MODELLI OPERATIVI NELLE APPLICAZIONI CLINICHE IN PSICOLOGIA BIENNALE II SUSANNA CIPOLLARI Psicologa, Specialista in Neuropsicologia TERZA LEZIONE MA PRIMA DATE DI ESAME PREAPPELLO: si o no? Ipotesi di data Giovedì 4 MAGGIO 2017 ORE 16 con consegna tesina per mail entro il 26 aprile 2017 PRIMO APPELLO: 11 maggio 2017 Ore 15.30 con consegna tesina entro il 30 aprile 2017 SECONDO APPELLO: 31 maggio 2017 ore 15.30 con consegna tesina entro il 22 maggio 2017 TUTTO CIO’ CHE FACCIAMO è COMPORTAMENTO; OGNI COMPORTAMENTO HA UN SIGNIFICATO TRE cose spingono una persona a comportarsi in un certo modo: PERSONA COMPORTAMENTO ALTRI AMBIENTE La persona stessa: reagisce e decide il suo comportamento in base ad un evento Gli altri: servono a stimolare o rinforzare un comportamento L’ambiente: il luogo o l’ambiente dove si svolge l’azione può contenere forti associazioni per il comportamento. Certi ambienti presentano scelte irresistibili, rendendo indesiderabili o scomode altre tipi di scelte. Per comportamento si intende qualcosa che possiamo udire o vedere concretamente, non il nostro giudizio su quella persona. Dunque, una prima abilità da sviluppare è quella di imparare a discriminare i comportamenti dai giudizi. Tutte le persone si trovano a vivere di volta in volta due sentimenti diversi nelle relazioni interpersonali: accettazione e non accettazione. COMPORTAMENTI ACCETTABILI NON ACCETTABILI IL COMPORTAMENTO • Nessuno può accettare tutto incondizionatamente. • Due persone possono vedere lo stesso comportamento in modo diverso. CI SONO TRE FATTORI CHE INFLUENZANO IL LIVELLO DI ACCETTAZIONE FATTORI INTERNI ALLA PERSONA la personalità specifica, stato d’animo, valori, condizioni di salute, impegni di lavoro, ecc. Ci possono esserci variazioni ad esempio nel mio stato d’animo, indipendenti dal comportamento dell’altro, che possono influire sulla mia accettazione o non accettazione di tale comportamento. Ad esempio, se vinco alla lotteria, ottengo una promozione o semplicemente passo una splendida giornata ho un maggior grado di accettazione. L’AMBIENTE Il luogo in cui si svolge il comportamento può determinare i miei sentimenti di accettazione o non accettazione. Per esempio, mentre mi va benissimo che i bambini giochino a pallone in cortile, probabilmente non mi andrà bene che lo facciano in salotto. L’ALTRO l’altro: i miei sentimenti di accettazione variano ad esempio a seconda dell'età, personalità, sesso, ecc. , del mio interlocutore L’Area di accettazione può essere ulteriormente suddivisa per rappresentare due tipi diversi di comportamento. In primo luogo, l’altra persona può assumere un comportamento che non da problemi, cioè non ci sono problemi di relazione (area non problematica). In questa stessa area si possono collocare tuttavia quei comportamenti che non sono problematici per voi, ma segnalano la presenza di un problema nell’altro. È lui/lei che ha un problema, che vive un’esperienza. Il problema è suo, non vostro. Allora, forse vorrete aiutarlo a risolvere il suo problema. Comportamenti accettabili (per noi): L’altra persona è in difficoltà, ha un problema Comportamenti accettabili (per tutti): Area non problematica, la situazione ideale per la comunicazione Comportamenti inaccettabili (per noi): noi siamo in difficoltà, abbiamo un problema Lo scopo del modello di Gordon è quello di fare acquisire le competenze necessarie per ridurre il più possibile le due aree problematiche nella relazione interpersonale. Di conseguenza, l’Area non problematica diventa più grande. L’Area non problematica rappresenta tutte le volte in cui potete stare con l’altro insieme in modo piacevole e vantaggioso per entrambi. Una competenza fondamentale da sviluppare è quella di