CORRADA BIAXXC CURRY ) LA SICILIANITÀ COME TEATRALITÀ IN SCIASCIA E BUFALINO Non dimenticate di salvare moltissimo che è salvabile nella il che Sicilia dura: quel cielo e quel mare, miracolosamente resistenti agli insulti della chimica; nome fiumi dal di vulcani in fiamme, i mito; le le miti colline; le pianure leggende che fioriscono di miele; le dove scorn gesti della fatica; le finestre fiorite di graste, dietro cui come dove ogni giorno una puntata nuova di pupi che è l'inesauribile vita; gli uomini, scuri, dal cuore ospitale, benché così crudeli (La Non c'è . . . luce e il lutto i venerandi i una ragazza bruna sorride; le chiese di pietra bionda, belle cartellone prevede > sulle labbra in un'aria botteghe dove artigiani impareggiabili ripetono il >n< creature di carne; le piazze di quel teatro milioni di uomini piccoli e irto di sofismi e rovente di lave 16-17) dubbio che Leonardo Sciascia e Gesualdo Bufalino rivelino si magistrali interpreti della letteratura isolana nella loro incessante ricerca della sicilianità, consistente in quell'insieme d'immagini, tradizioni, detti popolari, paesaggi, abitudini e leggende che caratterizzano popolo. In Bufalino, questa ricerca costante di "una tale" si manifesta spesso attraverso dei padri, in contrapposizione alla la la Sicilia e sicilianità tutta al una suo fondamen- riesumazione della cultura popolare modernizzazione del presente. Ciono- nostante, a un'analisi attenta delle opere dei due scrittori, come, il fine di recuperare la sicilianità, essi ricorrano ci si accorge frequentemente a serie di riferimenti, analogie e concetti di teatro, che potrebbero essere facilmente assimilati alla tragedia greca classica. Persino lo stile narrativo, atto a risuscitare l'essenza siciliana, parola retorica e teatrale. co mondo verso uno quindi veramente possibile ricostituire isolano attraverso immagini assimilabili a stile sico? L'analisi di sono Museo si rivela il miti- rituali scenici e attra- iperbolico che richiama l'arte declamatoria del teatro clastali contraddizioni e tensioni significative è l'oggetto prin- cipale di questo saggio. d'ombre, metafora, Kermesse e saggi e È commentari Le opere che verranno esaminate a tale proposito La luce e il lutto di Gesualdo Bufalino, lui La corda pa^a, di Leonardo Sciascia, tutte sulla sicilianità. QVADEKXl d'italiamstìca, Volume XXII, No, 2, 2001, 139 Sicilia come raccolte di CORRADA BlAZZO CURRY I. Sciascia e Bufalino: Tentativo di Recupero della Sicilianità Il che per Sciascia Sia per Bufalino come una presenta la Sicilia si terra misteriosa dove luce e lutto, allegria e fatalismo, Eros e Thanatos, sembra- no compenetrarsi assumendo un a vicenda, La Così Bufalino esprime ne cosmico carattere luce e il lutto l'idea di un'isola e universale. doppiamente gonfia di vita di morte: È come se, navigando fra Scilla e Cariddi, sul con due lusinghe affiorassero e vi tentassero solco della nave due sirene contrarie: una parla di gelsomini d'Arabia, letizie di luna, spiagge simili a l'altra scura, infera, con mezzogiorni sangue che s'asciuga adagio Lo scrittore piedi di ai celeste, che guance dorate; ciechi a picco sulle trazzere e un vecchio comisano sottolinea anche ulivo. (13) e l'aria sinistra 1 senso di il ter- rore che regnano spesso nell'isola: "Esistono nella notte cento paesi in Sicilia, e in tutti c'è lo il mio stesso odore di freddo e di paura: cento paesi Nel altrettanto perduti" (97). libro di Bufalino, processioni della Quaresima dove vi mentre luce vince la la morte e ci facendoci ritrovare un l'isola il come lutto ci porta nelle domina particolarmente la morte; mostra un'immagine mitopoietica mondo del- che credevamo irrimediabilmente perduto. Nel caso lia 2 ci realtà siciliana indica Marcelle Padovani, tutta la sua come luogo Sciascia stesso afferma di essere bene la realtà dell'isola, "offre mondo e che continua ma anche europei, odierno" (La Sicilia al assoluto... quasi tutta della non-ragione e di scrittore italiano a essere punto da poter come costituire la la Sicilia la Sicilia una "Da un Addamo lato, mette anche in Ne La la storia siciliana evidenza un paesaggio nudo intuisce un universo un'esistenza parmenidea" (Cattanei 158). storia di sconfitte (6); del suo paese: non metafora del "coi caratteri di come metafora l'autore di Racalmuto afferma che fol- che conosce convinto che come metafora 78). Sebastiano spinta sciasciana a configurare Sicilia uno rappresentazione di tanti problemi, di tante contraddizioni, la solo italiani la come di Sciascia, opera è pregna della il è duplice aspetto e desertico, il regno delle zolfare, dall'altro vigne, ulivi, mandorleti, disordinati e belli" (16). In un' altra sezione del libro Sciascia sottolinea lo stato d'isolamento e di perma- nente decadenza in cui Io non ho si trova l'isola: affatto l'impressione che la Sicilia abbia qualsiasi età dell'oro seguita da non è quelli un dato congiunturale, bensì permanente. che sono sbarcati mai conosciuto una una decadenza. Qui da sull'isola È hanno rapinato — 140 — noi, la sempre decadenza esistita. Tutù tutto quel che pote- Su ni \\n l.\ \ ( ( >mi vano: hanno cominciato continuata con vi 'lì i i< \i i romani spagnoli, con gli t\ in Sciascia man disbi iscando a piemontesi. i Bufalino ] sah poi a, la cosa è Tuttavia, ironia della [...] sorte, quest'isola mille volte invasa è stata tagliata fuori dalla storia dei grandi popoli e delle grandi culture. (48) Ne La corda pa-^a, raccolta di scritti e osservazioni su paesaggi, usanze e personaggi illustri siciliani, lo scrittore dilacerazione che caratterizza tura, le caratteristiche del della psicologia isolana il popolo che hanno puro siciliano in rilievo senso il di soggezione al resistito attraverso i tratti secoli? i fondamentali Per lo scrittore da un forte senso è contraddistinto clan familiare, dalla vanagloria proprietario della terra e della casa come sagerato senso della vita e della morte (La Secondo Luigi e di definire, attraverso la scrit- Quali sono siciliano. di orgoglio e pudore, da un sentimento dell'onore offeso, da un certo razionalismo co, dalla pena Sicilia-madre (174). che Sciascia tentano ancora Sia Bufalino comisano, la mette virile, sofìsti- dal sentimento illusione d'immortalità, e dall'e- 23-24). luce e il lutto Cattanei, Sciascia avverte in Sicilia le contrapposizioni forma-sostanza, alterigia-miseria, orgoglio-sudditanza, spinte