ORDINE: RICHIEDI IL NUOVO TESSERINO Pravastatina contro

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Anno III – Numero 410
ORDINE
1. richiedi il nuovo
tesserino
Notizie in Rilievo

Scienza e Salute
2. La menopausa precoce
aumenta il rischio di
insufficienza cardiaca
3. Bere sangue come i
vampiri, l'ultima moda
degli adolescenti:
l'allarme di pediatri e
psicologi


Prevenzione e
Salute
4. Tubercolosi, ecco che
cosa si può fare per
eliminarla
5. Troppo arroganti per
dormire. E si rischia di
lasciarci le penne

Alimenti e Salute
6. Tiroide, aumentano le
patologie. Basta un
pizzico di sale iodato
per la prevenzione

Farmaci e Salute
7. Pravastatina contro
malattia renale letale
Giovedì 15 Maggio 2014, S. Torquato, Achille, Germana
Proverbio di oggi……..
E' cchiù facile ncappà nu terno o lotto, ca ncappà na bona mugliera
ORDINE: RICHIEDI IL NUOVO TESSERINO
Tesserino personalizzato
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per
tutti gli i scritti
Buttarsi a maresu
vestito
= Ridursi alla
miseria
all’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli.
Come Richiedere il Tesserino: lo puoi fare attraverso il sito web
Istituzionale dell’Ordine (www.ordinefarmacistinapoli.it) tramite la
compilazione del modulo di richiesta on-line cliccando sull’immagine del nuovo
tesserino ed autenticarsi con le credenziali (Password, Username) utilizzate per
l’accesso all’area riservata Iscritti e seguire le istruzioni a video.
Il nuovo tesserino è collegato al progetto di
trasformazione e modernizzazione dei
servizi che l’Ordine sta realizzando grazie ai
nuovi processi indotti dall’innovazione
tecnologica. Si sta cercando di garantire
una serie di servizi e funzionalità efficienti
al fine di consentire la completa gestione
digitale di tutti i dati e di tutte le informazioni afferenti ad ogni singolo iscritto.
Pravastatina contro malattia renale letale
Un gruppo di scienziati ha mostrato che la pravastatina, un
medicinale ampiamente usato per il trattamento del colesterolo
alto, ha anche l'effetto di rallentare la crescita di cisti renali nei
bambini e nei giovani adulti che soffrono di malattia policistica
renale autosomica dominante (ADPKD).
Si tratta di una patologia renale letale ereditaria che compisce circa 1 persona
ogni mille. E' caratterizzata da un progressivo allargamento dei reni a causa
della crescita di cisti, che alla fine distruggono la funzionalita' di questi organi.
STUDIO: Ogni partecipante ha ricevuto un trattamento con pravastatina
oppure un placebo. La pravastatina ha rallentato la crescita delle cisti e gli
scienziati hanno sottolineato che questo farmaco, se somministrato durante
l'infanzia, potrebbe avere un grande effetto a lungo termine sul progresso
della patologia renale. (Agi)
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 410
PREVENZIONE E SALUTE
TUBERCOLOSI, ECCO CHE COSA
SI PUÒ FARE PER ELIMINARLA
Programmi di controllo, diagnosi e terapie migliori
hanno ridotto l’avanzata della malattia, ma si può fare
ancora molto per limitarne l’impatto
La paura arriva di tanto in tanto anche nelle nostre città: una nuova ondata di immigrazione e subito
c’è chi comincia a temere contagi e malattie portate da chi arriva da Paesi poveri e condizioni di
terribile indigenza. La tubercolosi è uno degli spauracchi che più preoccupano: pareva un brutto
ricordo del passato, invece colpisce ancora e nel nostro Paese gli ultimi dati del Ministero della Salute
parlano di oltre quattromila casi nel 2008. Così sembra indispensabile mettere in atto nuove strategie
di lotta alla malattia, di cui si è discusso su Lancet in un articolo firmato da Giovanni Battista Migliori,
resp. del Centro Collaborativo dell’OMS per il controllo della tubercolosi e le malattie respiratorie.
Casi soprattutto tra immigrati. «Innanzitutto, la tubercolosi è potenzialmente prevenibile e
curabile: sono stati fondamentali gli sforzi messi in campo in questi anni a livello mondiale per offrire
terapie più efficaci, migliori diagnosi e soprattutto per attivare con regolarità programmi mirati di
controllo della malattia - osserva Migliori -.
