1 LINEE GUIDA PER LA GESTIONE DEL PAZIENTE CON SCOMPENSO CARDIACO versione aggiornata al 30/04/1999 Gruppo di lavoro: Dott. Doriano Battigelli, Medico di Medicina Generale Azienda per i Servizi Sanitari n°1 “Triestina” Dott. Emanuela Fragiacomo, coordinatrice del gruppo di lavoro Azienda per i Servizi Sanitari n° 1 “Triestina” Dott. Franco Humar, Centro Cardiovascolare Azienda per i Servizi Sanitari n° 1 “Triestina” Dott. Alessandro Salvi, Dott. Gianfranco Sinagra Divisione di Cardiologia, Azienda Ospedaliera “Ospedali Riuniti “ di Trieste; INTRODUZIONE La gestione ottimale del paziente con scompenso cardiaco deve prevedere che non vi siano sovrapposizioni di compiti e ruoli tra i diversi livelli d’intervento nell’ambito delle cure primarie (= Medici di Medicina Generale), secondarie (= Specialisti Cardiologi ambulatoriali) e terziarie (= Divisione di Cardiologia), ma che si realizzi un reciproco supporto affinché il buon funzionamento di un comparto (in termini di efficacia ed efficienza) si rifletta sugli altri; le modalità di diagnosi e di terapia, da parte di tutti gli operatori coinvolti, devono inoltre essere ispirate ai principi della “medicina basata sulle prove d’efficacia”, e al rispetto di linee-guida condivise. Il presente gruppo di lavoro si è posto il compito di definire, per i pazienti con scompenso: 1. I criteri di ricovero 2. Le linee-guida per il follow-up 3. Le linee-guida per il trattamento 4. I criteri di gestione in assistenza domiciliare al fine di garantire sia gli standard qualitativi che i livelli appropriati di erogazione dell’assistenza sanitaria. 2 COMPITI PROFESSIONALI DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE NELLA GESTIONE DEL PAZIENTE CON SCOMPENSO CARDIACO: Il Medico convenzionato per la Medicina Generale, in relazione ai compiti di assistenza primaria demandatigli dal Servizio Sanitario Nazionale nell’ambito della medicina preventiva individuale, diagnosi, cura, riabilitazione ed educazione sanitaria, intesi come un insieme unitario, continuativo nel tempo, integrato nell’organizzazione sanitaria complessiva, e finalizzato alla qualità, uniformità e compatibilità economica dell’assistenza (D.P.R. n° 484/96), ha i seguenti specifici compiti professionali nella gestione dei pazienti affetti da scompenso cardiaco: 1. Prevenzione dello scompenso cardiaco: identificazione degli assistiti cardiopatici a rischio di sviluppare uno scompenso cardiaco, follow-up nel tempo e trattamento adeguato dei fattori causali o di rischio modificabili (ipertensione arteriosa, ischemia miocardica, dislipidemie, diabete mellito, obesità, valvulopatie, broncopneumopatia cronica ostruttiva, ecc.). 2. Diagnosi precoce: Identificazione degli assistiti con possibile disfunzione ventricolare sinistra asintomatica, avvio alla valutazione specialistica clinico-strumentale e trattamento. 3. Iniziale riconoscimento dello scompenso sintomatico e prima valutazione di gravità. 4. Avvio del paziente alle strutture specialistiche e/o ospedaliere per eventuale accertamento eziologico dello scompenso, se ancora mancante, e per la quantificazione clinico-strumentale. 5. Avvio all’ospedalizzazione del paziente con diagnosi sospetta o certa di scompenso cardiaco e appropriato quadro clinico di gravità. 6. Impostazione della terapia nelle forme di scompenso cardiaco in classe I-II-III N.Y.H.A. in cardiopatia già nota o con ipertensione arteriosa già nota. 7. Prevenzione delle cause di instabilizzazione (scarsa compliance alla terapia, inadeguato introito di liquidi e sale, P.A. non controllata, frequenza ventricolare troppo elevata in caso di fibrillazione atriale cronica, eccessiva attività fisica, stress psichico, influenza e malattie respiratorie da raffreddamento, ecc.). 