all'equivoco (26). I tratti salienti della sicilitudine consistono per lo scrittore curezza e nella paura esistenziale che creano una crisi d'identità, d'isolamento, diffidenza e incapacità di stabilire rapporti affetti, oltre a mo si una certa tendenza alla violenza, della collettività e dei singoli. Tuttavia, i al nell'insi- un senso al di fuori degli pessimismo e al fatalis- invece d'interrogarsi, siciliani, cullano nell'illusione compensativa di essere dei privilegiati: L'insicurezza, la paura, larità [. . .] si rovesciano nell'illusione che una costituisca privilegio e forza là dove rienza, è condizione di vulnerabilità e debolezza: e alienazione, di follia, duce atteggiamenti siffatta insu- negli effetti, nella espe- ne sorge una specie di che sul piano della psicologia e del costume propresunzione, di fierezza, di arroganza. (La corda di pasga 13) Nel ricordare parla di la un'innata figura del follia Lampedusa: "La corda mento corda della corda pazza" della (72). donna, dal 3 civile seria Tra barone Pisani ne siciliana, già La rimaneva bloccata da andava ormai corda sottolineata pa^a, dal secoli; e Sciascia principe il di funziona- in sincronia allo scatenarsi della le altre caratteristiche momento che l'uomo Sciascia ricorda l'ossessione siciliano è convinto della sua indomabile superiorità sessuale: Un certo comportamento imperativo categorico: si donna resta come un hanno donne, se si è osses- nei confronti della è veri siciliani se — 141 — si CORRADA BlAZZO CURRY sionati da esse, poiché questa è natura del vero uomo. Tormentato da la una profonda insicurezza, da un terrore tale instabilità, Il [...] siciliano il siciliano è esistenziale, deve per forza rispondere intimamente convinto al di essere il da una fondamenrichiamo del sesso. migliore nelle cose dell'amore e della sessualità, di essere più acuto, più scaltro, più svelto e più attivo di chiunque Il popolo (La altro. Sicilia come metafora 41-42) considerato da Sciascia materialista, siciliano viene inoltre nell'eccessivo attaccamento alla roba (terra, case, biancheria, provviste), "legata ai sentimenti che della famiglia e alla La nutrono per si una fondamentale essenza ricerca di due attraverso l'evocazione da parte dei città e luce e il leggendarie lutto la bellezza di Messina Cava grotte preistoriche di d'Ispica, il il barocco tempo Come purezza con un'anagrafe sangue di rozzi pedigree longobardi? questa Ma le se civiltà delle di uno chiede ai si tombe a tholos che sono e mura e le loro suppellettili adorne i di tori, mille sudori un cognome per castrensi, tanti vecchi libri state scavate qui presso, a neo... E allora perchè escludere, fra i lascia indietro trova che a fondarla fu nientemeno Minosse. città, Muxaro, Mentre nome vero, il tardo-romani tanti blasoni le suoi miti: i che, salvo La Noto, Racalmuto con potrebbe non essere bello un posto con un così pieni di mito; presenta ne ci di Ibla e di perduta della Minoa con manifesta ancora che conservano anco- realtà, selve di Cimìa, la malìa del teatro greco di Siracusa, antichi di zolfatari e salinari, Eraclea si Così Bufalino e di Gela, futuro splendide immagini di scrittori di civiltà. il come metafora 50). Sicilia siciliana paesaggi dell'isola a cavallo tra mito e ra le tracce di antiche timore per la famiglia, al presenza della morte" (La notizie di [...] Favole. Sant'Angelo hanno pure un sapor mice- fili della nostra storia, questo filo ulteriore Creta-Sicilia? (63) 4 Lo trenta, comisano rievoca nostalgicamente scrittore la Comiso degli anni tempo ricostituendo l'armonia spezzata dall'inesorabilità del facendo risorgere Era ma bella, da Comiso, nel povera; endoli la passato idealizzato, in contrapposizione il lieta ma recavano asini stanchi. di al e presente: ventisette, nel trentadue, nel trentacinque. Bella povera. Non c'era acqua a sufficenza, e gli acquiv- porta in porta, ogni quartara un soldo, su carri Le case erano tutte a un piano, nane, magre, ma tirati le ralle- grava, sullo stipite, un'improvvisa pergola di gelsomino. (122) Anche Leonardo lianità attraverso la Sciascia ne La corda pat^a cerca di catturare la sici- rappresentazione artistica di paesaggi come l'immagine della zolfara che contraddistingue la Sicilia o attraverso impressioni sulle riportate le città — 142 — siciliane tipici isolani, interna; (136) da Camillo I I Mi II I \\l T\ ( i\ll ( 'Il \ I K \ I II l\ S< \ I \M I \ Bl I I \U\< Camilliani, figlio dello scultore Francesco Camilliani, durante dove in Sicilia, struita dal patire per la città di arena scoperti, la da dove comincia gnante, fino Il due si alla città. fa territorio di il serpeggia, algoso, insicuro, fino vicino all'Africa; poi capo che le del Vallo. dice Camilliani, lido Il il più arenoso e ghiaioso, interrotto da una foce sta- al è, il (208) 5 riesumazione delle tradizioni e usanze appartengono la a una cultura popolare, con la ditore di lupini, racconciatore di ombrelli e il piatti, il il il pas- una volta che sua ingenuità e freschezza dei mezzi espressivi del dialetto: dell'isola. momento sato dei padri rievocando quella ricchezza di mestieri di no punta Grottillc, la tentativo di recupero dell'essenza siciliana viene ancora espresso dai scrittori attraverso la con spiag di Mazzara In Museo d'Ombre Bufalino riesce a far risuscitare per un e co- rocce e torri, e foce di una fiumara, un miglio già talmente coperto di alghe da essere pericoloso, della Cinisia suo viaggio Palermo: Uscendo da Trapani verso Marsala, ancora tonnare calette, tratti di il marmorea recò nel 1573 per assestare una fontana si ) i suoi candori lampionaio, maniscalco, il ven- l'arroti- di forbici e coltelli, lo stagnino, la venditrice di sanguisughe, la dntora, ecc. Nella sezione intitolata Piccole stampe degli anni trenta, Bufalino ricorda nostalgicamente anche vecchie abitudini del suo paese, servendosi della "parola-benedizione," la sola in grado di aprire il museo delle ombre e di vincere l'inesorabile ruota del tempo. Tra le menzionate dallo fuitina (la fuga), ordita general- scrittore ricordiamo: mente da una coppia d'innamorati la colazione di ricotta fascista, '// {'a 'ncartamientu manciata (il ostacolati dalle famiglie, la villeggiatura, 'i ricotta ), 6 la fidanzamento nota Sergio Campailla: "Bufalino 'a scene di vita degli anni trenta si fa in il sabato Municipio) ecc. Come