Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne

CORRADA
BIAXXC CURRY
)
LA SICILIANITÀ COME TEATRALITÀ IN SCIASCIA E
BUFALINO
Non
dimenticate di salvare
moltissimo che è salvabile nella
il
che
Sicilia
dura: quel cielo e quel mare, miracolosamente resistenti agli insulti della
chimica;
nome
fiumi dal
di
vulcani in fiamme,
i
mito;
le
le
miti colline; le pianure
leggende che fioriscono
di miele; le
dove scorn
gesti della fatica; le finestre fiorite di graste, dietro cui
come
dove ogni giorno
una puntata nuova
di
pupi che è l'inesauribile
vita; gli
uomini,
scuri, dal
cuore ospitale, benché così
crudeli
(La
Non
c'è
.
.
.
luce e il lutto
i
venerandi
i
una ragazza bruna
sorride; le chiese di pietra bionda, belle
cartellone prevede
>
sulle labbra in un'aria
botteghe dove artigiani impareggiabili ripetono
il
>n<
creature di carne;
le
piazze
di quel teatro
milioni di uomini piccoli e
irto di sofismi e
rovente di lave
16-17)
dubbio che Leonardo Sciascia
e
Gesualdo Bufalino
rivelino
si
magistrali interpreti della letteratura isolana nella loro incessante ricerca
della sicilianità, consistente in quell'insieme d'immagini, tradizioni, detti
popolari, paesaggi, abitudini e leggende che caratterizzano
popolo. In Bufalino, questa ricerca costante di "una
tale"
si
manifesta spesso attraverso
dei padri, in contrapposizione alla
la
la Sicilia e
sicilianità
tutta
al
una
suo
fondamen-
riesumazione della cultura popolare
modernizzazione del presente. Ciono-
nostante, a un'analisi attenta delle opere dei due scrittori,
come,
il
fine di recuperare la sicilianità, essi ricorrano
ci
si
accorge
frequentemente a
serie di riferimenti, analogie e concetti di teatro,
che potrebbero
essere facilmente assimilati alla tragedia greca classica.
Persino lo
stile
narrativo, atto a risuscitare l'essenza siciliana,
parola retorica e teatrale.
co
mondo
verso uno
quindi veramente possibile ricostituire
isolano attraverso immagini assimilabili a
stile
sico? L'analisi di
sono Museo
si
rivela
il
miti-
rituali scenici e attra-
iperbolico che richiama l'arte declamatoria del teatro clastali
contraddizioni e tensioni significative è l'oggetto prin-
cipale di questo saggio.
d'ombre,
metafora, Kermesse e
saggi e
È
commentari
Le opere che verranno esaminate
a tale proposito
La luce e il lutto di Gesualdo Bufalino, lui
La corda pa^a, di Leonardo Sciascia, tutte
sulla sicilianità.
QVADEKXl
d'italiamstìca,
Volume XXII, No,
2,
2001, 139
Sicilia
come
raccolte di
CORRADA BlAZZO CURRY
I.
Sciascia e Bufalino:
Tentativo di Recupero della Sicilianità
Il
che per Sciascia
Sia per Bufalino
come una
presenta
la Sicilia si
terra
misteriosa dove luce e lutto, allegria e fatalismo, Eros e Thanatos, sembra-
no compenetrarsi
assumendo un
a vicenda,
La
Così Bufalino esprime ne
cosmico
carattere
luce e il lutto l'idea di un'isola
e universale.
doppiamente
gonfia di vita di morte:
È come
se,
navigando
fra Scilla e Cariddi, sul
con due lusinghe
affiorassero e vi tentassero
solco della nave due sirene
contrarie:
una
parla di gelsomini d'Arabia, letizie di luna, spiagge simili a
l'altra
scura, infera,
con mezzogiorni
sangue che s'asciuga adagio
Lo
scrittore
piedi di
ai
celeste,
che
guance dorate;
ciechi a picco sulle trazzere e
un vecchio
comisano sottolinea anche
ulivo. (13)
e
l'aria sinistra
1
senso di
il
ter-
rore che regnano spesso nell'isola: "Esistono nella notte cento paesi in
Sicilia, e in tutti c'è lo
il
mio
stesso odore di freddo e di paura: cento paesi
Nel
altrettanto perduti" (97).
libro di Bufalino,
processioni della Quaresima dove vi
mentre
luce vince
la
la
morte
e ci
facendoci ritrovare un
l'isola
il
come
lutto ci porta nelle
domina particolarmente
la
morte;
mostra un'immagine mitopoietica
mondo
del-
che credevamo irrimediabilmente
perduto.
Nel caso
lia 2
ci
realtà siciliana
indica Marcelle Padovani, tutta la sua
come luogo
Sciascia stesso afferma di essere
bene
la realtà dell'isola,
"offre
mondo
e
che continua
ma
anche europei,
odierno" (La
Sicilia
al
assoluto... quasi
tutta
della
non-ragione e di
scrittore italiano
a essere
punto da poter
come
costituire la
la Sicilia
la Sicilia
una
"Da un
Addamo
lato,
mette anche
in
Ne La
la storia siciliana
evidenza
un paesaggio nudo
intuisce
un universo
un'esistenza parmenidea" (Cattanei 158).
storia di sconfitte (6);
del suo paese:
non
metafora del
"coi caratteri di
come metafora l'autore di Racalmuto afferma che
fol-
che conosce
convinto che
come metafora 78). Sebastiano
spinta sciasciana a configurare
Sicilia
uno
rappresentazione di tanti problemi, di tante contraddizioni,
la
solo italiani
la
come
di Sciascia,
opera è pregna della
il
è
duplice aspetto
e desertico,
il
regno delle
zolfare, dall'altro vigne, ulivi, mandorleti, disordinati e belli" (16). In un'
altra
sezione del libro Sciascia sottolinea lo stato d'isolamento e di perma-
nente decadenza in cui
Io
non ho
si
trova
l'isola:
affatto l'impressione che la Sicilia abbia
qualsiasi età dell'oro seguita da
non
è
quelli
un dato congiunturale, bensì permanente.
che sono sbarcati
mai conosciuto una
una decadenza. Qui da
sull'isola
È
hanno rapinato
— 140 —
noi, la
sempre
decadenza
esistita.
Tutù
tutto quel che pote-
Su ni \\n
l.\
\
(
(
>mi
vano: hanno cominciato
continuata con
vi
'lì
i
i<
\i
i
romani
spagnoli, con
gli
t\ in Sciascia
man
disbi iscando a
piemontesi.
i
Bufalino
]
sah
poi
a,
la
cosa è
Tuttavia, ironia della
[...]
sorte, quest'isola mille volte invasa è stata tagliata fuori dalla storia dei
grandi popoli e delle grandi culture. (48)
Ne La corda pa-^a,
raccolta di scritti e osservazioni su paesaggi, usanze
e personaggi illustri siciliani, lo scrittore
dilacerazione che caratterizza
tura, le caratteristiche del
della psicologia isolana
il
popolo
che hanno
puro
siciliano
in rilievo
senso
il
di
soggezione
al
resistito attraverso
i
tratti
secoli?
i
fondamentali
Per lo scrittore
da un forte senso
è contraddistinto
clan familiare, dalla vanagloria
proprietario della terra e della casa
come
sagerato senso della vita e della morte (La
Secondo Luigi
e
di definire, attraverso la scrit-
Quali sono
siciliano.
di orgoglio e
pudore, da un sentimento dell'onore offeso, da un certo razionalismo
co, dalla
pena
Sicilia-madre (174).
che Sciascia tentano ancora
Sia Bufalino
comisano,
la
mette
virile,
sofìsti-
dal sentimento
illusione d'immortalità, e dall'e-
23-24).
luce e il lutto
Cattanei, Sciascia avverte in Sicilia le contrapposizioni
forma-sostanza, alterigia-miseria, orgoglio-sudditanza, spinte all'equivoco
(26). I tratti salienti della sicilitudine
consistono per lo scrittore
curezza e nella paura esistenziale che creano una
crisi d'identità,
d'isolamento, diffidenza e incapacità di stabilire rapporti
affetti, oltre a
mo
si
una certa tendenza
alla
violenza,
della collettività e dei singoli. Tuttavia,
i
al
nell'insi-
un senso
al di
fuori degli
pessimismo
e al fatalis-
invece d'interrogarsi,
siciliani,
cullano nell'illusione compensativa di essere dei privilegiati:
L'insicurezza, la paura,
larità
[.
