FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI Rassegna Stampa del 24/03/2012 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI 24/03/2012 Libero - Nazionale «Liberalizzazioni da matti Ci espropriano la farmacia» 6 SANITÀ NAZIONALE 24/03/2012 Il Sole 24 Ore San Raffaele, a Cal soldi da Degennaro 8 24/03/2012 La Repubblica - Bari Soldi al vice di don Verzé pentito incastra i Degennaro 9 24/03/2012 La Repubblica - Firenze "Catena di errori e il paziente morì" 10 24/03/2012 La Repubblica - Roma "Bilanci in rosso", la Corte dei Conti boccia tre Asl 11 24/03/2012 La Stampa - Nazionale E Obama candida un medico alla guida della Banca Mondiale 12 24/03/2012 Il Messaggero - ROMA Il Gemelli contro la crisi in marcia fino a San Pietro 13 24/03/2012 Il Messaggero - ROMA Gemelli, dubbi sui test ai bimbi positivi alla Tbc 14 24/03/2012 Avvenire - Nazionale Terapeuti nelle scuole contro il gioco d'azzardo 15 24/03/2012 Il Riformista - Nazionale Le liberalizzazioni diventano legge E le lobby minacciano serrate 17 24/03/2012 ItaliaOggi Sacchetti spesa riutilizzabili Minor peso sui senza orecchie 18 23/03/2012 Pubblicita Italia La bellezza: un emozione o una certezza? 19 23/03/2012 Vita Sanità Il Censis ha fatto i conti 21 23/03/2012 Vita La detenzione non deve aggravare la salute dei detenuti 22 23/03/2012 Viver Sani e Belli centri estetici sei davvero in buone mani? 23 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices Aifa chiede pay back 2010. Critiche Farmindustria e Assogenerici 26 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices SCACCABAROZZI: PROTAGONISTI DEL SISTEMA-SALUTE 27 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices INCRETINE 31 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices OSMED Rapporto 2011 33 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices Il farmaco sicuro per il paziente Il pacchetto Ue 36 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices Contraffazione: la Direttiva Ue vista dall'interno 40 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices La comunicazione sui farmaci: impatta sulla sicurezza? 42 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices AIFA Delibera per la disciplina dei conflitti di interesse 43 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices L'export salva la produzione farmaceutica italiana 44 SANITÀ REGIONALE 24/03/2012 Corriere della Sera - Bergamo Nuovo ospedale, nel mirino gli appalti e il contenzioso 46 24/03/2012 La Repubblica - Bari Nuovo Fazzi di Lecce "Si indaghi sulla Asl" 48 24/03/2012 La Repubblica - Torino Scienze Naturali, anche una foresta pluviale nel museo di Celli che s'inaugura in autunno 49 24/03/2012 La Repubblica - Napoli Iannelli, sentiti nuovi testi "Un intervento 11mila euro" 50 24/03/2012 Avvenire - Nazionale Friuli, la riforma sanitaria tuteli «i piccoli ospedali» 51 24/03/2012 Il Secolo XIX SCHMALLENBERG, IL VIRUS CHE SPAVENTA L'EUROPA COLPISCE BOVINI, PECORE E CAPRE 52 24/03/2012 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Brindisi Ospedale, si può puntare al top 53 24/03/2012 Il Giornale del Piemonte - Nazionale Farmacie comunali il bancone pareggia e guarda al «movi» 54 PROFESSIONI 24/03/2012 Milano Finanza - Nazionale Caso Pfizer-Antitrust, un warning per le case farmaceutiche 56 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices Medical Device companies.3 Silvio Gherardi, Baxter: il coraggio di investire in Italia Dialogo con il Presidente e Amministratore Delegato di Baxter 57 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices La sicurezza dei farmaci e la farmacovigilanza 60 PERSONAGGI 23/03/2012 Il Denaro Punti vendita senza vincoli. Serrata di Federfarma il 29 63 23/03/2012 La Provincia di Lecco Liberalizzazioni ok, il 29 serrata delle farmacie 64 23/03/2012 La Provincia di Sondrio Liberalizzazioni ok, il 29 serrata delle farmacie 65 23/03/2012 La Provincia di Varese Liberalizzazioni ok, il 29 serrata delle farmacie 66 23/03/2012 IlFarmacistaOnline.it 05:59 Liberalizzazioni. Federfarma contro Balduzzi. Racca: "No a interpretazioni punitive" 67 23/03/2012 QS - QuotidianoSanita.it 05:59 Liberalizzazioni. Federfarma contro Balduzzi. Racca: "No a interpretazioni punitive" 69 FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI 1 articolo 24/03/2012 Libero - Ed. nazionale Pag. 9 (diffusione:125215, tiratura:224026) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «Liberalizzazioni da matti Ci espropriano la farmacia» Per i professori a 65 anni non si è più in grado di dirigere la propria attività: obbligatorio passare la mano a qualcun altro. Federfarma: «Non accettiamo di essere rottamati» EDOARDO CAVADINI MILANO Espropriati per decreto, anzi - dopo l'approvazione della norma sulle liberalizzazioni alla Camera - per legge. Così si sentono i quasi 5mila (fonti Federfarma) titolari di farmacie private che dovranno abbandonare camice e bancone. Il motivo? Per il governo dei professori - non propriamente di primo pelo - a 65 anni loro, e solo loro, non sono più in grado di fare il proprio lavoro. «E per questo ci rottamano» è il commento amarissimo di Annarosa Racca, presidente di Federfarma, la federazione che riunisce circa 17.000 farmacie private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale. La pietra dello scandalo è stata scagliata dal ministero della Salute, con una circolare interpretativa del decreto - ora diventato legge a tutti gli effetti - in cui si fissa a 65 anni di età il termine oltre il quale i farmacisti titolari di un esercizio non possono più dirigerlo, obbligandoli o ad assumere un direttore di farmacia che ne faccia le veci, o a promuovere un collaboratore interno. In questo modo, il governo del merito e delle concorrenza sancisce con lo strumento del diritto la "data di scadenza" delle facoltà fisico-psichiche degli appartenenti a una singola categoria professionale. «E io come presidente e farmacista non lo posso accettare - esplode la Racca -, non capisco questo accanimento nei nostri confronti: come possono dirci che a 65 anni non siamo più in grado di fare il nostro mestiere, e soprattutto come posso chiederci di fare un passo indietro nel momento in cui si parla di innalzare l'età pensionabile per tutti?». Il passaggio incriminato è l'articolo 11 del comma 17 del testo «contro il quale ci siamo sempre opposti perché è totalmente discriminatorio, e perchè ignora i pareri delle commissioni del Senato e della Camera e i dati forniti dai Servizi studi parlamentari». Per questo Federfarma ha annunciato la serrata delle farmacie (preservando i sevizi essenziali) il prossimo giovedì: uno sciopero indetto senza rispettare il preavviso di legge, «ma che faremo lo stesso, pronti anche a pagare le sanzioni, perché ne va di un servizio fondamentale per i cittadini». Secondo Federfarma circa 1 milione di italiani rischiano di rimanere senza farmacia, perché non tutti gli interessati dalla novità legislativa hanno i soldi per assumere un direttore (si parla di 4050mila euro all'anno): gli esercizi di paese, o in zone di montagna, sono sostenuti dal lavoro esclusivo del farmacista titolare, e il giro d'affari non è nemmeno lontanamente paragonabile a un esercizio in una grossa città. «Non siamo mai stati per il muro contro muro con il governo - spiega Racca -, abbiamo accettato l'apertura di 5mila nuove farmacie, pur con tutte le difficoltà del caso, ma su questo non siamo disposti a transigere». Duro anche il commento di Andrea Mandelli, presidente di Fofi, Federazione degli ordini dei farmacisti: «Una norma degna della Bulgaria: non si può cedere un'at tività commerciale per decreto. Il governo dimostra un incomprensibile accanimento ideologico verso la nostra professione». Sandro Cesaroni, consigliere di FarmaCentro, cooperativa di servizi con circa 900 soci farmacisti, pone un problema pratico: «Mettiamo che al mega-concorso per le nuove farmacie voglia partecipare un farmacista dipendente, magari vicino ai 60 anni, che vuole fare un salto professionale legittimo: se vince che prospettiva ha? Essere titolare per qualche anno e poi grazie e arrivederci?». LA SCHEDA ESERCITO SILENZIOSO Federfarma raggruppa circa 17mila farmacie private presenti sul territorio nazionale. Secondo le ultime rilevazioni, in Italia i farmacisti sono poco meno di 80mila. DISCRIMINATI PER CENSO A 65 anni il farmacista titolare è costretto a fare un passo indietro. Poi ha due strade davanti a sé: assumere un direttore di farmacia che ne faccia le veci (o promuovere un collaboratore), oppure cedere l'atti vità. Foto: BARRICADERA Annarosa Racca, presidente nazionale Federfarma Olycom FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 24/03/2012 6 SANITÀ NAZIONALE 23 articoli 24/03/2012 Il Sole 24 Ore Pag. 30 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Politica e affari. Le accuse di un indagato San Raffaele, a Cal soldi da Degennaro L'INCHIESTA Nel mirino la costruzione del dipartimento di Medicina Molecolare. L'azienda pugliese: «È tutto regolare e trasparente» ROMA Si apre il «capitolo Dec» nell'inchiesta della procura di Milano sul San Raffaele. Riguarda i rapporti tra il gruppo ospedaliero e e la società Dec di Daniele e Gerardo Degennaro, gli imprenditori coinvolti nell'indagine sugli appalti a Bari. Un indagato, infatti, ha raccontato «di avere visto Degennaro portare soldi in valigia a Cal (Mario, ex vicepresidente della fondazione San Raffaele, morto suicida, n.d.r.) in 5/6 occasioni». Dagli atti è emerso anche il primo nome di una persona che avrebbe ricevuto, stando ai verbali, parte dei presunti fondi neri realizzati ai danni del patrimonio dell'ospedale. È Antonio Simone, assessore regionale lombardo alla Sanità nei primi anni '90, finito all'epoca nel ciclone di Tangentopoli e da anni vicino a Comunione e Liberazione. Ma non ci sono nè conferme nè smentite su una sua eventuale iscrizione nel registro degli indagati. Ci sono invece le carte appena depositate con la chiusura della prima tranche dell'inchiesta per associazione per delinquere e bancarotta a carico, tra gli altri, dell'uomo d'affari Pierangelo Daccò e dell'ex direttore amministrativo dell'ospedale. Mario Valsecchi. A quest'ultimo, che ha ottenuto i domiciliari anche in virtù della sua collaborazione con gli inquirenti, i pm hanno chiesto: «Sa se Degennaro abbia consegnato soldi a Cal?». E Valsecchi: «Non lo sapevo. Prendo atto delle dichiarazioni rese da Pierino Zammarchi quando ha dichiarato di avere visto Degennaro portare soldi in valigia a Cal in 5/6 occasioni». Zammarchi, costruttore indagato, lo aveva messo a verbale a novembre. I pm hanno insistito con Valsecchi per chiarire i rapporti tra Dec (Degennaro costruzioni) e San Raffaele riguardo alla realizzazione del Dibit 2, Dipartimento Universitario di Medicina Molecolare. Fu tale «Coscera, responsabile di Saint Premier Mont» una società svizzera - ha precisato Valsecchi - che «ci presentò Degennaro. La sua Dec si prese l'incarico di trovare il finanziatore. Sia la Fondazione che Dec pagarono una doppia "fee" (una quota, n.d.r.) a Coscera». L'ex direttore ha spiegato che «Coscera è stato anche retribuito per l'intermediazione sul Dibit 2, per aver presentato all'ospedale il costruttore Degennaro della Dec disponibile a finanziare l'operazione». Coscera «fu pagato dalla Fondazione tramite Sain Premier Mont e mi disse che Cal gli aveva chiesto una retrocessione». Il sistema delle cosiddette retrocessioni è il centro dell'inchiesta: secondo l'accusa diversi imprenditori in rapporti con l'ospedale, molti dei quali ora sotto la lente degli inquirenti, sovraffatturavano i costi ai danni delle casse del gruppo - che anche per questo si è ritrovato con un buco da oltre un miliardo, finora i pm hanno accertato fondi neri per 45 milioni - e «retrocedevano» poi soldi in contanti agli allora vertici della Fondazion, che li avrebbero girati a Daccò, finito agli arresti alla fine dell'anno scorso. Ieri la Dec con una nota ha precisato che i rapporti con il San Raffaele «si sono sviluppati nella massima correttezza e trasparenza». Anzi «a conferma della condotta rigorosa seguita dalla Dec si evidenzia che sin dal 14 settembre 2009 la società ha denunciato penalmente il dottor Mario Cal per le sue dichiarazioni false e calunniose». © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 8 24/03/2012 La Repubblica - Bari Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CRONACA Scandali di Puglia Soldi al vice di don Verzé pentito incastra i Degennaro Vito al telefono: "Devo vedermi con Cal" Gli imprenditori coinvolti anche nell'inchiesta sul buco del San Raffaele Il costruttore Zammarchi: ho visto consegnare le valigie in 5 o 6 occasioni GIULIANO FOSCHINI ÈIL 5 dicembre del 2007. Vito Degennaro, al telefono con un collega, racconta di essere in partenza per Milano. Ha un appuntamento. «Ci vediamo allora? Io spero di venire a fare un salto da te in questi giorni... Se domani mattina arrivo in orario perché prima ho una appuntamento al San Raffaele con Cal, e dover ... non so quanto tempo mi porta via...». Bene, questa intercettazione telefonica (allegata agli atti depositati dalla procura di Bari) rischia di infilare il gruppo Degennaro in un altro guaio: quello del crac del San Raffaele di Milano. La procura lombarda, indagando sul maxi buco dell'ospedale di Don Verzè e sul suicidio dell'ex vice presidente della fondazione, Mario Cal, si è imbattuto sul gruppo Dec. Un indagato, infatti, ha raccontato «di avere visto Degennaro (ndr, non è specificato nel verbale quale esponente della famiglia) portare soldi in valigia a Cal (l'ex vicepresidente della Fondazione, morto suicida) in 5/6 occasioni». Una di queste occasioni potrebbe essere proprio quella riportata in intercettazionea Bari: anche per questoè possibile che ora le due procure si parlino. Per il momento agli atti c'è la domanda che i pm Orsi, Pedio e Ruta hanno fatto nell'ultimo interrogatorio all'ex direttore amministrativo dell'ospedale Mario Valsecchi: «Sa se Degennaro abbia consegnato soldi a Cal?». E Valsecchi: «Non lo sapevo. Prendo atto delle dichiarazioni rese da Pierino Zammarchi quando ha dichiarato di avere visto Degennaro portare soldi in valigia a Cal in 5/6 occasioni». Zammarchi è un costruttore, indagato e interrogato nel novembre scorso. I pm, in quell'occasione, gli chiesero dei rapporti tra Dec e San Raffaele riguardo alla realizzazione del Dipartimento universitario di medicina molecolare. Fu tale «Coscera il responsabile di Saint Premier Mont, una società svizzera - ha raccontato Valsecchi - che ci presentò Degennaro. La sua Dec si prese l'incarico di trovare il finanziatore. Sia la Fondazione che Dec pagarono una doppia 'fee' a Coscera: Coscera è stato anche retribuito per l'intermediazione sul Dibit 2, per aver presentato all'ospedale il costruttore Degennaro della Dec disponibile a finanziare l'operazione». La Dec è da tempo in affari con il San Raffaele di Milano: ha realizzato il parcheggio. Il prezzo iniziale era 41 milioni di euro, proposto poi ai possibili compratori a 45-46 milioni. Così come si parla anche di una trattativa per la struttura di Taranto, non andata poi in porto. Agli atti del fallimento del San Raffaele è depositato poi un atto di citazione della Dec «con il quale chiede la condanna della Fondazione a restituire 28,8 milioni che la Dec avrebbe immediatamente pagato alla Fondazione». La Dec aveva prestato questi soldia Don Verzè. Non erano i soli, visto che contemporaneamente una società del gruppo Degennaro aveva chiesto indietro ulteriori 5 milioni. «I rapporti della società con il San Raffaele si sono sviluppati nella massima correttezza e trasparenza» fa sapere con una nota ufficiale la società. «Per questo qualunque riferimento a presunte attività illecite realizzate nello svolgimento dei lavori è assolutamente falso e infondato. Nel luglio 2011 l'amministratore unico della Dec, quale persona informata sui fatti, ha chiarito alla polizia giudiziaria di Milano ogni fatto e circostanza così come richiesto mentre a settembre del 2009 la società ha denunciato penalmente il dottor Mario Cal per le sue dichiarazioni false e calunniose oggi emerse dagli atti d'indagine». Foto: NUOVO FILONE Gerardo Degennaro Nella foto grande il San Raffaele SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 9 24/03/2012 La Repubblica - Firenze Pag. 11 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Catena di errori e il paziente morì" Il pm chiede il processo per due chirurghi di Careggi Il paziente aveva un'occlusione intestinale, fu sottoposto a due operazioni LUCA SERRANÒ UNA serie di errori durante un intervento di laparoscopia, con conseguenti versamenti interni e crisi respiratorie nel paziente, e un inspiegabile ritardo (3 giorni) nel porre rimedio con un secondo intervento di revisione. Sono queste, secondo la procura di Firenze, le cause della morte di un sessantenne di Greve in Chianti, deceduto il 16 marzo 2011 all'ospedale di Careggi dopo essere stato ricoverato d'urgenza con una diagnosi di blocco intestinale. Una ricostruzione che è costata una richiesta di rinvioa giudizio per due medici della chirurgia generale di Careggi, Carlo Bergamini e Antonio Todaro (responsabile del reparto). L'accusa è omicidio colposo. In base a quanto denunciato dai familiari in un esposto in procura, la via crucis del 60enne era iniziata due giorni prima del ricovero a Careggi, il 9 marzo 2011, quando l'uomo si presentò al pronto soccorso di Ponte a Niccheri con fortissimi dolori all'addome. I medici, però, si limitarono a dimetterlo dopo poche ore (con una diagnosi di gastroenterite acuta) nonostante gli esami del sangue fossero incompleti e non fosse stata richiesta una visita chirurgica. Il giorno successivo, sempre più sofferente, il 60enne decise allora di farsi visitare a Careggi dove venne ricoverato dopo un attesa di 8 ore. Proprio qui, nel reparto di chirurgia, l'escalation di errori avrebbe preso una piega drammatica. Secondo la perizia di parte chiesta dai familiari del paziente morto, la condotta del chirurgo che effettuò entrambi gli interventi, Carlo Bergamini, fu caratterizzata da "imperizia, imprudenza e negligenza". Durante la prima laparoscopia (11 marzo 2011), effettuata per rimuovere l'appendice, avrebbe infatti provocato diverse lesioni a livello dell'ileo terminale con il bisturi elettrico. Lesioni che poi avrebbero provocato una violenta peritonite. Gli errori sarebbero poi continuati anche nelle 48 ore successive all'operazione, chiamando in causa il medico responsabile del reparto Antonio Todaro. In particolare, quest'ultimo avrebbe trascurato l'aggravarsi della situazione limitandosi ad un intervento di drenaggio, lasciando che la laparoscopia di "riparazione" venisse effettuata (sempre da Carlo Bergamini) solo tre giorni dopo, il 14 marzo. Elementi che, insieme al drammatico racconto dei familiari del 60enne, hanno spinto il pubblico ministero Giuseppe Bianco a chiedere il rinvio a giudizio per i due chirurghi. Foto: ESPOSTO IN PROCURA Lo hanno presentato i familiari del paziente morto a Careggi: da qui l'avvio dell'indagine SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 10 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CRONACA 24/03/2012 La Repubblica - Roma Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) I giudici contabili: "Troppi soldi per i consulenti esterni e previsioni di spesa fuori termine" La Regione avrà 90 giorni per cercare di coprire le falle più evidenti delle gestioni 2007-2009 LORENZO D'ALBERGO PERDITE milionarie, bilanci approvati fuori tempo massimo e operazioni di vendita e leasing degli immobili contabilizzate in maniera errata. La programmazione finanziaria delle aziende sanitarie locali della capitale lascia a desiderare. A bacchettare la Regione e le Asl Roma B, C ed E sono i giudici della sezione di controllo per il Lazio della Corte dei conti. Gli stessi che verificheranno le misure correttive che la presidente Renata Polverini, commissario straordinario per il servizio sanitario regionale, dovrà adottare entro i prossimi tre mesi. Novanta giorni in cui si dovrà cercare di coprire le falle più evidenti delle gestioni 2007-2009. Un triennio segnato da passivi talmente pesanti (nell'anno nero del 2008 le perdite delle Asl hanno ampiamente superato i 150 milioni di euro) da portare i magistrati a evidenziare come in ognuno dei tre casi il bilancio di previsione abbia smesso di «svolgere una funzione programmatoria ispirata ai principi di sana gestione». In altre parole, non sarebbe più lo strumento per raggiungere a fine anno quel pareggio di bilancio richiesto dalla legge regionale del 1996 sulla corretta gestione delle aziende sanitarie e ospedaliere. Un equilibrio tra spese ed entrate a cui le Asl sarebbero dovute arrivare rispettando due decreti commissariali del 2008 e del 2009, rivelatisi poi armi a doppio taglio. Il rispetto dei nuovi limiti di spesa fissati dai provvedimenti per evitare sprechi nella gestione interna ha avuto per effetto indiretto la crescita dei costi esterni: il blocco del turn-over ha fatto lievitare il conto delle consulenze esterne di oltre 5 milioni di euro nel triennio al vaglio della Corte dei conti. Inoltre, i bilanci di previsione sono stati approvati con ritardi di mesi. Solo per quello del 2008, il termine è stato spostato dalla giunta di cinque mesi, modificando così anche la legge regionale. Uno slittamento che, come denunciato dalle Asl, dipenderebbe dalla scarsa trasparenza e dall'eccessiva lentezza con cui la Regione ha comunicato dati fondamentali su costi e ricavi. «Gli strumenti usati (atti informali, email) dalla Regione sottraggono affidabilità alle scritture contabili», si legge nella pronuncia. Magistrati poco convinti, poi, anche dalla mancata nomina del dirigente redattore dei documenti contabili per la Asl Roma E e il nuovo software usato per la gestione dell'Asl Roma C. E tra ritardi e perdite, ci sono anche casi di cattiva gestione patrimoniale. Come quello del 2003, anno in cui le boccheggianti aziende sanitarie, su indicazione della Regione, hanno venduto i propri immobili alla società di leasing Cartesio, per poi riutilizzarli in affitto. A lasciare perplessi i giudici è la contabilizzazione dell'affare, che svela la vera natura dell'operazione: «Un debito garantito dagli immobili aziendali che la Regione ha stipulato per far fronte alle perdite del sistema sanitario». Una cessione messa a bilancio con modalità che «fanno sorgere seri dubbi sulla correttezza degli effetti dell'operazione sui bilanci aziendali». I nodi LE PERDITE Il 2008 l'anno nero ognuna delle tre Asl al vaglio della Corte dei conti ha perso oltre 150 milioni di euro LE CONSULENZE Il blocco del turn-over e i limiti di spesa della Regione hanno fatto lievitare il costo delle consulenze esterne I RITARDI I bilanci sono stati approvati con 5 mesi di ritardo. A far slittare l'ok è stata la giunta che ha modificato la legge LEASING La contabilizzazione della cessione degli immobili. "Seri dubbi sulla correttezza degli effetti sui bilanci aziendali" Foto: IN CORSIA Un medico visita i malati in una stanza di ospedale Ieri la Corte dei conti ha bacchettato la mala gestione di tre Asl romane, colpevoli di perdite milionarie SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 11 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato "Bilanci in rosso", la Corte dei Conti boccia tre Asl 24/03/2012 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 14 (diffusione:309253, tiratura:418328) E Obama candida un medico alla guida della Banca Mondiale Il prescelto è l'americano nato a Seul Jim Yong Kim La Casa Bianca conta anche di poter rafforzare i legami con i Paesi del Pacifico DAL CORRISPONDENTE DA NEW YORK [M. MO.] Co n una mossa a sorpresa Barack Obama sceglie come candidato alla guida della Banca Mondiale un medico antropologo coreano-americano, protagonista della sfida alla tubercolosi nel Terzo Mondo. Nella partita per la successione a Robert Zoellick, che lascerà l'incarico a giugno, a prevalere nelle scorse settimane era stata la tradizionale impostazione finanziaria che aveva visto circolare a Washington i nomi di Larry Summers e Hillary Clinton prima della decisione della Nigeria di candidare l'ex ministro delle Finanze, Ngozi OkonjoIweala, e della Colombia di fare lo stesso con Josè Antonio Ocampo. Sembravano le avvisaglie di un nuovo braccio di ferro fra Stati Uniti e Paesi emergenti sulla guida di un'importante istituzione della finanza internazionale. Ma Obama, parlando dal Giardino delle Rose della Casa Bianca, spariglia i giochi: «Nonostante il suo nome la Banca Mondiale è più che una banca, è uno dei più potenti strumenti che abbiamo per ridurre la povertà e aumentare gli standard di vita in alcune delle nazioni più povere del Pianeta, aiutando non solo chi soffre ma anche tutti noi». L'idea del presidente è di scegliere un volto capace di trasmettere alla comunità internazionale l'intenzione degli Stati Uniti di ridefinire il ruolo della Banca Mondiale: non più il contrappeso a guida americana negli equilibri finanziari internazionali del secondo dopoguerra che assegnano all'Europa la direzione del Fmi ma un strumento globale per combattere povertà, malattie e sottosviluppo che frenano la crescita del Pianeta. Da qui la scelta di Jim Yong Kim, presidente del Darmouth College ma soprattutto esperto di Sanità di fama mondiale. È un medico che ha co-fondato «Partners in Health», uno dei maggiori enti no-profit per la lotta alla povertà, e ha diretto il dipartimento anti-Aids dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Veterano della sfida alla tubercolosi in America Latina, avendo sviluppato in Perù il primo programma destinato a proteggere un'intera nazione, Jim Yong Kim è anche il primo asiatico-americano a venir indicato da un presidente alla guida di un maggiore organismo internazionale. Nato in Corea del Sud, emigrato negli Stati Uniti quando aveva 5 anni e divenuto nel 2009 il primo asiatico-americano a guidare un'istituzione accademica appartenente alla prestigiosa Ivy League, Jim Yong Kim è portatore di un'identità-ponte fra gli Stati Uniti e l'area del Pacifico sulla quale Obama conta per rafforzare il legame con i partner dell'Asia. Non a caso l'annuncio della designazione è arrivato poche ore prima della partenza per Seul dove parteciperà al summit contro la proliferazione nucleare. Obama vede nell'Asia, e più in generale nell'economie emergenti, il partner per realizzare una nuova architettura internazionale capace di affrontare le sfide del XXI secolo. «Quando riduciamo la povertà nel mondo, aiutiamo un contadino a riprendersi da un'inondazione o dalla siccità, o contribuiamo a sconfiggere una malattia prevenibile - dice il presidente - tutti noi siamo più sicuri e il mondo si rafforza». La sfida è dunque realizzare una Banca Mondiale con una «maggiore comprensione del ruolo dello sviluppo nella crescita globale» a cominciare dalla necessità di «far venir meno le condizioni di bisogno di chi si trova a soffrire» a causa di malattie o povertà. Se Zoellick negli ultimi cinque anni ha raccolto la cifra record di 90 miliardi di dollari per aiutare i Paesi più poveri, Obama ora punta a completare la trasformazione della Banca. Resta da vedere come reagiranno i Paesi emergenti che si trovano davanti a un difficile bivio: sostenere la sfida di Obama oppure battersi per ottenere la guida della