8. Verifica della stabilità clinica e precoce riconoscimento di un’instabilizzazione in paziente già noto; riconoscimento del fattore precipitante, se possibile, e, se non si tratta di instabilizzazione grave, suo trattamento 9. Valutazione di opportunità di avvio ad altro percorso, di tipo diagnostico e/o terapeutico, nei pazienti con scompenso cardiaco non controllato con il trattamento standard ottimale. 10. Educazione del paziente circa la natura della malattia, gli obiettivi e le modalità della terapia, lo stile di vita da seguire (abolizione del fumo, dieta, attività fisica concessa, viaggi), i controlli da effettuare, verifica e stimolo all’aderenza verso le prescrizioni terapeutiche (farmacologiche e non). 11. Individuazione dei pazienti con scompenso cardiaco grave e refrattario in cui possa essere utile e preferibile un’assistenza domiciliare integrata con il supporto delle strutture specialistiche cardiologiche. In accordo con le Linee-Guida internazionali e nazionali e le regole di Buona Pratica Clinica, il Medico di Medicina Generale può condividere la gestione di alcuni 3 pazienti affetti da scompenso cardiaco, da lui identificati, con lo Specialista Cardiologo delle strutture dell’Azienda territoriale o della Divisione di Cardiologia. SCHEMA DECISIONALE NELLA GESTIONE DELLO SCOMPENSO CARDIACO: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Stabilire che il paziente ha uno scompenso cardiaco Stabilire la gravità del quadro clinico Identificare i fattori che possono precipitare o aggravare lo scompenso Determinare la causa dello scompenso Scegliere il trattamento appropriato Dare consigli al paziente e ai parenti Monitorare l’evoluzione e comportarsi di conseguenza Predire la prognosi 4 La diagnosi di scompenso cardiaco è basata sulla storia clinica, l’esame fisico e su appropriate indagini strumentali. Per formulare il sospetto di scompenso cardiaco è indispensabile il riscontro di uno o più sia dei seguenti sintomi, sia dei seguenti segni clinici: 1. SINTOMI (di congestione, di bassa portata e d’iperattività simpatica: dispnea da sforzo e/o a riposo, ortopnea, dispnea parossistica notturna, edemi declivi, nicturia, oliguria, stanchezza e facile affaticabilità, palpitazioni) e 2. SEGNI CLINICI (di congestione, di bassa portata e d’iperattività simpatica: pressione venosa giugulare aumentata, rumori da stasi polmonare, edemi declivi, epatomegalia, versamenti pleurici e/o ascite, pallore, cianosi fredda della cute e mucose, sudorazione, tachicardia) Tuttavia, la sensibilità di ciascuno di questi sintomi/segni nell’identificare i veri casi di scompenso cardiaco è bassa, ed essi inoltre possono essere dovuti a molte altre cause di più frequente riscontro nella pratica della Medicina Generale rispetto allo scompenso cardiaco. Pertanto, qualora siano presenti uno o più dei sintomi o segni esposti sopra, si raccomanda di applicare i criteri di Boston (Carlson KJ, Lee DCL, Goroll AH et al. An analysisi of physicians’ reasons for prescribing long-term digitalis therapy in outpatients. J Chron Dis 1985; 38:733-739) al fine di migliorare l’affidabilità e riproducibilità della diagnosi di scompenso cardiaco nonché delle successive decisioni cliniche. Tali criteri diagnostici, validati negli studi epidemiologici di larga scala, richiedono soltanto l’esecuzione di una breve anamnesi con esame obiettivo e di una radiografia standard del torace (vedi tabella 1). 5 Tabella 1. CRITERI DI BOSTON PER LA DIAGNOSI DI SCOMPENSO CARDIACO: CATEGORIE CLINICHE CATEGORIA I: ANAMNESI Dispnea a riposo Ortopnea Dispnea parossistica notturna Dispnea camminando in piano Dispnea camminando in salita CATEGORIA II: ESAME OBIETTIVO Frequenza cardiaca: 91-110 Frequenza cardiaca > 110 Aumento della pressione venosa giugulare > 6 cm Aumento della pressione venosa giugulare > 6 cm + epatomegalia o edemi agli arti inferiori Rantoli polmonari al 1/3 inferiore dei campi polmonari Rantoli polmonari oltre al 1/3 inferiore dei campi polmonari Gemiti o sibili Terzo tono cardiaco (S3) CATEGORIA III: RX TORACE Edema polmonare alveolare Edema polmonare interstiziale Versamento pleurico bilaterale Indice cardiotoracico 0,50 Redistribuzione apicale del circolo polmonare PUNTEGGIO 4 punti 4 punti 3 punti 2 punti 1 punto 1 punto 2 punti 2 punti 3 punti 1 punto 2 punti 3 punti 4 punti 4 punti 3 punti 3 punti 3 punti 2 punti N.B.: Non sono concessi più di 4 punti per ciascuna categoria. DIAGNOSI: scompenso cardiaco definito = 8-12 punti; scompenso cardiaco possibile = 5-7 punti; scompenso cardiaco improbabile = < 5 punti. 