Conferenza stampa del Gruppo Democratico del Senato
“Rischio clinico e sicurezza delle strutture sanitarie”
18 maggio 2010
Intervento di Massimo Cozza, segretario nazionale FPCGIL Medici
I casi di errori sanitari accertati sono poche migliaia a fronte di 36milioni di prestazioni eseguite
ogni anno negli ospedali italiani. La buonasanità prevale di gran lunga sulla malasanità.
Ma le denunce aumentano, così come i premi assicurativi, lievitati del 30% negli ultimi anni.
Aumentano i tempi di attesa per i risarcimenti. A vantaggio di avvocati ed assicurazioni, a
svantaggio di medici e cittadini, che con il tempo quasi mai hanno un risarcimento adeguato.
La medicina difensiva, secondo lo stesso Ministro Fazio, pesa sul bilancio della sanità pubblica per
oltre 10 mld l’anno.
La cultura della valutazione è carente. In quattro anni (dal 2005 al 2009) sono stati segnalati al
Ministero della salute solo 385 eventi sentinella (suicidi, cadute, conseguenze negative di interventi
chirurgici, corpi estranei dimenticati in sala operatoria).
Le responsabilità degli errori sanitari sono in primo luogo del sistema, più che del solo medico. Ma
i danni si chiedono sempre di più al singolo medico piuttosto che alle strutture.
Si sta incrinando sempre di più il rapporto medico paziente (aumenta il tasso di conflittualità) con
costi non più sostenibili. Va aumentata la fiducia in un rapporto di trasparenza.
Il Decreto sulla mediazione, operativo dal marzo 2011, appare insufficiente e non risolutivo,
potrebbe allungare di altri 4 mesi l’iter e significare un ulteriore esborso a favore di avvocati.
Dobbiamo invece instaurare un ciclo virtuoso che parta dalla certezza della responsabilità civile
sempre a carico della struttura, fermo restando che l’azienda in alcuni casi può recuperare le
somme pagate nei confronti del medico che ha sbagliato, come ad esempio nei casi di dolo.
La aziende devono avere interesse a limitare gli errori (risparmiando), a promuovere la
valutazione e la formazione sul rischio clinico, a prevenire partendo dalla istituzione di unità di
rischio.
Questo determinerà una diminuzione degli errori e di conseguenza meno costi sia di vite umane che
dei bilanci aziendali, ed un clima di maggiore fiducia tra medico e paziente.
E’ pertanto irresponsabile, nei confronti dei cittadini e dei medici, non impegnarsi per
l’approvazione di una legge sul rischio clinico, cioè di una legge contro la malasanità.