la politica imperiale di federico ii

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LA POLITICA IMPERIALE DI FEDERICO II
L'ascesa di Federico II di Svevia
Fin dalla sua elezione Innocenzo III si era adoperato per impedire l'unione del regno
di Sicilia con il regno germanico. Finché l'energetico papa fu vivo ciò non accadde,
anche perché Federico II, aveva promesso al suo antico tutore di mantenere i due
regni separati. Ma una volta morto Innocenzo III, nel 1216, il sovrano svevo riunì di
nuovo le due corone. Il nuovo pontefice Onorio III era stato precettore di Federico.
Non fu difficile così per quest'ultimo ottenere nel 1220 l'incoronazione imperiale e, al
tempo stesso, il diritto di conservare la Sicilia, con la promessa di una sua
amministrazione separata.
Le prime riforme nel regno di Sicilia
Federico dovette promettere anche di condurre entro tempi brevi una nuova crociata
in Terrasanta. L'imperatore era però trattenuto dalla necessità di pacificare la
Germania e soprattutto l'Italia settentrionale, dov'era necessario fronteggiare le
rinnovate spinte dei Comuni. Egli intendeva inoltre intervenire nel regno di Sicilia,
per crearvi un forte Stato laico. Dopo aver stabilito la propria sede a Palermo,
Federico II dette il via a un vasto programma di riforme, per favorire lo sviluppo
agricolo e commerciale dell'isola.
Il conflitto con i Comuni e la seconda Lega lombarda
Un simile modo di concepire lo Stato suscitò da un lato l'ira del papato, e dall'altro la
preoccupazione dei comuni dell'Italia settentrionale. I contrasti con i comuni
esplosero nel 1226, quando Federico indisse una dieta a Cremona. Tale iniziativa
spinse i Comuni a organizzarsi in una seconda Lega lombarda. L'intervento di Onorio
III, che si fece arbitro tra i contendenti, convinse ambedue le parti a sospendere le
ostilità.
Gregorio IX scomunica Federico II
La morte del mite Onorio, e l'ascesa al soglio pontificio di Gregorio IX, determinano
una nuova situazione. Gregorio, riuscì a indurre l'imperatore a mantenere fede
all'impegno assunto di una nuova crociata in Terrasanta. Il vero motivo per cui
Federico accettò era estendendo il proprio campo d'azione dall'Italia meridionale a
tutto il Mediterraneo. Un primo tentativo andò a vuoto: un'epidemia costrinse
l'esercito di Federico a sospendere l'impresa. Il papa indignato rispose con la
scomunica. Federico indirizzò allora al papa e a tutti i sovrani di Europa un
memoriale e allo stesso tempo minacciava di rivendicare tutti i territori che fino ad
allora l'impero aveva concesso alla Chiesa.
La sesta crociata
Poco tempo dopo, deciso a dimostrare la propria fedeltà Federico riprese la via del
mare in direzione dell'oriente. L'atteggiamento verso gli “infedeli” fu diverso,
l'imperatore, preferì usare la diplomazia invece delle armi. La scelta si rivelò
vincente: Federico II ottenne dal sultano d'Egitto un armistizio di dieci anni e la
restituzione ai cristiani di alcune località, tra le quali le città di Gerusalemme,
Betlemme e Nazareth.
Le costituzioni melfitane
Una volta liberato dalla scomunica, Federico II poté dedicarsi al suo progetto politico
più ambizioso: creare, almeno nell'Italia meridionale, uno Stato centralizzato e ben
organizzato.
Nell'agosto 1231 l'imperatore emanò dalla città di Melfi le famose Costituzioni del
regno di Sicilia.
La lotta contro i feudatari tedeschi e i Comuni italiani
Proprio in Germania, intanto, i feudatari tedeschi guidati dal figlio di Federico II,
cominciarono a scatenare pericolose rivolte, che costrinsero l'imperatore a far loro
importanti concessioni. Nel frattempo non cessava la lotta contro i Comuni lombardi.
Federico poteva in questo caso contare sia su Ezzellino da Romano, sia su un partito
ghibellino. Fu così che nel 1237 la Lega lombarda fu clamorosamente battuta
dall'esercito imperiale a Cortenuova, presso Bergamo. A questo punto però Gregorio
IX, si schierò dalla pare dei Comuni.
Sconfitta e morte di Federico II
Con la morte di Gregorio IX e l'elezione di Innocenzo IV Federico sperava di poter
raggiungere un'intesa con il papato. Il nuovo papa, non poteva approvare il fatto che
la politica di Federico mirasse decisamente alla creazione di uno Stato unitario laico.
Confermò quini la scomunica e fece deporre Federico. Intanto l'imperatore veniva
sconfitto dalle forze comunali sotto le mura di Parma, e poi a Fossalta. Amareggiato e
deluso, Federico non poté ottenere la rivincita che preparava. Infatti, proprio mentre
radunava un nuovo esercito in Puglia, morì. La lunga lotta dell'imperatore e dei
Comuni suoi alleati contro la Lega aveva reso più acuti i contrasti tra le città e tra le
opposte fazioni.
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