6 CHE FARE IN CASO DI SOSPETTO SCOMPENSO CARDIACO O DI DISFUNZIONE VENTRICOLARE SINISTRA ASINTOMATICA: A) In caso di soggetto asintomatico, in cui l’attività fisica abituale non provoca né astenia, né dispnea, né palpitazioni, che presenti però un quadro clinico suggestivo di rischio molto elevato per disfunzione ventricolare (classe funzionale I NYHA) e/o per eventi cardiovascolari (infarto, angina, ictus, TIA), caratterizzato cioè da uno o più dei sequenti elementi: storia d’infarto miocardico, di angina, d’intervento di rivascolarizzazione coronarica, presenza d’insufficienza valvolare mitralica e/o aortica, stenosi aortica o pregresso scompenso cardiaco sintomatico evidenza strumentale di danno d’organo (ipertrofia ventricolare sinistra, diagnosticata con l’ECG e/o con la radiografia del torace e/o con l’ecocardiogramma, e/o ipertensione arteriosa con proteinuria e/o placche ateromasiche arteriose diagnosticate alla radiografia o all’ecografia), storia di malattia cerebrovascolare (TIA o ictus), arteriopatia obliterante periferica, aneurismi aortici, retinopatia ipertensiva avanzata, nefropatia diabetica o insufficienza renale cronica in nefropatia ipertensiva Combinazione di fattori di rischio comportante un rischio assoluto per cardiopatia ischemica 40% nell’arco di 10 anni o 40% se proiettato all’età di 60 anni (vedi la Carta del Rischio per cardiopatia ischemica dell’European Society of Cardiology; European Heart Journal 1998; 19:1434-1503, in allegato). Inviare il paziente a consulenza presso uno specialista cardiologo ambulatoriale dell’Azienda Sanitaria n° 1 “Triestina”, se il paziente non è già in follow-up 7 B) In caso di classe funzionale NYHA II (= benessere a riposo, ma comparsa di affaticamento, dispnea, palpitazioni con l’attività fisica abituale) in paziente senza storia di cardiopatia preesistente o d’ipertensione arteriosa: Eseguire gli esami di “routine” per lo scompenso entro 7-10 giorni: Rx torace standard (con richiesta specifica per valutazione di: redistribuzione apicale del circolo, edema interstiziale, edema alveolare, indice cardio-toracico, versamento pleurico, ectasia aorta ascendente) ECG a riposo (refertato da un cardiologo) Esame emocromocitometrico con formula leucocitaria Creatininemia Esame urina completo Proteine totali e protidogramma TSH e FT4 se c’è fibrillazione atriale, gozzo, storia di tireopatie o se l’età è 65 anni Se la diagnosi di scompenso è improbabile (ECG normale e criteri di Boston < 5 punti): considerare altre ipotesi diagnostiche e avviare il paziente ai relativi accertamenti; se però il quadro clinico è comunque suggestivo di rischio elevato per disfunzione ventricolare e/o per eventi cardiovascolari (vedi sopra, punto A), richiedere la consulenza cardiologica (non urgente) allo specialista cardiologo ambulatoriale, se il paziente non è già in follow-up; Se la diagnosi di scompenso è possibile o definita (ECG anormale e/o criteri di Boston 5 punti). richiedere consulenza (non urgente) allo specialista cardiologo ambulatoriale dell’Azienda Sanitaria n° 1 “Triestina”; nel frattempo: ricercare i fattori aggravanti/precipitanti lo scompenso (vedi tabella 2) e trattarli iniziare la terapia per lo scompenso da disfunzione sistolica (vedi LineeGuida A.N.M.C.O./A.N.C.E.) 8 C) Se classe funzionale NYHA II (= benessere a riposo, ma comparsa di affaticamento, dispnea o palpitazioni con l’attività fisica abituale) in paziente con storia di cardiopatia preesistente