Transustanzi Transustanziazione - Parrocchia Sant`Alessandro

annuncio pubblicitario
Transustanziazione
JOAN DE JOANES, Ultima Cena,
Cena metà del XIII secolo.. La dottrina cattolica sulla
transustanziazione è fondata sulle parole stesse di Cristo:: "Questo è il mio
corpo", "Questo è il mio sangue"
sangue
Il Concilio di Trento riassume la fede cattolica dichiarando: "Poiché il
Cristo, nostro Redentore,
Redentore, ha detto che ciò che offriva sotto la specie del
pane era
ra veramente il suo Corpo, nella Chiesa di Dio vi fu sempre la
convinzione, e questo santo Concilio lo dichiara ora di nuovo, che con la
consacrazione del pane e del vino si opera la conversione di tutta la
sostanza del pane nella sostanza del Corpo del Cristo, nostro Signore, e
di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue. Questa
conversione, quindi, in modo conveniente e appropriato è chiamata dalla
santa Chiesa cattolica transustanziazione[1].
(Catechismo
Catechismo della Chiesa Cattolica,
Cattolica n. 1376)
Transustanziazione o transsustanziazione o transubstanziazione (dal
latino medievale transubstantiatio,
transubstantiatio derivato di transubstantiare)
transubstantiare è un termine
della teologia dogmatica cattolica dell'Eucaristia.. Esso indica il mutamento di
tutta la sostanza del pane e del vino nel Corpo e Sangue di Cristo durante la
celebrazione eucaristica.
Il termine è formato dalle parole latine trans, "oltre", e substantia,
substantia "sostanza",
e quindi, etimologicamente, indica il passaggio
passaggio di una sostanza in un'altra.
Nella Messa avviene infatti che, pur restando invariate le determinazioni
esteriori delle specie del pane e del vino (colore, sapore, ecc., chiamati in
filosofia "accidenti") si trasforma tuttavia la "sostanza", ossia l'elemento
essenziale per cui tali oggetti siano quelli e non altri. Sicché dopo la
consacrazione avviene che, nonostante le apparenze del pane e del vino,
questi sono essenzialmente diventati Corpo e Sangue del Signore.
Il termine esprime in maniera chiarissima il dogma della Chiesa Cattolica circa
la presenza reale di Gesù Cristo nell'Eucaristia.
Indice
•
•
•
Storia del termine
o Il riferimento biblico
o Prima dell'uso del termine
o La coniazione del termine e l'assunzione dello stesso da parte del
Magistero
o La concezione protestante e la risposta di Trento
o Le affermazioni successive
Approfondimento
Suggerimenti
Storia del termine
Il riferimento biblico
La teologia cattolica ritiene che la dottrina della transustanziazione sia implicita
nelle parole di Gesù nell'Ultima Cena: "Questo è il mio corpo" (Mt 26,26; Mc
14,22; Lc 22,19; 1Cor 11,24), "Questo è il mio sangue" (Mt 26,28; Mc
14,24[2])[3].
Prima dell'uso del termine
La parola transustanziazione fu coniata dalla teologia medievale, ma già prima
"i Padri ebbero gran cura di avvertire i fedeli che nel considerare questo
augustissimo Sacramento non si affidassero ai sensi, che rilevano le proprietà
del pane e del vino, ma alle parole di Cristo, che hanno la forza di mutare,
trasformare, 'transelementare' il pane e il vino nel corpo e nel sangue di lui"[4].
Il primo teologo che approfondì il modo della presenza reale di Cristo nel
Sacramento dell'Eucaristia fu Pascasio Radberto († 865) nel trattato De
Corpore et Sanguine Domini (844); in esso Pascasio afferma esplicitamente
l'identità del corpo storico di Cristo e di quello eucaristico. Tale concezione fu
criticata da Ratramno († 868) come troppo realistica.
