Savina (Milano 260-267 circa e 311/317 circa), Santa Savina, nata a Milano dalla nobile famiglia dei Valeri, andò in sposa ad un nobile lodigiano. Rimasta presto vedova, si dedicò ad opere di carità, aiutando i cristiani perseguitati da Diocleziano. Savina fece seppellire nella propria casa, di nascosto, i corpi di Nabore e Felice, soldati cristiani decapitati a Laus Pompeia (oggi Lodi Vecchio) verso il 300-304. Cessata la persecuzione, Savina fece portare a Milano i resti dei corpi dei due martiri deponendoli nella cappella gentilizia dei Valeri. Al termine della sua vita colma di veglie e preghiere, Savina morì e fu sepolta accanto ai “suoi” martiri. Divenuta Santa, viene celebrata il 30 gennaio. Santa Savina nella tradizione Secondo una tradizione, Savina traslò le reliquie dei martiri della legione tebana da Lodi a Milano, nascosti in una botte. Alle guardie delle porte di Milano, per poter passare senza problemi, santa Savina disse che la botte conteneva miele. Le guardie vollero controllare la botte e trovarono effettivamente del miele. Per questo, quel luogo fu poi chiamato Melegnano. Le caratteristiche del fiore: la passiflora Passiflora è un genere di piante della famiglia Passifloraceae che comprende circa 465 specie di piante erbacee perenni ed annuali, arbusti dal portamento rampicante e lianoso, arbusti e alberelli, alti fino a 5–6 m, originarie dell'America centro-meridionale, con alcune specie provenienti dal Nord America, Australia e Asia. Significa "fiore della passione" (dal latino passio = passione e flos = fiore), gli fu attribuito dai missionari Gesuiti nel 1610, per la somiglianza di alcune parti della pianta con i simboli religiosi della passione di Cristo. La leggenda narra che la passiflora raccolse una goccia di sangue del Cristo flagellato; ecco perché nel calice del fiore conserva tutti i simboli della passione di Gesù: i viticci ricordano la frusta con cui venne flagellato; i tre stili ricordano i chiodi; gli stami ricordano il martello; la raggiera corollina ricorda la corona di spine. L'uso di questa pianta è per il consumo alimentare dei profumati frutti: la maracuya. Nell'antichità, gli Aztechi, utilizzavano la passiflora come rilassante, infatti l'infuso, lo sciroppo e l'estratto fluido delle parti verdi raccolte da giugno a settembre e fatte essiccare all'ombra in luogo arieggiato, vantano proprietà sedative del sistema nervoso, e curative dell'insonnia e dell'isterismo. Già ai tempi della prima guerra mondiale, la passiflora fu utilizzata nella cura delle "angosce di guerra". La passiflora è quindi indicata contro la tachicardia, l'ansia e l'insonnia. Fu Linneo che nel 1753 classificò questa pianta e mantenne il nome "Passiflora" che deriva appunto dal latino "Flos passionis = Fiore della passione", altro nome con il quale è conosciuta questa pianta, "Pianta della passione". Data la sua origine, nel linguaggio ottocentesco dei fiori la Passiflora è il simbolo della Fede religiosa.