e/o d’ipertensione arteriosa: Eseguire gli esami di “routine” per lo scompenso (vedi sopra, punto B) e un ecoDoppler cardiaco entro 7-10 giorni Se la diagnosi di scompenso è improbabile (ECG normale + assenza di disfunzione sistolica o diastolica all’eco-Doppler + criteri di Boston < 5 punti): considerare altre ipotesi diagnostiche ed eseguire gli esami appropriati; se però il quadro clinico è comunque suggestivo di elevato rischio per deterioramento della funzione ventricolare o per eventi cardiovascolari (vedi sopra, punto A): richiedere comunque la consulenza al cardiologo ambulatoriale dell’A.S.S. n° 1 Triestina (visita non urgente). Se la diagnosi di scompenso è possibile o definita (disfunzione sistolica e/o diastolica all’eco-Doppler ± ECG anormale criteri di Boston 5 punti ): ricercare la presenza di fattori aggravanti o precipitanti lo scompenso (vedi tabella 2) e trattarli iniziare il trattamento dello scompenso cardiaco da disfunzione sistolica (vedi Linee-Guida AN.M.C.O./A.N.C.E.) chiedere la consulenza cardiologica se: Quadro clinico invariato oppure peggiorato nonostante la terapia per lo scompenso condotta con dosi ottimali di AC.E.-inibitore, diuretico, glucoside digitalico quadro clinico-strumentale suggestivo di cardiopatia ischemica, di valvulopatie, di cardiomiopatie, di frazione d’eiezione molto depressa (< 28%) o di scompenso da disfunzione diastolica ventricolare sinistra (“pattern restrittivo”) dubbio diagnostico (per esempio discrepanza tra criteri di Boston, ECG e reperto eco-doppler) aritmie minacciose all’ECG (extrasistolia ventricolare frequente, runs di tachicardia ventricolare asintomatica) Controindicazioni o intolleranza alla terapia con A.C.E.-inibitori Il paziente diviene asintomatico (=classe funzionale I NYHA) in seguito alla terapia per lo scompenso, ma presenta una disfunzione sistolica del ventricolo sinistro media o severa ovvero una frazione d’eiezione < 40% 9 Tabella 2. RICERCA DEI FATTORI PRECIPITANTI O AGGRAVANTI UNO SCOMPENSO CARDIACO: 1. Il paziente segue la terapia? (controlla se conosce i farmaci che deve prendere, le dosi, i tempi; controlla se viene regolarmente a rinnovare le prescrizioni; a domicilio, controlla le confezioni di farmaci e l’armadio in cui tiene i farmaci; ha un promemoria scritto per la terapia?) 2. La pressione arteriosa è ben controllata? (misura la P.A. e verifica la compliance alla terapia anti-ipertensiva) 3. Ci sono aritmie con tachicardia ( 100 battiti/minuto) o bradicardia (< 60 battiti/minuto)? (per esempio: fibrillazione atriale ad alta frequenza ventricolare, bradicardia sinusale o blocchi A-V di 2° o 3° grado): se sì, terapia appropriata o consulenza cardiologica o ricovero urgente (a seconda della gravità dell’aritmia e dei sintomi) 4. Il paziente assume farmaci che possono deprimere la contrattilità miocardica (beta-bloccanti, calcio-antagonisti, tutti gli anti-aritmici ad eccezione dell’amiodarone, antineoplastici come la doxorubicina, l’epirubicina o la ciclofosfamide, antidepressivi triciclici) o provocare ritenzione idro-salina (FANS, glucorticoidi, estrogeni)? 5. C’è angina pectoris di recente comparsa o aggravamento? (se sì ricovera subito il paziente) 6. C’è stata un’eccessiva assunzione di liquidi o di sodio?(controlla le variazioni del peso corporeo, l’introito di liquidi, di sale da cucina e di cibi salati) 7. C’è stata un’eccessiva perdita di liquidi con disidratazione (diarrea, vomito, uso eccessivo di diuretici, sudorazioni profuse senza assunzione di acqua)? 8. C’è febbre? 9. C’è tosse con catarro di recente comparsa o aggravamento? 10. C’è disuria di recente comparsa? 11. C’è anemia o leucocitosi neutrofila? 12. C’è un diabete mellito in cattivo controllo metabolico? 13. C’è un peggioramento recente della funzione renale? 14. C’è una tireotossicosi o un ipotiroidismo? 15. C’è un’eccessiva attività fisica o un eccessivo stress psichico? 