.
.]
si
rovesciano nell'illusione che una
costituisca privilegio e forza là
dove
rienza, è condizione di vulnerabilità e debolezza: e
alienazione, di
follia,
duce atteggiamenti
siffatta insu-
negli effetti, nella espe-
ne sorge una specie
di
che sul piano della psicologia e del costume propresunzione, di fierezza, di arroganza. (La corda
di
pasga 13)
Nel ricordare
parla
di
la
un'innata
figura del
follia
Lampedusa: "La corda
mento
corda
della
corda pazza"
della
(72).
donna, dal
3
civile
seria
Tra
barone Pisani ne
siciliana,
già
La
rimaneva bloccata da
andava ormai
corda
sottolineata
pa^a,
dal
secoli; e
Sciascia
principe
il
di
funziona-
in sincronia allo scatenarsi della
le altre caratteristiche
momento che l'uomo
Sciascia ricorda l'ossessione
siciliano
è
convinto della sua
indomabile superiorità sessuale:
Un
certo
comportamento
imperativo categorico:
si
donna resta come un
hanno donne, se si è osses-
nei confronti della
è veri siciliani se
—
141
—
si
CORRADA BlAZZO CURRY
sionati
da esse, poiché questa è
natura del vero uomo. Tormentato da
la
una profonda insicurezza, da un terrore
tale instabilità,
Il
[...]
siciliano
il
siciliano è
esistenziale,
deve per forza rispondere
intimamente convinto
al
di essere
il
da una fondamenrichiamo del sesso.
migliore nelle cose
dell'amore e della sessualità, di essere più acuto, più scaltro, più svelto e
più attivo di chiunque
Il
popolo
(La
altro.
Sicilia
come metafora 41-42)
considerato da Sciascia materialista,
siciliano viene inoltre
nell'eccessivo attaccamento alla roba (terra, case, biancheria, provviste),
"legata
ai
sentimenti che
della famiglia e alla
La
nutrono per
si
una fondamentale essenza
ricerca di
due
attraverso l'evocazione da parte dei
città e
luce e il
leggendarie
lutto la bellezza di
Messina
Cava
grotte preistoriche di
d'Ispica,
il
il
barocco
tempo
Come
purezza
con un'anagrafe
sangue
di
rozzi pedigree longobardi?
questa
Ma
le
se
civiltà delle
di
uno chiede
ai
si
tombe
a tholos
che sono
e
mura
e le loro suppellettili
adorne
i
di tori,
mille
sudori
un cognome
per
castrensi, tanti
vecchi
libri
state scavate qui presso, a
neo... E allora perchè escludere, fra
i
lascia indietro
trova che a fondarla fu nientemeno Minosse.
città,
Muxaro,
Mentre
nome
vero,
il
tardo-romani
tanti blasoni
le
suoi miti:
i
che, salvo
La
Noto,
Racalmuto con
potrebbe non essere bello un posto con un
così pieni di mito;
presenta ne
ci
di Ibla e di
perduta
della
Minoa con
manifesta ancora
che conservano anco-
realtà,
selve di Cimìa, la malìa del teatro greco di Siracusa,
antichi di zolfatari e salinari, Eraclea
si
Così Bufalino
e di Gela,
futuro
splendide immagini di
scrittori di
civiltà.
il
come metafora 50).
Sicilia
siciliana
paesaggi dell'isola a cavallo tra mito e
ra le tracce di antiche
timore per
la famiglia, al
presenza della morte" (La
notizie di
[...]
Favole.
Sant'Angelo
hanno pure un sapor mice-
fili
della nostra storia,
questo
filo ulteriore Creta-Sicilia? (63) 4
Lo
trenta,
comisano rievoca nostalgicamente
scrittore
la
Comiso
degli anni
tempo
ricostituendo l'armonia spezzata dall'inesorabilità del
facendo risorgere
Era
ma
bella,
da
Comiso, nel
povera;
endoli
la
passato idealizzato, in contrapposizione
il
lieta
ma
recavano
asini stanchi.
di
al
e
presente:
ventisette, nel trentadue, nel trentacinque. Bella
povera.
Non
c'era
acqua
a sufficenza, e gli acquiv-
porta in porta, ogni quartara un soldo, su carri
Le case erano
tutte a
un
piano, nane, magre,
ma
tirati
le ralle-
grava, sullo stipite, un'improvvisa pergola di gelsomino. (122)
Anche Leonardo
lianità attraverso la
Sciascia ne
La
corda
pat^a cerca
di catturare la sici-
rappresentazione artistica di paesaggi
come l'immagine
della zolfara
che contraddistingue
la Sicilia
o attraverso
impressioni
sulle
riportate
le
città
— 142 —
siciliane
tipici isolani,
interna; (136)
da Camillo
I
I
Mi
II
I
\\l T\
(
i\ll
(
'Il
\
I
K
\
I
II
l\ S<
\
I
\M
I
\
Bl
I
I
\U\<
Camilliani, figlio dello scultore Francesco Camilliani, durante
dove
in Sicilia,
struita dal patire per la città di
arena scoperti,
la
da dove comincia
gnante, fino
Il
due
si
alla città.
fa
territorio di
il
serpeggia, algoso, insicuro, fino
vicino all'Africa; poi
capo che
le
del Vallo.
dice
Camilliani,
lido
Il
il
più
arenoso e ghiaioso, interrotto da una foce
sta-
al
è,
il
(208) 5
riesumazione delle tradizioni e usanze
appartengono
la
a
una cultura popolare, con
la
ditore di lupini,
racconciatore di ombrelli e
il
piatti,
il
il
il
pas-
una volta che
sua ingenuità e
freschezza dei mezzi espressivi del dialetto:
dell'isola.
momento
sato dei padri rievocando quella ricchezza di mestieri di
no
punta
Grottillc, la
tentativo di recupero dell'essenza siciliana viene ancora espresso dai
scrittori attraverso la
con
spiag
di
Mazzara
In Museo d'Ombre Bufalino riesce a far risuscitare per un
e
co-
rocce e
torri,
e
foce di una fiumara, un miglio
già talmente coperto di alghe da essere pericoloso,
della Cinisia
suo viaggio
Palermo:
Uscendo da Trapani verso Marsala, ancora tonnare
calette, tratti di
il
marmorea
recò nel 1573 per assestare una fontana
si
)
i
suoi candori
lampionaio,
maniscalco,
il
ven-
l'arroti-
di forbici e coltelli, lo stagnino, la venditrice di sanguisughe, la dntora,
ecc. Nella sezione intitolata Piccole stampe degli anni trenta,
Bufalino ricorda
nostalgicamente anche vecchie abitudini del suo paese, servendosi della
"parola-benedizione,"
la
sola in
grado di aprire
il
museo
delle
ombre
e di
vincere l'inesorabile ruota del tempo. Tra
le
menzionate dallo
fuitina (la fuga), ordita general-
scrittore ricordiamo:
mente da una coppia d'innamorati
la
colazione di ricotta
fascista,
'//
{'a
'ncartamientu
manciata
(il
ostacolati dalle famiglie, la villeggiatura,
'i
ricotta ), 6 la
fidanzamento
nota Sergio Campailla: "Bufalino
'a
scene di vita degli anni trenta
si
fa in
il
sabato
Municipio) ecc.
