PREMESSA IMPOSTAZIONE DELLE LINEE GUIDA PER GLI ATTI AZIENDALI Le linee guida per gli atti aziendali hanno una valenza temporale indefinita mantenendo la loro vigenza fino alla sopravvenienza di atti successivi integrativi o correttivi. Le linee guida sono fondate sulle logiche, sui contenuti e sulle finalità del piano di rientro; contengono un modello di indice che le aziende sanitarie regionali devono adottare quale indice del loro atto aziendale. Tale indice è esaustivo e non può essere modificato. Gli atti aziendali devono comprendere, quale parte integrante, l'organigramma dell'azienda. L'organigramma deve riportare tutte le forme organizzative dell'azienda, siano esse strutture complesse o strutture semplici; non devono essere riportate forme organizzati ve diverse da queste salvo i dipartimenti in quanto aggregazione di strutture. In merito alle numerosità e tipologia delle strutture le linee guida forniscono il contingente numerico che non è possibile superare in alcun caso. Analogamente al suddetto organigramma, dovrà essere allegata, quale parte integrante dell'atto aziendale proposto, anche la dotazione organica aziendale. Tale documento deve riportare il numero dei dipendenti in organico suddivisi per ruolo/qualifica professionale e per struttura di assegnazione, avendo come riferimento le strutture, complesse e semplici, definite nel nuovo atto aziendale. In merito ai dipartimenti, essi possono essere definiti di natura strutturale o funzionale, a decisione dell' Azienda basata sulle proprie esigenze ma con il divieto per una struttura di appartenere a più di un dipartimento; il numero minimo di strutture complesse per costituire un dipartimento è 5. In merito alle Direzioni sanitarie dei presidi ospedalieri, se ne possono attivare, con valenza tura complessa, una per ogni Azienda ospedaliera e nelle ASP una per ogni ospedale spoke, DPGR 18/2010. Nei presidi ospedalieri non sede della struttura complessa di Direzione possono essere attivate, al massimo, strutture semplici dipendenti gerarchicamente dalla complessa di Direzione sanitaria. di strutdi cui al Medica struttura I distretti territoriali, rispetto alla situazione attuale, devono essere ridefiniti diminuendone il numero complessivo. AMBITO DI APPLICAZIONE E OBIETTIVI GENERALI II presente atto di indirizzo è adottato ai sensi dell'articolo 7, comma 2, della legge regionale 11/2004 che prevede che l'organizzazione ed il funzionamento delle Aziende siano disciplinati con atto aziendale di diritto privato adottato dal Direttore Generale conformemente all'atto di indirizzo adottato dalla Giunta Regionale, oggi sostituita anche in questa prerogativa, dal Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro. Le linee guida sono destinate alle Aziende pubbliche del Servizio Sanitario Regionale (SSR) per la redazione dei nuovi atti aziendali in coerenza al Piano di Razionalizzazione e Riqualificazione del Servizio Sanitario Regionale (approvato con delibera di Giunta Regionale n. 845 del 16 dicembre 2009 ad integrazione e modifica del documento adottato in precedenza dalla medesima Regione con delibere n. 585 dellO settembre 2009 e n. 752 del 18 novembre 2009). Esse sostituiscono tutti i precedenti indirizzi per l'emanazione degli atti aziendali, in particolare la DGR n. 313 del 2006. 1 Il presente documento ha l'obiettivo di guidare le Aziende nella formulazione degli atti aziendali delineando la configurazione degli assetti organizzativi e delle relazioni funzionali che le Aziende devono assumere al proprio interno, nelle reciproche relazioni e nei rapporti con gli Enti Locali e con la Regione. Particolare attenzione è posta nella definizione di assetti organizzativi che si dimostrino coerenti con la impellente necessità della sanità regionale di ristabilire condizioni di governo e di controllo della spesa, pur nel mantenimento dei livelli di assistenza e nel miglioramento continuo della qualità dei servizi erogati. In questo senso le presenti linee guida completano la ridefinizione del SSR stabilita dal DPGR 18 del 22/10/2010, che riorganizza le reti emergenza-urgenza, ospedaliera e territoriale. Il modello organizzativo individuato si propone prioritariamente di: • consolidare le strutture di supporto decisionale alle funzioni di alta direzione, • garantire il rispetto degli obiettivi strategici regionali, • favorire il tempestivo scambio di flussi informativi fra direzione regionale e direzioni aziendali, garantire l'appropriatezza e il miglioramento continuo della qualità delle prestazioni erogate, garantire equità di accesso alle prestazioni del servizio sanitario regionale e nazionale, • sviluppare e valorizzare le funzioni gestionali e manageriali della dirigenza in funzione degli obiettivi aziendali, • uniformare i modelli di organizzazione dei servizi e omogeneizzare i rispettivi livelli prestazionali, contribuire con interventi strutturali al pieno conseguimento degli obiettivi di riequilibrio del Piano di rientro. Le presenti disposizioni rappresentano principi e criteri, vincolanti e non derogabili dalle Aziende, per la stesura dei rispettivi atti aziendali volendo, in particolare, regolare le organizzazioni aziendali che debbono far fronte a due eventi di carattere eccezionale e incombente quali la riorganizzazione degli assetti interni delle Aziende e la loro riconfigurazione per gli obiettivi posti dal Piano di rientro. AUTONOMIA GIONALE ORGANIZZATIVA DELLE AZIENDE DEL SERVIZIO SANITARIO RE- Le Aziende sanitarie ed ospedaliere sono articolazioni funzionali della Regione deputate ad attuare le linee di politica sanitaria dalla stessa individuate e, pertanto, operano sulla base degli indirizzi, degli obiettivi e delle risorse assegnate dalla Regione secondo logiche e principi di trasparenza, economicità, efficienza ed efficacia al fine di garantire al cittadino calabrese un servizio sanitario pubblico di qualità. All'interno di tale quadro, nel rispetto dei vincoli normativi, economici e organizzativi, i Direttori Generali esercitano l'autonomia propria del privato datore di lavoro (ex D.Lgs. 502/92 e s.m.i.) al fine di raggiungere gli obiettivi a loro assegnati. L'atto aziendale: • è atto di diritto privato, • contiene le norme fondamentali sull' organizzazione e sul funzionamento dell' azienda e sulla disciplina degli acquisiti e servizi sotto soglia comunitaria; • è atto di autogoverno dell'azienda; • è soggetto a controllo regionale attraverso una verifica della conformità alle presenti linee 2 guida agli atti di programmazione sanitaria regionale del Commissario ad acta nonché a successiva validazione ai sensi dell'art. 13 della L.R. 11/2004 e s.m.i. PRIMA PARTE: SCOPI, PRINCIPI CONTESTO E LOGICHE DI RIFERIMENTO Il sistema sanitario regionale calabrese è stato oggetto negli ultimi anni di una serie di interventi normativi finalizzati ad una sostanziale riorganizzazione e ricostruzione dello stesso e precisamente: • a marzo del 2004 è stato redatto il Piano Regionale per la Salute 2004/2006 in cui si delineano i principi e le logiche per una sostanziale riorganizzazione del "sistema salute" regionale e per lo sviluppo del "nuovo Servizio Sanitario Regionale"; • con legge regionale n. 9 dell'll Maggio 2007 è stato sancito l'accorpamento delle preesistenti le Aziende Sanitarie Locali in 5 Aziende Sanitarie Provinciali; • con delibera di Giunta Regionale n. 845 del 16 dicembre 2009 ad integrazione e modifica del documento adottato in precedenza dalla medesima regione con delibere n. 585 del lO settembre 2009 e n. 752 del 18 novembre 2009 è stato approvato il "Piano di Razionalizzazione e Riqualificazione del Servizio Sanitario Regionale" (c.d. Piano di rientro) finalizzato alla riorganizzazione, riqualificazione e risanamento strutturale del servizio sanitario regionale, anche attraverso la ristrutturazione dei debiti contratti; • col richiamato DPGR 18/2010 ed i successivi decreti di attuazione, asse portante del Piano di Rientro, sono state riorganizzate le reti emergenza-urgenza, ospedaliera e territoriale; • al D.P.G.R.18/201O hanno poi fatto seguito i decreti di attuazione del medesimo provvedimento (n.106/2011, n.136/2011, n.106/2012, n.174/12, n. 175/2012 e n.57/13). In particolare il Piano di rientro si pone l'obiettivo strategico di: • ripianare il debito pregresso; • rispettare i livelli essenziali di assistenza; • migliorare la qualità dei servizi erogati; • ricostruire un'efficiente organizzazione amministrativa, regionale e aziendale. L'analisi di contesto, preesistente al DPGR 18/2010, evidenzia una serie di criticità che possono essere così sommariamente rappresentate: • realtà ospedaliere piccole e frammentate; • rete ospedaliera diffusa ma non coordinata, con una forte incidenza della mobilità passiva ed un elevato tasso di ospedalizzazione; • elevato tasso di inappropriatezza delle prestazioni in regime di degenza; • realtà territoriali non omogenee; • carente offerta, rispetto ai bisogni rilevati dei cittadini, dell' offerta dei servizi