10 D) Scompenso in classe funzionale NYHA III (= benessere a riposo, ma comparsa di affaticamento, dispnea, palpitazioni per attività fisiche di entità inferiore a quelle abituali, con conseguente grave limitazione dell’attività fisica) in paziente con storia di cardiopatia preesistente e/o d’ipertensione arteriosa: Valutazione cardiologica urgente (da eseguirsi entro tre giorni) presso le strutture dell’Azienda Sanitaria n° 1 “Triestina” E) Ospedalizzare subito il paziente se: Classe funzionale NYHA III non preesistente (= benessere a riposo, ma comparsa di dispnea, affaticamento, palpitazioni per attività fisiche di entità inferiore a quelle abituali, con conseguente grave limitazione dell’attività fisica) in paziente senza storia di cardiopatia preesistente o d’ipertensione arteriosa Sospetta ischemia miocardica acuta Edema polmonare acuto (“scompenso acuto”) Classe funzionale NYHA IV non preesistente (= dispnea, affaticamento, palpitazioni presenti anche a riposo, con aumento dei disturbi ad ogni minima attività) in paziente con o senza storia di cardiopatia preesistente o d’ipertensione arteriosa Classe funzionale NYHA I-II-III con Ipotensione arteriosa sintomatica (= capogiri, obnubilamento del visus, marcatissima astenia) o sincope (= perdita transitoria della coscienza) o ipotensione asintomatica (con pressione sistolica < 80 mmHg) Oliguria o anuria Stato anasarcatico o severi edemi declivi Grave patologia extracardiaca concomitante (polmonite, ecc.) Aritmie con elevata frequenza cardiaca a riposo (> 130/min) o con bassa frequenza cardiaca (< 50/min) Impossibilità di adeguata assistenza domiciliare o problemi cognitivi del paziente 11 COMPITI DEL CARDIOLOGO AMBULATORIALE: Il cardiologo ambulatoriale della struttura territoriale (Azienda Sanitaria n° 1 “Triestina”), cui viene inviato il paziente, ha il compito di: Effettuare l’inquadramento diagnostico e prognostico del paziente con scompenso cardiaco mediante metodiche non invasive Fornire la consulenza terapeutica e i suggerimenti sulle modalità di follow-up al Medico di Medicina Generale Avviare il paziente alla struttura ospedaliera, se c’è la necessità d’impiegare metodiche diagnostiche cruente, previa informazione al Medico di Medicina Generale, o in caso di scompenso cardiaco instabile (vedi tabella). COMPITI DEL CARDIOLOGO OSPEDALIERO: Il Cardiologo dell’Azienda Ospedaliera ha i seguenti compiti, nei confronti dei pazienti ricoverati per scompenso cardiaco: Diagnosi etiologica e valutazione clinico-strumentale Impostazione terapeutica Monitoraggio di efficacia, tollerabilità ed effetti indesiderati della terapia Indicazione ad interventi cardiochirurgici conservativi Stratificazione prognostica Valutazione d’idoneità ad intervento cardiochirurgico sostitutivo d’organo Supporto nutrizionale Intervento fisioterapico Educazione sanitaria del paziente e dei suoi familiari Redazione di relazione clinica motivata di dimissione, indirizzata sia al Medico di Medicina Generale, sia al Cardiologo referente dell’Azienda territoriale Controllo periodico ambulatoriale o in regime di day hospital o in regime di assistenza domiciliare integrata dei pazienti dimessi e affetti da scompenso cardiaco severo cronico refrattario (classe funzionale NYHA III-IV), in collaborazione con il Medico di Medicina Generale e con il Cardiologo referente dell’Azienda territoriale 12 LINEE-GUIDA PER I RAPPORTI TRA MEDICI DI MEDICINA GENERALE E LE STRUTTURE SPECIALISTICHE CARDIOLOGICHE NELLA GESTIONE DEI PAZIENTI CON SCOMPENSO CARDIACO: Il Medico di Medicina Generale attiva la consulenza specialistica presso il Cardiologo ambulatoriale dell’Azienda territoriale, il Centro Cardiovascolare o l’Ambulatorio per lo Scompenso Cardiaco della Divisione di Cardiologia, qualora tale consulenza presenti criteri previsti dalle presenti linee-guida e sia ritenuta utile per il paziente, specificandone dettagliatamente il quesito diagnostico nell’impegnativa