ATTO AZIENDALE pagina 1 di 88 INDICE TITOLO I – ELEMENTI IDENTIFICATIVI E CARATTERIZZANTI L’AZIENDA 1. La sede legale, il logo e il sito aziendale 2. Il territorio servito 3. La missione 4. I valori 5. I principi organizzativi 6. Il patrimonio 7. La visione TITOLO II – ORGANI E ORGANISMI AZIENDALI Capo I – GLI ORGANI AZIENDALI 8. Il Direttore generale 9. Il Collegio sindacale Capo II – LA DIREZIONE AZIENDALE E GLI ORGANISMI COLLEGIALI 10. La Direzione aziendale 11. Il Direttore amministrativo 12. Il Direttore sanitario 13. Il Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale 14 . Lo staff della direzione aziendale 15 . Il Collegio di direzione 16. Il Consiglio dei sanitari Capo III – LA CONFERENZA DEI SINDACI pagina 2 di 88 17. La Conferenza dei Sindaci TITOLO III - ORGANIZZAZIONE DELL’AZIENDA Capo I - PRINCIPI GENERALI 18 . Il modello organizzativo aziendale 19 . La gestione delle strutture aziendali 20 . Il coordinamento dei processi aziendali 21 . I centri di responsabilità 22 . Le strutture aziendali per l’erogazione dei livelli di assistenza 23 . Le strutture aziendali di supporto Capo II - LE UNITÀ OPERATIVE 24 . Le unità operative 25 . Le unità operative complesse 26 . Il direttore di unità operativa complessa 27 . Le unità operative semplici a valenza dipartimentale o distrettuale 28 . Il responsabile di unità operativa semplice a valenza dipartimentale o distrettuale 29 . Le unità operative semplici 30 . Il responsabile di unità operativa semplice CAPO III - I DIPARTIMENTI pagina 3 di 88 31 . Tipologie di dipartimenti 32 . Il dipartimento strutturale aziendale 33 . Il direttore di dipartimento strutturale aziendale 34 . Il dipartimento funzionale aziendale 35 . Il coordinatore di dipartimento funzionale aziendale 36 . I dipartimenti funzionali interaziendali e interistituzionali CAPO IV - I PROCESSI AZIENDALI 37 . I processi aziendali 38 . Il coordinatore di processo aziendale CAPO V – IL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE 39 . il Dipartimento di prevenzione 40 . Il Direttore del Dipartimento di prevenzione 41 . L’articolazione del Dipartimento di prevenzione CAPO VI – IL DISTRETTO SOCIO-SANITARIO 42 . Il Distretto socio-sanitario 43 . Il Direttore del Distretto socio-sanitario 44 . L’articolazione del Distretto socio-sanitario 45 . Il dipartimento funzionale per le dipendenze pagina 4 di 88 46 . Il dipartimento funzionale di riabilitazione 47 . L’integrazione tra il Distretto socio-sanitario e il Dipartimento di prevenzione 48 . L’integrazione tra il Distretto socio-sanitario e l’Ospedale 49 . L’integrazione con le risorse della comunità 50 . La Centrale operativa territoriale 51 . Il budget del Distretto socio-sanitario 52 . I documenti di pianificazione e programmazione socio-sanitaria CAPO VII – IL DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE 53 . Il dipartimento di salute mentale 54 . Il Direttore del dipartimento di salute mentale CAPO VIII – L’OSPEDALE 55 . L’Ospedale 56 . Il direttore dell’Ospedale 57 . L’articolazione dell’Ospedale CAPO IX – I SERVIZI PROFESSIONALI, TECNICI E AMMINISTRATIVI 58 . I dipartimenti strutturali aziendali dell’area professionale, tecnica e amministrativa 59 . I dipartimenti funzionali interaziendali dell’area professionale, tecnica e amministrat iva pagina 5 di 88 TITOLO IV - FUNZIONAMENTO DELL’AZIENDA CAPO I – LA LEADERSHIP 60 . La leadership diffusa CAPO II – LE STRATEGIE AZIENDALI 61 . La governance clinica e la governance integrata 62 . La pianificazione e la programmazione aziendale 63 . Il ciclo della performance 64 . La gestione dei rischi aziendali 65 . Il miglioramento continuo della qualità 66 . La comunicazione con i cittadini e le altre parti interessate CAPO III – LA GESTIONE DEL PERSONALE 67. Lo sviluppo e la formazione del personale 68. Gli incarichi aziendali e i profili di ruolo 69. La valutazione degli incarichi aziendali CAPO IV – LA GESTIONE DELLE RISORSE 70. La gestione delle strutture 71. La gestione delle tecnologie assistenziali 72. La gestione delle informazioni 73. La gestione di beni e servizi CAPO V – LA GESTIONE DELLE ATTIVITÀ 74. Il processo di budget 75. I processi e le reti assistenziali pagina 6 di 88 76. Il sistema aziendale per il governo delle liste di attesa 77. L’integrazione socio-sanitaria 78. Il sistema aziendale dei controlli TITOLO V – NORME FINALI 79 Norma di prima applicazione . 80 . Aggiornamento dell’Atto aziendale 81 . Norma rinvio pagina 7 di 88 Titolo I ELEMENTI IDENTIFICATIVI E CARATTERIZZANTI L’AZIENDA 1. La sede legale, il logo e sito aziendale L’Azienda ULSS 18 di Rovigo è stata costituita con L.R. n. 56 del 14 settembre 1994, con decorrenza dal 1 gennaio 1995. Ai sensi e per gli effetti dell’art. 3 comma 1-bis del D. Lgs. n. 229/99, essa è dotata di personalità giuridica pubblica e autonomia imprenditoriale. La sede legale è situata a Rovigo, con indirizzo in Viale Tre Martiri n. 89, codice fiscale e partita IVA 01013470297. Il logo aziendale si compone della dicitura nera in campo bianco “REGIONE VENETO AZIENDA ULSS 18 ROVIGO” (figura 1). Nessun altro logo aziendale può essere inserito nella documentazione ufficiale dell’Azienda, fatta salva la possibilità di affiancare, su autorizzazione della Direzione aziendale, logo di agenzie o istituzioni nazionali o internazionali, purché connessi a iniziative specifiche che coinvolgono l’Azienda. Figura 1. Logo aziendale L’Azienda ULSS 18 si dota di un sito internet ufficiale per gestire i rapporti e la comunicazione con i cittadini e con le altre parti interessate. Nessuno può attivare altri siti internet, blog, forum e altre forme di pubblicazione on line di contenuti relativi alle attività aziendali, fatta salva la possibilità di attivare, su formale autorizzazione della Direzione aziendale, particolari forme di comunicazione relative a specifiche iniziative che coinvolgono l’Azienda. 2. Il territorio servito L’Azienda ULSS 18 eroga servizi socio-sanitari alle comunità dei 41 Comuni di: Arquà Polesine Gavello Badia Polesine Giacciano con Baruchella Bagnolo di Po Guarda Veneta Bergantino Lendinara Boara Pisani Lusia Bosaro Melara Calto Occhiobello pagina 8 di 88 Canaro Pincara Canda Polesella Castelguglielmo Pontecchio Polesine Castelmassa Rovigo Castelnovo Bariano Salara Ceneselli San Bellino Ceregnano San Martino di Venezze Costa di Rovigo Stienta Crespino Trecenta Ficarolo Villadose Fiesso Umbertiano Villamarzana Frassinelle Villanova del Ghebbo Fratta Polesine Villanova Marchesana Gaiba La superficie totale del territorio servito dall’Azienda ULSS 18 è di 997,55 Km2; la popolazione residente al 31/12/2013 è di 173.313 abitanti. 3. La missione L’Azienda ULSS 18 è uno dei soggetti che concorrono al funzionamento del Sistema Socio-Sanitario Regionale del Veneto e la sua missione è di tutelare la salute della popolazione servita, attraverso la realizzazione delle attività di promozione della salute, prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione e palliazione previste dai Livelli di Assistenza stabiliti dalla normativa nazionale e regionale: • assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro; • assistenza distrettuale; • assistenza ospedaliera. Coerentemente con la normativa nazionale e regionale, l’Azienda ULSS 18 è impegnata anche nella realizzazione delle attività di assistenza sociale delegate dai Comuni. L’Azienda ULSS 18 assicura la propria missione grazie all’erogazione diretta di prestazioni da parte delle proprie strutture e attraverso l’erogazione di prestazioni da parte di professionisti convenzionati e di strutture pubbliche e private accreditate, con i quali instaura specifici accordi. L’Azienda ULSS 18 intende perseguire la propria missione in modo da assicurare la più ampia integrazione dei processi assistenziali e organizzativi, ponendo attenzione alla centralità del cittadino, ai suoi bisogni e aspettative e all’equità di accesso. L’azione complessiva dell’Azienda dovrà essere orientata a sostenere e sviluppare nella comunità la promozione della salute, mediante l’azione intersettoriale delle diverse componenti della società, la partecipazione e il coinvolgimento delle persone e delle comunità locali. L’Azienda ULSS 18 intende superare il vecchio modello di gestione di tipo burocratico-amministrativo, proprio della pubblica amministrazione, e sviluppare un modello gestionale fondato su criteri di reale efficacia, efficienza ed economicità, da raggiungere nel quadro del tradizionale rispetto della legittimità, della garanza della imparzialità e dell’obbligo di risultato derivato dall’utilizzo trasparente delle risorse pubbliche. pagina 9 di 88 Questo nuovo modello richiede, in modo particolare, che le attività dell’area professionale, tecnica e amministrativa siano organizzate in funzione del prodotto finale che, nel caso specifico delle aziende sanitarie, è la promozione e la tutela della salute attraverso lo svolgimento di attività sanitarie, socio-sanitarie e sociali. Per questo, le tradizionali attività dell’area professionale, tecnica e amministrativa (per esempio, ragioneria, provveditorato, amministrazione del personale, ufficio tecnico, informatica, ecc.) devono valorizzare la loro funzione di supporto rispetto alla missione aziendale. Alle strutture di quest’area è richiesta non solo l’adozione di atti legittimi per il perseguimento dell’interesse pubblico, ma anche la conoscenza e lo sviluppo di tutte le possibili azioni che consentano alla Direzione aziendale di adottare le decisioni più opportune per conseguire gli obiettivi aziendali. 4. I valori L’Azienda ULSS 18 fa propri i principi generali del Servizio Sanitario Nazionale, quali la responsabilità pubblica della tutela della salute, l’universalità/equità di accesso ai servizi socio-sanitari e il finanziamento pubblico proveniente dalla fiscalità generale. I valori principali cui si ispira l’Azienda ULSS 18 sono i seguenti: • la libertà del cittadino nella scelta del servizio, della cura efficace, del professionista; • la tutela della vita umana nelle sue diverse fasi; • la responsabilità verso la comunità da servire e la responsabilità gestionale e clinica (rendere conto); • l’impegno personale di tutti gli operatori e la lealtà di tutti i membri dell’organizzazione verso la missione, la visione, i valori, i principi organizzativi e gli obiettivi aziendali; • la collaborazione tra i diversi operatori per fornire il miglior servizio al cittadino; • la coerenza tra principi enunciati e i comportamenti professionali; • il servizio, come capacità dell’organizzazione di orientare i processi operativi intorno alle esigenze del cittadino; • la crescita personale dei dipendenti e dei collaboratori esterni attraverso la formazione continua; • il sostegno e lo sviluppo della comunità, affinché cresca la capacità individuale e comunitaria di partecipazione ai processi di promozione e tutela della salute; • il miglioramento continuo, come condizione fondamentale per mantenere l’Azienda al passo con l’evoluzione rapida delle conoscenze, delle tecnologie, della integrazione dei sistemi sanitari in Europa, della continua variazione delle aspettative dei cittadini; • la professionalità di tutti gli operatori per rispondere con appropriatezza, efficacia e competenza in ogni situazione e circostanza; • la legittimità e la legalità come corrispondenza dell’azione della pubblica amministrazione e di tutto il personale dipendente e convenzionato alle norme vigenti; • l’imparzialità nelle scelte e nelle decisioni come certezza di pari opportunità per ogni cittadino o dipendente; • la buona amministrazione nell’ottenere i migliori risultati per il cittadino con le risorse attribuite dalla comunità; • la trasparenza sia nell’attività amministrativa, informando correttamente e completamente i diversi soggetti pubblici e privati, e sia nell’attività clinica, informando sempre il cittadino degli effetti delle cure e dell’assistenza; • l’integrità della pubblica amministrazione, quale complesso di regole comportamentali finalizzate alla prevenzione dei fenomeni corruttivi e volte a valorizzare comportamenti eticamente adeguati. pagina 10 di 88 5. I principi organizzativi L’Azienda ULSS 18 si ispira al principio della separazione tra le funzioni di gestione operativa e le funzioni di direzione (indirizzo, pianificazione, coordinamento e controllo). L’Azienda ULSS 18 basa la propria attività sull’analisi dei bisogni sanitari, socio-sanitari e sociali dei cittadini e della comunità, con il supporto delle informazioni epidemiologiche e della valutazione della domanda di prestazioni. L’Azienda ULSS 18 persegue l’integrazione a tutti i livelli: tra le diverse discipline e professionalità, tra il personale dipendente e i professionisti convenzionati, tra le attività sanitarie, socio-sanitarie e sociali, tra le strutture sanitarie pubbliche, tra le strutture sanitarie pubbliche e quelle accreditate, tra le attività assistenziali e quelle tecnico-amministrative, tra le strutture aziendali e le altre componenti della comunità che possono svolgere un ruolo nella tutela della salute individuale e collettiva. L’Azienda ULSS 18 si adopera per superare la logica frammentata dell’erogazione delle singole prestazioni assistenziali e dell’esecuzione dei singoli adempimenti amministrativi, promuovendo lo sviluppo di percorsi assistenziali e processi tecnico-amministrativi che integrano attività con obiettivi comuni, anche se svolte da persone e da strutture diverse, in tempi e in luoghi differenti. La con tinuità dei processi assistenziali e la presa in carico dei pazienti rappresentano obiettivi che devono essere perseguiti da tutti. L’Azienda ULSS 18 persegue l’efficacia dei servizi, con attenzione ai risultati assistenziali e gestionali riferiti all’appropriatezza (fare le cose giuste), alla qualità assistenziale e tecnico-amministrativa (far bene le cose), al gradimento del pazienti e dei cittadini (rendere accettabile) e alla legittimità (fare il dovuto). L’Azienda ULSS 18 promuove lo sviluppo di percorsi assistenziali basati sul coinvolgimento attivo dei pazienti, condividendone la progettazione, prevedendo una adeguata l’informazione sulle prestazioni e sugli esiti/complicanze attesi e raccogliendo il conseguente consenso. L’Azienda ULSS 18 adotta nella pratica assistenziale prestazioni, procedure, attività e processi basati su prove di efficacia (Evidence Based Health Care - EBHC), nonché sistemi di valutazione costi-efficacia e costi-efficienza. Anche nei processi tecnico-amministrative, l’Azienda ULSS 18 svolge prestazioni, procedure, attività e processi basati sulle migliori pratiche nazionali e internazionali. L’Azienda ULSS 18 incentra la gestione delle tecnologie assistenziali e strumentali sui principi della valutazione delle tecnologie (Health Technology Assessment – HTA), cioè sulla complessiva e sistematica valutazione delle conseguenze assistenziali, economiche, organizzative, sociali ed etiche provocate in modo diretto e indiretto, nel breve e nel lungo periodo, dalle tecnologie sanitarie esistenti e da quelle di nuova introduzione. 6. Il patrimonio Il patrimonio dell’Azienda ULSS 18 è costituito da tutti i beni mobili e immobili ad essa appartenenti, nonché da tutti i beni comunque acquisiti nell’esercizio delle proprie attività o a seguito di atti di liberalità. L’elenco dei beni immobili è contenuto nel Documento aziendale: “Patrimonio aziendale: elenco dei beni immobili”. L’Azienda ULSS 18, ai sensi e per gli effetti dell’art. 5, comma 2, del D.Lgs. n. 229/99, dispone del proprio patrimonio secondo il regime della proprietà privata, fermo restando che i beni mobili ed immobili utilizzati per il perseguimento dei propri fini istituzionali costituiscono patrimonio indisponibile e, pertanto, non possono essere sottratti alla loro destinazione se non nei modi stabiliti dalla legge. pagina 11 di 88 L’Azienda ULSS 18 riconosce la valenza strategica del patrimonio, quale strumento di potenziamento e di qualificazione strutturale e tecnologica dell’offerta di servizio e, in tale prospettiva, si riserva di ricorrere a tutte le forme possibili di finanziamento, incluse quelle innovative e compresi i processi di alienazione del patrimonio da reddito e di trasferimento di diritti reali, previa la necessaria autorizzazione regionale e sempre nel rispetto delle norme vigenti in materia 7. La visione La visione dell’Azienda ULSS 18 è la seguente: sviluppare reti integrate di persone, processi, strutture e tecnologie per soddisfare la missione aziendale in modo equo, legittimo e sostenibile, coinvolgendo non soltanto le strutture aziendali, ma anche le altre Aziende sanitarie pubbliche, le strutture e i professionisti convenzionati, le componenti istituzionali e sociali della comunità e i cittadini. pagina 12 di 88 Titolo II ORGANI E ORGANISMI AZIENDALI CAPO I GLI ORGANI AZIENDALI 8. Il Direttore generale Il Direttore generale è organo di amministrazione attiva dell’Azienda ULSS 18. Al Direttore generale spettano tutti i poteri di gestione complessiva dell’Azienda e la rappresentanza generale della stessa, di cui ha la responsabilità. Egli ha il compito di combinare, in condizioni di massima efficienza ed efficacia, i fattori produttivi in vista del perseguimento degli obiettivi di salute e di funzionamento dei servizi annualmente indicati e periodicamente aggiornati dalla Giunta regionale, nonché della corretta ed economica gestione delle risorse messe a disposizione dell'Azienda. Nell’esercizio delle sue funzioni, il Direttore generale è coadiuvato dal Direttore sanitario, dal Direttore amministrativo e dal Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale, insieme ai quali forma la Direzione aziendale. Il Direttore generale si avvale anche del Collegio di direzione per le attività di governance clinica. In particolare, al Direttore generale compete: • adottare l'Atto aziendale; • nominare e, ove occorra, sospendere o dichiarare decaduto con provvedimento motivato il Direttore sanitario, il Direttore amministrativo e il Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale; • affidare annualmente al Direttore sanitario, al Direttore amministrativo e al Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale gli obiettivi relativi allo svolgimento delle rispettive funzioni e provvedere alla fine di ogni anno alla verifica dei risultati conseguiti; • nominare il Collegio sindacale; • assicurare i rapporti tra l’Azienda ULSS 18 e la Conferenza dei sindaci, partecipando alle sedute dell’Esecutivo e della Conferenza su invito del Presidente; • convocare il Collegio di direzione; • adottare gli atti fondamentali della pianificazione strategica aziendale e della programmazione operativa aziendale; • adottare regolamenti interni per l’organizzazione, la gestione e il funzionamento dell’Azienda, compreso l’ordinamento dell’attività libero professionale intramuraria; • negoziare il budget con le strutture aziendali, definendo gli obiettivi da raggiungere e le risorse disponibili; • esercitare il monitoraggio e la verifica dei risultati conseguiti, rispetto agli obiettivi assegnati e alle risorse utilizzate; • attuare il Piano aziendale delle liste d’attesa; • verificare, mediante valutazioni comparative dei costi, dei rendimenti e dei risultati, la corretta ed economica gestione delle risorse attribuite e introitate, nonché l'imparzialità e il buon andamento dell'azione amministrativa; • affidare e revocare la direzione/reponsabilità delle strutture aziendali e il coordinamento dei processi aziendali, secondo le specifiche modalità previste dalla legislazione vigente e dal presente Atto; pagina 13 di 88 • • • • • • • • • conferire gli incarichi dirigenziali di natura professionale, di consulenza, studio e ricerca, di funzioni ispettive, di verifica e controllo previsti dalla contrattazione collettiva; conferire gli incarichi di responsabilità di uffici o articolazione organizzativa previsti dalla contrattazione collettiva; conferire gli incarichi ex art. 15-septies e 15-octies previsti dal D.Lgs. 502/1992; valorizzare e assicurare l’efficace gestione delle risorse umane; sottoscrivere i contratti di lavoro o assimilati e quelli concernenti la fornitura di beni e servizi e la realizzazione di opere e lavori pubblici; nominare i Collegi tecnici per la valutazione dei dirigenti; promuovere e resistere alle liti, con il potere di conciliare e di transigere; convocare, almeno una volta l’anno, l’apposita Conferenza dei servizi per verificare l’andamento dei servizi e individuare ulteriori interventi, tesi al miglioramento delle prestazioni; curare i rapporti esterni con le Istituzioni e gli organi di stampa. Al Direttore generale spetta, inoltre, l’adozione di ogni altro atto che la normativa attribuisce alla sua diretta competenza, quale titolare della funzione di gestione complessiva dell’Azienda. L’azione di gestione complessiva del Direttore Generale si esplica mediante: • l’adozione di atti nella forma di decreti, con cui egli approva le proposte dei dirigenti competenti, previa acquisizione dei pareri previsti dalla legislazione vigente, sentito il Direttore Sanitario, il Direttore Amministrativo e il Direttore dei Servizi sociali e della funzione territoriale per la rispettiva competenza; • l’adozione di autonome decisioni, emanate nella forma di disposizioni relativamente a materie che secondo la normativa nazionale e regionale sono riservate all’organo di governo; • la delega di funzioni specifiche, espressa con appositi provvedimenti. 9. Il Collegio sindacale Il Collegio sindacale esercita il controllo sulla regolarità amministrativa e contabile, verificando la legittimità, la regolarità e la correttezza dell’azione amministrativa e contabile, con riferimento non solo alla legittimità degli atti ma anche alla ragionevolezza dei processi. In particolare, secondo quanto espresso dall’art. 3-ter del D.Lgs. 502/92, il Collegio sindacale: • verifica l’amministrazione dell’Azienda sotto il profilo amministrativo e contabile; • vigila sull’osservanza della legge; • accerta la regolare tenuta della contabilità e la conformità del bilancio alle risultanze dei libri e delle scritture contabili ed effettua periodicamente verifiche di cassa; • riferisce almeno trimestralmente alla Regione, anche su richiesta di quest’ultima, sui risultati del riscontro eseguito, denunciando immediatamente i fatti se vi è fondato sospetto di gravi irregolarità; trasmette periodicamente alla Conferenza dei sindaci, e comunque con cadenza almeno semestrale, una propria relazione sull’andamento dell’attività; • i componenti del Collegio sindacale possono procedere ad atti di ispezione e controllo, anche individualmente. Le verifiche di regolarità amministrativa e contabile devono rispettare, per quanto applicabili alla pubblica amministrazione, i principi generali della revisione aziendale asseverati dagli Ordini e Collegi professionali operanti nel settore. I componenti del Collegio sindacale, in quanto organo istituzionale dell’Azienda, fermo restando il diverso livello di competenze e responsabilità loro assegnato dalla normativa, ispirano l’esercizio delle proprie funzioni al principio della massima collaborazione e della sinergia operativa, favorendo costanti e reciproche forme di coinvolgimento e di consultazione, con particolare riferimento alla fase istruttoria dei provvedimenti maggiormente incidenti sul processo di programmazione e di gestione dell’Azienda. pagina 14 di 88 Per quanto non previsto, si fa espresso rinvio alle disposizioni contenute all'art. 40 e seguenti della Legge regionale n. 55/1994. CAPO II LA DIREZIONE AZIENDALE E GLI ORGANISMI COLLEGIALI 10. La Direzione aziendale La Direzione aziendale è l’organismo aziendale che svolge le funzioni di direzione (avvalendosi anche delle strutture di staff e di altre strutture aziendali), mentre le funzioni di gestione operativa sono svolte dalle strutture aziendali appositamente deputate alla erogazione dei livelli di assistenza (Dipartimento di prevenzione, Distretto socio-sanitario, Dipartimento di salute mentale, Ospedale) e dalle strutture aziendali che svolgono le attività di supporto (Dipartimento amministrativo e Dipartimento tecnico). La Direzione aziendale dell’Azienda ULSS 18 è composta da: • Direttore generale; • Direttore amministrativo; • Direttore sanitario; • Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale. Il Direttore amministrativo, il Direttore sanitario e il Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale sono nominati dal Direttore generale e lo coadiuvano nell'esercizio delle proprie funzioni. Unitamente al Direttore generale, che ne ha la responsabilità, il Direttore amministrativo, il Direttore sanitario e il Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale partecipano alla direzione dell’Azienda, assumono diretta responsabilità delle funzioni attribuite alla loro competenza e concorrono, con la formulazione di proposte e di pareri, alla formazione delle decisioni del Direttore generale. Il Direttore amministrativo, il Direttore sanitario e il Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale rispondono al Direttore Generale del raggiungimento degli obiettivi fissati annualmente dallo stesso e sono responsabili: a) dei risultati complessivi ottenuti dalle strutture aziendali cui sono preposti; b) della realizzazione di programmi e di progetti specifici loro affidati; c) della gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali direttamente assegnate per lo svolgimento delle proprie funzioni di direzione; d) del livello di integrazione e di coordinamento reciproci. Lo schema organizzativo generale dell’Azienda ULSS 18 è descritto nella figura 2. Figura 2. Schema organizzativo generale dell’Azienda ULSS 18 pagina 15 di 88 Conferenza dei Sindaci Direttore amministrativo Collegio di direzione Direttore sanitario Consiglio dei sanitari Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale Struttura tecnico-funzionale: Struttura tecnico-funzionale: DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE DISTRETTO SOCIOSANITARIO Staff della direzione aziendale Struttura tecnico-funzionale: DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE OSPEDALE Strutture aziendali per l’erogazione dei livelli di assistenza COLLETTIVA , DISTRETTUALE e OSPEDALIERA Dipartimento amministrativo Dipartimento tecnico Funzioni di GESTIONE OPEATIVA Direttore generale Collegio sindacale Funzioni di DIREZIONE DIREZIONE AZIENDALE Strutture aziendali per lo svolgimento delle attività di supporto 11. Il Direttore amministrativo Il Direttore amministrativo svolge le funzioni di direzione (indirizzo, pianificazione, coordinamento e controllo) nei confronti dei responsabili delle strutture aziendali, con riferimento agli aspetti gestionali e tecnico-amministrativi ai sensi del D.Lgs. 502/1992 e della L.R. n. 56/1994. Il Direttore amministrativo è l’unico responsabile delle funzioni di direzione dei servizi professionali, tecnici e amministrativi dell’Azienda ULSS 18. I Direttori dei Dipartimenti strutturali aziendali dell’area professionale, tecnica e amministrativa che svolgono le funzioni di gestione operativa delle attività di supporto, riferiscono quindi al Direttore amministrativo. I Coordinatori di eventuali Dipartimenti funzionali interaziendali o di aree ottimali attivati nella stessa area riferiscono alle rispettive direzioni aziendali, secondo le regole definite nelle specifiche Convenzioni stabilite per l’attivazione dei dipartimenti stessi. In particolare, il Direttore amministrativo: • fornisce le informazioni e realizza le attività necessarie per il controllo di gestione dell'Azienda e il controllo di qualità dei servizi e delle prestazioni erogate, insieme al Direttore sanitario e al Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale; • propone al Direttore generale, congiuntamente al Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale e al Direttore sanitario, il nome del responsabile del Distretto socio-sanitario; • propone al Direttore generale il nome dei responsabili delle strutture professionali, tecniche e amministrative; • si avvale della UOC Controllo di gestione e dell’Ufficio ispettivo e attività a pagamento, in staff, per le attività di competenza. Il Direttore amministrativo esercita inoltre tutte le altre funzioni stabilite in ogni caso dalla normativa nazionale e regionale di settore, nonché dalle norme e dagli atti di programmazione nazionali e regionali e quelle delegate dal Direttore generale. pagina 16 di 88 12. Il Direttore sanitario Il Direttore sanitario svolge le funzioni di direzione (indirizzo, pianificazione, coordinamento e controllo) nei confronti dei responsabili delle strutture aziendali ai sensi del D.Lgs 502/199, della L.R. 56/1994 e della L.R. 23/2012, con riferimento agli aspetti organizzativi e igienico-sanitari e ai programmi di intervento di area specifica a tutela della salute (materno-infantile ed età evolutiva; anziani; tossicodipendenze e alcolismo; salute mentale; handicap); inoltre si coordina con il Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale nella gestione della funzione territoriale stessa, ferme restando le competenze e le responsabilità attribuite alla sua funzione dalla vigente normativa nazionale e regionale. Il Direttore sanitario è l’unico responsabile delle funzioni di direzione del livello di assistenza ospedaliera e del livello di assistenza collettiva in ambiente di vita e di lavoro. Il Direttore della funzione ospedaliera e il Direttore del Dipartimento di prevenzione, che svolgono le funzioni di gestione operativa nelle strutture che erogano tali livelli di assistenza, riferiscono quindi al Direttore sanitario. In particolare, il Direttore sanitario: • fornisce le informazioni e realizza le attività necessarie per il controllo di gestione dell'Azienda e il controllo di qualità dei servizi e delle prestazioni erogate, insieme al Direttore amministrativo e al Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale; • si avvale dei referenti dei programmi di intervento di area specifica a tutela della salute, per il coordinamento delle strutture aziendali e a garanzia dell'integrazione fra le stesse, insieme al Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale; • in coordinamento con il Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale, si avvale della UOC Direzione delle professioni sanitarie, in staff, per assicurare un’assistenza personalizzata e di qualità a tutti gli utenti, promuovendo l’impiego ottimale delle risorse disponibili, nel rispetto delle norme etiche e deontologiche; • si avvale della UOS Conoscenza e formazione, in staff, per lo sviluppo delle attività di formazione continua; • si avvale della UOSD Attività specialistiche ambulatoriali, in staff, per la gestione unitaria delle attività di assistenza specialistica ambulatoriale, garantendo l'integrazione fra le attività ambulatoriali ospedaliere e territoriali e definendo programmi per assicurare l'erogazione delle prestazioni; • insieme ai dirigenti sanitari dei servizi coinvolti adotta le misure necessarie per rimuovere i disservizi che incidono sulla qualità dell'assistenza; • propone al Direttore generale, congiuntamente al Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale e al Direttore amministrativo, il nome del responsabile del Distretto socio-sanitario; • propone al Direttore generale, congiuntamente al Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale, il nome dei referenti dei programmi di intervento di area specifica a tutela della salute • propone al Direttore generale il nome del responsabile del Dipartimento di prevenzione; • presiede il Consiglio dei sanitari; • partecipa alle commissioni istituite per il conferimento degli incarichi di direzione di unità operativa complessa ai dirigenti medici, veterinari e sanitari . Il Direttore sanitario esercita inoltre tutte le altre funzioni stabilite in ogni caso dalla normativa nazionale e regionale di settore, nonché dalle norme e dagli atti di programmazione nazionali e regionali e quelle delegate dal Direttore generale 13. Il Direttore dei servizi sociali e delle funzione territoriale Il Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale svolge le funzioni di direzione (indirizzo, pianificazione, coordinamento e controllo) nei confronti dei responsabili delle strutture aziendali ai pagina 17 di 88 sensi della LR 56/1994 e della LR 23/2012, con riferimento agli aspetti organizzativi dei servizi sociali e socio-sanitari e dei programmi di intervento di area specifica a tutela della salute (materno-infantile ed età evolutiva; anziani; tossicodipendenze e alcolismo; salute mentale; handicap). Il Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale è l’unico responsabile delle funzioni di direzione dell’assistenza distrettuale e svolge tale compito in coordinamento con il Direttore sanitario, ferme restando le competenze e le responsabilità attribuite al Direttore sanitario dalla vigente normativa nazionale e regionale. In particolare, il Direttore dei servizi sociali e delle funzione territoriale: • formula la programmazione strategica della rete dei servizi socio-sanitari; • fornisce le informazioni e realizza le attività necessarie per il controllo di gestione dell'azienda ed il controllo di qualità dei servizi e delle prestazioni erogate, insieme al Direttore sanitario e al Direttore amministrativo; • si avvale dei referenti dei programmi di intervento di area specifica a tutela della salute, per il coordinamento delle strutture aziendali e a garanzia dell'integrazione fra le stesse, insieme al Direttore sanitario; • propone al Direttore generale, congiuntamente al Direttore sanitario e al Direttore amministrativo, il nome del responsabile del Distretto socio-sanitario; • propone al Direttore generale, congiuntamente al Direttore sanitario, il nome dei referenti dei programmi di intervento di area specifica a tutela della salute; • mantiene i rapporti istituzionali con le Amministrazioni locali attinenti alle linee strategiche e alla programmazione socio-sanitaria aziendale; • presiede i comitati dei MMG, dei PLS, dei SAI e delle commissioni territoriali; • in coordinamento con il Direttore sanitario, si avvale della UOC Direzione delle professioni sanitarie, in staff, per assicurare un’assistenza personalizzata e di qualità a tutti gli utenti, promuovendo l’impiego ottimale delle risorse disponibili, nel rispetto delle norme etiche e deontologiche; • si avvale della UOSD Programmazione territoriale, in staff, per supportare e monitorare la programmazione degli interventi a valenza sociale e socio-sanitaria sul territorio dell’ULSS 18; • si avvale della Centrale operativa territoriale, in staff, per rendere efficaci ed efficienti le risposte ai cittadini in termini di attivazione dei percorsi di presa in carico delle persone in condizione di bisogno e dei pazienti nel passaggio da un setting assistenziale all’altro (ospedale-territorio), facilitando il raccordo tra i soggetti della rete territoriale e garantendo la continuità dell’assistenza. Il Direttore dei servizi sociali e delle funzione territoriale esercita inoltre tutte le altre funzioni stabilite in ogni caso dalla normativa nazionale e regionale di settore, nonché dalle norme e dagli atti di programmazione nazionali e regionali e quelle delegate dal Direttore generale. 