Nuove speranze LES - Società Italiana di Reumatologia.

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XLIX Congresso Nazionale della Società Italiana di Reumatologia
Nuove speranze per il trattamento del Lupus Eritematoso Sistemico
A breve un nuovo studio internazionale coinvolgerà anche i più importanti centri Italiani
per valutare l’efficacia nel LES di un nuovo farmaco
Milano, 23 Novembre 2012 – Si prospettano nuove opportunità di trattamento per i
pazienti con Lupus Eritematoso Sistemico (LES), una malattia infiammatoria cronica
autoimmune che può coinvolgere tutti gli organi e apparati del corpo, dalle articolazioni
alla cute, al cuore, ai reni, ai polmoni e al sistema nervoso. È quanto emerso in occasione
del XLIX Congresso Nazionale della Società Italiana di Reumatologia in corso a Milano
fino al 24 Novembre.
Il Prof. Giovanni Minisola, Presidente della Società Italiana di Reumatologia (SIR) e
Primario Reumatologo dell’Ospedale di Alta Specializzazione “San Camillo” di Roma ci
fornisce qualche dato epidemiologico: “Come le altre connettiviti, il LES colpisce
prevalentemente le donne, anche in giovane età, con un’incidenza di 2-10 nuovi casi ogni
100.000 all’anno, una prevalenza di 10-120 ogni 100.000 individui e un picco tra i 15 e i 40
anni. Il LES è una grave malattia che può mettere a rischio la vita delle persone colpite a
causa del coinvolgimento di organi vitali, che compromette gravemente la qualità della
vita e la capacità lavorativa e che ha costi sociali particolarmente rilevanti”.
“L’avvento dei farmaci biotecnologici ha rappresentato una rivoluzione importante nel
trattamento dei pazienti con malattie reumatiche – spiega il Dott. Gian Domenico
Sebastiani, Responsabile della Lupus Clinic della Divisione di Reumatologia dell’Ospedale
di Alta Specializzazione “San Camillo” di Roma – Nel caso particolare del Lupus, tra le
novità più interessanti c’è il Rituximab, un anticorpo monoclonale diretto contro i linfociti
B, impiegato anche per il trattamento dell’Artrite Reumatoide. Questo farmaco risulta
molto efficace nelle manifestazioni renali, articolari e vasculitiche del LES e rappresenta
una risorsa efficace quando la terapia con i farmaci convenzionali non dà risultati
soddisfacenti.”
Ulteriori speranze potrebbero arrivare dagli studi attualmente in corso. Fra i farmaci in
sperimentazione nel LES c’è un farmaco innovativo che inibisce la JAK chinasi 1, una
molecola implicata nella risposta immunitaria in quanto trasmette al nucleo cellulare i
segnali che arrivano alle cellule dall’ambiente esterno. Il farmaco si assume per via orale,
consentendo così di evitare la somministrazione per via endovenosa, che richiede la
necessità di recarsi in ospedale. Nei prossimi mesi inizierà uno studio clinico
internazionale, che vede coinvolti anche i più importanti centri Italiani, per valutare la sua
efficacia nel LES. Altri farmaci in studio sono il Epratuzumab, un biotecnologico antilinfociti B che sta attraversando le fasi sperimentali nel LES con risultati promettenti, ed il
Belimumab, un anticorpo monoclonale completamente umano che inibisce lo stimolatore
dei linfociti B “BLyS”, una proteina prodotta naturalmente scoperta nel 1997 dai ricercatori
della Human Genome Sciences.
“BLyS è presente in notevole quantità nei pazienti con LES – continua Sebastiani – Il
Belimumab, riducendo i livelli di questa citochina, esercita un’azione favorevole sulla
malattia. Vari studi clinici internazionali, condotti con metodiche molto rigorose, hanno
documentato la sua efficacia nel LES e la sua buona tollerabilità. Il Belimumab è il primo
farmaco sviluppato in modo specifico per il LES; è stato approvato negli Stati Uniti, ed è
in studio anche per altre malattie autoimmuni sistemiche.”
Parallelamente alle sperimentazioni farmacologiche proseguono le ricerche per identificare
le cause e i meccanismi fisiopatologici della malattia, tra cui importanti studi sui fattori
genetici. Dai risultati di questi studi ci si attende una migliore conoscenza sulle cause del
LES, con una ricaduta positiva sulla possibilità di sviluppare nuove terapie.
“I farmaci biotecnologici rappresenteranno una risorsa importante anche per i pazienti
affetti da LES, così come oggi già lo sono per quei pazienti nei quali sono indicati e quando
le terapie tradizionali non hanno effetto. – osserva il Prof. Giovanni Minisola – Tuttavia e
purtroppo, tra i 5 maggiori Paesi dell’Unione Europea, l’Italia è quello con il più basso
tasso di penetrazione di questa categoria di farmaci e si colloca al di sotto della media
europea, a causa dei lunghi tempi di accesso all’innovazione che caratterizzano
negativamente il nostro Paese. In media si verificano 326 giorni di ritardo tra
l’autorizzazione dell’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) e l’autorizzazione alla
commercializzazione in Italia. L’impiego dei farmaci biotecnologici deve essere tempestivo
e appropriato; per tale motivo è assolutamente necessario che dalle parole si passi ai fatti e
che Ministero e Regioni adottino percorsi diagnostico-terapeutici concreti e funzionali,
attivando un network operativo tra medico di famiglia e strutture assistenziali
reumatologiche. Solo così si eviteranno a chi è malato attese inutili e ritardi diagnosticoterapeutici le cui conseguenze possono essere drammatiche non solo per i pazienti ma
anche per la collettività in rapporto alle ricadute socio-economiche e alla perdita di
produttività”.
Lupus Eritematoso Sistemico - LES
È una patologia multisistemica cronica, infiammatoria e autoimmune. Quest’ultima
definizione (autoimmune) si riferisce al fatto che nell’organismo dei soggetti affetti da
questa malattia si sviluppa un’alterazione dell’attività delle cellule del sistema immunitario
che sfuggono o perdono quei meccanismi che ne regolano l’azione e come conseguenza,
attaccano le cellule dell’organismo stesso, danneggiandole e determinando lo sviluppo di
processi infiammatori a carico di diversi distretti dell’organismo, con sintomi che possono
variare da paziente a paziente. L'incidenza del LES è maggiore nelle donne di colore e
asiatiche rispetto alle donne caucasiche (bianche). Soltanto il 10% dei pazienti affetti da
Lupus è di sesso maschile. In Italia si stima che siano circa 60mila i casi attualmente seguiti,
con un incremento di circa 1500 nuovi casi diagnosticati ogni anno. Il LES dal 2006 è stato
classificato come malattia cronica e invalidante e dà diritto all'invalidità civile. Segni e
sintomi comuni ad altre malattie rendono il LES di difficile diagnosi. Il 70% dei pazienti
manifesta segni dermatologici, il più comune dei quali è l’eritema a farfalla (dalla forma
tipica su entrambe le guance che si mostra quasi come una farfalla con le ali aperte).
Possono essere presenti alopecia, ulcerazioni della mucosa orale, nasale, urinaria e genitale
e altre lesioni cutanee. Fra i sintomi del LES, i dolori articolari (soprattutto a carico di mani
e polsi) sono presenti nella maggior parte dei casi e generalmente sono il sintomo che
spinge il paziente a rivolgersi al medico.
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