Nel medioevo tuttavia la più grande controversia eucaristica fu quella sollevata
da Berengario di Tours († 1088): questi negava la dottrina realistica di
Pascasio, sostenendo una concezione solo simbolica della presenza di Cristo in
questo Sacramento; negò quindi anche il concetto di transustanziazione,
ritenendo impossibile la percezione degli accidenti separatamente dalla
sostanza. Il dibattito teologica che ne seguì portò a porre sempre meglio in
chiaro il dogma della presenza reale e a definire chiaramente la parola che ne
esprime il concetto. La presa di posizione del magistero giunse con la
professione di fede nella vera trasformazione sostanziale del pane e del vino
che Gregorio VII impose nel 1073 a Berengario di pronunciare:
(LA)
(IT)
« Ego Berengarius corde credo et ore
« Io Berengario intimamente
confiteor, panem et vinum, quae
credo e apertamente confesso
ponuntur in altari, per mysterium
che il pane e il vino posti
sacrae orationis et verba nostri
sull'altare, per il mistero della
Redemptoris substantialiter converti
orazione sacra e le parole del
in veram et propriam ac
nostro Redentore, si
vivificatricem carnem et sanguinem
convertono sostanzialmente
Iesu Christi Domini nostri et post
nella vera e propria e
consecrationem esse verum Christi
vivificante carne e sangue di
corpus, quod natum est de Virgine
Nostro Signore Gesù Cristo; e
et quod pro salute mundi oblatum in
che dopo la consacrazione c'è il
cruce pependit, et quod sedet ad
vero corpo di Cristo, che è nato
dexteram Patris, et verum
dalla Vergine e per la salvezza
sanguinem Christi, qui de latere eius
del mondo fu offerto e sospeso
effusus est, non tantum per signum
sulla croce e ora siede alla
et virtutem sacramenti, sed in
destra del Padre; e c'è anche il
proprietate naturae et veritate
vero sangue di Cristo, che uscì
substantiae.
»
dal suo fianco, non soltanto
come segno e virtù del
sacramento, ma anche nella
proprietà della natura e nella
realtà della sostanza. »
(DS 700; traduzione dall'enciclica Mysterium Fidei, n. 53 )
La coniazione del termine e l'assunzione dello stesso da parte
del Magistero
Ma nel momento in cui ci si domandò quale intimo evento conduca alla
presenza reale, e come andasse concepito il rapporto tra la forma permanente
del pane e del vino con la la presenza invisibile ma reale di Cristo, fu elaborata
a partire dal XII secolo l'idea e il termine di transustanziazione (cambiamento
della sostanza)[5]. Alla sua base c'è l'idea filosofica che ogni cosa di questo
mondo porta in sé un'essenza intima invisibile, una sostanza, per la quale essa
è ciò che è; invece la figura, l'aspetto, ecc., sono considerati accidenti: essi
appartengono solo in maniera non essenziale all'essenza intima. A livello
dell'Eucaristia, il termine transustanziazione afferma che la sostanza intima del
pane e del vino cambia totalmente, e rimangono solo le forme fenomeniche
esteriori.
La prima testimonianza accertata dell'uso del termine è un passo redatto verso
il 1150 da Rolando Bandinelli (futuro Papa Alessandro III):
(LA)
« Verumtamen, si necessitate
(IT)
« Tuttavia, se, a causa di una
imminente, sub alterius panis specie
necessità, il pane fosse
consecraretur, profecto fieret
consacrato sotto l'altra
transubstantiatio, Sanguinis autem
apparenza, certamente
numquam fit nisi de vino
transubstantiato. »
avverrebbe la
transustanziazione, ma il
Sangue non ci sarebbe mai se
non transustanziato dal
vino. »
(Sentitiae, a cura di AMBROS GIETL, Friburgo in Brigovia 1891, p. 231 )
In passato si era ritenuto che il primo ad usare la parola transubstantiare fosse
stato il vescovo di Autun, Stefano di Beaugé († 1139 o 1140) nel Tractatus de
Sacramento Altaris ("Trattato sul Sacramento dell'altare"), dove si afferma:
(LA)
« Oramus ut cibus hominum fiat cibus
(IT)
« Preghiamo affinché il cibo degli
Angelorum, sciliet ut oblatio panis et
uomini diventi cibo degli
vini transubstantietur in Corpus et
Sanguinem Jesu Christi. »
Angeli, cioè affinché l'offerta
del pane e del vino si
transustanzi nel Corpo e
Sangue di Gesù Cristo.