territoriali; • insufficiente integrazione tra ospedale e territorio; • inadeguato sviluppo del modello distrettuale; • • limitata diffusione delle attività di prevenzione; diversità di approccio metodo logico alle varie problematiche; 3 • insufficiente coinvolgimento degli Enti locali e dei soggetti portatori di interessi. GLI OBIETTIVI DELLE LINEE GUIDA Le presenti linee guida regionali, tenendo conto dell 'attuale assetto istituzionale delle Aziende nonché delle logiche e degli obiettivi del Piano di rientro, hanno il fine di guidare le Aziende verso un nuovo processo di aziendalizzazione che dia risalto non soltanto all'aspetto di efficienza e di uso razionale delle risorse, ma altresì alla necessità di trasferire, in un contesto che ne era del tutto privo, i valori più rappresentativi della cultura aziendale, quali la responsabilizzazione, il senso di identità e di appartenenza, la partecipazione ai vari livelli, la valorizzazione del capitale umano e relazionale. I nuovi atti aziendali devono quindi riportare in sede locale quanto emerge dalle oramai consolidate esperienze regionali più avanzate, vale a dire un'organizzazione del lavoro più agile ed una evoluzione dell 'impianto organizzativo dinamica, efficiente, informale e "de-burocratizzata". In tema di erogazione di servizi è importante garantire omogeneità ed equilibrio tra le diverse realtà aziendali mirando ad un diverso punto di equilibrio tra ospedale e territorio orientando maggiormente l'assistenza verso quest'ultimo, anche in conseguenza di una corretta attuazione del richiamato decreto 18/2010. In questo senso, per quanto riguarda le ASP, uno degli obiettivi strategici è quello di garantire una maggiore uniformità in termini di erogazione di servizi, procedure amministrative, organizzazione strutturale, allocazione di risorse e risposte ai bisogni di salute. Le Aziende a valenza provinciale, infatti, sono state costituite con l'intento di risolvere, in una visione strategica complessiva, le disomogeneità precedentemente esistenti e per garantire una risposta ai bisogni di salute qualificata, equa ed uniforme su tutto il territorio provinciale. Gli assetti organizzativi definiti nei nuovi atti aziendali devono essere finalizzati al raggiungimento di tali fini. GLI ATTI AZIENDALI E GLI OBIETTIVI DEL PIANO DI RIENTRO Le indicazioni fomite con il presente documento trovano logica e fondamento in quanto già definito dal Piano di Razionalizzazione e Riqualificazione del Sistema Sanitario Regionale e sono quindi da intendersi quale strumento per raggiungere gli obiettivi ivi espressi. In particolare, si richiamano gli obiettivi principali del Piano ai quali gli atti aziendali dovranno fornire adeguata risposta: • assistenza ospedaliera: o migliorare la qualità dell' assistenza; o garantire/controllare l 'appropriatezza delle prestazioni; o porre in essere azioni correttive per diminuire la mobilità sanitaria passiva; • assistenza territoriale (in essa comprendendo le attività e i servizi sanitari e socio sanitari diffusi capillarmente sul territorio, dalla medicina generale all'assistenza farmaceutica, dalla specialistica e diagnostica ambulatoriale alla fornitura di protesi ed ausili, dai servizi domiciliari agli anziani e ai malati terminali ai servizi territoriali consultoriali, il SERT, i servizi per la salute mentale e quelli riabilitativi nonché le strutture semiresidenziali e residenziali): o facilitare l'accesso al sistema da parte del cittadino; o avviare una consistente semplificazione amministrativa che faciliti, nel rispetto delle regole di accesso e fruizione dei servizi, le procedure erogative delle prestazioni; o potenziare le attività di prevenzione e di educazione alla salute; 4 o gestire in maniera integrata, attraverso un'aggregazione che del disagio mentale e delle dipendenze; dipartimentale unica, le problemati- o sviluppare le forme organizzate della medicina generale e creare dei percorsi e servizi integrati con la rete ospedali era; o potenziare le cure domiciliari; o costituire di una rete integrata di laboratori aziendale, che bilanci l'equità verso i pazienti con l'eliminazione della duplicazione dei servizi ad alto investimento tecnologico; • gestione del rischio clinico: • garantire in ogni Azienda la costituzione e il funzionamento degli organismi del Governo clinico previsti dalla legge (Collegi di direzione, Consiglio dei sanitari, Dipartimenti) • rete di Emergenza-Urgenza: o contrastare gli aspetti di obsolescenza, diseconomicità, scarsa efficienza, attraverso una rivisitazione complessiva del sistema, o razionalizzare la rete ospedaliera e dei Pronto Soccorsi. Per ognuno degli ambiti sopra descritti le presenti linee guida forniscono prescrizioni di dettaglio a cui le Aziende dovranno attenersi nella formulazione dei loro atti aziendali. Tali direttive, nel concorrere alla realizzazione di quanto definito nel Piano, intendono garantire un profilo omogeneo alla struttura e al funzionamento delle aziende sanitarie, nel rispetto delle funzioni proprie alle loro diverse forme, tenendo conto delle peculiarità locali e salvaguardando l'espressione dell 'autonomia su cui si basa la responsabilità di ciascuna azienda. Esse riservano particolare attenzione ad individuare le competenze ed i poteri che gli atti aziendali devono attribuire agli organi aziendali, al fine di permettere un efficace esercizio delle loro funzioni, nonché alla distinzione fra assetti organizzati vi ed articolazioni di governo all'interno delle aziende. Le Aziende, nel all' adeguamento del dotazione organiche zione/ristrutturazione ridefinire i propri assetti organizzativi, dovranno, numero di strutture di ogni tipologia prevista dai CCNL in coerenza le normative nazionali di riferimento e con i della rete di assistenza dettati dal citato decreto regionale quindi, concorrere: e alla revisione delle piani di razionalizza18/2010. L'INTEGRAZIONE CON L'OFFERTA DI PRESTAZIONI DA PARTE DEL PRIVATO ACCREDITATO La Regione, nell'ambito della programmazione sanitaria, pone attenzione prioritaria all'integrazione di prestazioni da parte dei soggetti privati accreditati esercitando nei loro confronti il ruolo di committenza e, pertanto, essi dovranno essere consultati nel riordino degli ambiti che li riguardano e responsabilizzati nei risultati e nel gradimento della popolazione. I soggetti del settore privato dovranno quindi adeguare la propria offerta in coerenza al riordino di cui ai relativi di programmazione sanitaria. Le ASP devono esercitare sul settore privato accreditato un controllo sull'appropriatezza delle prestazioni erogate sia in termini quantitativi che qualitativi nonché sull'appropriatezza delle prescrizioni e non limitarsi ad un controllo meramente formale e burocratico. PRINCIPI DI ORGANIZZAZIONE Con l'atto aziendale le Aziende devono promuovere e dare sostanza ai seguenti principi organizzativi: 5 • partecipazione dei cittadini, degli utenti e degli operatori; • trasparenza dei risultati, delle procedure e dei processi organizzativi; • integrazione istituzionale, finanziaria, organizzativa e professionale; • valorizzazione delle risorse umane; • decentramento e responsabilizzazione degli aspetti gestionali. Al fine di affermare tali principi, agli atti aziendali è affidato il compito di stabilire: o le forme di partecipazione dei cittadini, degli utenti e degli operatori (conferenza di partecipazione, relazioni sindacali, ... ); o le forme con cui vengono articolati, comunicati e posti a verifica degli obiettivi aziendali, la valutazione del loro raggiungimento, favorendo la trasparenza dei risultati attesi e di quelli conseguiti e dei vincoli imposti dal contesto. In tale ottica dovranno essere fissati i criteri generali della comunicazione interna (piani attuativi, sistemi di budget, bilanci sociali e di missione, relazioni sanitarie, ecc.); o le forme con cui si realizza l'integrazione professionale nelle singole strutture aziendali e nelle relazioni fra diverse unità operative, privilegiando il lavoro di gruppo quale modalità organizzativa regolata e la formazione integrata di èquipe (organizzazione dipartimentale strutturale e/o funzionale, gruppi di progetto, gruppi di lavoro, ecc.); o le forme di valorizzazione delle risorse umane presenti nelle Aziende nell 'ottica di garantire una maggiore efficienza ed efficacia anche attraverso logiche di governo interaziendale dei processi di gestione delle risorse umane (piani di formazione, sistemi premianti, dotazione organica, programmazione del fabbisogno del personale, individuazione dei profili professionali necessari allo svolgimento dei compiti istituzionali delle strutture cui sono preposti, piani di mobilità intra e interaziendali, piani di riconversione del personale, ecc); o le forme di decentramento e di responsabilizzazione • competenze ad effettuare le spese; • competenze relative alla micro organizzazione; • competenze relative alla gestione del personale. dei dirigenti in merito a: In particolare, le Aziende devono