Come
serenata," la fattura,
ufficiale in
Museo d'ombre pietoso storico
che sembrano lontanissime dai centri pulsanti
una contrada
e di
della storia e
che pure vantano una dignità e una religiosa verità"
Sia Bufalino
una
(12).
che Sciascia sottolineano l'importanza delle processioni
religiose in Sicilia,
o guerre
civiltà
di
che a volte scatenano vere e proprie guerre
di Santi, e in cui
il
siciliano esce dalla sua
per ritrovarsi parte di una classe e di una
città.
condizione
Tuttavia,
di quartiere,
di solitudine,
secondo
Sciascia,
queste feste mostrano un carattere irreligioso e sono refrattarie a "tutto ciò
che è mistero, invisibile rivelazione, metafisica" (La corda pa^a 193). Per
lo
scrittore, esistono diverse categorie di feste religiose:
E
si
possono, secondo
la
classificazione del Polese, così distinguere le
feste qui rappresentate: sette su
tema
liturgico (la
Settimana Santa a
Colleasano, San Fratello, Petralia, Prizzi, Yentimiglia, Ciminna ed Enna);
— 143 —
CORRADA BlAZZO CURRY
tre su
tema leggendario
e di
fondo miracoloso
(la
Madonna
Monte
del
a
Racalmuto, San Rocco a Butera, Santa Fortunata a Baucina); due a carattere stagionale (l'Assunta a Bagheria,
San Giuseppe
una
a Misilmeri);
di
acculturazione etnografica (Santa Rosalia a Palermo); una a carattere processionale-espiatorio (Sant'Alfio a Trecastagni e a Lentini). (201)
Sciascia e Bufalino tentano inoltre di recuperare l'essenza del
mondo
popolare siciliano riproponendo all'attenzione del lettore proverbi e
locuzioni dialettali cadute in disuso, che contengono una certa crudezza,
ma
che
Attraverso
delle loro
la scrittura
i
i
due
un modo
profili di
indici
scrittori
comunità, cosicché
mestiere, di
scono
tempo sono
stesso
allo
una straordinaria genuinità.
recuperano
nome
"il
di
di
una
un proverbio,
di dire, di
una geografia lontana
e
il
le
antiche cadenze siciliane
collina,
di
il
grido di un vecchio
un soprannome
costitui-
più delle volte dialettale che aiu-
tano l'oggetto stesso a non sbriciolarsi nella dimenticanza, nell'abban-
dono" (Orengo
16).
Bufalino spiega in Museo d'ombre l'importanza di mantenere viva
la
tradizione del dialetto:
Il
dialetto,
che incontro di contrari. Più sembra rustico e greve, più riesce
a sprigionare
musiche, eloquenze e fantasie espressive che non trovano
l'uguale nella parlata cortese. Per sua virtù
vita di relazione
[.
.
s'inietta di
.]
lietamente fescennino e mitologia.
tadini
Tra
[.
.
.]
maligna e innocente.
mentre fumano
un remoto vespro
in
E
ga
(Francesca
non
indica qualcuno
dentemente
(Sempre
che
si
modo,
se l'ossi-
se nascosti ascoltassimo
due con-
discorrono insieme sotto l'ombra d'un gelso
quale,
piedi
i
intromette
l'occhimi Ciccu, ca
la
arti
(68); Cicca
Than
nun
è
nata
e
Cola
lo
mamma
si
verifichi
mamma
sfrontato Tredicino;
nun
non
viri"
si
tu
chiama
già battezzata Nicola), locuzione
prima ancora che
'no
un
mien^u comu Triricinu
"Mamma,
("Mamma, Francesco mi
vede"), motto che
9
— 144 —
si
che
evento, dà impu-
come Tredicino), detto popolare che allude
nel momento più inopportuno, così come
femminili.
sì
Caruso? Se è
qualcuno o qualcosa, e da lontano interro-
per riconoscerli"
cinquantanni orsono
ambigue
Come
già qualcosa per scontato; Semprì
fra
Francesco;
Registrazioni fiochissime d'una
mi benedica"), "espressione che sopravvive ad
è ancora nata e
il
e
della
di luglio. (6 5-66) 8
l'ansia di chi aspetta
visi e oggetti,
[...]
allura Voscien^a Benarica" ("Sei tu Niniello
così Vostra eccellenza
esprimere
minimo evento
menzionati da Bufalino ricordiamo: "Chi
detti dialettali
i
Ninie/lu Carusu?
il
quasi sempre feriale e callosa; a suo
Sicilia d'outretombe,
modo vale,
anche
sangue, attinge antiche carnalità, diviene
a qualcuno
soleva fare
Ciccu
mi
tocca!
tocca! Toccami,
riferisce alle astute e
Su
I
Tra
ì
m
\\n\
i
<
<
^tralttà dm Sciascia
'lì
»\ii
proverbi popolari
Racalmuto
di
tipici
Bt
]
\uv
i
rievocati da Sciascia in
come
Kermessi ricordiamo: Abbrusciatu vivu cornu a Caleddu (Bruciato vivo
Caleddu), "in senso
to,
per chi è oggetto
per chi muore
tìsico,
di
maldicenza,
di
un incendio.
in
diffamazione"
(13);
In senso figura-
Ci sputassi
"espressione ormai proverbiale, per dire di un'azione che
anche se teoricamente, formalmente,
tare
chi
n'bammu
a
riditi
li
spicchia?
che l'apparenza già
dire
rivela
(Quanto
possono
si
come
(28);
è
atemporalità unito a
il
dono
un senso
non
spicchi?), per
gli
non
un'arancia che
e
E
laida la rista di l'uoc-
vedere
il
le
Tremenda espressione che
avere.
della vista (52).
di antica
farla" (29).
brutto cioè
viene dalla povertà, dalla miseria; dalla fame che a
chi la soffre da maledire
di
Quanta
quanto
è brutta la vista degli occhi),
buone cose che non
belle e
ha libertà
sostanza,
la
occorre sbucciare per sapere che è marcia
cbi
si
(E che dobbiamo vederne
ossia,
\
è costretti a
si
punto
tal
Un
fa
impazzire
essenziale sapore di
saggezza e ironia popolare sembra
indubbiamente sprigionarsi da queste vecchie formule che costituirono un
tempo
la
voce del popolo.
Ne Ltf corda penaci,
nod
siciliani
del
mondo
meno
e
le
hanno
numerosi
con
catturato
la
scrittori e poeti
loro opera l'essenza
menzioniamo Serafino Amabile
Guastella,
antiche cadenze siciliane della sua comunità nei Canti popo-
lari del circondario di
i
noti che
popolare. Tra questi
che trascrive
voca
Sciascia ricorda e rivaluta
Modica; Pirandello,
con
la
sua
genuini sentimenti dei contadini di
Roberto, Francesco Lanza, autore dei Mimi
commedia
Sicilia;
siciliani,
L/olà, in cui rie-
Verga, Capuana,
una raccolta
mondo
paesane; lo scrittore Antonio Navarro che rappresenta
il
no
che suscitare
della Sicilia interna in cui l'illecito sessuale invece
tragici
come
veniva
assorbito nella sfera della spiritualità,
Ignazio Buttitta, autore di canti popolari in dialetto, tra cui
Cialiano. n
la
1
"
1
De
di storielle
e
contadi-
il
esiti
poeta
era storia di
IL L'isola-Teatro
Tuttavia, nonostante
definire attraverso
il
perenne sforzo dei due
la scrittura la
cosiddetta
rivela a volte insufficiente a captare
come ammette
e più
quando
se
il
che,
sono pericolose;
realtà così
sfuggente e con-
Anche Bufalino
difficoltà di
la
momento
si
quella siciliana" (La corda pa-^a 202).
esprime
che
'verità siciliana,' dal
ne tenta l'adattamento ad una
come
è
l'impresa artistica
lo stesso Sciascia, "tutte le classificazioni
traddittoria
"Aero
una
scrittori di ricatturare e
'sicilianità',
poter veramente penetrare nella realtà isolana:
cuore d'ogni
uomo
è difficile, tanto più
cuore d'una comunità. Soprattutto se essa ha dietro
— 145 —
arduo è decifrare
di sé
una
il
storia di
CORRADA BlAZZO CURRYER
nascite, crescite, ibridazioni, cadute, glorie e miserie
catalogo" (La
mezzo
artistico
diventa ancora più evidente
quando
L'insufficienza del
metafore e concetti
mi.
si
le
per
il
Sciascia
più facile cogliere
sia
tradizioni e
i
recupero della realtà isolana
e
rappresentare
teatrali al fine di
Sembra quasi che
assimilando
che sfuggono a ogni
luce e il lutto 14).