»
(c. 13; PL 172, 1291 )
In realtà si dimostrò[6] che quest'opera non è di Stefano di Beaugé, ma di un
autore leggermente più tardo, della seconda metà del XII secolo, forse
dell'altro Stefano vescovo di Autun dal 1170 a verso il 1189.
Le testimonianze seguenti sono numerose[7].
A livello del magistero la prima documentazione ufficiale dell'uso del termine si
ha nel Concilio lateranense IV (1215), nella professione di fede contro gli
Albigesi:
(LA)
« Una vero est fidelium universalis
(IT)
« In realtà la Chiesa universale
Ecclesia, extra quam nullus omnino
dei fedeli è una, e al di fuori di
salvatur, in qua idem ipse sacerdos
essa nessuno assolutamente è
est sacrificium Iesus Christus, cuius
salvato, e in essa lo stesso
corpus et sanguis in sacramento
Gesù Cristo è sacerdote e
altaris sub speciebus panis et vini
sacrificio, e il cui corpo e
veraciter continentur,
sangue sono veramente
transsubstantiatis pane in corpus, et
contenuti nel sacramento
vino in sanguinem potestate
divina. »
dell'altare sotto le specie del
pane e del vino: il pane
transustanziato nel corpo, e il
vino nel sangue per il potere di
Dio. »
(DS 802 )
La concezione protestante e la risposta di Trento
La concezione protestante dell'Eucaristia ne accentuò unilateralmente il
carattere di banchetto a spese del carattere di sacrificio, ed elaborò una
concezione della presenza di Cristo nell'Eucaristia che a Lutero non sembrò
compatibile con il termine transustanziazione; Lutero vi contrappose la dottrina
dell'impanazione o consustanziazione[5], che in realtà era stata sostenuta già
prima di lui, e con la quale intendeva salvaguardare la presenza reale: per tale
dottrina il corpo e il sangue di Cristo diventano coesistenti con le sostanze del
pane e del vino che continuano a esistere, e possono così essere ricevuti nella
fede.
In risposta ai riformatori, il Concilio di Trento fissò nel Decreto sull'Eucaristia
(1551) il dogma della transustanziazione contro le interpretazioni simbolistiche
dei riformatori:
(LA)
« Quoniam autem Christus redemptor
(IT)
« Ma poiché Cristo nostro
noster corpus suum id, quod sub
redentore disse che ciò che
specie panis offerebat[8], vero esse
offriva sotto l'apparenza di
dixit, ideo persusum semper in
pane era veramente il suo
Ecclesia Dei fuit, idque nunc denuo
corpo[8], per questo nella Chiesa
sancta haec Synodus declarat: per
ci fu sempre la persuasione, e
consecrationem panis et vini
ciò ora nuovamente dichiara
conversionem fieri totius substantiae
questo santo Sinodo: per la
panis in substantiam corporis Christi
consacrazione del pane e del
Domini nostri, et totius substantiae
vino avviene la trasformazione
vini in substantiam sanguinis eius.
di tutta la sostanza del pane
Quae conversio convenienter et
nella sostanza del corpo di
proprie a sancta catholica Ecclesia
transsubstantiatio est appellata. »
Cristo nostro Signore, e di tutta
la sostanza del vino nella
sostanza del suo sangue.
Questa trasformazione è in
maniera conveniente e propria
chiamata transubstanziazione
dalla santa Chiesa Cattolica.