Gli obiettivi della World Health Assembly del 1991 sottolineavano l’importanza di riuscire ad
identificare il 70% dei pazienti contagiosi e curarne almeno l’85% per arrivare a una riduzione
significativa dell’epidemia. Ebbene, dopo 23 anni il problema che dobbiamo affrontare non è tanto
legato alla capacità di cura dei pazienti noti, bensì a individuare i nuovi casi e le infezioni latenti, azione
che richiede un’effettiva sorveglianza per misurare la reale situazione epidemiologica in un
determinato Paese». Riconoscere chi è malato presto e bene resta perciò una priorità. In Italia la
tubercolosi ha cominciato a essere sempre meno diffusa dalla metà del ‘900 in poi, quindi negli ultimi
25 anni la frequenza è diventata sostanzialmente stabile; oggi è una malattia di fatto poco comune, e
i “focolai” si concentrano in gruppi a rischio come gli stranieri o gli anziani, dove la malattia è
conseguenza della “riattivazione” di un’infezione latente contratta in passato. Purtroppo però stanno
emergendo ceppi di tubercolosi multi-resistenti, che non si riescono a curare con i farmaci standard
come isoniazide e rifampicina, o addirittura “estensivamente resistenti”, non aggrediti dalle principali
categorie di medicinali disponibili.
Il buon esempio della Cina: «I casi di tubercolosi estensivamente resistente sono una percentuale
minima rispetto al totale, ma assorbono molte risorse. In Sudafrica per es. sono il 3%, ma drenano il 35
% del budget per la lotta alla tubercolosi. Così, nonostante molto sia già stato fatto, serve mettere in
atto tutte le strategie globali possibili per ridurre la prevalenza della malattia: in Cina, un Paese chiave
nella pandemia di tubercolosi (nel 2012 si sono registrati 900mila casi su un miliardo e 400 milioni di
abitanti, ndr), si è riusciti a intervenire positivamente e il numero di casi si è ridotto progressivamente,
dal 1990 a oggi. Significa che piani di controllo efficaci sono possibili e anche applicabili su larga scala».
Nel 2015 dovranno essere stabiliti i nuovi obiettivi della World Health Assembly: la previsione è
arrivare in tempi relativamente brevi all’eliminazione della tubercolosi, ovvero a meno di un caso per
milione di abitanti (oggi in Italia si registrano meno di 100 casi ogni milione). L’esperienza in Cina fa
ben sperare: «Quei dati ci dicono che è possibile raggiungere risultati e fare progressi con gli strumenti
a disposizione già oggi. Certo, resta ancora molto da migliorare: abbiamo bisogno di nuove modalità di
diagnosi, per esempio test molecolari rapidi per individuare le resistenze o la sensibilità ai farmaci; di
nuovi medicinali per le forme più resistenti; di protocolli sistematici per la diagnosi e il trattamento dei
pazienti noti o con infezione latente. Soprattutto, dobbiamo migliorare l’accesso alle cure della
popolazione a rischio». (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 410
SCIENZA E SALUTE
LA MENOPAUSA PRECOCE AUMENTA IL RISCHIO DI
INSUFFICIENZA CARDIACA
Le donne che vanno in menopausa tra i 40 e i 45 anni hanno un tasso più elevato di
scompenso cardiaco, specie se fumatrici o ex fumatrici. Lo studio
Un nuovo studio pubblicato su Menopause, le donne che vanno in menopausa precoce – tra i 40 e i 45
anni – hanno un tasso più elevato di casi di scompenso
cardiaco, o insufficienza cardiaca. Se poi la donna, in
passato o allo stato attuale fuma, il tasso d’incidenza sale
ancora di più.
Già precedenti ricerche avevano indicato una relazione tra
la menopausa precoce e le malattie cardiache come, per
es., l’aterosclerosi. Oggi, però, un nuovo studio a cura del
Karolinska Institutet di Stoccolma, in Svezia, è il primo a
dimostrare un legame tra la menopausa precoce e
l’insufficienza cardiaca.
Lo scompenso cardiaco, o insufficienza cardiaca, è l’incapacità del cuore di pompare sangue a
sufficienza per soddisfare le esigenze del corpo.
Ed è un problema che si può rivelare mortale.
STUDIO: condotto su larga scala con il coinvolgimento di oltre 22mila donne in post-menopausa, ha
esaminato gli effetti a lungo termine della menopausa precoce”.
RISULTATI: L’analisi dei dati ha permesso di rilevare che le donne che andavano naturalmente in
menopausa precoce avevano un tasso di scompenso cardiaco del 40% superiore.