imparare a individuare di chi è il problema. Per distinguerlo: possiamo ricordare che un comportamento è accettabile se posso dire: "Mi piace, lo accetto, sono a mio agio, oppure non mi sento minacciato, irritato, arrabbiato, deluso; posso accettare che l’altro sia com’è; mi sento neutrale; i miei bisogni sono soddisfatti, non mi sento messo in pericolo". Un comportamento è inaccettabile quando dico: "Non mi piace, non lo accetto; mi sento minacciato (o irritato, arrabbiato, spaventato, deluso); voglio che i miei bisogni vengano soddisfatti (e mi pare che non lo siano). I DISTURBI COMPORTAMENTALI ESERCITAZIONE COME VI SIETE SENTITI? CHE EMOZIONI AVETE PROVATO? La persona decide qualcosa. La persona fa qualcosa o ascolta o sente qualcosa. Qualcosa accade La persona prende qualche iniziativa Qualcosa accade come risultato dell’azione intrapresa Azione (comportamento) Risultato Alcuni risultati producono una nuova azione Ogni azione può essere ricondotta ad una causa: INTERNA O ESTERNA Alla persona affetta da demenza il risultato da informazioni su ciò che l’azione ha prodotto; Al caregiver fornisce informazioni su come assistere il malato La malattia è solo la caratteristica del genere umano La PERSONA deve rimanere al CENTRO del sistema IDENTITA’ CONFORT AMORE INCLUSIONE ATTACCAMENTO “La persona viene considerata nella sua integrità prima della sua malattia, tutti i comportamenti hanno un senso e costituiscono un messaggio che dobbiamo cercare di comprendere, sta a noi come operatori trovare le vie d’accesso all’universo dell’altro e non all’altra persona di arrivare a comprendere la nostra realtà. “Una volta che una persona viene etichettata come demente il suo comportamento viene ad essere interpretato come invariabilmente diverso dalla norma . La sua soggettività viene sempre più negletta o ignorata minando il suo senso di identità” (T. Kitwood) Cercare di capire quale aspetto della vita NON della malattia, va a colpire ed accentuare determinati aspetti della malattia. Non pensate alla persone sempre e solo come un malato d’Alzheimer altrimenti qualsiasi cosa farà sarà dovuta all’Alzheimer. A VOLTE L’ALZHEIMER NON È LA CAUSA I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO AGITAZIONE DELIRI AGGRESSIVITA’ INVERSIONE DEL RITMO SONNO VEGLIA WANDERING AFFACCENDAMENTO Sintomi psicologici DISINIBIZIONE ANSIA DEPRESSIONE APATIA CAPIRE UN COMPORTAMENTO SIGNIFICA: STUDIARLO: COSA È ACCADUTO PRIMA? QUANDO LA SIMILE ? PERSONA HA MANIFESTATO UN COMPORTAMENTO COSA ACCADE DOPO LA MANIFESTAZIONE DEL COMPORTAMENTO? Osservare tutto attentamente porta ad una migliore comprensione di ciò che sta accadendo NON è LA DEMENZA DI PER SE’ A CAUSARE UN COMPORTAMENTO ABNORME studiare in dettaglio il comportamento di una persona potrebbe offrire alcuni indizi sul suo significato. individuare la fonte di disagio e farne fronte è un importante gradino nel prevenire o calmare quel comportamento ogni volta si dovesse verificare. Sintomi psicologici e comportamentali della demenza Behavioral and Psychological Symptoms of Dementia (BPSD) • Vanno interpretati non solo come sintomi della malattia, ma come modi in cui il paziente, incapace di comprendere l’ambiente che lo circonda e di esprimere il suo disagio, reagisce agli stimoli ambientali. • E’ ben dimostrato che rappresentano il maggior fattore di stress per la famiglia ed i caregiver in generale. Comorbidità (es. dolore, febbre, deprivazione neurosensoriale) Personalità premorbosa Fattori iatrogeni (es. effetti paradossi degli psicofarmaci) Reazione alla malattia Altri FATTORI BIOLOGICI Biografia FATTORI PSICOLOGICI PATOGENESI BIO-PSICO-SOCIALE BPSD FATTORI INTERPERSONALI FATTORI AMBIENTALI Stress del caregiver Trasloco – trasferimento Incapacità ad interpretare i bisogni del malato Ospedalizzazione Scarse relazioni sociali Finkel, 2000; Manor, 2000 “Contenzione” della mobilità Sintomi depressivi e demenza AGGRESSIVITA’ (o paura?): Come si manifesta: aggressività maledizioni, linguaggio scurrile) verbale (insulti, parolacce, bestemmie, Aggressività fisica: il malato picchia, graffia, cerca di mordere, scalcia, sputa, oppone resistenza, respinge. Questo comportamento può metterci in grave difficoltà emotiva e pratica. E’ importante ricordare che il comportamento aggressivo è dovuto alla malattia più che all’individuo. L’aggressività è quasi sempre la reazione difensiva verso qualcosa da cui il malato si sente minacciato. AGGRESSIVITA’: CAUSE CHE LA SCATENANO Frustrazione ansia paura malessere fisico L’aggressività è una reazione difensiva contro la falsa percezione di un pericolo o di una minaccia. Frequentemente i comportamenti aggressivi del malato compaiono in concomitanza con la richiesta di compiere alcune manovre assistenziali: l’igiene della persona, il bagno, il vestirsi, lo svestirsi. Tutte queste operazioni implicano un contatto con il corpo del malato che può essere vissuto come un’invadenza, una violazione, una violenza. se l’acqua non è più riconosciuta, ma viene avvertita come qualcosa di estraneo e incomprensibile, e così tutti i gesti che accompagnano il lavarsi, si può capire quanto difficile sia per il malato lasciarsi fare una serie di cose sul proprio corpo, prive di senso per lui. Comportamenti aggressivi possono altresì essere indotti da un malessere fisico presente nel malato: il malato può avere qualche dolore In alcune situazioni e poi negli stadi più avanzati della malattia, il comportamento aggressivo può essere direttamente causato dal danno cerebrale, cioè dalla compromissione di specifiche aree del cervello. Può altresì essere conseguente all’uso improprio di farmaci. AGGRESSIVITA’: Se riusciamo a comprendere che nell’aggressività del malato nei nostri confronti non vi è alcuna INTENZIONALITA’, che la sua RABBIA verbale o fisica non è consapevolmente rivolta verso di noi, Ma costituisce l’espressione di un disagio, Ne consegue che non ha alcun senso: sgridare il malato per i suoi comportamenti aggressivi; Fargli la predica sul comportamento che deve tenere; Domandargli perché si comporta così; Attendersi una giustificazione da parte sua; Chiedergli che non lo faccia più; Aspettarsi che non lo faccia più. Ricordiamoci che ha anche deficit importanti di memoria e soprattutto è sempre in difficoltà nei compiti di decodifica degli stimoli, dei messaggi, delle situazioni. Film «IRIS UN AMORE VERO» L’ANSIA è uno stato emotivo che tutti ben conosciamo per averlo provato ogni volta che ci siamo trovati di fronte alla prospettiva di qualcosa di incerto, di non definito, di nuovo, di ignoto; qualcosa che non dipende da noi, ma da altri; qualcosa che induce mille congetture e ipotesi. Come si manifesta: Le persone affette da demenza talvolta hanno paura o sono in preda all’ansia. CAUSE: L’ansia può essere dovuta alla confusione tra il passato e il presente (ad esempio il pensiero che i bambini tornino sani e salvi dalla scuola) Risultato di allucinazioni e deliri per caratteristiche dell’ambiente (specchi, rumori) E’ stato sempre ansioso ed ora si accentua una sua caratteristica di personalità Risposta al clima che si respira in famiglia; Cause organiche. COME PREVENIRE L’ANSIA E LA PAURA CERCARE DI MANTENERE UN AMBIENTE STABILE ED ORARI STABILI SVILUPPATE UN VOSTRO COPIONE Es. DOMANDE RIPETITIVE (segno di confusione e di ansia) Possiamo impegnarla, distrarla, rispondere alla domanda, usare oggetti tipo orologio se la domanda in questione è sull’ora Riconoscere