»
(Sessione XIII, DS 1642 )
Il successivo canone 2 esclude perentoriamente che nel "sacrosanto
Sacramento dell'Eucaristia" permanga "la sostanza del pane e del vino insieme
con il Corpo e Sangue di nostro Signore Gesù Cristo", e afferma che viene
chiamata in maniera molto appropriata transustanziazione "quella mirabile e
singolare conversione di tutta la sostanza del pane in corpo e di tutta la
sostanza del vino in sangue"[9].
Le affermazioni successive
Pio VI, contro gli errori del Sinodo di Pistoia, ammonì nella Costituzione
Apostolica Auctorem Fidei (28 agosto 1794), "che i parroci, che hanno il
compito d'insegnare, non tralascino di parlare della transustanziazione, che è
uno degli articoli di fede"[10].
Nella prima metà del XX secolo alcuni teologi tentarono di svuotare il reale
contenuto del termine facendo ricorso al concetto di una trasformazione totale
non in senso sostanziale, ma nel puro ambito delle significazioni
(transustanziazione simbolica)[11], ma l'errore fu individuato e respinto da Pio
XII nell'enciclica Humani Generis del 12 agosto 1950.
Lo stesso papa richiamò poi i limiti che non devono sorpassare tutti coloro che
discutono sottilmente del mistero della transustanziazione nell'Allocuzione ai
partecipanti al Congresso Internazionale di Liturgia Pastorale del 22 settembre
1956[12].
In tempi recenti, l'enciclica Mysterium fidei di Paolo VI (3 settembre 1965) ha
riaffermato la dottrina cattolica della transustanziazione ripartendo
dall'affermazione del Concilio di Trento (nn. 47-56), che spiega in questo
modo:
« Avvenuta la transustanziazione, le specie del pane e del vino senza dubbio
acquistano un nuovo fine, non essendo più l'usuale pane e l'usuale bevanda, ma
il segno di una cosa sacra e il segno di un alimento spirituale; ma intanto
acquistano nuovo significato e nuovo fine in quanto contengono una nuova
"realtà", che giustamente denominiamo ontologica. Giacché sotto le predette
specie non c'è più quel che c'era prima, ma un'altra cosa del tutto diversa; e ciò
non soltanto in base al giudizio della fede della Chiesa, ma per la realtà
oggettiva, poiché, convertita la sostanza o natura del pane e del vino nel corpo
e sangue di Cristo, nulla rimane più del pane e del vino che le sole specie, sotto
le quali Cristo tutto intero è presente nella sua fisica "realtà" anche
corporalmente, sebbene non allo stesso modo con cui i corpi sono nel luogo.
»
(n. 47)
Paolo VI afferma quindi che il termine transustanziazione è ancora oggi
insostituibile per garantire la presenza reale di Cristo nell'Eucaristia; egli
riconosce però la legittimità di una terminologia complementare e illuminante,
come viene proposta della teologia odierna[5]. E di fatto la teologia odierna usa i
termini transignificazione (cambiamento del significato) e transfinalizzazione
(cambiamento di destinazione), che completano in maniera proficua la
terminologia classica[13].
Approfondimento
L'affermazione del Concilio di Trento riportata sopra parla di "conversione
singolare e mirabile di tutta la sostanza ecc.". In termini generali la
"conversione" è il passaggio di una cosa in un'altra, e nel suo concetto formale
implica quattro elementi[14]:
•
•
•
•
due termini positivi: il terminus a quo (ciò da cui si trasforma) e il
terminus ad quem (ciò in cui si trasforma): nella transustanziazione essi
sono rispettivamente il pane e il vino da una parte, e il Corpo e Sangue
di Cristo dall'altra;
il cessare dell'uno per far posto all'altro;
un nesso intrinseco, ontologico tra il primo e il secondo;
la permanenza di un elemento comune, che serva da vincolo reale tra i
due termini che che si succedono: nella transustanziazione sono le specie
del pane e del vino.