serenata," la fattura, ufficiale in Museo d'ombre pietoso storico che sembrano lontanissime dai centri pulsanti una contrada e di della storia e che pure vantano una dignità e una religiosa verità" Sia Bufalino una (12). che Sciascia sottolineano l'importanza delle processioni religiose in Sicilia, o guerre civiltà di che a volte scatenano vere e proprie guerre di Santi, e in cui il siciliano esce dalla sua per ritrovarsi parte di una classe e di una città. condizione Tuttavia, di quartiere, di solitudine, secondo Sciascia, queste feste mostrano un carattere irreligioso e sono refrattarie a "tutto ciò che è mistero, invisibile rivelazione, metafisica" (La corda pa^a 193). Per lo scrittore, esistono diverse categorie di feste religiose: E si possono, secondo la classificazione del Polese, così distinguere le feste qui rappresentate: sette su tema liturgico (la Settimana Santa a Colleasano, San Fratello, Petralia, Prizzi, Yentimiglia, Ciminna ed Enna); — 143 — CORRADA BlAZZO CURRY tre su tema leggendario e di fondo miracoloso (la Madonna Monte del a Racalmuto, San Rocco a Butera, Santa Fortunata a Baucina); due a carattere stagionale (l'Assunta a Bagheria, San Giuseppe una a Misilmeri); di acculturazione etnografica (Santa Rosalia a Palermo); una a carattere processionale-espiatorio (Sant'Alfio a Trecastagni e a Lentini). (201) Sciascia e Bufalino tentano inoltre di recuperare l'essenza del mondo popolare siciliano riproponendo all'attenzione del lettore proverbi e locuzioni dialettali cadute in disuso, che contengono una certa crudezza, ma che Attraverso delle loro la scrittura i i due un modo profili di indici scrittori comunità, cosicché mestiere, di scono tempo sono stesso allo una straordinaria genuinità. recuperano nome "il di di una un proverbio, di dire, di una geografia lontana e il le antiche cadenze siciliane collina, di il grido di un vecchio un soprannome costitui- più delle volte dialettale che aiu- tano l'oggetto stesso a non sbriciolarsi nella dimenticanza, nell'abban- dono" (Orengo 16). Bufalino spiega in Museo d'ombre l'importanza di mantenere viva la tradizione del dialetto: Il dialetto, che incontro di contrari. Più sembra rustico e greve, più riesce a sprigionare musiche, eloquenze e fantasie espressive che non trovano l'uguale nella parlata cortese. Per sua virtù vita di relazione [. . s'inietta di .] lietamente fescennino e mitologia. tadini Tra [. . .] maligna e innocente. mentre fumano un remoto vespro in E ga (Francesca non indica qualcuno dentemente (Sempre che si modo, se l'ossi- se nascosti ascoltassimo due con- discorrono insieme sotto l'ombra d'un gelso quale, piedi i intromette l'occhimi Ciccu, ca la arti (68); Cicca Than nun è nata e Cola lo mamma si verifichi mamma sfrontato Tredicino; nun non viri" si tu chiama già battezzata Nicola), locuzione prima ancora che 'no un mien^u comu Triricinu "Mamma, ("Mamma, Francesco mi vede"), motto che 9 — 144 — si che evento, dà impu- come Tredicino), detto popolare che allude nel momento più inopportuno, così come femminili. sì Caruso? Se è qualcuno o qualcosa, e da lontano interro- per riconoscerli" cinquantanni orsono ambigue Come già qualcosa per scontato; Semprì fra Francesco; Registrazioni fiochissime d'una mi benedica"), "espressione che sopravvive ad è ancora nata e il e della di luglio. (6 5-66) 8 l'ansia di chi aspetta visi e oggetti, [...] allura Voscien^a Benarica" ("Sei tu Niniello così Vostra eccellenza esprimere minimo evento menzionati da Bufalino ricordiamo: "Chi detti dialettali i Ninie/lu Carusu? il quasi sempre feriale e callosa; a suo Sicilia d'outretombe, modo vale, anche sangue, attinge antiche carnalità, diviene a qualcuno soleva fare Ciccu mi tocca! tocca! Toccami, riferisce alle astute e Su I Tra ì m \\n\ i < < ^tralttà dm Sciascia 'lì »\ii proverbi popolari Racalmuto di tipici Bt ] \uv i rievocati da Sciascia in come Kermessi ricordiamo: Abbrusciatu vivu cornu a Caleddu (Bruciato vivo Caleddu), "in senso to, per chi è oggetto per chi muore tìsico, di maldicenza, di un incendio. in diffamazione" (13); In senso figura- Ci sputassi "espressione ormai proverbiale, per dire di un'azione che anche se teoricamente, formalmente, tare chi n'bammu a riditi li spicchia? che l'apparenza già dire rivela (Quanto possono si come (28); è atemporalità unito a il dono un senso non spicchi?), per gli non un'arancia che e E laida la rista di l'uoc- vedere il le Tremenda espressione che avere. della vista (52). di antica farla" (29). brutto cioè viene dalla povertà, dalla miseria; dalla fame che a chi la soffre da maledire di Quanta quanto è brutta la vista degli occhi), buone cose che non belle e ha libertà sostanza, la occorre sbucciare per sapere che è marcia cbi si (E che dobbiamo vederne ossia, \ è costretti a si punto tal Un fa impazzire essenziale sapore di saggezza e ironia popolare sembra indubbiamente sprigionarsi da queste vecchie formule che costituirono un tempo la voce del popolo. Ne Ltf corda penaci, nod siciliani del mondo meno e le hanno numerosi con catturato la scrittori e poeti loro opera l'essenza menzioniamo Serafino Amabile Guastella, antiche cadenze siciliane della sua comunità nei Canti popo- lari del circondario di i noti che popolare. Tra questi che trascrive voca Sciascia ricorda e rivaluta Modica; Pirandello, con la sua genuini sentimenti dei contadini di Roberto, Francesco Lanza, autore dei Mimi commedia Sicilia; siciliani, L/olà, in cui rie- Verga, Capuana, una raccolta mondo paesane; lo scrittore Antonio Navarro che rappresenta il no che suscitare della Sicilia interna in cui l'illecito sessuale invece tragici come veniva assorbito nella sfera della spiritualità, Ignazio Buttitta, autore di canti popolari in dialetto, tra cui Cialiano. n la 1 " 1 De di storielle e contadi- il esiti poeta era storia di IL L'isola-Teatro Tuttavia, nonostante definire attraverso il perenne sforzo dei due la scrittura la cosiddetta rivela a volte insufficiente a captare come ammette e più quando se il che, sono pericolose; realtà così sfuggente e con- Anche Bufalino difficoltà di la momento si quella siciliana" (La corda pa-^a 202). esprime che 'verità siciliana,' dal ne tenta l'adattamento ad una come è l'impresa artistica lo stesso Sciascia, "tutte le classificazioni traddittoria "Aero una scrittori di ricatturare e 'sicilianità', poter veramente penetrare nella realtà