Banca. La decisione è attesa entro gli incontri di aprile di FmiBanca Mondiale a Washington. La nuova missione Barack Obama, presidente Usa La Banca Mondiale è più che una banca, è uno dei mezzi più potenti che abbiamo per ridurre povertà e malattie Foto: Nel Giardino delle Rose Foto: Jim Yong Kim cammina dietro Obama precedendo il segretario di Stato Clinton e da quello del Tesoro Geithner poco prima dell'annuncio della sua candidatura SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 12 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Personaggio 24/03/2012 Il Messaggero - Roma Pag. 56 (diffusione:210842, tiratura:295190) Il Gemelli contro la crisi in marcia fino a San Pietro Giovedì fiaccolata sotto l'ospedale, poi la protesta in piazza Il sindacato dei medici «Nella prossima busta paga mancheranno 430 euro lordi» NINO CIRILLO Saranno stati quasi in mille, camice più camice meno. Tutti pigiati nell'aula intitolata a Francesco Vito -il secondo rettore dell'Università Cattolica-, per la prima grande, unitaria assemblea di lavoratori in cinquant'anni di vita di questo ospedale. Una discussione asciutta, doc u m e n t a t a , senza slogan -solo un'odiosa scintilla finale stava per rovinarla- nella quale si sono ritrovati su un fronte comune i medici, gli infermieri, i tecnici, gli amministrativi del Gemelli, qualcosa come 4.500 lavoratori. La mozione finale, votata intorno alle 11, annuncia che giovedì prossimo ci sarà, fra le sette e le otto della sera, una fiaccolata intorno alla statua di Papa Wojtyla -più una manifestazione di «vicinanza spirituale» che un corteo- e che c'è tutta l'intenzione di organizzarla, una domenica mattina ancora da definire, questa marcia dei lavoratori e delle loro famiglie dal Gemelli fino a piazza San Pietro, per l'Angelus del Papa. Il documento, poi, affronta il punto cruciale: le sedici sigle sindacali tutte insieme chiedono che venga ritirata la lettera di «disdetta dei contratti aziendali» inviata alla fine di febbraio dal direttore amministrativo dell'Università Cattolica Marco Elefanti. Quei «contratti aziendali» che rendono un po' speciali i dipendenti del Gemelli, che spingono gli altri medici e gli altri infermieri romani a considerarli una specie di privilegiati. Sullo sfondo di questa lettera, c'è la «grave crisi finanziaria» del Gemelli, la voragine che il Policlinico ritiene si sia creata per i mancati rimborsi -centinaia di milioni di eurodella Regione Lazio. Uno scontro finito sul tavolo del ministro della Salute Balduzzi (una soluzione, se arriverà, sarà solo a quel livello) e nel quale «non vogliamo assolutamente essere coinvolti, non vogliamo rimanerne stritolati» è stato detto a più riprese in assemblea. A creare questo «clima di rabbia lucida» come l'ha definito il leader dei medici del Samuc, il diabetologo Salvatore Caputo, è stato anche un altro incidente di percorso. Molti ne hanno parlato perché va toccare le buste paga di questa fine del mese: non ci sarà nello stipendio il fondo di incentivazione previsto -così ha comunicato la direzione amministrativa-, 430 euro lordi in media a persona che nel migliore dei casi slitteranno a fine aprile. E' sempre Caputo che chiarisce: «Sono soldi che verranno a mancare soprattutto agli stipendi più bassi, a chi guadagna 900-1.000 euro al mese». Ma si è parlato di molto altro. Emanuela, un tecnico che lavora qui da 32 anni, ha raccontato la sua paura: che si voglia «svendere il Gemelli, separando l'università dall'ospedale». Laura, un'amministrativa, si è domandata a voce alta, invece, «come mai i soldi della Regione mancano da dieci anni e se ne accorgono solo adesso» e ha affrontato un nervo sicuramente scoperto, quello delle «ricche consulenze». Poi è stato il turno dell'infettivologo Giuseppe Marasca, che ha preso di petto i conti: «La Regione Lazio ha contestato al Gemelli 15 milioni di euro per schede di dimissioni erroneamente compilate e sei milioni di euro per spese di farmaci non sufficientemente documentate. Ecco, vorrei che mi fossero chiariti almeno questi due punti». In attesa che il dottor Marasca riceva una risposta, però, almeno altri due punti l'assemblea li ha resi chiari. Il primo riguarda l'occupazione: qui non sono in gioco posti di lavoro, si andrà avanti soltanto con il blocco del turn over per qualcosa come duecento unità. Il secondo, i servizi: non ne verrà intaccata la qualità, la direzione ha già imboccato convinta questa strada. La vertenza andrà avanti, magari con iniziative clamorose ma senza scioperi all'orizzonte. Per ora è stata «una bella prova di partecipazione», parola di Domenico Frezza, sindacalista Uil, presidente dell'assemblea. Foto: Un momento dell'assemblea dei lavoratori ieri al Policlinico Gemelli (foto Toiati) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 13 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Mille in assemblea dopo la disdetta dei contratti aziendali SANITA' 24/03/2012 Il Messaggero - Roma Pag. 56 (diffusione:210842, tiratura:295190) Dubbi sulle procedure diagnostiche utilizzate con il test «quantiferon» per verificare l'infezione da Tbc sui bambini all'ospedale Gemelli è stato avanzato da uno studio condotto da tre ricercatori italiani in una rivista scientifica inglese, Pathogens and Global Health. Nell'estate dello scorso anno 118 bambini nati nell'ospedale romano, erano stati trovati positivi al nuovo test e conseguentemente sottoposti a terapia preventiva, dopo che una infermiera era stata identificata come probabile fonte di contagio. L'ipotesi dei ricercatori è che possano esistere altre ragioni immunologiche legate alla positività di bambini al test che non hanno a che fare con l'infezione da Tbc. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 14 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Gemelli, dubbi sui test ai bimbi positivi alla Tbc 24/03/2012 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 9 (diffusione:105812, tiratura:151233) Terapeuti nelle scuole contro il gioco d'azzardo Dalle elementari alle università la sfida è prevenire Il sottosegretario alla Salute, Cardinale: ormai il problema investe giovani e adolescenti, vanno quindi realizzati corsi di formazione; per intervenire bisogna innanzitutto conoscere Il ministero pensa a moduli nelle scuole di psichiatria, master di perfezionamento postspecialistico o postuniversitario e percorsi per i docenti nelle scuole dell'obbligo PINO CIOCIOLA na strategia di contrasto preventivo a tutto campo: dalle elementari all'università. Sarebbe a dire moduli mirati nelle scuole di psichiatria, master di perfezionamento postspecialistico o postuniversitario e corsi di formazione per i docenti nelle scuole dell'obbligo: la strada per affrontare e sconfiggere il gioco d'azzardo deve passare anche da queste novità, secondo il sottosegretario alla Salute, professor Adelfio Elio Cardinale. Non solo, ma mettendole in campo a stretto giro, perché ormai il problema «è molto grave», proprio come «quel che ci si va prospettando» dal punto di vista sociosanitario. Aspettando che il Parlamento vari una stretta al mercato che sta dilagando, sottosegretario Cardinale, come si battono le dipendenze patologiche dal gioco? Intanto lei dice bene: chiamiamole «dipendenze patologiche da gioco d'azzardo». Sento invece spesso definirle "ludopatie", termine forse troppo... dolce ed effimero per rendere il senso della drammaticità reale del problema, col quale dobbiamo fare i conti e che è sociosanitario. Come li facciamo questi conti? Ferma restando la necessità della campagna informativa promossa dal ministro Riccardi, di una regolamentazione della pubblicità ai giochi e della definizione dei "Livelli essenziali di assistenza", come annunciato dal ministro Balduzzi, un altro grande problema che dobbiamo affrontare è quello della formazione dei terapeuti. Perché lo ritiene così grande? Perché ormai questo problema comincia a interessare i giovani e gli adolescenti e allora dobbiamo realizzare corsi di formazione per i terapeuti, visto che per intervenire efficacemente bisogna innanzi tutto conoscere e condividere le sottoculture tipiche dell'adolescenza che portano a certe dipendenze. A cosa pensa di preciso, sottosegretario? A creare moduli specifici nelle scuole di specializzazione di psichiatria, ma anche a master dedicati al perfezionamento postspecialistico o postuniversitario nel settore delle dipendenze patologiche da gioco e infine a corsi di formazione per i docenti nelle scuole, poiché c'è una profonda separazione fra il mondo dei docenti e quello di adolescenti e bambini. E a chi andrebbero affidati i corsi per questi ultimi? A psichiatri e psicologi, che periodicamente potrebbero tenere corsi di aggiornamento, appunto ai professori della scuola dell'obbligo. Certo che però fare prevenzione al gioco d'azzardo è esercizio assai arduo. Purtroppo sì, si gioca magari di nascosto, magari all'inizio sembra nulla, magari si comincia border line con l'intrattenimento... Per poi via via finire con la dipendenza. Nello sfruttamento della quale, è bene non dimenticarlo mai, è entrata anche la criminalità organizzata. Questione decisiva, sottosegretario: lei è certo che la sua proposta trovi sponda forte nel ministero dell'Istruzione? Ma io credo proprio di sì. Il ministro Profumo è molto sensibile a queste tematiche. Però i fondi scarseggiano... I costi non sarebbero spropositati. Se si diffonde, poniamo, un master per ogni facoltà medica, sarebbero quaranta e a ciascuno andrebbe fornito qualche migliaio di euro di sostegno, dunque mi pare una cifra irrisoria, specie davanti a quel che ci si va prospettando, che è molto grave. Scontato che lei tutto questo lo proporrà molto presto al ministro Profumo... Infatti. Avendo io fra l'altro la delega ai rapporti con le università e le facoltà di medicina e visto che già lavoriamo su questi temi in un tavolo con una rappresentanza dei presidi e tre rettori che hanno facoltà di medicina nel loro ateneo, penso che proprio questo tavolo può trasferire le proposte al ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Torniamo dritti ai fondi da cercare col lanternino... Ripeto, sono proposte soft dal punto di vista economico. Intende quasi a costo zero? Proprio "costo zero" no, ma insomma non si tratta di stanziare milioni di euro, che sarebbe improponibile. Si tratta di limare meglio un aspetto della formazione nell'ambito psichiatrico e in quello della scuola dell'obbligo. I NUMERI SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 15 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato NUOVE DROGHE 24/03/2012 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 9 (diffusione:105812, tiratura:151233) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 500MILA I GIOVANI FORTEMENTE A RISCHIO DI DIPENDENZA DA GIOCHI 700MILA I GIOCATORI ABITUALI AFFETTI DA DIPENDENZE PATOLOGICHE D'AZZARDO 18,4 MILIARDI LA SPESA DEGLI ITALIANI PER I GIOCHI NEL 2011 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 16 24/03/2012 Il Riformista - Ed. nazionale Pag. 5 (tiratura:40000) CHI DICE NO. I farmacisti annunciano la chiusura degli esercizi il 29 marzo. Stavolta, spiegano, è per l'articolo 11 del decreto. Sul piede di guerra anche le toghe e l'Anci. Per Carlo Stagnaro: «Nuova vittoria delle lobby». CHIARA PRIVITERA Il decreto sulle liberalizzazioni è legge. La Camera (con 449 sì e 79 no) ha dato il via libera definitivo al provvedimento in discussione già da gennaio. «Molto soddisfatto» si è detto il premier Mario Monti, presente giovedì sera a Montecitorio. Per nulla, o quasi, invece le categorie che a vario titolo hanno chiesto chiarimenti, espresso disappunto o amarezza, minacciato scioperi. La macchina della protesta è già partita. In testa c'è l'agguerritissima Federfarma, l'associazione di categoria dei farmacisti, che ha annunciato la serrata delle attività per il 29 marzo. «Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione entro i limiti stabiliti», dice l'Autorità di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali, quindi una giornata di stop sarebbe «illegittima». «Il comunicato è stato inviato», risponde Alfonso Misasi, segretario nazionale di Federfarma che al Riformista spiega anche le ragioni della (nuova) protesta. A far scattare la molla del dissenso non sarebbe stata infatti la decisione dell'esecutivo di ampliare il numero di farmacie il quorum di abitanti richiesti sale dai 3mila del testo approvato dal governo a 3.300, contro gli attuali 5mila - né la possibilità data alle parafarmacie di vendere farmaci veterinari e prodotti galenici. D'altra parte la battaglia più importante era già stata vinta: l'ipotesi di vendere i farmaci di fascia C anche nelle parafarmacie (cosa che aveva fatto infuriare le farmacie tradizionali) è scomparsa dal decreto. A mettere sul piede di guerra i farmacisti stavolta sarebbero alcuni aspetti del'articolo 11 del decreto liberalizzazioni. La parte incriminata riguarda l'obbligo di nomina di un farmacista direttore da parte di tutti i titolari di farmacia che abbiano compiuto 65 anni. «Un esproprio» per Alfonso Misasi, che colpisce soprattutto le piccole farmacie dei piccoli comuni: «Si tratta di farmacie a basso reddito, gestite già oggi dal solo farmacista titolare perché non in grado di assumere un collaboratore», un migliaio di queste rischiano quindi di chiudere secondo Misasi. «Aumentiamo il numero delle farmacie continua il segretario di Federfarma - ma almeno rispettiamo i diritti». Per «l'esagerazione» dei farmacisti, protestano invece le parafarmacie. Il decreto, spiegano, in realtà ha introdotto solo «una modestissima riorganizzazione del settore e il leggero incremento del numero delle farmacie non colloca l'Italia al livello della media europea». Così il presidente del Forum nazionale delle parafarmacie, Giuseppe Scioscia, che al Riformista non nasconde l'amarezza per una battaglia - quella sulla vendita dei farmaci di fascia C - ormai persa. Ma, chiosa: «Lo sciopero sono sicuro non ci sarà, sono dei millantatori». A dire no alle liberalizzazioni ci sono anche le toghe che, dopo una settimana di scioperi, hanno ribadito ieri dal palco del congresso straordinario della categoria a Milano: «I diritti non sono merce» e, anzi, «l'avvocatura deve reagire contro questo disegno». «Alcune criticità», rimangono anche per l'Anci (Associazione nazionale comuni italiani). Le correzioni apportate al decreto 25 delle liberalizzazioni, spiega la categoria, non sciolgono alcuni nodi come le procedure di affidamento dei servizi che non godono al momento «di una omogenea applicazione della normativa nei diversi territori» e che rischiano perciò di creare «interpretazioni difformi con conseguenti ed onerosi contenziosi». Risolto ieri, in serata, il rebus sulle commissioni bancarie. Dopo il voto del Senato che le aveva azzerate, portando l'esecutivo dell'Abi alla decisione di una dimissione, il governo ha approvato il decreto legge che si impegna a ripristinarle. Un bilancio sulle lenzuolate targate Monti? «Gli 11 punti percentuali di Pil che il governo aveva promesso di recuperare grazie all'apertura del mercato non sono stati raccolti». Per Carlo Stagnaro, dell'Istituto Bruno Leoni, «nelle liberalizzazioni c'è poco di liberale». Le proteste delle categorie interessate? «Un posizionamento tattico: se ogni categoria dicesse "abbiamo vinto", il governo sarebbe costretto a intervenire più pesantemente». Un gioco delle parti, quindi, per Stagnaro dove le lobby mettono a segno l'ennesimo punto: «Hanno vinto perché hanno dimostrato ai partiti quanto pesa il loro voto politico». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 17 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le liberalizzazioni diventano legge E le lobby minacciano serrate 24/03/2012 ItaliaOggi Pag. 37 (diffusione:88538, tiratura:156000) Principio di leale collaborazione per l'export dei rifiuti dalla Campania, richiamo alle decisioni comunitarie per la regolamentazione dei rifiuti pericolosi, nuova disciplina e ritorno della plastica nei sacchetti di asporto delle merci senza orecchie lunghe. Queste le principali novità del dl n. 2/2012, il decreto ambiente convertito in legge n.28 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 71 di oggi. All'art. 1 viene introdotto il criterio che gli enti locali della Campania potranno avviare fuori regione i rifiuti secondo il «principio di leale collaborazione». Torna a piccoli passi anche la plastica nei sacchetti per l'asporto merci. I sacchetti senza orecchie (come quelli di farmacie e profumerie) saranno definiti riutilizzabili anche quando gli spessori saranno di 100 micron per uso alimentare e 60 micron per gli altri usi, in deroga alla regola generale dei 200 micron. I termini per l'ulteriore decretazione ministeriale e l'applicazione delle relative sanzioni vengono posticipati a dicembre 2012.Ma il dl ha anche altri contenuti. Secondo l'art. 3 i rifiuti pericolosi saranno classificati tali solo se raggiungeranno determinate concentrazioni e, nelle more delle decisioni comunitarie, sarà il ministero dell'ambiente a disciplinare la materia con decreto. Confermate anche tutte le norme iniziali inserite nel testo originario riguardanti la necessità di favorire la ripresa delle infrastrutture nel paese. All'art. 3 i materiali da riporto vengono considerati matrici ambientali e potranno rientrare, quindi, nella disciplina del sottoprodotto. Disposizione analoga all'art. 4 anche per le terre e rocce che possono essere reimpiegate. Nella disciplina vi rientrano anche quelle terre e rocce da scavo che superino alcuni limite di concentrazione, purché provengano da aree interessate da fenomeni naturali. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 18 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sacchetti spesa riutilizzabili Minor peso sui senza orecchie 23/03/2012 Pubblicita Italia - N.3 - marzo 2012 Pag. 120 (diffusione:2773, tiratura:3038) Mentre la comunicazione del make-up segue un binario emozionale, e per alcuni versi, piuttosto omologato, l'advertising dello skin care si dirige verso un linguaggio più tecnico, dove principi attivi e test sono i protagonisti indiscussi Urge un 'ritocco' per le pubblicità del make-up? Abituati a un advcrtising che rincorre l'eterno mito della giovinezza, con ciglia extra-long ed extra-strong che sembrano i biliari di una ferrovia, labbra infuocate e unghie arcobaleno, alla fine tutti i visual appaiono simili e un po' monotoni. "In effetti - spiega Cinzia Pirovano, responsabile comunicazione Pupa - la pubblicità della cosmetica segue criteri un po' differenti da altri settori. La promessa dei prodotti è piuttosto uniforme: tutti promettono il sogno di essere più belle, più giovani, più trendy. In questo senso si può parlare di appiattimento". Considerato che gli investimenti del settore sono in flessione, forse sarebbe davvero utile un refresh. Nielsen infatti segnala che, tra gennaio e novembre 2011, i budget investiti dai brand di make-up sono scesi del 6,8% rispetto al periodo precedente. E sembra che la spesa si concentri sui quotidiani (+155%) e sulla radio (+167%), che sono gli unici due mezzi che crescono, anche piuttosto ripidamente, oltre ovviamente a internet (+72%). "Noi siamo in controtendenza - riprende Pirovano - perché il nostro budget 2012 avrà un incremento del 10% rispetto all'anno scorso. Detto questo, sottolineo che la pubblicità del trucco si fecalizza su un tono emozionale, mentre in altri segmenti, come lo skin care, sta emergendo una nuova tendenza che privilegia un messaggio più 'tecnologico', dove principi attivi e risultati sono la centralità della comunicazione. Un cambiamento anche nel nostro segmento sarebbe interessante ma ci vuole molto coraggio. Ad oggi nessuno lo ha avuto. Invece un'area della comunicazione dove siamo fortemente innovativi è il web. Da due anni stiamo investendo risorse nei new media, tant'è che quest'anno abbiamo creato una vera e propria divisione che segue unicamente la rete. Il nostro sito è dinamico, aggiornato, propositivo. Abbiamo un club esclusivo all'interno (Pupa4fun) e un'area dedicata esclusivamente al 'mondo mani/ smalti', la Pupa Nail Academy. Sono oltre 100.000 le iscritte alla fanpage Facebook con le quali dialoghiamo ogni giorno. Coinvolgiamo blogger e organizziamo contest e manifestazioni in modo incrociato: on e offline. E per il 2012 sono previste attività nuovissime". La pelle è anche arte Passando al mercato italiano dello skin care, il fenomeno del momento è Boots Laboratories. Il marchio, gestito da P&G, è stato lanciato nella Penisola nel settembre 2010, è molto giovane, ma raccoglie un'eredità lunga ióo anni, quella di Boots in Inghilterra, azienda farmaceutica che si è differenziata nella cosmesi e ha lanciato grandi innovazioni (ad esempio, all'interno delle farmacie Boots nel Regno Unito sono stati creati i Booklovers Library e i Cafés, e a Londra sono stati sperimentati i negozi self service). Si tratta comunque di un brand dal forte taglio scientifico. "Anche in Italia - commenta Novella Sardos Albertini, responsabile marketing di Boots Laboratoires - i nostri prodotti sono venduti solo in farmacia, e l'antiage Serum 7 è ad oggi il numero 'uno', cioè il più acquistato nel suo segmento di riferimento". Ma qual è la chiave di un successo così veloce, aldilà della validità del prodotto? "La comunicazione legata alla certezza riprende Sardos Albertini - ha sicuramente giocato una carta importante. La rigorosità con cui vengono testati i prodotti, le analisi indipendenti, gli studi di alto livello, sono tutti elementi che vengono comunicati e che rassicurano la consumatrice. Agiamo anche sui farmacisti che partecipano alle Laboratories Academia per tenersi aggiornati. Inoltre l'esposizione 'Pelle di donna' alla Triennale di Milano è stata un'iniziativa unica nel suo genere. Organizzata da Boots Laboratories e da Fondazione Antonio Mazzotta, si è trattato della prima volta che in Italia è stata allestita una mostra d'arte per indagare i misteri dell'organo più esteso e visibile del corpo umano: la pelle. Un progetto transdisciplinare tra arte e scienza che è culminato in un laboratorio interattivo e nell'area Skin Lab, con la presenza di specialisti dermatologi e cosmetologi dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma che hanno offerto consulenza personalizzata con strumenti all'avanguardia. Infine, ogni donna ha potuto lasciare la propria impronta 'mettendoci la faccia', attraverso lo scatto di una foto istantanea del volto che andava ad aggiungersi ad un'installazione a parete al termine del SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 19 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La bellezza: un emozione o una certezza? 23/03/2012 Pubblicita Italia - N.3 - marzo 2012 Pag. 120 (diffusione:2773, tiratura:3038) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato percorso, come testimonianza della bellezza reale". SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 20 23/03/2012 Vita - N.12 - 23 marzo 2012 Pag. 3 (diffusione:45000) La sanità? In Italia è sempre più una spesa privata, con gli italiani che pagano di tasca propria visite specialistiche, farmaci, dentisti e percorsi riabilitativi. Lo rivela una ricerca del Censis, "Quale futuro per le risorse in sanità? Quale sanità dopo i tagli?". 30,6 mld di euro è l'out of pocket dei cittadini italiani per la salute: +8% fra il 2007 e il 2010. Ancora più elevato l'aumento della spesa privata per i farmaci: +10,7% nello stesso triennio. 17 mld di euro è il gap che ci sarà nel 2015 tra le risorse di cui ci sarebbe bisogno per coprire i bisogni sanitari dei cittadini e i soldi pubblici che il Ssn avrà a disposizione. 95% è la quota della spesa a carico dei privati per la sola odontoiatria. Equivale a quasi 12 miliardi di euro l'anno. 10 mld di euro è il valore della sanità low cost, con proiezioni di crescita pari al 25% l'anno. Una recente ricerca del Cergas Bocconi sulla sanità low cost ha evidenziato come vi si trovino «soprattutto imprese che vogliono essere integrative rispetto al Ssn e non cercano il profitto. Alcune sono legate alla cooperazione o al mondo del non profit». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 21 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità Il Censis ha fatto i conti 23/03/2012 Vita - N.12 - 23 marzo 2012 Pag. 16 (diffusione:45000) Ornella Favero MORTO F EDERICO : un'altra vittima del sospetto di simulazione?": l'avevamo intitolato così, con un punto di domanda, l'articolo sulla morte per infarto di un detenuto nella Casa di reclusione di Padova. Ora arrivano le prime conferme su quella morte, con un rinvio a giudizio della dottoressa che alla soJerenza di Federico non aveva creduto e nel diario clinico pare avesse segnalato che il detenuto si era comportato con arroganza e aggressività nei suoi confronti. Proprio in questi giorni la Cei, in una giornata di studi sul tema "Salute e carcere", ha richiamato l'attenzione sui dati angoscianti riguardanti la salute dei detenuti: 8 detenuti su 10 hanno problemi di salute, Lsici e psichici, più o meno gravi. Ed è il nuovo capo del Dap, Giovanni Tamburino, a confermare questo allarme: «L'amministrazione penitenziaria deve fare quanto possibile aKnché le condizioni di detenzione non Lniscano per aggravare la salute dei detenuti». Ma se si vuole davvero cambiare, bisogna rivoluzionare il rapporto tra medici e detenuti, mettere al centro il paziente e credergli quando sta male, come ricordano i detenuti amici di Federico: «Perché è questo il punto: noi siamo pazienti, ma alcuni medici continuano a vederci come detenuti che si Lngono malati. Stare attenti a non essere presi in giro èa volte per certi medici la priorità assoluta, più importante persino della salvaguardia delle nostre vite. Noi riconosciamo le nostre colpe e ci assumiamo le nostre responsabilità, ma siamo stanchi di essere trattati come "diversi dal genere umano", e vorremmo che almeno i medici si dimenticassero di ciò che abbiamo fatto per Lnire qui, e ci trattassero come pazienti, quindi come esseri umani». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 22 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La detenzione non deve aggravare la salute dei detenuti 23/03/2012 Viver Sani e Belli - N.13 - 30 marzo 2012 Pag. 24 (diffusione:178924, tiratura:864000) centri estetici sei davvero in buone mani? Servìzio di GIanni Di Lascio. Al giorno d'oggi la bellezza e la cura della persona rivestono un'importanza sempre crescente. Sono in molti, infatti, a ricorrere a trattamenti o piccoli accorgimenti di natura estetica per migliorare o mantenere gradevole il proprio aspetto fisico, anche con il passare degli anni. L'offerta è quanto mai ampia e variegata, ma non sempre si hanno le idee chiare su quale sia il posto migliore a cui rivolgersi e, soprattutto, su quali trattamenti si possono (o non possono) fare. Spesso ci si affida al consiglio di un'amica, al passaparola. Tuttavia salute e bellezza sono elementi che vanno a braccetto, dove professionalità, qualità e rispetto delle regole sono degli imperativi da pretendere sempre per evitare spiacevoli inconvenienti. A CHI AFFIDARSI? Il mondo del "benessere" è popolato da una miriade di realtà diverse: dall'estetista della porta accanto ai centri estetici più grandi e organizzati, dalle strutture che coniugano fitness e beautycare agli hotel e centri termali con Spa (Salute per mezzo dell'acqua) annessa, fino ad arrivare a veri e propri ambulatori medici dedicati all'estetica. Come scegliere? Una regola generale è quella di non badare solo al prezzo. Meglio guardare alla professionalità degli operatori presenti, alla gradevolezza degli ambienti, alla pulizia e al rispetto delle norme igienico-sanitarie. Inoltre, ciò che può fare la differenza, è la qualità dei prodotti utilizzati e la tipologia dei macchinari proposti. Più il trattamento si fa specifico e più si tende a passare dalla sfera della cura per il corpo a quella dei trattamenti estetici curativi; ma attenzione: centro estetico e centro di medicina estetica non sono la stessa cosa. 24 Solo trattamenti limitati alla superficie della pelle «In Italia l'attività di estetista è disciplinata dalla legge n. 1/90 e dalle singole leggi regionali» spiega Angelica Pippo, presidente di Confestetica. «Comprende tutte le prestazioni e i trattamenti eseguiti sulla superficie del corpo, che hanno lo scopo di mantenerlo in perfette condizioni e di migliorarne l'aspetto estetico». » Secondo la norma, queste attività possono essere svolte con tecniche manuali, utilizzando gli apparecchi elettromeccanici per uso estetico o applicando dei prodotti cosmetici. -" Qualche esempio? La pulizia e i trattamenti estetici del viso e del corpo, quelli snellenti o anticellulite con fanghi o cosmetici, massaggi estetici, trucco. «Uno dei settori in cui l'estetista può vantare da oltre 15 anni una grande professionalità è quello dell'epilazione», sottolinea la presidente Pippo. «Nei centri estetici si possono impiegare tecniche come il laser o la luce pulsata perché queste tecniche agiscono sulla pelle, non in profondità». Niente filler o interventi per i capillari «I limiti dei centri estetici sono fissati dalla legge» sottolinea la presidente Pippo. «Un'estetista non può effettuare le prestazioni con finalità di carattere terapeutico. Sono di competenza della medicina estetica e, quindi, di un medico». Divieto tassativo, dunque, all'utilizzo di sostanze iniettabili come botulino e filler, a interventi che riguardano vene o capillari e, in genere, a tutto ciò che oltrepassa il limite di un semplice trattamento di bellezza o benessere da effettuare sulla superficie del corpo. CI VUOLE UNA LAUREA? «Oggi la nostra categoria ha un ruolo sociale molto importante: ci sono 70mila operatori che, tutti i giorni, si prendono cura del benessere e dell'aspetto estetico delle persone» sottolinea la presidente Pippo. «Abbiamo presentato due proposte di legge per aggiornare una normativa che ha più di 20 anni. Non si può più pensare all'estetista come a un mestiere: oggi è una professione. Per questo puntiamo all'istituzione di una laurea triennale per l'abilitazione e alla creazione di un albo professionale». Il MEDICO PUÒ LAVORARE SOLO IN UN AMBULATORIO La medicina estetica è una branca medica rivolta al miglioramento della qualità della vita con l'obiettivo di attenuare e, dove possibile, eliminare gli inestetismi presenti sul viso e sul corpo. Il presupposto in linea con le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che intendono la salute non solo come assenza di malattia, ma anche come condizione di benessere psicofisico. I trattamenti prevedono l'utilizzo di sostanze e strumentazioni che agiscono sulla persona e possono riguardare diversi ambiti: dalla dermatologia alle scienze dell'alimentazione, dall'angiologia all'endocrinologia e via dicendo. Per SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 23 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Molte strutture non sono autorizzate a praticare interventi di medicina estetica. Eppure lo fanno. Come capire quali sono i limiti dei "professionisti della bellezza" e che cosa è bene sapere per evitare spiacevoli conseguenze dai trattamenti per ringiovanire o migliorare la pelle 23/03/2012 Viver Sani e Belli - N.13 - 30 marzo 2012 Pag. 24 (diffusione:178924, tiratura:864000) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 24 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato questo possono essere eseguiti solo in un centro di medicina estetica, un vero e proprio ambulatorio medico che necessita delle autorizzazioni sanitarie. Dall'estetista solo per una consulenza Un medico estetico può operare, invece, in un semplice centro estetico, cioè dove lavora un'estetista? «Assolutamente no. L'atto terapeutico va fatto in un ambulatorio autorizzato» spiega la dottoressa Elena Guarneri, chirurgo e medico estetico a Cremona, Brescia e Milano. È possibile, invece, che un medico presti in un centro estetico un'attività di consulenza "verbale, intesa come una semplice visita. «Ma * senza intervenire direttamente con trattamenti f sulla persona», conferma la presidente Pippo, .»,, «altrimenti è necessaria la presenza di un ambulatorio medico separato e autorizzato dalla Asl di competenza». - COME SCEGLIERE LO SPECIALISTA II medico estetico è colui che si occupa della correzione dei difetti estetici in modo non chirurgico. La sua finalità principale è quella di cercare di eliminare, o quanto meno ridurre, un inestetismo attraverso trattamenti di vario tipo. È fondamentale, però, che il medico estetico sia anche in grado di capire e individuare un eventuale problema di salute che può essere all'origine del difetto estetico. Al momento non esiste in Italia una specializzazione universitaria in medicina estetica. «Nel nostro Paese, un medico può esercitare liberamente tutte le discipline senza necessariamente essere specialista nella branca di competenza, a eccezione della radiologia e dell'anestesia e rianimazione», spiega la dottoressa Guarneri. Di conseguenza, qualsiasi medico regolarmente iscritto all'Ordine può effettuare trattamenti di medicina estetica. Anche se non è obbligatorio, però, è bene che il medico abbia seguito un percorso formativo articolato prima di operare in un settore così delicato. Come scegliere, dunque, il medico estetico più adatto alle proprie esigenze? È opportuno fare una prima valutazione sulla base, per esempio, del suo curriculum professionale e della specialità di provenienza. Indicazioni possono venire anche dalle esperienze precedenti e dalla sua conoscenza delle sostanze che vengono iniettate, delle apparecchiature elettromedicali o dei cosmetici. DALL'ESTETISTA SOLO A BASSE CONCENTRAZIONI Kaeido glieolico è forse la sostanza più ' nota tra quelle usate per i peeling. Si usa per un'azione superficiale (soft) limitata all'epidermide (la parte più esterna della pelle) senza interessare strati più profondi (il derma) come, invece, fanno altre sostanze. I risultati mirano a donare una pelle più levigata e morbida, ma anche più luminosa e compatta. Il trattamento non è particolarmente doloroso e anche il rossore al volto scompare rapidamente. Nei giorni successivi è bene evitare il trucco e l'esposizione solare. IL parere dell esperta «Esistono varie concentrazioni di acido glicolico. Aìpercentuali molto basse (intorno al 6%) è presente anche in alcuni cosmetici con effetto idratante. I trattamenti effettuati in un centro estetico sono leggermente esfolianti (in genere non devono superare il 15%). Concentrazioni pfc alte (dal 50 al 70%) sono utilizzabili solo dal medico, sia per trattamenti estetici sia per la cura di alcune problematiche dermatologiche. Per questo non possono essere fatti da un'estetista» spiega la dottoressa Guarnieri. L'acido ialuronico e il collagene SOLO DAL MEDICO ESTETICO I filler sono sostanze che vengono iniettate nella pelle per riempire una depressione o aumentare i volumi con lo scopo di correggere degli inestetismi del viso. Vengono usati per rallentare i segni dell'invecchiamento eliminando rughe e solchi della pelle, e per correggere i volumi di zigomi, mento e labbra. Possono essere riassorbibili da parte dell'organismo (con un effetto cosmeticoclinico che cessa dopo qualche tempo), o permanenti quando, invece, rimangono per tempi anche molto lunghi. Tra i più adoperati c'è l'acido ialuronico, una sostanza presente in tutte le specie animali che, grazie alla sua elevata biocompatibilità, non richiede di effettuare test prima del trattamento. II prodotto viene iniettato con l'ausilio di siringhe in regime ambulatoriale, in genere senza bisogno di anestesia. IL parere dell esperta «Sono di esclusiva pertinenza medica perché si tratta di sostanze iniettabili», sottolinea la dottoressa Guarneri. «Personalmente sono favorevole all'uso dei filler riassorbibili come l'acido ialuronico. Meglio evitare quelli permanenti perché, nel corso degli anni, hanno dimostrato di poter causare qualche reazione avversa. Anche il collagene è ancora un materiale valido, ma è necessario effettuare un test preliminare per escludere eventuali allergie», In generale è sempre consigliabile affidarsi a personale medico specializzato e di comprovata esperienza. Prima del trattamento è bene richiedere al medico i tagliandi di tracciabilità del prodotto utilizzato e conservarli dopo l'iniezione. La cavitazione PRIMA DALL'ESTETISTA, ORA NO La cavitazione estetica (senza l'utilizzo di infiltrazioni, di 23/03/2012 Viver Sani e Belli - N.13 - 30 marzo 2012 Pag. 24 (diffusione:178924, tiratura:864000) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 25 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato esclusiva competenza medica) è un trattamento per eliminare gli accumuli localizzati di tessuto adiposo (grasso in eccesso), utilizzando gli ultrasuoni a bassa frequenza e da buoni risultati anche contro la cellulite. Il parere dell esperta Fino a qualche mese fa, era uno dei trattamenti che si potevano fare normalmente in un centro estetico. «Da luglio dello scorso anno, invece, l'estetista non può più utilizzare il macchinario per la cavitazione semplicemente perché non è inserito nell'elenco del decreto interministeriale n. 110/2011», precisa Angelica Pippo di Confestetica. «Attualmente la può fare un medico come trattamento di medicina estetica. Per questo e altri motivi abbiamo presentato un ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) del Lazio. La sentenza è attesa per giugno». Llbotulino SOLO DA UN MEDICO II botulino è un farmaco realizzato a partire da una neurotossina prodotta dal microrganismo Clostridium botulinum. Attraverso un'iniezione localizzata che inibisce il movimento dei muscoli facciali, si eliminano le rughe d'espressione. L'effetto si vede dopo qualche giorno dall'intervento e dura dai 4 ai 6 mesi. Il trattamento può essere eseguito solo da un medico nel proprio ambulatorio. E vietato, invece, nei centri estetici. A Torino, il procuratore Raffaele Guariniello ha avviato un'indagine conoscitiva sulle vittime del botulino in Italia. L'iniziativa del magistrato nasce da un rapporto dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa): negli ultimi tre anni, sono almeno 30 le persone (uomini e donne) che hanno lamentato reazioni avverse dopo il trattamento. L'Aifa ha così inviato una nota ai medici nella quale ribadisce che il botulino può essere usato solo per le rughe che si formano tra le sopracciglia. Secondo l'Aifa, la tossina botulinica, invece, è usata impropriamente anche per altre tipologie di rughe. In particolare, l'uso del botulino per altri fini (come le iniezioni per eliminare le rughe intorno agli occhi, sulla fronte, intorno alle labbra e nel collo), è da considerarsi "off label", vale a dire per un uso diverso da quello per il quale la tossina è stata approvata e, in assenza di studi specifici, potrebbe esporre a seri rischi. Il parere dell esperto «II botulino è sicuro: è uno dei farmaci più studiati al mondo. I danni sono frutto solo di medici inesperti e sostanze illegali fatte passare per botulino», sostiene Giulio Basoccu, chirurgo estetico responsabile della divisione di Chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva dell'Ini (Istituto neurotraumatologico italiano). Qualche consiglio? Affidarsi sempre a un medico esperto e non farsi fare le iniezioni al di fuori di un ambulatorio medico, quindi mai dall'estetista o in un centro estetico. Chiedere sempre informazioni sul liquido utilizzato, vedere le fiale e accertarsi che si tratti di un prodotto autorizzato esclusivamente per uso estetico. Con la consulenza della dottoressa Elena Guarneri, chirurgo e medico estetico a Cremona, Brescia e Milano e di Angelica Pippo, presidente della Confederazione nazionale degli estetisti Confestetica. 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 12 L'Agenzia Italiana del Farmaco ha inviato alle imprese di settore le richieste di pagamento del pay back per lo sfondamento del tetto del 13.3% della spesa farmaceutica territoriale del 2010. Un ripiano che, secondo Farmindustria pesa per 17 min di euro. L'associazione delle imprese farmaceutiche definisce, in una nota, "sconcertante" la richiesta che è "fuori tempo massimo, perché non tiene conto delle scadenze normative previste' per la verifica sullo sfondamento della spesa (L. 222/2007)" e comprende "impropriamente anche la quota pagata volontariamente dai cittadini per scegliere il farmaco di marca" Per Assogenerici è "grottesco che siano chiamate al ripiano anche le aziende del generico, cioè quelle che hanno determinato nel tempo una costante discesa della spesa" SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 26 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Aifa chiede pay back 2010. Critiche Farmindustria e Assogenerici 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 22 SCACCABAROZZI: PROTAGONISTI DEL SISTEMA-SALUTE Intervista esclusiva al presidente di Farmindustria, nel mezzo di uno dei periodi più infuocati per il mondo del farmaco : liberalizzazioni, generici, payback, licenziamenti. "Siamo certi che l'interlocuzione con il ministro Passera e con il sottosegretario De Vincenti possa offrire risultati importanti. Proponiamo un tavolo che lanci la sfida di un patto di stabilità per tutto il settore produttivo. Un tavolo al quale vorremmo sederci senza essere osservati come estranei". di Walter Gatti AboutPharma and Medicai Devices Forse non pensava alle gatte da pelare che si sarebbe trovato tra le mani Massimo Scaccabarozzi, quando nell'estate del 2011 ha preso la guida di Farmindustria. Lombardo di Cologno Monzese, 52 anni, Scaccabarozzi si è insediato sulla non facile poltrona che è stata di Sergio Dompé in uno dei momenti più tesi della sanità italiana e della vita della produzione farmaceutica. Prima le due manovre finanziarie di Giulio Tremonti (con 1 miliardo di ripiano attribuito alle pharma), poi il governo Monti, con decreto liberalizzazioni, concorrenza e nuovo Patto della Salute di Renato Balduzzi. Nel frattempo è cambiata l'Aifa, è scoppiata più che mai cruenta la battaglia sul generico (che ogni giorno s'arricchisce di un nuovo capitolo) e si assiste ad una contrazione sempre più preoccupante degli impiegati in ambito farmaceutico, diminuzione che non riguarda ormai più solamente l'ambito vendite (-22%) , ma anche molte altre funzioni, visto che la stessa Farmindustria ha presentato un elaborazione di dati Istat che - dal 2006 parla di 8.000 addetti in meno compreso un -2% in ricerca e sviluppo e un -4% in ambito strettamente produttivo. Insomma: non è una poltrona semplice quella su cui Scaccabarozzi, presidente e amministratore delegato Janssen-Cilag e presidente della Fondazione Johnson & Johnson, si è trovato. Il presidente di Farmindustria ha rilasciato ad AboutPharma quest'intervista, con cui si "apre" la nuova fase editoriale grafica, ma anche e soprattutto di contenuti e di approccio informativo - del nostro mensile. Presidente: Farmindustria sembra essere l'ente benefattore della Sanità italiana. Ogni volta che si scopre un buco di spesa 0 c'è una manovra da sopportare, il farmaco è chiamato ad intervenire. Come se l'industria dell'auto fosse coinvolta nell'aggiustamento dei conti dei trasporti 0 delle autostrade. Come ci si sente nel ruolo degli etemi ripianatoli dei tetti di spesa? Ci si sente esattamente nel ruolo degli eterni erogatori di beneficienza, gli unici verso cui si rivolge il sistema nel momento in cui attraversa la solita difficoltà, che non è primariamente economica, bensì di incapacità di interrogarsi sui propri buchi neri, sulle incapacità di avere bilanci trasparenti e certificati, sull'impossibilità di trovarsi di fronte a certezze amministrative, sulla difficoltà ancor più strutturale di dar vita ad un sistema sanità complessivamente sano. Le fatiche non sono solamente italiane, ovviamente, perché la Sanità mondiale attraversa una congiuntura dalla quale uscirà solamente quando avrà ideato e definito nuovi modelli. Di particolare nel nostro Paese c'è che alla fine "qualcuno" deve pagare le insufficienze strutturali e questo "qualcuno" da decenni ha il volto dell'industria del farmaco. Oggi le pharma in Italia devono ripianare un miliardo di euro, come ha definito la finanziaria di agosto. Inoltre in questo momento c'è il patto della salute in ìtìnere con indicazioni specifiche su spesa ospedaliera e territoriale. Vi trovate d'accordo con ipotesi e bozze varie? Noi abbiamo accettato la bozza-Balduzzi che è circolata nello scorso mese di dicembre e ci stiamo attrezzando per proporre un ripiano che venga spalmato nei prossimi tre anni. L'importante è che i valori di quella bozza non siano stravolti dalle Regioni. E purtroppo noi sappiamo che questo potrebbe accadere da un momento all'altro. Circa 150.000 addetti, se comprendiamo anche chi lavora nell'indotto, imiliardi investiti in innovazione, eppure pare che il peso specifico del vostro settore sia limitato quando ci sono da adottare scelte politiche e di indirizzo. Oggi Farmindustria riesce ad avere degli interlocutori con cui confrontarsi all'interno del Governo? Posto il fatto che da quando sono alla presidenza il quadro istituzionale ha continuato a cambiare, diciamo che certo i nostri due interlocutori cardine sono il ministero della Salute e il ministero dello sviluppo economico e con loro il dialogo è continuo. Non sempre però questo dialogo è funzionale e tien conto di quello che rappresentiamo in termini di sviluppo del Paese. Noi comunque siamo certi che l'interlocuzione con il Ministro Corrado Passera possa offrire risultati importanti. Soprattutto abbiamo grandi aspettative nei confronti del sottosegretario Claudio De Vincenti, cheè SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 27 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IN COVER 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 22 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 28 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato stato consigliere d'amministrazione dell'AIFA ed è molto attento alle problematiche di tutto il nostro settore, che conosce da vicino. È chiaro che in questo momento la nostra speranza è poter avviare un dialogo autentico con chi non ha pregiudizi verso il nostro mondo. Un messaggio chiaro per chi governa il Paese? " Abbiamo già offerto la nostra disponibilità al Ministro Passera: realizziamo un tavolo che lanci la sfida di un patto di stabilità per tutto il settore produttivo. Un tavolo al quale vorremmo sederci senza essere osservati come estranei, ma invitati come elementi essenziali, al pari degli altri protagonisti del sistema. Sono certo che farebbe bene a tutti, non solo a noi dell'industria. Recentemente siete stati ascoltali dalla Commissione industria del Senato sul decreto per le disposizioni urgenti per la concorrenza. Al di ìà degli aspetti "tecnici", avete percepito una differenza di "ascolto" delle vostre istanze? È proprio ciò che stavamo dicendo: la sensazione è che ci possano essere le condizioni per un ascolto diverso, meno pregiudiziale di ciò che esprimiamo. Negli Slati Uniti la l'du convoco le grandi aziende del farmaco ogni volta che deve assumere informazioni su un tema che riguarda farmaco, salute e comunicazione. Sono celebrii week-end di audii ai quali partecipano produttori, consumatori, media, università, centri di ricerca. Perché in Italia i produttori sono lontani da ogni tipo di riflessione? Guardi, questo è il punto più dolente del "caso italiano". 11 produttore farmaceutico è visto come un tassello non strategico della corta filiera del farmaco. Noi invece siamo parte propulsiva del sistema salute: la differenza è sostanziale. Dal suo punti) di vista è un limite tecnico, polìtico 0 culturale? Purtroppo credo sia un retaggio culturale, che quindi diviene velocemente politico. Noi siamo visti sempre come coloro che fanno immensi guadagni sulla malattia delle persone, come un settore senza scrupoli incapace di rapportarsi con eticità all'interno sistema della cura e dell'assistenza. Appena proviamo ad alzare il tono del dibattito e degli obiettivi è come se qualcuno si sentisse in diritto di bacchettarci rimettendoci al posto. Questa è una palla al piede non tanto per noi, quanto per tutti coloro che sono in cerca di nuovi modelli di sostenibilità. Modelli che si dovrebbero prevedere? Tanto per cominciare una seria analisi degli sprechi. Per una appendicectomia servono due giorni di ospedalizzazione? Bene: come mai in certi ospedali il ricovero dura fino a sette giorni? Quanto risparmio potrei generare se i protocolli fossero rispettati e le organizzazioni non fossero così ballerine? Oliando si parla di sprechi e di tagli le Regioni insorgono e sembrano sempre pronte alla battaglia sempre in casa altrui: sono loro il nemico? No evidentemente, non può essere così. Lo dico anche da cittadino: non possiamo concepire le Regioni come il nemico con cui confrontarsi ogni volta, ma rimane il fatto che troppo spesso abbiamo la sensazione di avere a che fare con un federalismo miope. Siamo convinti che le Regioni prima o poi dovranno iniziare a guardare cosa avviene all'interno dei propri bilanci e delle proprie organizzazioni e giudicare in modo serio e critico le lacune del proprio sistema. Dal titolo V non si torna di certo indietro, ma proprio per guardare avanti serve che tutti siano disposti a correggersi. Noi non possiamo eternamente essere la banca che ripiana i debiti contratti da chi rifiuta ogni serio controllo. Non ci sono solo le Regioni: c'è un altro soggetto con il quale ogni tanto vi scontrate, l'Aifa. Grandissimo rispetto per il ruolo e le competenze tecniche dell'Agenzia, che è stimata anche a livello internazionale e questo non è un dato da sottovalutare. Però AIFA deve decidere, o meglio deve essere messa nelle condizioni di decidere se è un istituto ultimativo, che quindi raccoglie e delibera, oppure se rimane un ufficio condizionato dalle mille sollecitazioni che gli arrivano. Le aziende anche in Italia sono in difficoltà: i lavoratori dì Sigma Tau sono in sciopero da giorni. Ci sono molte aziende che stanno attraversando momenti delicati e il decreto liberalizzazioni con quello che ha portato sul tema del generico darà un'altra botta, che noi stimiamo potrebbe portare alla perita di altri 8000 posti nei prossimi anni. Altro argomento delicato: lo scontro tra Farmindustria e Assogenerici ha raggiunto toni infuocati. Come abbiamo sottolineato in sede di audizione al Senato, "Farmindustria non è contraria all'utilizzo del farmaco a minor prezzo né ad una maggiore informativa, sia da parte delle aziende produttrici, sia dello Stato, mediata attraverso il medico o il farmacista, al paziente, ma non può accettare invece che l'utilizzo dell'equivalente sia imposto normativamente". La realtà è che queste misure avranno tremendi effetti su chi produce nel Paese e provocherà la cancellazione ex lege "a favore di produzioni in larga parte estere" di uno dei settori più hi tedi della nostra economia. La battaglia con Assogenerici non si potrebbe superare mettendovi insieme? In fin dei 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 22 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 29 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato conti stiamo parlando di aziende del farmaco... A noi starebbe bene. Entriamo tutti a far parte di un unico soggetto, tutti con regole condivise. Non credo che alle aziende del generico questo stia bene: vogliono godere di certi privilegi. Ben sapendo che tra le aziende che negli ultimi tempi hanno di molto migliorato il proprio portafoglio ci sono proprio quelle del generico. Vi rispondono: se il 56% del fatturato va in export, allora state tranquilli: la farmaceutica italiana non può smantellarsi Chi lo va a spiegare che devi produrre in Italia e poi esportare per rimanere vivo? Tanto vale delocalizzare la produzione e vivere felici all'estero. Non a caso le aziende italiane più lungimiranti puntano ad un equilibrio fatto di stabilimenti italiani e stranieri, per rimanere al riparo delle pericolose oscillazioni delle scelte politiche e territoriali. Ma l'industria del farmaco non è puramente virtuosa. Lavora per gli utili, farà pure degli errori... Siamo un'industria che lavora per gli utili, ovviamente, ma facciamo parte di un sistema che vive per il malato. Certo che facciamo degli errori. Credo che il più grande sia che non sappiamo ancora comunicare appropriatamente. Alcuni anni fa eravamo visti come il demoni, ora qualcosa sta cambiando anche grazie ad un piano di migliore informazione che comprende l'apertura di alcuni stabilimenti, al dialogo con i giovani, alla diffusione dei veri valori della ricerca. Insomma abbiamo vissuto grossi limiti ed ora li stiamo correggendo. Ministero dello Sviluppo: chi è De Vincenti II sottosegretario al ministero dello sviluppo economico Claudio De Vincenti (foto a lato) è romano, classe 1948. È professore ordinano di Economia politica alla Sapienza di Roma e prima di collaborare con Corrado Passera (nella foto in basso) ha già svolto attività come consigliere economico di Livia Turco, ministro della Salute con l'ultimo governo Prodi. È stato membro del CdAdeirAIFAda!2008e coordinatore nel 2007 de Tavolo sulla farmaceutica. In un'intervista rilasciata ad AboutPharma nel 2008. alla domanda Quali sono a Suo avviso le priorità della politica del farmaco nei prossimi anni aveva così risposto: Credo che l'obiettivo principale in questa fase debba essere quello di ricostituire le condizioni per attrarre nel nostro Paese investimenti in R&S: siamo il terzo mercato europeo, abbiamo un ottimo Servizio Sanitario Nazionale che può costituire una roto preziosa per lo sviluppo di una forte attività di ricerca farmaceutica, non resta che costruire il contesto di nygnlii/ione necessario ad assiemale stabilità al mei cito. Ho usato il termine stabilità non a caso: non abbiamo bisogno di una spesa farmaceutica tuon controllo, che poi costi i/i^e a misure di astiche di contenimento; abbiamo invece bisogno di un foi tegovcino della spesa - edè questa l'alti a nostra pi lontà - che assicuri una crescita oidmata del meicito farmaceutico e quindi consenta all'attività di regolazione di piomuovere innovatività e concorrenza. II Senato, il generico e Farmìndustria II mese scorso gli industriali del farmaco sono stati ascoltati al Senato dalla 10° Commissione Industria, Commercio e Turismo per analizzare il disegno di legge 3110 (Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo e la competitivita). Ecco uno stralcio dal documento presentato da Massimo Scaccabarozzi, contenente i temi caldi dello scontro in atto con Assogenenci. .,. // decreto liberalizzazione (art. 