Bufalino ricorrono a
la Sicilia e
suoi costu-
i
tratti salienti della sicilianità
i
che non
caratteri dell'isola ai rituali del teatro,
rivelano quindi essere altro che finzioni sceniche: così Eros e Thanatos,
Vita
Morte, Luce
e
e
Tenebra,
Dannazione, messi più volte
principi su cui era basato
Fatalismo,
Desiderio,
Violenza
due
scrittori, ci
richiamano
in rilievo dai
teatro classico, come, ad esempio,
il
senso
il
e
i
di
tragedia fatalistica che per Sciascia sprigiona dal duro lavoro del contadino
nella zolfara. 12
La concezione
aristotelica dell'azione teatrale
trice nello spettatore di pietà e terrore trova
episodio rievocato da Bufalino ne
madre
in
La luce
un immondezzaio, morta
pellita dalla folla
costamento
commossa
di
e il lutto
come
suscita-
sua eco nel memorabile
la
della
neonata gettata
dalla
freddo e d'asfissia e battezzata e sep-
del paese. Bufalino stesso
ci fa
notare
l'ac-
del teatro classico:
al rituale
delle esequie e la confisca delle doglianze ad
La pubblicazione
opera
della folla-madre ci riporta a un'aria sicana di venticinque secoli or sono,
quando un brivido
un coro
subito ripreso e ululato da
Secondo Armando Agostino,
sono
a
Palma
di
Montechiaro
nuovo emersi
di
to notturno) sia per celebrare
comunità
(104).
Anche
il
sia
la
membri
mimo
gravidanza fortuita,
sacrifìcio lustrale dettato dal
Sciascia,
ne
La
della famiglia Tornasi di
Palma
corda pa^a,
di
e rito,
i
due
per "elementi del grande
senso di orrore, tipico della tragedia greca, che provoca
dei
telamoni
di supplici in nero. (32-33)
apparecchio melo tragico" (l'amore colpevole,
della
i
Templi, e l'assolo di Antigone seppellitrice veniva
in piedi nella Valle dei
poli della cultura isolana
arcaico-magiche lambiva ancora
di ferinità
il
delit-
senso di colpa
mette in evidenza
la
il
vocazione mistica
Montechiaro:
E, insieme a un sentimento di rispetto, di venerazione, un senso di orrore
misto a pietà dovevano provare quei loro poveri
vassalli di
toccante l'episodio dei popolani che volevano impedire
madre
di separarsi dal
marito
farlo di mattina presto,
E non
prima
sembra una scena da
e di entrare nel
Palma: ed è
alla
duchessa
monastero, sicché dovette
dell'alba. (57)
teatro atta a sconvolgere
il
lettore-spetta-
tore, suscitando pietà e paura, la rievocazione dell'orrendo delitto della
baronessa di Carini, moglie
Don
di
Don
Vincenzo La Grua, trucidata
dal padre
Cesare Lanza che l'aveva sorpresa con l'amante Lodovico Varnagallo
'
nel castello di Carini?
1
1
— 146 —
La Sicilianità
Il
pali
a
Ti
>\n
vi
km
ita tN Sciascia
Hi
i
\u\<
i
i
sentimento del teatro è per Bufalino una delle caratteristiche princi-
del
assoluto:
siciliano
ragione del siciliano ha
la
poco
infatti
razionale e molto di passionale o di mitologico, o di sofistico, e
cattivi
Empedocle
maestri quali Gorgia,
Anche per
Sciascia
i
locutore o dell'ospite, di dare
sia
la
ben lontana
Ne La luce e il lutto Bufalino
ci
caratterizza
non siamo,
desiderio di sembrare quel che
no quand'anche
di
ispira a
luce e il lutto 19).
recitano continuamente:
siciliani
In quell'ospitalità magniloquente che
il
(La
e Pirandello
si
immagine
migliore
può scorgere anche
si
di elevarci al livello dell'inter-
possibile di noi, persi-
dal vero. (La Sicilia come metafora 50)
mette in luce
dimensione
la
teatrale dell'e-
sistenza in Sicilia:
Per ora
l'isola
continua ad arricciarsi sul mare
vini truci, le confetture soavi,
Inventandosi
i
giorni
i
come
gelsomini d'arabia,
come momenti
di
perpetuo
un'istrice, coi suoi
i
Grand-Guignol. Ogni occasione è buona, dal comizio
guerra di santi
cio, dalla
alla
briscola in
perversa della liturgia scenica che è
la
un
caffè.
mafia,
la
coltelli, le lupare.
teatro, farsa, tragedia
Fino a quella variante
quale, fra
le
sue mille
maschere, possiede anche questa: di alleanza simbolica e fraternità
tenebra e nello stesso
tuale, nutrita di
le luci
La morte
ri-
inetta a sopravvivere senza
del palcoscenico. (19-20)
stessa viene vista dallo scrittore
tazione scenica:
"Ora non
la
morte
la
maschera; nessuna che,
ria
tempo
o
alla partita di cal-
c'è nulla,
nell'esaltare questa disposizione
come
la
comisano come rappresen-
nessuna occasione sacra, che uguagli
contemporanea verso
morte pretenda una
reale
la liturgia
e
o immagina-
platea" (29). 14
Bufalino ricorre ancora a immagini
lutto della
teatrali,
quando
celebrazione della Settimana Santa in
Sicilia, in
gusto della dismisura proprio del carattere isolano e
tesi tra la vita e la
Si
parla ne lui luce
la
cui
si
e il
rivela
il
tendenza a vivere
morte, in un perpetuo palcoscenico:
aggiunga
che
il
siciliano
come
soffre
nessuno
la
doppia
inverosimiglianza della vita e della morte; della vita, che per eccesso di
sole brucia, e svapora in
un trucco
di abbaglianti fate
morgane;
della
morte, che con lo squallore e lo scandalo delle sue gramaglie contraddice
incredibilmente
teatro,
petua.
una
la vita.
fiducia nel
A Pasqua ogni
Tutto ciò comporta una naturale disposizione
mondo come
siciliano
si
sente
non
dolente, poi esultante, d'un mistero che è
— 147 —
al
rappresentazione e recitazione persolo spettatore
la
ma
attore,
prima
sua stessa esistenza. (34)
CORRADA BlAZZO CURRY
È
interessante notare
come
Bufalino assimili spesso
rappresentazione, e
alle
modali-
spontaneo che mirano ad abolire ogni confine
fra
scena e
siciliane alla liturgia dello spettacolo e della
tà del teatro
platea.
le feste religiose
15
Per lo scrittore comisano
Ibla "è città che recita
recitano continuamente: così
le città stesse
con due
luci.
un podio eloquente, più
Talvolta da
come conviene a una terra che indossa
d'una dama antica" (La luce e il lutto 60). Noto
spesso a fior di labbra, in sordina,
il
suo barocco col ritegno
diventa città-spettacolo, Messina, col suo orologio animato, offre rappresentazioni sceniche continue, e Siracusa, col suo Teatro Greco,
gli
Aspettando che
richiama
leggersi e rileggersi Euripide, persuadersi
la recita inizi,
che è più commovente degli
Chiedersi palpitando se
le
madre
del sole
al
[...]
due, più infelice, più nostro.
altri
Clitennestra riconoscerà
la figlia di
mani sanguinose,
bacerà
degli Atridi
lo assolverà.