isolana: cuore d'ogni uomo è difficile, tanto più cuore d'una comunità. Soprattutto se essa ha dietro — 145 — arduo è decifrare di sé una il storia di CORRADA BlAZZO CURRYER nascite, crescite, ibridazioni, cadute, glorie e miserie catalogo" (La mezzo artistico diventa ancora più evidente quando L'insufficienza del metafore e concetti mi. si le per il Sciascia più facile cogliere sia tradizioni e i recupero della realtà isolana e rappresentare teatrali al fine di Sembra quasi che assimilando che sfuggono a ogni luce e il lutto 14). Bufalino ricorrono a la Sicilia e suoi costu- i tratti salienti della sicilianità i che non caratteri dell'isola ai rituali del teatro, rivelano quindi essere altro che finzioni sceniche: così Eros e Thanatos, Vita Morte, Luce e e Tenebra, Dannazione, messi più volte principi su cui era basato Fatalismo, Desiderio, Violenza due scrittori, ci richiamano in rilievo dai teatro classico, come, ad esempio, il senso il e i di tragedia fatalistica che per Sciascia sprigiona dal duro lavoro del contadino nella zolfara. 12 La concezione aristotelica dell'azione teatrale trice nello spettatore di pietà e terrore trova episodio rievocato da Bufalino ne madre in La luce un immondezzaio, morta pellita dalla folla costamento commossa di e il lutto come suscita- sua eco nel memorabile la della neonata gettata dalla freddo e d'asfissia e battezzata e sep- del paese. Bufalino stesso ci fa notare l'ac- del teatro classico: al rituale delle esequie e la confisca delle doglianze ad La pubblicazione opera della folla-madre ci riporta a un'aria sicana di venticinque secoli or sono, quando un brivido un coro subito ripreso e ululato da Secondo Armando Agostino, sono a Palma di Montechiaro nuovo emersi di to notturno) sia per celebrare comunità (104). Anche il sia la membri mimo gravidanza fortuita, sacrifìcio lustrale dettato dal Sciascia, ne La della famiglia Tornasi di Palma corda pa^a, di e rito, i due per "elementi del grande senso di orrore, tipico della tragedia greca, che provoca dei telamoni di supplici in nero. (32-33) apparecchio melo tragico" (l'amore colpevole, della i Templi, e l'assolo di Antigone seppellitrice veniva in piedi nella Valle dei poli della cultura isolana arcaico-magiche lambiva ancora di ferinità il delit- senso di colpa mette in evidenza la il vocazione mistica Montechiaro: E, insieme a un sentimento di rispetto, di venerazione, un senso di orrore misto a pietà dovevano provare quei loro poveri vassalli di toccante l'episodio dei popolani che volevano impedire madre di separarsi dal marito farlo di mattina presto, E non prima sembra una scena da e di entrare nel Palma: ed è alla duchessa monastero, sicché dovette dell'alba. (57) teatro atta a sconvolgere il lettore-spetta- tore, suscitando pietà e paura, la rievocazione dell'orrendo delitto della baronessa di Carini, moglie Don di Don Vincenzo La Grua, trucidata dal padre Cesare Lanza che l'aveva sorpresa con l'amante Lodovico Varnagallo ' nel castello di Carini? 1 1 — 146 — La Sicilianità Il pali a Ti >\n vi km ita tN Sciascia Hi i \u\< i i sentimento del teatro è per Bufalino una delle caratteristiche princi- del assoluto: siciliano ragione del siciliano ha la poco infatti razionale e molto di passionale o di mitologico, o di sofistico, e cattivi Empedocle maestri quali Gorgia, Anche per Sciascia i locutore o dell'ospite, di dare sia la ben lontana Ne La luce e il lutto Bufalino ci caratterizza non siamo, desiderio di sembrare quel che no quand'anche di ispira a luce e il lutto 19). recitano continuamente: siciliani In quell'ospitalità magniloquente che il (La e Pirandello si immagine migliore può scorgere anche si di elevarci al livello dell'inter- possibile di noi, persi- dal vero. (La Sicilia come metafora 50) mette in luce dimensione la teatrale dell'e- sistenza in Sicilia: Per ora l'isola continua ad arricciarsi sul mare vini truci, le confetture soavi, Inventandosi i giorni i come gelsomini d'arabia, come momenti di perpetuo un'istrice, coi suoi i Grand-Guignol. Ogni occasione è buona, dal comizio guerra di santi cio, dalla alla briscola in perversa della liturgia scenica che è la un caffè. mafia, la coltelli, le lupare. teatro, farsa, tragedia Fino a quella variante quale, fra le sue mille maschere, possiede anche questa: di alleanza simbolica e fraternità tenebra e nello stesso tuale, nutrita di le luci La morte ri- inetta a sopravvivere senza del palcoscenico. (19-20) stessa viene vista dallo scrittore tazione scenica: "Ora non la morte la maschera; nessuna che, ria tempo o alla partita di cal- c'è nulla, nell'esaltare questa disposizione come la comisano come rappresen- nessuna occasione sacra, che uguagli contemporanea verso morte pretenda una reale la liturgia e o immagina- platea" (29). 14 Bufalino ricorre ancora a immagini lutto della teatrali, quando celebrazione della Settimana Santa in Sicilia, in gusto della dismisura proprio del carattere isolano e tesi tra la vita e la Si parla ne lui luce la cui si e il rivela il tendenza a vivere morte, in un perpetuo palcoscenico: aggiunga che il siciliano come soffre nessuno la doppia inverosimiglianza della vita e della morte; della vita, che per eccesso di sole brucia, e svapora in un trucco di abbaglianti fate morgane; della morte, che con lo squallore e lo scandalo delle sue gramaglie contraddice incredibilmente teatro, petua. una la vita. fiducia nel A Pasqua ogni Tutto ciò comporta una naturale disposizione mondo come siciliano si sente non dolente, poi esultante, d'un mistero che è — 147 — al rappresentazione e recitazione persolo spettatore la ma attore, prima sua stessa esistenza. (34) CORRADA BlAZZO CURRY È interessante notare come Bufalino assimili spesso rappresentazione, e alle modali- spontaneo che mirano ad abolire ogni confine fra scena e siciliane alla liturgia dello spettacolo e della tà del teatro platea. le feste religiose 15 Per lo scrittore comisano Ibla "è città che recita recitano continuamente: così le città stesse con due luci. un podio eloquente, più Talvolta da come conviene a una terra che indossa d'una dama antica" (La luce e il lutto 60). Noto spesso a fior di labbra, in sordina, il suo barocco col ritegno diventa città-spettacolo, Messina, col suo orologio animato, offre rappresentazioni sceniche continue, e Siracusa, col suo Teatro Greco, gli Aspettando che richiama leggersi