Menopausa: malattia o periodo naturale della vita della Donna ? Cosa fare. Stefano Lello Specialista in Ginecologia ed Ostetricia Consulente Scientifico presso Istituto Dermopatico dell’Immacolata-IRCCS, Roma La Menopausa, rappresentata dall’ultima mestruazione nella vita della donna, si presenta ad una età media di circa 51 anni. L’età della menopausa è determinata, fondamentalmente, dal numero di follicoli che ogni soggetto femminile possiede alla nascita, anche se altri fattori (fumo, stile di vita, terapie farmacologiche) possono influenzare il momento del verificarsi di tale evento. La postmenopausa, quindi il periodo che segue la menopausa, è certamente un evento da ritenersi non patologico di per sé, anche se può associarsi a varie patologie. Infatti, in tale periodo della vita della donna, in seguito all’instaurarsi della carenza estrogenica, esiste un aumento del rischio di sviluppare una serie di sintomi e condizioni, con esordio a breve-medio termine dal punto di vista cronologico, che possono alterare la qualità della vita (es., vampate, sudorazioni, disturbi del sonno, disturbi del tono dell’umore, secchezza vaginale, disturbi della sfera sessuale) o porre la basi per un aumento del rischio di invalidità e/o di mortalità (es., osteoporosi, malattie cardiovascolari). Chiaramente, la terapia patogenetica per tali condizioni, determinate dalla carenza di estrogeno, è rappresentata dalla somministrazione di molecole che siano in grado di ripristinare un adeguato stimolo in senso estrogenico sui tessuti sensibili all’azione di tale ormone. In tal senso, la terapia ormonale sostitutiva (TOS) è senza dubbio la terapia più efficace per contrastare adeguatamente i sintomi (come vampate e sudorazioni), prevenendo nel contempo alcune condizioni prima ricordate (es., secchezza vaginale, osteoporosi e fratture correlate). La TOS si può utilizzare a dosi standard, ma, attualmente, il trattamento di scelta si basa sui bassi dosaggi (0.5-1 mg di estradiolo o 0.3 mg di estrogeni coniugati al giorno). Da ricordare come nelle donne con utero sia necessario aggiungere alla componente estrogenica anche una componente progestinica, per evitare il rischio di iperplasia/carcinoma endometriale. L’affascinante universo dei progestinici offre ampia scelta, con derivati di varie molecole che presentano caratteristiche farmacologiche, oltre alla ovvia azione progestinica, che permettono una scelta nell’ambito della terapia; esistono, infatti, ad esempio, progestinici con azione più o meno potente sul tessuto endometriale o con attività di tipo anti-mineralcorticoide, per cui si può scegliere una data molecola sulla base delle caratteristiche della singola Donna. Un prodotto interessante, per la sua peculiare farmacologia clinica, resta, indubbiamente, il tibolone. Come è noto, il tibolone (dosaggio: 2.5 mg/die), una volta assunto per via orale, viene trasformato in tre metaboliti: due idrossilati (3alfa-idrossi-tibolone e 3beta-idrossi-tibolone), con attività di tipo debolmente estrogenico, ed un delta4-isomero che presenta azioni di tipo progestinico (con protezione sull’endometrio) ed androgenico (con benefiche ripercussioni sul senso di energia e di benessere psico-sessuale). Nel caso in cui non si utilizzi una TOS nelle donne sintomatiche in menopausa, è necessario ricorrere a terapie non ormonali, ciascuna per ogni problema potenzialmente presente; per es., terapie antiosteoporotiche (come gli efficaci bisfosfonati, primi tra tutti alendronato e risedronato; i modulatori selettivi del recettore estrogenico, come raloxifene e bazedoxifene; il Denosumab, cioè l’inibitore del sistema del RANK-ligando, sistema che stimola il reclutamento, la funzione e la sopravvivenza degli osteoclasti; il teriparatide, cioè la frazione 1-34 della molecola del paratormone ricombinante, che ha effetto anabolico sull’osso); terapia ansiolitiche (es., benzodiazepine) e/o antidepressive (es., inibitori del reuptake della serotonina e/o della noradrenalina); terapie per la secchezza vaginale (es., lubrificanti, o acido ialuronico), etc. La terapia “naturale” con i fitoestrogeni non presenta, come è noto, effetti di entità comparabile con la TOS e, spesso, non esercita effetti significativamente differenti rispetto al placebo. Lo Specialista, di fronte ad una Donna con problemi di menopausa, deve utilizzare terapie per cui siano stati studiati e verificati effetti clinici (ed effetti collaterali, evidentemente) riguardanti i vari distretti che si intende trattare, oltre, ovviamente, studiare approfonditamente ogni singola paziente, per comprenderne sintomi, fattori di rischio, problemi psicologici e/o fisici, dati che non è possibile trascurare se si vuole attuare un trattamento globale per la salute della Donna in menopausa e non, semplicemente, porre in essere strategie basate su schemi preordinati o molecole genericamente ritenute efficaci. Sicuramente, quando ci si confronti con una Donna sofferente in menopausa per i motivi che sono stati già ricordati, non si potrà non consigliare un trattamento di efficacia adeguata, tenendo in mente che se, indubbiamente, la menopausa è un fenomeno del tutto naturale, dall’altra parte rappresenta un periodo che, oltre a presentare una sintomatologia che ha un impatto negativo sulla qualità della vita, contiene in sé dei fattori di rischio per varie patologie potenzialmente importanti. Globalmente, questo comportamento clinico, oltre a migliorare il rapporto medico-paziente, permetterà di scegliere il trattamento più adeguato per ogni singola persona, cioè di porre in atto la sempre nominata, ma, purtroppo, molto spesso sconfessata, “personalizzazione del trattamento”. WOMN-1132426-0000-LIV-W-10/2016 • • • Ogni prodotto menzionato deve essere usato in accordo con il relativo riassunto delle caratteristiche del prodotto fornito dalla ditta produttrice. Servizio scientifico offerto alla Classe Medica da MSD Italia S.r.l. Questa pubblicazione riflette i punti di vista e le esperienze degli autori e non necessariamente quelli della MSD S.r.l.