Il Sincretismo - Egittologia.net

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Duat Edizioni - Schede di Egittologia
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Il Sincretismo
Scheda AED005 © Duat
Le
ricerche archeologiche sembrano confermare l'origine sahariana della civiltà egizia,
discendente di quelle popolazioni che si spinsero lungo le rive del Nilo al crescere del deserto.
L'evoluzione della religione egizia inizia proprio nella preistoria, periodo in cui le genti stanziatesi
lungo il fiume si avviarono verso una forte ed evoluta civilizzazione.
Gli effetti dell'unità
Le prime tribù e i primi clan avevano un loro preciso pantheon, in genere costituito da divinità
animali o, in ogni caso, ad elementi fortemente legati alla terra, al territorio, spesso simili tra loro.
L'evoluzione sociale, la nascita delle prime grandi città, dei primi Regni che condussero nei secoli
all'unità dell'Egitto sotto un unico sovrano, originarono il sorgere di una teologia predominante.
All'evoluzione sociale e statale in senso unitario si adeguarono anche le esigenze religiose: il culto
nelle moltissime divinità delle origini confluì, nei centri principali, in un vasto sistema teologico in
cui ogni divinità aveva un ruolo in una grande cosmogonia. Essendoci molte città di grande
importanza politica, economica o religiosa, si formarono più sistemi, un complesso politeismo
vincolato ai singoli potentati con un preciso equilibrio. Con la nascita dello Stato Egizio si crearono
pochi sistemi teologici organizzati, che videro il confluire delle divinità più importanti delle varie
capitali verso un'unica divinità: è appunto questo il processo di sincretismo, la fusione di più
divinità tra loro affini in un'unica principale entità statale. Questo processo non è da confondersi
con il monoteismo, in quanto il dio statale principale era sì l'espressione della fusione degli
innumerevoli dei tra loro simili del passato, ma era parte di una cosmogonia evoluta e ricca di
divinità. Un tipico esempio è il caso di Osiride, divinità statale nell'Egitto unito ma prodotto del
sincretismo preistorico. Inoltre, il dio dell'Aldilà era parte di un pantheon preciso ovvero del
complesso politeismo che contraddistinse l'Egitto dalle origini alla caduta.
Solo Aton, nel periodo amarniano, fu elevato a unica divinità, ma la breve parentesi monoteista si
infranse contro le millenarie tradizioni politeiste dell'antico popolo del Nilo.
L'evidente fusione
Osservando la religione egizia, si noterà come alcune divinità abbiano attributi comuni che si
riferiscono a caratteristiche intercambiabili come, ad esempio, le corna di vacca, il disco solare, lo
scettro was e altri ancora. Questi attributi simbolici sono frutto del sincretismo, il fenomeno per cui
nella filosofia religiosa egizia erano fuse insieme differenti divinità affini.
Analizzando le molte divinità egizie ci si accorge di come tale meccanismo fosse sistematicamente
presente. Il dio principale di Menphi, Ptah, assimilò Osiride e Sokar divenendo, in Bassa Epoca, la
divinità composita Ptah-Sokar-Osiride.
Un esempio che chiarisce il concetto di sincretismo verso le divinità, a prescindere dalla loro
origine geografica, è dato dall'ariete nubiano, venerato a Kerma e nel resto della Nubia, che si fuse
con l'importantissimo dio Amon.
Le divinità femminili Tefnut e Sekhmet, dall'aspetto leonino, sono tutte forme della Dea Lontana,
legate a Hathor, Iside e Mut che ne rappresentano i vari aspetti (protezione, bellezza, magia, ecc…)
e viceversa, a loro volta vincolate per sincretismo ad altre divinità come ad esempio Bastet.
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Il dio Khnum, colui che modellava il corpo ed il Ka degli uomini, a volte era rappresentato con
quattro teste ad indicare il sincretismo che univa in lui i vari elementi dell'universo: Ra, il sole e il
cielo; Osiride, l'oltretomba; Geb, la terra; Shu, l'aria.
Considerando il dio Amon notiamo che appare associato ad altre divinità divenendo Amon-Ra,
Amon-Min e, addirittura, in un inno in suo onore nel tempo di Amenhotep II si fondono Amon, Ra,
Min, Khepri e Atum.
Hedj-wer, una divinità babbuino di Hermopolis, diede origine ad uno degli aspetti di Thot; Ra, per
sincretismo, generò la divinità nota come Ra-Harakhte.
Il dio ariete della città di Mendes, Banebdjedet, è un caso indicativo adatto a comprendere e
spiegare il concetto di sincretismo, in quanto era considerato allo stesso tempo "vita" di Ra, di Shu e
di Geb", nonché Ba di Osiride.
Politeismo "monoteista"
Aspetto importante da rilevare è che, parallelamente all'unificazione politica dell'Egitto, si assistette
all'unificazione degli dei delle varie città, anche se ciò fu più una tendenza in quanto non giunse mai
a totale compimento. Un dio, infatti, non si sostituiva mai ad un altro, bensì, questi si
sovrapponevano e univano i loro caratteri dominanti in una sola personalità. Sempre in riferimento
ad Osiride, per la quale si ignora la forma originale, assimilò Anegty, dio di Busiride, al punto che
quest'ultimo quasi scomparve ma i suoi attributi rimasero tipici del dio dell'Aldilà. In modo analogo
Osiride assimilò Khenty Amenntyw, dio della necropoli di Abido, che ne assunse il carattere
funerario. La tendenza al sincretismo andò accentuandosi con i secoli, tanto che verso la fine della
storia egizia gli dei apparivano come una manifestazione differente di una forza unica di carattere
universale. Tale concezione appare peraltro confermata da un passo del papiro di Leida in cui si
afferma "Tutti gli dei sono tre: Amon, Ra e Ptah, coloro che sono senza pari. Amon è la natura
nascosta; Ra è la testa; Ptah è il corpo… vita e morte dipendono da loro per tutto ciò che è. Amon,
Ra e Ptah, che formano un totale di tre". Nel loro insieme è possibile identificare una trinità in cui
Ra è la testa pensante, Ptah il corpo tangibile, Amon l'intelligenza invisibile alla cui legge tutto
sottostà.
Fine
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