e rileggersi Euripide, persuadersi la recita inizi, che è più commovente degli Chiedersi palpitando se le madre del sole al [...] due, più infelice, più nostro. altri Clitennestra riconoscerà la figlia di mani sanguinose, bacerà degli Atridi lo assolverà. Non ta, perdersi frattanto sue barbare porpore bra 'Ah, tura!', il è in due, a passeggiare giù nel- infine, se si una tragedia perdu- ci riporterà. (71) bruscamente smantellata quando, uomini: una spugna bagnata "uomini vennero a smontare macchine si alle sorti grido disperato e lacerante di Cassandra che ripete nell'om- le sorti degli Bufalino scena la Scendere quella cenere di sillabe d'oro che nessun vento dopo [...] fratello, gli le L'illusione creata dal teatro viene subito il tramonto, che accorda l'orchestra, e recitarsi, inventandole, le sticomitie di e ci antichi rituali della tragedia euripidea: le cancella e scene, come una gridando" pit- (75). serve ancora di immagini teatrali per raffigurare paesaggi, scene personaggi del suo paese Comiso: Comiso è una città-teatro, primo dosso asciutto che bile invenzione dovunque. merce e e il a un tavolo solo chi vince. [. . .] Tespi ambulante, arenatosi scenica che si e strambotti il sente cliente; recita d'osteria nell'antico gioco del tocco, E non [. . l'aria di venditore all'aperto quando decanta provoca con improperi impegnato di trovato davanti. Questo spiega improvvisazione Recita [...] un carro s'è .] sul volu- circolare propria la il bevitore dove beve un duetto drammatico quello che si comare e l'ambulante mentre entrambi tira- somiglia a dibatte ogni mattina, fra la no, da una parte e dall'altra sul prezzo? (117) Nate via via come schede di una collezione mentale guaggi e luoghi scomparsi, queste scitare il vario teatro di cui dall'alba al movimentava ogni giornata certo di risu- del mio paese, ma volevano almeno supplire privatamente gli viso di stesso modo di chi imbalsama o imbelletta tramonto; antichi colori, allo un acro si di opere, gesti, lin- ombre non pretendevano il estinto. (Copertina) — 148 — I.\ Sl< Il I Wl'l \ E non sembrano ( ( »Ml \IR 'Il \l.ll'\ 1\ S( [ASCIA da copione scenico rimali anni trenta rievocate da Bufalino in Museo d'ombre tura, fascista, secondo battesimo, il tipi della Commedia mente nella vennero dell'arte i una nube" ai 'ncartamientu^ la fat- ('// non ci ricordano con una le il sabato maschere o Comiso singolari personaggi della pena menzionare Rosalia la ) di ieri che un'impronta indelebile e identità così irripetibile e scol- più pubblicati eroi delle biblioteche" (103)? Tra i (105); Turi Sabbetta, ragazzi molesti; pazza, "che andava gridando col la un nero, selvaggio tizzone viso spiritato, sormontato da pietre ecc.) Inoltre, innalzati a eroi "ciascuno questi vale \l.l\( I piccole stampe degli le ? Mi di ricotta, la fuitina, la serenata, di fanciullo dell'autore lasciarono come nemmeno pita manciata villeggiatura, la la E una sorta di gigante Nela, che per anni servì caffè la zia come da di capelli, che soleva scagliare al banco; la la prostituta continentale, che accolse nel suo regno "sposi tentati, scapoli senz'amore, tremebondi studenti di poca età" (111); Ciccio Za' Amelia, Ferro, acceso socialista; to, che tatile Cavalier Mistretta, personaggio piuttosto distin- avventurava, col suo vestito bianco, "si sotto il Vi^uliatu, che Anche lità di il vendeva Gesù bambini di cera voluto raccontarne illustri, tra la vita cui il passione del Croce" liani illustri, temente (41). numerosi sono alla teatra- poeta Antonio Veneziano, di cui ha in quelle di avventure di fede e riferimenti a Pirandello e i Sicilia e dramma al i sici- piran- Sciascia, Pirandello aveva avvertito costan- la teatralità della Sicilia trata sulla Peppinu U' comò. tendenza In questa raccolta di saggi sulla Secondo delliano dell'identità. sul "così appassionata, tribolata e drammatica che degnamente avrebbe potuto trovar posto di la sediolina por- Don da esporre ne lui corda pa^a, mette in luce Sciascia, personaggi vari la paglietta, la braccio, nel parossismo di luce" (109); che aveva ispirato gli la sua filosofìa incen- dicotomia Vita/Forma: Si può comunque affermare che Pirandello conosce già della fondo modo di essere; nel momento Sicilia, e di in cui parte Girgenti in particolare, per il quel contraddittorio, dilacerato e teatrale Bonn più pro- modo di essere che decantato e variamente declinato costituisce l'essenza più autentica del pirandellismo. (Ili) Per lo scrittore di assumono in Sicilia Serafino Amabile 16 Racalmuto, così come per Bufalino, un aspetto teatrale. Così, nel Guastella riportato racconto Padre ^Leonardo da Sciascia, Venerdì Santo a Monterosso viene descritta le feste religiose la di processione del come un vero e proprio spet- tacolo: O che scena fra' Liborio mio! Che scena! Un migliaio di villani, con con na di spine, e altro villano, due migliaia di villane, urlanti e a piedi scalzi, seguivano che portava un Eccehomo — 149 — di carta pesta. > un Le donne, come CORRADA BlAZZO vi ho detto, urlavano e Cl'RRY picchiavano si il petto; gli uomini scotevano le di- scipline di ferro sulle loro misere spalle. (190) Secondo non non Sciascia, una vera riviva attraverso di dramma una madre" mutese E San la (202). morte cui elementi i Come in Sicilia ancora, Sciascia si Sicilia, in cui la Passione di Cristo persone e propria rappresentazione, "in cui non facciano vive o gruppi statuari quel grande paese in c'è delle strade e delle piazze sono tradimento, l'assassinio, il anche per già per Bufalino, dramma traduce in teatro di il il dolore lo scrittore racal- teatrale. parla della celebrazione popolare della Pasqua di ci Fratello servendosi dell'immagine della rappresentazione della pas- sione di Cristo messa in scena dagli abitanti del paese, in cui la parte più conculcata, più misera della popolazione di San Fratello, mettendosi per un popolo non meno oppresso quel giorno nel ruolo di levava a beffeggiare, a insultare, a colpire e ad irridere e perseguitato, si al sacrificio della croce (200). Sciascia stabilisce perfino e il teatro, indicandoci un raffronto che l'opera fra la scultura di dell'artista si ca catanese che consiste nella creazione del comico attraverso "ama teatro il ed una ma scultura" (222). E tra l'altro nella razione per nell'esporre l'artista, Possiamo e fondamentali dell'opera del Greco, tratti i