14. Lo staff della direzione aziendale A supporto delle funzioni di direzione svolte dalla Direzione aziendale (indirizzo, pianificazione, coordinamento e controllo) è istituto lo Staff della Direzione aziendale, composto da unità operative complesse, da unità operative semplici e da altre articolazioni organizzative. Le attività delle singole unità operative che compongono lo Staff sono a supporto della Direzione aziendale nel suo complesso. Il dettaglio delle funzioni di ciascuna unità operativa afferente allo Staff è specificato nel “Regolamento dello Staff della Direzione aziendale“, approvato con proprio decreto dal Direttore generale. L’organigramma dello Staff della Direzione aziendale è descritto nella figura 3. pagina 18 di 88 Figura 3. Articolazione dello Staff della Direzione aziendale STAFF DELLA DIREZIONE AZIENDALE DIREZIONE AZIENDALE UOC Direzione delle professioni sanitarie UOC Controllo di gestione Direttore generale UOSD Attività specialistiche ambulatoriali Direttore amministrativo UOSD Programmazione territoriale UOS Servizio prevenzione e protezione Direttore sanitario UOS Medico competente Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale UOS Conoscenza e formazione Centrale operativa territoriale Comunicazione e rapporti coi cittadini Ufficio ispettivo e attività a pagamento Dal punto di vista operativo, ciascuna struttura dello Staff della Direzione aziendale riferisce a un Direttore della Direzione stessa il quale: - esplicita e dettaglia alle strutture cui è preposto le funzioni di direzione proprie della Direzione aziendale (indirizzo, pianificazione, coordinamento e controllo); - definisce il budget per la gestione operativa delle strutture cui è preposto, monitorando in corso di esercizio le attività svolte e i risultati conseguiti e promuovendo l’attivazione di eventuali interventi correttivi; - svolge, per quanto di competenza, gli adempimenti connessi alla gestione dei rischi nelle strutture cui è preposto in materia di sicurezza sul lavoro, sicurezza clinica, tutela dei dati e privacy, si curezza amministrativa-contabile, trasparenza e integrità della pubblica amministrazione; - svolge nei confronti dei responsabili delle strutture cui è preposto le seguenti attività: programmazione delle presenze/assenze, verifica dell’incompatibilità tra l’attività istituzionale e l’eventuale svolgimento di attività in libera professione, espressione del parere relativo all’eventuale svolgimento di incarichi per prestazioni non comprese nei compiti e doveri d’ufficio; valutazione degli incarichi e degli obiettivi; avvio di eventuali procedimenti disciplinari; - esercita, in maniera straordinaria e temporanea, il potere sostitutivo nell’esercizio delle funzioni proprie dei responsabili delle strutture cui è preposto in caso di inerzia o di assenza contemporanea dello stesso e del suo sostituto, fatto salvo il rispetto delle specifiche competenze scientificoprofessionali. La tabella seguente esplicita i Direttori di riferimento per ciascuna struttura dello staff della Direzione aziendale. UOS Servizio prevenzione e protezione Direttore generale UOS Medico competente Direttore generale Comunicazione e rapporti coi cittadini Direttore generale UOC Controllo di gestione Direttore amministrativo pagina 19 di 88 UOS Servizio prevenzione e protezione Direttore generale Ufficio ispettivo e attività a pagamento Direttore amministrativo UOC Direzione delle professioni sanitarie Direttore sanitario UOSD Attività specialistiche ambulatoriale Direttore sanitario UOS Conoscenza e formazione Direttore sanitario UOS Programmazione territoriale Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale Centrale operativa territoriale Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale La UOC Direzione delle professioni sanitarie concorre ad assicurare un’assistenza personalizzata e di qualità a tutti gli utenti, promuovendo l’impiego ottimale delle risorse disponibili nel rispetto delle norme etiche e deontologiche. Tale unità operativa si pone in una prospettiva di sviluppo di tutte le professioni sanitarie (infermieristiche/ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione), di arricchimento delle competenze, di definizione, monitoraggio e valutazione dei processi assistenziali, di innovazione e di sviluppo organizzativo. La UOC Direzione delle professioni sanitarie mantiene un forte legame funzionale e operativo con la UOS Servizio ospedaliero per le professioni sanitarie e la UOS Servizio territoriale per le professioni sanitarie, collocate rispettivamente in staff al Direttore della funzione ospedaliera e in staff al Direttore del Distretto socio-sanitario. 15. Il Collegio di direzione Per quanto compatibili, al Collegio di direzione sono attribuite le funzioni indicate dall'art.17 del D.Lgs. 502/1992 e inoltre svolge le attività previste dalla L.R. 23/2012 nell’ambito della governance clinica, ivi compresa le attività relative alla gestione del rischio clinico così come delineate dalla DGRV n.1831/2008. Sino all'individuazione da parte della legge regionale del Collegio di direzione quale organo dell'Azienda, ai sensi del D.L. 13 settembre 2012, n. 158, convertito dalla L. 189/2012, e alla definizione della composizione, dei criteri di funzionamento e delle relazioni con gli altri organi e organismi aziendali, si prevede che il Collegio di direzione sia composto da: • il Direttore generale; • il Direttore amministrativo; • il Direttore sanitario; • il Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale; • il Direttore della struttura tecnico-funzionale Dipartimento di prevenzione; • il Direttore della struttura tecnico-funzionale Distretto socio-sanitario; • il Direttore della struttura tecnico-funzionale Ospedale; • il Direttore del Dipartimento strutturale di salute mentale; • un Direttore di dipartimento strutturale per ciascuna area ospedaliera (medica, chirurgica, materno-infantile e dei servizi di diagnosi e cura); • il Direttore del Dipartimento strutturale di urgenza-emergenza; • un Direttore di Dipartimento strutturale dell’area professionale, tecnica e amministrativa; • il Direttore del Dipartimento funzionale per le dipendenze; • il Direttore del Dipartimento funzionale di riabilitazione; • il Direttore della UOC Farmacia ospedaliera; • il Direttore della UOC Direzione professioni sanitarie. Al Collegio di direzione è invitato a partecipare anche un rappresentante dei medici convenzionati con il Servizio Socio-sanitario Regionale, membro dell’Ufficio di coordinamento delle attività distrettuali, indicato congiuntamente dai componenti della parte medica convenzionata per la medicina pagina 20 di 88 generale, la pediatria di libera scelta e la specialistica ambulatoriale interna dei Comitati aziendali e zonali previsti dai rispettivi Accordi collettivi. Il Collegio di direzione si riunisce su convocazione del Direttore generale. Per lo svolgimento delle rispettive funzioni, ai componenti del predetto Collegio non è corrisposto alcun emolumento, compenso, indennità o rimborso spese. 16. Il Consiglio dei sanitari Il Consiglio dei sanitari è organismo elettivo dell'Azienda ULSS 18 con funzioni di consulenza tecnico-sanitaria; è presieduto dal Direttore sanitario. La composizione, le modalità di elezione e il funzionamento del Consiglio dei sanitari sono disciplinate dalle disposizioni regionali emanate in materia, in attuazione di quanto previsto dall’art. 3, comma 12, del D.Lgs. 502/92, in particolare dalla DRGV 6652/1994 e dalla DGRV 136/1995 e da un apposito Regolamento aziendale. Come previsto dalla normativa vigente, il Consiglio dei sanitari fornisce parere obbligatorio al Direttore generale per le attività tecnico-sanitarie, anche sotto il profilo organizzativo, e per gli investimenti a esse attinenti. Il Consiglio dei sanitari si esprime altresì sulle attività di assistenza sanitaria. CAPO III LA CONFERENZA DEI SINDACI 17. La Conferenza dei Sindaci La Conferenza dei Sindaci dei comuni che costituiscono l’ambito territoriale dell’Azienda ULSS 18, è l’organismo rappresentativo delle autonomie locali e come tale rappresenta i bisogni sociali a rilevanza sanitaria della comunità. La Conferenza dei Sindaci, in attuazione delle norme specifiche vigenti in materia e sulla base di proprio Regolamento, nomina i membri del’Esecutivo e partecipa al processo di programmazione sociale a rilevanza sanitaria. L’Esecutivo della Conferenza dei Sindaci è l’organismo ristretto mediante il quale la stessa Conferenza esercita le proprie funzioni di istruttoria. La Conferenza dei Sindaci formula le osservazioni sulla proposta di Piano socio-sanitario regionale; provvede alla definizione – nell’ambito della programmazione socio-sanitaria regionale – delle linee di indirizzo per l’impostazione programmatica dell’attività dell’Azienda ULSS 18; provvede all’elaborazione del Piano di zona; esamina il bilancio pluriennale di previsione e il bilancio di esercizio; verifica l’andamento generale dell’attività dell’Azienda ULSS 18 in merito ai servizi sociali e trasmette le proprie valutazioni e proposte alla stessa Azienda e alla Regione Veneto; nomina un componente del Collegio sindacale; delibera l’adozione dei provvedimenti in base ai quali l’Azienda assicura le prestazioni e i servizi contemplati dai livelli aggiuntivi di assistenza sociale, finanziati con le modalità previste dalla normativa vigente e contemplate nel Piano di zona e nell'atto di delega-convenzione stipulato con i Comuni associati; formula parere al Direttore generale in merito alla nomina del Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale; esercita ogni altra funzione riservata alla sua competenza. pagina 21 di 88 I rapporti tra Azienda ULSS 18 e Conferenza dei Sindaci sono assicurati dai rispettivi Direttore Generale e Presidente; l’Azienda ULSS 18 mette a disposizione della Conferenza dei Sindaci e dell’Esecutivo quanto convenzionalmente stabilito in base alla normativa regolamentare vigente. Ai sensi della L.R. 11/2001, la Conferenza dei sindaci: • partecipa alla programmazione socio sanitaria regionale attraverso il proprio rappresentante nella Conferenza regionale permanente; • programma, nell’ambito del territorio di competenza, le linee di indirizzo socio-sanitario per raggiungere gli obiettivi di salute definiti dalla programmazione regionale; • verifica che vengano raggiunti gli obiettivi fissati dalla programmazione nel territorio di competenza. pagina 22 di 88 Titolo III ORGANIZZAZIONE DELL’AZIENDA CAPO I PRINCIPI GENERALI 18. Il modello organizzativo aziendale Per garantire il suo funzionamento, l’Azienda ULSS 18 si articola in strutture aziendali e in processi aziendali. Per “struttura aziendale” si intende qualsiasi articolazione interna dell’Azienda, con diversi livelli di complessità e funzionamento, alla quale è affidata una specifica responsabilità di gestione operativa diretta di attività e di risorse. Le strutture aziendali elementari dell’Azienda ULSS 18 sono le seguenti: • le unità operative complesse (UOC); • le unità operative semplici a valenza dipartimentale o distrettuale (UOSD); • le unità operative semplici (UOS). Tali strutture aziendali elementari possono essere aggregate in strutture aziendali via via sempre più articolate, quali i Dipartimenti aziendali strutturali (nell’area assistenziale e nell’area professionale, tecnica e amministrativa), lo Staff della Direzione aziendale e le strutture aziendali per l’erogazione dei livelli di assistenza quali il Dipartimento di prevenzione, il Distretto socio-sanitario, il Dipartimento di salute mentale e l’Ospedale. Nella gestione operativa diretta, tutte le strutture aziendali (quelle elementari e quelle più articolate) sono centri aziendali di responsabilità. Per “processo aziendale” si intende invece una modalità integrata di coordinamento di attività che, pur svolte da strutture aziendali diverse, sono finalizzate a ottenere un obiettivo finale comune. I processi aziendali possono essere: • assistenziali; • tecnico-amministrativi; • integrati. I processi aziendali possono essere sostenuti da modalità organizzative diverse tra loro come, per esempio, i sistemi di gestione dei rischi, i dipartimenti e le aree funzionali, le reti e i percorsi assistenziali, i programmi assistenziali e tecnico amministrativi complessi. 19. La gestione delle strutture aziendali A ciascuna struttura aziendale di erogazione dei livelli di assistenza, a ciascun dipartimento aziendale strutturale (assistenziale e dell’area professionale, tecnica e amministrativa), a ciascuna unità operativa complessa e a ciascuna unità semplice a valenza dipartimentale o distrettuale sono assegnati compiti, obiettivi quantitativi e qualitativi e risorse coerenti fra loro e rispondenti a logiche di organicità. Ciascuna delle strutture aziendali anzidette: pagina 23 di 88 • • • ha una specifica responsabilità operativa per la gestione delle attività e delle risorse assegnate, sulla base delle indicazioni di direzione (indirizzo, pianificazione, coordinamento e controllo) ricevute dalla Direzione aziendale, anche in sede di budget; ha un unico responsabile, dal quale dipendono tutti gli operatori assegnati; costituisce un centro di responsabilità di attività o di risorse con proprio budget; il responsabile di ciascuna delle strutture aziendali anzidette risponde del raggiungimento degli obiettivi nel rispetto del budget assegnato, sviluppando un’azione coordinata e mirata a obiettivi di efficienza, di efficacia e di economicità. I dirigenti preposti alle strutture aziendali di erogazione dei livelli di assistenza, ai dipartimenti gerarchico strutturali (assistenziali e dell’area professionale, tecnica e amministrativa), alle unità operative complesse e alle unità semplici a valenza dipartimentale o distrettuale, in quanto titolari di funzioni specifiche e nei limiti delle attribuzioni di competenza della struttura di cui hanno la responsabilità, possono: • proporre al Direttore generale l’adozione di decreti; • adottare, in base alle responsabilità delegate, atti e provvedimenti nella forma di determinazioni, compresi tutti gli atti che impegnano l’amministrazione verso l’esterno, che abbiano come contenuto l’attuazione di direttive, programmi e progetti loro affidati dal Direttore generale o che siano indispensabili per la gestione finanziaria, tecnica e amministrativa della rispettiva struttura. La delega relativa all’esercizio dei poteri amministrativi è disposta con appositi provvedimenti motivati che vanno pubblicato all’Albo aziendale. La revoca delle deleghe conferite deve essere disposta con le stesse forme seguite per il loro conferimento e con l’osservanza delle stesse modalità di pubblicazione e conservazione dei relativi atti. Le determinazioni dirigenziali sono identificate dalla qualificazione del dirigente che le sottoscrive e dal numero di protocollo nell’anno di riferimento e sono soggette al regime di pubblicità e trasparenza previsto per legge e per regolamentazione interna. Per le unità operative semplici, che sono articolazioni interne di unità operative più complesse, la responsabilità di gestione delle risorse umane, tecniche e finanziarie ha invece valenza interna all’unità operativa di appartenenza; tale responsabilità non comporta un distinto e autonomo budget e gli obiettivi e le risorse sono definiti tra il Responsabile della unità operativa semplice e il Diretto re della unità operativa nella quale è inserita. 20. Il coordinamento dei processi aziendali I processi aziendali sono modalità integrate di coordinamento di attività svolte da strutture, funzioni e organizzazioni diverse, finalizzate al raggiungimento di un obiettivo finale comune. Nello svolgimento dei processi aziendali, le singole attività che lo compongono restano in capo ai soggetti che le realizzano e, di conseguenza, il coordinatore di processo aziendale non ha competenza gerarchica né di budget sulle strutture, funzioni e organizzazioni che a vario titolo sono coinvolti nel processo stesso: egli rappresenta un elemento funzionale di integrazione, coordinamento e supporto della Direzione aziendale nelle fasi di pianificazione, realizzazione, controllo, valutazione e riesame del processo stesso. 21. I centri aziendali di responsabilità I centri aziendali di responsabilità possono essere di due tipi: • centri di responsabilità delle attività; • centri di responsabilità delle risorse. pagina 24 di 88 I centri di responsabilità delle attività sono le strutture aziendali deputate allo svolgimento delle attività istituzionali specifiche dell’Azienda (in particolare le attività sanitarie, socio-sanitarie e sociali delegate). I responsabili di tali strutture rispondono dell’efficacia, efficienza ed economicità delle attività produttive caratteristiche, hanno autonomia e responsabilità relativamente all’utilizzo e alla organizzazione delle risorse loro assegnate (per esempio, personale, strutture, attrezzature, dati, beni e servizi), ma non esercitano alcuna forma di discrezionalità relativamente alle modalità e ai momenti di acquisizione delle stesse. i centri di responsabilità delle risorse sono invece le strutture aziendali di supporto deputate alla acquisizione e gestione delle risorse necessarie all’espletamento delle attività istituzionali aziendali. I responsabili di tali strutture sono responsabili dei processi di acquisizione delle specifiche risorse che dovranno essere utilizzate dagli altri centri di responsabilità. Devono inoltre curare la previsione quali-quantitativa delle risorse da acquisire, la loro razionalizzazione, lo sviluppo e la dismissione delle risorse di competenza, senza interferire sulle loro modalità di utilizzo che spettano ai responsabili dei centri delle attività, fatte salve le indicazioni derivanti dalla ragionevolezza e dal buon andamento amministrativo. A ciascun centro aziendale di responsabilità viene attribuito un budget specifico (di attività da svolgere o di risorse da acquisire e gestire) e una specifica responsabilità di raggiungimento dei risultati prefissati. Il totale dei costi e dei ricavi articolati nei diversi centri di responsabilità delle attività e delle risorse dovrà trovare corrispondenza nel totale dei costi e dei ricavi previsti a livello generale dall’Azienda. L’autonomia dei dirigenti responsabili nelle decisioni di acquisto, utilizzo e dismissione dei fattori produttivi ha come limiti esclusivi le norme di legge, le politiche aziendali e il budget negoziato con la Direzione aziendale. I responsabili dei centri di responsabilità delle attività e delle risorse possono influire sulle modalità e sui tempi di utilizzo e acquisizione dei fattori produttivi, coadiuvando in modo attivo la Direzione aziendale nella fase di definizione delle politiche aziendali e nel corso del successivo processo di definizione, realizzazione, monitoraggio e valutazione dei singoli budget. Il budget rappresenta l’espressione quali-quantitativa dei programmi aziendali. Nel corso del processo di budget si valutano gli obiettivi da raggiungere e le possibili alternative d’azione, sulla base dei costi rilevati e degli obiettivi assegnati alle diverse articolazioni aziendali. A seguito del processo di budget, l’autonomia dei dirigenti dei centri di responsabilità delle attività e delle risorse acquisisce un contenuto più esplicito, che può essere così riassunto: i centri di responsabilità delle attività devono svolgere le rispettive attività specifiche (questo è lo scopo) grazie alle risorse messe loro a disposizione (questo è lo strumento), mentre i centri di responsabili delle risorse devono mettere tali risorse a disposizione degli altri (questo è lo scopo) grazie allo svolgimento delle rispettive attività specifiche (questo è lo strumento). I centri di responsabilità delle attività e delle risorse operano in stretta sinergia per garantire l’efficacia, l’efficienza e la tempestività nell’uso delle risorse. 22. Le strutture aziendali per l’erogazione dei livelli di assistenza Le strutture aziendali per l’erogazione dei livelli di assistenza sono le seguenti ▪ il Dipartimento di prevenzione; ▪ il Distretto socio-sanitario; ▪ l’Ospedale; ▪ il Dipartimento di salute mentale. pagina 25 di 88 Alle strutture aziendali per l’erogazione dei livelli di assistenza spetta l’erogazione delle prestazioni che caratterizzano la mission aziendale, cioè garantire i livelli di assistenza sanitaria collettiva, distrettuale e ospedaliera (performance aziendale). Tali strutture aziendali sono dotate di autonomia tecnico-professionale, gestionale e contabile e sono soggette a rendicontazione analitica delle attività e dei costi. Sono composte da unità operative semplici e complesse, a loro volta eventualmente aggregate in modo gerarchico o funzionale qualora, date le caratteristiche delle attività svolte, se ne ravveda l’opportunità. Ciascuna struttura aziendale di erogazione dei livelli di assistenza è diretta da un Direttore che ne garantisce la unicità della funzione gestionale operativa, sulla base delle indicazioni di direzione (indirizzo, pianificazione, coordinamento e controllo) ricevute dalla Direzione aziendale, anche in sede di budget. 23. Le strutture aziendali di supporto Le unità operative dell’area professionale, tecnica e amministrativa svolgono le attività operative di supporto al funzionamento delle strutture aziendali per l’erogazione dei livelli di assistenza, che costituiscono la missione aziendale. Tali unità operative possono essere semplici e complesse, a loro volta eventualmente aggregate in modo gerarchico o funzionale qualora, date le caratteristiche delle attività svolte, se ne ravveda l’opportunità. Le unità operative dell’area professionale, tecnica e amministrativa svolgono attività quali, per esempio, l’amministrazione del personale, la gestione contabile e delle risorse finanziarie, l’acquisizione di beni e servizi, la gestione del patrimonio immobiliare e mobiliare, la gestione delle attrezzature sanitarie, la gestione del sistema informatico e dei flussi informativi, la gestione dei rapporti con i professionisti e le strutture convenzionate, nonché altre attività analoghe o connesse. Dette unità operative interagiscono direttamente e simultaneamente sia con le strutture e i processi aziendali e sia con una molteplicità di soggetti esterni. La loro organizzazione è improntata ai principi di efficacia, efficienza, economicità e flessibilità, per renderli funzionali al raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Direzione aziendale. Per questo, anche i Servizi professionali, tecnici e amministrativi dell’Azienda ULSS 18 possono essere organizzati in dipartimenti (sia strutturali gerarchici, che funzionali di coordinamento), individuati in modo da accorpare tra loro funzioni omogenee o collegate, razionalizzando le risorse attribuite e facilitando il coordinamento delle attività, anche su base interaziendale secondo le indicazioni regionali. Come previsto per le strutture aziendali per l’erogazione dei livelli di assistenza, il sistema di gestione della performance aziendale dell’Azienda ULSS 18 viene strutturato per l’evidenziazione delle attività e dei costi anche per l’area professionale, tecnica e amministrativa. CAPO II LE UNITÀ OPERATIVE 24. Le unità operative Le unità operative sono le strutture elementari costitutive dell’organizzazione strutturale aziendale. A seconda del livello di complessità, possono essere classificate in complesse e semplici. Le unità pagina 26 di 88 operative semplici possono essere sia autonome (unità operative semplici a valenza dipartimentale o distrettuale) e sia articolazioni di altre unità operative più complesse. Le unità operative possono, a loro volta, afferire ai dipartimenti aziendali strutturali, alle strutture aziendali per l’erogazione dei livelli di assistenza, allo staff della direzione aziendale o ai dipartimenti funzionali di coordinamento. Ogni unità operativa può appartenere a un solo dipartimento strutturale gerarchico, mentre può afferire anche a più dipartimenti funzionali di coordinamento. 25. Le unità operative complesse Le unità operative complesse sono articolazioni aziendali, in cui si concentrano elevate competenze professionali e notevoli risorse umane, tecnologiche e finanziarie, finalizzate allo svolgimento di specifiche funzioni e alle quali viene affidata la responsabilità di svolgere attività istituzionali specifiche e di gestire le risorse umane e strumentali affidate. Per quanto riguarda la tipologia delle attività, le unità operative complesse dell’Azienda ULSS 18 possono essere di tipo assistenziale e di tipo professionale, tecnico e amministrativo. Le unità operative complesse sono stabilite dall’Atto aziendale e sono definite in primo luogo sulla base della programmazione regionale. I criteri utilizzati per individuare altre unità operative complesse non espressamente previste dalla programmazione regionale sono i seguenti: • il posizionamento strategico dell’unità operativa per il perseguimento della missione e della visione aziendali; • la necessità di garantire all’unità operativa un elevato livello di autonomia e responsabilità per un appropriato, efficace ed efficiente assolvimento delle funzioni affidate; • la rilevanza qualitativa e quantitativa delle risorse che l’unità operativa deve allocare, organizzare, gestire, monitorare e rendicontare; • il grado di intersettorialità, interdisciplinarietà e interprofessionalità necessario per assicurare i migliori livelli di performance dell’unità operativa. Le unità operative complesse possono comprendere al loro interno una o più unità operative semplici qualora, per motivi assistenziali e/o scientifico-professionali e/o organizzativi e/o strutturali e/o normativo-programmatori, sia opportuno evidenziare un certo grado di autonomia all’interno delle strutture stesse. Le unità operative complesse gestiscono il budget assegnato ed erogano le prestazioni e le attività connesse con gli specifici processi assistenziali e tecnico-amministrativi di competenza. Le unità operative complesse sono guidate da un Direttore, cui compete sia la gestione degli aspetti professionali specifici (per esempio, la cura del malati, la prevenzione delle malattie, lo svolgimento dei procedimenti amministrativi, ecc.) e sia la gestione del personale e delle altre risorse materiali affidate alla unità operativa per il raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi prefissati. 26. Il direttore di unità operativa complessa Per quanto riguarda la dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, l’incarico di direttore di unità operativa complessa è affidato secondo le procedure previste dall’art. 15 del Decreto legislativo 502/1992. Il direttore delle unità operative complesse di tipo tecnico-amministrativo è nominato dal Direttore generale su proposta del Direttore amministrativo, scelto tra il personale dell'Azienda avente qualifica dirigenziale a norma di quanto previsto dagli articoli 19 e 26 del decreto legislativo 165/2001. pagina 27 di 88 Le competenze dei direttori di unità operativa complessa sono dettagliate nei rispettivi profili di ruolo, che descrivono le competenze scientifico-professionali, organizzative-gestionali e relazionali connesse all’incarico dirigenziale, cioè le responsabilità, le conoscenze, le capacità, gli atteggiamenti, le relazioni organizzative e i comportamenti attesi. Tali competenze sono generali, comuni cioè a tutti i direttori di unità operativa complessa, e distintive per lo specifico incarico. Le competenze generali di un Direttore di unità operativa complessa sono riconducibili ai seguenti fattori: • LEADERSHIP: − essere un punto di riferimento per tutto il personale assegnato all’unità operativa, identificando e promuovendo attivamente i cambiamenti professionali, organizzativi e relazionali necessari alla realizzazione della missione, della visione, dei valori di riferimento e delle strategie della unità operativa stessa; − svolgere il proprio ruolo nel rispetto dell’integrità della pubblica amministrazione e contribuire a minimizzare nell’unità operativa i rischi in materia di conflitto di interessi, incompatibilità, non trasparenza e corruzione; − curare e garantire la correttezza delle attività di comunicazione esterna relativamente ai temi propri dell’unità operativa affidata, in applicazione dei regolamenti aziendali; • GESTIONE DELLE STRATEGIE: − definire le strategie di sviluppo della propria unità operativa e collaborare nello sviluppo delle strategie delle strutture di appartenenza; • GESTIONE DEL PERSONALE: − svolgere gli adempimenti previsti dal Sistema aziendale di gestione per la sicurezza dei lavoratori e contribuire a minimizzare i rischi lavorativi connessi alle specifiche attività svolte, curando lo sviluppo del benessere organizzativo; − svolgere una costante attività di informazione e coinvolgimento del personale; − gestire il proprio orario di lavoro e quello del personale dell’unità operativa; − definire i piani di lavoro e distribuire in modo equilibrato i carichi di lavoro tra il personale del l’unità operativa; − gestire le attività libero-professionali e gli incarichi per prestazioni non comprese nei compiti e doveri d’ufficio svolti dai componenti dell’unità operativa; − contribuire all’analisi dei fabbisogni formativi del personale dell’unità operativa e alla realizzazione delle attività di formazione continua; − partecipare al processo di affidamento, monitoraggio e valutazione degli incarichi; − partecipare al processo di affidamento, monitoraggio e valutazione degli obiettivi; − svolgere le attività relative ai procedimenti disciplinari nei confronti del personale dell’unità operativa previste dal Regolamento aziendale; − agire in stretta sinergia professionale e organizzativa con gli eventuali specialisti ambulatoriali interni della disciplina di appartenenza (che operano in ospedale e nelle sedi distrettuali, nelle strutture residenziali e a domicilio), per rendere omogenei tra i professionisti dipendenti e quelli convenzionati lo svolgimento dei percorsi assistenziali, la continuità del servizio erogato, le modalità e i tempi di prenotazione ed erogazione delle prestazioni, la produttività e la rendicontazione delle prestazioni svolte. • GESTIONE DELLE RISORSE E DELLE ALLEANZE: − contribuire alla definizione, realizzazione e monitoraggio del budget/performance dell’unità operativa, organizzando l’attività in modo coerente gli obiettivi assegnati e con le risorse economiche disponibili (personale, strutture, attrezzature, beni e servizi); − svolgere il compito di consegnatario dei beni mobili, mobili registrati e immobili affidati (salvo possibilità di specifiche deleghe a uno o più sub-consegnatari) e in particolare: 1. utilizzare le strutture edilizie affidate nel rispetto dei requisiti previsti dai programmi regionali di autorizzazione all’esercizio e di accreditamento istituzionale, supportandone le attività di adeguamento e di miglioramento; 2. svolgere gli adempimenti previsti dalle procedure aziendali per la gestione delle attrezzature; pagina 28 di 88 svolgere gli adempimenti previsti dal Sistema aziendale per protezione dei dati e della privacy e contribuire a minimizzare i rischi in tali ambiti; − sviluppare le eventuali e opportune interfacce collaborative e funzionali con le altre componenti del Servizio Socio-Sanitario Regionale (pubbliche e private accreditate), con le altre componenti della comunità, con i fornitori di servizi che collaborano direttamente con la struttura nello svolgimento delle attività istituzionali e con le rispettive organizzazioni scientificoprofessionali di riferimento; GESTIONE DI ATTIVITÀ, PRESTAZIONI E PROCESSI: − applicare gli specifici aspetti normativi relativi alla gestione della unità operativa affidata, nel rispetto della programmazione nazionale e regionale, garantendone lo svolgimento delle attività, delle prestazioni, delle procedure e dei procedimenti specifici; − svolgere gli adempimenti previsti dal Sistema aziendale per la sicurezza dei pazienti e contribuire a minimizzare i rischi clinici connessi alle specifiche attività svolte; − svolgere gli adempimenti previsti dal Sistema aziendale di controllo interno e contribuire a minimizzare i rischi amministrativo-contabili connesso alle specifiche attività svolte; − guidare l’unità operativa in modo da valorizzare la presa in carico e la continuità delle attività (assistenziali e tecnico-amministrative), la multiprofessionalità e la multidimensionalità; − supportare l’adattamento locale e l’applicazione di documenti di indirizzo assistenziale basati su prove di efficacia (efficacia teorica = efficacy) e di procedure professionali, tecniche e amministrative basate sulle buone pratiche; − supportare lo svolgimento di attività di valutazione dei risultati ottenuti dalle prestazioni e dai processi realizzati (efficacia nella pratica = effectiveness), sia sul piano assistenziale che su quello professionale, tecnico e amministrativo. − • Nello svolgimento delle sue funzioni, il Direttore di unità operativa complessa riferisce al Direttore di dipartimento strutturale aziendale nel quale è eventualmente inserita l’unità operativa stessa. Se l’unità operativa non appartiene a nessun dipartimento strutturale aziendale, il Direttore di unità operativa complessa riferisce al Direttore della struttura aziendale per l’erogazione dei livelli di assistenza nella quale è collocato oppure al rispettivo Direttore per le unità operative in staff della Direzione aziendale. Tali soggetti: • danno indicazioni al Direttore di unità operativa complessa affinché la gestione sia coerente con la struttura di appartenenza e con le strategie aziendali complessive; • svolgono, per quanto di competenza, gli adempimenti connessi alla gestione dei rischi nell’unità operativa complessa in materia di sicurezza sul lavoro, sicurezza clinica, tutela dei dati e privacy, sicurezza amministrativa-contabile, trasparenza e integrità della pubblica amministrazione; • svolgono nei confronti del Direttore di unità operativa complessa le seguenti attività: programmazione delle presenze/assenze, verifica dell’incompatibilità tra l’attività istituzionale e l’eventuale svolgimento di attività in libera professione, espressione del parere relativo all’eventuale svolgimento di incarichi per prestazioni non comprese nei compiti e doveri d’ufficio; valutazione degli incarichi e degli obiettivi; avvio di eventuali procedimenti disciplinari; • esercitano, in maniera straordinaria e temporanea, il potere sostitutivo nell’esercizio delle funzioni proprie del Direttore di unità operativa complessa in caso di inerzia o di assenza contemporanea dello stesso e del suo sostituto, fatto salvo il rispetto delle specifiche competenze scientifico-professionali. 