d’invio. Lo specialista formula esauriente risposta scritta, in busta chiusa, al quesito diagnostico del Medico di Medicina Generale, con l’indicazione “al medico curante”, suggerendo la terapia e segnalando l’eventuale utilità di successivi controlli specialistici. Qualora lo specialista cardiologo ritenga necessarie ulteriori indagini per la risposta al quesito del Medico di Medicina Generale, formula direttamente le relative richieste sul modulario prescrizione-proposta, senza reinviare per ciò il paziente al Medico curante, al quale dovrà essere inviata la relazione scritta soltanto al termine dell’iter diagnostico-terapeutico. Analogamente, i successivi controlli consigliati dallo Specialista Cardiologo presso la sua Struttura vengono da questo prescritti direttamente sul modulario prescrizione-proposta, senza reinviare il paziente al Medico di Medicina Generale, quando tali controlli vengano programmati ad una distanza di tempo pari o inferiore a 3 settimane. Gli esami eseguiti dopo la dimissione da un ricovero ospedaliero per “scompenso cardiaco” e necessari al completamento dell’iter diagnostico-terapeutico, devono essere considerati un completamento del ricovero stesso; perciò, i relativi referti devono essere inseriti nella cartella, nonché nella scheda di dimissione, del ricovero eseguito, di cui fanno parte integrante; tali esami non sono soggetti al pagamento del ticket e vanno richiesti dal reparto di dimissione, che si fa carico degli appuntamenti e dell’eventuale accompagnamento del paziente. Il tempo intercorrente tra la dimissione e l’esecuzione degli esami e/o procedure non deve, di norma, essere superiore a 3 settimane. Non rientrano in questa regola esami e/o controlli eseguiti a distanza maggiore di tempo dal ricovero come controllo successivo di salute (ad esempio ECG/ECO/Holter di controllo a 6 mesi o esami bioumorali dopo 2 mesi dall’evento acuto). Lo Specialista Cardiologo ambulatoriale, il Centro Cardiovascolare e la Divisione di Cardiologia s’impegnano a non sostituire la terapia prescritta dal Medico di Medicina Generale con altre terapie se non in ragione di precise motivazioni cliniche, esplicitate per iscritto, in busta chiusa, al Medico di Medicina Generale; in tale caso consigliano i farmaci con il loro nome farmacologico (D.C.I.), oppure ne indicano tutti i nomi commerciali (non uno soltanto), adeguando comunque la prescrizione alle “note” riportate nei vigenti provvedimenti della Commissione Unica del Farmaco istituita dal Ministero della Sanità attinenti alla prescrivibilità da parte del Sistema Sanitario Nazionale. Le indagini diagnostiche e le terapie prescritte dagli Specialisti Cardiologi Ambulatoriali, dal Centro Cardiovascolare e dalla Divisione di Cardiologia nell’ambito di studi clinici finalizzati alla ricerca devono ricevere preventivamente il consenso scritto informato da parte del Paziente nonché essere oggetto di dettagliata relazione al Medico di Medicina Generale. Il costo di tali indagini e terapie dev’essere finanziato ad 13 hoc, e non deve ricadere nella spesa indotta dal Medico di Medicina Generale. In caso di divergenza di opinione sulle indagini e terapie proposte dallo Specialista consulente, il Medico di Medicina Generale può inviare il proprio assistito ad altra consulenza specialistica (art. 60 del Nuovo Codice di Deontologia Medica). LINEE GUIDA PER IL FOLLOW-UP DEL PAZIENTE CON SCOMPENSO CARDIACO: Il follow-up del paziente con scompenso cardiaco è compito professionale del Medico di Medicina Generale, il quale concorderà con il cardiologo di riferimento (dell’Azienda territoriale od ospedaliera) il programma di monitoraggio personalizzato e le visite di controllo periodico da parte della struttura territoriale od ospedaliera. Ai fini del follow-up si raccomanda il seguente scadenzario di massima (che peraltro può essere modificato in relazione a specifiche situazioni cliniche-ambientali): 1. Per