rappresentazione delicata e armonica del riferisce a Catania, principale fonte d'ispi- "gran teatro dell'eros" (227-228). dire che la raccolta di saggi dello scrittore è ricca di riferi- menti ad azioni Grasso come si lo scrittore, in un'accezione prevalentemente plastica, di che consistono corpo femminile, Sciascia perfino ad attori popolari teatrali e Angelo Musco. Infine, nel ricordare il dialettali quali modo Germi, segni dell'eros media "la materia passionale è comico brancatiano; Giovanni in cui la Sicilia è stata rappresentata nel cinema, Sciascia afferma che nel film Divorzio di Pietro mimi- movimento drammatico o perchè Catania, dice serie di immobilità, è teatro: Emilio Greco ispira alla tradizione all'italiana deliziosamente rovesciata sotto in cui la Sicilia si fa teatro di i una com- della società italiana" (248-249). III. Teatralità di Stile: E indubbio che le La Parola-Inganno varie analogie e riferimenti a rituali scenici messi in luce nelle opere di Bufalino e Sciascia vengano accompagnate da uno iperbolico e teatrale che quasi sembra offuscare la vocare Bisogna dire che la purezza della millenaria la-scrittura diventa per i due un — 150 — iniziale di riela paro- ideale eroico, un'impresa min- civiltà siciliana. scrittori volontà stile I.\ Su ni \\i uziosa e ricercata sintesi tra torma che- i \ < ah Ti < tende artistica e alla vi d'ombre, Giordano Giuseppe Tornasi matica." che che Hi i \i.i\< i riflette si e risolve allo- costante desiderio dei due il 1 una di realizzare " la definisce In una sua recensione di che esiste una straordinaria Stella rileva filtrato dal \ i "parola-benedizione" (come Lampedusa di VS( i verità e l'essenza del sicilianismo. la della parola i\ S< \ perfezione, proponendosi scrittori di cogliere, attraverso la Museo \i.ri contenuto. L'esperienza letteraria ra in un'attività seduttiva e sensuale Bufalino) r affinità tra Gesualdo Bufalino nell'amore ieratico ventilabro della poesia diventa vita, realtà dram- (6) Tuttavia, a volte le immagini che scaturiscono da questa incessante ricerca della parola giusta rivelano una teatralità e un'oltranza di stile, un eccesso retorico che problematizza l'intento originario di Bufalino e immagini Sciascia di rievocare le così la parola-benedizione si e le tradizioni popolari della loro terra: invece parola declamatoria e teatrale, rivela quindi finzione, inganno, connotando cazione e l'inadeguatezza del to da La luce e il lutto, pagna la neonata La Palma le incombenze immedesimandosi eponima sino ad gnome, di tensione tra il come questo brano trat- corteo funerario che accom- il madre sostituita alla infanticida, approprian- e gli atti mancati, dal battesimo alla sepoltura, madre supplente in quella parte di attribuire alla creaturina offesa invertito da desiderio di signifi- in Montechiaro: solennemente città s'è dosene la letterario, Bufalino descrive in cui di mezzo Montechiaro in e di protettrice proprio il nome Chiaramonte e addolcito vezzeggiativo, Palmina, che voleva avere e co- un in valore di una mite e solitaria il carezza. (27) Un'eccessiva declamazione epica contraddistingue pittore di carri in Museo perde l'immagine della la descrizione del d'ombre, 19, e un'esuberante violenza di stile quasi distintora, addetta ad annerire i panni in occasione di lutti: La trovavo line, in cucina, curva, con guardare; un paiuolo di diavoli tutte le infamità della terra. do le braccia nude, su che fumava e pareva vivo. Sapevo gli occhi, le lingue come una quello, Ma non Donna Stella capra, nel suo un calderone non dovermi di ani- affacciare a dove bollivano e strizzavano mi spaventavano meno, alzan- d'ombra che tremavano Strega accigliata e benigna, mangiare, come [...] di lassù, sulla volta. [...] mi consolava, chiamandomi palmo caldo di Esperide o Eva, a i grani scuri di melograno. (36) L'ossessione e l'insistenza sull'elemento macabro e mostruoso provocare la pietà e il terrore nel lettore, così — 151 — come i rituali e la atti a lingua della CORRADA BlAZZO Cl RRY emergono tragedia classica greca, di vacca che i cinta daziaria, o in quella dell'espressione Fari come un vedere cielo, il i H 'Ciavieddu: di giugno. Come un agnello scannato. Significa, prima di chiudere campi, sangue; udire dentro una 'a 'fini mala morte, un mezzogiorno Significa morire di lapidato, to da nella spiegazione dell'usanza del teschio massari ragusani erano costretti a baciare all'ingresso della la mondo il tramutarsi in un solo vermiglio gli cane occhi, squillo di propria fronte, lo schianto secco dell'osso, spezza- fiamma pietra rotonda; restare bocconi, piccolo e solo nella della canicola: nero corpo, nero morto, incoronato di spine. (79-80) Notiamo come immagini declamatorie in queste materia descritta la diventi schiacciante, quasi indistinguibile, e la parola-scrittura possieda un'esplosione verbale che rende problematico invitando invece il lettore a partecipare al il processo interpretativo, gioco sensuale del testo quale Anche viene espresso da Roland Barthes in Le plaisir du texte} 9 la seguente descrizione in Museo d'ombre di Biagio Pace, illustre letterato e archeologo comisano, certi si perde in un groviglio monologhi che di acrobazie linguistiche ci ricordano teatrali: Sottratto alle infeconde irruenze della rissa civile, pacificato e lontano dalle ombre, le cadute, giorno ciecamente quando errori fra cui la nostra gli dipana, si a testa nuda, sotto non sole di il Per quanto riguarda Rigoletto assimila lo la stile le i suoi giovani anni, Camarina o Cnosso, scrostrando con dita febbrili la polvere sacra dei secoli, sotterrato di un'anfora umana vicenda ogni ripensa ora forse vedeva emergere tempo linee senza composizione sul fianco dis- dei profili di Afrodite? (116) della frase bufaliniana, comisano dello scrittore in La Luce Carmelo e il lutto al montaggio cinematografico: Dalla lettura cinematografica emerge traghetto proveniente totale" dell'isola; "panoramica" che ne varietà e la complessità; fuoco prima i "zumata" paesi, poi "il della sua casa e a colloquio Sembra continente: dal seguente struttura: arrivo del la "campo lunghissimo rivela, e piano senza indugiare troppo, lenta e progressiva che la ne mette a paese" ed infine l'autore stesso nell'intimità con che, ad ispirargli tale la madre. (22) montaggio scenografia delle panoramiche isolane, di piani e sequenze per sia stata l'inveterata la passione per lo spettacolo fìlmico, inculcatagli dall'antica consuetudine con lo schermo del Cinema Vona, perduto paradiso della sua adolescenza. Anche lo stile di Sciascia non sembra essere esente da un eccesso ornail mentale e retorico che ci richiama a volte — 152 — la parola teatrale, come nella Su l.