27. Le unità operative semplici a valenza dipartimentale o distrettuale Le unità operative semplici a valenza dipartimentale o distrettuale sono articolazioni aziendali che aggregano competenze professionali e risorse umane, tecnologiche e finanziarie, finalizzate allo svolgimento di specifiche funzioni e alle quali viene affidata la responsabilità di svolgere attività istituzionali specifiche e di gestire le risorse umane e strumentali affidate. Per quanto riguarda la tipo- pagina 29 di 88 logia delle attività, le unità operative semplici a valenza dipartimentale o distrettuale dell’Azienda ULSS 18 possono essere di tipo assistenziale e di tipo professionale, tecnico e amministrativo. Le unità operative semplici a valenza dipartimentale o distrettuale sono stabilite dall’Atto aziendale e sono definite in primo luogo sulla base della programmazione regionale. I criteri utilizzati per individuare altre unità operative semplici a valenza dipartimentale o distrettuale non espressamente previste dalla programmazione regionale sono i seguenti: • il posizionamento strategico dell’unità operativa per il perseguimento della missione e della visione aziendali; • la necessità di garantire all’unità operativa un elevato livello di autonomia e responsabilità per un appropriato, efficace ed efficiente assolvimento delle funzioni affidate; • la rilevanza qualitativa e quantitativa delle risorse che l’unità operativa deve allocare, organizzare, gestire, monitorare e rendicontare; • il grado di intersettorialità, interdisciplinarietà e interprofessionalità necessario per assicurare i migliori livelli di performance della unità operativa. Le unità operative semplici a valenza dipartimentale o distrettuale gestiscono il budget assegnato e svolgono le prestazioni e le attività connesse con i processi assistenziali e i processi tecnico-amministrativi di competenza. Le unità operative semplici a valenza dipartimentale o distrettuale sono guidate da un Responsabile, cui compete sia la gestione degli aspetti professionali specifici (per esempio, la cura del malati, la prevenzione delle malattie, lo svolgimento di un procedimento amministrativo, ecc.) e sia la gestione del personale e delle altre risorse materiali affidate alla struttura per il raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi prefissati. 28. Il responsabile di unità operativa semplice a valenza dipartimentale o distrettuale L’incarico di Responsabile di unità operativa semplice a valenza dipartimentale o distrettuale è affidato dal Direttore generale secondo le procedure previste dagli Accordi collettivi. Le competenze dei Responsabili di unità operativa semplice a valenza dipartimentale o distrettuale sono dettagliate nei rispettivi profili di ruolo, che descrivono le competenze scientifico-professionali, organizzative-gestionali e relazionali connesse all’incarico dirigenziale, cioè le responsabilità, le conoscenze, le capacità, gli atteggiamenti, le relazioni organizzative e i .comportamenti attesi. Tali competenze sono generali, comuni cioè a tutti i Responsabili di unità operativa semplice a valenza dipartimentale o distrettuale, e distintive per lo specifico incarico. Le competenze generali di un Responsabile di unità operativa semplice a valenza dipartimentale o distrettuale sono riconducibili a quelle del Direttore di unità operativa complessa, descritte all’art. 26, ferme restando le diverse condizioni giuridiche ed economiche previste dalla normativa vigente. Nello svolgimento delle sue funzioni, il Responsabile di unità operativa semplice a valenza dipartimentale o distrettuale riferisce al Direttore di dipartimento strutturale nel quale è inserita la stessa unità operativa. Se l’unità operativa non appartiene a nessun dipartimento strutturale, il Responsabile di unità operativa semplice a valenza dipartimentale o distrettuale riferisce al Direttore della struttura aziendale per l’erogazione dei livelli di assistenza nella quale è inserito o al rispettivo Direttore per le unità operative in staff della Direzione aziendale. Tali soggetti: • danno indicazioni al Direttore di unità operativa semplice a valenza dipartimentale o distrettuale affinché la gestione sia coerente con la struttura di appartenenza e con le strategie aziendali complessive; • svolgono, per quanto di competenza, gli adempimenti connessi alla gestione dei rischi nell’unità operativa semplice a valenza dipartimentale o distrettuale in materia di sicurezza sul lavoro, pagina 30 di 88 • • sicurezza clinica, tutela dei dati e privacy, sicurezza amministrativa-contabile, trasparenza e integrità della pubblica amministrazione; svolgono nei confronti del Direttore di unità operativa semplice a valenza dipartimentale o distrettuale le seguenti attività: programmazione delle presenze/assenze, verifica dell’incompatibilità tra l’attività istituzionale e l’eventuale svolgimento di attività in libera professione, espressione del parere relativo all’eventuale svolgimento di incarichi per prestazioni non comprese nei compiti e doveri d’ufficio; valutazione degli incarichi e degli obiettivi; avvio di eventuali procedimenti disciplinari; esercitano, in maniera straordinaria e temporanea, il potere sostitutivo nell’esercizio delle funzioni proprie del Direttore di unità operativa semplice a valenza dipartimentale o distrettuale in caso di inerzia o di assenza contemporanea dello stesso e del suo sostituto, fatto salvo il rispetto delle specifiche competenze scientifico-professionali. 29. Le unità operative semplici Le unità operative semplici sono articolazioni aziendali che, all’interno di unità operative più complesse, aggregano competenze professionali e risorse umane, tecnologiche e finanziarie finalizzate allo svolgimento di specifiche funzioni. Per quanto riguarda la tipologia delle attività, le unità operative semplici dell’Azienda ULSS 18 possono essere di tipo assistenziale e di tipo professionale, tecnico e amministrativo. Le unità operative semplici sono stabilite dal Direttore generale sulla base di propri decreti e sono definite in primo luogo sulla base della programmazione regionale. Il criterio generale utilizzato per individuare altre unità operative semplici non espressamente previste dalla programmazione regionale è la necessità di evidenziare, all’interno di una unità operativa esistente, uno o più aggregati di attività e risorse che, per motivi assistenziali e/o scientifico-professionali e/o organizzativi e/o strutturali e/o normativo-programmatori, necessitano di un certo grado di autonomia all’interno dell’unità operativa di appartenenza. Le unità operative semplici sono guidate da un Responsabile cui compete, in stretta relazione con il Direttore della unità operativa di appartenenza, sia la gestione degli aspetti professionali specifici (per esempio, la cura del malati, la prevenzione delle malattie, lo svolgimento di un procedimento amministrativo, ecc.) e sia la gestione del personale e delle altre risorse materiali affidate per il raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi prefissati. Quest’ultima responsabilità gestionale non comporta un distinto e autonomo budget e gli obiettivi e le risorse sono definiti tra il Responsabile dell’unità operativa semplice e il Direttore dell’unità operativa di appartenenza. 30. Il responsabile di unità operative semplice L’incarico di Responsabile di unità operativa semplice è affidato dal Direttore generale secondo le procedure previste dagli Accordi collettivi. Le competenze dei Responsabili di unità operativa semplice sono dettagliate nei rispettivi profili di ruolo, che descrivono le competenze scientifico-professionali, organizzative-gestionali e relazionali connesse all’incarico dirigenziale, cioè le responsabilità, le conoscenze, le capacità, gli atteggiamenti, le relazioni organizzative e i comportamenti attesi. Tali competenze sono generali, comuni cioè a tutti i Responsabili di unità operativa semplice e distintive per lo specifico incarico. Le competenze generali del Responsabile di unità operativa semplice sono quelle di coadiuvare il Direttore dell’unità operativa di appartenenza nello svolgimento delle proprie funzioni, con riferimento specifico all’unità operativa di cui ha la responsabilità. pagina 31 di 88 CAPO III I DIPARTIMENTI 31. Tipologie di dipartimenti L’organizzazione dipartimentale rappresenta il modello ordinario di gestione delle attività a cui fare riferimento in ogni ambito del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), con la finalità di assicurare una buona gestione amministrativa e finanziaria e di dare concreta attuazione alle politiche della governance clinica e della governance integrata. In generale, il Dipartimento è un’organizzazione integrata di unità operative omogenee, affini o complementari, ciascuna con propri obiettivi specifici, ma che concorrono al perseguimento di comuni obiettivi assistenziali e tecnico-amministrativi. I dipartimenti possono essere classificati in modi diversi, a seconda degli elementi che vengono via via considerati (vedi anche il documento “I dipartimenti ospedalieri nel Servizio Sanitario Nazionale” pubblicato dal Ministero della Salute nel 2007): Elementi considerati Rapporto del dipartimento con le strutture aziendali e non aziendali Tipologia delle attività svolte dal dipartimento Rapporto del dipartimento con le strutture aziendali per l’erogazione dei livelli di assistenza Tipologie di dipartimenti ▪Dipartimenti aziendali ▪costituiti da unità operative / funzioni della stessa azienda sanitaria ▪Dipartimenti interaziendali ▪derivano dall’aggregazione di unità operative / funzioni appartenenti ad aziende sanitarie diverse ▪Dipartimenti interistituzionali ▪derivano dall’aggregazione di unità operative / funzioni appartenenti ad aziende sanitarie e ad altre organizzazioni ▪Dipartimenti assistenziali ▪caratterizzati dallo svolgimento di attività assistenziali ▪Dipartimenti professionali e tecnico-amministrativi ▪caratterizzati dallo svolgimento di attività professionali, tecniche e amministrative ▪Dipartimenti ospedalieri/distrettuali/di prevenzione ▪costituiti esclusivamente da unità operative / funzioni appartenenti all’ospedale/distretto/di prevenzione ▪Dipartimenti transmurali ▪costituiti da unità operative / funzioni che appartengono a strutture diverse di erogazione dei livelli di assistenza ▪Dipartimenti strutturali ▪favorire la gestione comune delle risorse, aggregando unità operative strutturalmente omogenee sotto il profilo delle attività svolte e/o del personale e/o delle tecnologie e/o degli spazi utilizzati, ecc. ▪Dipartimenti funzionali ▪favorire il coordinamento di attività per perseguire obiettivi trasversali comuni, aggregando unità operative / funzioni anche non strutturalmente omogenee tra di loro, appartenenti anche a dipartimenti strutturali diversi Scopi del dipartimento Responsabilità gerarchica Caratteristiche dei dipartimenti ▪Dipartimenti verticali, gerarchici ▪vi è una gestione gerarchica delle unità operative del dipartimento, con organizzazione e responsabilità definite pagina 32 di 88 ▪ciascuna unità operativa può appartenere a un solo dipartimento verticale ▪Dipartimenti orizzontali, di coordinamento ▪vi è un coordinamento trasversale delle attività e le unità operative mantengono la propria autonomia ▪sono costituiti da unità operative/funzioni che possono appartenere a dipartimenti verticali diversi Dal punto di vista del modello organizzativo, i dipartimenti dell’Azienda ULSS 18 possono quindi essere sia strutturali che funzionali. I dipartimenti strutturali hanno la responsabilità gestionale diretta delle risorse loro assegnate e sono quindi di tipo verticale e gerarchico. I dipartimenti funzionali hanno invece come obiettivo principale quello di migliorare le pratiche assistenziali, la presa in carico del paziente, l’integrazione multi professionale e multidisciplinare, le procedure tecnico-amministrative: sono quindi dipartimenti di tipo orizzontale e di coordinamento. Per quanto riguarda la tipologia delle attività, i dipartimenti dell’Azienda ULSS 18 possono essere sia di tipo assistenziale che di tipo professionale, tecnico e amministrativo. I dipartimenti assistenziali possono a loro volta essere riferiti alla stessa struttura aziendale per l’erogazione dei livelli di assistenza, o transmurali se comprendono unità operative che appartengono a strutture di erogazione diverse. Dal punto di vista del rapporto con le altre organizzazioni, i dipartimenti dell’Azienda ULSS 18 possono essere aziendali, interaziendali e interistituzionali. I dipartimenti aziendali operano per tutta l'Azienda ULSS 18, garantendo la sicurezza, la qualità, l’efficacia e l’efficienza delle prestazioni e utilizzando il personale e le altre risorse anche su più sedi o strutture. I dipartimenti interaziendali e interistituzionali, che vengono invece costituiti per la realizzazione di specifici obiettivi a valenza sovraziendale, possono coinvolgere rispettivamente altre aziende sanitarie e/o altre organizzazioni e istituzioni della comunità. 32. Il dipartimento strutturale aziendale Il Dipartimento strutturale aziendale è un aggregato gerarchico di unità operative complesse e unità operative semplici a valenza dipartimentale, il cui scopo è la gestione comune, efficace, efficiente e appropriata delle risorse per lo svolgimento delle rispettive attività istituzionali. I Dipartimenti strutturali aziendali possono essere sia di tipo assistenziale che professionale, tecnico e amministrativo. Ogni unità operativa complessa e semplice a valenza dipartimentale può far parte di un solo dipartimento strutturale aziendale. I Dipartimenti strutturali aziendali sono stabiliti dall’Atto aziendale e sono definiti in primo luogo sulla base della programmazione regionale. Il criterio generale per individuare altri dipartimenti strutturali aziendali non espressamente previsti dalla programmazione regionale è la necessità di aggregare unità operative che, per motivi assistenziali e/o scientifico-professionali e/o organizzativi e/o strutturali e/o normativo-programmatori, consentano integrazioni e sinergie sul piano dello svolgimento delle attività e dell’utilizzo delle risorse, anche in considerazione dell’evoluzione epidemiologica, assistenziale, organizzativa e normativa. Date le caratteristiche distintive di gestione operativa delle risorse assegnate (personale, spazi, attrezzature, modelli organizzativi, materiali, servizi, ecc.), il funzionamento del Dipartimento strutturale aziendale è normato da un proprio Regolamento, proposto dal Direttore di dipartimento sulla base di uno “Schema aziendale di Regolamento per i dipartimenti strutturali aziendali” e di eventuali indicazioni specifiche derivanti dalla programmazione nazionale e regionale; nella preparaziopagina 33 di 88 ne del Regolamento, il Direttore coinvolge tutte le componenti aziendali dipartimentali e i livelli gerarchici superiori. Lo “Schema aziendale di Regolamento per i dipartimenti strutturali aziendali” e i conseguenti Regolamenti di dipartimento sono approvati con propri decreti dal Direttore generale. Le risorse assegnate al Dipartimento strutturale aziendale (per esempio, personale, spazi, attrezzature sanitarie, dotazioni informatiche, ecc.) possono essere attribuite in modo specifico alle singole unità operative complesse e semplici dipartimentali, oppure essere gestite in maniera comune a livello intra-dipartimentale, per favorire l’integrazione delle funzioni (assistenziali, professionali, tecniche e amministrative) e una gestione efficiente delle risorse stesse. Per quanto riguarda invece la gestione unitaria e/o condivisa di processi assistenziali e di risorse tra dipartimenti diversi, possono essere definiti specifici accordi interdipartimentali per sviluppare tutte le possibili sinergie operative. 33. Il Direttore del dipartimento strutturale aziendale Date le sue caratteristiche gerarchiche, il Dipartimento strutturale aziendale è guidato da un Direttore nominato dal Direttore generale fra i dirigenti con incarico di direzione delle unità operative complesse aggregate nel dipartimento stesso; il Direttore di dipartimento strutturale aziendale rimane titolare della unità operativa complessa cui è preposto. Come previsto dalla DGRV 2271/2013, l’incarico di Direttore di dipartimento strutturale aziendale dura due anni, è sottoposto a verifica ed è rinnovabile, con l’eccezione del Dipartimento di prevenzione, per il quale è prevista una durata triennale e l’impossibilità di effettuare più di due mandati consecutivi nella stessa Azienda ULSS. Al Direttore del dipartimento strutturale aziendale spetta la relativa indennità di posizione prevista dal vigente CCNL per la direzione di dipartimento strutturale aziendale. L’incarico di Direttore di dipartimento strutturale aziendale comporta l'attribuzione sia di responsabilità professionali (in materia clinico-organizzativa o della prevenzione o nell’area professionale, tecnica e amministrativa, nel rispetto delle competenze proprie delle discipline che caratterizzano il Dipartimento stesso) e sia di responsabilità gestionali in ordine alla razionale e corretta programmazione e gestione della risorse assegnate per la realizzazione degli obiettivi attribuiti. A tal fine, il Direttore di dipartimento strutturale aziendale predispone annualmente il piano delle attività e dell'utilizzazione delle risorse disponibili, a seguito della negoziazione con la Direzione aziendale nell'ambito della programmazione aziendale (budget). La realizzazione delle attività dipartimentali e le funzioni di monitoraggio e di verifica sono assicurate dal Direttore di dipartimento strutturale aziendale, con la partecipazione attiva degli altri dirigenti e degli operatori assegnati al dipartimento. Le competenze dei Direttori di dipartimento strutturale aziendale sono dettagliate nei rispettivi profili di ruolo, che descrivono le competenze scientifico-professionali, organizzative-gestionali e relazionali connesse all’incarico dirigenziale, cioè le responsabilità, le conoscenze, le capacità, gli atteggiamenti, le relazioni organizzative e i comportamenti attesi. Tali competenze sono generali, comuni cioè a tutti i Direttori di dipartimento strutturale, e distintive per lo specifico incarico. Le competenze generali di un Direttore di dipartimento strutturale aziendale sono riconducibili ai seguenti fattori: • LEADERSHIP: − mantenere i rapporti tra le unità operative del dipartimento e i livelli gerarchici superiori; − identificare e promuovere attivamente i cambiamenti professionali, organizzativi e relazionali necessari alla realizzazione della missione, della visione, dei valori di riferimento e delle strategie Dipartimento strutturale affidato; pagina 34 di 88 svolgere il proprio ruolo nel rispetto dell’integrità della Pubblica amministrazione e contribuire a minimizzare nell’attività dipartimentale i rischi in materia di conflitto di interessi, incompatibilità, non trasparenza e corruzione; − curare e garantire la correttezza delle attività di comunicazione esterna relativamente ai temi propri del Dipartimento strutturale affidato, in applicazione dei regolamenti aziendali; GESTIONE DELLE STRATEGIE: − definire le strategie di sviluppo del Dipartimento strutturale affidato e collaborare nello sviluppo di quelle aziendali; GESTIONE DEL PERSONALE: − curare gli adempimenti previsti dal Sistema aziendale di gestione per la sicurezza dei lavoratori e supportare i direttori delle unità operative complesse e dei responsabili delle unità operative semplici dipartimentali nell’attuazione delle relative misure di prevenzione; − svolgere una costante attività di informazione e coinvolgimento dei direttori delle unità operative complesse e dei responsabili delle unità operative semplici dipartimentali, anche attraverso il coinvolgimento del Comitato di dipartimento; − contribuire all’analisi dei fabbisogni formativi del personale delle unità operative del Dipartimento affidato e alla realizzazione delle attività di formazione continua, anche attraverso il coinvolgimento del Comitato di dipartimento; − svolgere, nei confronti dei direttori delle unità operative complesse e dei responsabili delle unità operative semplici dipartimentali, le attività di competenza relative alla gestione dell’orario di lavoro, delle attività libero-professionali, degli incarichi per prestazioni non comprese nei compiti e doveri d’ufficio, del processo di affidamento, monitoraggio e valutazione degli incarichi e degli eventuali procedimenti disciplinari; − svolgere, nei confronti di tutto il personale dipartimentale non assegnato a specifiche unità operative, le attività di competenza relative alla sicurezza sul lavoro, all’informazione e al coinvolgimento, alla formazione, alla gestione della privacy, delll’orario di lavoro, delle attività libero-professionali, degli incarichi per prestazioni non comprese nei compiti e doveri d’ufficio, del processo di affidamento, monitoraggio e valutazione degli incarichi e degli eventuali procedimenti disciplinari; GESTIONE DI RISORSE E ALLEANZE: − negoziare, con i livelli gerarchici superiori, il budget del Dipartimento strutturale nel suo complesso e delle unità operative che lo compongono (attività e risorse), d’intesa con i direttori delle unità operative complesse e i responsabili delle unità operative semplici dipartimentali; − perseguire gli obiettivi assegnati direttamente al Dipartimento strutturale e coordinare le unità operative che lo compongono nel perseguimento dei rispettivi obiettivi; − monitorare il raggiungimento degli obiettivi, i risultati delle attività e la qualità delle prestazioni erogate e delle attività svolte, in funzione delle risorse disponibili, promuovendo lo sviluppo di eventuali azioni correttive da parte delle singole unità operative del dipartimento; − valutare il raggiungimento degli obiettivi di budget da parte delle singole unità operative del dipartimento; − svolgere, per gli aspetti di competenza, le attività relative ai programmi regionali di autorizzazione alla realizzazione, autorizzazione all’esercizio e di accreditamento istituzionale delle attività dipartimentali, vigilando affinché le attività del Dipartimento strutturale affidato vengano svolte nel rispetto dei requisiti regionali e delle eventuali prescrizioni; − svolgere, per gli aspetti di competenza, le attività previste dalle procedure aziendali per la gestione delle attrezzature sanitarie e non sanitarie; − svolgere, per gli aspetti di competenza, le attività previste dal Sistema aziendale per la protezione dei dati e la privacy e contribuire a minimizzare il rischio in tali ambiti; − supportare la Direzione aziendale nella informatizzazione dei processi e della documentazione dipartimentale (sanitaria e tecnico-amministrativa) del Dipartimento strutturale affidato; − favorire lo sviluppo delle eventuali e opportune interfacce collaborative e funzionali tra il Dipartimento strutturale affidato, le altre strutture aziendali e le altre componenti del Servizio Socio-Sanitario Regionale, le altre componenti della comunità, i fornitori di servizi che collaborano direttamente con le strutture nello svolgimento delle attività istituzionali e le organizzazioni scientifiche e professionali e di riferimento del strutturale affidato; GESTIONE DI ATTIVITÀ, PRESTAZIONI E PROCESSI: − • • • • pagina 35 di 88 − − − − − − − garantire l’applicazione degli specifici aspetti normativi relativi alla gestione del Dipartimento strutturale affidato, nel rispetto della programmazione nazionale e regionale; svolgere, per gli aspetti di competenza, le attività previste dal Sistema aziendale per la sicurezza dei pazienti e contribuire a minimizzare i rischi clinici connessi alle attività dipartimentali; svolgere, per gli aspetti di competenza, le attività previste dal Sistema aziendale di controllo interno e contribuire a minimizzare i rischi amministrativo-contabili connessi alle attività dipartimentali; favorire lo sviluppo delle attività dipartimentali secondo un approccio di processo, multiprofessionale e multidimensionale; favorire e supportare l’adattamento locale e l’applicazione di documenti di indirizzo assistenziale e organizzativo basati su prove di efficacia (efficacia teorica = efficacy); favorire e supportare lo svolgimento di attività di valutazione della performance ottenuti dalle prestazioni e dai processi realizzati (efficacia nella pratica = effectiveness); favorire e supportare le attività di miglioramento continuo delle attività dipartimentali. Nello svolgimento delle loro funzioni, i Direttori dei dipartimenti strutturali aziendali possono avvalersi della collaborazione di referenti dipartimentali per le professioni sanitarie, che dipendono gerarchicamente dai Servizi ospedaliero e territoriale per le professioni sanitarie. I Direttori dei dipartimenti strutturali aziendali inseriti in una struttura aziendale per l’erogazione dei livelli di assistenza riferiscono al Direttore della rispettiva struttura di appartenenza (per esempio, il Direttore di un dipartimento ospedaliero riferisce al Direttore della funzione ospedaliera); il Direttore del Dipartimento di prevenzione e il Direttore della funzione ospedaliera riferiscono al Direttore sanitario; il Direttore del Dipartimento di salute mentale e il Direttore del Distretto socio-sanitario riferiscono al Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale; i Direttori dei Dipartimenti strutturali aziendali dell’area professionale, tecnica e amministrativa riferiscono al Direttore amministrativo. I soggetti cui riferiscono i Direttori di dipartimento: • danno indicazioni al Direttore di dipartimento affinché la gestione sia coerente con la struttura di appartenenza e con le strategie aziendali complessive; • svolgono, per quanto di competenza, gli adempimenti connessi alla gestione dei rischi nel dipartimento in materia di sicurezza sul lavoro, sicurezza clinica, tutela dei dati e privacy, sicurezza amministrativa-contabile, trasparenza e integrità della pubblica amministrazione; • svolgono nei confronti del Direttore di dipartimento le seguenti attività: programmazione delle presenze/assenze, verifica dell’incompatibilità tra l’attività istituzionale e l’eventuale svolgimento di attività in libera professione, espressione del parere relativo all’eventuale svolgimento di incarichi per prestazioni non comprese nei compiti e doveri d’ufficio; valutazione degli incarichi e degli obiettivi; avvio di eventuali procedimenti disciplinari; • esercitano, in maniera straordinaria e temporanea, il potere sostitutivo nell’esercizio delle funzioni proprie del Direttore di dipartimento in caso di inerzia o di assenza contemporanea dello stesso e del suo sostituto, fatto salvo il rispetto delle specifiche competenze scientifico-professionali 34. Il dipartimento funzionale aziendale Il dipartimento funzionale aziendale è un aggregato di attività svolte da strutture diverse tra di loro, il cui scopo è il raggiungimento coordinato di un obiettivo trasversale e comune a tutte le strutture coinvolte (assistenziali o tecnico-amministrative). Poiché per “struttura” si intende qualsiasi articolazione aziendale alla quale è affidata una specifica responsabilità di gestione di risorse (umane, tecniche o finanziarie), il Dipartimento funzionale di coordinamento non è una struttura in senso stretto, ma piuttosto deve essere considerato una “forma organizzativa di coordinamento” in grado di sostenere processi aziendali complessi, flessibile e adattativa rispetto alla dinamicità evolutiva delle realtà assistenziali, professionali, tecniche e ammnistrative. pagina 36 di 88 I Dipartimenti funzionali aziendali sono stabiliti dall’Atto aziendale e sono definiti in primo luogo sulla base della programmazione regionale. Il criterio generale per individuare altri dipartimenti funzionali aziendali non espressamente previsti dalla programmazione regionale è la necessità di coordinare attività svolte da unità operative semplici e complesse aziendali per raggiungere obiettivi di miglioramento dell’assistenza e di razionalizzazione nell’uso delle risorse.. Il funzionamento del Dipartimento funzionale aziendale è normato da un Regolamento, proposto dal Coordinatore di dipartimento sulla base di uno “Schema aziendale di Regolamento per i dipartimenti funzionali aziendali”, sentite e coinvolte tutte le componenti aziendali coinvolte nell’azione dipartimentale. Il Regolamento è approvato con proprio decreto dal Direttore generale. 35. Il Coordinatore del dipartimento funzionale aziendale Date le caratteristiche di coordinamento, il Dipartimento funzionale aziendale è guidato da un Coordinatore, nominato dal Direttore generale fra i dirigenti con incarico di direzione delle unità operative complesse aggregate nel dipartimento stesso; il Coordinatore di dipartimento funzionale rimane titolare della unità operativa complessa cui è preposto. L’incarico di Coordinatore di dipartimento funzionale aziendale è sottoposto a verifica ed è rinnovabile. L’incarico di Coordinatore di Dipartimento funzionale comporta esclusivamente l'attribuzione di responsabilità di coordinamento delle attività svolte dalle singole unità operative dipartimentali, che perseguono comuni finalità e sono quindi tra loro interdipendenti, pur mantenendo la propria autonomia e responsabilità tecnico-funzionale e gestionale. Tutte le responsabilità connesse alla sicurezza e alla gestione delle risorse (personale, spazi, attrezzature, dispositivi medici, dotazioni informatiche, ecc.) restano quindi in capo al singoli direttori/responsabili delle unità operative che compongono il dipartimento funzionale. Per questo, al Coordinatore del Dipartimento funzionale aziendale non spetta l’indennità di posizione per la direzione di dipartimento strutturale aziendale. Tale incarico di Coordinatore può essere invece valorizzato con sistemi incentivanti riconducibili all’indennità di risultato, a fronte del raggiungimento di specifici obiettivi di coordinamento annualmente definiti dalla Direzione aziendale. Le competenze dei Coordinatori di dipartimento funzionale sono dettagliate nei rispettivi profili di ruolo, che descrivono le competenze scientifico-professionali, organizzative-gestionali e relazionali connesse all’incarico dirigenziale, cioè le responsabilità, le conoscenze, le capacità, gli atteggiamenti, le relazioni organizzative e i comportamenti attesi. Tali competenze sono generali, comuni cioè a tutti i Coordinatori di dipartimento funzionale, e distintive per lo specifico incarico. Accanto alle competenze generali proprie del coordinatore di processo aziendale, descritte all’art. 38 del presente Atto aziendale, il Coordinatore del dipartimento funzionale svolge le seguenti funzioni distintive: • applica le direttive nazionali e regionali nelle specifiche materie coordinate dal dipartimento funzionale; • garantisce la continuità assistenziale e l’appropriatezza delle prestazioni, dei processi e delle attività erogati da tutte le componenti del dipartimento; • coordina la rete complessiva delle attività dipartimentali; • preside il Comitato di dipartimento. Nello svolgimento delle sue funzioni, il Coordinatore del dipartimento funzionale riferisce alla Direzione aziendale, coordinandosi di volta in volta con i Direttori delle strutture aziendali per l’erogazione dei livelli di assistenza (Prevenzione, Distretto, Ospedale, Salute mentale) e con i responsabili delle unità operative professionali, tecniche, amministrative e di staff. pagina 37 di 88 36. I dipartimenti funzionali interaziendali e interistituzionali Per perseguire obiettivi di miglioramento dell’efficacia assistenziale e dell’efficienza operativa, l’Azienda ULSS 18 può attivare Dipartimenti funzionali interaziendali, coinvolgendo altre strutture sanitarie pubbliche provinciali e regionali, e Dipartimenti funzionali interistituzionali, coinvolgendo anche strutture sanitarie private accreditate o altre organizzazioni non sanitarie che possono comunque contribuire al raggiungimento della mission aziendale (per esempio, i dipartimenti funzionali per le dipendenze e di riabilitazione). I dipartimenti funzionali interaziendali e interistituzionali possono essere attivati sulla base di puntuali indicazioni regionali e vengono resi operativi a seguito di formali accordi tra le organizzazioni coinvolte. Tali accordi devono prevedere l’adozione di specifici Regolamenti che esplicitano gli obiettivi generali di tali dipartimenti, le procedure di nomina e il profilo di ruolo del Coordinatore di dipartimento, le modalità di coordinamento, l’eventuale svolgimento di attività in comune, l’eventuale gestione di risorse in comune e, ove applicabili, le modalità di applicazione operativa dei sistemi di gestione dei rischi di cui all’art. 64 del presente Atto aziendale. I dipartimenti funzionali interaziendali e interistituzionali rappresentano uno strumento cui affidare il compito di perseguire le finalità e gli obiettivi di collaborazione e integrazione concordati tra le organizzazioni aderenti, sia sul piano assistenziale che su quello tecnico-amministrativo. L’incarico di Coordinatore di Dipartimento funzionale interaziendale e interistituzionale comporta esclusivamente l'attribuzione di responsabilità di coordinamento delle attività svolte dalle strutture dipartimentali. Tutte le responsabilità connesse alla gestione delle risorse (personale, spazi, attrezzature, dotazioni informatiche, ecc.) restano in capo al singoli direttori/responsabili delle strutture che compongono il dipartimento funzionale. Per questo, al Coordinatore dei Dipartimenti funzionali interaziendali e interistituzionali non spetta l’indennità di posizione per la direzione di dipartimento strutturale aziendale. Tale incarico di Coordinatore può essere invece valorizzato con sistemi incentivanti riconducibili all’indennità di risultato, a fronte del raggiungimento di specifici obiettivi di coordinamento annualmente definiti dalla Direzione aziendale. CAPO IV I PROCESSI AZIENDALI 37. I processi aziendali In generale, un processo è un insieme di attività correlate e interagenti, necessarie a trasformare degli elementi di partenza (input) in risultati finali (output). Nelle organizzazioni complesse, esistono processi che comprendono numerose attività, svolte in modo trasversale da strutture diverse tra di loro: i processi aziendali sono quindi modalità integrate di coordinamento di attività assistenziali e/o professionali, tecniche e amministrative che, pur svolte da strutture aziendali diverse e anche da strutture non aziendali, sono finalizzate a ottenere un obiettivo finale comune. I processi aziendali possono essere sostenuti da modalità organizzative diverse tra loro. Esempi di processi aziendali sono: • le attività svolte dai sistemi per la gestione dei rischi (salute e sicurezza dei lavoratori; sicurezza dei pazienti; protezione dei dati e privacy; correttezza amministrativa e contabile; trasparenza e integrità della pubblica amministrazione); pagina 38 di 88 • • • • • le attività svolte dai dipartimenti funzionali e dalle aree funzionali (per esempio, materno-infantile ed età evolutiva, anziani, tossicodipendenze e alcolismo, salute mentale, handicap, dipendenze, sicurezza alimentare, riabilitazione, ecc.); le attività svolte dalle reti assistenziali per specifiche patologie (per esempio, i percorsi assistenziali per ictus, infarto miocardico, diabete, malattie rare, frattura di femore, ecc.); le attività svolte da programmi e progetti assistenziali complessi (per esempio, gli screening oncologici, la promozione della salute, la prevenzione delle malattie cronico-degenerative, ecc.); le attività svolte da programmi e progetti tecnico-amministrativi complessi (per esempio, la certificazione del bilancio, la gestione in outsourcing di beni e servizi, ecc.); le attività svolte da programmi e progetti integrati (per esempio, la gestione della specialistica ambulatoriale, la gestione dell’assistenza farmaceutica, la gestione dei dispositivi medici, la gestione delle attrezzature sanitarie, l’implementazione del fascicolo socio-sanitario regionale, ecc.). I processi aziendali sono guidati da un coordinatore di processo (il cosiddetto “owner” descritto nella letteratura gestionale). Il coordinatore di processo aziendale non ha di per sé competenza gerarchica sulle strutture/funzioni/organizzazioni che a vario titolo sono coinvolti nel processo aziendale, ma rappresenta un elemento funzionale di integrazione, coordinamento e supporto alla Direzione aziendale nelle fasi di pianificazione, realizzazione, controllo, valutazione e riesame del processo stesso. 