assicurare una struttura organizzativa snella, che eviti il proliferare di articolazioni organizzative e garantisca la valutazione e verifica delle attività espletate e del personale. Nel definire il proprio organigramma e nell'istituire le strutture complesse e semplici, l'Azienda deve tener conto delle implicazioni che ciò ha per i processi gestionali, con particolare riferimento ai processi di programmazione e controllo e, per le ASP, sviluppando l'approccio epidemiologico sia nell 'analisi dei bisogni sia nel consumo di prestazioni complessivamente erogate, con l'obiettivo di individuare indicatori condivisi per la valutazione di criticità nel sottoutilizzo/sovrautilizzo di interventi e procedure diagnostico-terapeutiche, sia nel pubblico che nel privato accreditato, che possono generare scarsa qualità dell'assistenza e/o inappropriatezza con conseguente spreco di risorse. LE ARTICOLAZIONI ORGANIZZATIVE: STRUTTURE COMPLESSE E SEMPLICI La riorganizzazione delle reti ospedali era, territoriale e dell'emergenza-urgenza passa anche attraverso la revisione del piano delle articolazioni organizzative delle Aziende, innanzi tutto strutture complesse e semplici. La razionalizzazione delle strutture complesse e semplici inoltre è un prerequi sito necessario per la definizione di un piano di ottimizzazione delle risorse umane necessario 6 per raggiungere l'obiettivo del piano di rientro di contenimento della spesa del personale. A tal fine sono definiti standard riferiti al numero di strutture complesse e semplici a cui le singole Aziende dovranno attenersi nel definire il proprio piano di organizzazione. Tali standard sono stati costruiti prendendo a riferimento i relativi parametri medi nazionali e tenendo in considerazione le dimensioni e le complessità delle diverse realtà aziendali nonché quanto già previsto nel DPGR 18/2010. Il contingente di strutture semplici dipartimentali deve rappresentare una percentuale non superiore al 20% del numero complessivo delle strutture semplici ed è ricompreso in esso; si riporta, pertanto, nella seguente tabella il numero totale delle strutture, complesse e semplici, suddivise per Azienda. N° strutture Aziende complesse N° strutture AOCZ 46 60 AOU MATER DOMINI 22 29 AORC 49 64 ASP CZ 55 72 ASP RC 78 102 ASPW 40 53 ASPCS 113 148 AOCS 50 66 ASP KR 44 57 497 651 Totale SECONDA PARTE: I CONTENUTI I CONTENUTI OBBLIGATORI semplici DELL' ATTO AZIENDALE EX LEGE Nella redazione dell 'atto aziendale dovranno in ogni caso essere osservati i seguenti contenuti obbligatori ex lege: • individuazione delle strutture, amministrative e sanitarie, che pongono in essere atti amministrativi e che erogano prestazioni preventive, curative e riabilitative, nonché quelle che svolgono attività non curativa, definendo, in questo contesto, le strutture dotate di autonomia gestionale e tecnico-professionale soggette a rendicontazione analitica (art. 3, comma l-bis, D.Lgs. 502/1992 e s.m.i.); • individuazione dei Distretti sanitari sulla scorta delle disposizioni stabilite dalle leggi regionali per l'articolazione territoriale delle Aziende e dei presidi (art. 2, comma 2-sexies, lett. c, e art. 3 quater, D.Lgs. 502/1992 e s.m.i.), nonché secondo quanto indicato negli atti di pianificazione e programmazione sanitaria; • individuazione dei criteri, delle modalità di costituzione e di funzionamento dei Dipartimenti nonché, all'interno degli stessi, delle strutture complesse e semplici; • individuazione dei criteri e delle modalità di affidamento degli incarichi di cui al comma 4, art. 15, D.Lgs. 502/1992 e s.m.i., nel rispetto delle disposizioni contenute nei vigenti CCNL, 7 ":;Ari", ~.~ .----~ / <,\) / lfi / $.\ .',;~l\ '\ \."~''f\ AI ,:"':i"",,:;",,": i",,,! v \ '•. ~ "" ",'"/ ,,'i ~,'" \ <;.,';" / ! i~' I .-o:.:-~~t,:<- '~~.. \ ',.•..,'~;' ,. .. :~. / '.",/' _"': ' . ./ nonché, come previsto nell'art. 15 ter del medesimo D.Lgs., l'individuazione delle modalità per la verifica dei risultati; • individuazione dei criteri e delle modalità di affidamento della direzione delle strutture organizzative a valenza sanitaria e amministrativa (art. 15 - bis, comma 2, D.Lgs. 502/1992 e s.m.i.); • attribuzione, Distretto, di all'attuazione - bis, comma • specificazione delle modalità di espletamento della funzione di committenza prevista dal D.Lgs. 502/1992 e s.m.i. nei confronti delle strutture pubbliche e private accreditate che effettuano prestazioni sanitarie. al Direttore amministrativo, al Direttore sanitario, ai Direttori di presidio, di Dipartimento e ai Dirigenti responsabili di struttura, dei compiti finalizzati, degli obiettivi definiti nel piano programmatico e finanziario aziendale (art. 15 1, D.Lgs. 502/1992 e s.m.i.); L'INDICE DEL L' ATTO AZIENDALE Nella redazione dell'atto le Aziende devono attenersi allo schema di indice di seguito riportato al fine di garantire coerenza e comparabilità tra le aziende del SSR e facilitare la verifica sovraordinata da parte dell'organismo commissariale. I punti mancanti nel successivo capitolo "Criteri guida per la definizione dei contenuti" non sono ritenuti vincolanti per le Aziende e, come tali, non necessitanti di linee guida. A. ELEMENTI IDENTIFICATIVI DELL'AZIENDA 1. Ragione sociale, sede, riferimenti fiscali, logo e patrimonio 2. Territorio [per le ASP: indicare i Comuni che ne fanno parte] 3. Missione istituzionale 4. Visione aziendale B. L'AZIENDA E I SUOI INTERLOCUTORI ESTERNI 5. Partecipazione dei cittadini e le relazioni con la società civile 6. Relazioni con gli enti istituzionali 7. Rete regionale dei servizi sanitari 8. Integrazione socio-sanitaria C. I PRINCIPI ISPlRATORI DELLA GESTIONE 9. Unitarietà della gestione lO. Orientamento ai bisogni dell'utenza e il miglioramento dei processi clinico-assistenziali Il. Integrazione ospedale-territorio 12. Rapporti convenzionali 13. Governo clinico 14. Controllo e verifica dell 'appropriatezza delle prestazioni ospedaliere 15. Accreditamento 16. Innovazione gestionale e tecnologica 17. Centralità delle persone che lavorano in Azienda 8 18. Relazioni sindacali 19. Responsabilizzazione gestionale 20. Deleghe e i poteri D. L'ASSETTO ISTITUZIONALE 21. Il direttore generale 22. Il collegio sindacale 23. L'organo d'indirizzo [solo per le AOU) 24. Il direttore sanitario 25. Il direttore amministrativo 26. La conferenza dei sindaci [solo per le ASP] 27. Il collegio di direzione 28. Il consiglio dei sanitari 29. L'Organismo Indipendente di Valutazione 30. I collegi tecnici 31. Il comitato etico [solo per le Aziende sede di comitato etico] 32. Il comitato consultivo aziendale E. LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA 33. I dipartimenti e l'organizzazione dipartimentale. 34. Le Strutture complesse e semplici 35. L'area territoriale [solo per le ASP] 36. Il distretto sanitario [solo per le ASP] 37. Il dipartimento di prevenzione [solo per le ASP] 38. Il dipartimento di salute mentale [solo per le ASP] 39. I Dipartimenti ad attività integrata [solo per le AOU] 39 bis. Il dipartimento delle Dipendenze 39 ter. Il dipartimento materno-infantile 40. La rete farmaceutica 41. La rete emergenza-urgenza 42. La rete ospedaliera 43. La direzione ospedaliera 44. I dipartimenti interaziendali [articolo eventuale] 45. L'organizzazione delle attività delle professioni ex L. 42/1999 46. Servizi amministrativi 47. Il settore tecnico 9 48. I percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali 49. Le funzioni di supporto 50. L'organizzazione delle attività assistenziali 51. Gli incarichi dirigenziali 52. Le posizioni organizzative F. I SISTEMI E GLI STRUMENTI DI GESTIONE E DI CONTROLLO 53. La pianificazione strategica 54. La programmazione e controllo e i sistemi informativi di governo 55. I sistemi di gestione e valutazione del personale 56. Le procedure di acquisto e la gestione degli appalti 57. La gestione della qualità 58. Le rilevazioni contabili 59. Il controllo interno di regolarità amministrativa, contabile e gestionale 60. L'attività libero professionale intramuraria CRITERI GUIDA PER LA DEFINIZIONE DEI CONTENUTI Punto 3 dell'indice: Elementi identificativi dell'Azienda -la missione istituzionale Le Aziende devono considerare tutta la loro potenzialità di erogazione, sia prodotta da strutture proprie che acquisita da erogatori privati accreditati, quale un unico insieme da governare complessivamente considerando parte del. Sistema Pubblico tutto ciò che viene finanziato con risorse pubbliche indipendentemente dall'erogatore. Tale impostazione ha la finalità di evitare quanto più possibile duplicazioni di offerta e "spinte" all'inappropriatezza, considerato che la enorme variabilità di offerta è in grado di influenzare la domanda. Punto 5 dell'indice: L'Azienda e i suoi interlocutori esterni - La partecipazione dei cittadini e le relazioni con la società civile Le Aziende perseguono una politica per la salute orientata ai bisogni dei cittadini e impegnata a promuovere le conoscenze per consentire loro di interagire con il sistema sanitario e