Il metodo di studio

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IL METODO DI STUDIO: IL METODO DELLA PERSONA
Studiare è una tra le possibilità che abbiamo per conoscere la realtà che ci circonda
e ciò coincide con l’interesse più prezioso e misterioso che muove la curiosità
dell’uomo.
L’incontro e la conoscenza del reale sono infatti una questione di sopravvivenza
fisica, intellettuale e spirituale dell’essere umano poiché permettono all'uomo di
diventare più competente nelle diverse esperienze che la vita propone, gustandone
appieno la profondità. Studiare significa quindi applicarsi all'apprendimento e
all'approfondimento di uno o più campi di conoscenza e di esperienza: non è
un’attività riservata ai dotti e agli intellettuali, ma è una possibilità per tutti e il
passo decisivo è quello di trovare la propria strada, il proprio metodo.
L’origine della parola “metodo” coincide con “l’andar dietro per ricercare, per investigare” e quindi ha a che fare con la
via o il modo dell’investigazione. Il metodo di studio è sempre personale cioè “della persona” e questo può essere
inteso in un duplice significato, sia come specificità che come responsabilità. Come specificità poiché esistono vari stili
cognitivi cui corrispondono altrettanti percorsi di apprendimento e come responsabilità poiché questi percorsi
richiedono sempre il coinvolgimento delle proprie risorse personali: non esiste infatti metodo di studio che possa
prescindere dal desiderio di mettere in gioco le proprie capacità e i propri talenti.
Alcuni individui, sin da giovani, sviluppano autonomamente un proprio metodo di studio mettendo pienamente a
frutto l’esperienza di apprendimento fatta a scuola e modellandola sulla base delle proprie specificità. Altri ragazzi,
pur vivendo da protagonisti la proposta didattica nelle ore scolastiche, necessitano di essere accompagnati nella
strutturazione di un metodo di studio che porti verso l’autonomia.
È impossibile sintetizzare in un post tutte le possibili cause di impedimento all'acquisizione di un autonomo e
efficace metodo di studio, ma spesso si tratta di una carenza o fragilità relativa a una o più funzioni cognitive. Le
funzioni cognitive sono le condizioni essenziali all'esistenza delle operazioni mentali (operazioni proprie del
quotidiano come classificare, analizzare, confrontare, dedurre, inferire …) e di ogni altra funzione del
comportamento. Le funzioni cognitive possono essere meglio comprese e descritte operativamente suddivise, per
natura, nelle fasi dell’atto mentale, corrispondenti ai processi di input, elaborazione e output. Questa suddivisione,
pur necessariamente forzata e arbitraria, è fondamentale poiché, poter definire precisamente una funzione cognitiva
e la sua possibile carenza, consente l’identificazione di strategie di lavoro personalizzate con evidente positiva
ricaduta didattica.
A titolo di esempio, di fronte a una pagina di storia, nella fase di input, rispetto all'acquisizione dei dati si potrebbero
riscontrare difficoltà riferibili a differenti funzioni cognitive come una percezione confusa dell’intera pagina, un
comportamento esplorativo non sistematico, impulsivo e non pianificato oppure una insufficienza di strumenti
verbali ricettivi che influenzino la discriminazione (denominazione - etichettamento).
A seconda della funzione cognitiva carente individuata è possibile pianificare un percorso di potenziamento cognitivo
personalizzato. Questo percorso individualizzato, che va a rinforzare alcune specifiche fragilità, facilita i processi di
apprendimento e la conseguente strutturazione di un autonomo metodo di studio, garantendo una soddisfazione
personale che alimenta il desiderio di studiare: il limite diventa risorsa.
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