38. Il coordinatore di processo aziendale In presenza di processi aziendali rilevanti (per esempio, per la complessità delle attività svolte, per la numerosità delle unità operative coinvolte, per l’entità delle risorse in gioco, per la necessità di implementare nuovi processi, ecc.), la Direzione aziendale può attribuire incarichi di coordinatore di processo aziendale. Le competenze dei coordinatori di processo aziendale sono dettagliate nei rispettivi profili di ruolo, che descrivono le competenze professionali, organizzative e relazionali connesse all’incarico, cioè le responsabilità, le conoscenze, le capacità, gli atteggiamenti, le relazioni organizzative e i comportamenti attesi. Tali competenze sono generali, comuni cioè a tutti i coordinatori di processo aziendale, e distintive per lo specifico processo. Le competenze generali connesse all’incarico di coordinatore di processo aziendale sono le seguenti: • promuovere una visione unitaria e trasversale del processo aziendale considerato, mantenendone costantemente aggiornata la “mappa” (strutture e professionisti coinvolti, attività e procedure, analisi della performance e dei rischi); • coordinare le attività delle singole strutture aziendali e degli eventuali soggetti esterni che concorrono a realizzare il processo aziendale, promuovendo lo sviluppo delle interfacce necessarie a garantirne la continuità; • riferire alla Direzione aziendale i risultati complessivi del processo aziendale, collaborando con essa nello sviluppo di piani di miglioramento della performance e di contenimento dei rischi, integrati con il processo di budget/performance e con la gestione di contratti/convenzioni; • collaborare all’analisi dei fabbisogni formativi e alla progettazione degli eventi formativi relativi al processo aziendale; • curare la redazione e l’aggiornamento del sito internet/intranet relativamente al processo aziendale considerato. Coerentemente con la natura funzionale dei processi aziendali, per lo svolgimento delle sue funzioni il coordinatore di processo non utilizzerà gli strumenti gerarchici propri della gestione di strutture (per esempio, comitati permanenti, ordini di servizio, budget specifici, valutazione del personale, ordini di servizio, ecc.), ma utilizzerà modalità di gestione più snelle quali, per esempio, riunioni di coordinamento, contatti individuali e/o confronto con i dirigenti e il personale coinvolti, adozione pagina 39 di 88 condivisa di procedure e altri documenti, analisi dei dati provenienti dal processo, attività formative, integrazione con i normali canali di gestione del personale, delle risorse e delle alleanze, ecc.. Nello svolgimento delle sue funzioni, il Coordinatore di processo aziendale riferisce alla Direzione aziendale, coordinandosi di volta in volta con i Direttori delle strutture aziendali di erogazione dei livelli di assistenza (Prevenzione, Distretto, Ospedale, Salute mentale) e con i responsabili delle unità operative professionali, tecniche, amministrative e di staff. L’incarico di Coordinatore di processo aziendale può essere valorizzato con sistemi incentivanti riconducibili all’indennità di risultato, a fronte del raggiungimento di specifici obiettivi di coordinamento annualmente definiti dalla Direzione aziendale, fermo restando le responsabilità, i poteri e le competenze proprie dei dirigenti coinvolti nel processo stesso. CAPO V IL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE 39. Il Dipartimento di prevenzione Il Dipartimento di prevenzione è la struttura tecnico-funzionale dell'Azienda ULSS 18 preposta alla promozione e alla tutela della salute della salute collettiva, che persegue obiettivi di promozione della salute, di prevenzione delle malattie e disabilità e di miglioramento della qualità della vita attraverso l‘erogazione del livello di assistenza “Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro”. Le funzioni garantite dal Dipartimento di prevenzione sono le seguenti: • profilassi delle malattie infettive e parassitarie; • tutela della collettività dai rischi sanitari degli ambienti di vita anche con riferimento agli effetti sanitari degli inquinanti ambientali; • tutela della collettività e dei singoli dai rischi infortunistici e sanitari connessi agli ambienti di lavoro; • sanità pubblica veterinaria, che comprende sorveglianza epidemiologica delle popolazioni animali e profilassi delle malattie infettive e parassitarie, farmacovigilanza veterinaria, igiene delle produzioni zootecniche, tutela igienico-sanitaria degli alimenti di origine animale; • tutela igienico-sanitaria degli alimenti; • sorveglianza e prevenzione nutrizionale; • valutazione e certificazione medico legale degli stati di disabilità e per finalità pubbliche. Il Dipartimento di prevenzione contribuisce ad assicurare, insieme con le altre strutture aziendali di erogazione, con i professionisti e le strutture convenzionate e con le altre componenti della comunità, anche le attività di promozione della salute e di prevenzione delle malattie cronico-degenerative. L’azione del Dipartimento di prevenzione si focalizza sui dati epidemiologici e sui determinanti di salute (sociali, economici, comportamentali e ambientali), che dipendono da fattori in larga misura esterni al sistema sanitario e possono causare diseguaglianze sistematiche nello stato di salute individuale e collettivo. Per tali attività, il Dipartimento di prevenzione assume un ruolo guida nell’Azienda e nella comunità per la promozione della salute: valorizzare le responsabilità sociali per la salute; valutare l’equità nei livelli di salute e nella erogazione dei servizi; sviluppare reti e alleanze con i comuni, le scuole, le imprese, il sindacato, le organizzazioni sociali e del volontariato; sostenere lo sviluppo di ambienti sociali (setting) per favorire la sicurezza, la salute e il benessere. pagina 40 di 88 L’azione del Dipartimento di prevenzione è basata sui principi internazionali della Health Promotion (promozione della salute) e dell’Evidence Based Health Care (assistenza sanitaria basata su prove di efficacia). Può essere impostata secondo i criteri dell’intervento diretto, oppure dello sviluppo e del coordinamento di iniziative intersettoriali, coinvolgendo le altre strutture aziendali, le altre strutture del SSSR e le altre componenti istituzionali e sociali della comunità che, a diverso titolo, possono essere coinvolte nella tutela della salute pubblica. Il Dipartimento di prevenzione, oltre alla tutela della salute nel territorio aziendale, svolge anche funzioni specifiche nell’attuazione degli indirizzi comunitari, nazionali e regionali in materia di salute della popolazione, di sicurezza degli alimenti, di benessere animale e gestione delle emergenze, perseguendo un modello organizzativo di rete, che prevede l’individuazione di alcune funzioni e attività da svolgersi su una dimensione sovra-aziendale, con livelli di integrazione intradipartimentale, interdipartimentale e interistituzionale. Le funzioni del Dipartimento di prevenzione implementabili su base interaziendale possono essere le seguenti: • osservazione epidemiologica; • attività di educazione e di promozione della salute; • definizione del rapporto ambiente-salute e promozione della salute associabile a fattori ambientali; • attuazione coordinata di progetti nazionali di prevenzione delle malattie e promozione della salute; • attività gestionali e operative in caso di emergenze epidemiche, ambientali o relative alla sicurezza dei lavoratori; • raccordo con le reti regionali di controllo delle emergenze territoriali; • prevenzione dei traumi da incidenti stradali e domestici; • pianificazione provinciale delle attività di controllo e promozione negli ambienti di lavoro tra pubbliche amministrazioni; • screening cardiovascolare e oncologico; • prevenzione delle malattie trasmesse da vettori; • sanità pubblica veterinaria; • sicurezza alimentare. Per perseguire obiettivi di miglioramento dell’efficacia assistenziale e dell’efficienza operativa del Dipartimento di prevenzione, possono essere attivate specifiche forme di collaborazione sia con altre strutture aziendali (per esempio, il Distretto socio-sanitario) e sia con altre aziende sanitarie, secondo le indicazioni regionali e sulla base di specifici accordi interaziendali. 40. Il Direttore del Dipartimento di prevenzione Alla struttura tecnico-funzionale Dipartimento di prevenzione è preposto un Direttore, nominato dal Direttore generale con provvedimento motivato e su proposta del Direttore sanitario, scelto tra i dirigenti con incarico di direzione di unità operativa complessa del Dipartimento stesso. Il direttore del Dipartimento di prevenzione rimane titolare della unità operativa complessa cui e' preposto. Il Direttore del Dipartimento di prevenzione ha un incarico di durata triennale sottoposto a verifica e non può effettuare più di due mandati consecutivi nella stessa Azienda ULSS. Il Direttore del Dipartimento di prevenzione individua il proprio vicario tra i dirigenti con incarico di direzione di unità operativa complessa del Dipartimento stesso. Il Dipartimento di prevenzione è un dipartimento di tipo strutturale gerarchico e quindi al Direttore della struttura Dipartimento di prevenzione spetta l’indennità di posizione prevista dal vigente CCNL per la direzione di dipartimento strutturale aziendale. pagina 41 di 88 Il Direttore del Dipartimento di prevenzione è il responsabile unico della gestione operativa dell’intera struttura e risponde alla Direzione aziendale, nella figura del Direttore sanitario, delle attività svolte dalle unità operative che lo compongono, dell’assetto organizzativo complessivo, del perseguimento degli obiettivi e della gestione del budget affidato. Le competenze del Direttore del Dipartimento di prevenzione sono dettagliate in uno specifico profilo di ruolo, coerentemente con quanto previsto dall’art 68 del presente Atto aziendale. Tali competenze sono sia generali, comuni cioè a tutti i Direttori di dipartimento strutturale e già descritte all’art. 33 del presente Atto aziendale, e sia distintive per lo specifico incarico. Le competenze distintive del Direttore del Dipartimento di prevenzione sono le seguenti: • negoziare, secondo le intese intercorse con i responsabili delle unità operative, il budget di Dipartimento con la Direzione aziendale e ripartire le risorse umane, strumentali e finanziarie sulla base degli obiettivi e dei piani di attività concordati; • verificare il perseguimento degli obiettivi, i risultati di attività e la qualità delle prestazioni erogate, nonché i relativi carichi di lavoro del personale, interagendo con i direttori delle unità operative del Dipartimento; • mantenere i rapporti con la Direzione aziendale, curare le attività di comunicazione esterna e promuovere la formazione di tutto il personale; • promuovere e coordinare l’attività programmatoria generale e di promozione ed educazione alla salute in ambito aziendale; • garantire il coordinamento dei programmi complessi di sanità pubblica, non riconducibili all’operatività delle singole unità operative; • promuovere protocolli di integrazione operativa intra-dipartimentale, intra-aziendale e inter-istituzionale per il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia; • in accordo con i responsabili delle unità operative, dettare indicazioni e disposizioni in relazione alla organizzazione interna e alle procedure per il rilascio degli atti a rilevanza esterna; • esercitare le funzioni valutative, previste dalla normativa vigente, nei confronti dei responsabili delle unità operative; • assumere funzioni di coordinamento in ordine a situazioni di emergenza che investono più unità operative del Dipartimento di prevenzione. 41. L’articolazione del Dipartimento di prevenzione Date le caratteristiche distintive di gestione operativa delle risorse assegnate (personale, spazi, attrezzature, modelli organizzativi, materiali, servizi, ecc.), il funzionamento del Dipartimento di Prevenzione è normato da un proprio Regolamento, proposto dal Direttore di dipartimento sulla base di uno “Schema aziendale di Regolamento per i dipartimenti strutturali aziendali” e di eventuali indicazioni specifiche derivanti dalla programmazione nazionale e regionale; nella preparazione del Regolamento, il Direttore coinvolge tutte le componenti aziendali dipartimentali e i livelli gerarchici superiori. Il Regolamento del Dipartimento di prevenzione è approvato con proprio decreto dal Direttore generale. Il Direttore del Dipartimento di prevenzione è affiancato dal Comitato di dipartimento, organo collegiale composto dai responsabili delle unità operative complesse e semplici a valenza dipartimentale, al fine dell’adozione di criteri uniformi di comportamenti e procedure, particolarmente per quanto riguarda gli atti a rilevanza esterna. Il Direttore del Dipartimento di prevenzione ha facoltà di integrare la composizione del Comitato di dipartimento occasionalmente o stabilmente con figure professionali preposte a funzioni di responsabilità, in ordine a specifiche soluzioni organizzative e di integrazione tra i servizi. All’interno del Dipartimento di prevenzione è costituito l’Osservatorio epidemiologico e di epidemiologia valutativa, posto in staff al Direttore del dipartimento stesso, con il compito di monitorare lo stato di salute della popolazione di riferimento, fornire informazioni utili al miglioramento della quapagina 42 di 88 lità dei servizi erogati da tutte le strutture aziendali, garantire i flussi delle informazioni epidemiologiche e sviluppare collaborazioni con altre strutture epidemiologiche. Coerentemente con quanto previsto dalla DGRV 2271/2013, all’interno del Dipartimento di prevenzione, viene istituita anche l’Area funzionale della sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare, a cui afferiscono i Servizi veterinari della sanità animale (SA), dell’igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasporto degli alimenti di origine animale e loro derivati (SIAOA), dell’igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche (SIAPZ) e il Servizio di igiene degli alimenti e nutrizione (SIAN). La componente specifica del SIAN relativa alla nutrizione concorre anche alle funzioni generali del Dipartimento di prevenzione relative alla sorveglianza e prevenzione nutrizionale e alla promozione della salute . A tale Area, assimilabile a un dipartimento funzionale di cui agli art. 34 e 35 del presente Atto aziendale, viene preposto un Coordinatore nominato dal Direttore generale su proposta del Direttore del dipartimento di prevenzione, scelto tra i responsabili di unità operativa complessa afferenti all'Area stessa. L’incarico di Coordinatore dell’Area funzionale della sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare è sottoposto a verifica ed è rinnovabile. L’articolazione della struttura tecnico-funzionale Dipartimento di prevenzione è descritto nella figura 4. Figura 4. Articolazione del Dipartimento di prevenzione Struttura tecnico-funzionale: DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Direttore del Dipartimento di Prevenzione DIREZIONE AZIENDALE UOS Osservatorio epidemiologico e di epidemiologia valutativa UOC Servizio di igiene e sanità pubblica Direttore generale Direttore sanitario Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale Funzioni di DIREZIONE Area funzionale della sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare Direttore amministrativo UOC SPISAL UOSD Servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione UOC Servizio di sanità animale UOS profilassi e polizia veterinaria UOSD Servizio di igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasporto degli alimenti di origine animale e loro derivati UOSD Servizio di igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche Funzioni di GESTIONE OPERATIVA pagina 43 di 88 CAPO VI IL DISTRETTO SOCIO-SANITARIO 42. Il Distretto socio-sanitario Il Distretto socio-sanitario è la struttura tecnico-funzionale attraverso cui l’Azienda ULSS 18 realizza l’integrazione tra i diversi servizi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali presenti nel territorio di competenza, per assicurare una risposta coordinata e continua ai bisogni socio-sanitari della popolazione con particolare riferimento alle aree ad elevata integrazione quali: anziani, disabili, salute mentale, dipendenze, area materno-infantile. È struttura dell’Azienda dotata di autonomia economico-finanziaria e gestionale, con attribuzione di specifico budget. Il Distretto socio-sanitario costituisce elemento portante dell’Azienda per i servizi socio-sanitari e assume un ruolo di riferimento diretto con gli Enti Locali e la società civile per quanto attiene il proprio territorio. Il Distretto socio-sanitario dell’Azienda ULSS 18 è unico ed ha le seguenti caratteristiche funzionali: • è il centro di riferimento per l’accesso a tutti i servizi dell’Azienda ULSS 18 e polo unificante di tutti i servizi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali territoriali: è la sede di gestione e coordinamento operativo ed organizzativo dei servizi territoriali; • assicura l’erogazione dell’assistenza territoriale (primary care) favorendo l’integrazione tra i servizi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali, al fine di garantire una risposta coordinata e continuativa ai bisogni socio-sanitari della comunità; • è l’articolazione organizzativo-funzionale dell’Azienda ULSS 18 che consente di governare i processi assistenziali alla persona, assicurando anche una integrazione fra istituzioni e gestendo in modo unitario diverse fonti di risorse derivanti dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e dal SSSR, dai Comuni, dalla solidarietà sociale. Il mandato fondamentale del Distretto socio-sanitario consiste nel rispondere in modo unitario e globale ai bisogni di salute della comunità, attraverso la definizione e la realizzazione di percorsi integrati di promozione della salute, di prevenzione, assistenza e riabilitazione che tengono conto della: • centralità del paziente, • sicurezza, • efficacia, • tempestività, • efficienza, • equità. Il Distretto socio-sanitario assicura l’assolvimento di tale mandato, nell’ambito delle indicazioni della Direzione aziendale e delle risorse assegnate, attraverso una strutturazione articolata e complessa, funzionale all’attuazione dei seguenti compiti: • analizzare e misurare i bisogni, stratificando la popolazione assistita sulla base delle criticità effettive (case-mix), decodificando i bisogni e trasformandoli in domande, definendo i livelli di complessità assistenziale e modelli organizzativi più efficaci/efficienti, nonché identificando i luoghi di cura più appropriati; • consolidare l’integrazione socio-sanitaria a garanzia della tutela della salute e del benessere della persona nella sua globalità, assicurando una presa in carico organizzata e coordinata; • programmare le attività territoriali sanitarie e sociosanitarie da inserire nel Programma delle Attività Territoriali (PAT) e promuovere l’integrazione con la programmazione territoriale dei Piani di Zona; pagina 44 di 88 • • • • • • • • • gestire in modo diretto i servizi e gli interventi che rientrano nel “livello di assistenza distrettuale”, avvalendosi di operatori e di unità operative proprie, oppure attraverso rapporti convenzionali con operatori o organizzazioni esterne; governare i consumi di prestazioni “indirette” (farmaceutiche, specialistiche ambulatoriali e ospedaliere), garantire l’assistenza h 24, 7 giorni su 7, prevedendo uno specifico modello di integrazione operativa tra le componenti della Medicina Convenzionata e i servizi distrettuali, ivi compreso un modello di assistenza domiciliare h 24; il coordinamento e l’integrazioni delle proprie attività con quelle delle altre strutture aziendali e dei dipartimenti; implementare in modo diffuso le Medicine di Gruppo Integrate, quali team multiprofessionali finalizzati a gestire efficacemente i bisogni della comunità di riferimento, perseguendo criteri di qualità relativi a: globalità, accessibilità e continuità, equità e attenzione alla persona, sostenibilità economica; definire e implementare i percorsi assistenziali per le principali patologie croniche e per l’assistenza alle persone fragili, affrontando la comorbosità in maniera integrata a livello distrettuale e ospedaliero, prevedendo un sistema di misurazione degli esiti; attivare idonei strumenti organizzativo-gestionali per garantire il passaggio del paziente da un luogo di cura a un altro o da un livello assistenziale a un altro, per assicurare la presa in carico dei pazienti complessi nell’arco delle 24h, per provvedere al monitoraggio in tempo reale dei percorsi assistenziale e connettere i professionisti (Centrale Operativa Territoriale); sviluppare l’integrazione funzionale e gestionale delle strutture di ricovero intermedie, delle strutture residenziali e semiresidenziali con i servizi distrettuali, estendendo l’attività sanitaria specialistica a supporto del Medico Convenzionato, rimodulando le unità di offerta per adeguarle alle esigenze assistenziali, sviluppando l’integrazione informativa attraverso l’implementazione di cartelle cliniche integrate con l’Azienda ULSS; consolidare il rapporto con gli Enti Locali per la definizione di politiche di welfare attraverso il Piano di Zona; utilizzare il budget come strumento gestionale sistematico, che presuppone un processo di negoziazione degli obiettivi e delle risorse disponibili su più livelli di responsabilità, finalizzati al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del sistema assistenziale. Per poter assolvere compiutamente a questi obiettivi, il Distretto socio-sanitario deve potenziare adeguatamente le competenze di governo (sviluppo e applicazione) dei percorsi assistenziali per patologie a più elevata prevalenza, secondo i principi e gli strumenti della governance clinica: • coinvolgimento degli assistiti; • linee guida cliniche e i percorsi assistenziali; • collaborazione multidisciplinare e multiprofessionale; • assistenza sanitaria, socio-sanitaria e sociale basata su prove di efficacia; • gestione del rischio clinico; • esiti e la loro misurazione; • audit clinico, ivi compresi gli aspetti organizzativi ed assistenziali; • ricerca e sviluppo; • formazione continua; • valutazione del personale. La realizzazione delle attività di governance clinica presuppone un approccio di sistema e, dunque, lo sviluppo di una forte competenza organizzativa che per il Distretto socio-sanitario si declina: • nello sviluppo dei servizi distrettuali, implementando connessioni funzionali con le altre strutture aziendali per l’erogazione dei livelli di assistenza (Ospedale, Dipartimento di Prevenzione, Dipartimento di salute mentale), nonché con le strutture del privato accreditato e con la rete degli attori locali; • nella responsabilità di mettere a disposizione tutte le risorse affinché il medico/pediatra di famiglia possa esercitare il proprio ruolo di referente principale per l’assistito, garantendo una risposta appropriata; • nella capacità di organizzare e presidiare il coinvolgimento funzionale di tutte le componenti della Medicina Convenzionata nel percorso assistenziale e di coordinare i servizi e i professiopagina 45 di 88 • nisti afferenti agli altri ambiti (ospedale, strutture residenziali e semiresidenziali, servizi sociali, ecc.) al fine di garantire una presa in carico coordinata e continuativa; nella capacità di favorire, conformemente alla programmazione aziendale, il coinvolgimento responsabile delle Amministrazioni locali nello sviluppo dell’assistenza territoriale, valorizzando le risorse della comunità locale. Le funzioni che afferiscono a livello distrettuale possono essere classificate in: a) sanitarie; b) amministrative; c) integrate socio-sanitarie. a) Funzioni sanitarie. Nel rispetto dei Livelli di Assistenza e dei principi di appropriatezza, qualità, efficacia ed efficienza delle prestazioni, le aree di offerta sanitaria distrettuale si articolano in: • assistenza medica primaria (medicina/pediatria di famiglia, continuità assistenziale); • assistenza infermieristica; • assistenza domiciliare e assistenza domiciliare integrata; • cure palliative; • assistenza farmaceutica; • assistenza specialistica ambulatoriale; • riabilitazione; • assistenza protesica ed assistenza integrativa; • assistenza penitenziaria; • assistenza neuropsichiatrica e psicologica infantile ed adolescenziale; • azioni di supporto nell’ambito della prevenzione delle malattie e della promozione della salute. b) Funzioni amministrative. Il Distretto Socio-Sanitario esercita direttamente la funzione amministrativa correlata all’accesso alle prestazioni sanitarie, all’integrazione fra settori e professionalità diverse, all’applicazione di normativa internazionale, nazionale e regionale, alla stesura dei necessari atti e pertanto svolge: • attività amministrative rivolte all’utenza (per esempio, rilascio tessere sanitarie, rilascio attestati di esenzione ticket, attività di prenotazione delle prestazioni specialistiche, scelta e revoca del medico, cassa, ecc.); • aggiornamento dell’anagrafe sanitaria. • attività amministrative rivolte al proprio interno, con valenza anche rispetto ad altri servizi centralizzati dell’Azienda ULSS; • attività amministrative in coordinamento e raccordo con altre strutture aziendali (per esempio, Ospedale, Dipartimento di prevenzione, Servizio farmaceutico, Gestione risorse in convenzione, ecc.) e con le strutture convenzionate. c) Funzioni integrate socio-sanitarie. Il Distretto socio-sanitario è la sede elettiva della integrazione dei servizi sanitari con quelli socio assistenziali. L’integrazione attuata a livello istituzionale, gestionale e professionale trova riscontro nelle seguenti aree: • assistenza consultoriale per la promozione e la tutela dell’infanzia e della famiglia, compresi la mediazione, l’affido e l’adozione; • assistenza scolastica e inserimento lavorativo per persone disabili, con dipendenza patologica e con sofferenza mentale; • assistenza residenziale e semiresidenziale nelle aree della disabilità, delle dipendenze, della salute mentale e dell’età evolutiva; • assistenza residenziale, semiresidenziale ed intermedia per adulti-anziani non autosufficienti; • assistenza sociale. L’Azienda ULSS 18 garantisce tali funzioni distrettuali attraverso il modello del Distretto unico, privilegiando la dimensione della uniformità gestionale e organizzativa, presupposti per una presa in carico coordinata e continuativa rispetto alla quale costituiscono elementi chiave: • l’impostazione del lavoro basata sul team multiprofessionale; pagina 46 di 88 • • il riconoscimento dell’Unità di valutazione multidimensionale (UVMD) quale luogo unitario di valutazione dei bisogni della persona nei casi più complessi per i quali è necessaria una valutazione multidimensionale e una presa in carico multiprofessionale, particolarmente frequente nelle aree ad alta integrazione socio-sanitaria; la definizione del Progetto Assistenziale Individualizzato (PAI) nel quale vengono definiti gli interventi assistenziali ed individuate le responsabilità dei soggetti e delle strutture coinvolte. 43. Il Direttore del Distretto socio-sanitario Al Distretto socio-sanitario è preposto il Direttore del Distretto socio-sanitario, in posizione gerarchicamente sovraordinata ai direttori/responsabili delle unità operative complesse e semplici a valenza distrettuale collocate nel Distretto stesso. Egli esercita la vigilanza e il potere disciplinare su tutto il personale assegnato ed è responsabile delle funzioni organizzative dell’intero Distretto socio-sanitario, nonché risponde del personale che funzionalmente interviene a vario titolo nell’ambito della attività distrettuale. Il Direttore del Distretto socio-sanitario è il responsabile unico della gestione operativa dell’intera struttura e risponde alla Direzione aziendale, nella figura del Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale, delle attività svolte dalle unità operative che lo compongono, dell’assetto organizzativo complessivo, del perseguimento degli obiettivi e della gestione del budget affidato. Le competenze del Direttore del Distretto socio-sanitario sono dettagliate in uno specifico profilo di ruolo, coerentemente con quanto previsto dall’art 68 del presente Atto aziendale. Tali competenze sono sia generali, assimilabili a quelle del Direttore di dipartimento strutturale e già descritte all’art. 33 del presente Atto aziendale, e sia distintive per lo specifico incarico. Le competenze distintive del Direttore del Distretto socio-sanitario sono le seguenti: • perseguire gli obiettivi di risultato e di attività concordati in sede di contrattazione budgetaria con la Direzione aziendale, con le risorse umane e finanziarie assegnate; con la medesima metodologia concorda attività, risultati e risorse con le strutture afferenti al Distretto; • organizzare servizi sanitari, socio-sanitari e sociali propri del Distretto; • coordinare le necessarie collaborazioni e organizzare le risorse affinché i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta svolgano il proprio ruolo di referente unico per l’assistito; • utilizzare lo strumento del budget per definire gli obiettivi e monitorare i relativi indicatori di risultato attribuiti alle UO distrettuali e alle Medicine di Gruppo Integrate (team multi professionali), organizzando, coerentemente con la programmazione strategica, i servizi e le risorse, nonché monitorandone l’implementazione. L’incarico di Direttore di distretto è attribuito dal Direttore Generale secondo quanto previsto dall’art. 3-sexies, comma 3, del D. Lgs. 502/92. L’incarico di Direttore del Distretto socio-sanitario è equiparato a quello di un direttore di dipartimento strutturale aziendale: il Direttore del Distretto socio-sanitario ha un incarico sottoposto a verifica e rinnovabile, rimane titolare dell’unità operativa cui è eventualmente preposto e riceve l’indennità di posizione prevista dal vigente CCNL per la direzione dei dipartimenti strutturali aziendali. 44. L’articolazione del Distretto socio-sanitario Il Distretto socio-sanitario dell’Azienda ULSS 18 esercita le sue funzioni attraverso unità operative collocate in maniera traversale rispetto al territorio aziendale, orientando il sistema verso una unicità gestionale e operativa: la figura 5 descrive l’articolazione del Distretto socio-sanitario. pagina 47 di 88 Figura 5. Articolazione del Distretto socio-sanitario Struttura tecnico-funzionale DISTRETTO SOCIO-SANITARIO Direttore del distretto socio-sanitario UOS Serv. territ. per le professioni sanitarie DIREZIONE AZIENDALE UOS Amministrativa distrettuale UOC Assistenza distrettuale UOS Cure palliative Direttore generale UOSD Disabilità UOC Cure primarie Direttore amministrativo UOC Farmacia territoriale Direttore sanitario Area funzionale Infanzia, adolescenza e famiglia UOSD Consultorio familiare Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale UOSD Neuropsichiatria infantile Età evolutiva Funzioni di DIREZIONE UOSD Sanità penitenziaria Dipartimento funzionale delle dipendenze UOC SerD Attività svolte da altre strutture aziendali Attività svolte nella comunità da altri soggetti coinvolti nei processi di assistenza alle persone con dipendenze patologiche Funzioni di GESTIONE OPERATIVA 44.1 Unità operativa complessa Assistenza distrettuale L’unità operativa complessa Assistenza distrettuale garantisce le seguenti funzioni: • sviluppo, coordinamento e gestione delle cure primarie, per quanto attiene i Contratti e i Patti con i MMG, i PLS, i medici della continuità assistenziale e gli specialisti ambulatoriali interni, compresa la formazione di tali professionisti convenzionati; • implementazione delle Medicine di Gruppo Integrate e delle UTAP previste dagli specifici atti di indirizzo regionale; • gestione operativa delle attività specialistiche ambulatoriali presenti nelle strutture distrettuali; • promozione e tutela della salute nelle attività sportive; • definizione dei percorsi diagnostico-terapeutici, contrattazione con i MMG, verifica e restituzione dei risultati; • coordinamento gestionale delle strutture residenziali e semiresidenziali extraospedaliere, partendo dalla rilevazione del bisogno, la gestione delle UVMD, il rilascio delle impegnative di residenzialità, la gestione delle graduatorie e la tenuta della banca dati (budget della residenzialità extraospedaliera per non autosufficienti); • verifica dei risultati degli interventi che promuovono l’appropriatezza prescrittiva ed erogativa nell’ambito della farmaceutica, della protesica e della specialistica, partecipando al buon governo delle risorse; • coordinamento e gestione delle attività di autorizzazione alla realizzazione, autorizzazione all’esercizio e di accreditamento istituzionale di tutte le strutture distrettuali e delle strutture sociosanitarie e sociali, ai sensi della L. R. 22/2002 e delle specifiche indicazioni regionali. All’interno della UOC Assistenza distrettuale è attivata l’unità operativa semplice Cure palliative, che garantisce l’offerta di cure palliative a tutti i malati candidati a palliazione, verso i quali svolge attività di gestione e programmazione del percorso assistenziale, garantendo la continuità clinipagina 48 di 88 co-assistenziale tra l’ospedale, le cure domiciliari e le strutture residenziali idonee (nella fattispecie Hospice e Ospedale di Comunità). Ha funzioni di: • coordinamento del Nucleo di cure palliative, specificatamente dedicato, che rappresenta una organizzazione funzionale composta da: medici di famiglia, medici palliativisti, infermieri, psicologi, medici di continuità assistenziale, ai quali si aggiungono altre professionalità sociosanitarie (es. assistenti sociali, terapisti della riabilitazione, dietisti, ecc.); • definizione e implementazione dei percorsi assistenziali nello specifico ambito, provvedendo a garantire il coinvolgimento di tutte le competenze e delle strutture, anche sviluppando un sistema di monitoraggio dei processi e degli esiti in ogni contesto di vita dell’assistito (ambulatoriale, domiciliare o residenziale); • garanzia di una coerenza prescrittiva dei farmaci a maggiore efficacia antalgica, con particolare attenzione all’uso di oppiacei in ogni condizione di dolore. 