i pazienti con adeguato supporto assistenziale, in condizioni di STABILITA’ (vedi tabella 3): controllo almeno ogni 3 mesi se in classe funzionale NYHA I o II (= nessuna o lieve limitazione dell’attività fisica) controllo almeno ogni mese se in classe funzionale NYHA III (= grave limitazione dell’attività fisica) 1.1. Durante questi controlli verificare: a) la compliance farmacologica e non farmacologica (= introito di acqua e sale, dieta in rapporto ad eventuali fattori di rischio cardiovascolare) b) lo stile di vita c) l’uso di eventuali altri farmaci d) le modalità d’assistenza e dell’ambiente di vita e) la sintomatologia f) l’esame obiettivo (PA, polso, auscultazione cardiaca e polmonare, peso corporeo, ricerca di edemi declivi, valutazione della pressione venosa giugulare e del riflesso addomino-giugulare) g) la necessità di eventuali esami ematochimici per il monitoraggio della terapia in corso o per altra patologia 1.2. Almeno annualmente richiedere: a) ECG b) Rx torace standard c) Esami di laboratorio e strumentali appropriati al monitoraggio della terapia farmacologica, all’evoluzione della cardiopatia e al controllo dei fattori di rischio cardiovascolare Tabella 3. CRITERI DI STABILITA’ DELLO SCOMPENSO CARDIACO: 1. Assenza di dispnea, astenia, palpitazioni a riposo 2. Assenza di angina pectoris 14 3. Assenza di peggioramento della dispnea, dell’affaticamento o delle palpitazioni durante sforzo fisico 4. Assenza di sintomi dovuti ad aritmie ventricolari 5. Esame obiettivo invariato rispetto al precedente controllo 6. Variazioni di peso corporeo inferiori ai 3 kg rispetto al precedente controllo 7. Pressione arteriosa sistolica invariata rispetto al precedente controllo e comunque > 90 mmHg 8. Creatininemia e azotemia invariate rispetto al precedente controllo 9. Sodiemia > 134 mEq/l 10. Assenza di effetti indesiderati da farmaci il Medico di Medicina Generale o il Cardiologo ambulatoriale dell’Azienda Sanitaria n° 1 “Triestina” porranno indicazione ad ospedalizzazione dei pazienti con scompenso cardiaco già in trattamento e con diagnosi di sospetta o certa di instabilizzazione grave, sulla base dei seguenti criteri: 1. Presenza di dispnea, astenia, palpitazioni per attività fisiche di entità inferiore a quelle abituali o a riposo, con conseguente grave limitazione dell’attività quotidiana, oppure anasarca o severi edemi declivi con segni gravi di congestione venosa (turgore giugulare, epatomegalia), nonostante la terapia farmacologica orale condotta, alle dosi massime tollerate, con A.C.E.-inibitori, diuretici e digitalici. 2. Edema polmonare acuto (“scompenso cardiaco acuto”) 3. Evidenza clinica o strumentale di sospetta ischemia miocardica acuta 4. Dati bioumorali indicativi di danno d’organo correlato con lo scompenso: oligo-anuria o comparsa/peggioramento d’insufficienza renale con creatininemia 3 mg/dl, comparsa/ peggioramento di danno epatico, con transaminasi > 80 U/l, bilirubina totale > 1,5 mg/dl, INR spontaneo > 1,5, comparsa o peggioramento d’iponatriemia, con Na+ 134 mEq/l 5. Ipotensione arteriosa sintomatica con il trattamento necessario a impedire i sintomi e/o il danno d’organo, dopo avere verificato/corretto l’eccesso di diuretici 6. Aritmie minacciose sintomatiche (runs di tachicardia ventricolare, ecc.) per sincope, presincope, dispnea acuta, ecc. 7. Comparsa di malattie concomitanti aggravanti lo scompenso 8. Assenza di compliance alla terapia farmacologica e non farmacologica per problemi cognitivi del paziente e inadeguata assistenza domiciliare I Pazienti che rimangono in situazioni d’instabilità o in classe NYHA IV dopo la dimissione dall’ospedale (= dispnea, affaticamento e palpitazioni presenti anche a riposo, con aumento dei disturbi per ogni minima attività) richiedono interventi personalizzati da parte del Cardiologo ambulatoriale della struttura territoriale o del Cardiologo Ospedaliero. Dopo la dimissione dall’ospedale: un controllo settimanale per le prime 3-4 settimane , poi mensile per 1-2 mesi (da parte del Cardiologo ambulatoriale), poi il follow-up viene affidato al Medico di Medicina Generale secondo le raccomandazioni stabilite sopra. 