Questo, rispetto alle donne che sono andate in menopausa in un’età compresa tra i 50 e i 54 –
tenendo conto che la media è di 51 anni.
Per ogni aumento di un anno di età alla menopausa, la frequenza di insufficienza cardiaca si riduceva
del 2%.
A incidere sul rischio di menopausa precoce pare ci sia il vizio del fumo: le ricerche hanno infatti
evidenziato come chi fuma arrivi in media alla menopausa un anno prima rispetto ai non-fumatori.
Tuttavia, questo fatto non spiega il collegamento con l’insufficienza cardiaca.
I ricercatori hanno infatti scoperto che anche le donne che non fumavano più, ma che avevano fumato
in passato, erano anch’esse soggette a un aumento della frequenza di insufficienza cardiaca con la
menopausa precoce.
In più, le donne che fumavano, anche se avevano smesso prima, avevano un più alto rischio di
insufficienza cardiaca quando andassero in menopausa tra i 46 e i 49 anni.
«La menopausa, precoce o tardiva, è sempre un buon momento per prendere maggiori misure per
ridurre il rischio di malattie cardiache attraverso l’esercizio, una dieta sana, la perdita di peso e lo
smettere di fumare – spiega il direttore esecutivo NAMS, dott.ssa Margery Gass –
Questo stimolante studio dovrebbe incoraggiare ulteriori ricerche per scoprire come la menopausa
precoce e l’insufficienza cardiaca siano collegate». (Salute, La Stampa)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 410
SCIENZA E SALUTE
TROPPO ARROGANTI PER DORMIRE
E SI RISCHIA DI LASCIARCI LE PENNE
La mancanza di riposo porta a cancro e diabete di tipo
2. Ma c'è una soluzione: le dritte degli esperti per
tornare umili e cedere al sonno
Altezzosi, boriosi e presuntuosi, uomini e donne degli Anni Duemila pensano di poter fare a meno del
sonno. Così molti si spingono troppo oltre e ignorano i rischi per la salute della carenza del riposo.
Riluttanti al necessario stand-by, si espongono a cancro, patologie cardiache, diabete di tipo 2 e
obesità. L'allarme è lanciato dagli scienziati delle università di Oxford, Cambridge, Harvard,
Manchester e Surrey.
"Siamo la specie più arrogante" - Gli esperti hanno scoperto che, in media, le persone dormono due
ore in meno rispetto a sessant'anni fa. La vita moderna, per gli scienziati, sarebbe nemica del naturale
bioritmo. "Siamo la specie più arrogante, sentiamo di poter abbandonare gli anni di evoluzione e
ignorare il ciclo luce – buio". Tutti seguiamo il ritmo circadiano che sincronizza le 24 ore con la
rotazione della Terra ma l'esposizione alla luce nelle ore serali posticipa il rilascio della melatonina,
l'ormone del sonno, e rende difficile svegliarsi al mattino.
Le sette regole per un sonno perfetto - Per chi è disposto a fare un bagno di umiltà e accettare
quel fastidioso gravame del sonno, gli esperti hanno preparato delle istruzioni per reimparare a cadere
tra le braccia di Morfeo.
1. Mantieni al buio la stanza da letto
2. Sdraiati dritto sulla schiena
3. Mantieni la temperatura della camera tra i 16 e i 18 gradi
4. Finisci di mangiare due ore prima del sonno
5. Fai attività fisica
6. Pulisci la casa, polvere e muffe disturbano il sonno
7. Crea un rituale prima della nanna (Salute, Tgcom24)
Bere sangue come i vampiri, l'ultima moda degli
adolescenti: l'allarme di pediatri e psicologi
Maniaci del “selfie”, ovvero dell'autoscatto, e del vampirismo, fino ad arrivare a
bere sangue umano.
Sono le nuove mode che stanno dilagando tra gli adolescenti e che preoccupano pediatri e psicologi.
La “selfite”, oltre che una moda, è una vera e propria «patologia legata al mancato riconoscimento
del proprio corpo - ed è stata addirittura inserita nel dizionario di Oxford». «Riguarda adolescenti alla
ricerca della loro identità, impegnati a farsi scatti fotografici fino a dieci ore al giorno per trovare la
foto più appetibile. Sono ragazzi che non riescono ad essere quello che vogliono».
Altra moda del momento seguita dagli adolescenti è quella di bere il sangue umano.
«Una tendenza forse legata a tutte le recenti saghe sui vampiri - Non si tratta solo di un adulto
squilibrato che crea un setta per indurre i suoi membri a bere sangue come rito di iniziazione. C'è
proprio un'emulazione dei vampiri ed esiste addirittura una categoria di giovani donatori e una di
giovani bevitori. Il tutto avviene in segreto, con i conseguenti rischi che derivano dal bere sangue».
