ANSIA E PASSIFLORA L’ansia è un’emozione molto simile alla paura, ma priva del fattore scatenante. È molto diffusa e colpisce il 15-20% della popolazione, è rivolta al futuro ed è una condizione di attesa di un pericolo non ben definito. I suoi sintomi includono tristezza, disagio, insonnia, modificazione del carattere, disturbi a carico della sfera sessuale, emicrania, sudorazione, palpitazione. L’ansia è comune in numerose malattie mentali ed è sintomo predominante in fobie, nei disturbi da panico e nel disturbo ossessivo-compulsivo; altri disturbi ansiosi comprendono il disturbo ansioso generalizzato, il disturbo da stress post-traumatico e i disordini psicosomatici. I fitoterapici in grado di recare beneficio ai disordini di natura ansiosa sono numerosi (es. Passiflora incarnata L. parti aeree, Hypericum perforatum L. parti aeree, Valeriana officinalis L. organi sotterranei, Crataegus monogyna L. o altre specie, foglie e fiori, Melissa officinalis L. foglie, Humulus lupulus L. strobili) e vengono classificati come ansiolitici. Una delle piante medicinali con un considerevole quantitativo di dati, tuttora in crescita, a supporto della sua azione ansiolitica è proprio la passiflora. Passiflora incarnata L. è una pianta erbacea rampicante della famiglia delle Passifloraceae che deve la propria denominazione alla particolare conformazione del suo splendido e vistoso fiore. La droga impiegata di interesse farmacologico e salutistico è rappresentata dalle parti aeree essiccate della pianta, normalmente inclusive di fiori e frutti. L’uso orale di passiflora come calmante, sedativo lieve per inquietudine nervosa e insonnia correlata, sollievo temporaneo da sintomi associati a stress e ansia moderata è descritto sia in medicina tradizionale che in farmacopee e documenti ufficiali quali Community herbal monographs, British herbal compendium, Herbal drugs and phytopharmaceuticals e Kommission E Monographien. La farmacologia sperimentale ha dimostrato il potere ansiolitico di passiflora, andandone a chiarire, almeno in parte, le molecole responsabili e il meccanismo secondo cui esse esplicano la propria azione. Gli studi suggeriscono che passiflora eserciti la propria azione sedativa tramite modulazione del sistema GABA e attribuiscono i suoi effetti a flavonoidi e derivati, suggerendo la crisina come uno dei principali responsabili. La farmacologia clinica comprende numerosi trial che incoraggiano l’impiego di passiflora per il trattamento dell’ansia generalizzata e di quella preoperatoria, nonché come terapia complementare per i sintomi da astinenza da oppiacei. In letteratura sono presenti anche dei risultati preliminari che confermano la tradizionale reputazione di P. incarnata come blando ipnotico e rilassante: è stato infatti dimostrato che, in persone sane, la droga ha un effetto calmante e migliora la qualità soggettiva del sonno. Generalmente la passiflora è ben tollerata e presenta pochi effetti collaterali, anche se sono da ricordare casi isolati di nausea, vomito, sonnolenza, tachicardia ventricolare e vasculite. Per principio precauzionale, ne è controindicato l’uso in gravidanza.