\ li \\n i \ < seguente descrizione ne Emilio )\n < m / \ik\i 'l'i li \ i\ Si [ASCIAI Bi i \u\< paaga dell'autobiografia dello scultore corda Ci reco: Ne vien fuori, indimenticabile, la in cui iscrive la trepida di si rappresentazione una sensualità avida e luminosa. linconica e insieme gioiosa, del in cui la dura e nera lava barocco estremo, che di un'infanzia p< ivera, scoperta delle cose e dei sentimenti, si E a sfondo il sorgere questa evocazione, ma- di tempo non perduto, si intravede la città solleva e trasfigura nelle aeree prospettive del montagna tra la e il mare apre le quinte delle sue strade alla tragedia e alla farsa. (221-222) Pirandello stesso aveva definito modo, stesso il seguente il teatro come brano che descrive azione parlata. Allo marchese conte il di Yillabianca sembra essere costruito alla maniera di una declamazione scenica che sembra trasformare uno stile il Villabianca in personaggio teatrale, in oratorio che, a un'analisi attenta, Sarebbe bello fare sotto di si rivela frode, quest'uomo austero e inganno: vano un personaggio: frugare suoi panni di testimone impeccabile e impassibile; cercare i istinti, i suoi sentimenti, i confessionale, nel dubbio, nel baratto, nelle piccole e grandi marchese rimorsi. "Io, conte una ha di buono, Sciascia stesso ne Si ricorda le La Sicilia in quello che la il la scrittura senso di come teatralità che sue opere: che cosa diceva Malraux me la Sicilia come metafora considera di Faulkner? zato l'intrusione della tragedia greca nel dire di nei di giusto, di devoto. (65) inganno, impostura e falsificazione, e ribadisce contraddistingue viltà, di Villabianca": io, la virtù; io, la dignità di classe che la dignità va disperdendo; io, Sicilia suoi i suoi cedimenti; sorprenderlo nell'alcova e nel che ho introdotto il Che romanzo dramma questi aveva realiz- poliziesco. Si pirandelliano nel potrebbe romanzo poliziesco. (88) IV. La Sicilianità Inconoscibile In definitiva, è veramente possibile per Sciascia e Bufalino cogliere l'essenza della cultura siciliana, ovverosia delineare un insieme di categorie e caratteristiche proprie dell'isola, attraverso l'uso ricorrente di metafore, figure, concetti e iperboli tratte dalla casistica della retorica teatrale? loro sforzo della realtà non si scontra invece con siciliana? I due scrittori inconoscibile e forse mai esistita che li la non cercano lascia in — 153 — O il complessità e contraddittorietà piuttosto un perenne un'entità stato di fru- CORRADA BlAZZO CURRY strazione e di desiderio? Per Bufalino, la parola fa parte del suo essere pro- ma fondo, paradossalmente benedizione e inganno, rappresentando è dramma del linguaggio che scrittore si era proposti. impossibile per non grado è in La nostra di soddisfare gli ideali ha inteso dimostrare come analisi il che lo sia letterato catturare l'essenza della sicilianità e penetrare il mondo popolare mostrando un atteggiamento nei confronti di quel mondo che non sia di tipo paternalistico o pietistico. Questo dramma di altri scrittori siciliani quali Giovanni era stato d'altra parte totalmente nel il Verga, Giuseppe Tornasi di Lampedusa, Vitaliano Brancati, Elio Vittorini, Giuseppe Bonaviri. Ciononostante, sembra che ciò che costituisce la grandezza di Sciascia sia proprio quell' accurata e straordinaria manipolazione dello stile letterario, atto a creare "un'illusione scenica di sicilianità," attraverso la e Bufalino quale si manifesta il costante desiderio di un'irraggiungibile essenza e lo stragrande amore dei due scrittori per Jacques Derrida nell'Ora//? de originario intatto è Donc le noyau désir ou le intact. du noyau l'oubli il intact, il n'y le à la désir en pas, il n'y anche que ci illustra un nucleo se irrealizzabile: mais intact est irréductible, nécessité, il n'y a à l'Anankè. L'Anankè, a en a jamais eu qu'on veut oublier d'une certaine manière. intact et Come ben desiderio di trasporre assoluta, phantasme du noyau J'opposerais jamais eu du noyau meut l'autre, una necessità loro terra. la On qu'on veut et c'est cela veut oublier c'est cela, ce phantasme, ce désir [. . pas oublier, .] qu'il n'y du noyau de c'est que, intact, a qui toute espèce de désir, toute espèce de langue, toute espèce d'appel, toute espèce d'adresse, et cela est la nécessité, c'est une nécessité dure, c'est une nécessité terrible. (153) John Cabot University, American University of Rome NOTE 'Si il veda anche: "L'isola lutto, ivi è Altrove la più flagrante morte può forse logico; qui appare ^Si la tutta è una mischia sembrare luce, e fa giustificarsi uno scandalo, come di lutto e di luce. Dove "Da un lato Sciascia intero, di tradurre la sua realtà di nero l'esito naturale d'ogni processo bio- un'invidia degli dei" (19). veda Marcelle Padovani, "Introduzione a Leonardo Sciascia," come metafora: è più incredibile, inaccettabile la morte. si propone La di ricollegare la Sicilia al Sicilia mondo mondo a sé stante, la sua centralità, e la sua stesmondo tema della sua futura sicilianiz- sa universalità. Dall'altro egli offre al il zazione" (IX). -'Sciascia trae quest'immagine della corda sonagli di Pirandello. Si seria, civile e veda anche: "Identificando — 154 — il pazza dal sicilianismo in Berretto a un corpus piut- La Sicilianità come Teatr tosto confuso e contraddittorio costumi, al il fa veda anche \ Bi falinc i siamo dimensione nella mafia ne fosse la non sui della siciliani), con- risultato più il dell'Unità d'Italia e che addirittura riflettesse echi di una rivalla proprietà fondiaria" (77). descrizione che Bufalino la come sentiero corre facile, l'ha riattato duro, per capre o per rocciatori. senza bisogno i privilegi nazionali e di classe, di tradizioni, di azzardato affermare che momento oluzione borghese limitata ^Si vs< i che tuttora esiste ed esercita un suo fascino anche è del tutto seguente i i\ s< \ di abitudini ritenuti perfetti e superiori (e follia siciliana, non ti \i.n Non fa di Cava Dopo poche importa. promossi di spingervi oltre, vi sentirete già "Da d'I spica: una legittima ambizione a principio turistica; poi