44.2 L’unità operativa semplice a valenza distrettuale Disabilità L’unità operativa semplice a valenza distrettuale Disabilità svolge attività e interventi relativi all’area della disabilità in ogni ambiente di vita, con particolare riferimento ai servizi residenziali e semiresidenziali per disabili. L’UOSD Disabilità garantisce le seguenti funzioni: • la valutazione del bisogno assistenziale e la definizione del Progetto Assistenziale Individualizzato (PAI) anche in collaborazione con Enti e Servizi del territorio, attraverso l'Unità di Valutazione Multidimensionale (UVMD); • l’individuazione di percorsi riabilitativi per tutte le fasce d’età e di patologia, che abbiano come obiettivo finale l’autonomia, l’inclusione sociale e la partecipazione attiva del disabile nel suo contesto di vita; • l’assistenza semiresidenziale attraverso i Centri diurni aziendali; • l’attivazione di interventi nell'ambito della domiciliarità per persone disabili gravi e gravissime, garantendo il monitoraggio operativo ed economico; • il Servizio di Integrazione Lavorativa, svolto a livello aziendale in collaborazione con altri servizi distrettuali, in particolare l’area delle dipendenze e della salute mentale dei soggetti deboli e svantaggiati, mediante il consolidamento del rapporto con il privato sociale quale elemento fondamentale della rete dei servizi. 44.3 Unità operativa complessa Cure primarie L’unità operativa complessa Cure primarie si occupa di fornire e garantire l’assistenza sanitaria primaria in maniera coordinata e continuativa a livello domiciliare, semiresidenziale e residenziale. Le azioni proprie dell’unità operativa coprono l’area dei bisogni assistenziali in area extra ospedaliera, perseguendo nel contempo una forte integrazione con l’assistenza ospedaliera stessa al fine di assicurare la continuità assistenziale tra le attività ospedaliere e quelle territoriali. Garantisce le seguenti funzioni, focalizzandosi prioritariamente sugli aspetti clinico assistenziali: • garanzia della continuità dell’assistenza e delle cure h 24, 7 giorni su 7, assicurando l’integrazione funzionale tra la Medicina di famiglia, la Continuità Assistenziale e la Specialistica per quanto attiene gli utenti inseriti in ADI; • definizione e implementazione dei percorsi assistenziali (provvedendo a garantire il coinvolgimento di tutte le competenze e delle strutture, comprese le forme associative evolute nell’assistenza primaria, anche sviluppando un sistema di monitoraggio idoneo anche ad alimentare i flussi informativi), dei processi e degli esiti dell’assistito a livello domiciliare e residenziale; • implementazione e responsabilità del funzionamento dell’assistenza domiciliare integrata nelle diverse fasi del percorso assistenziale: valutazione, presa in carico e gestione del paziente, monitoraggio e verifica dei casi inseriti nel percorso; • gestione dell’UVMD; • coordinamento sanitario delle strutture di ricovero intermedie, delle strutture residenziali per anziani extraospedaliere per garantire uniformità di percorsi e di implementazione di procedure condivise e basate sull’evidenza, attraverso il coordinamento dei MMG e delle Unità Operative Interne alle strutture stesse, il monitoraggio dei percorsi diagnostico terapeutici; • coordinamento e verifica dell’appropriatezza prescrittiva ed erogativa nell’ambito della farmaceutica, della protesica e della specialistica, nell’ambito dei servizi afferenti l’Unità Operativa, partecipando al buon governo delle risorse; pagina 49 di 88 • garanzia della continuità assistenziale con i servizi ospedalieri, le Cure Palliative, le strutture residenziali territoriali ed il Dipartimento di Riabilitazione Ospedale-Territorio. 44.4 Area funzionale Infanzia, adolescenza e famiglia Viene istituita l’area funzionale Infanzia, adolescenza e famiglia, che garantisce le funzioni di Assistenza Primaria a favore dei minori focalizzandosi prioritariamente sugli aspetti clinico assistenziali, dando attuazione al modello organizzativo previsto dalla DGRV 321 del 06/03/2012 per la pediatria territoriale e l'individuazione di attività e di funzioni assistenziali che devono essere garantite dai pediatri al fine di migliorare il governo clinico della popolazione (rete assistenziale) e l'efficacia della presa in carico dei propri assistiti (promozione dell'appropriatezza). La responsabilità di tale area funzionale è affidata al Direttore del Distretto socio-sanitario, che si coordina funzionalmente con il Direttore del Dipartimento strutturale materno-infantile per sviluppare sinergie sul piano professionale dei processi assistenziali e su quello organizzativo dell’efficienza operativa. In particolare le funzioni dell’area funzionale Infanzia, adolescenza e famiglia sono: • promuovere in area pediatrica modelli organizzativi che favoriscano lo sviluppo di reti orizzontali fra gli operatori delle singole categorie e verticali fra questi e operatori diversi che comunque concorrono all'assistenza di pazienti comuni; • sviluppare un sistema di monitoraggio dei processi e degli esiti in ogni contesto di vita dell’assistito (ambulatoriale, domiciliare o residenziale); • promuovere azioni che favoriscano la continuità assistenziale 24h/24 garantendo l’integrazione funzionale tra la pediatria di famiglia, la continuità assistenziale e la pediatria ospedaliera; • definire ed attuare percorsi diagnostico terapeutici assistenziali condivisi per favorire il rapporto di integrazione fra l'Ospedale (2° e 3° livello assistenziale) ed il Territorio; • promuovere e coordinare le azioni di prevenzione delle patologie legate agli stili di vita in area pediatrica in stretta relazione con le UUOO aziendali che afferiscono ad altre aree (Dipartimento di Prevenzione e Dipartimento per le dipendenze) nonché in collegamento con le istituzioni territoriali coinvolte (Scuola, Provincia…); • coordinare le attività di screening in età pediatrica garantendo funzionalità operativa dei percorsi di approfondimento diagnostico; • promuovere e coordinare percorsi di domiciliarizzazione dell’assistenza sanitaria a minori affetti da patologie croniche-invalidanti in collaborazione con l’ADI; • coordinare la presa in carico da parte dei servizi preposti di minori autori di reato e garantire i percorsi di reinserimento sociale degli stessi; • coordinare e verificare l’appropriatezza prescrittiva ed erogativa nell’ambito della farmaceutica, della protesica e della specialistica, partecipando al buon governo delle risorse; • assistenza sanitaria e socio-sanitaria alle donne, ai minori, alle coppie e alle famiglie, a tutela della maternità, per la procreazione responsabile, per la protezione e cura del minore in stato di abbandono o di maltrattamento. Tali finalità andranno perseguite in collegamento con le altre UU.OO. distrettuali ed ospedaliere, con la rete dei servizi sociali dei Comuni, con gli organi giudiziari per la tutela dell’infanzia; • promozione della salute e del benessere dei minori e degli adolescenti, garantendone il corretto sviluppo e sostenendo il ruolo affettivo, educativo e socializzante della famiglia tramite la sintonizzazione delle proprie attività preventive, diagnostiche, curative e riabilitative con le altre UU.OO. territoriali ed ospedaliere e con le finalità degli altri soggetti istituzionali quali: i servizi sociali dei Comuni, la scuola, gli organi di giustizia minorile, ecc. Per queste ultime funzioni, all’interno dell’area funzionale Infanzia adolescenza e famiglia sono individuate due unità operative semplici a valenza distrettuale: 1. Unità operativa semplice a valenza distrettuale: Consultorio familiare; 2. Unità operativa semplice a valenza distrettuale: Neuropsichiatria ed età evolutiva; L’unità operativa semplice a valenza distrettuale Consultorio familiare è deputata alla prevenzione, consulenza ed assistenza/cura sanitaria e sociosanitaria rivolto alle donne, ai minori, alle coppie ed alle famiglie durante le diverse fasi del loro ciclo vitale; a tutela della maternità, per la procreazione responsabile, per la protezione e cura del minore in stato di abbandono o di maltrattamento e per la promozione ed il sostegno della genitorialità; secondo quanto previsto dalla Dgr n. 215 / 2010. pagina 50 di 88 Tali finalità sono perseguite in collegamento con le altre UU.OO. distrettuali ed ospedaliere, con la rete dei servizi sociali dei Comuni e con gli organi giudiziari per la tutela dell’infanzia. L’unità operativa semplice a valenza distrettuale Consultorio familiare gestisce la delega, da parte dei Comuni, della Tutela dei Minori collaborando con il Tribunale dei Minorenni, operando inserimenti in strutture educativo assistenziali di minori e coordinando Tutori Volontari. Per lo svolgimento delle sue funzioni, l’unità operativa semplice a valenza distrettuale Consultorio familiare si articola nelle seguenti aree: • Centro per la procreazione responsabile e la protezione e cura della maternità; • Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare; • Centro Adozioni (Nazionale ed Internazionale con percorsi di informazione, formazione, studio di coppia, sostegno e cura pre e post adozione); • Consultorio giovani; • Servizio per il conflitto coniugale e la mediazione familiare. • Servizio Tutela Minori L’unità operativa semplice a valenza distrettuale Neuropsichiatria ed età evolutiva promuove la salute in ambito neuropsichico, garantendo una presa in carico globale tramite interventi diagnostico terapeutico riabilitativi allargati anche al contesto di vita del minore, con azioni precoci e convergenti sul piano sanitario e sociale, che tengano conto della specificità dei bisogni in questa fase della vita. L’unità operativa semplice a valenza distrettuale Neuropsichiatria attua le proprie funzioni tramite la sintonizzazione delle proprie attività preventive, diagnostiche, curative e riabilitative con le altre UU.OO. territoriali ed ospedaliere e con le finalità degli altri soggetti istituzionali quali: i servizi sociali dei Comuni, la scuola, gli organi di giustizia minorile, ecc. Nello specifico, l’unità operativa semplice a valenza distrettuale Neuropsichiatria ed età evolutiva assolve le seguenti funzioni: • neuropsichiatria clinica: attività di diagnosi e cura per soggetti con disturbi neurologici e psichiatrici; • psicologia clinica: attività di diagnosi e cura, sostegno alla genitorialità e consulenza su problematiche legate allo sviluppo; • servizio di riabilitazione per l’età evolutiva: attività di riabilitazione (fisioterapica, logopedia, ortottica) e prescrizione di ausili; • prevenzione: iniziative di formazione rivolte a genitori/insegnanti e attività di prevenzione secondaria (ambulatorio di follow up del neonato pretermine, screening psicolinguistico). • integrazione sociosanitaria e scolastica: per utenti con disabilità o con condizioni di salute derivanti da svantaggio sociale. Nell’ambito delle funzioni scolastiche l’unità operativa promuove l’integrazione degli alunni disabili, offrendo adeguati interventi assistenziali ed educativi finalizzati al raggiungimento di autonomie personali e sociali. • si avvale di un gruppo di coordinamento multiprofessionale per definire l’assegnazione di operatori socio sanitari sulla base del quadro clinico funzionale. Tale gruppo garantisce un’integrazione tra gli interventi definiti dal PEI (Piano Educativo Individualizzato) e gli interventi previsti dal piano clinico-assistenziale individuale. 44.5 Unità operativa complessa Farmacia territoriale L’unità operativa complessa Farmacia territoriale assicura l’erogazione dell’assistenza farmaceutica nel territorio dell’ULSS 18, attuata in forma diretta a cura delle strutture aziendali e in forma indiretta attraverso le Farmacie convenzionate pianificate sul territorio. Nello specifico garantisce le seguenti funzioni: • verificare l’appropriatezza delle prescrizioni in relazione alle direttive Ministeriali, Regionali, Aziendali ed eventuale segnalazione alle altre strutture aziendali sulle possibili difformità accertate; • acquisire i dati relativi alle prescrizioni di farmaceutica territoriale e procedere all’analisi e alla valutazione degli stessi; • monitorare i flussi dell’ossigeno liquido a pazienti in ossigenoterapia domiciliare affetti da insufficienza respiratoria cronica; • monitorare le prescrizioni per i dispositivi per il diabete e per gli alimenti per particolari malattie; • garantire per l’Azienda il servizio di Farmacovigilanza (D.Lvo 95/2003); pagina 51 di 88 presiedere la Commissione ispettiva Aziendale e curarne l’attività connessa, come previsto dal TULS e L.R.; • verificare la correttezza della registrazione dei farmaci stupefacenti nelle strutture territoriali (ambulatori veterinari privati, carcere , case di riposo, SERT, ecc..); • predisporre le proposte di atti amministrativi connesse con la gestione dei rapporti convenzionali con le farmacie del territorio dell’Azienda ULSS 18 di Rovigo; • sovrintendere alla distruzione di: • ricette SSN, conformemente alla normativa • farmaci stupefacenti scaduti conservati presso le strutture convenzionate e non (farmacie, reparti ospedalieri, case di cura, grossisti, ecc..); • elaborare i flussi informativi della spesa farmaceutica convenzionata verso la Regione ed il Ministero della Salute; • gestire l’informazione, intra ed extra aziendale, verso Medici, Farmacisti, Operatori Sanitari, Cittadini utenti e loro associazioni; • gestire la mobilità della spesa farmaceutica intra/extra regione; • tenere aggiornati i registri dei Piani terapeutici come previsto da normativa ministeriale • partecipare ai lavori di diverse commissioni (per esempio, commissione consultiva aziendale, commissione appropriatezza prescrittiva farmaci, sperimentazione clinica controllata in medicina generale, prontuario ospedaliero locale, nucleo aziendale per l’appropriatezza di impiego farmaci). L’unità operativa complessa Farmacia territoriale attua, tra le altre, le seguenti azioni: • rivolte ai MMG e Pediatri di Libera Scelta: o informazione e formazione alla Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta sui temi dell’appropriatezza farmaceutica: audit clinici, incontri personalizzati con i medici, informazioni su disposizioni/ provvedimenti ministeriali, regionali a carico dei farmaci Monitoraggio prescrizione dei farmaci, predisposizione di report per analisi del patto specificatamente riguardante la farmaceutica per singolo medico, per UTAP, per medicina di gruppo. o identificazione gruppi terapeutici sui quali far applicare gli obiettivi da inserire nei Patti con la Medicina Generale (Stretta Collaborazione con la Direzione Distretti e Aziendale) . • rivolte a Farmacisti/farmacie: o gestione della Distribuzione per conto (DPC); analisi farmaci da acquistare, attività di inventario sia fisico che informatizzato e attività di vigilanza su corretta conservazione farmaci presso i distributori. o monitoraggio presenza di farmaci del PHT in regime di SSN al fine di attivare la distribuzione diretta (da ospedale) o DPC; ed ulteriore attività di verifica farmaci su quantità e relativa spesa, dei farmaci erogati in SSN a pazienti degenti, a pazienti ospiti delle strutture protette, e ai pazienti in regime di Adimed. o Gestione contabile /amministrativa della spesa farmaceutica territoriale. o Gestione dei turni ferie e degli orari delle farmacie territoriali pubbliche/private • 44.6 Unità operativa semplice a valenza distrettuale Sanità penitenziaria L’unità operativa semplice a valenza distrettuale Sanità penitenziaria è preposta alla gestione unitaria di tutte le attività socio-sanitarie, di base e specialistiche, a favore dei detenuti secondo le Linee di indirizzo sull’organizzazione della Sanità Penitenziaria approvate con DGR n. 2337/2011. Ha funzione di: • garanzia dell’assistenza sanitaria nei confronti dei detenuti in termini di: prestazioni di medicina generale individuate dai LEA, assistenza specialistica, gestione delle emergenze-urgenze, assistenza infermieristica, fornitura di farmaci e presidi; • raccordo delle attività con quelle assicurate dal Dipartimento funzionale per le Dipendenze e dal Dipartimento strutturale di Salute Mentale a favore dei detenuti; • garanzia dei rapporti fra l’Azienda ULSS e la direzione dell’istituto penitenziario. 44.7 Unità operativa semplice Servizio territoriale per le professioni sanitarie pagina 52 di 88 Viene istituita l’Unità operativa semplice Servizio territoriale per le professioni sanitarie, collocata in staff al Direttore del Distretto socio-sanitario e collegata funzionalmente con la UOC Direzione delle professioni sanitarie, posta in staff alla Direzione aziendale. Ha funzione di: • coordinamento operativo dell’assistenza infermieristica, riabilitativa e tecnico-sanitaria territoriale, al fine di favorire una efficace e razionale organizzazione, gestione ed integrazione di tutti gli operatori professionali nel team multiprofessionale; • partecipazione alla programmazione delle attività distrettuali; • supporto per l’implementazione di processi assistenziali innovativi, coerenti con la metodologia del case management; • supporto per le sperimentazioni di nuovi modelli organizzativi nel campo dell’assistenza infermieristica, riabilitativa, tecnico-sanitaria e della prevenzione. 44.8 Unità operativa semplice Attività amministrativa distrettuale Per lo svolgimento delle funzioni amministrative di cui all’art.42 del presente Atto aziendale, viene istituita l’unità operativa semplice “Attività amministrativa distrettuale” che trova collocazione in staff al Direttore del Distretto socio-sanitario. 45. Il dipartimento funzionale per le dipendenze Come previsto dalla DRGV 2217/1999 e dalla DGRV 2271/2013, il Dipartimento funzionale per le dipendenze dell’Azienda Ulss 18 ha il compito di coordinare tutte le componenti pubbliche e private presenti nella comunità che, direttamente o indirettamente, si occupano di dipendenze patologiche e che perseguono comuni finalità e sono quindi tra loro interdipendenti, pur mantenendo la propria autonomia e responsabilità tecnico-funzionale e gestionale. Il Dipartimento per le dipendenze è un dipartimento funzionale interistituzionale di coordinamento, collocato nella struttura tecnico-funzionale Distretto socio-sanitario con il quale mantiene un legame funzionale, che dipende dal Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale; il Dipartimento funzionale per le dipendenze garantisce: a) la prevenzione primaria e selettiva, con azioni quali: − garantire informazione ed educazione alla popolazione giovanile per prevenire i danni causati dall’uso del tabacco, delle sostanze stupefacenti e dell’abuso di farmaci ed alcolici; − potenziare la promozione di comportamenti e stili di vita sani e sobri in collaborazione con le famiglie; − coinvolgimento attivo dell’ente locale, della Conferenza dei Sindaci, del mondo della scuola, dello sport, delle realtà parrocchiali, del volontariato e dell’animazione, di tutti gli adulti significativi con funzioni educative nei confronti dei bambini e degli adolescenti; b) la cura, con azioni quali: − favorire una presa in carico il più precoce possibile, − individuare idonee strategie per coinvolgere i minori e le loro famiglie, in particolare attraverso la realizzazione di “spazi neutri non connotati” per la consultazione e presa in carico dei più giovani, capaci altresì di assicurare una integrazione degli interventi e dei servizi; − promuovere le attività mirate alla disassuefazione al fumo durante un ricovero ospedaliero, sostenendo successivamente una presa in carico territoriale per il mantenimento; − rivedere l’accreditamento dei diversi percorsi di cura con nuove unità d’offerta più flessibili e con percorsi estensivi, di lunga durata, sperimentando forme di responsabilizzazione con finalità educative e di recupero; − puntare al superamento della cronicità assistenziale dei soggetti dipendenti da sostanze, attraverso la promozione di un utilizzo più appropriato del metadone e la progettazione di percorsi in Comunità per il loro reinserimento sociale; c) la riabilitazione, con azioni quali: pagina 53 di 88 − − − favorire il reinserimento e l’integrazione sociale delle persone con problemi di dipendenza, attraverso l’attivazione di percorsi socio-lavorativi efficaci, un appropriato uso delle risorse sanitarie e sociali e l’attento coinvolgimento del SIL; coordinare queste progettualità all’interno dei Piani di zona, area tossicodipendenze e marginalità sociale; accompagnare le famiglie coinvolte nel percorso terapeutico del loro congiunto, attraverso un sostegno specifico (psico-educazionale) e/o l’inserimento in gruppi di auto-aiuto. La componente pubblica del Dipartimento funzionale per le dipendenze è rappresentata dall’unità operativa complessa SerD (Servizio per le dipendenze), che garantisce l'attuazione e l'integrazione degli interventi preventivi e riabilitativi: − a livello ambulatoriale, nelle sedi di Rovigo, Badia Polesine e Occhiobello; − a livello semiresidenziale, con un centro diurno a Rovigo; − a livello residenziale, con le strutture residenziali e semiresidenziali iscritte all'Albo Regionale degli Enti Ausiliari Gestori di Comunità Terapeutiche Private per Tossicodipendenti (L.R. 5/96); − a livello territoriale, con l'integrazione di gruppi di auto-aiuto (per esempio, CAT, A.A.) e con l'attivazione di gruppi per la disassuefazione da fumo di tabacco; − presso il carcere di Rovigo. Il Dipartimento funzionale per le dipendenze è guidato da un Direttore, nominato dal Direttore generale fra i direttori delle unità operative complesse che compongono il dipartimento stesso; il Direttore del dipartimento funzionale per le dipendenze rimane titolare della unità operativa cui è preposto. L’incarico di Direttore di dipartimento funzionale per le dipendenze è sottoposto a verifica ed è rinnovabile. Al Direttore del Dipartimento funzionale per le dipendenze non spetta l’indennità di posizione per la direzione di dipartimento strutturale aziendale prevista dal vigente CCNL. Tale incarico di Direttore del Dipartimento funzionale può essere invece valorizzato con sistemi incentivanti riconducibili all’indennità di risultato, a fronte del raggiungimento di specifici obiettivi di coordinamento annualmente definiti dalla Direzione aziendale. Accanto alle competenze generali di cui all’art. 35 del presente Atto Aziendale, il Direttore del dipartimento funzionale per le dipendenze, svolge le seguenti funzioni specifiche: • applicazione delle direttive nazionali e regionali in materia di dipendenze patologiche; • coordinamento della rete complessiva dei servizi pubblici e privati convenzionati che operano in materia di dipendenze patologiche nel territorio di propria competenza; • gestione della quota del budget aziendale destinato alle dipendenze patologiche e perseguimento degli obiettivi assegnati. Nello svolgimento delle sue funzioni, il Direttore del dipartimento funzionale per le dipendenze si avvale del supporto del “Comitato di dipartimento”. 46. Il dipartimento funzionale di riabilitazione Secondo l’International Classification of Functioning - ICF, lo scopo della riabilitazione è quello di realizzare tutti gli interventi necessari a far raggiungere alla persona con disabilità (congenite e acquisite) le condizioni di massimo livello possibile di “funzionamento” e “partecipazione”. L’ICF rappresenta il modello di riferimento internazionale e nazionale per analizzare la complessità delle condizioni di salute e costruire un profilo del funzionamento, attraverso i suoi tre elementi fondamentali: strutture e attività corporee, funzionamento, abilità e partecipazione. Come previsto dalla DRGV 2271/2013 e dalla DGRV 2634/2013, per garantire il coordinamento, l’integrazione e l’appropriatezza a livello intra-aziendale ed extra-aziendale di tutte le attività di riabilitazione svolte a favore delle persone con disabilità assistite dall’Azienda ULSS 18, viene istituito il Dipartimento funzionale di riabilitazione, quale garante della continuità assistenziale e dell’appropagina 54 di 88 priatezza degli interventi riabilitativi e finalizzato al superamento della dicotomia tra attività ospedaliere e territoriali. La missione del Dipartimento funzionale di riabilitazione è quella di porre al centro delle attività assistenziali le persone con disabilità e le loro famiglie, superando la logica prestazionale e utilizzando lo strumento del Progetto Riabilitativo Individuale (PRI) come elemento essenziale per realizzare percorsi assistenziali efficaci e sostenibili. Il modello assistenziale da adottare è quello della presa in carco della persona nel suo complesso, indipendentemente dall’età e dai diversi setting nei quali viene erogata l’assistenza, attraverso percorsi assistenziali che assicurano la continuità e l’appropriatezza della cure ed evitando ridondanze e sovrapposizioni. I principi generali che stanno alla base del funzionamento del Dipartimento funzionale di riabilitazione sono quindi i seguenti: • la presa in carico e la continuità assistenziale , realizzata attraverso il coordinamento funzionalmente integrato tra vari ambienti che attuano azioni diversificate nel tempo, con obiettivi multipli e in vari ambiti di intervento (integrazione ospedale-terriorio, integrazione socio-sanitaria, integrazione pubblico-privato, integrazione tra sistemi e reti formali e informali); • l’appropriatezza dei processi assistenziali, con l’adozione di linee guida, percorsi assistenziali e procedure basate su prove di efficacia, la misurazione di indicatori per la valutazione dei risultati ottenuti, la realizzazione di audit per la revisione sistematica delle attività e di altri strumenti propri della governance clinica; • la gestione di progetti riabilitativi individuali (per esempio, analisi dei bisogni, definizione degli obiettivi intermedi e finali, condivisione con il paziente e la sua famiglia, scelta del setting assistenziale, programmazione delle attività, individuazione dei case manager, valutazione degli esiti, rivalutazione), utilizzando anche gli strumenti propri del “project management”; • il coinvolgimento e il potenziamento delle competenze e delle abilità delle persone disabili, della famiglie che le assistono e delle comunità nelle quali sono inserite (empowerment); • l’integrazione tra tutte le figure professionali coinvolte nei processi di riabilitazione (per esempio, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, medici specialisti, psicologi, fisioterapisti, infermieri, logopedisti, ortottisti, terapisti della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva, tecnici di riabilitazione psichiatrica, terapisti occupazionali, educatori professionali, assistenti sociali, ecc.). Al Dipartimento funzionale di riabilitazione afferiscono le seguenti strutture aziendali ospedaliere e territoriali: • UOC di Medicina fisica e riabilitativa; • UOSD Neuroriabilitazione e unità spinale; • UOS di Lungodegenza - Rovigo; • UOS di Lungodegenza - Trecenta; • tutte le altre unità operative specialistiche che concorrono a erogare prestazioni riabilitative di carattere estensivo o intensivo in ospedale e sul territorio (per esempio, Cardiologia, Neurologia, Pneumologia, Cure primarie, Neuropsichiatria infantile, strutture intermedie, ecc.). Date le caratteristiche descritte (funzionale e transmurale), il Dipartimento di riabilitazione non è una “struttura operativa che gestisce risorse”, ma deve essere considerato una “forma organizzativa di coordinamento” e come tale condotta e gestita. Si tratta infatti di un sistema che coordina e integra in rete tutte le attività che le strutture dell’Azienda ULSS 18, le strutture sanitarie e sociosanitarie accreditate e le altre componenti istituzionali e sociali della comunità svolgono per assistere le persone con disabilità. In tale sistema, le specifiche attività/prestazioni (di ricovero, ambulatoriali, residenziali, domiciliari, occupazionali, comunitarie, ecc.) e le relative risorse restano in capo alle singole componenti del dipartimento funzionale. Per quanto riguarda invece la gestione unitaria e/o condivisa di spazi, personale, dispositivi medici e altre risorse, le unità operative aziendali che fanno capo al Dipartimento funzionale di riabilitazione opereranno nel contesto dei rispettivi dipartimenti strutturali aziendali: sarà tuttavia compito del Direttore del dipartimento funzionale di riabilitazione promuovere la definizione di specifici accordi interdipartimentali per sviluppare tutte le possibili sinergie operative. pagina 55 di 88 Il Dipartimento funzionale di riabilitazione è guidato da un Direttore, nominato dal Direttore generale fra i direttori di struttura complessa di Medicina fisica e riabilitativa delle unità operative complesse afferenti al dipartimento stesso; il Direttore del dipartimento funzionale di riabilitazione rimane titolare della unità operativa cui è preposto. L’incarico di Direttore del dipartimento funzionale di riabilitazione è sottoposto a verifica ed è rinnovabile. Al Direttore del Dipartimento funzionale di riabilitazione non spetta l’indennità di posizione per la direzione di dipartimento strutturale aziendale prevista dal vigente CCNL. Tale incarico può essere invece valorizzato con sistemi incentivanti riconducibili all’indennità di risultato, a fronte del raggiungimento di specifici obiettivi di coordinamento annualmente definiti dalla Direzione aziendale. Come previsto dalla DGRV 2634/2013, tale incentivazione è equiparata sul piano economico a quella dei direttori dei dipartimenti strutturali aziendali. Le competenze del Direttore del Dipartimento funzionale di riabilitazione sono dettagliate in uno specifico profilo di ruolo, coerentemente con quanto previsto dall’art 68 del presente Atto aziendale. Accanto alle competenze generali di cui all’art. 35 del presente Atto Aziendale, il Direttore del dipartimento funzionale di riabilitazione, svolge le seguenti funzioni specifiche, con il supporto del “Comitato di dipartimento”: • applicare le direttive nazionali e regionali in materia di riabilitazione; • garantire la continuità assistenziale e l’appropriatezza delle prestazioni, dei processi e delle attività erogati da tutte le componenti del dipartimento; • coordinare la rete complessiva delle attività dipartimentali di riabilitazione svolte a favore degli assistiti dall’ULSS 18; • orientare tutta l’organizzazioni dipartimentale verso l’outcome e l’appropriatezza basati sulla Evidence Based Medicine (EBM); • monitorare le attività svolte dalle strutture dipartimentali. Nello svolgimento delle sue funzioni, il Direttore del Dipartimento funzionale di riabilitazione riferisce alla Direzione Aziendale, nella figura del Direttore sanitario, coordinandosi di volta in volta per la gestione degli aspetti operativi con i Direttori delle strutture di erogazione (Prevenzione, Distretto, Salute mentale e Ospedale), con i direttori dei dipartimenti strutturali coinvolti e con i responsabili delle unità operative professionali, tecniche, amministrative e di staff. Annualmente, in sede di budget, la Direzione aziendale assegna al Direttore del dipartimento funzionale specifici obiettivi di coordinamento dell’intera filiera riabilitativa. 47. L’integrazione tra il Distretto socio-sanitario e il Dipartimento di prevenzione Il Piano Socio-Sanitario Regionale 2012-2016 individua tra gli obiettivi prioritari del Distretto la prevenzione e la promozione della salute, che richiede di operare mediante un approccio trasversale capace di armonizzare le iniziative in una logica di rete e di favorire la sinergia intersettoriale tra tutti i professionisti coinvolti. Per questo è dunque strategica una visione integrata fra le attività svolte dal Dipartimento di Prevenzione, dal Distretto socio-sanitario e dalle altre strutture che a diverso titolo sono impegnate nella tutela della salute della comunità. Esempi di particolari ambiti e azioni rilevanti per i quali sviluppare forme di integrazione tra il Distretto socio-sanitario e il Dipartimento di prevenzione, regolate da specifici documenti programmatori, sono i seguenti temi: • prevenzione delle malattie suscettibili di vaccinazione individuando strategie per mantenere o migliorare le coperture raggiunte, perseguendo un coinvolgimento attivo dei medici/pediatri di famiglia anche nell’azione di sensibilizzazione ed informazione della popolazione; • riduzione della mortalità per carcinoma della mammella, della cervice uterina e del carcinoma del colon retto, attraverso i programmi di screening di massa per una diagnosi precoce delle malattie oncologiche; l’integrazione funzionale tra Distretto e Dipartimento di Prevenzione è volta ad incrementare la partecipazione e l’accesso agli screening nella popolazione generale e nei sottogruppi specifici; pagina 56 di 88 • • • • • • prevenzione primaria e promozione di stili di vita sani per prevenire le patologie cronico-degenerative e le loro complicanze, individuando come obiettivi da realizzare in integrazione con le strutture distrettuali: riduzione della percentuale di fumatori abituali, con particolare riguardo alle fumatrici e a soggetti in età giovane-adulta, anche attraverso azioni di educazione, sostegno ed incentivo alla cessazione del fumo; promozione e tutela della salute nelle attività sportive e l’incremento dell’attività motoria, con riguardo alla popolazione giovane-adulta e adulta-anziana; prevenzione dell’obesità, con particolare riguardo a quella infantile, anche attraverso la realizzazione di adeguate campagne informative; riduzione del numero di consumatori di alcol a rischio attraverso azioni di prevenzione ed interventi di counselling breve; riduzione dell’incidenza e della mortalità per malattie ischemiche cardiache e cerebrovascolari, attraverso la valutazione del rischio cardiovascolare, con il coinvolgimento del medico di famiglia, e l’individuazione di percorsi personalizzati per la modifica dello stile di vita. Per ciascuno di tali ambiti, la Direzione aziendale può identificare un coordinatore di processo, in grado di svolgere le funzioni di cui all’art. 38 del presente Atto aziendale. L’integrazione tra il Distretto socio-sanitario e il Dipartimento di prevenzione può inoltre essere perseguita per raggiungere obiettivi di miglioramento dell’efficacia assistenziale e dell’efficienza operativa delle due stesse strutture tecnico-funzionali. 48. L’integrazione tra il Distretto socio-sanitario e l’Ospedale Una dimensione fondamentale della continuità dell’assistenza è l’integrazione Ospedale-Territorio che viene perseguita attraverso alcune strategie quali: • il consolidamento dei modelli di ammissione e dimissione protetta, supportati dalla implementazione di percorsi per la presa in carico globale e coordinata del paziente, anche tramite sistemi codificati di corresponsabilità e “figure di riferimento” (case manager); • l’implementazione di soluzioni organizzative, quali la Centrale operativa territoriale, intesa come strumenti di raccolta e classificazione del problema/bisogno, di attivazione delle risorse più appropriate, di pianificazione e coordinamento degli interventi, tutelando le transizioni da un luogo di cura all’altro o da un livello clinico/assistenziale all’altro; • il potenziamento degli strumenti di scambio informativo, nella fattispecie dei sistemi informativi integrati, a supporto dell’integrazione professionale, evitando la frammentazione degli interventi e garantendo la continuità informativa del processo assistenziale. Al fine di formalizzare l’integrazione tra il Distretto socio-sanitario e l’Ospedale, l’Azienda ULSS 18 istituisce un Coordinamento per la pianificazione e l’organizzazione delle attività relative alla gestione del paziente tra l’ambito ospedaliero e territoriale, finalizzato alla condivisione dei percorsi assistenziali, alla loro corretta applicazione e alla responsabilizzazione sulla valutazione degli esiti. Sono membri di tale Coordinamento: il Direttore sanitario, il Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale, il Direttore della funzione ospedaliera, il Direttore del Distretto socio-sanitario, i responsabili delle unità operative distrettuali (complesse e semplici a valenza distrettuale), un farmacista ospedaliero e uno territoriale, un assistente sociale, un medico e un pediatra di famiglia, uno specialista ambulatoriale interno nominati dai rispettivi Comitati aziendali e Comitato zonale. 