Non
ta,
perdersi frattanto
sue barbare porpore
bra 'Ah,
tura!',
il
è in due, a passeggiare giù nel-
infine, se
si
una tragedia perdu-
ci
riporterà. (71)
bruscamente smantellata quando,
uomini: una spugna bagnata
"uomini vennero a smontare macchine
si
alle sorti
grido disperato e lacerante di Cassandra che ripete nell'om-
le sorti degli
Bufalino
scena
la
Scendere
quella cenere di sillabe d'oro che nessun vento
dopo
[...]
fratello, gli
le
L'illusione creata dal teatro viene
subito
il
tramonto, che accorda
l'orchestra, e recitarsi, inventandole, le sticomitie di
e
ci
antichi rituali della tragedia euripidea:
le
cancella
e scene,
come una
gridando"
pit-
(75).
serve ancora di immagini teatrali per raffigurare paesaggi, scene
personaggi del suo paese Comiso:
Comiso
è
una
città-teatro,
primo dosso asciutto che
bile
invenzione
dovunque.
merce
e
e
il
a
un tavolo
solo chi vince.
[.
.
.]
Tespi ambulante, arenatosi
scenica
che
si
e strambotti
il
sente
cliente; recita
d'osteria nell'antico gioco del tocco,
E non
[.
.
l'aria di
venditore all'aperto quando decanta
provoca con improperi
impegnato
di
trovato davanti. Questo spiega
improvvisazione
Recita
[...]
un carro
s'è
.]
sul
volu-
circolare
propria
la
il
bevitore
dove beve
un duetto drammatico quello che si
comare e l'ambulante mentre entrambi tira-
somiglia a
dibatte ogni mattina, fra la
no, da una parte e dall'altra sul prezzo? (117)
Nate
via via
come schede
di
una collezione mentale
guaggi e luoghi scomparsi, queste
scitare
il
vario teatro di cui
dall'alba al
movimentava ogni giornata
certo di risu-
del
mio
paese,
ma volevano almeno supplire privatamente gli
viso di
stesso modo di chi imbalsama o imbelletta
tramonto;
antichi colori, allo
un acro
si
di opere, gesti, lin-
ombre non pretendevano
il
estinto. (Copertina)
— 148 —
I.\ Sl<
Il
I
Wl'l
\
E non sembrano
(
(
»Ml
\IR
'Il
\l.ll'\
1\ S( [ASCIA
da copione scenico
rimali
anni trenta rievocate da Bufalino in Museo d'ombre
tura,
fascista,
secondo battesimo,
il
tipi della
Commedia
mente
nella
vennero
dell'arte
i
una nube"
ai
'ncartamientu^ la fat-
('//
non
ci
ricordano
con una
le
il
sabato
maschere o
Comiso
singolari personaggi della
pena menzionare Rosalia
la
)
di ieri
che
un'impronta indelebile e
identità così irripetibile e scol-
più pubblicati eroi delle biblioteche" (103)? Tra
i
(105); Turi Sabbetta,
ragazzi molesti;
pazza, "che andava gridando col
la
un nero, selvaggio tizzone
viso spiritato, sormontato da
pietre
ecc.) Inoltre,
innalzati a eroi "ciascuno
questi vale
\l.l\(
I
piccole stampe degli
le
?
Mi
di ricotta, la fuitina, la serenata,
di fanciullo dell'autore lasciarono
come nemmeno
pita
manciata
villeggiatura, la
la
E
una sorta
di gigante
Nela, che per anni servì caffè
la zia
come da
di capelli,
che soleva scagliare
al
banco;
la
la
prostituta continentale, che accolse nel suo regno "sposi
tentati, scapoli
senz'amore, tremebondi studenti di poca età" (111); Ciccio
Za' Amelia,
Ferro, acceso socialista;
to,
che
tatile
Cavalier Mistretta, personaggio piuttosto distin-
avventurava, col suo vestito bianco,
"si
sotto
il
Vi^uliatu, che
Anche
lità di
il
vendeva Gesù bambini
di cera
voluto raccontarne
illustri, tra
la vita
cui
il
passione del Croce"
liani illustri,
temente
(41).
numerosi sono
alla teatra-
poeta Antonio Veneziano,
di cui
ha
in quelle di avventure di fede e
riferimenti a Pirandello e
i
Sicilia e
dramma
al
i
sici-
piran-
Sciascia, Pirandello aveva avvertito costan-
la teatralità della Sicilia
trata sulla
Peppinu U'
comò.
tendenza
In questa raccolta di saggi sulla
Secondo
delliano dell'identità.
sul
"così appassionata, tribolata e drammatica che
degnamente avrebbe potuto trovar posto
di
la
sediolina por-
Don
da esporre
ne lui corda pa^a, mette in luce
Sciascia,
personaggi
vari
la paglietta, la
braccio, nel parossismo di luce" (109);
che
aveva ispirato
gli
la
sua filosofìa incen-
dicotomia Vita/Forma:
Si
può comunque affermare che
Pirandello conosce già della
fondo
modo
di essere;
nel
momento
Sicilia, e di
in cui parte
Girgenti in particolare,
per
il
quel contraddittorio, dilacerato e teatrale
Bonn
più pro-
modo
di
essere che decantato e variamente declinato costituisce l'essenza più autentica del pirandellismo. (Ili)
Per
lo scrittore di
assumono
in Sicilia
Serafino Amabile
16
Racalmuto, così
come
per Bufalino,
un aspetto
teatrale. Così, nel
Guastella
riportato
racconto Padre ^Leonardo
da Sciascia,
Venerdì Santo a Monterosso viene descritta
le feste religiose
la
di
processione del
come un vero
e proprio spet-
tacolo:
O che scena fra' Liborio mio! Che scena! Un migliaio di villani, con con
na
di spine, e
altro villano,
due
migliaia di villane, urlanti e a piedi scalzi, seguivano
che portava un
Eccehomo
— 149 —
di carta pesta.
>
un
Le donne, come
CORRADA BlAZZO
vi
ho
detto, urlavano e
Cl'RRY
picchiavano
si
il
petto;
gli
uomini scotevano
le di-
scipline di ferro sulle loro misere spalle. (190)
Secondo
non
non
Sciascia,
una vera
riviva attraverso
di
dramma
una madre"
mutese
E
San
la
(202).
morte
cui elementi
i
Come
in Sicilia
ancora, Sciascia
si
Sicilia, in
cui la Passione di Cristo
persone
e propria rappresentazione, "in cui
non facciano
vive o gruppi statuari
quel grande
paese in
c'è
delle strade e delle piazze
sono
tradimento, l'assassinio,
il
anche per
già per Bufalino,
dramma
traduce in
teatro di
il
il
dolore
lo scrittore racal-
teatrale.
parla della celebrazione popolare della Pasqua di
ci
Fratello servendosi dell'immagine della rappresentazione della pas-
sione di Cristo messa in scena dagli abitanti del paese, in cui
la
parte più
conculcata, più misera della popolazione di San Fratello, mettendosi per
un popolo non meno oppresso
quel giorno nel ruolo di
levava a beffeggiare, a insultare, a colpire e ad irridere
e perseguitato,
si
al sacrificio della
croce (200).
Sciascia stabilisce perfino
e
il
teatro, indicandoci
un raffronto
che l'opera
fra la scultura di
dell'artista
si
ca catanese che consiste nella creazione del
comico
attraverso
"ama
teatro
il
ed
una
ma
scultura" (222).