che non è possibile porre fine a questo comportamento. Recitare il copione risponde alla preoccupazione della persona e riconosce che la persona ha bisogno di una risposta rassicurante. CERCATE DI RIDURRE I POSSIBILI MOTIVI DI PAURA …Talvolta ritorna con la mente al tempo in cui lavorava e gli prende l’ansia di non arrivare in tempo in ufficio. All’inizio, gli spiegavo che ormai era in pensione, ma lui insisteva e finivamo per litigare… L’ansia trova una valvola di scarico preferenziale nell’attività motoria ABERRANTE WANDERING consiste in un’attività di deambulazione incessante del malato che tende a continuare a camminare senza una meta e uno scopo precisi, rispondendo a un impulso/bisogno interiore incontrollabile. AFFANCENDAMENTO Gesti e comportamenti ripetitivi svolti senza una finalità apparente. Il malato appare indaffarato in attività prive di un fine logico, di cui non sempre è facile comprenderne il senso, ma che lo vedono impegnato in una continua ripetizione, quasi automatica. Per scaricare l’ansia il malato può abbandonarsi al vagabondaggio o alla ripetizione di gesti, frasi, numeri o canzoni La privazione di quasi tutti i suoi punti di riferimento produce ansia. CAUSE scatenanti ATTIVITA’ MOTORIA ABERRANTE ANSIA GESTUALITA’ legata ad attività svolte nel periodo di vita precedente la malattia gesti che ricordano il filare piuttosto che la sistemazione dei tralci della vite o la raccolta di erba o la misurazione delle pezze di stoffa. Ognuno di questi gesti rimanda a un compito o a un mestiere svolto. Usato come riempimento di tempo. I comportamenti motori possono essere innescati anche dalla presenza di stimoli ambientali che causano disagio nel malato: ad es. momenti di confusione, ambienti vasti, noia. Il vagabondaggio può iniziare anche in seguito all’impulso di alzarsi per andare a fare qualcosa: andare in bagno, bere, mangiare. Pochi istanti dopo l’avvio del cammino, però, il malato non ricorda più il motivo per cui si è mosso e, forse con l’intenzione di cercare qualcosa che gli ricordi l’intenzione iniziale, continua a camminare senza riuscire più a fermarsi. …La mamma camminava su e giù per il soggiorno, risistemava i cuscini, spostava i soprammobili, apriva e chiudeva in continuazione i cassetti della credenza. Mia moglie si stava innervosendo. Allora ebbi un’idea. Andai di sopra a prendere tutti gli asciugamani puliti, li raccolsi alla rinfusa e li portai a mia madre., chiedendole se poteva piegarli perché noi non avevamo tempo. Lei si mise subito a lavoro e la sua agitazione di lì a poco si calmò… AGITAZIONE PSICOMOTORIA COME SI MANIFESTA? Il malato non riesce a stare fermo oppure Continua a chiedere di qualcuno che deve arrivare, oppure manifesta paura per qualcosa di indefinito Spesso si disorienta sia nel tempo che nello spazio. Reagisce in maniera eccessiva, spropositata ad una situazione: questa modalità di comportamento è anche denominata reazione catastrofica, dal momento che il malato risponde ad uno stimolo, di per sé innocuo, come se si trattasse di una cosa grave, pericolosa, molto allarmante. PERCHE’ SI MANIFESTA? La comparsa di questo disturbo del comportamento è un chiaro segnale delle difficoltà che il malato incontra nell’interazione con l’ambiente che lo circonda: NUMERO TROPPO ELEVATO DI STIMOLI PER LE SUE CAPACITA’ DI CONTROLLO MALESSERI FISICI L’agitazione psicomotoria può manifestarsi altresì in concomitanza con momenti in cui il tono dell’umore del malato è depresso. Ogni momento del giorno e della notte può vedere l’insorgenza deldisturbo, anche se vi sono alcuni momenti del giorno nei quali il disturbo si manifesta con maggiore frequenza: sono soprattutto le prime ore dopo il pranzo, il tardo pomeriggio, le