49. L’integrazione con le risorse della comunità pagina 57 di 88 Il Distretto socio-sanitario dell’Azienda Ulss 18 promuove la stipula ideale di un Patto con la Comunità locale, finalizzato a responsabilizzare tutti i soggetti alla garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). In particolare, tale Patto ideale è dovrà: • promuovere il coinvolgimento dei pazienti e delle famiglie dando valore all’esperienza dell’assistenza ricevuta (un tempo dedicato, la valutazione partecipata dei bisogni e della qualità dell’assistenza, la diffusione della Carta dei Servizi in cui siano esplicitati gli standard di qualità), promuovendo la capacità di migliorare la propria salute potenziando le azioni di educazione all’autocura e il sostegno ai gruppi di auto aiuto, sviluppare approcci di condivisione delle decisioni sui trattamenti; • coinvolgere le Amministrazioni locali nello sviluppo delle Cure primarie ed in particolare nella implementazione delle Medicine di Gruppo Integrate, anche attraverso la messa a disposizione di strutture, l’attivazione congiunta di programmi, la messa in sinergia di professionalità; • coinvolgere le associazioni di volontariato e le altre organizzazioni, prevedendo una funzione di interfaccia specifica, quale punto di riferimento per il volontariato, con lo scopo di: favorire la reciproca conoscenza, sostenere percorsi formativi integrati, diffondere le buone pratiche e le opportunità socio-educative, implementare l’audit civico finalizzato al miglioramento dell’assistenza. 50. La Centrale operativa territoriale La Centrale operativa territoriale è un servizio posto in staff alla Direzione aziendale, nella figura del Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale, ed esplica la sua attività su tutto il territorio aziendale. La Centrale operativa territoriale è unica, è interconnessa con la rete dei servizi distrettuali ed è funzionale a tutte le unità operative territoriali. La Centrale operativa territoriale rappresenta lo strumento di raccolta e classificazione del problema/bisogno espresso, di attivazione delle risorse più appropriate, di programmazione e pianificazione degli interventi grazie all’attivazione dei soggetti della rete assistenziale. L’obiettivo generale della Centrale operativa territoriale è quello di rendere efficaci ed efficienti le risposte ai cittadini in termini di attivazione dei percorsi di presa in carico delle persone in condizione di bisogno e dei pazienti nel passaggio da un setting assistenziale all’altro (ospedale-domicilio, strutture resodenziali), facilitando il raccordo tra i soggetti della rete territoriale e garantendo la continuità dell’assistenza. Gli obiettivi specifici della Centrale operativa territoriale sono: • lettura del bisogno, decodifica (triage territoriale) dello stesso e successiva individuazione del percorso assistenziale più appropriato; • attivazione del percorso assistenziale individuato e nello specifico: − percorsi di dimissione protetta dall’ospedale; − percorsi assistenziali più appropriati, finalizzati all’erogazione delle cure domiciliari (ADI, SAD, cure palliative); − percorsi per la presa in carico dei pazienti presso le strutture intermedie (Hospice, Ospedale di Comunità - OdC e Unità Riabilitativa Territoriale - URT); − percorsi per la presa in carico dei pazienti presso le strutture residenziali e semi-residenziali extra-ospedaliere; − percorsi di presa in carico delle persone in condizioni di fragilità sociale; • armonizzazione delle procedure di presa in carico nei diversi setting assistenziali. La Centrale operativa territoriale risponde ai bisogni di: • utenti in condizioni di fragilità o di emergenza sociale, sia a domicilio che in altro contesto sociale; • per quanto riguarda le richieste relative alle emergenze sociali sarà predisposto e formalizzato apposito protocollo, da condividere sia con le amministrazioni locali sia con le istituzioni territo- pagina 58 di 88 • riali (Questura, Prefettura, Carabinieri, ecc.) e con le Associazioni di Volontariato, con le quali saranno individuate le casistiche di competenza della Centrale operativa territoriale; pazienti in dimissione ospedaliera che necessitano di una presa in carico “protetta”. La Centrale operativa territoriale deve garantire la tempestività nella presa di incarico di un bisogno e la continuità nell’assistenza erogata, attivando le risorse più appropriate e definendo i percorsi assistenziali adeguati a tutelare le persone in condizione di fragilità o emergenza sociale, al fine di mantenere quanto più possibile l’autonomia delle persone stesse ed offrire adeguato appoggio al nucleo familiare, laddove presente, evitando percorsi complicati, ricoveri impropri e un ricorso precoce all’istituzionalizzazione. 51. Il budget del Distretto socio-sanitario Per la gestione annuale delle attività da svolgere e delle risorse utilizzabili, il Distretto socio-sanitario utilizza la metodica del budget di Distretto, definito sulla base della DGR n.625/2003, come “… uno strumento operativo aziendale di programmazione e controllo per i Centri di Responsabilità a cui sono assegnati obiettivi quali-quantitativi e correlate risorse sia correnti che di investimenti”. La Direzione aziendale definisce con il Direttore del Distretto socio-sanitario le attività da svolgere e le risorse utilizzabili relative all’intera struttura tecnico-funzionale. Il Direttore del Distretto attua quindi, con le unità operative distrettuali, un processo di definizione degli obiettivi e delle risorse finalizzato al miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza del sistema assistenziale. Nella conduzione della negoziazione del budget aziendale dovrà essere tenuto conto di una correlazione tra gli obiettivi del budget distrettuale e gli obiettivi del budget ospedaliero, tenuto conto che molti obiettivi strategici aziendali richiedono processi orizzontali di ricomposizione e di integrazione tra i diversi ambiti che trattano un medesimo paziente. 52. I documenti di pianificazione e programmazione socio-sanitaria Il sistema locale di offerta socio-sanitaria viene realizzato attraverso l’integrazione e il coordinamento dei servizi socio-sanitari attuato principalmente tramite il Distretto socio-sanitario il quale, ai sensi dell’art.3-quater e seguenti del D.Lgs. 502/92 e s.m.i., assicura i servizi di assistenza primaria relativi alle attività sanitarie e socio-sanitarie, nonché il coordinamento delle proprie attività con quella delle altre strutture aziendali. Gli strumenti attraverso cui vengono perseguiti gli obiettivi di adeguatezza ai bisogni e alle esigenze del territorio, nonché di uniformità dei livelli di assistenza e di pluralità dell'offerta, sono rappresentati da: • Piano Attuativo Locale (PAL): è proposto dal Direttore generale e, previo parere della Conferenza dei Sindaci, è approvato dalla Regione; ha durata pluriennale e si uniforma al Piano Socio Sanitario Regionale e agli altri atti della programmazione regionale, ha durata e scadenza pari a quella dei piani della programmazione regionale; • Piano di Zona: è strumento primario di attuazione della rete dei servizi sociali e dell’integrazione socio-sanitaria e si configura come “piano regolatore dei servizi alla persona”. Viene promosso dall’Esecutivo della Conferenza dei Sindaci ed è approvato dalla Conferenza stessa. È coordinato dal Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione territoriale, recepito con deliberazione dal Direttore Generale; • Programma delle Attività Territoriali (PAT): è strumento operativo di programmazione annuale del Distretto, è basato sulla intersettorialità degli interventi ed è finalizzato alla realizzazione di obiettivi e di indirizzi contenuti nel PAL. Esso contiene la localizzazione dei vari servizi ed interventi sanitari, sociali aziendali e delegati, nonché la determinazione delle risorse per gli interpagina 59 di 88 venti erogati, in integrazione con i Comuni ricompresi nel territorio dell’Azienda ULSS 18. È proposto dal Direttore del Distretto sulla base delle risorse assegnate e delle indicazioni della Direzione aziendale e, previo parere della Conferenza dei Sindaci, viene approvato dal Direttore generale d’intesa con la Conferenza stessa, limitatamente alle attività socio-sanitarie. Per favorire una maggiore coerenza nella programmazione il Piano di Zona e il Piano Attuativo Locale possono comporre una sorta di “Piano di Comunità”, per giungere alla definizione di uno strumento unitario delle politiche per la salute a livello locale, che garantisca la coerenza tra programmazione, sistema delle responsabilità, allocazione delle risorse e misurabilità delle performance, anche in conformità agli obiettivi definiti attraverso il processo di budgeting. CAPO VII IL DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE 53. Il dipartimento di salute mentale Il Dipartimento strutturale di Salute Mentale (DSM) dell’Azienda Ulss 18 rappresenta il riferimento e il garante clinico per la tutela della salute mentale, che viene perseguita attraverso una organizzazione unitaria e coerente delle varie articolazioni strutturali e funzionali in cui si esprime la presa in carico dei bisogni di salute mentale di una popolazione. Il DSM opera per la prevenzione, la cura e la riabilitazione di ogni forma di disagio mentale, privilegiando interventi personalizzati ed intervenendo primariamente sul territorio secondo una logica di psichiatria di comunità. I valori organizzativi che ispirano l’operatività del DSM sono : • centralità della persona, garantendone il coinvolgimento in tutte le fasi del percorso diagnostico-terapeutico-riabilitativo, sostenendo la sua capacità di scelta e di decisione e acquisendo il consenso informato circa gli obiettivi e i metodi di trattamento; • accessibilità dei servizi agli utenti; servizi inseriti nella comunità locale, in grado di adattarsi ad una domanda sempre più attenta ed in evoluzione. Promozione del protagonismo dell’utente nei processi che lo coinvolgono, sua partecipazione alla definizione degli obiettivi e degli strumenti, suo essere interlocutore fondamentale nella organizzazione e nel funzionamento dei servizi. Attenzione e monitoraggio dei drop out; • efficacia degli interventi, attenta valutazione dei processi e dei risultati, con attenzione anche alla coerenza degli strumenti organizzativi. Presa in carico con formulazione di Progetti Terapeutici personalizzati; • adeguatezza nell’ utilizzo delle risorse; • organizzazione del lavoro in équipe pluri-professionale; interventi articolati biopsicosociali con valorizzazione di tutte le competenze professionali; attenzione al benessere organizzativo; • adeguatezza delle risposte nelle “zone grigie”, ovvero quelle che stanno ai margini delle specificità di competenza dei diversi servizi, in particolare: salute mentale dell’infanzia e adolescenza e lungo assistenza; collaborazioni chiare con i Servizi delle Aree a alta integrazione socio sanitaria per i casi in “doppia diagnosi”, con definizione delle modalità di presa in carico comune e delle consulenze; • rispetto della cultura e delle identità etniche di provenienza; • promozione delle progettualità innovative e della ricerca scientifica nella pratica dei servizi; • aggiornamento e miglioramento continuo della qualità. Il Dipartimento di salute mentale coordina sotto un’unica direzione le unità operative territoriali e ospedaliere che operano in modo specifico per la tutela della salute mentale ed è organizzato come dipartimento gerarchico strutturale transmurale (assistenza ospedaliera e assistenza territoriale). Dotato di autonomia tecnico-organizzativa, tale Dipartimento riferisce alla Direzione aziendapagina 60 di 88 le, nella figura del Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale, e si interfaccia con il Direttore Distretto socio-sanitario e con il Direttore della funzione ospedaliera per la gestione degli aspetti operativi dell’assistenza nei due contesti ospedaliero e territoriale. Il DSM dell’Azienda Ulss 18 è composto dall’unità operativa complessa di Psichiatria, che garantisce l’attuazione e l’integrazione degli interventi terapeutico-riabilitativi e preventivi attraverso le seguenti unità di offerta: • 2 Centri di Salute Mentale (CSM) con attività ambulatoriali, domiciliari e socio-ambientali, in raccordo con il medico di famiglia; • 2 day hospital territoriali, quali area per prestazioni diagnostico-terapeutico-riabilitative a brevemedio termine, che richiede un regime residenziale diurno; • 2 Centri Diurni con finalità terapeutico-educativo-riabilitative e propedeutiche al lavoro; • 1 Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura con funzioni di ricovero in regime di degenza ordinaria e di day hospital ospedaliero; • 1 Comunità Terapeutica Riabilitativa Protetta (CTRP) ad alta attività assistenziale e 2 CTRP ad attività assistenziale intermedia; • 2 Comunità Alloggio a protezione differenziata per pazienti nell’ambito di programmi assistenziali personalizzati e per periodi di tempo prolungati, con verifiche predefinite e rinnovabilità degli stessi; • 1 rete di Gruppi Appartamento Protetti con assistenza socio-sanitaria di bassa intensità; • 1 servizio per il trattamento di problematiche psichiatriche e psicopatologiche dell’adolescente; • 1 centro per i disturbi del comportamento alimentare; • 1 servizio di psicologia ospedaliera Per garantire il funzionamento delle suddette unità di offerta, l’unità operativa complessa di Psichiatria è articolata nelle seguenti unità operative semplici: • UOS Centro di Salute Mentale di Badia Polesine; • UOS Centro di Salute Mentale di Rovigo: • UOS Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura; • UOS Strutture Residenziali; • UOS Psicologia ospedaliera. Vengono considerate azioni strategiche del DSM: • qualificare le prestazioni sull’evoluzione delle domande e prevedendo modelli consolidati di erogazione dell’offerta (interventi psicoterapici di gruppo, gruppi psicoeducazionali, sostegno psicologico, assistenza domiciliare); • definire programmi di sostegno alle famiglie con pazienti psichiatrici, attraverso un’assistenza domiciliare finalizzata anche ad aumentare le capacità di cura della famiglia; • consolidare e qualificare la rete residenziale e semiresidenziale, a gestione diretta o convenzionata, necessaria sia per le situazioni sub-acute post crisi (CTRP), sia di breve o medio-lungo periodo (comunità alloggio di base ed estensive e gruppi appartamento protetti); • sviluppare l’utilizzo della Evidence Based Medicine (EBM) e delle evidenze scientifiche dei trattamenti appropriati nelle varie patologie psichiatriche; • rafforzare la collaborazione con la medicina di famiglia nella costruzione di percorsi di screening, diagnosi precoce, trattamento e nella presa in carico del paziente con le forme meno gravi (ma più frequenti) di depressione nell’adulto-anziano; • promuovere interventi di contrasto allo stigma nelle sue varie forme con l’obiettivo di favorire la coesione sociale valorizzando le diversità delle persone con disturbi mentali, sperimentando strumenti nuovi di interazione, dialogo e conoscenza; • promuovere interventi terapeutico-riabilitativi che facilitino il percorso di recupero delle abilità individuali-relazionali-lavorative dei soggetti più deboli al fine di riacquisire l’autonomia personale, sociale e lavorativa; • rendere prioritario l’obiettivo dell’inserimento lavorativo nei percorsi terapeutico-riabilitativi e di facilitare la collaborazione tra i diversi soggetti che a vari livelli si occupano di inserimento lavorativo di persone con disturbi psichiatrici; pagina 61 di 88 • • promuovere una forte integrazione tra Salute mentale e dipendenze patologiche, che salvaguardi l’autonomia organizzativa delle due aree ma preveda una programmazione congiunta, in particolare nel Piano di Zona, con possibilità di sperimentare a livello locale nuovi modelli organizzativi integrati; sviluppare linee guida e/o protocolli di collaborazione tra DSM e servizi distrettuali relativamente all’età evolutiva, finalizzati ad una migliore assistenza dei minori/adolescenti con problemi psicopatologici; Date le caratteristiche distintive di gestione operativa delle risorse assegnate (personale, spazi, attrezzature, modelli organizzativi, materiali, servizi, ecc.), il funzionamento del Dipartimento strutturale di salute mentale è normato da un proprio Regolamento, proposto dal Direttore di dipartimento sulla base di uno “Schema aziendale di Regolamento per i dipartimenti strutturali aziendali” e di eventuali indicazioni specifiche derivanti dalla programmazione nazionale e regionale; nella preparazione del Regolamento, il Direttore coinvolge tutte le componenti aziendali dipartimentali e i livelli gerarchici superiori. Il Regolamento del Dipartimento di salute mentale è approvato con proprio decreto dal Direttore generale. Per svolgere al meglio la propria funzione di tutela della salute mentale nella comunità, è tuttavia necessario che il Dipartimento di salute mentale svolga anche il coordinamento funzionale delle attività svolte nelle materie di competenza da tutte le altre componenti della comunità: amministrazioni pubbliche, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, strutture residenziali e semiresidenziali, altre istituzioni, volontariato, famiglie, associazioni di categoria, forze dell’ordine, scuola, mondo dello sport, parrocchie, ecc.. Per questa funzione di raccordo, da svolgere in coordinamento con le altre strutture aziendali, è opportuno che il Regolamento del Dipartimento strutturale preveda anche modalità formalizzate di coinvolgimento di tali soggetti; è inoltre possibile che il DSM promuova su temi specifici attività progettuali che prevedano il coinvolgimento delle altre componenti della comunità. 54. Il Direttore del dipartimento di salute mentale Al Dipartimento strutturale di salute mentale è preposto un Direttore, nominato dal Direttore generale con provvedimento motivato e su proposta del Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale, scelto tra i dirigenti con incarico di direzione di unità operativa complessa del Dipartimento stesso. Il direttore del Dipartimento di salute mentale rimane titolare della unità operativa complessa cui è preposto. Il Direttore del Dipartimento di salute mentale ha un incarico di 2 anni, sottoposto a verifica e rinnovabile. Il Dipartimento di salute mentale è un dipartimento strutturale aziendale e quindi al Direttore della struttura Dipartimento di salute mentale spetta l’indennità di posizione prevista dal vigente CCNL per la direzione di dipartimento strutturale aziendale. Il Direttore del Dipartimento di salute mentale è il responsabile unico della gestione operativa dell’intera struttura e risponde alla Direzione aziendale, nella figura del Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale, delle attività svolte dalle unità operative che lo compongono, dell’assetto organizzativo complessivo, del perseguimento degli obiettivi e della gestione del budget affidato. Le competenze del Direttore del Dipartimento di salute mentale sono dettagliate in uno specifico profilo di ruolo, coerentemente con quanto previsto dall’art 68 del presente Atto aziendale. Tali competenze sono sia generali, comuni cioè a tutti i Direttori di dipartimento strutturale e già descritte all’art. 35 del presente Atto aziendale, e sia distintive per lo specifico incarico. Le competenze distintive del Direttore del Dipartimento di salute mentale sono le seguenti: • applicazione delle direttive nazionali e regionali, con particolare riferimento ai Progetti Obiettivo ed al Regolamento del DSM approvato con DGR n.752/2011; pagina 62 di 88 • • • coordinamento della rete complessiva dei servizi territoriali ed ospedalieri, pubblici e privati convenzionati dell’assistenza psichiatrica che insistono nel territorio di propria competenza; gestione della quota del budget aziendale destinato alla tutela della salute mentale e perseguimento degli obiettivi assegnati; raccordo con le UOS Servizio ospedaliero e territoriale per le professioni sanitarie per la gestione operativa del relativo personale e con la UOC Direzione delle professioni sanitarie per la relativa programmazione strategica. Nello svolgimento delle sue funzioni, il Direttore del Dipartimento di salute mentale si avvale anche del supporto: • del Comitato tecnico operativo del dipartimento, con funzioni di supporto tecnico-scientifico-organizzativo; • del Consiglio di dipartimento, con funzioni di indirizzo, programmazione e verifica; • dell’Assemblea di dipartimento. CAPO VIII L’OSPEDALE 55. L’Ospedale L'Ospedale è la struttura tecnico-funzionale mediante la quale l'Azienda ULSS 18 assicura l'assistenza ospedaliera in modo unitario e integrato sulla base dei principi di programmazione e organizzazione ospedaliera regionale, attraverso l‘erogazione dei seguenti livelli di assistenza ospedaliera: • pronto soccorso • degenza ordinaria • day hospital e day surgery • riabilitazione • lungodegenza • raccolta, lavorazione, controllo e distribuzione degli emocomponenti e servizi trasfusionali • attività di prelievo, conservazione e distribuzione di tessuti; attività di trapianto di organi e tessuti L’Ospedale garantisce direttamente anche le attività di emergenza sanitaria territoriale e, insieme al Distretto Socio-sanitario, concorre alla erogazione dell’assistenza farmaceutica territoriale, dell’assistenza specialistica ambulatoriale e alla gestione delle strutture per le cure intermedie. L’Ospedale concorre infine, insieme alle altre strutture aziendali, alla gestione degli screening oncologici. La struttura tecnico-funzionale Ospedale opera in due sedi: l’ospedale di Rovigo (definito dalla DGRV 2122/2013 “Ospedale hub a valenza provinciale”) e l’ospedale di Trecenta (definito dalla DGRV 2122/2013 “Ospedale nodo di rete con specificità del Polesine”). Il personale delle unità operative e dei dipartimenti ospedalieri può operare in entrambi le sedi ospedaliere dell’Azienda ULSS 18 (Rovigo e Trecenta), nelle sedi distrettuali e anche in altri contesti ospedalieri della Provincia di Rovigo per lo svolgimento di attività multizonali. Per garantire elevati livelli di sicurezza dei pazienti, efficacia clinica dei percorsi assistenziali ed efficienza nell’uso delle risorse, il personale che opera nelle diverse sedi ospedaliere agisce in stretta sinergia professionale e organizzativa, anche sulla base di specifici documenti di indirizzo clinico-organizzativo intra-dipartimentali, inter-dipartimentali e transmurali. pagina 63 di 88 La struttura tecnico-funzionale Ospedale è composta da unità operative complesse, semplici e semplici a valenza dipartimentale che, data l’articolazione tecnico-professionale e gestionale, possono essere aggregate in dipartimenti strutturali aziendali per ottimizzare la gestione delle risorse. Tali unità operative possono far parte anche di dipartimenti funzionali (ospedalieri o transmurali), qualora sia necessario coordinare le rispettive attività per lo svolgimento di processi aziendali trasversali, caratterizzati da obiettivi assistenziali comuni. Le attività assistenziali dell’Ospedale sono coordinate con le attività erogate dal Dipartimento di prevenzione, dal Dipartimento di salute mentale, dal Distretto socio-sanitario e con quelle erogate dalle strutture private accreditate presenti nel territorio le quali, secondo la programmazione regionale, hanno compiti complementari e di integrazione. 56. Il Direttore dell’Ospedale La struttura tecnico-funzionale Ospedale, a prescindere dal numero delle sedi ospedaliere, è diretta dal Direttore della funzione ospedaliera (DFO), unico responsabile organizzativo-funzionale dell’intera funzione ospedaliera nominato dal Direttore Generale con proprio provvedimento. L’incarico di Direttore della funzione ospedaliera è equiparato a quello di un direttore di dipartimento strutturale aziendale: il Direttore della funzione ospedaliera ha un incarico di durata biennale sottoposto a verifica e rinnovabile, rimane titolare dell’unità operativa cui è preposto e riceve l’indennità di posizione prevista dal vigente CCNL per la direzione dei dipartimenti strutturali aziendali. Il Direttore della funzione ospedaliera è il responsabile unico della gestione operativa dell’intera struttura ospedaliera e risponde alla Direzione aziendale, nella figura del Direttore sanitario, del buon andamento delle attività ospedaliere svolte, dell’assetto organizzativo complessivo dell’ospedale, degli obiettivi e del budget affidati all’ospedale nel suo complesso. Le competenze del Direttore della funzione ospedaliera sono dettagliate in uno specifico profilo di ruolo, coerentemente con quanto previsto dall’art 68 del presente Atto aziendale. Tali competenze sono sia generali, comuni cioè a tutti i Direttori di dipartimento strutturale aziendale e già descritte all’art. 35 del presente Atto aziendale, e sia distintive per lo specifico incarico. Le principali competenze distintive del Direttore della funzione ospedaliera sono le seguenti: • garantire la funzione direzionale di tutte le attività della struttura di erogazione Ospedale; • perseguire gli obiettivi di risultato e di attività negoziati in sede di contrattazione di budget con la Direzione aziendale mediante le risorse assegnate; con la medesima metodologia, definire attività, risultati e risorse con le strutture dipartimentali afferenti: • garantire la migliore funzionalità dei servizi ospedalieri, favorire un’adeguata assistenza ospedaliera alle persone, nonché la continuità dell’assistenza, operando in stretta interrelazione con il Direttore del Distretto socio-sanitario e con il Direttore del Dipartimento di Prevenzione nell'ambito degli indirizzi strategici stabiliti dalla Direzione aziendale e del budget attribuito alla struttura ospedaliera. Il Direttore della funzione ospedaliera si avvale della UOS Servizio ospedaliero per le professioni sanitarie nell’organizzazione dei servizi e delle attività assistenziali. 57. L’articolazione dell’Ospedale Il numero e la tipologia delle unità operative ospedaliere complesse sono definiti dalle schede di dotazione ospedaliera previste dalla programmazione regionale; la loro eventuale articolazione in unità operative semplici è determinata dai modelli organizzativi adottati, nel rispetto della numeropagina 64 di 88 sità prevista dalla programmazione regionale. Per quanto riguarda le unità operative semplici a valenza dipartimentale, il numero e la tipologia sono definiti dalle schede di dotazione ospedaliera previste dalla programmazione regionale e da scelte strategiche aziendali, nel rispetto della numerosità prevista dalla programmazione regionale. L’assetto organizzativo dell’Ospedale è orientato dagli indirizzi strategici della programmazione regionale: • unitarietà della gestione ospedaliera complessiva; • organizzazione dipartimentale delle attività tenendo conto della complessità assistenziale, dell’intensità di cura e ottimizzando l’uso delle risorse disponibili, anche con accordi interdipartimentali (per esempio, integrazione tra personale di unità operative e dipartimenti diversi, integrazione tra personale dipendente e convenzionato, condivisione di spazi e attrezzature, sperimentazione di nuovi modelli organizzativi, sviluppo di nuove modalità di relazione tra i professionisti, definizione di percorsi di assistenza intra-ospedaliera, ecc.); • riconoscimento dell’Ospedale come una parte del percorso assistenziale complessivo, che deve raccordarsi con le strutture e le modalità operative dell’assistenza territoriale di riferimento, per garantire al cittadino la continuità assistenziale; • sviluppo ed estensione di nuovi modelli di organizzazione delle degenze basati su moduli dedicati all’assistenza diurna e settimanale (week surgery) per alcune discipline chirurgiche; • consolidamento del percorso già avviato di trasferimento di prestazioni dal regime di ricovero al regime ambulatoriale, nonché sviluppo di modelli organizzativi specifici per l’erogazione di attività ambulatoriali complesse basati su moduli di day service; • valorizzazione delle competenze in termini organizzativi e della relativa responsabilità del personale infermieristico, ostetrico, tecnico-sanitario e della riabilitazione, anche con assunzione di ruoli gestionali all’interno dei percorsi assistenziali; • sviluppo di un sistema informativo che favorisca lo svolgimento dei percorsi assistenziali (per esempio, infrastruttura software e hardware, cartella clinica integrata, telemedicina, fascicolo sanitario elettronico, interfacciamento con le realtà territoriali, ecc.). • acquisizione e collocazione delle grandi attrezzature e delle tecnologie complesse, a rilevante impatto sulle prestazioni e sui costi, coerenti con il livello assegnato dalla programmazione regionale a ciascuna sede ospedaliera. Le unità operative ospedaliere complesse e semplici dipartimentali possono essere raggruppate in dipartimenti strutturali aziendali. I direttori di tali dipartimenti rispondono del buon andamento delle funzioni loro affidate al Direttore della funzione ospedaliera che, a sua volta, risponde alla Direzione aziendale nella figura del Direttore sanitario. Lo schema organizzativo generale dell’Ospedale è descritto nella figura 6 e l’articolazione dei singoli dipartimenti ospedalieri è descritta nelle successive figure 7-11. pagina 65 di 88 Figura 6. Schema organizzativo generale dell’Ospedale Struttura aziendale di erogazione: OSPEDALE Direttore della funzione ospedaliera UOS Serv. osp. professioni sanitarie UOC Direzione medica ospedale Rovigo DIREZIONE AZIENDALE UOSD Direzione medica ospedale Trecenta UOC organizzazione dei servizi ospedalieri e qualità Direttore generale UOS Controlli dell’attività sanitaria UOC Farmacia ospedaliera Direttore amministrativo UOS Psicologia ospedaliera * dipartimento MEDICINA GENERALE Direttore sanitario dipartimento MEDICINA SPECIALISTICA dipartimento ONCOLOGICO Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale dipartimento CHIRURGICO dipartim. NEUROSCIENZE E TESTA-COLLO dipartimento MATERNO-INFANTILE Funzioni di DIREZIONE dipartimento URGENZE-EMERGENZE dipartimento SERVIZI DI DIAGNOSI E CURA * Nello svolgimento dei compiti di istituto, la UOS di Psicologia ospedaliera mantiene un rapporto gerarchico e strutturale con il Dipartimento di salute mentale e un rapporto funzionale e di coordinamento con il Direttore della funzione ospedaliera. dipartimento TRASFUSIONALE Funzioni di GESTIONE OPERATIVA Figura 7. Articolazione del dipartimento ospedaliero MEDICINA GENERALE Dipartimento strutturale aziendale : MEDICINA GENERALE Direttore del dipartimento strutturale aziendale Direttore del GENERALE dipartimento A MEDICINA UOC Medicina generale Rovigo UOS Angiologia medica UOS Endocrinologia e reumatologia UOC Medicina generale Trecenta UOS Area medica critica Trecenta UOS Lungodegenza Trecenta UOC Geriatria UOS Lungodegenza Rovigo UOSD Malattie endocrine del ricambio e della nutrizione UOSD Ematologia UOC Medicina fisica e riabilitaz. UOS Degenza riabilitativa Trecenta UOSD Neuroriabil. e unità spinale pagina 66 di 88 Figura 8. Articolazione dei dipartimenti ospedalieri MEDICINA SPECIALISTICA e ONCOLOGICO Dipartimento strutturale aziendale: MEDICINA SPECIALISTICA Dipartimento strutturale aziendale: ONCOLOGICO * Direttore del dipartimento aziendale Direttore dipartimento A MEDICINAdel SPECIALISTICA Direttore del dipartimento aziendale Direttore del dipartimento A ONCOLOGICO UOC Gastroenterologia UOC Oncologia UOS Endoscopia digestiva UOC Radioterapia UOC Malattie infettive UOSD Terapia del dolore UOC Pneumologia UOC Nefrologia UOC Dermatologia * UOSD Dermatologia * La DGRV 2122/2013 non prevede l’attivazione di una UOC Dermatologia e quindi l’attuale SOC Dermatologia è da considerarsi a termine entro il 31/12/2015. Contestualmente alla disattivazione dell’attuale SOC Dermatologia verrà attivata la nuova “UOSD Dermatologia”. * L’attivazione del dipartimento strutturale Oncologico è coerente con la DGRV 2122/2013 di approvazione delle schede ospedaliere (all. A – pag. 14), che prevede in ogni azienda l’attivazione dei Dipartimenti di oncologia clinica quali elementi della rete oncologica. La DGRV 3574/2001 indica che i dipartimenti strutturali siano costituiti da un minimo di tre a un massimo di sette strutture complesse; eventuali deroghe al numero di strutture che costituiscono un dipartimento devono essere motivate e comunicate alle strutture regionali. La DGRV 2271/2013 conferma tale limite e precisa che eccezioni al numero minimo di strutture complesse sono ammesse solo se e quando previste da specifici atti e provvedimenti regionali. Nel caso del Dipartimento strutturale oncologico si propone una deroga a tale numero minimo, motivandola con la peculiarità e l’omogeneità delle attività assistenziali svolte dalle strutture interessate. L’inserimento in questo dipartimento di qualsiasi altra struttura complessa rappresenterebbe un artificio formale che non aggiunge valore all’assistenza oncologica e, anzi, rischia di far operare tale struttura aggiunta in un contesto estraneo e staccato dai propri percorsi assistenziali e organizzativi di riferimento Figura 9. Articolazione dei dipartimenti ospedalieri CHIRURGICO e NEUROSCIENZE E TESTA-COLLO Dipartimento strutturale aziendale: CHIRURGICO Direttore del dipartimento strutturale aziendale Direttore del dipartimento A CHIRURGICO Dipartimento strutturale aziendale: NEUROSCIENZE E TESTA-COLLO Direttore del dipartimento strutturale aziendale Direttore del dipartimento A NEUROSCIENZE E TESTA-COLLO UOC Ortopedia e traumatologia UOC Neurologia UOS Stroke unit UOS Chirurgia protesica e tecniche mini in-vasive UOC Neurochirurgia UOC Chirurgia generale Rovigo UOC Chirurgia maxillo-facciale * UOS Chirurgia maxillo-facciale UOS Coloproctologia (nell’ambito della UOC Otorinolaringoiatria) UOC Chirurgia generale Trecenta UOC Otorinolaringoiatria UOC Urologia UOC Oculistica UOSD Urologia laparoscopica UOSD Chirurgia vascolare * La DGRV 2122/2013 non prevede l’attivazione di una UOC Chirurgia maxillo-facciale e quindi l’attuale SOC Chirurgia maxillofacciale è da considerarsi a termine entro il 31/12/2015. Contestualmente alla disattivazione dell’attuale SOC Chirurgia maxillo-facciale, verrà attivata la nuova “UOS Chirurgia maxillofacciale” nell’ambito della UOC Otorinolaringoiatria. pagina 67 di 88 Figura 10. Articolazione dei dipartimenti ospedalieri MATERNO-INFANTILE e URGENZE-EMERGENZE Dipartimento strutturale aziendale : MATERNO-INFANTILE * Dipartimento strutturale aziendale: URGENZE/EMERGENZE Direttore del