di partecipare attivamente, come singolo e come collettività, alle definizione delle scelte che riguardano la salute. Le Aziende perseguono tali obiettivi mediante strategie di comunicazione tese all'informazione, all'educazione e alla partecipazione. L'azienda garantisce la tutela dei diritti degli utenti dei servizi socio sanitari e la pubblicazione degli obiettivi aziendali attraverso: • la Carta dei servizi socio - sanitari • la Conferenza annuale dei Servizi, • il Comitato consultivo degli utenti, • l'Ufficio Relazioni con il Pubblico. Punto 7 dell'indice: L'Azienda e i suoi interlocutori esterni - La rete regionale dei servizi sanitari Le Aziende promuovono strategie e strumenti finalizzati a creare, mantenere e sviluppare una rete 10 di servizi sul territorio sia di tipo intra-aziendale che interaziendale al fine di garantire adeguati percorsi assistenziali ed il miglioramento continuo della qualità dei servizi. Le Aziende sanitarie provinciali, inoltre, recependo il dettato del DPCM dell' 1 Aprile 2008, organizzano le proprie funzioni per garantire alle persone detenute nelle carceri del territorio di competenza i Livelli Essenziali l'assistenza che includono l'assistenza medica specialistica, l'assistenza farmaceutica, l'intervento sulle tossicodipendenze, la vigilanza sull'igiene pubblica e la prevenzione Punto 8 dell'indice: L'Azienda e i suoi interlocutori esterni - L'integrazione socio-sanitaria L'integrazione socio-sanitaria è garantita all'interno dei distretti territoriali attraverso la funzione Servizi Sociali prevista all'interno del coordinamento dei distretti territoriali o del dipartimento del territorio (vedi punto 35). Punto IO dell'indice: I principi ispiratori della gestione - L'orientamento ai bisogni dell'utenza e il miglioramento dei processi clinico - assistenziali L'azienda organizza i servizi sulla base di una attenta e puntuale analisi dei bisogni di assistenza della popolazione di riferimento. L'organizzazione e la gestione dei servizi deve rispondere ai principi di qualità, appropriatezza, sicurezza e sostenibilità economica. Punto 11 dell'indice: I principi ispiratori della gestione - L'integrazione ospedale territorio L'Azienda persegue prioritariamente l'obiettivo della continuità dei percorsi di cura intesa come presa in carico globale dell'assistito e integrazione di tutti i momenti del percorso. A questo fine l'Azienda promuove l'integrazione tra: • le attività del servizio di continuità assistenziale e la medicina generale; • la medicina generale e l'assistenza domiciliare; • i percorsi facilitati di accesso alle prestazioni di specialistica ambulatoriale; • le cure primarie e l'assistenza ospedaliera; • le diverse attività erogate nell'ambito dell 'assistenza ospedaliera. L'Azienda garantisce e sviluppa la continuità dei percorsi di cura attraverso la rete integrata dei servizi dei Distretti e della rete ospedaliera regionale complessiva, pubblica e privata accreditata. L'azienda promuove lo sviluppo di strumenti operativi e modalità assistenziali in grado di assicurare la continuità dei percorsi di cura sul territorio. A questo fine favorisce ogni forma di associazionismo tra i medici di medicina generale, in grado di garantire percorsi di cura autonomi e completi e di realizzare la continuità tra i momenti ordinari di assistenza ambulatoriale e domiciliare e quelli straordinari del servizio di continuità assistenziale. La continuità dei percorsi di cura nel quadro dell'assistenza ospedaliera è realizzata attraverso l'organizzazione dipartimentale del presidio ospedaliero unificato e per il tramite dell'integrazione dei dipartimenti che lo compongono con i distretti territoriali. Attraverso l'organizzazione dipartimentale e la sua integrazione con i distretti territoriali l'Azienda promuove processi di assistenza e cura finalizzati a diminuire progressivamente la necessità dello spostamento dei pazienti fra le strutture. Punto 13 dell'indice: I principi ispiratori della gestione - Il governo clinico L'Azienda adotta i principi e gli strumenti del governo clinico nella realizzazione di relazioni funzionali appropriate tra la componente clinico - assistenziale e quella organizzativo - gestionale, al fine di promuovere il miglioramento continuo della qualità dell'assistenza e mantenere elevati livelli di servizio. 11 A sostegno del Governo clinico, l'Azienda adotta un sistema di monitoraggio e degli esiti dell' assistenza erogata e provvede ai correttivi necessari. A questo fine l'Azienda in particolare provvede: • all'adozione di linee guida cliniche e clinico-organizzative, alla formalizzazione di percorsi di audi! clinico, alla gestione del rischio, alla formazione continua; • alla promozione della collaborazione multi professionale e di percorsi assistenziali integrati; alla responsabilizzazione degli operatori e al monitoraggio delle performance; • alla partecipazione responsabile dei cittadini. Punto 14 dell'indice: I principi ispiratori tezza delle prestazioni ospedaliere della gestione - Controllo e verifica dell'appropria- Alla scopo di portare a regime un sistema di reporting periodico sull'efficienza, appropriatezza clinica e organizzativa delle prestazioni di ricovero ospedaliero, nonché garantire la corretta compilazione delle SDO e la loro corrispondenza con le cartelle cliniche in attuazione della normativa vigente, l'Azienda dovrà prevedere l'utilizzo di risorse professionali dedicate, eventualmente organizzate in struttura o anche aggregate in altra struttura, ma con il compito esclusivo di vigilanza sulle SDO. Punto 15 dell'indice: I principi ispiratori della gestione - Accreditamento Al fine di verificare e facilitare i percorsi di miglioramento della qualità e di conformità ai requisiti minimi ed ulteriori richiesti per l'autorizzazione all'esercizio e l'accreditamento istituzionale da parte delle strutture, pubbliche e private, sanitarie, socio sanitarie e dei singoli professionisti l'Azienda deve istituire la Commissione Aziendale per l'autorizzazione e l'accreditamento, prevista dalla Legge Regionale 24/2008 e s.m.i. e regolamentata dai DDPGR n.28/201O, 23/2011 e n.44/2013. Punto 16 dell'indice: ca I principi ispiratori della gestione - L'innovazione gestionale e tecnologi- La direzione aziendale al fine del conseguimento di più elevati gradi di efficienza ed efficacia delle attività aziendali promuove e sviluppa forme innovative di gestione in ambito sanitario e tecnico amministrativo, compreso il ricorso all'esterno per lo svolgimento di attività non strategiche e la collaborazione con soggetti privati nelle forme consentite dalla normativa in materia. La Direzione aziendale deve ricercare sinergie nei confronti di produttori privati accreditati, di servizi che vanno considerati parte integrante della rete complessiva di uno stesso territorio. In particolare l'Azienda adotta sistemi innovativi per l'attivazione di: • procedure di acquisto comuni; • adesioni a convenzioni; • utilizzo di procedure automatizzate, quali il commercio elettronico. Le modalità di attuazione di tali forme innovative di acquisto di beni e servizi sono disciplinate tramite apposito regolamento. L'Azienda fa propri i principi declinati dalla pianificazione regionale relativamente alla riorganizzazio ne delle funzioni tecnico- amministrative (consorzi interaziendali dei servizi di supporto) e all'avvio di forme di aggregazione sovraziendali di servizi sanitari di supporto. L'Azienda prevede la possibilità di sviluppo di forme associate di gestione con le altre Aziende del SSR, sulla base della vigente normativa. Punto 17 dell'indice: rano in Azienda I principi ispira tori della gestione - La centralità 12 delle persone che lavo- L'Azienda valorizza le proprie risorse anche attraverso la formazione ed il sistema premiante, ispirandosi ai seguenti criteri: • pianificazione della formazione e del sistema ECM anche nel quadro dello sviluppo del governo clinico; • diversificazione e arricchimento dei ruoli professionali anche attraverso i processi di innovazione tecnologica ed organizzati va e di riqualificazione del personale; • percorsi formativi orientati allo sviluppo tecnico professionale delle competenze degli operatori sui processi piuttosto che sui singoli ruoli; • adozione di un sistema premiante che tenga conto delle competenze e dell 'impegno per acquisirle e mantenerle; • le proprie risorse anche attraverso la formazione ed il sistema premiante ispirandosi • adozione di un sistema di valutazione permanente. Punto 18 dell'indice: I principi ispira tori della gestione - Le relazioni sindacali L'Azienda attiva un corretto rapporto con le organizzazioni sindacali, al fine di coniugare l'esigenza di incremento e mantenimento di una elevata efficacia ed efficienza dei servizi erogati, con il miglioramento delle condizioni di lavoro e la crescita professionale del personale. Le relazioni sindacali riguardano: • contrattazione collettiva integrativa, che si svolge sulle materie e con le modalità indicate nei