La conversione riguarda "tutta la sostanza": questa è la nota caratteristica
della transustanziazione.
La conversione che avviene nella transustanziazione viene detta "singolare",
cioè unica in tutto l'ordine della natura, perché è la conversione della sostanza;
le altre conversioni che avvengono in natura riguardano invece al massimo la
qualità delle cose.
Ancora, viene usato l'aggettivo "mirabile", cioè "misteriosa", poiché essa è
sottratta all'esperienza: di fatto l'uomo non può farsi un concetto adeguato
della transustanziazione, ma deve accontentarsi di pallide analogie.
Sempre nella dottrina di Trento, la transustanziazione implica tre articoli di
fede[15]:
1. la presenza reale del Corpo e Sangue di Gesù Cristo sotto le specie del
pane e del vino;
2. l'assenza della sostanza del pane e del vino sotto le specie sacramentali;
3. la presenza del Corpo e Sangue di Cristo e l'assenza del pane e del vino
si spiega per la conversione totate della sostanza del pane e del vino
nella sostanza del Corpo e Sangue di Gesù.
Questi tre articoli di fede scendono logicamente dall'analisi delle parole di Gesù
nell'Ultima Cena: "Questo è il mio corpo" (Mt 26,26; Mc 14,22; Lc 22,19; 1Cor
11,24), "Questo è il mio sangue" (Mt 26,28; Mc 14,24)[16].
L'ultimo articolo di fede non può essere trascurato, perché in esso si dichiara la
ragione ultima della presenza reale, come mette ben in evidenza Pio VI nella
bolla dogmatica Auctorem Fidei emanata nel 1794 contro il Sinodo di Pistoia[17].
Note
1. ↑ Concilio di Trento, Sess. 13a, Decretum de Sanctisima Eucharistia, c. 4: DS
1642.
2. ↑ La tradizione che riflettono Luca e Prima Corinzi ha per la parola sul calice
un'espressione diversa: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue" (Lc
22,20; 1Cor 11,25).
3. ↑ ANTONIO PIOLANTI (1954) 432.
4. ↑ PAOLO VI, Enciclica Mysterium Fidei, 48. L'enciclica propone poi vari brani a
sostegno dell'affermazione effettuata:
« Istruito in queste cose e munito di robustissima fede, per cui quello che
sembra pane, pane non è, nonostante la sensazione del gusto, ma è il
corpo di Cristo; e quel che sembra vino, vino non è, a dispetto del gusto,
ma è il sangue di Cristo [..] tu corrobora il tuo cuore mangiando quel
pane come qualcosa di spirituale e rallegra il volto della tua anima. »
(SAN CIRILLO DI GERUSALEMME, Catechesis 22, 9 (mysterium 4): PG 33, 1103)
« Non è l'uomo che fa diventare le cose offerte corpo e sangue di Cristo,
ma è Cristo stesso che è stato crocifisso per noi. Il sacerdote, figura di
Cristo, pronunzia quelle parole, ma la loro virtù e la grazia sono di Dio.
Questo è il mio corpo: questa parola trasforma le cose offerte.
»
(SAN GIOVANNI CRISOSTOMO, De proditione Iudae, homilia 1, 6: PG 49, 380; cfr. In
Mattheum homilia 82, 5: PG 58, 744)
« [Cristo] in modo indicativo disse: Questo è il mio corpo e questo è il mio
sangue, affinché tu non creda che siano semplice immagine le cose che si
vedono; ma che le cose offerte sono trasformate, in modo misterioso da
Dio onnipotente, nel corpo e nel sangue di Cristo realmente!
partecipando a queste cose riceviamo la virtù vivificante e santificante di
Cristo.
»
(SAN CIRILLO D'ALESSANDRIA, In Mattheum 26,27: PG 72, 451)
« Persuadiamoci che questo non è ciò che la natura ha formato, ma ciò che
la benedizione ha consacrato e che la forza della benedizione è maggiore
della forza della natura, perché con la benedizione la stessa natura è
mutata. »
(SANT'AMBROGIO, De mysteriis, 9, 50-52: PL 16, 422-424)
8. ↑ 5,0 5,1 5,2 GÜNTER KOCH (1990) 516.