11 comma 9 del D.L n.1/2012) di recente emanazione, prevede che: "il medico aggiunga ad ogni prescrizione dì farmaco le seguenti parole: "sostituibile con equivalente generico ovvero non sostituibile nei casi in cui sussistano specifiche motivazioni cllniche contrarie". La norma precisa anche che il farmacista, qualora sulla ricetta non risulti apposta dal medico l'indicazione della non sostituibilità è tenuto a fornire il medicinale equivalente generico avente il prezzo più basso, salvo diversa richiesta del cliente. ... Mentre il fisiologico accesso al mercato da parte del farmaco generico non può non essere condiviso, non è invece accettabile l'emanazione di norme che creino condizioni ingiuste di privilegioa favore del "generico-equivalente" e a danno dei tarmaci con marchio a brevetto scaduto. E questoè tanto vero che lo stesso Ministero della Salute ha ritenuto necessario precisare, attraverso un Avviso pubblicato sul proprio sito, chelaratio della norma introdotta è di consentire la sostituzione del farmaco a brevetto scaduto prescritto con il farmaco, sia esso generico o di marca, al prezzo più basso, non risolvendo ancora del tutto, peraltro, il privilegio a favore dell equivalente rispetto ali 'onginator, ...In merito alia sostituibilità dei prodotti, è necessario precisare che ai fini del rilascio dell'Aie è previsto che il medicinale generico presenti i risultati delle prove di bioequivalenza. in accordo con quanto definito dalla linea guida europea, secondo la quale è accettabile che il generico possa mostrare una variazione di alcuni parametri cinetici nell 'organismo (indicativi 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 22 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 30 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato dell'assorbimentoe della distribuzione del farmaco) pari al +/20% rispetto al prodotto di riferimento. ...riteniamo che questo sia un tema sul quale debba prevalere la competenza e la responsabilità dei medici, ai quali spetta la tutela della salute dei propri assistiti. Farmìndustria non è contraria ali 'utilizzo del farmaco a minor prezzo né ad una maggiore informativa, sia da parte delle aziende produttnci. sia dello Stato, mediata attraverso il medico o il farmacista, al paziente. ma non può accettare invece che l'utilizzo dell'equivalente sia imposto normativamente. ...L'attualemisura, inserita nel decreto liberalizzazioni, avrà effetti devastanti sulle imprese farmaceutiche che producono nel Paese e provocherà la cancellazione ex lege - a favore di produzioni in larga parte estere - di uno dei settori più hi tech della nostra economia. L'industria farmaceutica è infatti il primo settore industriale hi tech in Italia per occupazione, investimenti e esportazioni ed è // secondo produttore in Europa E un industria manifatturiera, con fabbriche di alto livello tecnologico, che può contribuire alla crescita con la sua capacità di tare export (60% della produzione): con la sua occupazione qualificata (i laureati ei diplomati sono il 90% del totale): con gli investimenti in ricerca, innovazionee produzione sul territorio: con un indotto di eccellenza, leadera livello mondiale. Farmìndustria chiede pertanto l'eliminazione della norma (comma 9 articolo 11 del DL liberalizzazioni). E solo in subordino che sia limitata al primo periodo che prevede "li medico, nel prescrivete un farmaco, è tenuto, sulla base della sua specifica competenza professionale, ad informare il paziente dell'eventuale presenza in commercio di medicinali aventi uguale composizione in principi attivi, nonché forma farmaceutica. via di somministrazione, modalità di rilascio e dosaggio unitario uguali". Tutti gli uomini (e le donne) di Farmindustria FARMÌNDUSTRIA L'attuale vertice dell'associazione degli industriali italiani del farmaco è composto da cinque Vice-Presidenti: Lucia Aleotti (Menarmi), Maurizio de Cicco (Roche), Emilio Stefanelli (Istituto Biochimico Nazionale Savio). Francesco De Santis (Italfarmaco), Daniel Lapeyre (Sanofi), Del Comitato di Presidenza fanno parte: Andrea Montevecchi (Sigma Tau). Pierluigi Antonelh (MSD Italia). Nicola Braggio (Astrazeneca). Alberto Chiesi (Chiesi Farmaceutici). Lue Debruyne (GlaxoSmithKline), Giorgio Rende (ICI Rende), Patto di stabilità. Gli interlocutori La proposta di Massimo Scaccabarozzi coinvolge livelli differenti di governance. In primis il Ministero della Salute e 'Alfa, ma anche il mondo politico delle Regioni, di cui il governatore Ross continua a essere il nome forte d'ambito salute, e poi la compagine dei direttori generali, dove il lombardo Lucchina è probabilmente il punto di riferimento. nelle foto (in senso orario) Renato Balduzzi. Ministro della Salute Luca Pani. Direttore Generale AIFA Enrico Rossi, Governatore della Toscana Carlo Lucchina. Direttore Generale della Sanità. Regione Lombardia 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 44 INCRETINE a cura della Redazionedi AboutPharma and Medicai Devices Come si spiega il taglio secco di una terapia ad alto contenuto di innovazione? L'abbiamo chiesto a Carlo Giorda (amd) e Gabriele Riccardi (sid) T ra dicembre e gennaio il "caso del tetto delle incretine" è divenuto un piccolo mistero italiano. Ricapitoliamo. Dopo aver sostenuto il valore dei t'armaci ad alto contenuto di innovazione, l'Aifa ha imposto un taglio alle terapie incretiniche di milioni di euro. Di fronte alla sforbiciata, le due società di riferimento in diabetologia, SID e AMD, sono intervenute con uno statement preciso, mentre alcuni parlamentari hanno rivolto l'u gennaio scorso un'interrogazione al Ministro Balduzzi, nella quale si chiedevano lumi. Abbiamo coinvolto Carlo Giorda (AMD) e Gabriele Riccardi (SID) per comprendere logiche e ragioni di queste scelte non a tutti comprensibili e forse non sostenibili fino in fondo. La domanda che tutti, più o meno, si sono posti è: ma cosa c'è dietro questa scelta? "La politica che si persegue oggi strenuamente è non spendere ad ogni costo, senza poi differenziare tra spese con ricadute di salute e valori di ricerca" è la risposta immediata di Carlo Giorda, "Tecnici e politici purtroppo oggi si concentrano solo sui tagli di spesa, che tra l'altro si fanno molto meglio in campo farmaceutico che in campo di strutture ed organizzazione. Quello che noi come società scientifiche diciamo è ciò che viene sostenuto nel postìon paper che AboutPharma ha già pubblicato: capiamo la logica del contenimento dei costi e non stiamo puntando ad una liberalizzazione selvaggia delle incretine, ma si potrebbe creare un piano di prescrizione graduale per soggetti specifici - soprattutto anziani, soggetti ipoglicemici o soggetti marcatamente in sovrappeso". Aggiunge Gabriele Riccardi: "Credo inoltre che ci sia la precoccupazione da parte di Aifa che siccome questi farmaci sono mediamente più costosi di farmaci più vecchi, ci sia una corsa alla prescrizione che porti ad una dilatazione non necessaria della spesa. È una preoccupazione che in linea di principio condivido, solo che in molti riteniamo che lo strumento del taglio lineare non sia probabilmente il più idoneo. Il taglio quando è indifferenziato mette insieme sprechi e situazioni terapeutiche appropriate. La nostra posizione è chiara: diamo il farmaco a chi ne ha effettivamente va maggio". Appropriatezza, efficacia, personalizzazione: sono le parole d'ordine di tutta la sanità mondiale. Perché invece nel caso specifico delle incretine nel nostro Paese si respira la sensazione che la sostenibilità economica - altro tema oggettivamente centrale in ogni riflessione sui nuovi modelli di assistenza - stia sopravanzando ogni tipo di riflessione clinico-medica? Riccardi: "In effetti rischia di essere una visione miope. Esiste la possibilità che si faccia una programmazione della spesa, non tenendo conto dei soggetti ultimi utilizzatori, con un ragionamento ragionieristico che vince perché proveniente da chi soprattutto deve far quadrare i conti e non occuparsi della salute delle persone. Allo stesso modo potremmo comprare elettrodomestici di basso costo, ignari della durata del prodotto: cosi il risparmio a volte diventa aggravio di costi. Noi sappiamo che la spesa farmaceutica in ambito diabete è limitata, costa invece moltissimo l'ospedalizzazione post complicanze da diabete! Risparmire sul farmaco e poi pagare in complicanze è l'atteggiamento classico di chi scarica sul futuro. La nostra voce invece è: usiamo bene le terapie, scegliamo i pazienti. Se una persona ha avuto un infarto ed ha un albero coronarico compromesso, un episodio ipoglicemico può portarlo ad un nuovo infarto: in questa condizione il diabetologo deve ridurre al minimo i rischi". Avete concluso il vostro statement rendendovi disponibili ad elaborare linee guida e costituire un osservatorio. Di che si tratta esattamente? Riccardi risponde che i diabetologi italiani hanno già offerto "negli standard di cura pubblicati lo scorso anno e in via di revisione, precise indicazioni sulle categorie di diabetici su cui c'è esigenza di usare farmaco incretinica Siamo poi disposti ad essere ancor più dettagliati e precisi, affinchè sotto l'ombrello dell'innovazione non entrino atteggiamenti non giustificabili. Obiettivo perseguibile è oggi dar vita insieme con Aifa a linee guida ufficiali. Noi ponendo il focus sulle problematiche di tipo clinico e l'Aifa con le necessità di sostenibilità di costi che la contraddistinguono". "È comunque nostra opinione", sottolinea Giarda, "che si potrebbe fare un'azione di utilità enorme autorizzando l'uso di questi farmaci solo a MMG e diabetologi che usano cartelle cliniche elettroniche. Così si saprebbe SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 31 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DIBATTITI La parola alle società scientifiche 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 44 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 32 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato giorno per giorno chi ottiene questi farmaci. L'abbiamo già detto in passato e speriamo che questa nostra posizione venga accolta". Insomma il dibattito è aperto. Il diabete di tipo 2 avanza, l'uso dei farmaci innovativi però rischia di ridursi in Italia. E ora cosa succede? Muro contro muro, oppure dialogo e tentativi di una soluzione concertata? Riccardi: "La speranza è che si passi da questo atteggiamento del tetto economico ad uno di Linee guida che in qualche modo possano condizionare la prescrivibilità. Non siamo e non saremo mai favorevoli alle limitazioni del giudizio clinico, mentre tutti potremmo accettare anzi lo auspichiamo - che si stabiliscano categorie di pazienti prescrivibili, piuttosto che porre un limite di spesa. Quindi sediamoci al tavolo e vediamo i pazienti che ne hanno bisogno sulla base di evidenze pubblicate in letteratura". Questa istanza è già in cammino, se è vero che nei giorni scorsi SID e AMD sono state sentite dall'Aifa: "Abbiamo chiesto di essere sentiti come portatori di visione scientifica", precisa Giorda, "La nostra posizione di utilizzo è quella espressa nello Statement. Ora speriamo anche nella convocazione da parte del Ministro e in un passo avanti nella direzione delle Linee guida. La speranza è che la portata di un'istanza medica supportata dalla letteratura internazionale non vada persa nei meandri della ragioneria". Così terminava il Position Statement sulla terapia incretinica, presentato dalle due società di diabetologia all'Aita e al Ministro Balduzzi: "... A tal fine SID e AMD si rendono immediatamente disponibili a collaborare all'elaborazione di linee guida condivise sull'uso di questi farmaci che prevedano indicazioni precise al loro uso (anche mediante un'apposita nota AIFA alla prescrivibilità di questi farmaci) costituire un osservatorio sull'appropriatezza prescrittiva, venficare gli outcomes della terapia. In questa prospettiva un valore aggiunto avrebbe la promozione delle cartelle cllniche informatizzate già in uso presso Medici di Medicina Generale e Diabetologia Specialistica, con la possibilità di scambio dati per la verifica dell'appropriatezza prescrittiva e degli outcomes della terapia". nelle foto O Carlo Giorda. Presidente Associazione Medici Diabetologi © Gabriele Riccardi, Presidente Società italiana di Diabetologia 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 46 OSMED Rapporto 2011 Spesa farmaceutica territoriale a -3,7%, la privata a +5,3%. Cardiovascolari, i più venduti. Paolo Siviero, Luisa Muscolo, Agnese Cangini Agenzia italiana del farmaco Paolo Siviero, Luisa Muscolo, Agnese Cangini Agenzia italiana d N ei primi nove mesi del 2011 la spesa farmaceutica lorda territoriale a carico del SSN ha registrato una riduzione del 3,7%. Sono stati, infatti, spesi per i farmaci distribuiti a livello territoriale 9,37 mld di euro rispetto ai 9,72 mld dei primi nove mesi del 2010 (si veda Tabella 1). Tuttavia, i consumi hanno subito, seppur di modesta entità, un incremento (+1,2%); sono state, infatti, prescritte 965,4 dosi ogni mille abitanti (DDD/1000 ab die) rispetto alle 954,2 dell'anno precedente; questo è in linea con i fattori demografici di invecchiamento della popolazione e la cronicizzazione di alcune patologie. In presenza di consumi in lieve aumento e di un effetto mix costante (ovvero lo spostamento delle prescrizioni verso specialità più o meno costose), la riduzione dei prezzi (-5,2%) è stata la principale causa della contrazione della spesa. La spesa privata, pari complessivamente a 4,84 mld di euro, è aumentata del 5,3% rispetto ai primi nove mesi del 2010, principalmente a causa dell'incremento della spesa per classe A privata (+14,3%), seguito da un aumento nella spesa per i farmaci per automedicazione (+3.9%)e della spesa per classe C con ricetta (+3,5%). La spesa per ticket, che comprende la spesa per il ticket per ricetta posto dalle Regioni e il differenziale di prezzo che paga il cittadino quando sceglie un farmaco originator rispetto all'equivalente su cui non pagherebbe nulla, è pari a 974 min di euro, facendo registrare un notevole incremento del 36,5% rispetto allo stesso periodo 2010. Questa voce di spesa, che era pari al 3% nel 2006, rappresenta oramai il 10% della spesa farmaceutica lorda. Il consumo di farmaci di cui è scaduta la copertura brevettuale, che comprende sia i farmaci equivalenti sia quelli originariamente coperti da brevetto, è aumentato del 9,9% rispetto al 2010, arrivando al 54,6% del consumo totale, pari a più del doppio della quota rilevata nei primi nove mesi del 2006 (25%). Spesa e consumo farmaceutico regionale Anche nei primi nove mesi del 2011 è stata osservata un'ampia variabilità tra le Regioni sia nei consumi sia nella spesa territoriale. In corrispondenza di un valore medio nazionale di 965,4 DDD/1000 ab die, i consumi oscillano da un valore massimo di 1.090,8 DDD/ 1000 ab die della Sicilia a uno minimo di 725,6 DDD 1000 die nella P.A. di Bolzano. Il consumo è in aumento in tutte le Regioni (si veda Tabella 2), ad eccezione di Campania (-5,9%) e Puglia (-2,2%). Gli incrementi più elevati rispetto al 2010 sono stati registrati nella P.A. di Bolzano (+3,6%), in Umbria (+3.3%)e Lombardia (+3,3%). La spesa regionale, a fronte di una media nazionale di 153,10 euro procapite, varia da un massimo di 193,20 euro procapite della Sicilia a un minimo di 111,60 della PA di Bolzano. Si assiste inoltre a una contrazione della spesa territoriale. Le maggiori riduzioni sono state osservate in Calabria (-13%), Puglia (8,6%) e Campania (-6%). Tuttavia la combinazione di fattori che ha contribuito alla riduzione della spesa è eterogenea; mentre in Calabria la riduzione di spesa è stata principalmente causata da uno spostamento delle prescrizioni verso specialità meno costose (effetto mix -9%) e da una riduzione dei prezzi (-5%), in Puglia sono state determinanti le riduzioni di prezzo (-6,2%)e dei consumi (-2,2%); in Campania, in cui si è osservato il più elevato spostamento della prescrizione verso specialità più costose (effetto mix +4,6%), la contrazione della spesa è stata determinata dalla diminuzione dei consumi (-5,9%) e dei prezzi (-4,5%). Le Regioni che sono ricorse più frequentemente ai fermaci fuori brevetto sono state Toscana (57,6% sui consumi totali), Veneto (57,2%) e Umbria (57%), mentre Molise (49,6%), Calabria (51%) e Sardegna (51,2/0) hanno registrato l'incidenza più bassa del consumo di questi fermaci. Gli incrementi più elevati rispetto all'anno precedente si sono osservati in Basilicata (+13,5%), Marche (+11,8%) ed Umbria (+11,4%). Statine al top dei consumi e della spesa Come nei precedenti anni, la categoria terapeutica a maggiore impatto di spesa e consumo è rappresentata dai farmaci per il sistema cardiovascolare (55,1 euro prò capite e 455,4 DDD/1000 uh die), che da sola copre il 36% della spesa e il 47% delle prescrizioni dei farmaci rimborsati a livello territoriale (si veda Tabella 3). Sebbene, rispetto allo stesso periodo 2010, il consumo di questa classe SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 33 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato POLITICA DEL FARMACO 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 46 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 34 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sia in lieve aumento (+1,1%), la spesa è diminuita del 4,7%, coerentemente con il forte calo dei prezzi (6,9%). La maggior parte dei fermaci di questa categoria, infatti, ha perso la copertura brevettuale nel 2011, nell'ambito della categoria dei sartani, è scaduto il brevetto per il valsartan. All'interno di questa classe, le statine costituiscono il sottogruppo a maggiore spesa (12,3 euro prò capite) e numero di dosi (55,2 DDD/1000 «h die) seguite, per quanto riguarda la spesa, dai sartani da soli o in associazione (16,9 euro prò capite) e, per le prescrizioni, dagli Ace inibitoli da soli o in associazione ( 116,5 DDD/1000 ab die). Si osserva un notevole aumento di spesa (+37,8%) e consumi (+30,5%) rispetto al 2010 per i nuovi formaci per il trattamento dell'angina, in particolare per l'ivabradina e ranolazina. L'apparato gastrointestinale e metabolismo rappresenta la seconda categoria terapeutica per maggiore impatto di spesa (23,7 euro prò capite) e consumo (141,7 DDD/1000 db die). Come per il sistema cardiovascolare, anche questa classe mostra una diminuzione della spesa (-4,7%) e dei prezzi (-6,7%) rispetto all'anno precedente, a fronte di un aumento delle prescrizioni (+3,2%). Gli inibitoli di pompa sono i farmaci appartenenti a questa categoria che registrano il più alto valore di spesa (11,2 euro prò capite) e consumo (62,4 DDD/1000 ab die). Rispetto al 2010, questi farmaci hanno mostrato un consumo in netto aumento (+9,5%) a fronte di una diminuzione della spesa (-6,9%), principalmente a causa del continuo calo dei prezzi (-12,9%). Nella medesima categoria, i farmaci incretino-mimetici da soli o in associazione hanno registrato, rispetto all'anno precedente, il maggiore incremento nei valori di spesa e consumo, rispettivamente 78,2%e 94,6%a fronte di una riduzione dei prezzi pari al 14%. Le misure regionali per il contenimento della spesa Uno dei principali obiettivi a livello nazionale e regionale è promuovere l'appropriatezza prescrittiva, garantendo, da una parte la salute del paziente, e dall'altra il controllo della spesa farmaceutica. Per ottemperare questi obiettivi, le Regioni hanno adottato differenti comportamenti, sia nei modelli organizzativi, sia nella modalità della distribuzione dei farmaci (si veda Tabella 4). In particolare, ad oggi sono 15 le Regioni che hanno introdotto il ticket per l'acquisto dei medicinali con ricetta Ssn. Tra queste Emilia Romagna (29 Agosto), Toscana (23 Agosto) e Umbria (12 Settembre) sono le ultime che hanno introdotto il ticket nel 2011. Un'altra azione messa in atto dalle Regioni per il contenimento della spesa è l'introduzione del prezzo di riferimento per gli inibitori di pompa, che ad oggi è in vigore in 5 regioni sottoposte a Piano di Rientro (Abruzzo, Calabria, Campania, Molise e Sicilia) e nelle Marche. Inoltre nel Lazio, Molise, Basilicata, Calabria e Sicilia è in vigore il limite prescrittivo di una sola confezione per ricetta; nel 2011 anche la Campania ha adottato questo provvedimento per statine, antiipertensivi e antibiotici. La distribuzione diretta (introdotta con legge 405/2001, vale a dire l'erogazione da parte delle strutture sanitarie dei farmaci necessari al trattamento di assistiti che necessitano di controlli periodici) è stata una scelta intrapresa inizialmente solo da alcune Regioni e nel corso degli anni è andata uniformandosi sul territorio (nel 2007, ad esempio, non era ancora attiva in Sicilia, Puglia e Molise). In alcune realtà regionali, dove sussistono difficoltà di conformazione geografica del territorio, e dove la distribuzione diretta non avrebbe potuto essere assicurata in modo equo per tutti gli utenti, è stata integrata con la distribuzione per conto. Tale modalità è stata messa in atto nella maggior parte delle amministrazioni regionali, eccetto Abruzzo e Sicilia. In ultimo, l'erogazione diretta dei farmaci al momento della dimissione è presente in quasi tutte le Regioni. La distribuzione diretta e per conto nei primi nove mesi del 2011 ha raggiunto quota 2 mld di euro e rappresenta oggi una voce di spesa in costante aumento. Tabella Spesa farmaceutica territoriale di classe A-SSN: confronto fra 1 primi 9 mesi del periodo 2006-2011 Classe A-SSN Ticket Sconto Spesa netta Numero Ricette Numero Confezioni DDD/lOOOabdie Tabella 2 Effetto consumi, prezzi e "mix" sulla variazione della spesa farmaceutica territoriale regionale di classe A-SSN: confronto fra i primi 9 mesi del 2010e 2011 Piemonte Valle d'Aosta Lombardia P.A. Bolzano P.A. Trento Veneto FriuliVG Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Italia L'Osservatorio Nazionale sull'Impiego dei Medicinali (OsMed) assicura il monitoraggio della spesa farmaceutica convenzionata a livello nazionale e regionale tramite l'elaborazione di oltre 500 milioni di ricette prescritte dai medici di medicina generale e inviate da circa 18.000 farmacie del territorio. Le informazioni 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 46 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 35 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato vengono periodicamente pubblicate in Rapporti nazionali, che sintetizzano i dati sull'uso dei farmaci in Italia nella popolazione generale, descritti in termini di spesa, volumi e tipologia. T a b e l l a :•• Effetto consumi, prezzi e "mix" sulla variazione della spesa farmaceutica territoriale per categoria terapeutica Sottogruppi Totale nazionale* C - Sistema cardiovascolare Statine Angiotensina II antagonisti e diuretici Angiotensina II antagonisti. Calcio antagonisti (diidropiridinici) Ace inibitori Beta bloccanti Ace inibitori e diuretici Omega 3 Ezetimibe da sola o in associazione Ivabradina/ranolazina Glicosidi digitalici A - Apparato gastrointestinale e metabolismo Inibitori di pompa Insuline ed analoghi Farmaci incretino-mimetici da soli o in associazione Glitazoni da soli e in associazione Terapia biliare ed epatica Repaglinide Anti-H2 Antiacidi 5-ht3 antagonisti Tabella 4 Elenco delle principali azioni messe in atto dalle Regioni per contenere la spesa farmaceutica Regione Sardegna Piemonte Val d'Aosta Lombardia PABolzano PA Trento Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia R. Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 65 Il farmaco sicuro per il paziente Il pacchetto Ue Servizio a cura di Michela Berrà Per assicurare la dispensazione di un farmaco sicuro (DOP) nelle mani dei pazienti ed evitare l'inserimento di prodotti contraffatti nella catena distributiva l'Unione Europea ha varato la Direttiva 2011/62/UE che entrerà in vigore nel 2013. Un sistema univoco di produzione, distribuzione e controllo in tutta Europa e, per ogni farmaco, un codice unico, verificabile in internet, con un semplice scanner o addirittura con lo smartphone. La tracciabilità ha costi economici elevati e pone questioni di governance: come e dove archiviare tutti i dati di un sistema di autenticazione a livello europeo, un solo server centrale o più decentralizzati? Chi sarebbe l'owner, un player istituzionale o privato? Di chi fidarsi? LM Unione europea (Uè) è fortemente impegnata ad assicurare un elevato livello di protezione, competitivita e innovazione nel settore della salute. I cittadini europei hanno il diritto di esigere che si compia ogni sforzo per garantire la loro sicurezza di utenti ma, per avere politiche e programmi efficaci e sostenibili, validi in tutti gli Stati membri, occorre instaurare una collaborazione trans nazionale, che miri ad ottenere provvedimenti e azioni intese a sostenere e coordinare le politiche nazionali e a garantire prodotti, servizi e una gestione di alto profilo nel campo dell'assistenza sanitaria e delle cure mediche. Gli interventi per apportare miglioramenti e prevenire effetti negativi sui pazienti sono necessari sulla qualità dei prodotti medici, le norme di sicurezza e funzionamento della tecnologia medica e la formazione standard degli operatori sanitari. Per i medicinali e le cure mediche, gli obiettivi fondamentali e le priorità in agenda sono: garantire l'accesso a farmaci dai costi contenuti; assicurare che tali farmaci siano sicuri ed efficaci; migliorare la qualità e la diffusione delle informazioni, in modo che i cittadini possano prendere decisioni consapevoli. Sugli ultimi due punti, il io dicembre 2008, la Commissione Europea ha pubblicato il rapporto Pharmaceutical Package, (http://ec.europa.eu/health/ humanuse/package_en.htm), che contiene una serie di pareri e proposte volte a rendere più sicuro, innovativo ed accessibile il mercato dei farmaci in Europa. Le proposte legislative per aumentare la sicurezza dei farmaci per i cittadini comprendo: nuove norme per accesso all'informazione da parte dei cittadini; potenziamento del sistema di farmacovigilanza; contrasto alla contraffazione all'interno della filiera distributiva. Il problema della Contraffazione a livello globale e Paese La diffusione di farmaci contraffatti, in continua crescita a livello mondiale, riguarda sia generici che di marca, Paesi in via di sviluppo e industrializzati e ha ripercussioni in termini di rischio per la salute pubblica. Le organizzazioni coinvolte, sono molto simili a quelle che trattano stupefacenti o armi. 1 farmaci di dubbia composizione,immessi sul mercato attraverso i canali illegali e non controllati, esterni alla filiera distributiva, contengono sostanze di qualità scadente, nel dosaggio sbagliato o diverso da quanto dichiarato in etichetta (label) o con un principio attivo corretto però in una confezione falsa. A volte addirittura mancano i principi attivi e rappresentano, secondo indagini Uè,una minaccia inconsapevole che mette a serio rischio la salute pubblica e alimenta un mercato illecito stimato tra i 55 e i 160 mld di euro. La casistica è ampia: si va dallo sciroppo per la tosse contenente un solvente tossico, invece della più costosa glicerina, al medicinale rubato e rietichettato che indica un dosaggio superiore rispetto all'originale. Nelle reti di tutto il mondo si trovano falsi steroidi per atleti o copie contraffatte di farmaci molto richiesti in certi mercati, come quelli per la disfunzione sessuale o che si rendono necessari in situazioni di crisi o epidemie (vaccini, antidoti). I più falsificati sono antibiotici, antipertensivi, corticosteroidi, sedativi e antitumorali. In testa alla lista nei Paesi sviluppati c'è il Viagra e nei Paesi in via di sviluppo gli antiretrovirali contro l'HIV.L'entità del problema non è quantificabile con precisione perché la contraffazione è, per sua natura, un fenomeno sotterraneo e i numeri solitamente citati (7% di falsi in media a livello mondiale, sotto Vi% nei Paesi più sviluppati, tra 10 e 30% in quelli in via di sviluppo) sono delle stime non necessariamente puntuali del fenomeno In Italia il commercio online si concentra soprattutto su farmaci per disfunzione erettile, ormoni per la crescita, prodotti per la caduta dei capelli, che hanno prezzi scontati rispetto a quelli nei canali nazionali e prodotti divenuti illegali, come gli antiobesità. Internet ha contribuito alla diffusione del fenomeno SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 36 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DOSSIER 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 65 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 37 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato perché ha cambiato radicalmente l'approccio all'acquisto dei consumatori favorendo non solo l'anonimato che evita l'imbarazzo dell'acquisto di certi prodotti in farmacia, ma anche svolgendo un ruolo sempre più rilevante di pubblicità e la vendita, soprattutto attraverso farmacie online, spesso sprovviste di specifica licenza, non controllate dalle autorità sanitarie e, talvolta, gestite direttamente da criminali. Diffcile bloccare questi siti: aprono e chiudono molto rapidamente e cambiano indirizzo, server e nome. Le farmacie online sono vietate in numerosi Stati europei, ma non in tutti e la loro gestione è di competenza delle autorità sanitarie nazionali Italia e rete IMPACT La vendita online di farmaci (con e senza ricetta) è assolutamente vietata, nel nostro Paese mentre non esistono divieti per i prodotti para-farmaceutici, a base di erbe e omeopatici. La maggior parte dei siti è localizzata all'estero e quindi soltanto con la collaborazione internazionale tra forze di polizia si può ottenere qualche risultato sul piano della repressione. Anche se di fatto in Italia la penetrazione di farmaci contraffati è ancora limitata, il fenomeno è in forte crescita. Da gennaio a settembre 2011 l'Agenzia delle dogane, Nas e Guardia di Finanza ha bloccato 23,11 milioni di medicinali per un valore superiore 6, 70 min di euro. Nel 2010 i pezzi sequestrati sono stati circa un milione per un valore commerciale di 919 mila euro. A questi bisogna aggiungere gli integratori alimentari e i cosmetici per lo più di fabbricazione cinese che contengono sostanze altrettanto pericolose per la salute di chi ne fa uso. Dal gennaio 2010 a ottobre 2011 i carabinieri del Nas hanno sequestrato e distrutto più di 1 tonnellata di integratori alimentari e quasi 2,5 tonnellate di cosmetici o materie prime per la loro fabbricazione: tra queste più di 7.000 fiale di botulino destinate alla chinirgia estetica. Un ruolo importante per la sicurezza dei farmaci è svolto da IMPACT Italia, così denominata in riferimento alla lask-forcc anti-contrateazione IMPACT (inlcmalionaì Mediati l'ivcìucts AntiCoiintiT/ritim; Tuskforce) che ha iniziato le sue attività nel 2005 attraverso la collaborazione di rappresentanti dei quattro enti che si occupano istituzionalmente del problema: l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), l'Istituto superiore di sanità (ISS), i Nuclei antisofisticazioni e sanila del Comando Carabinieri per la tutela della salute(NAS) e il Ministero della Salute. Nel 2007, il Gruppo di lavoro si è configurato come Single Point of Contact (SPOC) italiano per la lotta alla contraffazione ed è stato formalizzato con una determinazione AIFA attraverso la quale si è provveduto ad istituire una segreteria operativa, il cui coordinamento è stato affidato a.Domenico Di Giorgio di AIFA che si avvale della collaborazione di altri esperti dell'Alto Commissario per la Lotta alla Contraffazione, del Ministero dell'Interno (Polizia criminale, Guardia di finanza e polizie locali), dell'Agenzia delle Dogane e, successivamente delle associazioni industriali Farmindustria e Assogenerici, quella dei farmacisti, Federfarma e l'Associazione degli importatori paralleli (AIP). IMPACT Italia si occupa dello sviluppo e la condivisione del know-how investigativo sul fenomeno e la creazione di una procedura rivolta al pubblico per la segnalazione diretta dei casi sospetti. L'Italia tra i diversi Paesi Uè è uno di quelli che più tempestivamente ha affrontato il problema. Grazie al quadro legislativo (Dlgs 219/2006; DI 248/2006; Dlgs 274/2007) tutti i soggetti coinvolti nel ciclo di vita di un medicinale sono noti. Nella nostra rete di distribuzione legale, grazie al sistema di tracciabilità del farmaco, circolano medicinali controllati in tutto il loro percorso per la presenza, su tutte le confezioni, di un bollino a lettura ottica prodotto dal Poligrafico dello Stato, e quindi con un grado di sicurezza paragonabile a quello delle banconote. Il progetto "tracciabilità", attivato con il DM 15 luglio 2004, consente di monitorare anche informaticamente tutte le transazioni di farmaci nella filiera legale. Il progetto attribuisce, intatti, un codice identificativo a tutti i soggetti coinvolti nel ciclo di vita di un medicinale e registra le transazioni di tutte le confezioni trasmesse dagli attori della filiera in una banca dati centrale, gestita dalla Direzione Generale del sistema informativo del Ministero del lavoro, della Salute e delle Politiche sociali. Chiaramente, il progetto non è in grado di riconoscere un farmaco contraffatto, ma può impedirne il suo ingresso nella filiera legale, in quanto rileva solo i farmaci dotati di bollino ottico, quindi legali.Il settore è destinato ad evolversi ulteriormente in senso favorevole alla salute del consumatore, per l'impatto che avranno la Direttiva EU 2011/62 e la Convenzione MediCrime che, firmate da 12 Paesi tra cui l'Italia, prevedono gravi sanzioni penali nei casi di contraffazione per il reato di distribuzione o di offerta di farmaci contraffatti, indipendentemente dal contesto (virtuale/internet o reale). La Direttiva Uè sui medicinali contraffatti (2O11/62/UE) Nel febbraio del 2011 il Parlamento Europeo ha approvato la direttiva che contiene 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 65 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 38 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato disposizioni relative alla lotta all'introduzione nella filiera farmaceutica di farmaci contraffatti (2011/62/UE) e che modifica parzialmente la direttiva 2001/83 (Codice comunitario dei medicinali per uso umano). Nel maggio dello stesso anno, il Consiglio Uè ha adottato la Direttiva introducendo dispositivi di sicurezza e misure di tracciabilità per garantire l'autenticità e l'identificazione delle singole confezioni, nonché per verificare se l'imballaggio esterno sia stato manomesso. Le misure di sicurezza vanno applicate a tutti i medicinali soggetti a prescrizione, anche in caso di riconfezionamento. In assenza di opportuna valutazione, al momento farmaci senza ricetta (SOP e OTC) non saranno provvisti di questi sistemi. Le nuove disposizioni riguardano, inoltre, la vendita di medicinali tramite internet. Nello specifico, è stato previsto che le farmacie online, negli Stati membri in cui sono consentite, per poter operare, debbano ottenere un'autorizzazione speciale. I relativi siti dovranno dotarsi di un logo comune riconoscibile in tutta l'Ue ed essere collegati ad un sito centrale nazionale. Ciò non implica alcuna legittimazione europea alla vendita online, che resta esclusivamente di competenza nazionale. I produttori e i distributori di medicinali che saranno prodotti o successivamente introdotti in Uè dovranno seguire precise regole di buona pratica di produzione e di distribuzione e dovranno essere iscritti in appositi registri curati dalle autorità competenti. Le modalità di realizzazione di questi dispositivi di sicurezza devono ancora essere stabilite dalla Commissione europea (Ce) attraverso la procedura degli Atti delegati, strumento attraverso cui la Commissione stabilirà gli aspetti tecnici del sistema di tracciatura Uè. Attualmente gli Atti Delegati sono in fase di stesura e, una volta pubblicati, sarà possibile procederne all'applicazione entro 3 anni. Gli aspetti che la legislazione in materia si prefigge di introdurre sono numerosi: salvaguardia per i produttori di principi attivi (Active Product Ingredients - APIs); logo che certifichi la sicurezza dei siti Internet di prodotti farmaceutici, sigilli di sicurezza antimanomissione; codice a barre specifico da applicare a ciascuna confezione di medicinali ai finì di un'identificazione univoca. Sull'esperienza del caso di una partita di eparina contaminata, che nel 2008 in Usa ha causato la morte di oltre un centinaio di persone, che è stata resa da alcuni ospedali al medesimo grossista invece di essere ritirata dal mercato, la legislazione Uè ha previsto una procedura di ritiro del farmaco entro 24 ore dalla sospensione di vendita. Tale sistema dovrà essere adottato entro il 22 luglio 2013 e un processo di codifica univoco supporterà più efficacemente farmacisti e organismi regolatori nel ritiro delle confezioni. In considerazione, poi di un caso recente nel Regno Unito, in cui confezioni di blister di pastiglie di Nurofen Plus sembravano essere state deliberatamente manomesse e sostituite con un farmaco anti-psicotico, i sigilli di sicurezza anti-manomissione si sono rivelati una protezione preventiva. Durante l'adozione del provvedimento da parte del Consiglio, l'Italia, con Belgio e Grecia, ha chiesto di avvalersi del regime transitorio, posticipando di 6 anni l'obbligo per ogni farmacia di tracciare tutti i farmaci dispensati ai pazienti. Gennaio-Giugno 2013 Con un tasso di crescita pari al 10-20% annuo per quanto attiene ai farmaci contraffatti all'interno della filiera legale e pari al 58% in quella illegale (Internet), la Commissione Europea (Ce) ha reagito in modo deciso a tutela dei pazienti di tutti i Paesi membri, approvando la Direttiva sui medicinali contraffatti (2011/62/UE). La legislazione diverrà legge per tutti gli Stati membri dal 2 gennaio del 2013. L'obiettivo è bloccare ogni possibilità di ingresso e di uscita di farmaci contraffatti in e dalla filiera e prevedere l'obbligo di implementare sistemi atti a verificare l'autenticità dei medicinali lungo l'intero processo di supply eh airi, in particolare al momento della distribuzione e della somministrazione A differenza di quanto di solito avviene per le normative comunitarie, per la 2011/62/UE ciascun Stato non potrà interpretare a piacimento come adottare quanto previsto, affinchè non si riscontrino punti deboli nell'applicazione tra un paese e l'altro: ci dovrà essere un sistema comune. Effetti e conseguenze. DataMatrix Per sperimentare a livello dimostrativo le diverse soluzioni di codificazione e identificazione dei medicinali, nel settembre del 2009 la, European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations (EFPIA) ha lanciato un progetto pilota in Svezia. Per alcune settimane, le confezioni di medicinali destinate a 25 farmacie della regione di Stoccolma sono state dotate di un codice DataMatrix bidimensionale, che riesce a contenere più informazioni di un semplice codice a barre. Per il progetto svedese, il codice riportava oltre al numero dell'articolo anche: numero di lotto, data di scadenza e numero di serie. I farmacisti leggevano il codice con uno scanner, 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 65 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 39 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato confrontandolo direttamente con i dati di un database. Un controllo di questo tipo richiede pochi secondi e consente di individuare immediatamente eventuali falsificazioni. Solo dopo questo esame di sicurezza i medicinali passavano al cliente. Il problema della governance e dei costi L'implementazione di un unico sistema autenticazione attivo in tutta Europa, significa riconfigurare migliaia di linee con un impegno di enormi investimenti anche da parte delle aziende farmaceutiche. Resta anche da vedere come e dove archiviare tutti i dati di un sistema di autenticazione a livello europeo: un solo server centrale o più decentralizzati? Chi sarebbe l'owner, un player istituzionale o privato? di chi fidarsi? Un Player istituzionale come la Direzione europea della qualità dei medicinali (EDQM) sta sviluppando col supporto di IBM il istema di tracciabilità eTACT che ha come obiettivo l'integrazione in un network di tutte le farmacie online legali e di permettere ai pazienti di condurre da soli le loro verifiche sui farmaci falsi. Il controllo di sistema e dati stessi da parte delle istituzioni è in netto contrasto con quanto espresso da un consensus paper di player privati: associazioni di produttori (EFPIA), farmacisti (PGEU), grossisti (GIRP) e ora anche repackagers (EAEPC), i quali sostengono che solo chi ha la conoscenza della catena del farmaco sia in grado di realizzare un sistema efficiente a costi accettabili. Anche se ci sono pochi precedenti, le stime sui costi del sistema, danno un dato compreso tra 0,5 e 3 centesimi di euro/confezione, se ammortizzati in modo uniforme. I gruppi che rappresentano aziende di medie dimensioni (EUCOPE) e i produttori di farmaci generici (EGA) sostengono invece che i costi devono essere suddivisi non in base ai volumi di produzione, ma al profilo di rischio e ai margini di profitto che, avendo per i generici una soglia di marginalità molto bassa, sono meno appetibili alla contraffazione, quindi dovrebbero pagare meno per ogni confezione. II divario evidente tra i sostenitori dei progetti del settore pubblico come eTACT e del settore privato è essenzialmente basato sulla filosofia di governance e, anche se il dialogo tra le varie parti è in corso e la volontà di concludere è tanta, il dibattito non si esaurirà certo nel breve e il risultato avrà vasta portata. La sfida è individuare modalità di adozione e applicazione della legislazione che siano efficaci in termini di costi a fronte di un spreco e di un disagio minimi o "adeguati", come indicato dal legislatore. La previsione è che ci saranno 18 mesi di intenso lavoro a Bruxelles in vista della pubblicazione degli Atti delegati con tutti i dettagli su chi si occuperà di tracciabilità, gestirà il sistema e pagherà la struttura. Ma come è stato ricordato dai rappresentanti delle associazioni di pazienti, si dovrà dare priorità assoluta alla sicurezza del soggetto malato, a prescindere dai costi. Speriamo che la tecnologia ci aiuti fornendoci un sistema sicuro ed accessibile magari anche via smartphone per il controllo e la prevenzione di una fenomeno sempre in aumento. MediCrime Convention Firmato anche dall'Italia a fine 2011. MediCrime Convention è frutto della collaborazione tra l'EDQM (European Directorate forthe Quality of Medicines) e la Direzione Generale dei Diritti dell'Uomo e degli Affari Giuridici del Consiglio d'Europa e consentirà l'introduzione di norme penali in virtù delle quali le Forze di Polizia, le Agenzie farmaceutiche e le Dogane dei 47 paesi del Consiglio d'Europa potranno scambiarsi informazioni e collaborare per il tramite di INTERPOL ed EUROPOL perseguendo sul piano penale attività illegali che rappresentano una serie minaccia per la salute di tutti i cittadini, come la falsificazione dei farmaci, il traffico e la promozione, anche attraverso Internet, di prodotti medicinali contraffatti. 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 69 Contraffazione: la Direttiva Ue vista dall'interno Intervista all'Onorevole Vittoria D'Incecco che ha seguito da vicino i lavori della 2011/62/ue LM Europa si sta preparando a combattere il fenomeno della contraffazione, i deputati del Parlamento Uè hanno votato una nuova legge per impedire l'ingresso di farmaci non DOP nella filiera farmaceutica legale e introdurre nuovi dispositivi di sicurezza e misure di tracciabilità, nonché sanzioni penali. Onorevole D'Incecco, perché secondo Lei, è necessario un contesto internazionale di cooperazione per contrastare il fenomeno della contraffazione e quali sono gli obiettivi principali di questa legge quadro? La vendita dei medicinali contraffatti rappresenta un fenomeno in forte crescita che non coinvolge solo alcune realtà specifiche ma la maggior parte dei Paesi europei: un cittadino europeo su cinque ha acquistato almeno una volta farmaci attraverso canali illeciti. Inoltre la contraffazione coinvolge non solo determinate categorie di farmaci come i cosiddetti life style ma anche i salvavita. Si tratta di farmaci che di regola contengono sostanze di qualità scadente o ingredienti nel dosaggio sbagliato o addirittura sono privi di principi attivi e pertanto rappresentano, secondo indagini condotte anche per conto dell'Ue, una minaccia inconsapevole che mette a serio rischio la salute pubblica e che alimenta un mercato illecito stimato tra i 55 e i 160 miliardi di euro, dietro al quale si nasconde la criminalità organizzata. La situazione attuale mette dunque a serio rischio la salute dei cittadini che attraverso diversi canali, farmacie e internet, possono acquistare prodotti pericolosi per la salute. Si rende quindi necessario un intervento coordinato e condiviso tra tutti gli Stati Membri che devono promuovere iniziative comuni volte a combattere radicalmente questo fenomeno. La nuova legge sui farmaci contraffatti è un primo esempio di cooperazione tra gli Stati per tutelare i pazienti, la salute e arginare coloro che promuovono sistemi di contraffazione. Ma occorre fare di più perché il fenomeno è pervasivo e richiede un impegno costante a livello sovranazionale. Cosa dice la Legge rispetto alle caratteristiche di sicurezza e tracciabilità dei farmaci? Tra le novità introdotte dalla Legge sui farmaci contraffatti, va sicuramente annoverata la normativa che garantisce la sicurezza delle confezioni dei farmaci acquistati. La soluzione potrebbe essere un sistema di tracciabilità (in tutta la sua filiera) del farmaco soggetto a prescrizione medica che attraverso una lettura ottica di un codice a barre sia in grado di ricostruire in poco tempo la storia del farmaco e garantirne l'autenticità. Questo sistema di identificazione di ogni confezione tutela il paziente nel momento in cui acquista un farmaco senza trasferirgli l'onere ulteriore di verificare attraverso altri sistemi che il farmaco sia o meno contraffatto. lì per quanto riguarda la vendita dei t'armaci su internet? Concordo sul fatto che l'intervento legislativo si riferisca anche alla vendita dei farmaci via internet, che rappresenta uno dei canali più semplici e immediati per la divulgazione di prodotti contraffatti tra cui i farmaci. Sarà quindi necessario regolamentare la vendita dei medicinali onlinc facendo si che i cittadini possano ottenere benefici notevoli e non danni dall'acquisto di medicinali sicuri attraverso internet. Si pensi ad esempio alle persone che hanno difficoltà motorie o che rientrano nella categoria delle persone non autosufficienti e che potrebbero beneficiare di questo servizio. Quali sono i passi successivi che sono necessari per l'implementazione delle misure che sono state votate dai rappresentanti del parlamento Uè? I prossimi passi riguardano innanzitutto un impegno da parte degli Stati membri a recepire completamente, entro gennaio 2013, le misure contenute nella Direttiva 2011/62/UE sui farmaci contraffatti. A mio avviso nel testo sono contenute importanti misure, come l'introduzione di strumenti che consentano l'identificazione di ogni confezione autentica di medicinali, il rafforzamento delle ispezioni negli stabilimenti autorizzati, l'obbligo per produttori e distributori di segnalare ogni farmaco sospetto e, infine, quello dell'esposizione, su ogni sito di vendita di farmaco autorizzato, di un logo che rimanda al registro nazionale. Prima ancora dell'implementazione della Direttiva però, gli Stati membri dovranno risolvere alcune questioni considerate prioritarie come ad esempio la questione dell'inclusione dei farmaci generici nel sistema d'identificazione delle confezioni dei medicinali. Infatti se è vero che uno degli obiettivi principali della Direttiva riguarda la salvaguardia della salute dei cittadini, il sistema di validazione dovrebbe essere applicato a tutti i farmaci (ad alto e basso costo) compresi quelli SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 40 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DOSSIER 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 69 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 41 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato generici. Infatti se solo la categoria dei farmaci generici rimarrà esclusa dai sistemi di controllo, si rischierà la contraffazione di questa categoria. Olire alle criticità giù espresse, cosa rimane ancora da superare per assicurare la dispensazione di un prodotto DOP nelle mani dei pazienti ed evitare l'inserimento di prodotti contraffatti nella catena distribuì ivci? Oltre alle criticità sopra dette, le difficoltà ulteriori potrebbero derivare da una mancata tutela della privacy del cittadino e da una disomogeneità del sistema applicativo tra Stati Membri. La ricerca di una forte collaborazione nonché identificazione di comuni target raggiungibili renderebbero certamente la lotta alla contraffazione nella catena distributiva più semplice nonché efficace. Vittoria D'Incecco Componente Commissione permanente XII Affari sociali, si è occupata del tema della contraffazione dei medicinali e ha seguito da vicino i passi fatti dalla Commissione Uè per la Direttiva comunitaria. 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 72 La comunicazione sui farmaci : impatta sulla sicurezza? La filiera virtuosa del farmaco sicuro (DOP) deve garantire anche la corretta terapia. Ecco come la comunicazione tra operatori sanitari e paziente può fare la differenza Oltre al farmaco contraffatto ci sono altri rischi per la sicurezza del paziente. La mancata o la cattiva comunicazione è fonte di molti errori specie in ambito sanitario: spesso le informazioni sui precedenti clinici del paziente sono incomplete, non comprendono allergie, risultati di laboratorio, terapie in corso, assunzione di vitamine o fitoterapici. Queste informazioni permetterebbero ai medici di valutare potenziali controindicazioni e reazioni avverse. Anche il trasferimento di pazienti da un setting di cura a un altro, con il coinvolgimento di nuovi operatori sanitari, può interferire sulla corretta comunicazione e farmaco utilizzazione, per la possibilità di interpretazioni erronee o mancate istruzioni. Secondo l'Institute for Healthcare Improvement, fino al 46% degli errori nella somministrazione dei farmaci viene commesso quando vengono scritte nuove disposizioni. Possono inoltre ostacolare l'uso sicuro: la mancanza di informazioni sulle modalità di assunzione dei medicinali, i nomi simili sulle confezioni di prodotti con indicazioni diverse, confezioni con scritte uguali ma dosaggi diversi o gli avvertimenti non aggiornati. Con cosi tanti farmaci sul mercato, chiunque sia coinvolto nella prescrizione deve disporre di informazioni sempre puntuali, aggiornate, clinicamente rilevanti che riducano al minimo le criticità d'uso e di consumo. I sistemi di autenticazione e di tracciabilità già proposti non sono comunque sufficienti ad assicurare il farmaco sicuro e garantito (DOP) nelle mani del paziente, occorre lavorare anche sul versante comunicazione perché sia assunto correttamente. In questo caso il fattore chiave è la biunivocità del dialogo tra operatore sanitario e paziente. Nel dettaglio, il paziente non dovrebbero solo ascoltare i sanitari, ma partecipare attivamente alla propria salute facendo domande sulle prescrizioni, prendendosi la responsabilità di accertarsi che i medici cono scano il suo passato clinico. Gli operatori sanitari dovrebbero dedicare ai pazienti qualche minuto in più per istruirli sui farmaci e per ascoltare le loro domande sul loro impiego corretto o gli effetti collaterali. In tal senso dovrebbe essere chiamato in causa più attivamente il farmacista, che, nella cura del paziente, come ultimo front end della catena prescrittiva e distributiva, può divenire un vero e proprio responsabile della gestione terapeutica, affiancandosi al medico nel fornire informazioni essenziali sui farmaci, monitorandone la reazione e l'aderenza per ottimizzare la terapia farmacologica. Studi pubblicati (A pharmaceutical care program to improve adherence to statili thempyann. pharmacotheapyr 2010; 44:1905-13] confermano che l'intervento e i consigli del famicista possono portare ad un aumento del 20% dei pazienti che aderiscono correttamente alla terapia, con programmi relativamente economici e facili da applicare alla pratica cllnica e con un notevole risparmio per le casse pubbliche se si pensa al fatto che il mancato trattamento comporta prestazioni aggiuntive e perdita di produttività. Questo atteggiamento proattivo, si rifletterebbe sicuramente in un prezioso aiuto anche per il Ssn e risponderebbe in pieno anche alle esigenza di rifondare la farmacia dei servizi - così come descritto dalla Legge 69/2011 - aumentando le garanzie a tutela della salute del cittadino con progetti di disease management sul territorio, programmi di prevenzione ed educazione sanitaria a favore della comunità. Il tutto partendo da una comunicazione corretta sull'uso dei farmaci. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 42 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DOSSIER 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 76 I I Consiglio di Amministrazione dell'Aita con delibera del 26 gennaio u.s. ha approvato il regolamento per la disciplina dei conflitti di interesse al proprio interno. Il regolamento fa riferimento a una serie di norme locali (quali il regolamento approvato dal Cda Aifa a marzo 2010. il Decreto ministeriale del 28 novembre 2000 riguardante il Codice di comportamento delle pubbliche amministrazioni) e a regolamentazioni internazionali, quali il Codice di condotta dei dipendenti Ema e il memorandum d'intesa tra Ema e Autorità nazionali competenti degli Stati membri per la vigilanza sul livello scientifico e sull'indipendenza della vantazione effettuata dalle autorità nazionali competenti per i servizi da fornire all'Ernia. Lo schema di regolamento sancisce le definizioni dei principi fondamentali. APPARTENENZA (all'Agenzia del Farmaco). TRASPARENZA (dei processi). RESPONSABILITÀ (delle decisioni), nonché l'indipendenza degli esperti chiamati ad eseguire le valutazioni dei medicinali. La delibera contiene inoltre la definizione generale di Conflitto di interessi e precisamente: "Sussiste conflitto di interessi in tutti i casi in cui esista un conflitto trai doveri pubblici di tutti coloro che hanno un rapporto di lavoro o di consulenza con l'Agenzia e un loro interesse privato e/o personale, in grado di influenzare impropriamente il corretto adempimento dei loro doveri e delle loro responsabilità pubblicheo di produrre a loro vantaggio degli effetti diversi da quellipropri". L'ambito di applicazione de regolamento comprende, oltre ai dipendenti AIFA e i membri delle diverse Commissioni, tutti i soggetti coinvolti in procedure di valutazone dei medicinali. Il regolamento dettaglia poi quali siano gli interessi diretti, cosa si intenda per consulenza strategica per una società, per titolarità di brevetto o per interessi finanziari, precisando come lo "ScientificAdvice" che l'Esperto fosse chiamato a rendere su richiesta di un'Autorità regolatoria non venga considerato conflitto di interesse. L'art. 5 distingue le situazioni di "Sperimentatore principale" (responsabile per il coordinamento di altri sperimentatori) e di "Sperimentatore" (coinvolto in uno studio afferente uno specifico centro). Dopo tutte le definizioni vengono enunciati i principi del Regolamento, stabilendo, come regola generale. che "l'impiego in atto in una società farmaceutica o gli interessi finanziari attuali nell'industria farmaceutica sono incompatibili con il coinvolgimento nelle attività dell'AlFA". I conflitti di interesse vengono classificati in tre categorie in base al rischio (basso=l. mtermedio=2. alto=3) Le premesse sono promettenti, ma è evidente che il regolamento sarà tanto più applicabile ed applicato quanto più i soggetti coinvolti denunceranno propri conflitti d'interesse e in base alla capacità di AIFA di accertare preventivamente che il livello di conflitto sia compatibile con le attività della stessa Agenzia. Fonte: www.agenziafarmaco.it SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 43 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato AIFA Delibera per la disciplina dei conflitti di interesse 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 12 Grazie a una crescita dell'8-8.5% dell'export, la produzione farmaceutica italiana nel 2011 registra un debole +0.5% sul 2010 (25 mld si euro circa). E' il quadro fotografato da Farmindustria. Nel 2011 l'occupazione è scesa del 2.5-3% e le vendite in farmacia sono arrivate a 18.9 mld registrando un -1% a ricavo, nonostante un aumento del 2% delle confezioni vendute (per la riduzione dei prezzi), con un calo concentrato nei farmaci rimborsati dallo Stato (-2.6%). Il mercato dei farmaci C ha fatturato 3.17 mld nell'anno mobile a novembre, 56 mld in più del 2010. Stime al ribasso per il 2012 con l'export destinato a rallentare e il mercato interno che manifesterà nuovi segnali di crisi. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 44 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'export salva la produzione farmaceutica italiana SANITÀ REGIONALE 8 articoli 24/03/2012 Corriere della Sera - Bergamo Pag. 2 (diffusione:619980, tiratura:779916) Dal progetto ai lavori, ora la Procura vuol vederci chiaro L'inchiesta Dopo la bufera giudiziaria che ha travolto la famiglia Degennaro in Puglia, il filone bergamasco accelera G.U. Mentre la Dec, principale appaltatrice dei lavori per il nuovo ospedale di Bergamo, è finita nel terremoto giudiziario delle inchieste di Bari e di Milano, anche la Procura orobica vuole vederci chiaro. E in arrivo ci sono nuove verifiche. Il 13 marzo, in Puglia è scattato l'arresto dei costruttori Daniele e Gerardo Degennaro, proprietari dell'impresa. Ora, a Milano, uno dei Degennaro è finito nelle carte dell'inchiesta sul crac del San Raffaele. Un indagato dice di averlo visto portare dei soldi in una valigia a Mario Cal, vicepresidente dell'ospedale milanese che si è tolto la vita lo scorso luglio. Novità che danno un'accelerata all'inchiesta che già dal 2010 era stata aperta dalla Procura bergamasca sul nuovo ospedale. Le indagini erano partite da un'intercettazione in un'indagine della Procura di Busto Arsizio per sfruttamento della prostituzione. Chi parlava al telefono, aveva fatto dei riferimenti agli appalti per la struttura alla Trucca. Da qui la segnalazione alla Procura di Bergamo. Il pubblico ministero Giancarlo Mancusi aveva quindi aperto un fascicolo per turbativa d'asta e abuso d'ufficio relativamente alle sole procedure per la forniture degli impianti. Era ed è a carico di ignoti. Le carte degli appalti sono già state acquisite da tempo. Ora, però, il pubblico ministero è intenzionato ad andare oltre. Anche alla luce delle recenti vicende che stanno coinvolgendo i fratelli Degennaro, le verifiche si estenderanno. Il magistrato vorrà comprendere nel dettaglio le procedure di appalto per l'assegnazione del progetto della struttura alla Trucca. E ancora, vorrà approfondire anche il procedimento con cui sono stati assegnati i lavori alla Dec. Per avere un quadro completo sul «Beato Giovanni XXIII», è probabile che il magistrato si interessi anche del contenzioso tra l'Azienda Ospedali Riuniti e la società costruttrice, che ha presentato riserve di 150 milioni di euro per lavori aggiuntivi. Su questo fronte, è in corso una consulenza tecnica d'ufficio disposta dal giudice civile di Bergamo, con scadenza a fine settembre. L'impegno della Dec alla Trucca è ora limitato alla realizzazione della trincea drenante contro le infiltrazioni d'acqua nei sotterranei della nuova struttura. Sono state il tormentone dei lavori. L'intervento è in corso e dovrebbe concludersi entro il 30 marzo. La costruzione della barriera era stata assegnata alla Dec con un affidamento diretto, cioè senza gara di appalto, per motivi di urgenza e di sopravvenuti imprevisti. Le infiltrazioni, appunto. La Termigas, ultima socia superstite della Dec nell'Ati, dopo il fallimento della Busi si è invece accollata il completamento degli impianti. La prossima tappa necessaria per rispettare la tabella di marcia, che fissa l'apertura del nuovo ospedale per ottobre 2012, sono i collaudi, in fase di ultimazione. I risultati finali non sono ancora noti. Sono fondamentali perché l'ospedale possa aprire i battenti, così come le verifiche dei vigili del fuoco per il rilascio del certificato di prevenzione degli incendi. Il passo successivo sarà la verifica dell'Asl, che dovrà effettuare i controlli per l'accreditamento dei posti letto della struttura. Nel frattempo si prosegue con alcune rifiniture. Impianti, alcune vetrate difettose a copertura delle gallerie, arredi, pavimenti da aggiustare: piccoli ritocchi rispetto all'intera struttura, ma pur sempre un impegno non da poco nella corsa contro il tempo per poter aprire entro l'autunno. RIPRODUZIONE RISERVATA 340 Foto: I milioni di euro preventivati come costo per la realizzazione del nuovo ospedale di Bergamo, il «Beato Giovanni XXIII» SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 46 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Nuovo ospedale, nel mirino gli appalti e il contenzioso 24/03/2012 Corriere della Sera - Bergamo Pag. 2 (diffusione:619980, tiratura:779916) SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 47 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 85 Foto: I milioni di euro di costi aggiuntivi stanziati dalla Regione nel 2011. Di questi, 28,5 sono per la gestione del contezioso 150 Foto: I milioni di euro di riserve chiesti dalla Dec per costi aggiuntivi. La vicenda è al vaglio del giudice civile 24/03/2012 La Repubblica - Bari Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) Nuovo Fazzi di Lecce "Si indaghi sulla Asl" A rischio i 117 milioni per l'ospedale: "È mancato il dovere di controllo" PIERO RICCI IL NUOVO ospedale "Vito Fazzi" di Lecce rischia di rimanere sulla carta. E, dopo cinque anni, si rischia di perdere il finanziamento previsto. Quei 117 milioni di euro che servono per realizzare 12 nuove sale operatorie e 490 posti letto, rischiano di andare in fumo per «un pasticcio» sull'appalto. Lo denuncia il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese in un'interrogazione al governatore pugliese Nichi Vendola e all'assessore alla sanità, Ettore Attolini. «Non solo non partono i lavori - racconta Palese - ma la vicenda già oggetto di contenziosi amministrativi, si arricchisce anche di presunti atti falsi presentati dall'azienda attualmente aggiudicataria dell'appalto e, pare, non verificati dalla Asl di Lecce». Palese racconta di una vicenda «inquietante per i ritardi accumulati» nella quale c'è la Asl di Lecce che avrebbe affidato nel 2009 la progettazione all'Università del Salento con una procedura dichiarata illegittima del Tar a febbraio 2010. Poi arriva una gara vinta dalla Cobar di Altamura che, in seguito al ricorso presentato dalle due arrivate seconda e terza, la CCC e la Matarrese spa, Tar e Consiglio di Stato stabiliscono, a fine 2011, che la Cobar, alla quale la Asl di Lecce ha aggiudicato la gara, va esclusa perché ha presentato l'offerta in ritardo. Ma la storia continua: la Asl - racconta Palese - fa scorrere la graduatoria, scegliendo la CCC che propone un ribasso del 36% sui 95 milioni di euro. Ma anche questa aggiudicazione viene contestata. Dalla Matarrese che invia esposti a diffide sostenendo che i ribassi sarebbero falsi e chiedendo, quindi, che la Asl revochi l'aggiudicazione. «Ce n'è abbastanza - concluce il capogruppo del Pdl - per chiedere al presidente Vendola e all'assessore Attolini, di attivare tutti gli strumenti ispettivi per verificare le inadempienze della Asl e di valutare l'ipotesi di avocare alla giunta l'intera procedura per accelerare l'inizio dei lavori». Foto: L'ospedale Fazzi di Lecce SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 48 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La polemica Interrogazione di Palese (Pdl) su atti falsi e ritardi 24/03/2012 La Repubblica - Torino Pag. 13 (diffusione:556325, tiratura:710716) Scienze Naturali, anche una foresta pluviale nel museo di Celli che s'inaugura in autunno Tra i piani futuri il tunnel d'ingresso da piazzale Fusi e una collezione di Farmacia MARINA PAGLIERI RACCONTI multimediali, scatole come eventi espositivi, exhibit interattivi, touch screen. Ancora spazi virtuali in cui è possibile conservare i reperti in relazione ai loro habitat e un'installazione dell'artista Piero Gilardi, con un pezzo di foresta pluviale in poliuretano in cui le foglie degli alberi si muovono al passaggio del pubblico. Da settembre si potrà visitare al Museo di Scienze Naturali il nuovo allestimento permanente, ospitato al piano terra nei magnifici spazi barocchi della crociera di Castellamonte. È il cosiddetto Lotto XIV, che dopo anni di rinvii e interruzioni vede infine la luce grazie alla conclusione dei lavori, prevista per l'estate, per cui si sono spesi 5,4 milioni (di cui 4,1 milioni provenienti dall'Unione Europea, con i fondi Fesr, il resto arriva dalla Regione). Nel 2007 il professore bolognese Giorgio Celli si è aggiudicato con Euphon Communication la gara per ideare una nuova esposizione dei reperti, battendo candidati eccellenti come Piero Angela. Dopo la scomparsa di Celli, la scorsa estate, è toccato ai responsabili della Euphon continuare l'opera, illustrata ieri in via Giolitti. Il percorso si snoda attraverso tre macro-aree, a partire dalla Wunderkammer, vera e propria "stanza delle meraviglie", per proseguire con la sezione dedicata ai meccanismi che danno origine alla diversità della vita, esplorando infine le relazioni tra gli organismi viventi e l'ambiente nella foresta pluviale del Madagascar, dove sono attivi ricercatori piemontesi legati all'università e allo stesso museo. Non manca una multivisione dedicata a Charles Darwin e ai suoi travagli interiori e un gioco di ruolo, per definire una "zona di conservazione". L'intento, hanno spiegato i responsabili della Euphon, è quello di aiutare a comprendere, attraverso reperti e ricostruzioni scenografiche in cui entra in campo la tecnologia, il mondo naturale, raccontando al tempo stesso il lavoro del museo. Fornire insomma una sorta di "archivio" della biodiversità, una miniera di dati per studiare la natura e contribuire alla salvaguardia degli ambienti. Il progetto, che si sviluppa su una superficie complessiva di duemila metri quadrati, intende mettere soprattutto al centro il visitatore, sostituendo all'osservazione la partecipazione. «Il "terribile" lotto XIV che qui presentiamo non si pone come luogo che chiude qualcosa, sempre di più questo deve affermarsi come un museo da vivere, come un museo quotidiano» ha detto l'assessore regionale Michele Coppola, ricordando il grande afflusso del 2011, 190 mila visitatori, mentre erano 70 mila nel 2006. Tra i progetti, la creazione di una rete con gli altri musei di scienze naturali del Piemonte, magari di piccoli comuni. Già oggi possono ottenere a costo zero una delle 35 mostre realizzate in via Giolitti negli ultimi anni. Tra gli obiettivi futuri, anche la creazione di un ingresso del museo in piazzale Valdo Fusi, collegato all'edificio da un tunnel, e un Museo della Farmacia, da allestire all'interno dello storico locale del piano terreno. Foto: COME SARÀ Nei rendering una parte del futuro percorso di vista del Museo di Scienze SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 49 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il nuovo allestimento avrà scatole magiche, schermi interattivi e una "Wunderkammer" per raccontare la biodiversità Il progetto 24/03/2012 La Repubblica - Napoli Pag. 4 (diffusione:556325, tiratura:710716) Iannelli, sentiti nuovi testi "Un intervento 11mila euro" Le accuse dei pazienti "dirottati" a Villa del Sole Il racconto della donna-detective "Mio padre, dal Cardarelli alla clinica e ritorno" DARIO DEL PORTO LA PROCURA ha svolto verifiche sui casi di altri 10 pazienti che, nel semestre tra luglio e dicembre 2011, hanno lasciato l'ospedale Cardarelli per essere ricoverati presso la clinica Villa del Sole. Le dichiarazioni dei testi sono state depositate agli atti dell'udienza di Riesame, fissata per venerdì scorsoe rinviataa lunedì mattina, che dovrà decidere sull'istanza di scarcerazione avanzata dagli avvocati Bruno Von Arx e Maurizio Lojacono, difensori del professor Paolo Iannelli, accusato di concussione e principale protagonista dell'indagine condotta dai pm Francesco Curcio e Henry John Woodcock coordinati dal procuratore Francesco Greco. Alcune delle persone ascoltate hanno risposto, alle domande dei carabinieri del Nas, che se non fosse stato prospettato un lungo periodo di attesa presso il Cardarelli non avrebbero optato per le cure a Villa del Sole. La documentazione è adesso al vaglio dei giudici del Riesame. Iannelli si è sempre difeso negando di aver mai indotto i pazienti a lasciare la struttura pubblica per la clinica privata e ribadendo di aver sempre improntato la propria attività professionale al rispetto degli ammalati e dei loro diritti. Fra i testi figurano anche le figlie e il nipote di un degente di 71 anni (poi deceduto per cause indipendenti dai fatti al centro dell'inchiesta) ricoverato il 21 agosto 2011 al Cardarelli per una frattura al femore e al bacino. Una delle figlie, Rachele, è la donna che il 7 marzo, all'indomani del blitz, ha anche consegnato ai carabinieri il cd con la registrazione di uno dei colloqui intercorsi con il professor Iannelli. L'altra figlia, Loredana, ha raccontato che, mentre il padre era ricoverato su una barella, fu «avvicinata dal dottor Paolo Iannelli» il quale le avrebbe detto che non poteva operare il paziente prima di 40 giorni «mostrando fogli manoscritti asserendo che erano tutti pazienti che dovevano essere operati prima» e aggiungendo «che temeva per la vita di mio padre». Così le figlie decisero di trasferire il paziente a Villa del Sole dove il 23 agosto fu operato. Due giorni dopo però, si legge nel verbale sottoscritto da Rachele e allegato all'indagine, fu fatto presente che «il quadro clinico era seriamente compromesso» e che era consigliato il trasferimento al Cardarelli, stavolta in terapia intensiva. Iannelli avrebbe anche precisato che, insieme a un altro medico, un anestesista che non risulta indagato, «per il nuovo ricovero di mio padre avrebbe provveduto a bypassare ogni lista d'attesa». L'uomo fu ricoverato quel giorno stesso al Cardarelli e il 30 agosto, quando le sue condizioni migliorarono, trasferito dalla Terapia intensiva in Ortopedia «ma non sulla barella bensì in una stanza con due posti letto della quale - sostiene Rachele - un'infermiera, di cui non ricordo il nome, disse essere la stanza riservata al dottor Iannelli». Rachele ha registrato su un cd un colloquio con il primario dopo l'ultima visita di controllo successiva al ritorno a casa del paziente. In quella occasione la donna avrebbe detto al primario che il padre «aveva preparato una parte dei soldi, 4 mila euro a fronte degli 11 mila richiesti, che gli sono stati consegnati in contanti direttamente da mio padre in una busta. Su mia richiesta - si legge nel verbale - Iannelli mi disse che la rimanenza potevano pagarla con assegni di cui si riservava di indicarci il beneficiario». Questo è l'unico dei nuovi casi esaminati dagli investigatori dove il teste ha fatto riferimento a un pagamento non fatturato. Per altri pazienti è stata acquisita anche la documentazione contabile. PER SAPERNE DI PIÙ www.giustizia.it www.ospedalecardarelli.it Foto: VILLA DEL SOLE La clinica privata Villa del Sole Foto: I personaggi Foto: IANNELLI Il primario Paolo Iannelli sospeso dal Cardarelli Foto: WOODCOCK Il pubblico ministero John Henry Woodcock Foto: GRECO Il procuratore aggiunto Francesco Greco SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 50 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'inchiesta 24/03/2012 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 12 (diffusione:105812, tiratura:151233) Dossier della diocesi di Udine per invitare il legislatore a varare un piano regionale che eviti chiusure indiscriminate e promuva riconversioni (F.D.M.) UDINE . La Regione Friuli-Venezia Giulia ha avviato una profonda riforma che prevede, come dato più evidente, l'unificazione delle 6 Ass. Le Aziende ospedaliero universitarie di Udine e Trieste e quella di Pordenone avranno un percorso gestionale ed economico a sé stante, distinto da quello degli ospedali di rete. L'Azienda di Udine, ad esempio, si troverebbe a gestire anche gli ospedali di Tolmezzo, Gemona, San Daniele, Palmanova, Latisana e il Gervasutta. Ma l'arcidiocesi di Udine, attraverso l'Assemblea dei cristiani e in particolare la Comunità di ricerca sulla sanità, è intervenuta per dire di sì all'azienda unica regionale, ma consigliando di mantenere nella loro autonomia i piccoli ospedali, ancorché rinnovandoli nelle funzioni. Come viene descritto nelle circa 40 pagine del dossier offerto al legislatore per migliorare la proposta riformatrice, si osserva che «alcune strutture ospedaliere attualmente esistenti in FriuliVenezia Giulia sono insostenibili in quanto tali e non sono in condizioni di dare reali garanzie di una sanità di alto livello». La constatazione di insostenibilità di alcuni presìdi non significa, però, che si deve pensare a chiusure e razionalizzazioni, quanto piuttosto a riconvertirli in Rsa, day hospital, day surgery, strutture riabilitative o di accoglienza per l'anziano e per altri malati cronici. Esemplificando, alcune strutture invece potrebbero essere rilanciate e irrobustite, quali l'Istituto di medicina fisica e di riabilitazione Gervasutta che potrebbe diventare ospedale riabilitativo ad alta specializzazione di riferimento regionale, nazionale e internazionale (Austria, Slovenia), pensando anche a forme di intervento integrato pubblicoprivato. Il problema è quello della razionalizzazione della spesa e del mantenimento della migliore qualità di servizio. Ecco, pertanto, che - sostiene la Chiesa friulana «si deve discutere anche sul mantenimento di servizi e specialità ridondanti e costosissime, come le due neurochirurgie e le due cardiochirurgie: una razionalizzazione anche a questo proposito non solo è possibile, ma doverosa». SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 51 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Friuli, la riforma sanitaria tuteli «i piccoli ospedali» 24/03/2012 Il Secolo XIX Pag. 9 (diffusione:103223, tiratura:127026) SCHMALLENBERG, IL VIRUS CHE SPAVENTA L'EUROPA COLPISCE BOVINI, PECORE E CAPRE ILARIO LOMBARDO LO HANNO battezzato "Schmallenberg", come la località tedesca in cui è stato isolato la prima volta, a 80 chilometri da Colonia. È il virus che sta aggredendo le fattorie e agitando i laboratori di mezza Europa. Febbri alte, diarrea, perdita di peso e riduzione della produzione di latte, sono i sintomi individuati nell'agosto 2011 su una mandria di bovini e poi su altri casi fuori dalla Germania. Il virus si sta diffondendo velocemente e ha già causato aborti e malformazioni congenite anche in ovini e caprini in Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Gran Bretagna e Francia. La Bbc è stata la prima a dare la notizia dell'allarme, subito ripresa dall'Istituto zooprofilattico di Torino che sta approfondendo il fenomeno. Anche perché in Italia, nella seconda metà di febbraio, è stato confermato l'arrivo del virus, su un capretto della provincia di Treviso. Dai primi studi si ritiene che venga trasmesso, tramite la puntura di insetti, zanzare e culicoides, soprattutto, e attraverso la placenta da madre a figlio. Per evitare il contagio del panico, il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo della malattie (Ecdc) ha fatto sapere che l'uomo ne sarebbe immune, anche se non ci sono certezze assolute neanche su questo, almeno nell'attuale fase di ricerca. Resta per l'Italia un rischio molto alto, spiega Alessandra Pautasso, dell'istituto torinese, perché, come si è visto con la febbre del Nilo, la posizione centrale nel Mar Mediterraneo, incrocio naturale di flussi commerciali ed emigrazioni, rappresenta un crocevia per la diffusione dei virus. SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 52 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato UN CASO IN ITALIA, IMPROBABILE IL CONTAGIO PER L'UOMO 24/03/2012 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Brindisi Pag. 20 (diffusione:48275, tiratura:63756) Ospedale, si può puntare al top Incremento del Punto nascite e attivazione della Terapia intensiva gli obiettivi da perseguire l C O P E R T I N O. «Le prestazioni offerte dalla Sanità a Copertino sono tra le più qualificate, soprattutto per l'alta professionalità e l'abnegazione degli operatori». È quanto ha affermato il direttore generale dell'Asl Lecce, Valdo Mellone , nel corso della seduta consiliare monotematica di giovedì scorso sulle prospettive future alla luce del piano di riordino ospedaliero. Mellone, dopo aver ascoltato i numerosi interventi dei partecipanti dai quali sono emersi interrogativi e criticità, ha fatto sapere che «non ci sono miracoli in quanto il piano di rientro finanziario imposto dalla Regione non ha permesso, finora, di soddisfare le attese di tutti. Tuttavia», ha sottolineato, «proprio grazie al pieno di rientro è stato possibile superare certe superfetazioni, fino ad ottenere un tesoretto (100 milioni) dal quel piano, parte del quale sarà assegnato alla Asl di Lecce per qualche timida assunzione» . Poi, ha aggiunto che forse il ciclone dei tagli non è ancora passato. «C'è un margine di imponderabilità», ha aggiunto, «in quanto sono possibili altre sforbiciate che potranno venire dalla conferenza Stato-Regioni e che interesseranno tutta la rete sanitaria nazionale». La seduta è stata aperta dal sindaco Giuseppe Rosafio che ha invocato «un rafforzamento dell'eccel lenza del presidio ospedaliero Copertino-Nardò». E' seguita una raffica di interventi da parte di alcuni consiglieri comunali tra cui Pietro Nestola, Tonio Tondo, Laura Alemanno, Giovanni De Lorenzi , del vice sindaco di Nardò, Carlo Falangone , il quale ha assicurato che la sua città «ha messo da parte ogni campanilismo a favore di un'org anizzazione ospedaliera efficiente, efficace e di qualità». Quindi , sono seguiti l'assessore provinciale P i e rl u i g i Pa n d o e i consiglieri regionali Saverio Congedo e Andrea Caroppo . Più tecnici sono stati gli interventi di alcuni dirigenti di unità operative complesse tra cui quello di Donato De Giorgi (Chi rurgia) che ha tratteggiato il volume delle patologie trattate e sollecitato l'attivazione della Terapia intensiva post operatoria. Pietro Caprio (Pediatria) ha insistito sulla necessità che l'ospe dale Copertino-Nardò, dove si sono registrate il maggior numero di nascite dopo il "Fa z z i " di Lecce, sia il quinto punto nascita dell'Asl. Infine il direttore del distretto socio sanitario di Nardò, Umberto Caracciolo , il direttore medico del presidio ospedaliero Luigi Cosentino e quello amministrativo, Gigi Muci . [g.g.] SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 53 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL DIRETTORE GENERALE DELLA ASL, OSPITE NEL CONSIGLIO MONOTEMATICO SULLA SANITÀ , TRACCIA UN QUADRO PROMETTENTE 24/03/2012 Il Giornale del Piemonte - Ed. nazionale Pag. 11 (diffusione:12684, tiratura:39829) Farmacie comunali il bancone pareggia e guarda al «movi» Ipotizzata apertura alla nuova stazione riattiverebbe un punto vicino al S. Croce REPLICA ALLA LEGA Botta: «Privatizzarci ora che ci espandiamo? Chi lo dice, altrove difende realtà come la nostra» ALESSANDRO ZORGNIOTTI da Cuneo Far rivivere tra la stazione ferroviaria e l'ospedale Santa Croce il mito della Farmacia San Paolo? Questa è l'intenzione delle Farmacie comunali, forti del raggiungimento di un «pareggio tecnico e strutturale» - come viene rimarcato orgogliosamente - e adesso orientate con maggiore serenità a una «espansione da perseguire però sempre in maniera realistica e stando con i piedi per terra», come argomenta il presidente della srl municipale, Fabrizio Botta. Il quale annuncia: «La prossima settimana sottoporremo al consiglio di amministrazione della srl il rendiconto di competenza dell'esercizio finanziario 2011 che certifica l'avvenuto risanamento e crea le basi per programmare con maggiore serenità il prossimo futuro». Futuro nel quale si inserisce la prospettiva dettata dal decreto Monti in tema di liberalizzazioni, che potrebbe riservare ulteriori sviluppi a seguito della definitiva conversione in legge da parte del Parlamento, ma anzitutto un presente sul quale si innesta inevitabilmente la campagna elettorale già in corso. «Sento parlare di privatizzazione a scatola chiusa - rimarca Botta - da parte del candidato sindaco di un partito, la Lega, che in sede parlamentare e laddove governa, e mi riferisco soltanto per fare un esempio alla vicenda di Verona, fa delle municipalizzate e in specifico delle farmacie comunali il proprio vanto e un punto da difendere. Inoltre, la cessione si decide per una realtà in perdita, e noi non lo siamo più, oppure in fase calante, non di certo quando la stessa è in espansione». Proprio sui progetti orientati in questo senso si sofferma il presidente delle Farmacie municipali, entrato in carica a metà del 2010 e reduce dal primo esercizio finanziario pieno della sua gestione: «Il 2011, oltre a chiudersi con un pareggio limpido, al netto di partite "una tantum" o straordinarie, evidenzia una dinamica dei ricavi che si colloca in forte controtendenza positiva sul dato medio nazionale, con una crescita del 6 per cento che porta il totale a 4 milioni di euro». Quindi il ragionamento sul decreto Monti: «A livello nazionale, l'Associazione delle Farmacie comunali