prime ore della serata. DELIRI ED ALLUCINAZIONI IL DELIRIO è un errore morboso di giudizio che non si lascia rettificare dalla critica. Un disturbo del pensiero una forte convinzione e non vi è alcuna argomentazione in grado di modificare tale condizione I deliri possono manifestarsi in ogni fase della malattia DELIRIO DI LATROCINIO La persona è fermamente convinta che le persone che si prendono cura di lui in realtà siano ladri o bugiardi e può anche accusarli di volergli fare del male o di volerlo uccidere DELIRIO DI PERSECUZIONE crede che qualcuno voglia fargli del male; crede che qualcuno lo tradisca; crede che i familiari vogliano abbandonarlo; crede che il coniuge o qualcuno della famiglia non siano chi dicono di essere; RIFIUTO OPPOSITIVITA’ SMARRIMENTO ANGOSCIA PAURA RABBIA Deliri (22%): sono poco strutturati, generalmente traggono spunto da uno stimolo esterno. - SINDROME DI CAPGRAS: convinzione che una persona familiare sia stata rimpiazzata da una copia esatta; - SINDROME DI FREGOLI: falso riconoscimento di soggetti familiari in persone che invece sono estranee; - DELIRIO DI “SOSIA SOGGETTIVO”: idea che un proprio sosia agisca in modo indipendente da sé ALLUCINAZIONE Sentire o vedere cose che in realtà non esistono ma che per la persona sono assolutamente reali. Nel momento in cui viene esperita un’allucinazione, nessuno stimolo in grado di evocare quella sensazione è presente ai suoi sensi, ma per la persona tutto è vissuto e percepito come se fosse assolutamente vero. Parlare a persone che non ci sono, rifiutare un cibo freddo perché troppo caldo, sollevare un piede per evitare un ostacolo che non c’è Allucinazioni (10%): sono soprattutto visive (30%): genitori deceduti, intrusi, animali MISIDENTIFICAZIONI: - “phantom boarder”: presenza di estranei (fantasmi) che vivono nella propria casa - picture sign”: la televisione come “ vissuto concreto” con cui il paziente si misura ed interagisce - Incapacità di riconoscere se stesso allo specchio FALSE PERCEZIONI: le percezioni vengono suscitate da indici presenti nell’ambiente e dipendono in larga misura dalla nostra esperienza precedente e dalla nostra conoscenza del mondo. Assicurarsi che il paziente non abbia deficit sensoriali a carico di vista ed udito Fenomeno del “sundowning” (sindrome del tramonto) caratterizzato dal peggioramento della sintomatologia al tramontare del sole e comunque in tutte le situazioni di passaggio da una buona illuminazione ambientale ad una illuminazione scarsa. E’ legato ad alterata percezione ambientale che provoca aumento della confusione fino a generare allucinazioni. Determina ansia, agitazione e aggressività, attività motoria e verbale (vagabondaggio, urla), oppositività e reazioni catastrofiche APATIA Si tratta di un disturbo che viene spesso sottovalutato dal momento che non crea particolari difficoltà di gestione a chi si prende cura del malato. Infatti il malato non mostra interesse verso il mondo che lo circonda, è poco attivo, tende a non avviare la conversazione per primo. A volte sembra indifferente a tutti gli stimoli e agli avvenimenti che accadono intorno a lui e nei confronti dei quali non esprime affettività: entusiasmo, simpatia, gradimento, insofferenza sembrano non appartenere più al bagaglio emotivo del malato. Egli non partecipa ad alcuna attività o, se invitato a farlo, smette subito; non dimostra interesse verso le attività degli altri e dimostra scarso o nullo interesse verso le persone o verso cose nuove. Appare quieto, buono, non disturba, non dà preoccupazioni. Compare in genere nella fase intermedia della malattia; in alcune forme particolari di demenza può tuttavia costituire uno dei primi sintomi. VIDEO I DISTURBI COMPORTAMENTALI