Se, dunque, da un lato «sono sempre di più le diagnosi fatte ai bambini e agli adolescenti tacciati come
malati da curare dall'altro lato - è che in molti casi i ragazzi sono soggetti deviati dalle mode».
(Salute, Il mattino)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 410
PREVENZIONE E SALUTE
TIROIDE, AUMENTANO LE PATOLOGIE. BASTA UN
PIZZICO DI SALE IODATO PER LA PREVENZIONE
Crescono le malattie del piccolo organo endocrino, soprattutto nelle donne. Da
lunedì la settimana mondiale. Molto si può fare con il normale cloruro di sodio ma
arricchito. Ecco i consigli
QUASI un terzo della popolazione italiana potrebbe avere un disturbo alla tiroide.
Se si controllassero con attenzione i valori degli ormoni tiroidei nel sangue o la
struttura dell’organo con un’ecografia, quasi certamente si troverebbe
un’alterazione di funzione o di volume di questa ghiandola in tanti italiani esposti
endemicamente, come sappiamo, ad una carenza cronica di iodio.
E senza iodio nel sangue, la tiroide non fa ormoni tiroidei (tiroxina e triiodotiroxina), né li
immagazzina e li rilascia quando servono.
Il deficit o l’eccesso di ormoni tiroidei provocano ipofunzionalità tiroidea con conseguente
ipotiroidismo, molto frequente, a volte sub-clinica che colpisce quasi il 10% della popolazione in
maggioranza donne, oppure una iperfunzionalità con ipertiroidismo, più rara (1%) ma non meno
problematico. I noduli, frequenti nel sesso femminile e in aumento, a loro volta sono ipo o
iperfunzionanti, raramente maligni (1%).
Ad oggi l’unico mezzo per prevenire questi disturbi è attuare la profilassi iodica che si fa introducendo
iodio con l’alimentazione. «Più che respirato lo iodio, microelemento volatile, va mangiato — dice
Francesco Trimarchi della Società italiana di Endocrinologia (Sie) — bastano 150 microgrammi di iodio
al giorno cosa possibile solo se si utilizza il sale da cucina fortificato con iodio, o sale iodato, in vendita
nei supermercati e nei negozi di alimentari. Naturalmente la raccomandazione è quella di usare poco
sale, non più di 5 grammi, ma iodato».
Il quantitativo di iodio va raddoppiato in gravidanza in quanto il feto per i primi 3 mesi utilizza
l’ormone materno e dopo, quando si forma la tiroide, ne ha bisogno per un corretto sviluppo del
sistema nervoso.
La tiroide pesa meno di 20 g. ma è considerata la “centrale del benessere” perché con i suoi ormoni
governa e influenza tutti gli organi e i tessuti del corpo, inclusi cuore e cervello.
Non a caso la Settimana mondiale della tiroide 2014, 19-25 maggio, s’intitola «Tiroide problema
sociale: dal corpo alla mente».
Quando la tiroide va in confusione persino il modo di scrivere si altera, lo conferma una ricerca
pubblicata sulla rivista Thyroid che hanno esaminato soggetti con morbo di Basedow, una forma di
ipertiroidismo in cui vengono prodotti autoanticorpi diretti contro la propria tiroide, più frequente nel
sesso femminile che d’altra parte è il bersaglio delle affezioni tiroidee che nella donna in età fertile e in
postmenopausa si manifestano con una frequenza da 4 a 8 volte maggiore rispetto ai maschi.
«I motivi di tale disparità che si ripercuote anche sulla fertilità, si spiegano in parte con la genetica e
con la predisposizione femminile per le malattie autoimmuni, in parte con gli estrogeni che aumentano
l’eliminazione di iodio con le urine — il punto è la diagnosi che va fatta prima possibile e la cura,
personalizzata al massimo».
Il 40% delle persone con problemi tiroidei risulta trattato poco o troppo. Il successo terapeutico
dipende molto da come il farmaco (Levotiroxina) viene assorbito e assimilato. Un aiuto arriva dalle
nuove formulazioni disponibili sia in forma liquida orale che in capsule molli, queste ultime in 12
diversi dosaggi (da 30 a 200 microgrammi) che presentano minori interazioni con gli alimenti e il caffè,
ma soprattutto possono soddisfare qualunque dosaggio ormonale richiesto. (Salute, Repubblica)
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