Liceo Artistico “Medardo Rosso” Lecco – Anno scolastico 2005/2006 RESTAURO, CLASSE 3^ C Sp. – Prof. A. Monteduro Breve storia del Restauro (attraverso argomenti monotematici) Dispensa n° 7 La tecnica e la pittura vascolare degli antichi Greci, in otto domande Come è fatto un vaso greco? Questi a lato sono vasi greci a figure nere prodotti in Attica, la regione di Atene. Atene è stata, senza dubbio, la città più attiva per la produzione vascolare, specie nei secoli VI e V. Molti di questi vasi, se non la totalità, sono stati ritrovati in frantumi ed è stata necessaria una grande abilità nel rimetterli insieme, così come oggi possiamo ammirarli nei musei. I vasi si caratterizzano diversamente anche per la qualità esecutiva e per il tipo di decorazione: dal bel vaso esposto nei musei come arte "alta", al rozzo vaso con pochi o senza ornamenti. Ci sono poi, nei vasi, molte differenze a seconda del posto o del periodo in cui sono stati fabbricati. Dove erano prodotti i vasi greci? I vasi greci non erano fabbricati solo in Grecia, ma anche nelle isole Egee, sulla costa occidentale dell'Asia Minore, nell'Italia meridionale ed in Sicilia. La produzione ateniese era esportata nei porti di tutto il Mediterraneo e del Mar Nero. Anche in altri luoghi si fabbricavano vasi: a Corinto, città situata in una importante posizione di traffico; in Laconia, regione la cui capitale era Sparta; in Beozia, nel nord-est dell'Attica; nelle isole Egee come Chios, Thasos, Naxos, Rodi e Creta; nell'Asia Minore a Mileto e Clazomenai; nel sud dell'Italia a Paestum, in Apulia, Lucania, Campania e Sicilia. A lato è riprodotto un vaso a figure rosse che è stato rinvenuto a Cerveteri ma che ha le caratteristiche del vasi di provenienza attica collocabile tra il VI e il V secolo e che è stato realizzato dal grande artista Euphronios Liceo Artistico “Medardo Rosso” Lecco – Anno scolastico 2005/2006 RESTAURO, CLASSE 3^ C Sp. – Prof. A. Monteduro Quando sono stati fatti i vasi greci? Si è cominciato a produrre vasi in Grecia, non più tardi del 6000 a.C.. I torni erano già usati circa nel 2500 a.C., nel primo periodo Minoico. Nel XVIII secolo, dei bei vasi, nello stile detto di Kamares (qui ne viene proposto uno a motivi geometrici spiraliformi), con alcuni colori e con alcuni ornamenti dapprima geometrici e dopo naturalistici sono stati prodotti a Creta. Nella terraferma greca, sotto l'influenza di Creta, il vasellame Miceneo ha incominciato ad essere prodotto dal XIII al XII secolo, con semplici ornamenti simmetrici. Anche se il “Periodo di formazione” della civiltà greca, posteriore alla civiltà Micenea, è stato chiamato "epoca buia" o “medioevo ellenico”, si è comunque continuato a produrre vasellame. I primi esemplari risalgono al 1200-900 a.C., soprattutto con ornamenti circolari; gli ultimi appartengono al 900-700 a.C. con ornamenti angolari come il disegno a greca. Nel vasellame del tardo Geometrico, sono introdotte le figure umane con la tecnica della silhouette. Nell’immagine qui sotto è riprodotta un’anfora funeraria dell’VIII secolo a. C., detta del “Lamento funebre”, che riporta l’intera scena di un funerale realizzata con motivi geometrici, compresa la scena che riproduce un corteo funebre interamente realizzato con il ricorso triangoli, cerchi, rettangoli, ecc. Il commercio con il Vicino Oriente diventa vigoroso nel Settimo secolo, e sulla spinta degli oggetti d'arte di queste zone, nelle figure del vasellame greco s'incominciano a vedere animali come pantere e uccelli, o animali mitologici come la Sfinge e le Arpie. I mercati erano invasi dalla produzione di Corinto, dov'era stata introdotta la tecnica delle "figure-nere"; nel VI secolo però, Atene, spinta dal suo sviluppo economico e politico, sostituisce Corinto nel primato della produzione di vasellame: una nuova tecnica viene introdotta, le "figure-rosse", e si cominciano ad esportare vasi in tutti i porti del Mediterraneo. Dopo lo sviluppo degli affreschi nella metà del quinto secolo, la qualità della pittura vascolare declina. Nello stesso secolo alcune città nel sud dell'Italia, iniziano a produrre vasi a "figure-rosse", rubando il mercato della Magna Grecia ad Atene. Le botteghe ateniesi, trovano allora dei nuovi mercati sulle coste del Mar Nero, ma la produzione si esaurisce del tutto nel tardo quarto secolo, anche se continuerà, nell'Italia meridionale, la produzione di vasi a "vernice nera" o con “disegni a rilievo”. Liceo Artistico “Medardo Rosso” Lecco – Anno scolastico 2005/2006 RESTAURO, CLASSE 3^ C Sp. – Prof. A. Monteduro Quali erano i soggetti? I vasi greci, prodotti dopo il periodo orientaleggiante, portano riprodotte scene di vita quotidiana degli antichi Greci, come sport, banchetti, matrimoni, funerali, o scene mitologiche Sul vaso di sinistra, per esempio, è rappresentata una delle fatiche di Ercole: l'eroe sta portando dall'oltretomba Cerbero, il cane a due teste a guardia dell'Ade, mentre Ermes li guida e Atena