E
tra l'altro nella
razione per
nell'esporre
l'artista,
Possiamo
e
fondamentali dell'opera del Greco,
tratti
i
rappresentazione delicata e armonica del
riferisce a Catania, principale fonte d'ispi-
"gran teatro dell'eros" (227-228).
dire che la raccolta di saggi dello scrittore è ricca di riferi-
menti ad azioni
Grasso
come
si
lo scrittore,
in un'accezione prevalentemente plastica, di
che consistono
corpo femminile, Sciascia
perfino ad attori popolari
teatrali e
Angelo Musco.
Infine, nel ricordare
il
dialettali quali
modo
Germi,
segni dell'eros
media
"la materia passionale è
comico brancatiano;
Giovanni
in cui la Sicilia è stata
rappresentata nel cinema, Sciascia afferma che nel film Divorzio
di Pietro
mimi-
movimento drammatico o
perchè Catania, dice
serie di immobilità,
è teatro:
Emilio Greco
ispira alla tradizione
all'italiana
deliziosamente rovesciata sotto
in cui la Sicilia
si
fa teatro di
i
una com-
della società italiana" (248-249).
III. Teatralità di Stile:
E indubbio
che
le
La Parola-Inganno
varie analogie e riferimenti a rituali scenici messi in
luce nelle opere di Bufalino e Sciascia
vengano accompagnate da uno
iperbolico e teatrale che quasi sembra offuscare
la
vocare
Bisogna dire che
la
purezza della millenaria
la-scrittura diventa
per
i
due
un
— 150 —
iniziale di riela
paro-
ideale eroico, un'impresa
min-
civiltà siciliana.
scrittori
volontà
stile
I.\
Su ni \\i
uziosa e ricercata
sintesi tra
torma
che-
i
\
<
ah Ti
<
tende
artistica e
alla
vi
d'ombre,
Giordano
Giuseppe Tornasi
matica."
che
che
Hi
i
\i.i\<
i
riflette
si
e
risolve allo-
costante desiderio dei due
il
1
una
di realizzare
"
la
definisce
In una sua recensione di
che esiste una straordinaria
Stella rileva
filtrato dal
\
i
"parola-benedizione" (come
Lampedusa
di
VS(
i
verità e l'essenza del sicilianismo.
la
della parola
i\ S<
\
perfezione, proponendosi
scrittori di cogliere, attraverso la
Museo
\i.ri
contenuto. L'esperienza letteraria
ra in un'attività seduttiva e sensuale
Bufalino)
r
affinità tra
Gesualdo Bufalino nell'amore
ieratico
ventilabro della poesia diventa vita, realtà dram-
(6)
Tuttavia, a volte
le
immagini che scaturiscono da questa incessante
ricerca della parola giusta rivelano
una
teatralità e un'oltranza di stile,
un
eccesso retorico che problematizza l'intento originario di Bufalino e
immagini
Sciascia di rievocare le
così la parola-benedizione
si
e le tradizioni popolari della loro terra:
invece parola declamatoria e teatrale,
rivela
quindi finzione, inganno, connotando
cazione e l'inadeguatezza del
to da
La luce e il lutto,
pagna
la
neonata
La
Palma
le
incombenze
immedesimandosi
eponima sino ad
gnome,
di
tensione tra
il
come
questo brano
trat-
corteo funerario che accom-
il
madre
sostituita alla
infanticida, approprian-
e gli atti mancati, dal battesimo alla sepoltura,
madre supplente
in quella parte di
attribuire alla creaturina offesa
invertito da
desiderio di signifi-
in
Montechiaro:
solennemente
città s'è
dosene
la
letterario,
Bufalino descrive
in cui
di
mezzo
Montechiaro
in
e di protettrice
proprio
il
nome
Chiaramonte e addolcito
vezzeggiativo, Palmina, che voleva avere
e co-
un
in
valore di una mite e solitaria
il
carezza. (27)
Un'eccessiva declamazione epica contraddistingue
pittore di carri in
Museo
perde l'immagine della
la
descrizione del
d'ombre, 19, e un'esuberante violenza di stile quasi distintora, addetta
ad annerire
i
panni in occasione
di
lutti:
La trovavo
line,
in cucina, curva,
con
guardare; un paiuolo di diavoli
tutte le infamità della terra.
do
le
braccia nude, su
che fumava e pareva vivo. Sapevo
gli
occhi,
le
lingue
come una
quello,
Ma non
Donna
Stella
capra, nel suo
un calderone
non dovermi
di ani-
affacciare a
dove bollivano e strizzavano
mi spaventavano meno, alzan-
d'ombra che tremavano
Strega accigliata e benigna,
mangiare,
come
[...]
di
lassù, sulla volta.
[...]
mi consolava, chiamandomi
palmo caldo
di
Esperide o Eva,
a
i
grani scuri di melograno. (36)
L'ossessione e l'insistenza sull'elemento macabro e mostruoso
provocare
la
pietà e
il
terrore nel lettore, così
—
151
—
come
i
rituali e la
atti a
lingua della
CORRADA BlAZZO Cl RRY
emergono
tragedia classica greca,
di
vacca che
i
cinta daziaria,
o
in quella dell'espressione Fari
come un
vedere
cielo,
il
i
H 'Ciavieddu:
di giugno.
Come un
agnello scannato. Significa, prima di chiudere
campi,
sangue; udire dentro
una
'a 'fini
mala morte, un mezzogiorno
Significa morire di
lapidato,
to da
nella spiegazione dell'usanza del teschio
massari ragusani erano costretti a baciare all'ingresso della
la
mondo
il
tramutarsi in
un solo vermiglio
gli
cane
occhi,
squillo di
propria fronte, lo schianto secco dell'osso, spezza-
fiamma
pietra rotonda; restare bocconi, piccolo e solo nella
della
canicola: nero corpo, nero morto, incoronato di spine. (79-80)
Notiamo come
immagini declamatorie
in queste
materia descritta
la
diventi schiacciante, quasi indistinguibile, e la parola-scrittura possieda
un'esplosione verbale che rende problematico
invitando invece
il
lettore a partecipare al
il
processo interpretativo,
gioco sensuale del testo quale
Anche
viene espresso da Roland Barthes in Le plaisir du texte} 9
la
seguente
descrizione in Museo d'ombre di Biagio Pace, illustre letterato e archeologo
comisano,
certi
si
perde in un groviglio
monologhi
che
di acrobazie linguistiche
ci
ricordano
teatrali:
Sottratto alle infeconde irruenze della rissa civile, pacificato e lontano
dalle
ombre,
le
cadute,
giorno ciecamente
quando
errori fra cui la nostra
gli
dipana,
si
a testa nuda, sotto
non
sole di
il
Per quanto riguarda
Rigoletto assimila lo
la
stile
le
i
suoi giovani anni,
Camarina o Cnosso, scrostrando con
dita febbrili la polvere sacra dei secoli,
sotterrato di un'anfora
umana vicenda ogni
ripensa ora forse
vedeva emergere
tempo
linee senza
composizione
sul fianco dis-
dei profili di Afrodite? (116)
della frase bufaliniana,
comisano
dello scrittore
in
La
Luce
Carmelo
e il lutto al
montaggio cinematografico:
Dalla lettura cinematografica emerge
traghetto proveniente
totale" dell'isola;
"panoramica" che ne
varietà e la complessità;
fuoco prima
i
"zumata"
paesi, poi "il
della sua casa e a colloquio
Sembra
continente:
dal
seguente struttura: arrivo del
la
"campo lunghissimo
rivela,
e
piano
senza indugiare troppo,
lenta e progressiva che
la
ne mette a
paese" ed infine l'autore stesso nell'intimità
con
che, ad ispirargli tale
la
madre. (22)
montaggio
scenografia delle panoramiche isolane,
di piani e
sequenze per
sia stata l'inveterata
la
passione per lo
spettacolo fìlmico, inculcatagli dall'antica consuetudine con lo schermo del
Cinema Vona, perduto paradiso della sua adolescenza.