si è battuta perché potesse ottenere una prelazione, ovvero un diritto di precedenza nell'assegnazione delle maggiori licenze conseguenti ai nuovi parametri di calcolo del rapporto tra esercizi farmaceutici e numero di abitanti. Parametri per effetto dei quali un Comune come il nostro dovrebbe autorizzare tre nuove aperture. Questo purtroppo non è stato possibile, e lo dico con rammarico anche perché in alcune zone così dette marginali del territorio, il ruolo delle Farmacie comunali avrebbe permesso di rendere fattibili queste iniziative che assumono una valenza non solo economica ma anche sociale, connaturata del resto alla nostra missione sì aziendale ma di tipo pubblico». La prospettiva di interesse che a questo punto si apre riguarda le novità connesse alla conversione in legge del decreto così detto «Cresci Italia», con delle deroghe di tipo straordinario per aperture dirette aggiuntive di punti per la vendita dei farmaci in luoghi di particolare importanza logistica come appunto le stazioni: «Da qui ha tratto origine l'idea di aprire presso il Movicentro, che costituisce un punto di collegamento tra la stazione Fs e l'Ospedale. Naturalmente non siamo i soli a poter decidere, l'iter deliberativo passa anche dalla Regione, però è nostra intenzione ribadire questa possibilità e sottoporla al sindaco Valmaggia che ha sostenuto fin dall'inizio la nostra opera di risanamento e rilancio». SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 24/03/2012 54 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LIBERALIZZAZIONI PROFESSIONI 3 articoli 24/03/2012 Milano Finanza - Ed. nazionale Pag. 20 (diffusione:100933, tiratura:169909) Caso Pfizer-Antitrust, un warning per le case farmaceutiche Una legnata da 10.600.000 euro. la storica sanzione recentemente inflitta dal Garante della Concorrenza (Agcm) alla casa farmaceutica Pfizer per abuso di posizione dominante nel mercato di farmaci per la cura del glaucoma. Oggetto dello strale dell'Agcm è l'estensione temporale dell'esclusiva brevettuale ventennale, illecitamente (secondo l'Agcm) ottenuta tramite il deposito di una domanda di brevetto divisionale (ossia una variazione di un brevetto anteriore) successivamente dichiarata nulla. Grazie al deposito del brevetto divisionale, e alla conseguente presentazione del relativo certificato di protezione complementare (che consente di recuperare, come periodo di esclusiva, il lasso di tempo necessario per l'ottenimento dell'autorizzazione alla commercializzazione dei farmaci), Pfizer era riuscita a ottenere un allungamento di oltre due anni della durata ventennale dell'esclusiva. Da qui la reazione del garante che scorge in tale condotta un illecito dominio anticoncorrenziale. Nel settore farmaceutico il deposito di diverse domande divisionali che insistono su un unico brevetto originario è prassi ampiamente utilizzata dalle aziende produttrici di farmaci innovativi (originator). Ciò determina la costruzione di una fitta ragnatela brevettuale a protezione di una medesima specialità medicinale con l'effetto di bloccare lo sviluppo di nuovi farmaci concorrenti e di rallentare l'ingresso sul mercato dei farmaci generici. Secondo l'Agcm, questo allungamento virtuale della vita del brevetto originario, declinato nelle diverse domande divisionali, non è tollerabile, se il brevetto divisionale non è qualcosa di davvero nuovo. La sola pendenza di una domanda divisionale e la conseguente possibilità di vedere estesa la durata dell'esclusiva con il rilascio del Cpc ha l'effetto di scoraggiare i programmi di lancio dei farmaci generici che, pensati rispetto alla data di scadenza naturale del brevetto originario, vengono stravolti e i relativi investimenti pregiudicati. Nel caso Pfizer, secondo le stime Antitrust, il ritardato ingresso di farmaci generici avrebbe gravato sul servizio sanitario per 14 milioni. Quale lezione possono trarre gli originator e i genericisti? Per i primi si profila la necessità di un maggior rigore tecnico-scientifico nel definire la strategia di gestione e di tutela dei portafogli brevettuali. Dosaggi, modalità di assunzione o riformulazioni dello stesso principio attivo difficilmente infatti si qualificano come il risultato di una vera innovazione, viceversa necessaria per il riconoscimento di una valida privativa, ancorché divisionale. Agli effetti di una declaratoria di nullità del brevetto divisionale si aggiunge la possibilità di una eventuale riqualificazione del vantaggio temporale così conseguito dal titolare del brevetto, potendo riconoscersi una fattispecie di abuso di posizione dominante; in tal caso, la sanzione, come siè visto, può toccare livelli siderali (10% del fatturato realizzato dal reo). Inoltre il precedente dell'Agcm andrà a incoraggiare, da parte dei genericisti, azioni di stretto monitoraggio delle privative originarie e divisionali degli originator, con conseguente rischio patrimoniale, che potrebbe derivare a questi ultimi dal riconoscimento dell'invalidità delle privative. Il tutto specie se calato nell'attuale scenario socio-politico, dove la propulsione dei genericiè intesa come misura di stimolo concorrenziale e opportunità di alleggerimento del bilancio del Ssn. Paola Boniello PROFESSIONI - Rassegna Stampa 24/03/2012 56 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I FERRI DEL MESTIERE 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 42 Medical Device companies.3 Silvio Gherardi, Baxter: il coraggio di investire in Italia Dialogo con il Presidente e Amministratore Delegato di Baxter Forte di qualche decennio di management e direzione in alcune delle più importanti aziende mondiali ha un'ampia visione ed esperienza nel settore dei Medicai Device (MD). Visione che è il frutto, di un buon mix tra conoscenza del farmaco, dei dispositivi, del mercato interno e degli equilibri globali. Il tutto supportato da un background clinico, visto che Silvio Gherardi ha iniziato la sua carriera professionale come medico di pronto soccorso. Attiva in un ambito terapeutico molto vasto che comprende emoderivati, emofilia, dialisi peritoneale, nutrizione parenterale, vaccini e criticai care, Baxter si attesta tra i primi 5 player del settore con un fatturato di circa 400 milioni di euro. Con Gherardi abbiamo provato a terminare il giro d'orizzonte di questo primo affondo nel segmento dei dispositivi medici. "Dialogando con AboutPharma non vorrei dare messaggi che riguardano esclusivamente il settore dei medicai device", ci ha confessato Gherardi in una pausa di una sua giornata lavorativa. "Baxter è un'azienda particolare: il portafoglio prodotti prevede farmaci, dispositivi medici, specialità farmaceutiche e farmaci generici. Siamo l'unica azienda italiana iscritta alle tre associazioni più importanti del settore - Assobiomedica, Farmindustria e Assogenerici. Questo ci da una visione a 360 gradi. Per cui il mio vuole essere un ragionamento di politica sanitaria a tutto campo". Professar Gherardi, proviamo a fare questo "ragionamento politico" partendo da ima domanda: nelle opinioni già raccolte abbiamo nastrato il dato che il settore dei dispositivi medici produce per oltre otto miliardi di euro, ma non "pesa" a sufficienza. Lei ha un'idea del motivo recondilo? Perché non pesiamo abbastanza? Sostanzialmente ritengo che siano due i fattori a giocare un ruolo determinante. Il primo di natura esterna; il secondo, interno. Prima di tutto ad oggi, nella percezione del cittadino, il concetto di salute e di cura coincide ancora con l'atto di assumere un farmaco. Non si ha, al contrario, la percezione del valore del dispositivo medico. L'importanza dell'uso di una pompa infusionale, ad esempio, non è percepito dal paziente fino quando la sua condizione non lo costringe a doversi nutrire artificialmente. Come produttori poi - e qui è necessario fare autocritica - non siamo stati in grado di far capire l'enorme valore aggiunto che il device è in grado di apportare alla qualità della vita del paziente. A suo parere quali sono i pregi e (juali i difetti della situazione italiana? La mia esperienza trentennale nel settore mi insegna che il trend italiano è equivalente a quello degli altri Paesi dell'area mediterranea. L'approccio cambia nei Paesi del nord Europa dove è differente il modo di considerare la Sanità. L'intera filiera è vista come parte integrante di quello che potremmo definire il "valore salute". Ritardi, payback, sforamenti, pullulila* di comitati etici, federalismo a macchia di leopardo: avete un ragionamento da controproporre per la sostenibililà del vostro settore? Le aziende farmaceutiche sono chiamate a ripianare gli sfondamenti dei tetti di spesa sanitaria perché si presuppone che l'anomalo consumo dei fermaci sia dovuto ad una bieca attività commerciale generata dalle aziende stesse. Un ragionamento che viene applicato di fatto solo al settore farmaceutico. Per essere più chiaro vado su un tema che ultimamente anche il Ministro della Salute Renato Balduzzi sta affrontando: il 50% dei bambini italiani oggi è al limite dell'obesità. Perché non viene chiesto alle aziende produttrici di merendine o di 'junk food' di ripianare la spesa di tutti quei fermaci che si rendono necessari per curare ragazzi obesi o adulti con diabete di tipo 2? L'atteggiamento persecutorio verso le aziende del farmaco è unico e insolito: le aziende produttrici di sigarette forse ripianano i costi sociali del cancro al polmone? In Italia parlando di Medicai Device si torna spesso sulla necessità di "mettere a norma il settore". Lei concorda con questa richiesta? Più che quello dei 'dispositivi', io vorrei fosse messo a norma il "settore salute". In questo preciso momento della vita politica italiana il nostro Paese è guidato da tecnici anziché da politici. Nella Salute il paradosso è che continuiamo ad essere guidati da politici invece che da tecnici con un'incapacità da parte di alcune Regioni di gestire in maniera efficace ed efficiente le risorse. Il mio auspicio è che si ridia ai PROFESSIONI - Rassegna Stampa 24/03/2012 57 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MEDICAL DEVICE 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 42 PROFESSIONI - Rassegna Stampa 24/03/2012 58 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato tecnici della Salute la vera gestione di queste problematiche anche a fronte di un finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) di 108 miliardi di euro, cifra davvero notevole. Cosa c'è che più la lascia perplesso? La qualità dei singoli, lo sviluppo del federalismo, la visione complessiva....? Oggi l'approccio è top-down, con un governo centrale che definisce fondi e un governo regionale che li alloca, senza tener conto delle effettive necessità territoriali. Dovrebbe, invece, essere il contrario, ossia dal basso verso l'alto. Un'analisi accurata del territorio e delle esigenze dei cittadini consentirebbe una effettiva razionalizzazione e corretta allocazione delle risorse sulla base delle reali necessità territoriali. Mi permetta: forse allora "mettere a norma" non è esattamente una cosa inutile. In un mondo ideale sarebbe auspicabile che i tecnici facessero il loro lavoro al di fuori dei condizionamenti politici, cercando di capire la domanda di salute e su questa costruire una risposta efficace attraverso il coinvolgimento di tutti i settori interessati, quindi anche delle aziende produttrici di dispositivi medici. Quando si affrontano questi argomenti anche l'industria dovrebbe essere ascoltata insieme agli altri interlocutori istituzionali. La nostra esperienza e conoscenza del settore potrebbe dare un Ritiene possìbile un nuovo tavolo dì governo per la Sanità? E se si, a quali condizioni? Non si deve più 'costruire sul vecchio'. Dovremmo avere la forza di ripartire su presupposti nuovi: il settore della salute è un sistema di vasi comunicanti. Tutti dovrebbero poter dare il proprio contributo per ottenere un fine comune. Avere un interlocutore unico per la Salute sarebbe auspicabile. Servirebbe più omogeneità nell'accesso alle cure. Mei non potrebbe essere proprio la Conferenza Stato-Regioni questo soggetto capace di sintesi? Certamente a patto che la Conferenza Stato Regioni assolvesse a pieno il suo compito di semplificare il dualismo tra "centrale" e "periferico", che allo stato attuale impedisce un'autentica governarne in grado di operare anche sul controllo degli sprechi. Il mondo dei dispositivi medici è creditore dallo Stato Italiano per circa 5,5 miliardi di euro, con ritardi di pagamento che a volte sfiorano i 4 anni. Come vìve una grande azienda questi ritardi? Il settore dei medicai device è caratterizzato, nella maggior parte dei casi, da piccole-medie imprese. A fronte di fatturati che si aggirano intorno ai 10 milioni di euro e di ritardi di pagamento dei crediti che arrivano fino a 300 giorni, diventa spesso difficile riuscire a sopravvivere. In Italia molte aziende si sono trovate nella condizione di dover chiudere centri di ricerca e di produzione proprio per questi motivi. La capacità di sopravvivenza da parte di una multinazionale è ovviamente diversa anche se il trend mette a dura prova anche le big. È sempre più difficile convincere a livello internazionale sull'opportunità di continuare ad investire in Italia. Baxter ha sempre creduto nel nostro Paese tanto che, negli ultimi 3 anni, ha investito circa 56 milioni di dollari in uno stabilimento di produzione a Rieti per la lavorazione degli emoderivati. Investire sul territorio produce ricchezza in termini di lavoro, indotto, ricerca. Se le aziende framaceutiche smettessero di investire, alcune Regioni si troverebbero ad affrontare problemi ancora più grandi. Tuttavia, sono spesso proprio le Autorità Regionali ad imporre continui tagli al settore, bloccando di fatto investimento e sviluppo. Guardando al futuro, con la speranza che sia meno buio, cosa c'è nella pipeline di Baxter? La nostra è un'azienda che ha un approccio sostanzialmente innovativo. Mettere insieme farmaco e dispositivo non basta più. Occorre che le cose arrivino al posto giusto nel momento giusto. Noi - forse non siamo gli unici, ma sicuramente siamo stati tra i primi in questo senso - guardiamo al futuro puntando ad offrire gratuitamente servizi con un notevole peso specifico per la qualità della vita del paziente. Assistiamo i pazienti attraverso personale infermieristico Baxter per far si che la malattia cronica sia gestita, in modo efficace ed efficiente, a domicilio del paziente. Nel caso dell'emofilia, ad esempio, tra i tanti servizi di assistenza, offriamo la terapia riabilitativa a casa attraverso personale specializzato. Al paziente viene fornita gratuitamente una piattaforma WiiFit per eseguire gli esercizi riabilitativi. Un servizio che risulta essere molto apprezzato e utile soprattutto per i piccoli pazienti emofilia che, attraverso il gioco, fanno riabilitazione. Quello che vogliamo fare nel futuro è implementare - nelle aree che già ci vedono protagonisti - con sempre maggior qualità servizi a 360 gradi in grado di migliorare la qualità della vita dei pazienti. Quindi nel futuro non ci saranno cambiamenti nelle vostre strategie? La crisi non vi mette in discussione? In italia abbiamo una sede centrale a Roma e 4 stabilimenti produttivi. Il mio impegno è quello di continuare ad essere presente sul territorio cosi come fatto finora, anche se la contingenza non ci aiuta. Per essere franchi non prevedo 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 42 PROFESSIONI - Rassegna Stampa 24/03/2012 59 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ristrutturazioni, chiusure o fughe all'estero, ma mi auguro che non vengano ulteriormente acuite misure già molto restrittive e soffocanti per il settore come ad esempio tagli dei prezzi dei fermaci, obbligo di pagamento dello sfondamento dei tetti di spesa, blocco dei pagamenti, perché altrimenti gli scenari potrebbero cambiare. 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 70 La sicurezza dei farmaci e la farmacovigilanza Non solo lotta alla contraffazione . Il farmaco DOP è sicuro anche nell'utilizzo . I Giovanni Polimeni e Paola Cutroneo Centro Referente per la Segnalazione Spontanea Organizzata in Farmacovigilanza della Regione Sicilia. Dipartimento Clinico e Sperimentale di Medicina e Farmacologia dell'Università di Messina. L a proposta legislativa della Commissione europea sulla farmacovigilanza, successivamente approvata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio Uè (Direttiva 2010/84/EC; Regolamento EU No. 1235/2010) attraverso la procedura di co-decisione, scaturiva dall'esperienza acquisita negli anni sui problemi di sicurezza da farmaci e soprattutto dai dati relativi all'impatto delle reazioni avverse da farmaci (ADR- Adversc drug reaction) sulla salute pubblica e sul libero scambio dei medicinali in Europa. È stato infatti stimato che: il 5% di tutti i ricoveri ospedalieri in Europa è dovuto ad ADR; le ADR rappresentano la quinta causa di morte ospedaliera; il 5% dei pazienti ospedalizzati incorre in una ADR, che sono anche responsabili di circa 197.000 decessi per anno in Uè. Complessivamente, il costo sociale delle ADR in Uè è stato valutato in 79 mld dì euro l'anno. Allo scopo di garantire la salute pubblica riducendo l'impatto delle ADR e ottimizzando l'uso dei farmaci, la nuova legislazione si è fecalizzata sul raggiungimento dei seguenti obiettivi: • i.ir'lin!./ione chiara di ruoli e responsabilità: • elaborazione di intervenli di nsk management propoi zinnali, il 1 ischio. • maggiore pianificazione di attività di (arrnacovigilanza "pro-alliva"; • riduzione di duplicazioni/ì idond.in/e: • maggiore integrazione del concetto di efficacia nell'ambito deile valutazoni del rapporto beneficio/ rischio dei tarmaci. • individuazione di un processo decisionale rapido ed efficace a livello europeo: • maggiore coinvolgimento di pazienti e professionisti samtari nel network europeo di farmacovigilanza; • maggiore trasparenza e comunicazione del rischio: • migliore nfonjiazione sui farmac Di seguito riportiamo alcuni tra i principali cambiamenti apportati dalla nuova legislazione. Definizione di "sospetta reazione avversa" La reazione avversa (ADR), o effetto collaterale negativo, viene ora definita come: "una reazione nociva e non voluta ad un medicinale". Rispetto alla precedente definizione, che si riferiva esclusivamente a reazioni avverse insorte durante terapie farmacologiche impiegate a dosaggi normali e per le indicazioni terapeutiche autorizzate, da ora in poi si considereranno ADR anche le reazioni avverse da overdose, abuso o uso improprio di farmaco, gli errori medici e le reazioni comparse per impieghi non conformi a quelli descritti nella scheda tecnica del prodotto. Definizione di ruoli e responsabilità Gli Stati membri mantengono un ruolo centrale per tutte le attività di farmacovigilanza; la nuova normativa prevede una maggiore cooperazione tra di essi e la definizione di meccanismi di work-sharing finalizzati ad armonizzare e a rendere più veloci le procedure. Le responsabilità delle aziende farmaceutiche sono maggiormente chiarite, in particolare per ciò che riguarda gli obblighi di monitoraggio continuativo della sicurezza dei loro prodotti così come l'onere di portare a conoscenza delle autorità competenti tutte le informazioni ottenute, inclusi i risultati positivi e negativi degli studi clinici e quelli derivanti da uso off-label. Inoltre, è stato istituito all'interno di EMA un nuovo comitato scientifico, denominato PRAC (Pharmacovigilance Risk Assessment Committee), con il compito di valutare i problemi di sicurezza dei farmaci e di dare pareri al CHMP (Committee for Medicina] Products for Human Use). Strumenti di valutazione postmarketing Risk Management Pian ( Benché l'implementazione di RMP sia già prevista dalle linee guida vigenti, nella nuova legislazione viene fornita una base legale alle autorità competenti per imporre alle aziende farmaceutiche i RMP per tutti i nuovi farmaci o per prodotti medicinali già esistenti, nel caso di particolari problemi di sicurezza. Gli interventi e le misure adottate dovranno essere proporzionali ai rischi individuati per lo specifico farmaco, ai rischi potenziali e alla necessità di informazioni aggiuntive e potranno rappresentare condizioni vincolanti per l'autorizzazione alla commercializzazione del farmaco. All'interno del Risk Management system verranno inclusi gli studi postmarketing di sicurezza ed efficacia; nella nuova legislazione viene inoltre richiesta alle autorità competenti la valutazione dell'efficacia degli interventi di minimizzazione del rischio. ASS (Post-Authorization Safety Studies) e PAES (PostAuthorization Efficacy PROFESSIONI - Rassegna Stampa 24/03/2012 60 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DOSSIER 23/03/2012 About Pharma and Medical Devices - N.96 - marzo 2012 Pag. 70 PROFESSIONI - Rassegna Stampa 24/03/2012 61 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Studies) Le autorità competenti avranno la possibilità di imporre alle aziende farmaceutiche la conduzione di studi post-marketing su sicurezza ed efficacia dei farmaci. L'obbligo degli studi può essere imposto al momento dell'autorizzazione alla commercializzazione, nella fase post-marketing o come condizione all'autorizzazione. Nel caso di problemi di sicurezza legati a più di un prodotto medicinale della stessa classe farmacologica, le aziende farmaceutiche interessate potranno condurre studi congiunti. Le autorità competenti si dovranno assumere la responsabilità della supervisione degli studi non interventistici da loro richiesti, secondo principi guida armonizzati, garantendo che essi non vengano condotti a scopi promozionali e che venga fornito il followup di tutti i dati di sicurezza raccolti. Trasparenza e comunicazione Per aumentare la trasparenza nelle attività di farmacovigilanza, gli Stati membri dovranno istituire e mantenere dei portali web. Allo stesso fine i titolari delle autorizzazioni all'immissione in commercio dovranno fornire alle autorità competenti preavvisi o avvisi per le comunicazioni sulla sicurezza e le autorità competenti dovranno scambiarsi reciprocamente qualsiasi altro avviso riguardante la sicurezza. L'EMA sarà responsabile del coordinamento della comunicazione sui problemi di sicurezza e stabilirà un nuovo portale web specifico per queste informazioni. Segnalazioni Per semplificare la segnalazione di ADR, il database Eudravigilance diventerà il punto singolo di ricezione dei report di farmacovigilanza. La nuova legislazione enfatizza il ruolo di pazienti nella farmacovigilanza, promuovendo iniziative da parte delle autorità competenti indirizzate a facilitare e a rendere diretta la segnalazione spontanea di sospette ADR dei cittadini. Le nuove sostanze attive, tutti i farmaci biologici (inclusi i biosimilari) ed alcuni medicinali specifici soggetti all'obbligo di condurre uno studio post-marketing sulla sicurezza, saranno autorizzati a condizione che siano oggetto di monitoraggio addizionale. Tali medicinali saranno contrassegnati da un simbolo nero e da un'adeguata nota esplicativa nel RCP e sul foglietto illustrativo. Rapporti periodici di aggiornamento sulla sicurezza (PSUR) È stato modificato l'ambito d'applicazione degli PSUR, affinchè presentino un'analisi del rapporto rischio/ beneficio di un medicinale piuttosto che un elenco dettagliato dei casi già trasmessi alla banca dati Eudravigilance. Gli obblighi imposti sulla compilazione degli PSUR saranno d'ora in poi proporzionati ai rischi associati ai medicinali. Di conseguenza, gli PSUR non verranno richiesti a scadenza regolare per i medicinali generici, quelli contenenti una sostanza attiva di impiego ben consolidato, omeopatici o di origine vegetale con registrazione effettuata sulla base del loro impiego tradizionale, salvo il caso in cui dovessero emergere specifici problemi di sicurezza. Al fine di razionalizzare le risorse, per i medicinali autorizzati in più Stati membri, sarà sufficiente una valutazione unica degli PSUR. Inoltre, la frequenza e le date di presentazione degli PSUR riguardanti medicinali contenenti la stessa sostanza attiva o la stessa associazione di sostanze attive, verranno armonizzate, così come le eventuali misure concernenti il mantenimento, la variazione, la sospensione o la revoca delle autorizzazioni all'immissione in commercio dei farmaci in questione. PERSONAGGI 6 articoli 23/03/2012 Il Denaro Pag. 25 (diffusione:20000) Punti vendita senza vincoli. Serrata di Federfarma il 29 Le farmacie sciopereranno il 29 marzo contro l'entrata in vigore della legge sulle liberalizzazioni che ieri ha ottenuto il via libera definitiva della Camera e che privera' del servizio farmaceutico, secondo la Federfarma, almeno un milione di cittadini. Uno sciopero, quello proclamato dalla federazione delle farmacie, bocciato pero' dal garante degli scioperi nei servizi pubblici essenziali, Roberto Alesse, secondo cui: "la chiusura delle farmacie non e' attuabile perche' viola l'obbligo di preavviso", fissato dalla legge in dieci giorni. Risponde la presidente di Federfarma, la federazione dei titolari di farmacia italiani, Annarosa Racca: "siamo costretti a non rispettare il preavviso perché il rischio, superata l'obbligatoria pausa pasquale, è di trovare le farmacie già chiuse a causa di una circolare errata". Tutto a causa, denuncia Racca, di un parere interpretativo diramato dal ministero della Salute su alcuni aspetti del dl sulle liberalizzazioni in vista dell'entrata in vigore della legge di conversione prevista per il 24 marzo. Questo parere, osserva Federfarma, contiene varie 'forzature e incongruenze': "la forzatura piu' grave - rileva - e' che, secondo il ministero, tutti i titolari di farmacia che al momento dell'entrata in vigore della legge avranno compiuto 65 anni di eta' dovranno nominare un farmacista direttore. Sempre secondo il ministero, in caso di inottemperanza la farmacia dovra' essere chiusa". Se non verrà tempestivamente rivista, l'interpretazione del Ministero, spiega la federazione dei farmacisti italiani, "colpirà nel giro di pochissimi giorni più di un milione di cittadini, a cominciare da tutti coloro che risiedono nelle migliaia dei piccoli comuni i cui titolari di farmacia, se ultra 65enni, non potranno certamente permettersi di assumere e retribuire un farmacista direttore. Si tratta, con ogni evidenza, di farmacie a basso reddito, gestite già oggi dal solo farmacista titolare perché non in grado di assumere nemmeno un collaboratore". Racca ricorda che il parere interpretativo "ignora la lettura data dal Servizio studi di Camera e Senato su cui si è basato il voto dei parlamentari. Il fatto che chi ha più di 65 anni non possa lavorare e debba assumere un direttore più giovane è totalmente controcorrente alla tendenza generale di aumento dell'età pensionabile". r. r. PERSONAGGI - Rassegna Stampa 24/03/2012 63 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Farmacisti 23/03/2012 La Provincia di Lecco Pag. 4 (diffusione:45028, tiratura:334000) Liberalizzazioni ok, il 29 serrata delle farmacie Ma l'Autorità boccia lo stop. Decreto correttivo per le banche, passa una mozione sull'asta tv ROMA Le liberalizzazioni sono legge. Con 365 sì e 61 no la Camera dà il voto finale alle misure varate dal governo a fine gennaio. «Sono molto soddisfatto. È stato raggiunto un importante traguardo», è il commento