contratti nazionali di categoria e decentrati; • informazione, concertazione e consultazione; • interpretazione autentica dei contratti integrativi sottoscritti; • quant'altro previsto dai rispettivi CCNL in tema di relazioni sindacali. Punto 20 dell'indice: I principi ispiratori della gestione - Le deleghe e i poteri Il Direttore Generale, tenuto conto della ripartizione di competenze operata con il piano di organizzazione, può delegare ulteriori compiti al Direttore Amministrativo e al Direttore Sanitario anche sull'adozione di singoli e specifici atti. L'adozione di atti che impegnano l'Azienda verso l'esterno, per l'attuazione degli obiettivi definiti dalla programmazione aziendale, può essere delegata unicamente ai dirigenti di struttura complessa, coerentemente con quanto disposto dall'art.15 bis del D.Lgs. n. 502/92 e s.m.i .. Non sono comunque delegabili gli atti relativi all'emanazione di regolamenti aziendali e altri atti per i quali la normativa nazionale e regionale dispone l'indelegabilità. Il soggetto delegato ha la piena responsabilità degli atti compiuti in virtù della delega conferita. Non sono previste forme di controllo preventivo sugli atti delegati. Con il regolamento di organizzazione vengono individuate modalità di controllo successivo delle attività delegate. L'esercizio delle funzioni delegate avviene, garantendo la trasparenza, la esaustività e la chiarezza espositiva della motivazione e della decisione, nel rispetto della compatibilità finanziaria e degli obiettivi generali dell 'Azienda. La revoca delle deleghe conferite ha luogo nelle stesse forme seguite per il loro conferimento. In caso di inerzia del soggetto delegato, o negli altri casi in cui lo ritenga opportuno, il Direttore Generale può adottare direttamente l'atto delegato owero delegarne l'adozione ad altro soggetto 13 previa comunicazione al delegato originario. Il Direttore Generale nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento può annullare o revocare, con atto formalmente motivato, i provvedimenti amministrativi illegittimi o inopportuni assunti dal delegato. Per gli atti di diritto privato invalidi o inopportuni il Direttore generale provvede ai sensi di quanto stabilito dal codice civile. Punto 21 dell'indice: Assetto istituzionale - Il Direttore Generale Il Direttore Generale è l'organo cui competono tutti i poteri di gestione, nonché la rappresentanza legale dell' Azienda. Le competenze del Direttore Generale sono distinguibili in funzioni di governo e funzioni di gestione. Il Direttore Generale esercita le funzioni direttamente o mediante delega secondo modalità e forme indicate negli atti aziendali. Il predetto esercita le proprie funzioni con atti di diritto privato o, nei casi previsti dalla legge, attraverso l'adozione di provvedimenti amministrativi. Gli atti di diritto privato sono retti dal principio della libertà di forma, nei limiti previsti dal codice civile. I provvedimenti amministrativi sono emanati nel rispetto della L. 241/90 e s.m.i. e della L.R. n. 19/2001 e s.m.i. nonché dai principi generali dell' azione amministrativa e assumono la denominazione di deliberazioni. Gli atti del Direttore Generale non aventi rilevanza esterna assumono il carattere di mere disposizioni interne. Le disposizioni interne non richiedono l'acquisizione di pareri e non sono sottoposte all'esame del Collegio Sindacale. Gli atti aziendali dovranno definire le funzioni del Direttore Generale in relazione tà che gli attribuisce l'art. 3, comma 1-quater, del D.Lgs. 502/1992 e s.m.i. e l'art. la Legge Regionale n. 11/2004 e s.m.i. nonché le materie di competenza esclusiva forma con cui sono disciplinate, ossia provvedimento amministrativo o determina In quest'ultimo dovrà essere prevista la modalità con cui sono formulati tali atti. Punto 22 dell'indice: Assetto istituzionale alla responsabili14, comma 1 delspecificandone la di diritto privato. - Il Collegio Sindacale Il collegio sindacale esercita il controllo interno di regolarità gestionale e contabile. Tale controllo va esercitato non sugli atti di diritto privato bensì su quelli inerenti la gestione aziendale. Per rendere operativo tale ruolo, l'elenco degli atti adottati, compresi quelli delegati, deve essere comunicato mensilmente al collegio Sindacale, che potrà richiederne copia. In linea con i riferimenti normativi vigenti (D.Lgs. 502/1992 art. 3 ter e s.m.i.; L.R. 11/2004 art. 16 e s.m.i.) gli atti aziendali dovranno specificare composizione, durata e funzioni di tale organo. Nell'Azienda Ospedaliero-Universitaria il collegio sindacale è composto con le modalità definite dall'art. 4, comma 3, del D.Lgs. 517/99. Punto 23 dell'indice: Assetto istituzionale - L'organo di indirizzo [per la AOU] L'Organo di Indirizzo è un organismo previsto dalle norme che disciplinano i rapporti tra SSN ed Università (art. 4, comma 4, D.Lgs. 517/99). Esso, con riferimento ai dipartimenti ad attività integrata, ha il compito di proporre iniziative e misure per assicurare la coerenza della programmazione generale dell'attività assistenziale dell' Azienda con le esigenze didattiche e scientifiche delle Università nonché verificarne la corretta attuazione. Punto 24 dell'indice: Assetto istituzionale - Il Direttore Sanitario Il Direttore Sanitario concorre al governo aziendale partecipando al processo di programmazione e pianificazione strategica generale e di pianificazione annuale sanitaria dell' Azienda, secondo quanto espressamente previsto dall'art. 3, comma 7, del D. Lgs. 502/92 e s.m.i., dall'art. 15, comma l, della L.R. 11/2004 e s.m.i. nonché da ogni altra norma, regolamento, legge e atto della programmazione regionale. ,~ 14 / / t., ~--,_~~'\ // .~\~i)' /'~ i 1-'~~, l '~'. \ ) ~"-l } ',..;j--"CÒ;:"' "' >' 'it'' /\/</ / ',.,,~, " ,/ i Nello specifico il Direttore Sanitario coadiuva il Direttore Generale nell 'esercizio delle sue funzioni; partecipa unitamente al Direttore Generale, che ne ha la responsabilità, alla Direzione dell' Azienda, assumendo diretta responsabilità delle funzioni attribuite alla propria competenza dalla legislazione vigente e concorrendo, con la formulazione di proposte e pareri, alla formazione delle decisioni della Direzione Generale; dirige i servizi sanitari aziendali ai fini organizzativo - gestionali e tecnicosanitario e fornisce parere obbligatorio al Direttore Generale sugli atti relativi alle materie di competenza. Gli atti aziendali devono, nel rispetto della normativa vigente, specificare le funzioni e i compiti del Direttore Sanitario. Punto 25 dell'indice: Assetto istituzionale - Il Direttore Amministrativo Il Direttore Amministrativo concorre al governo aziendale partecipando al processo di programmazione e pianificazione strategica generale e di pianificazione annuale dell' Azienda e coadiuva il Direttore Generale nella definizione e direzione del sistema di governo economico-finanziario aziendale secondo quanto espressamente previsto dall'art. 3, comma 7, del D.Lgs. 502/92 e s.m.i., dall'art. 15, comma 2, della L.R. 11/2004 e s.m.i. Lo stesso svolge ogni altra funzione a lui attribuita dalle leggi e dai regolamenti aziendali attuativi. Il Direttore Amministrativo dirige i servizi amministrativi dell 'Azienda e partecipa, unitamente al Direttore Generale che ne ha la responsabilità, alla direzione dell'Azienda, assume dirette responsabilità delle funzioni attribuite alla sua competenza dalla legislazione vigente, e concorre con la formulazione di proposte e pareri non vincolanti alla formazione delle decisioni del Direttore Generale. Gli atti aziendali dovranno, nel rispetto della normativa vigente, specificare le funzioni e i compiti del Direttore Amministrativo. Punto 26 dell'indice: Assetto istituzionale - La Conferenza dei Sindaci (per le ASP) Al fine di corrispondere alle esigenze sanitarie della popolazione, la Conferenza dei Sindaci, quale organismo rappresentativo di tutte le amministrazioni comunali presenti nell'ambito territoriale dell'Azienda, nell'esercizio dei compiti di cui al combinato disposto dagli artt. 3, comma 14, del D.Lgs. 502/1992 e s.m.i. e 11 della L.R. 2/1996 e s.m.i., provvede, in particolare: • alla definizione, nell 'ambito della programmazione l'impostazione programmatica della attività; • all'esame del bilancio pluriennale di previsione e del bilancio di esercizio rimettendo alla regione le relative osservazioni; • alla verifica dell' andamento generale dell' attività contribuendo· alla definizione dei piani programmati ci e trasmettendo le proprie valutazioni e proposte motivate al Direttore Generale ed alla Regione. Punto 27 dell'indice: Assetto istituzionale regionale, delle linee di indirizzo per - Il collegio di direzione Il Collegio di direzione è, a norma dell'art. 3, comma 1 quater, del D.lgs. 502/1992 e s.m.i., organo dell' Azienda. Il Direttore Generale, si avvale ai sensi dell'art. 17 del D.Lgs. 502/92 e s.m.i., nel testo sostituito dalla letto f) del comma l dell'art. 4, D.L. 13 settembre 2012, n. 158, come successivamente sostituito dalla legge di conversione 8 novembre 2012, n. 189, di detto organo per il governo delle attività cliniche, la programmazione e la valutazione delle attività sanitarie e di quelle di alta integrazione sanitaria. 