osserva la scena. Nel vaso a destra è rappresentata la partenza di un giovane che saluta il padre. La sorella, o la serva, porta l'armatura, uno specchio e delle scatolette di legno. La scena ci rivela molti importanti particolari sullo stile di vita e sulle usanze degli antichi Greci. Le immagini dei vasi greci, sono quindi interessanti, non solo per i visitatori di un museo o per i collezionisti, ma anche per gli studiosi della cultura e della mitologia greca. Chi produceva i vasi greci? Generalmente c’era una suddivisione dei compiti: il vasellame era prodotto dal vasaio e dipinto dal pittore. Alcuni degli artisti facevano le due cose. Alcuni vasai e alcuni pittori lasciavano le loro firme sui vasi, e possiamo immaginare che fossero orgogliosi della loro opera. Normalmente i vasai erano in posizione più quotata dei pittori, alcuni dei quali erano schiavi. Le loro botteghe erano situate nel Kerameikos (Ceramico) quartiere ad occidente dell'agora ateniese. A lato è riprodotto il grandioso cratere attico a figure nere che viene indicato come “Vaso François” risalente al VI secolo e ritrovato in una tomba etrusca a Fonte Rotella presso Liceo Artistico “Medardo Rosso” Lecco – Anno scolastico 2005/2006 RESTAURO, CLASSE 3^ C Sp. – Prof. A. Monteduro Chiusi. Di questo vaso si conoscono i nomi del vasaio (Ergotimos) e del pittore (Kleitias) dato che sono espressamente indicati, per ben due volte, i loro nomi tra le varie iscrizioni presenti sulla superficie dipinta. Come si produce un vaso? Raccolta l'argilla, veniva seccata e frantumata in pezzi piccoli, e venivano rimossi gli scarti. Dopo di ciò, l'argilla era sciolta in acqua e lavata da ogni impurità come sabbia o radici. Il procedimento era ripetuto più volte, ed infine l'argilla era lasciata ad asciugare fino ad ottenere una spessa pasta, messa poi a riposare in una stanza umida. Qui restava fino ad essere abbastanza duttile da essere lavorata al tornio. Una scena di bottega di vasaio, dipinta su una coppa, mostra i pani d'argilla ruotati da un addetto. Molti dei vasi erano preparati al tornio, in pezzi separati quali il corpo, il collo e la base, che secchi e mondati, venivano poi uniti; i manici venivano attaccati in seguito. Si può notare l'abilità dei vasai da alcuni esemplari alti più di un metro. E la tecnica pittorica? Il vasellame finito doveva poi essere levigato e lucidato con un utensile di pietra o di legno. Le figure erano schizzate sulla superficie pulita e asciutta con un bastoncino di carbone o di piombo; a volte le tracce sono ancora visibili. Consideriamo ora la tecnica delle "figure-nere": prima era tracciata la linea di contorno, e poi all'interno di questa veniva messo il colore; venivano poi applicati i cosiddetti colori aggiunti, quali il bianco e il rosso, e venivano tracciati i dettagli con un utensile appuntito. Quella delle "figure-rosse" è una derivazione dalla tecnica delle "figure-nere". Il contorno delle figure era tracciato e i dettagli dipinti con un pennello o altro utensile. Poi veniva dipinta la parte fuori dai contorni: questa nuova tecnica permetteva di operare con i sistemi propriamente pittorici e con la possibilità di tracciare linee di differenti spessori. Come venivano cotti i vasi? È una domanda difficile, ma i moderni studiosi hanno svelato il procedimento. Il problema più complicato era capire come venivano prodotti i colori finali rossi e neri. La ricerca chimica ha rivelato che l'elemento costitutivo del colore nero e del colore rosso, è sempre Liceo Artistico “Medardo Rosso” Lecco – Anno scolastico 2005/2006 RESTAURO, CLASSE 3^ C Sp. – Prof. A. Monteduro una parte dell'argilla. Le particelle d'argilla del rosso sono più minute di quelle del nero, e probabilmente erano la parte superiore dell'argilla sciolta in acqua. Gli studiosi hanno trovato che per produrre i due colori, era necessario un procedimento in tre passaggi. Nel primo passo, il vasellame era cotto in un forno con il camino aperto: il ferro contenuto nell'argilla, si combinava con l'ossigeno e diventava ossido di ferro (rosso). Tutta la superficie del vaso diventava così rossa. Il camino era poi chiuso, e l'atmosfera presente all'interno del forno diventava ricca di ossido di carbonio che riduceva l'ossigeno nell'argilla: l'intera superficie diventava così nera. Nell'ultima parte del procedimento, il camino era di nuovo aperto, e l'atmosfera diventava di nuovo ricca di ossigeno. Alcune parti dell'argilla diventavano di nuovo rosse, ma le parti dipinte restavano nere, perché la pittura rendeva difficile il processo chimico di ossidazione. Esperimenti fatti rivelano che l'esatto procedimento, controllo della temperatura e tempi di apertura/chiusura del camino erano sufficienti a produrre i due colori. Gli studiosi pensano che qualche sostanza organica, fosse aggiunta per aiutare le reazioni. Non è chiaro quali fossero le sostanze utilizzate nel processo, anche se la cenere potrebbe essere una di queste. Torna