dipartimento strutturale aziendale Direttore del dipartimento A MATERNO-INFANTILE Direttore del dipartimento strutturale aziendale Direttore del dipartimento A URGENZE/EMERGENZE UOC Centrale operativa 118 UOC Ostetricia e ginecologia Rovigo UOC Pronto soccorso Rovigo UOS Osservazione breve intensiva RO UOSD Ostetricia Trecenta UOSD Pronto soccorso Trecenta UOC Pediatria UOC Anestesia e rianim. Rovigo * L’attivazione del dipartimento strutturale Materno-infantile è coerente con la DGRV 2122/2013 di approvazione delle schede ospedaliere (all. C - pag. 99), ove si prevede che la UOSD di Ostetricia di Trecenta operi in dipartimento con l’ospedale di Rovigo La DGRV 3574/2001 indica che i dipartimenti strutturali siano costituiti da un minimo di tre a un massimo di sette strutture complesse; eventuali deroghe al numero di strutture che costituiscono un dipartimento devono essere motivate e comunicate alle strutture regionali. La DGRV 2271/2013 conferma tale limite e precisa che eccezioni al numero minimo di strutture complesse sono ammesse solo se e quando previste da specifici atti e provvedimenti regionali. Nel caso del Dipartimento strutturale Materno-infantile si propone una deroga a tale numero minimo, motivandola con la peculiarità e l’omogeneità delle attività assistenziali svolte dalle strutture interessate. L’inserimento in questo dipartimento di qualsiasi altra struttura complessa rappresenterebbe un artificio formale che non aggiunge valore all’assistenza materno-infantile e, anzi, rischia di far operare tale struttura aggiunta in un contesto estraneo e staccato dai propri percorsi assistenziali e organizzativi di riferimento UOS Rianimazione Rovigo UOS Gruppo operat. day surgery Rovigo UOC Anestesia e rianim. Trecenta UOC Cardiologia UOS Aritmologia diagnostica e interventistica UOS Unità Terapia Intensiva Coronarica UOSD Diagnostica e interventistica cardiovascolare Figura 11. Articolazione dei dipartimenti ospedalieri SERVIZI DI DIAGNOSI E CURA e TRASFUSIONALE Dipartimento strutturale aziendale: SERVIZI DI DIAGNOSI E CURA Dipartimento strutturale aziendale: TRASFUSIONALE *** Direttore del dipartimento strutturale aziendale Direttore dipartimento A SERVIZI DI del DIAGNOSI E CURA Direttore del dipartimento strutturale aziendale Direttore del dipartimento A TRASFUSIONALE UOC Medicina di laboratorio UOSD Laboratorio e sistemi di gestione per la qualità e l’appropriatezza UOC Medicina trasfusionale UOS Medicina trasfusionale del donatore UOC Anatomia patologica UOS Medicina trasfusionale Adria UOSD Microbiologia UOC Radiologia Rovigo UOS Senologia e screening UOSD Radiologia Trecenta UOSD Angiografia UOC Medicina nucleare UOC Neuroradiologia UOC Fisica sanitaria * UOSD Fisica sanitaria * La DGRV 2122/2013 non prevede l’attivazione di una UOC Fisica sanitaria e quindi l’attuale SOC Fisica sanitaria è da considerarsi a termine entro il 31/11/2015. Contestualmente alla disattivazione dell’attuale SOC Fisica sanitaria, verrà attivata la nuova “UOCD Fisica sanitaria” ** La DGRV 3574/2001 indica che i dipartimenti siano costituiti da un minimo di tre a un massimo di sette strutture complesse; eventuali deroghe al numero di strutture che costituiscono un dipartimento devono essere motivate e comunicate alle strutture regionali. La DGRV 2271/2013 conferma tale limite e precisa che eccezioni al numero minimo di strutture complesse sono ammesse solo se e quando previste da specifici atti e provvedimenti regionali. Il Dipartimento trasfusionale interaziendale è previsto da specifiche norme regionali. pagina 68 di 88 CAPO IX I SERVIZI PROFESSIONALI, TECNICI E AMMINISTRATIVI 58. I dipartimenti strutturali aziendali dell’area professionale, tecnica e amministrativa Per realizzare una gestione operativa efficace, efficiente e appropriata delle risorse aziendali destinate alle attività professionali, tecniche e amministrative istituzionali, l’Azienda ULSS 18 istituisce i seguenti dipartimenti aziendali, di carattere strutturale e gerarchico: • Dipartimento aziendale Amministrativo; • Dipartimento aziendale Tecnico. Ciascuno dei due dipartimenti strutturali aziendali Amministrativo e Tecnico è guidato da un Direttore, nominato dal Direttore generale tra i responsabili delle unità operative complesse che compongono il Dipartimento stesso; come previsto dalla DGRV 2271/2013, l’incarico di Direttore di dipartimento strutturale aziendale dura due anni, sottoposto a verifica e rinnovabile. I Direttori dei dipartimenti strutturali aziendali dell’area professionale, tecnica e amministrativa rispondono alla Direzione aziendale, nella figura del Direttore amministrativo, delle attività svolte, dell’assetto organizzativo complessivo, del perseguimento degli obiettivi e della gestione del budget affidato. Gli incarichi di Direttore di Dipartimento aziendale strutturale Amministrativo e Tecnico sono caratterizzati da competenze generali e da competenze distintive. Le competenze generali sono quelle proprie di un Direttore di dipartimento strutturale aziendale, descritte all’art. 35 del presente Atto aziendale; le competenze distintive sono invece esplicitate e dettagliate nel profilo di ruolo che caratterizza lo specifico incarico di Direttore di dipartimento strutturale aziendale. Per lo svolgimento delle proprie funzioni, al Direttore di Dipartimento strutturale aziendale (Amministrativo e Tecnico) spetta l’indennità di posizione prevista dal vigente CCNL per la direzione di dipartimento strutturale aziendale. Il funzionamento di ciascun Dipartimento strutturale aziendale Amministrativo e Tecnico è normato da un Regolamento, proposto dal Direttore di Dipartimento sulla base di uno “Schema aziendale di Regolamento di dipartimento strutturale”, sentiti e coinvolti i responsabili di tutte le strutture dipartimentali e il Direttore amministrativo. Tale Regolamento stabilisce nel dettaglio gli obiettivi del Dipartimento, le sue articolazioni interne e le specifiche funzioni per ciascuna struttura che lo compone, prevedendo forme semplificate di coordinamento e di collaborazione orizzontale tra le diverse componenti dipartimentali. Il Regolamento è approvato con proprio decreto dal Direttore generale. All’interno della UOC Affari generali e legali viene istituita la Funzione di controllo interno, con afferenza funzionale al Direttore amministrativo, che ha il compito di supportare le strutture e i processi aziendali nelle attività di quantificazione e gestione del rischio amministrativo-contabile, attraverso lo sviluppo del relativo Sistema di controllo interno e in coerenza con la mappatura regionale dei processi; tale funzione non ha un ruolo ispettivo, ma esclusivamente di supporto tecnico/collaborativo rispetto ai responsabili di struttura e di processo. L’articolazione dei servizi professionali, tecnici e amministrativi dell’Azienda ULSS 18, con l’indicazione dei dipartimenti strutturali aziendali e delle unità operative è descritto nella figura 12. pagina 69 di 88 Figura 12. Articolazione dei servizi professionali, tecnici e amministrativi dell’Azienda ULSS 18. SERVIZI PROFESSIONALI, TECNICI E AMMINISTRATIVI Direttore del dipartimento strutturale aziendale Direttore del dipartimento A AMMINISTRATIVO DIREZIONE AZIENDALE UOC Gestione risorse umane UOS Gestione giuridica personale dipend. UOC Affari generali e legali Direttore generale UOS Affari legali Direttore amministrativo UOC Bilancio e programmazione finanziaria UOC Direzione amministrativa ospedaliera* Direttore sanitario UOC Gestione risorse in convenzione * Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale Direttore del dipartimento strutturale aziendale TECNICO UOC Servizio tecnico Funzioni di DIREZIONE UOS Progett. e gestione strutture e imp. UOS Ingegneria clinica UOS Giuridico-ammin. e gest. patrim. UOC Innov. e gestione tecnol. Informatiche * La DGRV 2271/2013 di approvazione delle Linee guida per l’Atto aziendale non prevede l’attivazione di tali UOC, che pertanto sono da considerarsi a termine entro il 31/12/2015. UOS Sistema informativo UOC Acquisizione e gestione beni e servizi UOS Acquisti servizi tecnico-econ. e s.s. Funzioni di GESTIONE OPERATIVA 59. I dipartimenti funzionali interaziendali dell’area professionale, tecnica e amministrativa Per la realizzazione di integrazioni e sinergie operative e, ove possibile, per condividere in modo ottimale attività, strumenti e processi con altre aziende sanitarie pubbliche in materia di servizi professionali, tecnici e amministrativi, così come indicato dalla programmazione regionale, l’Azienda ULSS 18 può istituire in tale ambito i dipartimenti funzionali interaziendali di cui all’art. 36 del presente Atto aziendale. Le sinergie e le condivisioni derivanti da tali dipartimenti sono relative ad aspetti operativi di carattere prevalentemente tecnico (per esempio, gestione del sistema unico di prenotazione, attività operative di ingegneria clinica, gestione della previdenza e degli aspetti fiscali, gestione degli stipendi, operatività dei sistemi informatici, ecc.), mentre le scelte direzionali e strategiche, proprie di ciascuna Azienda, restano riservate alla discrezionalità delle rispettive Direzioni aziendali. Ciascun dipartimento funzionale interaziendale è guidato da un Coordinatore, nominato congiuntamente con proprio decreto dai Direttori generali delle Aziende interessate tra i responsabili delle unità operative complesse che afferiscono al dipartimento stesso. L’incarico di Coordinatore del dipartimento interaziendale funzionale è sottoposto a verifica e rinnovabile; tale incarico è distinto da pagina 70 di 88 quello di Direttore di dipartimento aziendale strutturale e lo stesso dirigente può eventualmente svolgere contemporaneamente i due incarichi. Il Coordinatore di ciascun Dipartimento interaziendale funzionale resta incardinato nella rispettiva Azienda di appartenenza e, per quanto riguarda le attività non connesse con la specifica funzione di coordinamento del Dipartimento, riferisce alla propria catena di responsabilità amministrativa, organizzativa e gerarchica. Invece nello svolgimento delle funzioni di coordinamento di tale Dipartimento funzionale interaziendale, il Coordinatore riferisce funzionalmente a entrambe le Direzioni aziendali. L’incarico di Coordinatore di Dipartimento interaziendale funzionale è caratterizzato da competenze generali e competenze distintive. Le competenze generali sono assimilabili a quelle del coordinatore di processo aziendale, di cui all’art. 38 del presente Atto aziendale. Le competenze distintive sono invece quelle di coordinare le strutture afferenti al Dipartimento verso la creazione di sinergie e, ove possibile, la condivisione delle attività, degli strumenti e dei processi di carattere prevalentemente tecnico nelle materie trattate dal Dipartimento, lasciando alle rispettive Direzioni aziendali le scelte direzionali e strategiche di competenza; tali competenze distintive sono esplicitate e dettagliate nel profilo di ruolo che caratterizza l’incarico di Coordinatore di dipartimento interaziendale funzionale. Per lo svolgimento delle proprie funzioni, al Coordinatore di Dipartimento interaziendale funzionale non spetta l’indennità di posizione di Dipartimento strutturale aziendale prevista dalla rispettiva Azienda. L’incarico di Coordinatore può essere valorizzato con sistemi incentivanti riconducibili all’indennità di risultato, a fronte del raggiungimento di specifici obiettivi di coordinamento annualmente definiti dalle due Direzioni aziendali; l’incentivazione è corrisposta dall’Azienda di appartenenza e il costo aggiuntivo e successivamente ripartito tra le Aziende interessate. Il funzionamento di ciascun Dipartimento interaziendale funzionale è normato da un Regolamento proposto dal Coordinatore sulla base di uno “Schema aziendale di Regolamento di dipartimento funzionale”, sentiti e coinvolti i responsabili di tutte le strutture dipartimentali e i Direttori amministrativi delle Aziende interessate. Il Regolamento di dipartimento interaziendale funzionale stabilisce gli obiettivi operativi e le aree di intervento concordate, prevedendo forme semplificate di coordinamento tra le diverse componenti dipartimentali. Tale Regolamento è approvato con proprio decreto dai Direttori generali delle Aziende sanitarie interessate. pagina 71 di 88 Titolo IV FUNZIONAMENTO DELL’AZIENDA CAPO I LA LEADERSHIP 60. La leadership diffusa La leadership è la capacità di guidare una organizzazione. I leader sono elementi chiave nelle organizzazioni sociali, perché sono le persone che guidano il gruppo, lo sostengono e lo motivano, lo difendono e lo spronano, che intuiscono per primi il futuro e lo fanno vedere agli altri, che custodiscono la memoria storica e rappresentano la continuità. Nelle organizzazioni complesse, come sono anche le aziende sanitarie, la leadership non è una funzione concentrata su poche persone ma, al contrario, è condivisa e diffusa nelle mani di tutti coloro che, a vari livelli, svolgono una qualsiasi attività di guida, direzione e coordinamento organizzativo, scientifico e valoriale. Nell’Azienda ULSS 18 la funzione di leadership è svolta non solo dal Direttore generale e dai suoi più stretti collaboratori, ma anche dai Direttori del dipartimento di prevenzione, del distretto sociosanitario, del dipartimento di salute mentale e dell’ospedale, dai responsabili dei dipartimenti e delle strutture operative, dai titolari delle posizioni organizzative, dai coordinatori infermieristici, tecnici e amministrativi e da tutti coloro che, per prestigio individuale e professionale e per i ruoli svolti nelle società scientifiche e nella comunità, rappresentano un punto di riferimento per la vita aziendale. Ogni leader aziendale, nei confronti dei collaboratori, deve dimostrare le proprie qualità personali, lavorare con gli altri, gestire i servizi, puntare sempre al miglioramento, svolgere attività di direzione e coordinamento, creare la visione e mettere in campo strategie per raggiungerla, all’unico scopo di svolgere la missione aziendale in modo efficace ed efficiente. CAPO II LE STRATEGIE AZIENDALI 61. La governance clinica e la governance integrata Il termine “governance” è intraducibile in italiano con una sola parola, perché la governance è la somma dei molteplici modi con i quali le parti interessate di una organizzazione, influenzandosi reciprocamente, attivano in modo formale e informale strategie, regole, accordi, procedure e comportamenti individuali e collettivi per partecipare ai processi decisionali, realizzare quanto stabilito e rispondere reciprocamente di tali decisioni (cioè la responsabilità, il dover rendere conto, l’accountability). L’Azienda ULSS 18 fa propri i principi, i metodi e gli strumenti della governance clinica, cioè si im pegna a sviluppare “un sistema, una cornice, una struttura per mezzo dei quali le organizzazioni del sistema sanitario rendono conto del continuo miglioramento della qualità dei loro servizi e del rispetto di elevati standard assistenziali, attraverso la creazione di un contesto nel quale l’eccellen- pagina 72 di 88 za nell’assistenza deve prosperare”. In tale contesto, ciascuna struttura e ciascun operatore del sistema assistenziale si assume la responsabilità di operare per migliorare la qualità. A partire dal riconoscimento che nelle organizzazioni il lavoro settoriale svolto “a canne d’organo” è dispersivo e non più sufficiente a rispondere alle sfide attuali, l’Azienda ULSS 18 fa anche propri i principi, i metodi e gli strumenti della governance integrata e si impegna a integrare tra di loro tutti i sotto-sistemi specifici che operano all’interno delle organizzazioni sanitarie, sviluppando una rete di processi tra loro integrati (per esempio, la gestione clinica, la gestione del personale, la dimensione finanziaria, la gestione delle tecnologie, dell’informazione, la ricerca, la gestione dei rischi, ecc.), 62. La pianificazione e la programmazione aziendale Le scelte operative dell’Azienda ULSS 18 si fondano sul Piano sanitario nazionale, sul Piano socio-sanitario regionale e sugli altri atti di pianificazione e programmazione nazionale e regionale. Tali scelte si effettuano attraverso un insieme coordinato di documenti, nel contesto di un quadro complessivo di pianificazione e programmazione dell’assistenza. I principali documenti di pianificazione e programmazione aziendale sono: • il Piano della performance; • i Programmi settoriali; • il Bilancio pluriennale di previsione; • gli strumenti relativi al sistema locale di offerta socio-sanitaria (Piano Attuativo Locale - PAL, Piano di Zona e Programma delle Attività Territoriali - PAT) di cui all’articolo 52 del presente Atto aziendale. Il Piano della performance è il documento programmatico triennale, a scorrimento annuale, adottato in coerenza con i contenuti e il ciclo della programmazione finanziaria e di bilancio, che individua gli indirizzi e gli obiettivi strategici e operativi dell’Azienda e definisce, con riferimento agli obiettivi e alle risorse, gli indicatori per la misurazione e la valutazione della performance dell’amministrazione, nonché gli obiettivi assegnati al personale dirigenziale e i relativi indicatori. I Programmi settoriali sono gli strumenti attuativi della pianificazione aziendale e riguardano specifiche dimensioni della vita aziendale. Esempi di programmi settoriali sono quelli relativi al personale, alla sicurezza dei lavoratori e dei pazienti, alla gestione delle liste di attesa, alla formazione, alla gestione delle strutture e delle attrezzature, ai beni e servizi, all’informatizzazione, alla comunicazione, alla trasparenza, alla prevenzione della corruzione e del rischio amministrativo-contabile, ecc. Il Bilancio pluriennale di previsione rappresenta la traduzione in termini economici, finanziari e patrimoniali di tutti gli strumenti di pianificazione e programmazione adottati dall’Azienda. È aggiornato annualmente per scorrimento e si articola in tre parti: economica, finanziaria e patrimoniale. I tempi, le modalità e le procedure per la approvazione dei principali documenti di pianificazione e programmazione aziendale sono definiti da specifiche indicazioni nazionali e/o regionali. 63. Il ciclo della performance L’Azienda ULSS 18 attiva un proprio sistema di definizione, misurazione, valutazione e trasparenza della performance aziendale, volto al miglioramento della qualità dei servizi offerti e alla crescita delle competenze professionali, attraverso la valorizzazione del merito e l'erogazione di premi per i risultati perseguiti dai singoli e dalle strutture aziendali, in un quadro di pari opportunità di diritti e pagina 73 di 88 doveri, trasparenza dei risultati ottenuti e rendicontazione delle risorse impiegate per il loro perseguimento. Il funzionamento del Sistema aziendale per la definizione, misurazione, valutazione e trasparenza della performance è normato da un Regolamento, approvato con proprio decreto dal Direttore generale. I principi generali del sistema aziendale di definizione, misurazione, valutazione e trasparenza della performance sono i seguenti: • attuazione del ciclo della performance supportato dalla metodica di budget e in un’ottica di integrazione con i sistemi programmatori e valutativi già esistenti, laddove compatibili con i principi recati dal D.Lgs. 150/2009 e dalla DRGV 2205/2012; • consolidamento, integrazione e miglioramento dell’attuale sistema di valutazione della amministrazione nel suo complesso, delle singole strutture aziendali, dei processi aziendali e di tutti i dipendenti, dirigenti e non; • differenziazione della retribuzione di risultato dei dirigenti e dei compensi connessi all’incentivazione alla produttività degli altri dipendenti, attuata attraverso la valorizzazione delle capacità, delle prestazioni e dei risultati ottenuti da ciascuno di essi; • integrazione dei risultati della valutazione individuale della performance con il processo di valutazione degli incarichi aziendali; • miglioramento della qualità, dell’efficacia, dell’efficienza e dell’appropriatezza delle prestazioni erogate dalle singole unità organizzative, anche in funzione del soddisfacimento dei bisogni e delle aspettative dell’utenza; • garanzia della trasparenza, anche attraverso la pubblicazione sul sito internet aziendale, di tutti gli aspetti dell’attività amministrativa, dell’organizzazione aziendale e della varie fasi del ciclo della performance. L’Azienda ULSS 18, in maniera coerente con i contenuti e con il ciclo della programmazione finanziaria e del bilancio, sviluppa il ciclo della performance che si articola nelle seguenti fasi: a) definizione e assegnazione degli obiettivi da raggiungere, dei valori attesi di risultato e dei rispettivi indicatori; b) collegamento tra gli obiettivi e l'allocazione delle risorse; c) realizzazione delle attività programmate per il raggiungimento degli obiettivi; d) monitoraggio in corso di esercizio delle attività svolte e dei risultati conseguiti, con la conse guente attivazione di eventuali interventi correttivi; e) misurazione e valutazione della performance ottenuta, con riferimento all’amministrazione nel suo complesso, alle singole articolazioni aziendali e ai singoli dipendenti; f) utilizzo dei sistemi premianti, secondo criteri di valorizzazione del merito; g) rendicontazione dei risultati agli organi aziendali, alle istituzioni di indirizzo, ai cittadini e alle altre parti interessate. Per sostenere il ciclo della performance, l’Azienda ULSS 18 integra tra di loro attività, processi e strumenti diversi quali, per esempio, la gestione del bilancio, la metodica di budget, i processi di valutazione del personale, gli strumenti di comunicazione con i cittadini, ecc.; inoltre attiva il funzionamento dell’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV). Nello svolgimento delle attività connesse al ciclo della performance, le strutture operative aziendali sono supportate dallo staff della Direzione aziendale. 64. La gestione dei rischi aziendali L’Azienda ULSS 18 sviluppa sistemi specifici per la gestione dei rischi aziendali connessi allo svolgimento delle proprie attività istituzionali. In termini generali, la gestione dei rischi comprende sia attività di analisi e valutazione e sia attività di intervento sui rischi stessi quali, per esempio, la pre venzione, l’eliminazione, la minimizzazione, l’accettazione, l’assicurazione, ecc.. pagina 74 di 88 Il sistema aziendale di gestione dei rischi è quindi un insieme coordinato, coerente e diffuso di attività e strumenti che si prefigge di governare i rischi presenti attraverso una rete di iniziative di miglioramento senza fine. Non esiste infatti attività umana che possa ridurre a zero la probabilità di eventi negativi e, coerentemente con le migliori esperienze nazionali e internazionali in materia di gestione del rischio (sanitario e non sanitario), il focus del sistema aziendale di gestione dei rischi deve essere sul miglioramento continuo e non sulla ricerca e punizione dei colpevoli. I principali rischi aziendali riguardano i seguenti valori da tutelare: • la salute e la sicurezza dei lavoratori (rischio lavorativo); • la sicurezza dei pazienti (rischio clinico); • la tutela dei dati e la privacy (rischio informativo); • la correttezza amministrativa e contabile (rischio amministrativo e contabile); • l’integrità della pubblica amministrazione (rischi di conflitti di interesse, incompatibilità, non trasparenza e corruzione). Ciascun sistema specifico per la gestione dei rischi va considerato come uno dei processi aziendali descritto all’art. 37 del presente Atto aziendale, perché comprende attività che, pur realizzate da strutture aziendali diverse, devono svolgersi in maniera coerente e integrata per perseguire un obiettivo comune: per questo è guidato da un coordinatore di processo aziendale, nominato al Direttore generale. Per perseguire la salute e la sicurezza dei lavoratori e gestire il relativo rischio lavorativo, l’Azienda ULSS 18 sviluppa il “Sistema di gestione della sicurezza dei lavoratori” secondo le specifiche indicazioni nazionali e regionali, mutuando modalità operative presenti anche nelle buone pratiche nazionali e internazionali. Per perseguire la sicurezza dei pazienti e gestire il relativo rischio clinico, l’Azienda ULSS 18 sviluppa il “Sistema di gestione della sicurezza dei pazienti” secondo le specifiche indicazioni nazionali e regionali, mutuando modalità operative presenti anche nelle buone pratiche nazionali e internazionali. Per perseguire la protezione dei dati e la privacy e gestire il relativo rischio informativo, l’Azienda ULSS 18 sviluppa il “Sistema di gestione della privacy e della sicurezza dei dati” secondo le specifiche indicazioni nazionali e regionali, mutuando modalità operative presenti anche nelle buone pratiche nazionali e internazionali. Per perseguire la correttezza amministrativa e contabile e gestire il relativo rischio amministrativocontabile, l’Azienda ULSS 18 sviluppa il “Sistema di controllo interno” secondo le specifiche indicazioni nazionali e regionali, mutuando modalità operative presenti anche nelle buone pratiche nazionali e internazionali. Il Sistema di controllo interno coinvolge tutti i livelli dell’organizzazione aziendale ed è finalizzato a fornire una ragionevole sicurezza sul conseguimento degli obiettivi rientranti nelle seguenti categorie: − efficacia ed efficienza delle attività operative; − adeguata tutela del patrimonio aziendale; − attendibilità delle informazioni finanziarie e operative; − conformità alle leggi e ai regolamenti in vigore. Per perseguire l’integrità della pubblica amministrazione e gestire i relativi rischi di conflitti di interesse, incompatibilità, non trasparenza e corruzione, l’Azienda ULSS 18 sviluppa il “Sistema di gestione per la trasparenza e l’integrità” secondo le specifiche indicazioni nazionali e regionali, mutuando modalità operative presenti anche nelle buone pratiche nazionali e internazionali. L’Azienda ULSS 18 svolge inoltre specifiche attività per la gestione di altri rischi aziendali specifici connessi allo svolgimento delle proprie attività istituzionali (per esempio, rischio ambientale, finanziario, di danno all’immagine, ecc.). pagina 75 di 88 65. Il miglioramento continuo della qualità Il miglioramento continuo della qualità è obiettivo prioritario per l’Azienda ULSS 18: tale miglioramento riguarda sia le prestazioni e i processi assistenziali (sanitari, socio-sanitari e sociali) e sia le attività e i processi professionali, tecnici e amministrativi. Sul versante assistenziale, il miglioramento continuo implica per le strutture coinvolte direttamente nella erogazione dei livelli di assistenza: • il rispetto di specifiche indicazioni nazionali e regionali per lo svolgimento di prestazioni, attività e processi; • il rispetto delle procedure, dei requisiti e delle prescrizioni connessi ai programmi regionali e nazionali di autorizzazione alla realizzazione, di autorizzazione all’esercizio e di accreditamento istituzionale; • la definizione e l’applicazione di documenti di indirizzo assistenziale basati su prove di efficacia (per esempio, linee guida, percorsi diagnostico-terapeutici, protocolli, procedure, ecc.), che guidano le decisioni e i comportamenti degli operatori nei diversi ambiti; • la misurazione dei risultati assistenziali ottenuti (esiti), con la scelta di indicatori specifici, misurabili, accessibili, pertinenti e definiti nel tempo; • la realizzazione di attività di audit clinico e organizzativo; • lo sviluppo di progettualità, anche con il coinvolgimento di altre strutture sanitarie regionali, nazionali e internazionali; • il coinvolgimento diretto e attivo, oltre che delle strutture e dei professionisti, anche degli utenti, delle loro famiglie, delle associazioni di tutela e delle associazioni di categoria. Nella prospettiva della continuità dell’assistenza e della presa in carico, le strutture coinvolte direttamente nella erogazione dei livelli di assistenza devono coinvolgere nel processo di miglioramento, ciascuna per la rispettiva competenza, anche le strutture accreditate e i professionisti convenzionati, sviluppando inoltre apposite modalità di vigilanza. Sul versante dei processi professionali, tecnici e amministrativi, il miglioramento continuo implica per tutte le strutture aziendali appartenenti ai Servizi professionali, tecnici e amministrativi e allo staff della Direzione aziendale: • il rispetto di specifiche indicazioni nazionali e regionali per lo svolgimento di prestazioni, attività e processi; • l’applicazione di documenti di indirizzo professionale, tecnico e amministrativo basati sulle buone pratiche (per esempio, linee guida, procedure, protocolli, procedimenti, ecc.), che guidano le decisioni e i comportamenti degli operatori nei diversi ambiti; • la misurazione dei risultati organizzativi ottenuti, con la scelta di indicatori specifici, misurabili, accessibili, pertinenti e definiti nel tempo; • la realizzazione di attività di audit organizzativo; • lo sviluppo di progettualità, anche con il coinvolgimento di altre strutture regionali, nazionali e internazionali. Nello svolgimento delle attività di miglioramento continuo della qualità, le strutture operative aziendali sono supportate dallo staff della Direzione aziendale. 66. La comunicazione con i cittadini e le altre parti interessate L’Azienda ULSS 18 orienta la programmazione e le strategie organizzative e gestionali alla valorizzazione della centralità del cittadino, inteso non solo come destinatario dei servizi aziendali, ma anche come interlocutore privilegiato e stessa “ragione d’essere” della sua presenza istituzionale, pagina 76 di 88 garantendone l’ascolto, la proposta e il controllo, anche ai fini di supporto, modifica o integrazione delle attività. L’Azienda ULSS 18 garantisce inoltre la partecipazione e la tutela dei diritti dei cittadini nella fruizione dei servizi sanitari, socio-sanitari e sociali. A questo fine, assicura il coinvolgimento dei rappresentanti delle associazioni di volontariato e di tutela dei diritti alle fasi di programmazione delle attività e di valutazione della qualità dei servizi, allo scopo di favorire l’adeguamento delle strutture e delle prestazioni alle esigenze dei cittadini. La presenza e l’attività, all’interno delle strutture aziendali, degli organismi di volontariato e di tutela dei diritti è favorita anche tramite la stipulazione di accordi o protocolli, che stabiliscano gli ambiti e le modalità di collaborazione, fermo restando il diritto alla riservatezza comunque garantito al cittadino e la non interferenza nelle scelte professionali degli operatori sanitari. In questa prospettiva, l’Azienda ULSS 18 assicura il costante utilizzo dei principali strumenti organizzativi normalmente previsti per i cittadini in materia di accoglienza, informazione, partecipazione, tutela e trasparenza: • la Carta dei servizi; • l’Ufficio per l’informazione e le relazioni con il pubblico; • Il Centro unico di prenotazione; • l’Ufficio stampa; • il sito aziendale e le connesse attività per garantire la trasparenza della pubblica amministrazione; • il sistema di gestione delle segnalazioni e dei reclami, che si svolge attraverso procedure predefinite sulla base di un apposito “Regolamento aziendale di pubblica tutela” approvato con proprio decreto dal Direttore generale; • la Commissione mista conciliativa, istituita e funzionante sulla base del Regolamento aziendale di pubblica tutela, di cui al punto precedente; • la Conferenza dei servizi, convocata annualmente dal Direttore generale come momento di verifica e di proposta con le rappresentanze dei cittadini. CAPO III LA GESTIONE DEL PERSONALE 67. Lo sviluppo e la formazione del personale L’Azienda ULSS 18 riconosce il valore strategico delle risorse professionali, nelle quali intravede il principale capitale della sua dotazione. A tal fine, promuove e tutela forme di valorizzazione del personale, favorendone la partecipazione consultiva, propositiva e decisionale negli ambiti di competenza riconosciuti, il coinvolgimento nelle responsabilità e la gratificazione professionale, nel quadro di strategie incentivanti e con il supporto della formazione e dell’aggiornamento finalizzato. Il processo di valorizzazione del personale costituisce impegno prioritario della Direzione aziendale e di tutti colori che, a diverso tiolo, svolgono compiti di direzione e coordinamento. Esso riguarda tutte le componenti professionali operanti nell’Azienda, coinvolge le organizzazioni sindacali, è coadiuvato dalle specifiche iniziative del Collegio di direzione e si concretizza mediante progetti e programmi specifici, definiti dall’Azienda e realizzati prioritariamente all’interno della stessa. L’Azienda ULSS 18 si impegna a valorizzare il ruolo di tutti i professionisti che operano nella com plessa rete dei servizi ospedalieri e territoriali, quali portatori di competenze specifiche per una corretta lettura, presa in carico e soluzione dei bisogni assistenziali nella loro globalità. Particolare attenzione è posta allo sviluppo delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche. tecniche, delpagina 77 di 88 la riabilitazione e della prevenzione di cui alla legge 251/2000, in ragione: a) del nuovo quadro normativo; b) della necessità di costruire nuove sinergie e collaborazioni con tutti gli altri professionisti coinvolti nei processi assistenziali; c) dei cambiamenti in atto nella consistenza numerica dei singoli gruppi professionali. Per quanto riguarda il tema della dirigenza delle professioni sanitarie, gli aspetti organizzativi di dettaglio, i meccanismi di integrazione e coordinamento interni, le relazioni e le aree di corresponsabilità con altri ruoli o strutture aziendali sono definiti dal Regolamento previsto dall’articolo 8, comma 7 del CCNL 17/10/2008 Area dirigenza SPTA e nei relativi profili di ruolo dirigenziali. L’Azienda ULSS 18 stabilisce inoltre modalità di pianificazione, attuazione e registrazione delle iniziative di formazione continua, finalizzate a garantire che i dipendenti dell’ULSS 18 acquisiscano e migliorino le conoscenze e le capacità necessarie ad attuare le prestazioni di loro competenza. Annualmente è formulato il Programma per la formazione continua del personale, sulla base di una raccolta pluriennale dei bisogni formativi. Il Programma per la formazione continua del personale, predisposto dal Servizio per la conoscenza e la formazione del personale in collaborazione con le strutture aziendali, è approvato dal Direttore generale. Le attività connesse alla formazione del personale aziendale sono realizzate in modo coerente anche con quanto previsto dal sistema nazionale di educazione continua in medicina (ECM). 