15 In particolare il Direttore Generale si avvarrà dello stesso per la elaborazione del programma di attività complessive dell'Azienda, nonché per l'organizzazione e lo sviluppo dei servizi e per l'utilizzazione delle risorse umane. Il Collegio di direzione è presieduto dal Direttore Generale, o suo delegato, ed è composto da: • il direttore sanitario; • il direttore amministrativo; • i direttori di dipartimento, inclusi quelli interaziendali; • i direttori dei distretti sanitari (per le Aziende ASP); • i direttori sanitari di presidio ospedaliero o polo ospedaliero; • il dirigente dell'area dipartimentale omogenea di sanità pubblica veterinaria (per le Aziende ASP); • il dirigente di ciascuna delle Professioni Sanitarie, ove presente. In rapporto a singoli argomenti trattati potrà essere prevista la partecipazione al Collegio stesso di dirigenti o professionisti cui è affidata la responsabilità di strutture o incarichi di particolare rilevanza strategica. Il Direttore Generale costituisce, con proprio provvedimento, il Collegio di direzione, prevedendo uno specifico regolamento per le modalità di funzionamento che tenga conto, oltre che delle indicazioni contenute nel presente atto di indirizzo, anche delle funzioni del Collegio di direzione previste dalla normativa vigente. Punto 28 dell'indice: Assetto istituzionale - Il consiglio dei sanitari Il Consiglio dei Sanitari, previsto dall'art. 3, comma 12, del D.Lgs. 502/92 e s.m.i., è organismo elettivo dell' Azienda con funzioni di consulenza tecnico-sanitaria cui compete la emissione dei pareri previsti dal D.Lgs. n. 502/92 e successive modifiche ed integrazioni. Il Consiglio dei sanitari è presieduto dal direttore sanitario ed opera con le modalità e la composizione previste dall'art. 8 della L.R. 22 Gennaio 1996 n. 2. Punto 29 dell'indice: Assetto istituzionale - O.LV. Ai sensi e con le modalità previste dell'art. 14 del D.Lgs. n. 150/2009 e s.m.i., le Aziende istituiscono l'Organismo indipendente di valutazione della performance,. L'O.LV. (già Nucleo di Valutazione) supporta la Direzione generale per la verifica e valutazione annuale: • dei risultati delle strutture operative aziendali; • dei risultati di gestione del dirigente di struttura complessa e di struttura semplice; • dei risultati raggiunti da tutti i dirigenti in relazione agli obiettivi affidati, anche al fini dell 'attribuzione della retribuzione di risultato. Gli atti aziendali dovranno prevedere, ai sensi dell'art. 30, comma 2 del D.Lgs. 150/2009, la validità ad operare del Nucleo di valutazione, con i compiti, l'organizzazione e le attribuzioni precedentemente definiti fino all'attivazione e/o costituzione dell'Organismo indipendente di valutazione della performance (O.LV.) disciplinato dal D.Lgs. 150/2009 e la cui attivazione sarà normata secondo gli indirizzi emanati tramite l'organismo regionale di coordinamento del sistema di valutazione della performance, appositamente istituito presso il Dipartimento della Salute. 16 La fase transitoria, dai Nuclei di Valutazione agli OJ.V. ove ancora non costituiti, non deve comportare nuovi o maggiori oneri economici. Secondo quanto definito ai sensi del combinato disposto dagli artt. 14 del D.lgs. 150/2009 e 44 del D.Lgs. 33/2013, l'OJ.V. ha le seguenti funzioni: • monitorare il funzionamento complessivo del sistema di valutazione, della trasparenza e integrità dei controlli interni ed elaborare una relazione annuale sullo stato dello stesso; comunicare tempestivamente le criticità riscontrate ai competenti organi interni di governo ed amministrazione, nonché alla Corte dei Conti, all'Ispettorato per la funzione pubblica e alla commissione di cui all'articolo 13 del D.Lgs 150/09; • validare la relazione sulla performance ed assicurarne la pubblicazione sul sito istituzionale dell' Azienda; • garantire la correttezza dei processi di misurazione e valutazione, nonché dell 'utilizzo dei premi di cui al Titolo III del D.Lgs. 150/09, dai contratti collettivi integrativi, dai regolamenti interni all'amministrazione nel rispetto del principio di valorizzazione del merito e della professionalità; • proporre all'organo di indirizzo politico - amministrativo, la valutazione annuale dei dirigenti di vertice e l'attribuzione ad essi dei premi di cui al già citato Titolo III; • promuovere ed attestare l'assolvimento degli obblighi relativi alla trasparenza e all'integrità di cui al Titolo IV del D.Lgs. 150/09; • verificare i risultati e le buone pratiche di promozione delle pari opportunità; curare gli adempimenti di cui all'art. 14, comma 5 del D.Lgs 150/09. • verifica la coerenza tra gli obiettivi previsti nel Programma triennale per la trasparenza e l'integrità di cui all'articolo 10 del D.Lgs. 33/2013 e quelli indicati nel Piano della performance, valutando altresì l'adeguatezza dei relativi indicatori L'OJ.V. sarà responsabile della corretta applicazione delle linee guida, delle metodologie e degli strumenti predisposti dalla Commissione di cui all'art. 13 del D. Lgs. n. 150/09. Gli O.LV. si avvalgono della Struttura tecnica Permanente per come previsto dall'art. 14 del D.L.gs. n. 150/09. La composizione e il funzionamento degli O.LV. verranno definiti a seguito dell'adozione dei provvedimenti attuativi in materia. Restano comunque confermati gli O.LV. già costituiti nei modi e nei termini previsti dal D.Lgs. 150/2009. Punto 30 dell'indice: Assetto istituzionale - Il collegio tecnico Il Collegio Tecnico, ai sensi del combinato disposto dell'art. 15, comma 5, del D.Lgs.502/1992 e dei CCNL di Area Dirigenza Medica, Veterinaria, Sanitaria, Tecnica, Professionale e Amministrativa nonché della Deliberazione della Giunta Regionale n.99/2007 è l'organismo preposto alla valutazione dell'attività professionale della dirigenza. E' chiamato ad esprimere un giudizio complessivo (di seconda istanza) sulle attività professionali del dirigente valutato, tenuto conto anche delle valutazioni annuali del Nucleo di Valutazione. Gli atti aziendali dovranno specificare le attribuzioni, in linea con la normativa vigente e la procedura di nomina, rimandando a uno specifico regolamento il funzionamento e la composizione. Punto 31 dell'indice: Assetto istituzionale - Il Comitato Etico Il Comitato etico è un organo di consultazione e di riferimento per qualsiasi problema di natura eti- ca relativamente alla pratica clinica e alla ricerca biomedica. 17 L'attività consiste nella emissione di pareri vincolanti nel merito delle sperimentazioni cliniche o rispetto a studi osservazionali. Tra le finalità principali del CE viene posta la tutela dei diritti e la sicurezza e il benessere dei soggetti che partecipano a sperimentazioni cliniche. La composizione del comitato etico deve garantire i requisiti minimi fissati con D.M. sanità del 12 maggio 2006, così come modificato dal D.M. sanità del 7 novembre 2008, "Requisiti minimi per l'istituzione, l'organizzazione e il funzionamento dei Comitati etici per le sperimentazioni cliniche dei medicinali" . Al fine di razionalizzare e uniformare l'attività dei Comitati Etici regionali e garantire altresì il rispetto dei requisiti di cui sopra vengono istituti i Comitati Etici interaziendali con sede presso le Aziende Ospedaliere denominate "Hub" nel DPGR 18/20 lO e competenza sulle aziende sanitarie provinciali di riferimento secondo la seguente tabella. Azienda Ospedaliera sede di Comitato interaziendale Aziende che afferiscono al Comitato interaziendale presso l'AO AOCS ASPCS AOCZ ASP KR ASP VV ASP CZ AORC ASPRC Nelle Aziende in cui sarà possibile l'attivazione del Comitato Etico i rispettivi atti aziendali dovranno definire ambito di competenza, compiti e funzioni del Comitato Etico rimandando a specifico regolamento il proprio funzionamento e composizione. L'AOU "Mater Domini" è dotata di Comitato etico autonomo. I Comitati Etici opereranno fino all'emanazione dei provvedimenti attuativi dell'art. 12, commi lO e 11, del D.L. 13 settembre n. 158 convertito con modificazioni dalla L. 8 Novembre 2012 n. 189. Punto 32 dell'indice: Assetto istituzionale - Il Comitato consultivo misto Nell'ottica di quanto previsto dalla normativa in tema di trasparenza e valutazione delle pubbliche amministrazioni e secondo i criteri della rendicontazione sociale e dell' audit civico e Aziende devono prevedere l'istituzione, senza alcun onere economico aggiuntivo, di un comitato consultivo misto per il controllo della qualità dal lato degli utenti e la sperimentazione di modalità di raccolta e di analisi dei segnali di disservizio, rappresentando la possibilità di partecipazione organizzata delle Associazioni di volontariato e di Tutela dei diritti dei cittadini. È composto da utenti e operatori dei servizi sanitari e socio-sanitari nell'ambito territoriale di riferimento (art. 14, comma 7 del D. Lgs n. 502/1992). Le funzioni, di massima, sono le seguenti: • formula proposte su campagne di informazione sui diritti degli utenti, sulle attività di prevenzione ed educazione alla salute, sui requisiti e criteri di accesso ai servizi sanitari e sulle modalità di erogazione dei servizi medesimi; • collabora con l'Ufficio relazioni con il pubblico per rilevare il livello di soddisfazione dell'utente rispetto ai servizi sanitari e per verificare sistematicamente i reclami inoltrati dai cittadini; • esprime pareri non vincolanti e formula proposte al Direttore Generale in ordine agli atti di programmazione dell'Azienda, all'elaborazione dei Piani di educazione sanitaria, alla verifi18 ca della funzionalità dei servizi aziendali nonché alla loro rispondenza alle finalità del Servizio sanitario regionale ed agli obiettivi previsti dai Piani sanitari nazionale e regionale, redigendo ogni anno una relazione sull 'attività dell 'Azienda. Le modalità di costituzione, funzionamento, organizzazione, attribuzione dei compiti, articolazioni e composizione del Comitato consultivo aziendale devono essere disciplinate da specifico regolamento aziendale. Punto 33 dell'indice: La struttura mentale organizzativa - I Dipartimenti e l'organizzazione diparti- Il dipartimento, la cui organizzazione è disciplinata dall'art. 17 -bis del D.Lgs 502/1992 e s.m.i., è costituito dall'aggregazione di strutture operative in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie, flessibili, tempestive, razionali e complete rispetto ai compiti assegnati in una logica di comunanza delle risorse. Una struttura, semplice o complessa che sia, non può far parte di più di un dipartimento. I dipartimenti dovranno essere composti da un numero di strutture complesse non inferiore a cinque, senza eccezione alcuna. I dipartimenti ospedalieri dell'ASP sono costruiti considerando i presidi che fanno riferimento a ciascun SPOKE (vedere allegato 2 del decreto 18/2010, pago 19-21). I Dipartimenti possono quindi comprendere, in una logica interaziendale, Unità Operative di più presidi. Nei dipartimenti sono applicate le logiche di governo collegiale i cui processi di coordinamento e controllo sono previsti e descritti negli appositi regolamenti. Sono organi del dipartimento: • il Direttore del dipartimento; • il Comitato di dipartimento. Le aziende devono definire funzioni e competenze del Direttore di dipartimento e del Comitato di dipartimento rimandando al successivo regolamento la definizione del funzionamento operativo del Dipartimento stesso. Il Direttore di dipartimento è nominato dal Direttore Generale tra i direttori delle strutture complesse, ed a tempo indeterminato, afferenti al dipartimento. Il direttore del dipartimento deve dedicare prioritariamente la sua attività lavorativa all'espletamento dei compiti connessi a tale incarico. II successivo regolamento di funzionamento dei dipartimenti deve prevedere, specificamente, la consegna di report trimestrali da parte del Direttore di dipartimento al Direttore generale e una valutazione negativa sull'andamento dell'attività del dipartimento costituisce motivo di revoca dell'incarico al direttore del dipartimento stesso. In merito al comitato di dipartimento deve essere garantita la più ampia partecipazione non solo attraverso il coinvolgimento dei responsabili delle strutture afferenti al dipartimento stesso ma anche attraverso la formale presenza nel Comitato di altre figure con formali responsabilità dipartimentali (eventuali referenti di ambiti specifici quali formazione, qualità, governo clinico, ecc). Le Aziende, inoltre, nei loro atti aziendali devono definire, in coerenza con quanto definito nel DPGR 18/2010, le tipologie di Dipartimento (strutturali, funzionali, aziendali o interaziendali, 0spedalieri o territoriali o misti ospedale-territorio), le funzioni dei suoi due organi (Direttore di Dipartimento e Comitato di Dipartimento) ed il ruolo all'interno del modello di governo aziendale. In relazione a tale ultimo aspetto, le Aziende devono chiaramente definire i rapporti gerarchici tra le 19 /~ I /(S'Aì:'-,~';_:~\ ---." \Jc1" I;r,; ! ,~;,;\ ,-I"< :<~:) 1\:: '- ~ \.;:; ~ iI-" ~._/ .... ,/ /i· I \ J: i> strutture all'interno del dipartimento e il Direttore del dipartimento. I Direttori dei Dipartimenti dipendono e rispondono direttamente alla Direzione Generale Aziendale. I dipartimenti sono strutturali o funzionali. I dipartimenti strutturali hanno la responsabilità gestionale diretta delle risorse loro assegnate dai processi di programmazione e controllo. Un'area di responsabilità importante per i dipartimenti strutturali è quella relativa alla gestione del personale. I dipartimenti funzionali hanno come principale obiettivo quello di migliorare la pratica clinico assistenziale, favorendo l'acquisizione e il mantenimento di competenze tecnico-professionali adeguate, definendo percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali e verificandone la reale applicazione, riducendo le difformità nelle pratiche clinico-assistenziali che possono caratterizzare le diverse articolazioni organizzative afferenti. Il dipartimento funzionale ha responsabilità specifiche nell'orientare la formazione relativa ai propri ambiti d'interesse. Lo svolgimento di attività interdipartimentali, che non può trovare rispondenza singolo dipartimento (ad es. attività di trapianto) può essere effettuato attraverso gruppo operativo interdipartimentale, coordinato da un responsabile formalmente rettore generale. Tali gruppi non devono comportare un maggior onere a carico Azienda. Punto 34 dell'indice: ci La struttura organizzativa - Le strutture nell'ambito di un l'istituzione di un incaricato dal Didel bilancio dell' complesse e le strutture sempli- Per struttura operativa si intende l'articolazione organizzativa alla quale è attribuita la responsabilità di gestione di: • risorse umane • risorse strumentali e strutturali • risorse finanziarie. Le Aziende individuano le strutture operative semplici e complesse - coerentemente con quanto programmato dal D.P.G.R. n.18/W e successivi decreti attuativi - in relazione alle funzioni attribuite dalla programmazione regionale e sulla base della rilevanza delle risorse e dei compiti attribuiti, dei volumi di attività, dei livelli di specializzazione, della pluridisciplinarietà e dei processi organizzativi integrati. Le strutture operative sono ordinariamente organizzate secondo il modello dipartimentale. Le strutture operative complesse sono caratterizzate da un elevato grado di autonomia gestionale e da piena responsabilità nella realizzazione di processi operativi. Le strutture operative semplici a valenza dipartimentale sono articolazioni organizzative con specifiche responsabilità dirette di gestione di risorse umane, tecniche e finanziarie, il cui responsabile risponde al Direttore di dipartimento. Le strutture semplici costituiscono articolazioni organizzative interne delle strutture complesse, alle quali è attribuita responsabilità della gestione diretta di risorse umane e tecniche, fermo restando, per il titolare dell'incarico, l'obbligo di espletamento delle attività di istituto proprie della struttura complessa di appartenenza. Punto 35 dell'indice: La struttura organizzativa - L'area territoriale Le attività sono erogate nell'ambito dei distretti sanitari, a seconda dell 'assetto organizzativo azieJ..lh---·t- ," : ,v I" il 20 / ~ ~ ,;/;;~.'~\\ I~\ [;J :1 j;{) V~\",;,,;_,/ Ijy' "~i1~]YY dale, sia attraverso servizi direttamente gestiti dai distretti, sia attraverso servizi forniti da altre articolazioni organizzative che si coordinano con i distretti o il dipartimento del territorio per definire le modalità di erogazione più idonee (Dipartimento di Prevenzione, Dipartimento Salute Mentale, Dipartimento delle Dipendenze, Dipartimento Materno-Infantile, Dipartimento Urgenzaemergenza). La scelta del modello di governo dei servizi territoriali dipende dalla vastità del territorio su cui l'Azienda esercita le sue funzioni: • in aziende di piccole e medie dimensioni (con un numero di distretti pari o inferiore a tre) il livello organizzativo ottimale per favorire l'integrazione e lo sviluppo omogeneo dei vari servizi è garantito dai distretti coordinati dal direttore sanitario aziendale • in aziende di grandi dimensioni (con più di tre distretti) il livello organizzativo ottimale per uno sviluppo coerente con le specificità territoriali dei servizi è costituito dai distretti, che, però, considerata la vastità territoriale e, quindi, la complessità, necessitano un coordinamento interdistrettuale al fine di garantire un'uniformità di azioni e di garanzie assistenziali. Ne consegue che nelle Aziende composte da più di tre distretti le funzioni di erogazione di servizi sono assegnate al distretto, che, al fine di uniformare prestazioni ed azioni, attiveranno uno specifico Coordinamento dei Distretti demandato, senza oneri aggiuntivi, alla figura del Direttore Sanitario Aziendale. Il