sintetico del presidente del Consiglio Mario Monti, arrivato a Montecitorio per assistere alla votazione. La legge c'è, ma non tutto è chiarito e definito fino in fondo. Resta in realtà ancora da risolvere il rebus delle commissioni bancarie, che con un voto del Senato sono state azzerate e che l'Esecutivo si è impegnato a ripristinare «in tempi rapidi». Possibile infatti che a breve arrivi un mini decreto correttivo. Il via libera intanto si scontra con gli scontenti. Le farmacie così sciopereranno il 29 marzo contro l'entrata in vigore della legge sulle liberalizzazioni, che priverà del servizio farmaceutico, secondo la Federfarma, almeno un milione di cittadini. Uno sciopero, quello proclamato dalla federazione delle farmacie, «bocciato» però dal garante degli scioperi nei servizi pubblici essenziali, Roberto Alesse, secondo cui: «la chiusura delle farmacie non è attuabile perché viola l'obbligo di preavviso», fissato dalla legge in dieci giorni. Risponde la presidente di Federfarma, la federazione dei titolari di farmacia italiani, Annarosa Racca: «siamo costretti a non rispettare il preavviso perché il rischio, superata l'obbligatoria pausa pasquale, è di trovare le farmacie già chiuse a causa di una circolare errata». Tornando alla legge, la giornata a Montecitorio è trascorsa dunque senza sorprese con l'esame degli ordini del giorno, che restano «l'unica occasione - ammette però il vicepresidente dell'Assemblea Maurizio Lupi - di confronto tra Governo e Aula». Si tratta di impegni che, si sa, non sono vincolanti e ai quali spesso non si dà seguito: così il governo mostra un volto accomodante e anche per evitare il rischio di essere battuto dà spesso parere favorevole o si rimette al giudizio dei deputati. Oltre all'annunciato odg bipartisan sulle banche (al quale il governo dovrà dare seguito velocemente con un decreto correttivo), incassano il sì anche la proposta targata Lega per il ripristino del tetto dell'1,5% alle commissioni a carico degli esercenti per i pagamenti con carte di credito e bancomat e quella che chiede di annullare il cosiddetto "beauty contest" sulle frequenze tv assegnate gratuitamente a Rai e Mediaset e quello del Pd per un tavolo sul settore auto. Niente da fare invece per l'idea lanciata dall'Italia dei Valori di estendere a tutti il mutuo a tasso "casta", vale a dire l'1,57% applicato ai senatori dall'agenzia Bnl di Palazzo Madama. Il fronte che invece, nonostante ormai il provvedimento sia giunto a destinazione, resta aperto è quello con gli amministratori locali: la tesoreria unica «è un danno per i Comuni», insiste il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi ribadendo che la sua amministrazione non trasferirà allo Stato le proprie risorse. Chiara Scalise PERSONAGGI - Rassegna Stampa 24/03/2012 64 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ok definitivo al provvedimento 23/03/2012 La Provincia di Sondrio Pag. 4 Liberalizzazioni ok, il 29 serrata delle farmacie Ma l'Autorità boccia lo stop. Decreto correttivo per le banche, passa una mozione sull'asta tv ROMA Le liberalizzazioni sono legge. Con 365 sì e 61 no la Camera dà il voto finale alle misure varate dal governo a fine gennaio. «Sono molto soddisfatto. È stato raggiunto un importante traguardo», è il commento sintetico del presidente del Consiglio Mario Monti, arrivato a Montecitorio per assistere alla votazione. La legge c'è, ma non tutto è chiarito e definito fino in fondo. Resta in realtà ancora da risolvere il rebus delle commissioni bancarie, che con un voto del Senato sono state azzerate e che l'Esecutivo si è impegnato a ripristinare «in tempi rapidi». Possibile infatti che a breve arrivi un mini decreto correttivo. Il via libera intanto si scontra con gli scontenti. Le farmacie così sciopereranno il 29 marzo contro l'entrata in vigore della legge sulle liberalizzazioni, che priverà del servizio farmaceutico, secondo la Federfarma, almeno un milione di cittadini. Uno sciopero, quello proclamato dalla federazione delle farmacie, «bocciato» però dal garante degli scioperi nei servizi pubblici essenziali, Roberto Alesse, secondo cui: «la chiusura delle farmacie non è attuabile perché viola l'obbligo di preavviso», fissato dalla legge in dieci giorni. Risponde la presidente di Federfarma, la federazione dei titolari di farmacia italiani, Annarosa Racca: «siamo costretti a non rispettare il preavviso perché il rischio, superata l'obbligatoria pausa pasquale, è di trovare le farmacie già chiuse a causa di una circolare errata». Tornando alla legge, la giornata a Montecitorio è trascorsa dunque senza sorprese con l'esame degli ordini del giorno, che restano «l'unica occasione - ammette però il vicepresidente dell'Assemblea Maurizio Lupi - di confronto tra Governo e Aula». Si tratta di impegni che, si sa, non sono vincolanti e ai quali spesso non si dà seguito: così il governo mostra un volto accomodante e anche per evitare il rischio di essere battuto dà spesso parere favorevole o si rimette al giudizio dei deputati. Oltre all'annunciato odg bipartisan sulle banche (al quale il governo dovrà dare seguito velocemente con un decreto correttivo), incassano il sì anche la proposta targata Lega per il ripristino del tetto dell'1,5% alle commissioni a carico degli esercenti per i pagamenti con carte di credito e bancomat e quella che chiede di annullare il cosiddetto "beauty contest" sulle frequenze tv assegnate gratuitamente a Rai e Mediaset e quello del Pd per un tavolo sul settore auto. Niente da fare invece per l'idea lanciata dall'Italia dei Valori di estendere a tutti il mutuo a tasso "casta", vale a dire l'1,57% applicato ai senatori dall'agenzia Bnl di Palazzo Madama. Il fronte che invece, nonostante ormai il provvedimento sia giunto a destinazione, resta aperto è quello con gli amministratori locali: la tesoreria unica «è un danno per i Comuni», insiste il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi ribadendo che la sua amministrazione non trasferirà allo Stato le proprie risorse. Chiara Scalise PERSONAGGI - Rassegna Stampa 24/03/2012 65 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ok definitivo al provvedimento 23/03/2012 La Provincia di Varese Pag. 4 (diffusione:12000) Liberalizzazioni ok, il 29 serrata delle farmacie Ma l'Autorità boccia lo stop. Decreto correttivo per le banche, passa una mozione sull'asta tv ROMA Le liberalizzazioni sono legge. Con 365 sì e 61 no la Camera dà il voto finale alle misure varate dal governo a fine gennaio. «Sono molto soddisfatto. È stato raggiunto un importante traguardo», è il commento sintetico del presidente del Consiglio Mario Monti, arrivato a Montecitorio per assistere alla votazione. La legge c'è, ma non tutto è chiarito e definito fino in fondo. Resta in realtà ancora da risolvere il rebus delle commissioni bancarie, che con un voto del Senato sono state azzerate e che l'Esecutivo si è impegnato a ripristinare «in tempi rapidi». Possibile infatti che a breve arrivi un mini decreto correttivo. Il via libera intanto si scontra con gli scontenti. Le farmacie così sciopereranno il 29 marzo contro l'entrata in vigore della legge sulle liberalizzazioni, che priverà del servizio farmaceutico, secondo la Federfarma, almeno un milione di cittadini. Uno sciopero, quello proclamato dalla federazione delle farmacie, «bocciato» però dal garante degli scioperi nei servizi pubblici essenziali, Roberto Alesse, secondo cui: «la chiusura delle farmacie non è attuabile perché viola l'obbligo di preavviso», fissato dalla legge in dieci giorni. Risponde la presidente di Federfarma, la federazione dei titolari di farmacia italiani, Annarosa Racca: «siamo costretti a non rispettare il preavviso perché il rischio, superata l'obbligatoria pausa pasquale, è di trovare le farmacie già chiuse a causa di una circolare errata». Tornando alla legge, la giornata a Montecitorio è trascorsa dunque senza sorprese con l'esame degli ordini del giorno, che restano «l'unica occasione - ammette però il vicepresidente dell'Assemblea Maurizio Lupi - di confronto tra Governo e Aula». Si tratta di impegni che, si sa, non sono vincolanti e ai quali spesso non si dà seguito: così il governo mostra un volto accomodante e anche per evitare il rischio di essere battuto dà spesso parere favorevole o si rimette al giudizio dei deputati. Oltre all'annunciato odg bipartisan sulle banche (al quale il governo dovrà dare seguito velocemente con un decreto correttivo), incassano il sì anche la proposta targata Lega per il ripristino del tetto dell'1,5% alle commissioni a carico degli esercenti per i pagamenti con carte di credito e bancomat e quella che chiede di annullare il cosiddetto "beauty contest" sulle frequenze tv assegnate gratuitamente a Rai e Mediaset e quello del Pd per un tavolo sul settore auto. Niente da fare invece per l'idea lanciata dall'Italia dei Valori di estendere a tutti il mutuo a tasso "casta", vale a dire l'1,57% applicato ai senatori dall'agenzia Bnl di Palazzo Madama. Il fronte che invece, nonostante ormai il provvedimento sia giunto a destinazione, resta aperto è quello con gli amministratori locali: la tesoreria unica «è un danno per i Comuni», insiste il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi ribadendo che la sua amministrazione non trasferirà allo Stato le proprie risorse. Chiara Scalise PERSONAGGI - Rassegna Stampa 24/03/2012 66 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ok definitivo al provvedimento 23/03/2012 05:59 IlFarmacistaOnline.it Sito Web Nessuna lotta di lobby, ma una difesa dei diritti dei farmacisti di fronte a "interpretazioni punitive" che rischiano di far chiudere moltissime farmacie e di lasciare senza servizio un milione di cittadini. Parla Annarosa Racca , presidente di Federfarma e spiega le ragioni dello sciopero del 29 marzo. 23 MAR - Uno sciopero proclamato per il 29 marzo, una diffida alle Regioni ad applicare la normativa prevista dall'art.11 secondo l'interpretazione fornita dal ministero della Salute in quanto il parere è "errato, illegittimo" rischia di "compromettere gravemente" la categoria dei farmacisti e l'accesso ai farmaci del cittadino, una lettera al presidente della Repubblica per chiedere di valutare le preoccupazioni della categoria e un'Assemblea straordinaria convocata martedì prossimo, 27 marzo, per decidere ulteriori iniziative di protesta. Sono queste alcune delle azioni messe in campo da Federfarma negli ultimi giorni contro il decreto Liberalizzazioni fresco di approvazione da parte del Parlamento. O meglio, contro l'interpretazione del ministero della Salute sulle norme contenute nell'art. 11 del decreto riguardante le farmacie e, in particolare, sulla norma relativa all'obbligo di lasciare la direzione della farmacia al compimento dei 65 anni di età e al concetto di "zona" che, secondo il ministero, si tradurrebbe in abolizione della pianta organica. Presidente Racca, Federfarma ha proclamato lo sciopero per il 29 marzo, ma l'Autorità Garante ha segnalato la mancanza di preavviso. Sciopererete comunque? Sì perché i farmacisti non possono aspettare. Avremmo voluto rispettare i 10 giorni di preavviso previsti dalla normativa, ma la legge prevede anche che non possano essere indetti scioperi nella settimana precedente e successiva ad alcune festività, come quelle pasquali. Rispettare i giorni di preavviso, quindi, avrebbe voluto dire posticipare la nostra protesta alla metà di aprile. Un'attesa che non ci possiamo permettere, perché nel giro di pochissimi giorni molte farmacie saranno già a rischio chiusura. Per via del comma 17 dell'art. 11 che prevede che il farmacista 65 enne debba lasciare la direzione della farmacia? La nota del ministero della Salute che fornisce l'interpretazione del comma prevede che tutti i titolari di farmacia che al momento dell'entrata in vigore della legge avranno compiuto 65 anni di età dovranno nominare un farmacista direttore. Questa interpretazione è controcorrente rispetto a quanto succede nel Paese, dove l'età pensionabile continua ad essere posticipata. I farmacisti, in pratica, saranno gli unici professionisti ad essere penalizzati in maniera iniqua e costretti a lasciare la direzione della propria azienda. Ma questa interpretazione è anche pericolosa per il cittadino. Come farà, infatti, un collega di 65 anni che dirige una farmacia in zone rurali o non redditizie a trovare nell'immediato un farmacista che possa sostituirlo alla direzione? Le difficoltà non sono legate solo alla disponibilità dei colleghi ad assumere la direzione di una farmacia in una zone isolata e non redditizia, ma anche alle difficoltà economiche dello stesso titolare, che potrebbe non essere in grado di retribuire un farmacista direttore perché si tratta, con ogni evidenza, di farmacie a basso reddito. Quella farmacia, quindi, sarebbe per legge costretta a chiudere, lasciando la popolazione completamente sfornita di servizio farmaceutico. Abbiamo stimato che ad essere colpiti, nel giro di pochi giorni, potrebbero essere più di un milione di cittadini, a cominciare da tutti coloro che risiedono in migliaia di piccoli Comuni di Italia. L'auspicio è che lo sciopero richiami l'attenzione della popolazione su questi rischi? Ci auguriamo che richiami l'attenzione del ministro della Salute, dei politici e dei cittadini tutti. Ci hanno spesso accusato di essere una lobby che difende i propri privilegi, ma non è così. Il sistema farmaceutico forse ha bisogno di essere ammodernato, ma i farmacisti hanno già dimostrato di volere essere fautori di questa evoluzione, come nel caso della farmacia dei servizi, nella quale crediamo fortemente. Abbiamo chiesto anche di rinnovare la convenzione per creare nuove opportunità di lavoro. Ma ci ribelliamo a riforme che sfaldano il sistema e vogliono rottamare i farmacisti. Nessuna battaglia di lobby, ma difesa dei diritti, quindi. Difendiamo la nostra professione, e anche il cittadino, perché i diritti dei farmacisti e quelli della popolazione sono strettamente connessi. Federfarma condivide ogni logica che sia finalizzata a migliorare il servizio, e l'abbiamo dimostrato in questi mesi. Ma diciamo no alle norme e alle interpretazioni PERSONAGGI - Rassegna Stampa 24/03/2012 67 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Liberalizzazioni. Federfarma contro Balduzzi. Racca: "No a interpretazioni punitive" 23/03/2012 05:59 IlFarmacistaOnline.it Sito Web PERSONAGGI - Rassegna Stampa 24/03/2012 68 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato punitive, come quelle contenute nella nota interpretativa del ministero. Un'interpretazione che potrebbe incidere, in maniera penalizzante, su moltissimi farmacisti, che il sindacato ha il dovere di difendere. I farmacisti, ripeto, sarebbero l'unica categoria ad essere rottamata a 65 anni, un'età in cui si è ancora pienamente attivi e capaci di dirigere la propria farmacia. Quindi non protestate contro il decreto Liberalizzazioni, ma contro l'interpretazione del ministero? Federfarma non protesta contro l'ammodernamento del servizio farmaceutico e del Paese. Né protestiamo per la scelta di aprire più farmacie. Stiamo protestando per un'interpretazione ministeriale che va a stravolgere e ad appesantire gli effetti di alcuni commi dell'art. 11, in particolare il comma 17. L'interpretazione del ministero ignora tutte le letture elaborate da Camera e Senato e dai loro Servizi Studi. Ignora, in pratica, il Parlamento e le interpretazioni sulle basi del quale le Camere hanno approvato il decreto. Sul comma 17 avete sollecitato sia l'attenzione del presidente della Repubblica che quella delle Regioni, giusto? Abbiamo sottolineato alle Regioni il fatto che la lettura effettuata dall'Ufficio Legislativo del ministero della Salute è per noi errata e illegittima. Ci auguriamo che le Regioni comprendano le nostre ragioni e diano un'applicazione corretta della normativa. D'altra parte le conseguenze che ne deriverebbero rappresenterebbero anche un problema per le Regioni, che devono garantire il servizio. Secondo il documento del ministero il decreto Liberalizzazioni stabilirebbe anche l'abolizione della pianta organica. È così? No. Si tratta anche in questo caso di un'interpretazione errata e divergente rispetto a quella del Parlamento. Sembra, peraltro, che non ci si renda conto del danno che ne deriverebbe. Senza pianta organica, le zone periferiche e meno redditizie rischierebbero di rimanere completamente sfornite del servizio farmaceutico. Vincerebbe la logica commerciale... Contro la quale io ho intenzione di lottare ancora. Il servizio farmaceutico rappresenta un valore fondamentale, che deve essere basato sui principi della tutela della salute e dei maggiori servizi possibili su tutto il territorio. Una logica sanitaria, insomma, non certo una logica commerciale. E voglio sperare che il Paese intero sia ancora guidato da questo valore. Avete espresso le vostre preoccupazioni al ministro della Salute? Abbiamo chiesto al ministro Balduzzi un incontro su queste criticità, ma non ci è stato concesso. Ci siamo invece visti recapitare questa interpretazione, che ha acuito i nostri timori. L'articolo 11, comunque, non è piaciuto alle farmacie fin dalla sua emanazione da parte del Consiglio dei Ministri. Qual è l'opinione di Federfarma sul testo definitivo approvato dal Parlamento? Il provvedimento è stato profondamente modificato dal Senato rispetto alla sua formulazione originaria. Questo è anche una dimostrazione di quanto sia stato difficile e duro il confronto sul decreto nel corso di tutto il suo iter. Federfarma sperava che questo riordino, perché di riordino stiamo parlando, fosse fatto in modo più approfondito e con i tempi necessari, piuttosto che in poche settimane così come poi avvenuto. Purtroppo le numerose modifiche apportate non sono riuscite a risolvere il problema delle parafarmacie. Ci proccupa molto anche la liberalizzazione degli orari, che mettono a rischio i turni di notte, che rappresentano invece un servizio importante per il cittadino. E ci preoccupano le difficoltà che le farmacie avranno di fronte all'aumento del numero di esercizi in una situazione di costante decremento del fatturato. Ci chiediamo, inoltre, se la liberalizzazione del prezzo porterà davvero vantaggi al cittadino. Sinceramente ho dei dubbi: ho visto cosa è accaduto con la liberalizzazione del prezzo della benzina e non mi sembra proprio che sia diminuito. Lucia Conti 23/03/2012 05:59 QS - QuotidianoSanita.it Sito Web Nessuna lotta di lobby, ma una difesa dei diritti dei farmacisti di fronte a "interpretazioni punitive" che rischiano di far chiudere moltissime farmacie e di lasciare senza servizio un milione di cittadini. Parla Annarosa Racca , presidente di Federfarma e spiega le ragioni dello sciopero del 29 marzo 23 MAR - Uno sciopero proclamato per il 29 marzo, una diffida alle Regioni ad applicare la normativa prevista dall'art.11 secondo l'interpretazione fornita dal ministero della Salute in quanto il parere è "errato, illegittimo" rischia di "compromettere gravemente" la categoria dei farmacisti e l'accesso ai farmaci del cittadino, una lettera al presidente della Repubblica per chiedere di valutare le preoccupazioni della categoria e un'Assemblea straordinaria convocata martedì prossimo, 27 marzo, per decidere ulteriori iniziative di protesta. Sono queste alcune delle azioni messe in campo da Federfarma negli ultimi giorni contro il decreto Liberalizzazioni fresco di approvazione da parte del Parlamento. O meglio, contro l'interpretazione del ministero della Salute sulle norme contenute nell'art. 11 del decreto riguardante le farmacie e, in particolare, sulla norma relativa all'obbligo di lasciare la direzione della farmacia al compimento dei 65 anni di età e al concetto di "zona" che, secondo il ministero, si tradurrebbe in abolizione della pianta organica. Presidente Racca, Federfarma ha proclamato lo sciopero per il 29 marzo, ma l'Autorità Garante ha segnalato la mancanza di preavviso. Sciopererete comunque? Sì perché i farmacisti non possono aspettare. Avremmo voluto rispettare i 10 giorni di preavviso previsti dalla normativa, ma la legge prevede anche che non possano essere indetti scioperi nella settimana precedente e successiva ad alcune festività, come quelle pasquali. Rispettare i giorni di preavviso, quindi, avrebbe voluto dire posticipare la nostra protesta alla metà di aprile. Un'attesa che non ci possiamo permettere, perché nel giro di pochissimi giorni molte farmacie saranno già a rischio chiusura. Per via del comma 17 dell'art. 11 che prevede che il farmacista 65 enne debba lasciare la direzione della farmacia? La nota del ministero della Salute che fornisce l'interpretazione del comma prevede che tutti i titolari di farmacia che al momento dell'entrata in vigore della legge avranno compiuto 65 anni di età dovranno nominare un farmacista direttore. Questa interpretazione è controcorrente rispetto a quanto succede nel Paese, dove l'età pensionabile continua ad essere posticipata. I farmacisti, in pratica, saranno gli unici professionisti ad essere penalizzati in maniera iniqua e costretti a lasciare la direzione della propria azienda. Ma questa interpretazione è anche pericolosa per il cittadino. Come farà, infatti, un collega di 65 anni che dirige una farmacia in zone rurali o non redditizie a trovare nell'immediato un farmacista che possa sostituirlo alla direzione? Le difficoltà non sono legate solo alla disponibilità dei colleghi ad assumere la direzione di una farmacia in una zone isolata e non redditizia, ma anche alle difficoltà economiche dello stesso titolare, che potrebbe non essere in grado di retribuire un farmacista direttore perché si tratta, con ogni evidenza, di farmacie a basso reddito. Quella farmacia, quindi, sarebbe per legge costretta a chiudere, lasciando la popolazione completamente sfornita di servizio farmaceutico. Abbiamo stimato che ad essere colpiti, nel giro di pochi giorni, potrebbero essere più di un milione di cittadini, a cominciare da tutti coloro che risiedono in migliaia di piccoli Comuni di Italia. L'auspicio è che lo sciopero richiami l'attenzione della popolazione su questi rischi? Ci auguriamo che richiami l'attenzione del ministro della Salute, dei politici e dei cittadini tutti. Ci hanno spesso accusato di essere una lobby che difende i propri privilegi, ma non è così. Il sistema farmaceutico forse ha bisogno di essere ammodernato, ma i farmacisti hanno già dimostrato di volere essere fautori di questa evoluzione, come nel caso della farmacia dei servizi, nella quale crediamo fortemente. Abbiamo chiesto anche di rinnovare la convenzione per creare nuove opportunità di lavoro. Ma ci ribelliamo a riforme che sfaldano il sistema e vogliono rottamare i farmacisti. Nessuna battaglia di lobby, ma difesa dei diritti, quindi. Difendiamo la nostra professione, e anche il cittadino, perché i diritti dei farmacisti e quelli della popolazione sono strettamente connessi. Federfarma condivide ogni logica che sia finalizzata a migliorare il servizio, e l'abbiamo dimostrato in questi mesi. Ma diciamo no alle norme e alle interpretazioni PERSONAGGI - Rassegna Stampa 24/03/2012 69 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Liberalizzazioni. Federfarma contro Balduzzi. Racca: "No a interpretazioni punitive" 23/03/2012 05:59 QS - QuotidianoSanita.it Sito Web PERSONAGGI - Rassegna Stampa 24/03/2012 70 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato punitive, come quelle contenute nella nota interpretativa del ministero. Un'interpretazione che potrebbe incidere, in maniera penalizzante, su moltissimi farmacisti, che il sindacato ha il dovere di difendere. I farmacisti, ripeto, sarebbero l'unica categoria ad essere rottamata a 65 anni, un'età in cui si è ancora pienamente attivi e capaci di dirigere la propria farmacia. Quindi non protestate contro il decreto Liberalizzazioni, ma contro l'interpretazione del ministero? Federfarma non protesta contro l'ammodernamento del servizio farmaceutico e del Paese. Né protestiamo per la scelta di aprire più farmacie. Stiamo protestando per un'interpretazione ministeriale che va a stravolgere e ad appesantire gli effetti di alcuni commi dell'art. 11, in particolare il comma 17. L'interpretazione del ministero ignora tutte le letture elaborate da Camera e Senato e dai loro Servizi Studi. Ignora, in pratica, il Parlamento e le interpretazioni sulle basi del quale le Camere hanno approvato il decreto. Sul comma 17 avete sollecitato sia l'attenzione del presidente della Repubblica che quella delle Regioni, giusto? Abbiamo sottolineato alle Regioni il fatto che la lettura effettuata dall'Ufficio Legislativo del ministero della Salute è per noi errata e illegittima. Ci auguriamo che le Regioni comprendano le nostre ragioni e diano un'applicazione corretta della normativa. D'altra parte le conseguenze che ne deriverebbero rappresenterebbero anche un problema per le Regioni, che devono garantire il servizio. Secondo il documento del ministero il decreto Liberalizzazioni stabilirebbe anche l'abolizione della pianta organica. È così? No. Si tratta anche in questo caso di un'interpretazione errata e divergente rispetto a quella del Parlamento. Sembra, peraltro, che non ci si renda conto del danno che ne deriverebbe. Senza pianta organica, le zone periferiche e meno redditizie rischierebbero di rimanere completamente sfornite del servizio farmaceutico. Vincerebbe la logica commerciale... Contro la quale io ho intenzione di lottare ancora. Il servizio farmaceutico rappresenta un valore fondamentale, che deve essere basato sui principi della tutela della salute e dei maggiori servizi possibili su tutto il territorio. Una logica sanitaria, insomma, non certo una logica commerciale. E voglio sperare che il Paese intero sia ancora guidato da questo valore. Avete espresso le vostre preoccupazioni al ministro della Salute? Abbiamo chiesto al ministro Balduzzi un incontro su queste criticità, ma non ci è stato concesso. Ci siamo invece visti recapitare questa interpretazione, che ha acuito i nostri timori. L'articolo 11, comunque, non è piaciuto alle farmacie fin dalla sua emanazione da parte del Consiglio dei Ministri. Qual è l'opinione di Federfarma sul testo definitivo approvato dal Parlamento? Il provvedimento è stato profondamente modificato dal Senato rispetto alla sua formulazione originaria. Questo è anche una dimostrazione di quanto sia stato difficile e duro il confronto sul decreto nel corso di tutto il suo iter. Federfarma sperava che questo riordino, perché di riordino stiamo parlando, fosse fatto in modo più approfondito e con i tempi necessari, piuttosto che in poche settimane così come poi avvenuto. Purtroppo le numerose modifiche apportate non sono riuscite a risolvere il problema delle parafarmacie. Ci proccupa molto anche la liberalizzazione degli orari, che mettono a rischio i turni di notte, che rappresentano invece un servizio importante per il cittadino. E ci preoccupano le difficoltà che le farmacie avranno di fronte all'aumento del numero di esercizi in una situazione di costante decremento del fatturato. Ci chiediamo, inoltre, se la liberalizzazione del prezzo porterà davvero vantaggi al cittadino. Sinceramente ho dei dubbi: ho visto cosa è accaduto con la liberalizzazione del prezzo della benzina e non mi sembra proprio che sia diminuito. Lucia Conti 23 marzo 2012 © Riproduzione riservata