68. Gli incarichi aziendali e i profili di ruolo Gli incarichi di direzione o responsabilità di strutture aziendali sono affidati secondo le procedure previste dalla legislazione vigente e dalle norme contrattuali. Ogni incarico aziendale di direzione o responsabilità di strutture aziendali e di coordinamento dei processi aziendali è associato uno specifico profilo di ruolo, che descrive le competenze scientifico-professionali, organizzative-gestionali e relazionali connesse all’incarico stesso, cioè le responsabilità, le conoscenze, le capacità, gli atteggiamenti, le relazioni organizzative e i comportamenti attesi per ricoprire l’incarico stesso. Tali competenze sono generali, comuni cioè a ciascuna tipologia di incarico, e distintive per ciascun specifico incarico. Il profilo di ruolo è il perno del sistema aziendale di gestione del personale cui collegare, di volta in volta, la pianificazione delle attività per i cittadini, le procedure di reclutamento e selezione, la graduazione degli incarichi, la stesura dei contratti individuali, la valutazione degli incarichi, l’organizzazione del lavoro, la profilatura per l’accesso al sistema informativo, l’inserimento lavorativo, la sicurezza sul lavoro e la formazione continua. Compatibilmente con il ruolo, la categoria e il profilo del dipendente interessato, la Direzione aziendale può affidare anche altri incarichi per l’espletamento di particolari attività come, per esempio, coordinamento di processi, guida di commissioni e comitati, attività di controllo, responsabilità di specifici progetti e attività finalizzate, partecipazione a iniziative regionali, ecc.. Tali incarichi non sono rinunciabili, ancorché non previsti dall’eventuale profilo di ruolo del dipendente interessato, fatti salvi i casi di forza maggiore e di impossibilità e incompatibilità sopravvenute. 69. La valutazione degli incarichi aziendali La valutazione degli incarichi aziendali di direzione o responsabilità di strutture aziendali, di coordinamento dei processi aziendali e di tipo professionale e organizzativo vengono effettuati secondo pagina 78 di 88 le specifiche modalità operative definite dalla normativa nazionale, dalla contrattazione collettiva generale e locale e in armonia con le specifiche indicazioni regionali. Le attività finalizzate alla valutazione degli incarichi aziendali di direzione o responsabilità di strutture aziendali, di coordinamento dei processi aziendali e di tipo professionale e organizzativo sono integrate con il Sistema aziendale per la definizione, misurazione, valutazione e trasparenza della performance. CAPO IV LA GESTIONE DELLE RISORSE 70. La gestione delle strutture L’Azienda ULSS 18 attiva uno specifico processo aziendale per garantire la disponibilità e la funzionalità degli immobili e degli impianti necessari per lo svolgimento della sua attività presente e futura. Le attività aziendali che ruotano attorno alla gestione delle strutture devono essere considerate secondo uno schema logico che può essere così schematizzato: • raccogliere e valutare i fabbisogni relativi a esigenze di sicurezza, funzionalità, manutenzione e adeguamento strutturale; • decidere gli interventi necessari e possibili (per esempio, realizzazione ex novo, ricostruzione, ristrutturazione, manutenzione ordinaria e straordinaria, acquisizione, locazione); • programmare e gestire gli interventi pianificati; • gestire le strutture in uso; • provvedere alle periodiche verifiche di funzionamento e di sicurezza delle strutture in uso; • gestire la rispettiva copertura assicurativa. I criteri legati alla sicurezza delle persone (pazienti, visitatori e personale) e all’adeguamento rispetto ai requisiti regionali di autorizzazione all’esercizio e di accreditamento istituzionale rappresentano le priorità nella scelta degli interventi strutturali da realizzare. 71. La gestione delle tecnologie assistenziali L’Azienda ULSS 18 basa il proprio sistema di gestione delle tecnologie assistenziali sui principi della valutazione delle tecnologie sanitarie (Health Technology Assessment - HTA). L’’attuale concetto di tecnologia assistenziale è molto ampio e comprende le attrezzature sanitarie, i dispositivi medici, i farmaci, i sistemi diagnostici, le procedure mediche e chirurgiche, i percorsi assistenziali, gli interventi educativi e gli assetti strutturali, organizzativi e manageriali nei quali viene erogata l’assistenza sanitaria, socio-sanitaria e sociale. Le tecnologie assistenziali comprendono quindi tutte le applicazioni pratiche della conoscenza che vengono utilizzate per tutelare la salute e il benessere dei singoli e della comunità. In particolare, l’Azienda ULSS 18 sviluppa specifici processi aziendali per la gestione delle seguenti tecnologie assistenziali, che dovranno svilupparsi in coerenza con le iniziative regionali: • la gestione dei farmaci; • la gestione dei dispositivi medici; • la gestione delle attrezzature sanitarie. pagina 79 di 88 Lo scopo del processo aziendale “La gestione dei farmaci” è di governare in modo integrato le molteplici attività svolte direttamente e indirettamente dall’Azienda ULSS 18 per garantire ai propri cittadini l’assistenza farmaceutica nei diversi contesti di assistenza: a domicilio, negli ambulatori di assistenza primaria e specialistica, nel corso dei ricoveri ospedalieri e nelle strutture residenziali. Il processo aziendale “La gestione dei farmaci” deve comprendere le iniziative realizzate per migliorare l’appropriatezza, superare la tradizionale divisione tra attività ospedaliere e territoriali, integrare tutte le forme di acquisizione e distribuzione, promuovere attività per garantire la sicurezza d’uso dei farmaci in tutti i contesti assistenziali e avere una visione unitaria dei costi, coinvolgendo tutti gli attori aziendali ed extra aziendali interessati. Lo scopo del processo aziendale “La gestione dei dispositivi medici” è di governare in modo integrato le molteplici attività svolte direttamente e indirettamente dall’Azienda ULSS 18 per garantire ai propri cittadini la disponibilità di dispositivi medici nei diversi contesti di assistenza: a domicilio, negli ambulatori di assistenza primaria e specialistica, nel corso dei ricoveri ospedalieri e nelle strutture residenziali. Il processo aziendale “La gestione dei dispositivi medici” deve comprendere le iniziative realizzate per valutarli e per gestirne l’introduzione in Azienda, rendere unitarie le modalità di acquisizione e di gestione della logistica, integrare le competenze professionali sanitarie con quelle amministrative, superare la tradizionale divisione tra attività ospedaliere e territoriali, promuovere attività per garantire la sicurezza d’uso dei dispositivi medici in tutti i contesti assistenziali e avere una visione unitaria dei costi, coinvolgendo tutti gli attori aziendali ed extra aziendali interessati. Lo scopo del processo aziendale “La gestione delle attrezzature sanitarie” è di governare in modo integrato le molteplici attività svolte dall’Azienda ULSS 18 per garantire la raccolta dei fabbisogni di attrezzature e la conseguente valutazione multidimensionale di impatto, la scelta della attrezzatura, la programmazione e la gestione delle acquisizioni, l’installazione e il collaudo, il funzionamento a regime, i controlli per la qualità e la sicurezza, la manutenzione programmata e straordinaria, la gestione di attrezzature non aziendali, l’eliminazione dai processi assistenziali e lo smaltimento. 72. La gestione delle informazioni L’Azienda ULSS 18 promuove lo sviluppo di un sistema aziendale di gestione delle informazioni assistenziali, tecniche e amministrativi e dei processi con i quali tali dati vengo gestiti (manuali e informatizzati). A questo scopo, può attivare forme di collaborazione organizzativa e strutturale con le altre componenti pubbliche e private accreditate del sistema socio-sanitario veneto, in particolare su base provinciale. All’interno di tale sistema aziendale di gestione delle informazioni, l’Azienda ULSS 18 implementa politiche, regolamenti, procedure, soluzioni hardware e software per garantire la privacy e la sicurezza dei dati, coerentemente con le indicazioni normative vigenti. Inoltre si adopera per garantire la continuità operativa dei sistemi informatici, particolarmente importante nel momento in cui i processi assistenziali, professionali, tecnici e amministrativi sono sempre più dipendenti da tali strumenti. La gestione delle informazioni non si correla solo con il tema della continuità operativa dei sistemi informativi; tali sistemi sono infatti sempre più utili per garantire anche la continuità dell’assistenza, creando le condizioni per la condivisione tra tutti i professionisti coinvolti di informazioni assistenziali raccolte in momenti e in luoghi diversi Elemento chiave per garantire la continuità dell’assistenza nelle sue diverse accezioni di continuità informativa, gestionale e relazionale, è la progressiva implementazione di un sistema informativo integrato tra tutte le componenti sanitarie, socio-sanitarie e sociali, capace di mettere in rete le informazioni derivanti dai vari contesti assistenziali (per esempio, il pronto soccorso, i reparti ospedalieri, gli ambulatori specialistici, gli ambulatori di medicina generale e pediatri di libera scelta, pagina 80 di 88 l’assistenza farmaceutica, la domiciliarità, le cure palliative e la residenzialità extraospedaliera, ecc.). Tale sistema dovrà consentire anche la classificazione delle patologie e dei bisogni di salute, a supporto sia della programmazione aziendale che del monitoraggio dei percorsi assistenziali e degli esisti dell’assistenza erogata. Il sistema informativo integrato concorre alla realizzazione del Fascicolo Socio-Sanitario Elettronico regionale (FSSE) ovvero quell’insieme di servizi applicativi che consentono: • l’inserimento e la successiva consultazione dei documenti socio-sanitari, al fine di rendere disponibile, agli operatori abilitati o agli assistiti stessi, in ogni momento e in ogni luogo, la storia clinica e socio-assistenziale individuale; • la gestione di strumenti di supporto decisionale per i professionisti; • le gestione delle attività di telemedicina; • le gestione di servizi on line per l’utenza (per esempio, prenotazione, pagamento ticket, certificazioni, ecc.). Il concetto e l’utilizzo del Fascicolo Socio-Sanitario Elettronico regionale (FSSE) sono da intendersi estesi ai diversi ambiti: ospedaliero, ambulatoriale, territoriale, sociale e di prevenzione e promozione della salute. Lo strumento dovrà, pertanto, essere unico, indipendentemente dall’area dei servizi da cui provengono le informazioni. 73. La gestione di beni e servizi L’attività di acquisizione e gestione di beni e servizi presso l’Azienda ULSS 18 è informata ai principi della programmazione annuale, della coerenza con il sistema budgetario, della trasparenza e della massima concorrenzialità e persegue obiettivi di efficacia, efficienza ed economicità, nel rispetto dei vincoli di spesa definiti a livello di bilancio e degli altri atti della programmazione aziendale. A completamento della disciplina vigente in materia, l’attività di acquisizione e gestione di beni e servizi presso l’Azienda ULSS 18 è regolata dai seguenti documenti: Regolamento aziendale per gli acquisiti; Condizioni generali di contrato per le forniture di beni e servizi; Profilo di ruolo del Responsabile unico del procedimento (RUP); Profilo di ruolo del Direttore dell’esecuzione del contatto (DEC). CAPO V LA GESTIONE DELLE ATTIVITÀ 74. Il processo di budget La gestione delle attività e il ciclo della performance sono basati sul processo di budget. Il Comitato di budget è una commissione tecnico-consultiva, presieduta dal Direttore generale, deputata a formulare proposte circa la definizione degli obiettivi specifici per ciascun centro di responsabilità e per il budget complessivo dell’Azienda. Il Comitato si riunisce almeno trimestralmente, su convocazione del Direttore generale, anche per analizzare gli andamenti dei budget, verificare gli scostamenti e individuare eventuali provvedimenti correttivi da intraprendere al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi e il coordinamento dell’azione di tutti i centri di responsabilità. pagina 81 di 88 Nel rispetto delle scadenze previste dalla normativa e dalla programmazione regionale il Comitato di budget, avvalendosi del servizio Controllo di gestione e delle analisi relative alle attività, ai fattori economici e alle risorse finanziarie (generali e per singolo centro di costo), formula la proposta di: • piano aziendale, contenente gli obiettivi generali d’azienda e le principali azioni da proporre ai centri di responsabilità; • budget economico e gestionale per i singoli centri di responsabilità; • budget economico-patrimoniale e le ipotesi dei flussi finanziari a livello d’azienda. Successivamente, tenute sempre presenti le scadenze previste dalla normativa e dalla programmazione regionale, la Direzione aziendale: • approva la proposta di piano aziendale e di budget economico-gestionale; • definisce il budget con i singoli centri di responsabilità che potranno, sulla scorta degli andamenti gestionali dell’anno in corso, proporre obiettivi propri, individuare le principali azioni per il raggiungimento degli obiettivi e contrattare risorse e prestazioni. Il Direttore generale consolida nel budget aziendale le proposte dei budget dei singoli centri di responsabilità e ne verifica la compatibilità generale con gli obiettivi della programmazione regionale. Infine, il Direttore generale approva con proprio decreto il piano aziendale, il conto economico-finanziario, lo stato patrimoniale e, a seguire, i budget dei diversi centri di responsabilità di attività e di risorse. La verifica degli andamenti dei costi e dei ricavi complessivi d’azienda e per singolo centro di costo viene eseguita dalla Direzione aziendale, tramite il servizio Controllo di gestione. Le verifiche avvengono attraverso report contenenti le risultanze della contabilità analitica e dell’analisi delle attività. Il report economico comprende l’indicazione della previsione iniziale (budget assegnato), l’ammontare dei costi maturati e progressivo fino alla fine del periodo di riferimento e lo scostamento dalla previsione. L’andamento del budget economico viene altresì riferito ai dati di attività della struttura operativa e al grado di raggiungimento degli obiettivi. Le variazioni entro la previsione complessiva dei budget rientrano nell’autonomia dei centri di responsabilità di risorse, su richiesta dei responsabili dei centri di attività qualora ciò non comporti una variazione del budget di risorse nel suo importo complessivo. Resta in ogni caso esclusa da parte dei responsabili dei centri di attività e di risorse la possibilità di aumentare autonomamente il budget assegnato. Qualora gli scostamenti comportino una revisione in aumento del budget o una modifica sostanziale al programma di attività e, comunque, nei casi di variazione negli investimenti o delle previsioni di assunzione di personale, le relative variazioni devono essere approvate dal Direttore generale, eventualmente sentito il Comitato di budget La verifica del budget non può prescindere dal sistema delle responsabilità, che prevede che ogni azione sia collegata a un responsabile che abbia a disposizione gli strumenti tipici del controllo. Al sistema di budget è correlato anche il sistema premiante aziendale, che assume rilevanza con la valutazione dei risultati da parte dell’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV). 75. I processi e le reti assistenziali Coerentemente con quanto sta succedendo in tutti i sistemi socio-sanitari evoluti, la programmazione regionale sottolinea l’importanza della interconnessione nel tempo e nello spazio tra tutti i professionisti e tutte le strutture che, a vario titolo, assistono i pazienti. Il vecchio modello della erogazione di semplici prestazioni isolate tra di loro non è più in grado di soddisfare gli attuali bisogni di assistenza dei singoli e delle comunità ed è necessario che tutti gli attori coinvolti operino all’interno di processi e di reti assistenziali. Inoltre, è necessario aiutare il paziente a partecipare consa- pagina 82 di 88 pevolmente al proprio processo assistenziale e a utilizzare in maniera efficiente gli strumenti messi a disposizione (empowerment). L’Azienda ULSS 18 si impegna affinché tutte le componenti aziendali (quelle assistenziali e quelle tecnico-amministrative) passino dalla logica della erogazione di una prestazione isolata a un approccio moderno che privilegia i processi e le reti assistenziali, valorizzando il percorso che i pazienti compiono quando devono attraversare i diversi contesti assistenziali e incontrano molti professionisti (“mettersi nelle scarpe dei pazienti”). Per sostenere il cammino, a volte difficile e intricato, che i pazienti devono svolgere lungo gli innumerevoli percorsi assistenziali che il sistema socio-sanitario mette loro a disposizione, è necessario che tutte le componenti aziendali ed extra-aziendali coinvolte mettano in campo atteggiamenti, procedure e strumenti per garantire ai cittadini due elementi chiave: la presa in carico e la continuità dell’assistenza. La presa in carico comporta la necessità che il paziente sia accompagnato in maniera esplicita lungo il suo percorso assistenziale, identificando uno o più operatori in grado di svolgere il ruolo di “case/care manager” o di “coordinatori di percorso”: non si tratta di figure con competenze gerarchiche o burocratiche, ma rappresentano degli elementi di integrazione, coordinamento e supporto nelle fasi di programmazione, realizzazione, valutazione e riesame delle attività assistenziali. Per garantire la continuità dell’assistenza, è invece necessario che i professionisti creino e mantengano costanti legami tra i diversi punti dei processi e delle reti assistenziali, presidiando attivamente tutte le interfacce: all’ammissione e alla dimissione ospedaliera; nella programmazione dei controlli clinici; nel passaggio tra la medicina generale, quella specialistica e viceversa; nell’invio presso altri centri specialistici e nel rientro nelle strutture aziendali; nella connessione tra strutture ospedaliere, intermedie e residenziali; nell’assistenza a domicilio, ecc. Un aspetto particolare della continuità dell’assistenza è la responsabilità di ciascun professionista nel contribuire a garantire la coerenza terapeutica e la riconciliazione farmacologica. L’approccio programmatorio basato su processi e reti assistenziali è sostenuto infine da una gestione delle informazioni assistenziali che trova la sua concretizzazione nello sviluppo del Fascicolo Socio Sanitario Elettronico regionale. È quindi indispensabile operare per una progressiva convergenza degli strumenti informativi esistenti, evitando di svilupparne di nuovi non integrati nel disegno complessivo. 76. Il sistema aziendale per il governo delle liste di attesa Per governare in maniera integrata il tema delle liste di attesa per le prestazioni assistenziali (per esempio, ricoveri ospedalieri, prestazioni specialistiche ambulatoriali, ecc.), l’Azienda ULSS 18 attiva un sistema complessivo che mette in relazione le attività svolte dalle diverse componenti aziendali (assistenziali e tecnico-amministrative), da altre aziende del SSSR e dalle strutture private accreditate. Le principali funzioni di tale sistema sono le seguenti: • la definizione di percorsi assistenziali trasversali alle diverse strutture di erogazione e ai diversi professionisti coinvolti, esplicitando anche i criteri di priorità assistenziale nell’accesso alle prestazioni di ricovero e ambulatoriali; • la definizione, eventualmente anche in sede di budget, di specifici protocolli operativi formalizzati dalla Direzione aziendale, per l’ottimizzazione nell’uso delle risorse aziendali indipendentemente dalla loro collocazione fisica e dalla referenza gerarchica (per esempio, integrazione tra personale di unità operative diverse, integrazione tra personale dipendente e convenzionato, sinergie nell’uso di spazi e attrezzature, complementarietà di orari, percorsi specifici per pazienti ambulatoriali e ricoverati, ecc.); pagina 83 di 88 • • • la modulazione flessibile dell’offerta di prestazioni, attraverso l’aumento e/o la diminuzione di singole prestazioni aziendali erogate dal personale dipendente, quello convenzionato e dalle strutture private accreditate; la gestione delle prenotazioni, che comprende la preparazione operativa delle liste di prenotazione da parte dei singoli erogatori, l’accessibilità multicanale offerta al cittadino (call center, on line, sportelli aziendali e non, contestualmente alle prestazioni assistenziali) e la gestione delle disdette; l’integrazione con il sistema informativo che supporta la realizzazione del Fascicolo Socio-Sanitario Elettronico regionale (FSSE). Per ottimizzare la gestione delle prenotazioni e tutelare il diritto dell’assistito a ottenere la prestazione ambulatoriale nei tempi e nelle sedi più appropriate alla domanda, nel rispetto del diritto di scelta dell’assistito e delle indicazioni normative, l’Azienda ULSS 18 mantiene attivo il Centro Unico di Prenotazione della Provincia di Rovigo. Tale sistema di prenotazione, integrabile nella rete regionale dei CUP, rappresenta lo strumento tecnico-organizzativo mediante il quale l’Azienda ULSS 18, l’Azienda ULSS 19 e le strutture private accreditate presenti nella Provincia di Rovigo possono proporre agli assistiti l’offerta complessiva dei servizi specialistici ambulatoriali previsti nell’ambito del Servizio Socio-Sanitario Regionale. Il Direttore Generale ha la responsabilità della stipula degli accordi contrattuali con le strutture private accreditate. Inoltre, ha la responsabilità dell’attuazione del Piano aziendale delle liste d’attesa, al fine di garantire il rispetto delle tempistiche, mediante le azioni programmate per il raggiungimento degli obiettivi aziendali previsti dalla normativa regionale. Sono in capo al Direttore Sanitario le seguenti responsabilità, per le quali si avvale del Tavolo di monitoraggio aziendale previsto dalla DGRV 320/2013: • il coordinamento della redazione dei percorsi assistenziali e della loro implementazione; • la verifica dell’appropriatezza prescrittiva e della corretta erogazione dei percorsi assistenziali da parte di tutti gli attori del sistema; • la promozione di iniziative di formazione volte a diffondere tra tutti i professionisti coinvolti una adeguata cultura in tema di percorsi assistenziali; • la diffusione e la condivisione dei criteri di attribuzione delle classi di priorità; • l’attivazione e il mantenimento delle forme di telemedicina. Nel delicato compito di garantire l’equilibrio fra la domanda e l’offerta di prestazioni specialistiche ambulatoriali e di ricovero, un ruolo importante è affidato ai Direttori delle unità operative ospedaliere, ai quali spetta la responsabilità principale della governance clinica della funzione specialistica di loro competenza, sia perché in grado di analizzare i bisogni reali degli assistiti e di influenzare la domanda di prestazioni, sia in quanto gestori diretti delle risorse dedicate all’attività assistenziale e riferimento scientifico degli specialisti (dipendenti, convenzionati interni e consulenti). In quest’ambito, la diagnostica per immagini riveste un interesse prioritario, in ragione della crescente rilevanza delle domande e della necessità di porre in essere ogni attenzione a massimizzare la produzione dei servizi direttamente gestiti presso gli ospedali di Rovigo e Trecenta in una prospettiva anche di contenimento delle prestazioni acquistate dai privati a titolo oneroso per l’azienda. A tal fine, si ritiene conveniente individuare, nell’ambito dei servizi radiologici, contesti operativi specificamente destinati alle attività ambulatoriali, prevedendo spazi, utilizzo di tecnologie e personale, in modo che, una siffatta organizzazione, libera da interferenze organizzative con urgenze e prestazioni rese in favore dei pazienti ricoverati, possa sensibilmente concorrere ad ottimizzare il servizio. In sede di negoziazione annuale dei budget, la Direzione aziendale definisce il piano per il governo delle liste di attesa con i Direttori delle unità operative e con le strutture private accreditate pagina 84 di 88 77. L’integrazione socio-sanitaria L’integrazione socio-sanitaria rappresenta la strategia fondante del modello del Distretto dell’Azienda ULSS 18, da perseguire a tutti i livelli del sistema, quale approccio che interpreta in modo completo l’obiettivo di tutelare la salute ed il benessere al di là di logiche settoriali ed autoreferenziali. Aspetti imprescindibili per realizzare l’integrazione socio-sanitaria sono: • l’adozione di un approccio per percorsi assistenziali integrati, a partire dalla progettazione e programmazione degli interventi, alla realizzazione della presa in carico, alla valutazione degli esisti in termini di risultati conseguiti; • la partecipazione della persona attraverso la personalizzazione degli interventi, valorizzando la relazione interpersonale anche in termini di qualità del tempo dedicato, la facilitazione all’accesso, il coinvolgimento del paziente nei percorsi assistenziali; • la multiprofessionalità quale cardine per formulare una azione integrata e continuativa; • la valorizzazione della rete, non soltanto istituzionale (Aziende ULSS, Comuni, Scuole, ecc.) ma anche informale (rete parentale, amicale, volontariato, privato sociale), costruendo sinergie tra le varie risorse. L’integrazione socio-sanitaria trova realizzazione laddove è possibile valutare in modo unitario e uniforme i bisogni sanitari, socio-sanitari, socio-assistenziali, che hanno portato alla formulazione di una domanda: di norma, lo strumento per realizzare tale valutazione è l’Unità di valutazione multidimensionale (UVMD). Infatti l’erogazione efficace degli interventi presuppone una considerazione globale dei bisogni della persona e della sua famiglia che assicura: • la valutazione multidimensionale del bisogno; • la definizione dei progetti individualizzati; • la presa in carico multiprofessionale; • la valutazione sistematica degli interventi. Il Distretto socio-sanitario costituisce la modalità di ingresso alla rete dei servizi per le persone non autosufficienti; attraverso la definizione della natura e dell’intensità dell’intervento individualizzato, esso promuove e assicura la continuità dell’assistenza tra le diverse articolazioni della rete dei servizi (aziendale ed extra-aziendale), sviluppando in particolare, anche attraverso appositi protocolli operativi, l’integrazione tra l’Ospedale e la rete dei servizi residenziali, semiresidenziali, ambulatorilali, domiciliari e comunitari. Le Medicine di Gruppo Integrate, intese come team multiprofessionali che prendono in carico i bisogni di una comunità, rappresentano di fatto i luoghi ideali in cui si può sviluppare operativamente l’integrazione socio-sanitaria. 78. Il sistema aziendale dei controlli Data l’estrema varietà delle attività svolte e la numerosità delle normative di riferimento, l’Azienda ULSS 18 si adopera per integrare in una visione unitaria tutte le attività di controllo, svolte a diverso titolo e da soggetti diversi, per rendere conto alla comunità di come sono state svolte le attività a favore dei cittadini e di come sono state utilizzare le risorse che la comunità stessa ha messo a disposizione. In tale sistema aziendale dei controlli non rientrano le attività di ispezione e vigilanza tipiche dei servizi di igiene pubblica e di sanità pubblica veterinaria, in quanto costitutive dell’attività proprie di tali servizi e necessarie per l’erogazione del livello di assistenza collettiva in ambiente di vita e di lavoro. Il concetto di “controllo” ha un duplice significato perché comprende non solo le attività di ispezione, verifica e vigilanza, ma anche le attività che consentono di governare e di guidare i processi. I pagina 85 di 88 controlli hanno quindi un duplice scopo: a) dare garanzia che quanto “viene fatto” è conforme a quanto “doveva essere fatto”; b) intervenire nel caso fosse necessario correggere la rotta. Il controllo non può quindi essere lasciato solo al momento della misurazione finale dei risultati, ma deve essere svolto in modo frequente lungo tutto il fluire dei processi, sia di quelli assistenziali che di quelli tecnico-amministrativi: compatibilmente con le risorse disponibili, più breve è l’intervallo tra un controllo e l’altro e maggiori sono le possibilità di correzione della rotta. Il sistema aziendale dei controlli, descritto nel Piano aziendale dei controlli, comprende: • le attività di controllo rivolte alle strutture dell’Azienda ULSS 18; • le attività di controllo rivolte alle strutture accreditate e ai professionisti convenzionati; • le attività di controllo rivolte agli altri fornitori di beni e servizi. Per quanto riguarda le strutture dell’Azienda ULSS, i meccanismi di controllo sono determinati da norme e, come tali, sono obbligatori; ci sono però anche meccanismi di controllo ai quali l’Azienda ULSS 18 sceglie volontariamente di aderire. Inoltre, accanto ai tradizionali meccanismi di controllo provenienti dall’interno o dall’esterno, si stanno sempre più affermando forme di controllo condiviso tra le parti interessate. La tabella seguente riassume i principali meccanismi che possono essere utilizzati per il controllo delle attività svolte dall’Azienda ULSS 18 . controlli dall’INTERNO controlli dall’ESTERNO • Attività del Collegio sindacale • Attività dell’Organismo Indipen- • Controlli regionali sui bilanci e dente di valutazione (OIV) • Attività del Controllo di gestione • Attività di controllo dei rischi aziendali specifici • Controlli dell'appropriatezza delle prestazioni e delle attività sanitarie controlli OBBLIGATORI • Certificazione di bilancio • Programma regionale di autorizzazione all’esercizio (LR 22/2002) • Programma regionale di accreditamento istituzionale (LR 22/2002) • Gestione del circolo virtuoso delle segnalazioni • Conferenza aziendale dei servizi per la valutazione generale dei servizi erogati o di aspetti particolare (per esempio liste di attesa) • Giornata della trasparenza con le parti interessate • Conferenza dei Sindaci • Attività delle Commissioni azien- • Programmi nazionali e regiodali per la sicurezza clinica, le infezioni, il buon uso del sangue, ecc. • Sistema di incident reporting per la sicurezza dei pazienti • Attività dell’ufficio ispettivo • Attività di verifica in materia di anticorruzione • Attività di verifica in materia di nali di autorizzazione e accreditamento su materie specifiche • Programmi di verifica esterna di qualità – VEQ ( es. laboratori, trasfusionale, anatomia patologica, microbiologia) • Controlli sui flussi informatici (es. Ministeri sanità e finanze, Regione) inconferibilità e incompatibilità degli incarichi • Controlli sugli orari di lavoro • Controlli da parte di altre istitu- • Meccanismi di autocontrollo dif- • Programmi di accreditamento fuso nico e organizzativo • Relazione socio-sanitaria, bilancio sociale e altre forme di rendicontazione sociale • Sistema di indicatori clinici zioni di eccellenza • Programmi aziendali di audit clicontrolli VOLONTARI sul raggiungimento degli obiettivi annuali e pluriennali controlli CONDIVISI con le parti interessate • Programmi nazionali di audit civico (es. CittadinanzAttiva) • Programmi di accreditamento • Esperienze locali di audit civi- professionale specifico (es. ISS, Società scientifiche) co con le associazioni di volontariato • Certificazioni di terza parte (per esempio, EFQM, ISO 9001 e 15189, OHSAS 18001, ecc.) • Altri programmi di verifica esterna di qualità (VEQ) pagina 86 di 88 • Verifiche cliniche e organizzative tra pari che appartengono a organizzazioni diverse Nel sistema aziendale dei controlli devono inoltre essere ricomprese anche tutte le attività di vigilanza e controllo che l’Azienda ULSS 18 svolge verso i suoi partner, cioè le strutture accreditate e i professionisti accreditati e gli altri fornitori di beni e servizi. Sul piano assistenziale, vanno ricompresi in questo ambito i controlli previsti dalle norme regionali sull'appropriatezza delle prestazioni e delle attività svolte dalle strutture accreditate, le periodiche attività di vigilanza svolte nei confronti dei professionisti e delle strutture che hanno un rapporto convenzionale in essere con l’Azienda e le attività di controllo connesse all’applicazione dei procedimenti regionali e/o comunali per l’autorizzazione all’esercizio e l’accreditamento istituzionale previsti dalla Legge regionale 22/2002. Per quanto riguarda invece il rapporto con gli altri fornitori di beni e servizi, va valorizzata la figura del Responsabile dell’esecuzione del contratto (REC) quale elemento chiave di controllo del rapporto con i fornitori. Lo svolgimento di tutte le attività di controllo sopra descritte rappresenta un compito di istituto per tutto il personale che, coerentemente con lo sviluppo del sistema per l’integrità della pubblica amministrazione, dovrà segnalare la presenza di eventuali incompatibilità. Titolo V NORME FINALI 79. Norma di prima applicazione Secondo le indicazioni regionali, la riorganizzazione aziendale conseguente all’applicazione del Piano socio-sanitario 2012-2016 e del presente Atto aziendale approvato deve essere completata entro il 31 dicembre 2015 (fase transitoria). Per ciascuna struttura aziendale identificata nell’Atto aziendale (dipartimenti strutturali e funzionali, unità complesse, unità semplici dipartimentali o distrettuali, unità semplici) o individuata successivamente dal Direttore generale (altre unità semplici non espressamente previste dalla programmazione regionale, altri dipartimenti funzionali), deve essere definita una scheda con le specifiche competenze attribuite alle stesse, da cui trarre il profilo di ruolo del relativo direttore/responsabile e la graduazione del connesso incarico dirigenziale. La successiva attivazione delle citate strutture aziendali avviene a seguito di appositi decreti del Direttore generale, secondo le procedure regionali di autorizzazione alla copertura degli incarichi dirigenziali e in coerenza con gli atti programmatori e con le risorse disponibili. 80. Aggiornamento dell’Atto aziendale Le procedure per l’adozione, l’approvazione e l’aggiornamento dell’Atto aziendale sono definite dalla DGRV 221/2013. Il nuovo Atto aziendale o la modifica di quello vigente è adottato con decreto del Direttore Generale, acquisito il parere del Consiglio dei sanitari e del Collegio di direzione e previa consultazione con le organizzazioni sindacali; successivamente l’Azienda provvede a inviare tale decreto alla Segreteria regionale per la sanità, la quale ne verifica la conformità; l’approvazione del nuovo Atto aziendale o la modifica dello stesso è disposta con decreto del Segretario regionale per la sanità. Poiché l’Atto aziendale è lo strumento per definire l’organizzazione aziendale, la Direzione aziendale può procedere all’aggiornamento dello stesso, nel rispetto delle indicazioni programmatorie qualitative e quantitative regionali. In particolare, l’assetto delle UOS e delle UOSD, che rispecchia pagina 87 di 88 le attuali esigenze organizzative aziendali, potrà essere modificato per adattare continuamente l’organizzazione aziendale alle mutevoli condizioni operative, coerentemente con i valori di efficacia dell’assistenza, di flessibilità organizzativa e di efficienza nell’uso delle risorse. 81. Norma di rinvio Per quanto non espressamente contemplato nel presente Atto aziendale, sono rimessi all’esercizio del potere regolamentare dell’Azienda ULSS 18 la disciplina di particolari materie afferenti alla gestione operativa necessaria all’attuazione della programmazione sanitaria e socio-sanitaria, fermo restando il riferimento alle relative fonti normative comunitarie, nazionali e regionali. pagina 88 di 88