Anche lo stile di Sciascia non sembra essere esente da un eccesso ornail
mentale e retorico che
ci
richiama a volte
— 152 —
la
parola teatrale,
come
nella
Su
l.\
li
\\n
i
\
<
seguente descrizione ne
Emilio
)\n
<
m
/
\ik\i
'l'i
li
\
i\ Si [ASCIAI
Bi
i
\u\<
paaga dell'autobiografia dello scultore
corda
Ci reco:
Ne vien
fuori, indimenticabile, la
in cui
iscrive la trepida
di
si
rappresentazione
una sensualità avida e luminosa.
linconica e insieme gioiosa, del
in cui la
dura e nera lava
barocco estremo, che
di un'infanzia p< ivera,
scoperta delle cose e dei sentimenti,
si
E
a
sfondo
il
sorgere
questa evocazione, ma-
di
tempo non perduto,
si
intravede
la città
solleva e trasfigura nelle aeree prospettive del
montagna
tra la
e
il
mare apre
le
quinte delle sue
strade alla tragedia e alla farsa. (221-222)
Pirandello stesso aveva definito
modo,
stesso
il
seguente
il
teatro
come
brano che descrive
azione parlata. Allo
marchese
conte
il
di
Yillabianca sembra essere costruito alla maniera di una declamazione
scenica che sembra trasformare
uno
stile
il
Villabianca in personaggio teatrale, in
oratorio che, a un'analisi attenta,
Sarebbe bello fare
sotto
di
si
rivela frode,
quest'uomo austero
e
inganno:
vano un personaggio: frugare
suoi panni di testimone impeccabile e impassibile; cercare
i
istinti,
i
suoi sentimenti,
i
confessionale, nel dubbio, nel baratto, nelle piccole e grandi
marchese
rimorsi. "Io, conte
una
ha
di
buono,
Sciascia stesso ne
Si ricorda
le
La
Sicilia
in quello
che
la
il
la scrittura
senso di
come
teatralità
che
sue opere:
che cosa diceva Malraux
me
la Sicilia
come metafora considera
di
Faulkner?
zato l'intrusione della tragedia greca nel
dire di
nei
di giusto, di devoto. (65)
inganno, impostura e falsificazione, e ribadisce
contraddistingue
viltà,
di Villabianca": io, la virtù; io, la dignità di
classe che la dignità va disperdendo; io,
Sicilia
suoi
i
suoi cedimenti; sorprenderlo nell'alcova e nel
che ho introdotto
il
Che
romanzo
dramma
questi aveva realiz-
poliziesco. Si
pirandelliano nel
potrebbe
romanzo
poliziesco. (88)
IV.
La
Sicilianità Inconoscibile
In definitiva, è veramente possibile per Sciascia e Bufalino cogliere
l'essenza della cultura siciliana, ovverosia delineare
un insieme
di categorie
e caratteristiche proprie dell'isola, attraverso l'uso ricorrente di metafore,
figure, concetti e iperboli tratte dalla casistica della retorica teatrale?
loro sforzo
della
realtà
non
si
scontra invece con
siciliana?
I
due
scrittori
inconoscibile e forse mai esistita che
li
la
non cercano
lascia in
— 153 —
O
il
complessità e contraddittorietà
piuttosto
un perenne
un'entità
stato di fru-
CORRADA BlAZZO CURRY
strazione e di desiderio? Per Bufalino, la parola fa parte del suo essere pro-
ma
fondo,
paradossalmente benedizione e inganno, rappresentando
è
dramma
del linguaggio che
scrittore
si
era proposti.
impossibile per
non
grado
è in
La nostra
di soddisfare gli ideali
ha inteso dimostrare come
analisi
il
che lo
sia
letterato catturare l'essenza della sicilianità e penetrare
il
mondo popolare mostrando un atteggiamento nei confronti di quel mondo che non sia di tipo paternalistico o pietistico. Questo
dramma di altri scrittori siciliani quali Giovanni
era stato d'altra parte
totalmente nel
il
Verga, Giuseppe Tornasi di Lampedusa, Vitaliano Brancati, Elio Vittorini,
Giuseppe Bonaviri.
Ciononostante, sembra che ciò che costituisce
la
grandezza
di Sciascia
sia
proprio quell' accurata e straordinaria manipolazione dello
stile letterario,
atto a creare "un'illusione scenica di sicilianità," attraverso la
e Bufalino
quale
si
manifesta
il
costante desiderio di un'irraggiungibile essenza e lo
stragrande amore dei due scrittori per
Jacques Derrida nell'Ora//? de
originario intatto è
Donc
le
noyau
désir ou le
intact.
du noyau
l'oubli
il
intact, il n'y
le
à la
désir
en pas,
il n'y
anche
que
ci illustra
un nucleo
se irrealizzabile:
mais
intact est irréductible,
nécessité,
il
n'y a
à l'Anankè. L'Anankè,
a en a jamais eu
qu'on veut oublier d'une certaine manière.
intact et
Come ben
desiderio di trasporre
assoluta,
phantasme du noyau
J'opposerais
jamais eu du noyau
meut
l'autre,
una necessità
loro terra.
la
On
qu'on veut
et c'est cela
veut oublier
c'est cela, ce phantasme, ce désir
[.
.
pas
oublier,
.] qu'il n'y
du noyau
de
c'est que,
intact,
a
qui
toute espèce de désir, toute espèce de langue, toute espèce d'appel, toute espèce
d'adresse, et cela est la nécessité, c'est
une
nécessité dure, c'est
une
nécessité terrible.
(153)
John Cabot University, American University of
Rome
NOTE
'Si
il
veda anche: "L'isola
lutto, ivi è
Altrove
la
più flagrante
morte può forse
logico; qui appare
^Si
la
tutta è
una mischia
sembrare
luce, e fa
giustificarsi
uno scandalo,
come
di lutto e di luce.
Dove
"Da un
lato Sciascia
intero, di tradurre la sua realtà di
nero
l'esito naturale
d'ogni processo bio-
un'invidia degli dei" (19).
veda Marcelle Padovani, "Introduzione a Leonardo Sciascia,"
come metafora:
è più
incredibile, inaccettabile la morte.
si
propone
La
di ricollegare la Sicilia al
Sicilia
mondo
mondo a sé stante, la sua centralità, e la sua stesmondo tema della sua futura sicilianiz-
sa universalità. Dall'altro egli offre al
il
zazione" (IX).
-'Sciascia trae
quest'immagine della corda
sonagli di Pirandello. Si
seria, civile e
veda anche: "Identificando
— 154 —
il
pazza dal
sicilianismo in
Berretto a
un corpus
piut-
La Sicilianità come Teatr
tosto confuso e contraddittorio
costumi,
al
il
fa
veda anche
\
Bi falinc
i
siamo
dimensione
nella
mafia ne fosse
la
non
sui
della
siciliani),
con-
risultato più
il
dell'Unità d'Italia e che addirittura riflettesse echi di una rivalla
proprietà fondiaria" (77).
descrizione che Bufalino
la
come
sentiero corre facile,
l'ha riattato
duro, per capre o per rocciatori.
senza bisogno
i
privilegi nazionali e di classe, di tradizioni, di
azzardato affermare che
momento
oluzione borghese limitata
^Si
vs<
i
che tuttora esiste ed esercita un suo fascino anche
è del tutto
seguente
i
i\ s<
\
di abitudini ritenuti perfetti e superiori (e
follia siciliana,
non
ti
\i.n
Non
fa di
Cava
Dopo poche
importa.
promossi
di spingervi oltre, vi sentirete già
"Da
d'I spica:
una legittima ambizione
a
principio
turistica; poi
si
centinaia di metri,
catecumeni
un
di
felice
e verde Aldilà" (63).
^Si
alle
veda anche
Finché
si
E
E
fonti d'acqua dolce.
entra nel gran
città bellissima,
ardi.
seguente brano: "Le calette,
il
spiagge aperte.
Seno Megario,
rocce,
grotte,
le
vale a dire nel porto di Augusta.