9. ↑ DAMIEN VAN DEN EYNDE, Le tractatus de Sacramento Altaris faussement attribué
à Etienne de Beaugé, in Recherches de Théologie Ancienne et Médiévale, 19
(1952) 225-243.
10.
↑ Esse possono essere lette in JOSEPH DE GHELLINCK, L'Eucharistie au XIIe
siècle en Occident, in ALFRED VACANT, EUGÈNE MANGENOT (a cura di), Dictionnaire
de Théologie Catholique, Parigi 1909 e segg., continuato a cura di EMILE AMANN,
V, c. 1287-1302.
11.
↑ 8,0 8,1 Cfr. Mt 26,26-28; Mc 14,22-24; Lc 22,19-20; 1Cor 11,24-25.
12.
↑ Il testo latino del canone recita:
« Si quis dixerit, in sacrosanto Eucharistiae sacramento remanere
substantiam panis et vini una cum corpore et sanguine Domini nostri Iesu
Christi, negaveritque mirabilem illam et singularem conversionem totius
substantiae panis in corpus et totius substantiae vini in sanguinem,
manentibus dumtaxat speciebus panis et vini, quam quidem
conversionem catholica Ecclesia aptissime transsubstantiationem
appellat. »
(DS 1652)
13.
14.
15.
16.
17.
18.
↑
↑
↑
↑
↑
↑
Citato in Mysterium Fidei 55.
ANTONIO PIOLANTI (1954) 433.
AAS 48 (1956), 720.
GÜNTER KOCH (1990) 517.
ANTONIO PIOLANTI (1950) 762.
ANTONIO PIOLANTI (1950) 763.
19.
↑ ANTONIO PIOLANTI (1950) 763 fa notare che
« queste parole costituiscono una proposizione dimostrativa, nella quale il
pronome 'questo' indica in confuso una sostanza giacente sotto le
apparenze esterne, la cui natura viene determinata dal predicato.
20.
»
↑ DS 2629.
Fonti
•
•
Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1373-1381
Enciclica Mysterium Fidei di Paolo VI, 3 settembre 1965
Bibliografia
•
•
•
•
•
•
•
ANTONIO PIOLANTI, Transustanziazione, in PIO PASCHINI (a cura di),
Enciclopedia Cattolica, Ente per l'Enciclopedia Cattolica e per il Libro
Cattolico, Città del Vaticano, 12 voll., 1948-1954, vol. XII, 1954, c. 432433
ANTONIO PIOLANTI, Eucaristia, parte A: L'Eucaristia nella teologia
dogmatica, in PIO PASCHINI (a cura di), Enciclopedia Cattolica, Ente per
l'Enciclopedia Cattolica e per il Libro Cattolico, Città del Vaticano, 12
voll., 1948-1954, vol. V, 1950, c. 740-771, in particolare i punto III:
Transustanziazione, c. 762-767
GÜNTER KOCH, Eucaristia, in WOLFGANG BEINERT (a cura di), Lessico di
teologia sistematica, Queriniana, Brescia 1990, ISBN 9788839900876, p.
275-279
GÜNTER KOCH, Presenza reale, in WOLFGANG BEINERT (a cura di), Lessico di
teologia sistematica, Queriniana, Brescia 1990, ISBN 9788839900876, p.
515-517
Transustanziazione, in Enciclopedia Treccani, online
Transustanziazione, in Enciclopedia Italiana (1937) Treccani, online
Transustanziazione, in Vocabolario Treccani, online
Voci correlate
•
•
•
•
•
•
•
Eucaristia
Sostanza
Messa
Corpo di Cristo
Sangue di Cristo
Presenza reale
Mysterium Fidei
Scarica