2 t 2 2 1 2 k xm sin 2 t 2 poiché m 2 k – L’energia meccanica è dunque costante: E t U t K t basta ricordare che : Carlo Pagani & Flavia Groppi 1 2 1 1 k xm m vm2 m 2 xm2 2 2 2 cos 2 (t ) sin 2 (t ) 1 23 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Esescizi Lezione 6 Esercizi da: John R. Gordon, Ralph V. McGrew, Raymond A. Serway, John W. Jewett Jr. Esercizi di Fisica. Guida ragionata alla soluzione (EdiSES). 6-3: Una forza F = (6 i - 2 j) N agisce su una particella che compie uno spostamento r = (3 i + j) m. Trovare: a) il lavoro svolto dalla forza sulla particella, b) l’angolo tra F e r. [ a) 16 J, b) = 36.9° = 0.644 rad ] 6-6: Una cassa di 40.0 kg inizialmente ferma viene spinta per 5.00 m lungo un pavimento orizzontale scabro con una forza costante orizzontale di 130 N. Se il coefficiente di attrito dinamico tra cassa e pavimento è d=0.300, determinare: a) il lavoro compiuto dalla forza applicata, b) l’energia dissipata per attrito. c) il lavoro compiuto dalla forza normale, d) il lavoro compiuto dalla gravità, e) la variazione dell’energia cinetica della cassa e f) la velocità finale della cassa. [ a) 650 J, b) 588 J, c) 0, d) 0, e) 62 J, f) 1.76 m/s ] 7-1 (modificato): Una sferetta di massa M = 10.0 g scivola senza attrito lungo la guida mostrata in figura. Se la sferetta viene lasciata andare da un’altezza h = 50 cm, si determini la sua velocità nella posizione A. [ vA = 3.13 m/s ] h 7-6: Un blocco di 5.00 kg viene fatto salire lungo un piano inclinato (vedi figura) con una velocità iniziale vi = 8.00 m/s. Il blocco si ferma dopo aver percorso 3.00 m lungo il piano. Determinare: a) la variazione di K, b) la variazione di U, c) la forza di attrito, considerata costante, d) il coefficiente di attrito dinamico d. [ a) K = - 160 J, b) U = 73.5 J, c) Fd = 28.8 N, d) d = 0.679 ] Carlo Pagani & Flavia Groppi 24 A 3m vi 30.0 ° Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12 Esescizi Lezione 6 - continua 7-10: Un blocco di 10 kg è lasciato libero nel punto A della pista mostrata in figura. La pista è priva di attrito, fatta eccezione per il tratto orizzontale BC lungo 6 m. Il blocco scende lungo la guida e colpisce una molla di costante elastica k = 2250 N/m, determinandone una compressione di 0.300 m rispetto alla lunghezza iniziale di riposo. Sulla base dei dadi determinale il coefficiente di attrito dinamico d presente nel tratto BC. [ d = 0.328 ] h= 3m A x=0.300 m B Carlo Pagani & Flavia Groppi BC = 3 m 25 C Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12