15 I pazienti dimessi dalla Divisione di Cardiologia o comunque ad essa riferiti verranno controllati per i primi 1-2 mesi presso l’Ambulatorio Divisionale per lo Scompenso Cardiaco. CRITERI DI GESTIONE IN ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA: Vi sono in letteratura esperienze preliminari che sembrano dimostrare buoni risultati dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) rivolta ai pazienti con scompenso cardiaco cronico severo refrattario. E’ attualmente in corso a Trieste una esperienza pilota su un piccolo numero di pazienti i cui risultati preliminari sembrano interessanti. Gli obiettivi di tale esperienza sono: La verifica della fattibilità dal punto di vista organizzativo di tale tipo di assistenza Il miglioramento della qualità della vita dei pazienti con scompenso cardiaco cronico severo refrattario La riduzione delle ospedalizzazioni relative a questi pazienti L’eventuale analisi dei costi per il paziente e per le Aziende Sanitarie Il protocollo di studio utilizzato sembra fornire garanzie di applicabilità anche nella realtà locale ed attuale. Si conviene pertanto che possa essere proposta la prosecuzione di tale esperienza pilota in un numero limitato di pazienti che soddisfino i criteri di inclusione proposti nel protocollo (vedi allegato). Il Servizio viene iniziato con il consenso del Medico di Medicina Generale scelto dal paziente e può essere sospeso in qualsiasi momento, sia dal Medico di Medicina Generale che dall’Azienda, con preavviso di almeno 7 giorni, salvaguardando in ogni caso le esigenze socio-sanitarie del paziente. Vengono identificati come facenti parte del gruppo di studio che si occuperà della conduzione del progetto e di verificarne i risultati le seguenti figure: 1. Medico di Medicina Generale: ha la responsabilità unica del paziente gestito con l’ADI (art. 39, comma 1, lettera C e protocollo allegato H del D.P.R. 484/96), è il referente in prima battuta di tutti i problemi legati alla cura e all’assistenza del paziente, attiva le consulenze specialistiche (vedi sotto), gli interventi infermieristici e sociali programmati; coordina gli operatori per rispondere ai bisogni del paziente. 2. Cardiologo (dell’Azienda Ospedaliera e/o dell’Azienda Territoriale) : consulente di riferimento per il Medico di Medicina Generale, con il quale concorda e condivide tutti gli interventi: 3. Infermiere Professionale dei Distretti: coinvolto nella compilazione degli accessi dei pazienti e referente al Medico di Medicina Generale, ed in seconda scelta al Cardiologo; 4. Geriatra (dell’Azienda Ospedaliera o Azienda Territoriale): come consulente occasionale del MMG e/o del cardiologo; 5. Dietista o medico nutrizionista: come consulente del Medico di Medicina Generale e/o del Cardiologo; 6. Medico del Distretto: come responsabile-coordinatore delle varie figure professionali coinvolte nell’ADI. 16 L’eventuale allargamento di tale esperienza a diverse fasce d’utenza (per esempio con scompenso cardiaco meno severo) non appare attualmente proponibile per l’insufficienza di dati della letteratura. Allegati: Classificazione NYHA Carta del rischio coronarico della Second Joint Task Force of European Society of Cardiology, European Society of Hypertension, International Society of Behavioural Medicine, European Society of General Practice/Family Medicine, European Heart Network Algoritmo dell’Agency for Health Care Policy and Research per il trattamento farmacologico dei pazienti sintomatici per sospetto scompenso cardiaco Terapia farmacologica dello scompenso cardiaco (Linee-Guida A.N.M.C.O/A.N.C.E.) Proposta di protocollo per l’assistenza domiciliare del paziente con scompenso cardiaco refrattario