si centinaia di metri, catecumeni un di felice e verde Aldilà" (63). ^Si alle veda anche Finché si E E fonti d'acqua dolce. entra nel gran città bellissima, ardi. seguente brano: "Le calette, il spiagge aperte. Seno Megario, rocce, grotte, le vale a dire nel porto di Augusta. Asprissime e precipitose balze per spazio ma con assistere, contemplare : di tre miglia partendo "larranu, cerimoniere dai rustici affabili modi, prima, riflessi i ironico di una mucca 'Museo d'ombre: Camminavano sostando sotto le i ai gesti rituali della fondo cottura, in . . ] La dalla città, a si preferisse giocare a ciappeddi lì "Bastava un pezzetto balconi più famosi, come di lievi era bello A meno che, incu- fuori, sotto lo sguardo luna, e modi il andava per serenate. un amoroso di dire Pitrè e a Mario dialetto siciliano e la tradizione. veda Museo d'ombre: "Noi a Comiso abbiamo un umile indicare l'eterna calvario" (92). popolari fa parte di una Giuseppe particolare corrente di folklore letterario che risale a Rapisarda, intendendo rivalutare si e dolci bisbigli, per le strade solitarie, alle stazioni di "L'intenzione di recuperare proverbi e è maestra: serviva in uscita a passeggio" (91). ronde dei suonatori, con mineo motto per la Ma una nera spelonca; a grandiosi del fuoco sul rame delle caldaie. ranti del gelo dell'alba, la . (210). "Museo d'ombre Si [ molte aperture. Fino a Taormina. Fino scodelle di creta, calda e fragrante entro un'onda di diuretoco siero. anche alternano si ornatissima, copiosa di fontane, ben protetta da muraglie e balu- ancora rupi fino ad Aci Castello, Mazzarò" le torri di guardia, ridotti, castelletti. scherma "Tocchimi, Ciccu!" è ma non meno di affondi e parate, in cui l'invito ful- ogni fanciul- sussurrato all'orecchio; "Ciccu mi tocca!" lo strillo di sdegno e denunzia che subito segue" (71). l (, Nel racconto La un "galantuomo" e nana, Navarro narra la vicenda amata da un giovane mafioso che di la una popolana sedotta da sposa, dopo che ella viene sedotta e abbandonata dal galantuomo. **La poesia di Buttitta olta e di speranza, viene considerata da Sciascia un grido inconsueto come "una poesia di riv- nella poesia dialettale siciliana, solo para- gonabile a certi canti di affocata rivolta del popolo" (175). ^Si veda La corda pa^a: contadino disciolto però e della terra, si "11 perenne incombere come motivato aggrumava informe dalle della fatalità, nella vita del vicende delle stagioni, delle ore, nella vita della zolfara; e ne sorgeva, immediato CORRADA BlAZZO CURRY e disperato, il senso della precarietà" (137). Sciascia richiama ancora fatalistica dei Malavoglia di cetto teatrale : Verga, che mento ricade mare come essenza il una introspettata nemesi di al di la concezione un con- essere assimilata a "7 Malavoglia soltanto racconta l'oscura rabbia del mare contro speranze dell'uomo, fragili può facilamente punto sotto del 13 Salvatore stessa della fatalità, della storia dell'umile che vuole come le ele- sempre salire e partenza" (205). di Salomone-Marino raccolse i frammenti e cercò di ricostruire la verità storica dei di questa storia popolare un intenso lavoro attraverso fatti, d'archivio. 4L# luce e il lutto: "Così gonfio d'idropisia, vicino mescola diritto, modi in al comportamento il eccessivi ma alla 5 convenzione teatrale" della si fa portare, campi, sotto ai l'inevitabile sole, e plurale ch'è il (29). L'abolizione delle frontiere esistenti fra palcoscenico e pubblico era già una stata mezzo lampante unicità della morte, quello spazio posticcio luogo predestinato * moribondo che cattivanti l'affetto della proprietà col gusto dell'esibizione istrionesca, e disegna in attorno del pezzetto di terra, anzi di sottoterra, a cui ritiene di aver caratteristica peculiare del teatro pirandelliano in naggi in cerca d'autore, Il gioco delle parti e Questa sera si recita a opere come Sei perso- soggetto. 16 Dice Sciascia che nel berretto a sonagli, Pirandello "opera diazione tra un fatto realmente accaduto in quel teatro che è di me- città e la vera una specie la sua e propria rappresentazione dello stesso fatto" (130). 1 ti, Si veda Museo così qui la parola vicaria, alle frugali diti, ombre d'ombre: si di un "Come altri chiama soccorso in il trespolo degli spiri- umile scongiuro a dar corpo, barlume di corpo e di vita fa futile e straziante al di là [. . .] Ne conseguono graffiti stampe d'Epinal, cere perse, istantanee da decifrare fra sbia- complici a un tavolo di caffè" (22). ^°Museo d'ombre: "Reali messe in croce ci di Francia, chi vi foggiammo una durlindana; può scordare? in orche e mille dragoni, liberammo Angeliche dai lunghi di Gano, morimmo circondati l^Si [...] sonno colpimmo capelli, Con due al assi cuore mille patimmo la frode a Roncisvalle" (41). veda Roland Barthes: "Texte de de l'euphorie: celui qui vient de la culture, plaisir: celui qui contente, emplit, ne rompt pas avec tique confortable de lecture. Texte de jouissance: celui qui elle, est lié à met en état donne une prade perte, celui qui déconforte, fait vaciller les assises historiques, culturelles, psychologiques, du lecteur, la consistance crise de ses goûts, de ses valeurs son rapport au language" et de ses souvenirs, met en (2). OPERE CITATE Addamo, Sebastiano, f Ittorini e la narrativa siciliana contemporanea. Caltanissetta, 1962. Agostino, Armando. "Luci e 1988). lutti di Sicilia." Cronache parlamentari — 156 — siciliane (Maggio La Si< n.i La Bufalino, Gesualdo. Museo Firenze: Sud (Genn. Feb. Leonardo. . Palermo: i in Sciascia i Bi i \u\< Gallimard, 1980. Paris: texte. L'oreille de l'autre. Rigoletto, Carmelo, Stella, \\r \\\\ Palermo: Sellaio, 1990. Sellerio, 1982. di Gesualdo Bufalino." Messaggero Leonardo Sciascia (Introduzione libri di stampa (21-4-1982): I Te I eneto. (25 e guida allo studio dell'opera sciasciana). VLB Editeur, 1982. Le Monnier, 1979. Derrida, Jacques. . imi 12. Orengo, Nico. "Due Sciascia, < "Museo d'ombre 1982): Cattanei, Luigi. ( luce e il lutto. d'ombre. Campailla, Sergio. maggio \ Le plaisir du Barthes, Roland. . \\ii m "lui luce e il lutto, un libro di Gesualdo Bufalino." 1990). La lui 16. Sicilia corda pa-^a. Kermesse. Montréal: antichi detti e mesderi, Madeleines della Sicilia, come metafora. Milano: Mondadori, 1984. Torino: Einaudi, 1970. Palermo: Sellerio, 1982. Giordano. "Museo d'ombre." Il mio paese (28-4-1982): — 157 6. Pagine dal