Asprissime e precipitose balze per spazio
ma con
assistere,
contemplare
:
di tre miglia
partendo
"larranu, cerimoniere dai rustici affabili modi,
prima,
riflessi
i
ironico di una
mucca
'Museo d'ombre:
Camminavano
sostando sotto
le
i
ai gesti rituali della
fondo
cottura, in
.
.
]
La
dalla città,
a
si
preferisse giocare a ciappeddi
lì
"Bastava un pezzetto
balconi più famosi,
come
di
lievi
era bello
A meno che, incu-
fuori, sotto lo
sguardo
luna,
e
modi
il
andava per serenate.
un amoroso
di dire
Pitrè e a
Mario
dialetto siciliano e la tradizione.
veda Museo d'ombre: "Noi a Comiso abbiamo un umile
indicare l'eterna
calvario" (92).
popolari fa parte di una
Giuseppe
particolare corrente di folklore letterario che risale a
Rapisarda, intendendo rivalutare
si
e dolci bisbigli, per le strade solitarie,
alle stazioni di
"L'intenzione di recuperare proverbi e
è maestra:
serviva in
uscita a passeggio" (91).
ronde dei suonatori, con
mineo motto per
la
Ma
una nera spelonca;
a
grandiosi del fuoco sul rame delle caldaie.
ranti del gelo dell'alba,
la
.
(210).
"Museo d'ombre
Si
[
molte aperture. Fino a Taormina. Fino
scodelle di creta, calda e fragrante entro un'onda di diuretoco siero.
anche
alternano
si
ornatissima, copiosa di fontane, ben protetta da muraglie e balu-
ancora rupi fino ad Aci Castello,
Mazzarò"
le
torri di guardia, ridotti, castelletti.
scherma
"Tocchimi, Ciccu!" è
ma non meno
di affondi e parate, in cui
l'invito
ful-
ogni fanciul-
sussurrato all'orecchio; "Ciccu mi
tocca!" lo strillo di sdegno e denunzia che subito segue" (71).
l (,
Nel racconto La
un "galantuomo"
e
nana,
Navarro narra
la
vicenda
amata da un giovane mafioso che
di
la
una popolana sedotta da
sposa,
dopo che
ella
viene
sedotta e abbandonata dal galantuomo.
**La poesia
di Buttitta
olta e di speranza,
viene considerata da Sciascia
un grido inconsueto
come "una
poesia di
riv-
nella poesia dialettale siciliana, solo para-
gonabile a certi canti di affocata rivolta del popolo" (175).
^Si veda La
corda
pa^a:
contadino disciolto però e
della terra,
si
"11
perenne incombere
come motivato
aggrumava informe
dalle
della fatalità, nella vita del
vicende delle stagioni, delle ore,
nella vita della zolfara; e
ne sorgeva, immediato
CORRADA BlAZZO CURRY
e disperato,
il
senso della precarietà" (137). Sciascia richiama ancora
fatalistica dei Malavoglia di
cetto teatrale
:
Verga, che
mento
ricade
mare come essenza
il
una introspettata nemesi
di
al di
la
concezione
un con-
essere assimilata a
"7 Malavoglia soltanto racconta l'oscura rabbia del mare contro
speranze dell'uomo,
fragili
può facilamente
punto
sotto del
13 Salvatore
stessa della fatalità,
della storia dell'umile
che vuole
come
le
ele-
sempre
salire e
partenza" (205).
di
Salomone-Marino raccolse
i
frammenti
e cercò di ricostruire la verità storica dei
di questa storia
popolare
un intenso lavoro
attraverso
fatti,
d'archivio.
4L#
luce e il lutto:
"Così
gonfio d'idropisia, vicino
mescola
diritto,
modi
in
al
comportamento
il
eccessivi
ma
alla
5
convenzione teatrale"
della
si
fa portare,
campi, sotto
ai
l'inevitabile sole,
e plurale ch'è
il
(29).
L'abolizione delle frontiere esistenti fra palcoscenico e pubblico era già
una
stata
mezzo
lampante unicità della morte, quello spazio posticcio
luogo predestinato
*
moribondo che
cattivanti l'affetto della proprietà col gusto
dell'esibizione istrionesca, e disegna in
attorno
del
pezzetto di terra, anzi di sottoterra, a cui ritiene di aver
caratteristica peculiare del teatro pirandelliano in
naggi in cerca d'autore, Il gioco delle parti e Questa sera
si recita
a
opere
come
Sei perso-
soggetto.
16 Dice Sciascia
che nel berretto a sonagli, Pirandello "opera
diazione tra un fatto realmente accaduto in quel teatro che è
di
me-
città e la
vera
una specie
la
sua
e propria rappresentazione dello stesso fatto" (130).
1
ti,
Si
veda Museo
così qui la parola
vicaria, alle
frugali
diti,
ombre
d'ombre:
si
di
un
"Come
altri
chiama
soccorso
in
il
trespolo degli spiri-
umile scongiuro a dar corpo, barlume di corpo e di vita
fa
futile e straziante al di là
[.
.
.]
Ne conseguono graffiti
stampe d'Epinal, cere perse, istantanee da decifrare
fra
sbia-
complici a un
tavolo di caffè" (22).
^°Museo d'ombre: "Reali
messe
in croce ci
di Francia, chi vi
foggiammo una durlindana;
può scordare?
in
orche e mille dragoni, liberammo Angeliche dai lunghi
di
Gano, morimmo circondati
l^Si
[...]
sonno colpimmo
capelli,
Con due
al
assi
cuore mille
patimmo
la
frode
a Roncisvalle" (41).
veda Roland Barthes: "Texte de
de l'euphorie: celui qui vient de
la
culture,
plaisir: celui
qui contente, emplit,
ne rompt pas avec
tique confortable de lecture. Texte de jouissance: celui qui
elle, est lié à
met en
état
donne
une prade perte,
celui qui déconforte, fait vaciller les assises historiques, culturelles, psychologiques,
du
lecteur, la consistance
crise
de ses goûts, de ses valeurs
son rapport au language"
et
de ses souvenirs, met en
(2).
OPERE CITATE
Addamo,
Sebastiano,
f
Ittorini e la narrativa siciliana contemporanea.
Caltanissetta,
1962.
Agostino, Armando. "Luci e
1988).
lutti di Sicilia."
Cronache parlamentari
— 156 —
siciliane
(Maggio
La
Si< n.i
La
Bufalino, Gesualdo.
Museo
Firenze:
Sud (Genn. Feb.
Leonardo.
.
Palermo:
i
in Sciascia
i
Bi
i
\u\<
Gallimard, 1980.
Paris:
texte.
L'oreille de l'autre.
Rigoletto, Carmelo,
Stella,
\\r \\\\
Palermo: Sellaio, 1990.
Sellerio, 1982.
di
Gesualdo Bufalino." Messaggero
Leonardo Sciascia (Introduzione
libri di
stampa (21-4-1982):
I
Te
I
eneto.
(25
e
guida
allo studio dell'opera sciasciana).
VLB
Editeur, 1982.
Le Monnier, 1979.
Derrida, Jacques.
.
imi
12.
Orengo, Nico. "Due
Sciascia,
<
"Museo d'ombre
1982):
Cattanei, Luigi.
(
luce e il lutto.
d'ombre.
Campailla, Sergio.
maggio
\
Le plaisir du
Barthes, Roland.
.
\\ii
m
"lui luce
e il lutto,
un
libro di
Gesualdo Bufalino."
1990).
La
lui
16.
Sicilia
corda pa-^a.
Kermesse.
Montréal:
antichi detti e mesderi, Madeleines della Sicilia,
come metafora.
Milano: Mondadori, 1984.
Torino: Einaudi, 1970.
Palermo:
Sellerio, 1982.
Giordano. "Museo d'ombre."
Il
mio paese (28-4-1982):
— 157
6.
Pagine dal