numero dei distretti delle ASP dovrà essere ridefinito prendendo a riferimento il minimo di 100.000 abitanti e, quindi, in decremento numerico rispetto alla situazione attuale. Nel rispetto di tale numero minimo, omogeneo per tutta la Regione, i distretti sanitari dovranno essere riorganizzati in modo che il territorio di un distretto sociale del Comune afferisca ad un solo distretto sanitario. Come indicato dalla normativa nazionale e regionale nonché dal DPGR 18/2010, il potenziamento dell'attività territoriale costituisce la chiave per la qualificazione di tutto il sistema e, pertanto, rappresentano azioni strategiche di riferimento finalizzate anche agli obiettivi di rientro: • lo sviluppo delle forme associative dei Medici di Medicina Generale con particolare riferimento alla costituzione di team multiprofessionali (MMG, PLS, SAI, MCA, infermieri, amministrativi, assistenti sociali, personale della riabilitazione, ecc.); • l'inserimento dei Medici di Continuità Assistenziale nell'attività territoriale (con riferimento particolare a visite domiciliari, dimissioni protette, Centri di Assistenza Primaria Territoriale, Case della Salute); • il potenziamento dell'assistenza domiciliare, garantendo appropriatezza e riducendo il ricorso improprio all'ospedale; • lo sviluppo di sistemi informativi integrati atti a garantire il governo e il controllo del consumo di prestazioni, oltre che una efficace monitoraggio e valutazione delle attività e dell'uso delle risorse. • la costituzione di Gruppi di Progetto per lo sviluppo operativo di percorsi diagnosticoterapeutici assistenziali (PDTA) in tema di riabilitazione. Nell'ambito dei distretti sanitari operano i Centri di Assistenza Primaria Territoriale (CAPT) e così come articolati nel decreto 18/2010 e nominalmente ridefiniti dal DPGR 34 del 6 maggio 20 11 che sono finalizzati, sulla base delle specificità dei diversi territori, all'integrazione fisica e/o organizzativa-operativa dei servizi territoriali nonché le Case della Salute. 21 Per le Aziende con più di tre distretti Il coordinamento dei Distretti, è assegnato, senza oneri aggiuntivi, alla figura del Direttore Sanitario Aziendale che si avvale del supporto di tutti i Direttori di Distretto, costituiti in Comitato, senza oneri aggiuntivi rispetto a quelli previsti per l'incarico di Direttore di Distretto. Il Coordinamento assicura le funzioni di: • rendere omogenee, efficaci ed efficienti le procedure di erogazione dei servizi e degli interventi territoriali nell 'ambito aziendale; • raccordare le attività interdistrettuali, favorendone la compatibilità e la congruità sul territorio aziendale; • garantire il collegamento con le altre strutture aziendali (Ospedale e Dipartimento di Prevenzione); monitorare l'attività e la gestione dei distretti, nonché la gestione della Medicina Convenzionata (MMG, PLS, SAI, MCA). All'interno del Coordinamento dei Distretti vanno previste: 1. una funzione "Servizi Sociali", con le seguenti responsabilità: • coordinamento e raccordo tra servizi territoriali dell' ASP, servizi e interventi sociali dei Comuni, strutture e servizi gestiti dal privato (sociale o for profit) quali strutture diurne e residenziali per minori, per disabili, per anziani; • coordinamento tra ospedale e territorio (esercitando in particolare un ruolo nel favorire le dimissioni protette) 2. una struttura di farmacia territoriale e assistenza integrativa; 3. una struttura di assistenza protesica; 4. una struttura di coordinamento dei Consultori Familiari; 5. una struttura amministrativa con le seguenti funzioni: • funzioni amministrative per il coordinamento dei distretti; • programmazione e controllo dei servizi sanitari e socio sanitari esternalizzati; • coordinamento amministrativo per tutti (es. pulizie, manutenzioni, ecc.) Al Coordinamento dei Distretti può essere affidata la gestione diretta di attività per le quali le economie di scala conseguibili, le necessità di omogeneità nell'erogazione dei servizi o i sistemi informatici adottati in Azienda, rendano più efficace una gestione accentrata a livello di area territoriale rispetto ad una gestione affidata ai singoli distretti o ai dipartimenti (ad esempio, i sistemi unici di prenotazione). L'atto aziendale definisce i poteri propri del Coordinamento dei Distretti, in particolare in materia di acquisti relativi alla gestione ordinaria, gestione del personale (a titolo esemplificativo: turnistica, mobilità interna, tele lavoro, opzioni all'esercizio della libera professione intra/extra-moenia, autorizzazione all'esercizio di attività libero-professionale intramoenia presso il proprio ambulatorio, sperimentazioni cliniche, stages/tirocini, ammissione presso strutture aziendali per frequenza volontaria, gestione retribuzione variabile legata alla produttività, ecc.) e rapporti con il personale convenzionato. Il Direttore generale con apposito atto può delegare ulteriori competenze al Coordinamento. Il Coordinamento si avvale di collaboratori provenienti dalle strutture coordinate. 22 Per le Aziende con tre o meno distretti Nelle aziende con un numero di distretti pari o inferiore a tre, i compiti di gestione e coordinamento sopra descritti vengono espletati attraverso le seguenti strutture/attività: ./ una struttura di farmacia territoriale e assistenza integrativa; ./ una struttura di assistenza protesica; ./ una struttura amministrativa con le seguenti funzioni: • funzioni amministrative per il coordinamento dei distretti; • programmazione e controllo dei servizi sanitari e socio sanitari esternalizzati; • coordinamento amministrativo per tutti servizi logistici territoriali ni, ecc.) . ./ una struttura di Cure Primarie che gestisce le seguenti attività: • rete della residenzialità e semiresidenzialità anziani e disabili; • rete assistenza riabilitativa • • • • medicina di base convenzionata anche in forma associativa; cure palliative; • coordinamento assistenza sanitaria penitenziaria ./ una struttura Materno Infantile che gestisce le seguenti strutture/attività: • Neuropsichiatria Infantile; • Coordinamento dei Consultori Familiari. (es. pulizie, manutenzio- continuità assistenziale; specialistica ambulatoriale; In questi casi il distretto mantiene le sue funzioni tipiche di analisi del fabbisogno oltre a gestire direttamente la funzione "Servizi Sociali" con le seguenti responsabilità: • coordinamento e raccordo tra servizi territoriali dell' ASP, servizi e interventi sociali dei Comuni, strutture e servizi gestiti dal privato (sociale o for profit) quali strutture diurne e residenziali per minori, per disabili, per anziani; • coordinamento tra ospedale e territorio esercitando, in particolare, un ruolo nel favorire le dimissioni protette. Il direttore sanitario aziendale svolgerà, senza oneri aggiuntivi a carico dell'Azienda, il coordinamento dei distretti. Punto 36 dell'indice: La struttura organizzativa - Il distretto sanitario Per le Aziende con più di tre distretti Non si può prescindere in sede di formulazione delle presenti linee di indirizzo dal considerare lo sviluppo del Distretto quale "snodo" strategico dell'assistenza territoriale, anche attraverso una piena integrazione con i Medici di Medicina Generale ed i Pediatri di Libera Scelta, essi stessi elemento cardine del sistema in quanto scelti dal cittadino sulla base di un rapporto fiduciario. A loro volta questi professionisti dovranno passare da un modello gestionale che li vede singoli protagonisti, a quello che prevede il loro inserimento in un modello gestionale che consenta di 23 .• ~- rispondere con il contributo di altre professionalità alla complessa domanda di salute dei propri pazienti (specialmente quelli gravi e cronici) ed al crescente carico assistenziale. Tale modello è individuato in quello delle "Unità di Cure Primarie". Il distretto sanitario ha la responsabilità dell'insieme dei servizi necessari a garantire la tutela della salute della popolazione presente sul territorio, organizzando l'erogazione dei servizi sanitari territoriali, coordinandoli e integrando li con quelli ospedalieri. Il distretto deve anche fornire indicazioni alla direzione aziendale sul volume e tipologia di prestazioni, nel limite del budget definito, da richiedere agli erogatori privati accreditati che offrono servizi nel territorio del distretto al fine di evitare duplicazioni e offerte non rispondenti ai bisogni. Il distretto costituisce: • centro di governo oltre che di organizzazione dei servizi e di erogazione di servizi; • polo di integrazione sanitaria e socio-sanitaria; • punto di riferimento unico per il cittadino per l'accesso a tutti i servizi sanitari dell' Azienda e socio sanitari territoriali. Esso assume il ruolo di committenza e quindi di valutazione e di gestione dei servizi territoriali (ruolo di produzione). Tra le funzioni di committenza e valutazione si richiamano: • analisi e valutazione dei bisogni di salute; • governo dei consumi di prestazioni indirette, farmaceutiche, specialistiche ambulatoriali ed ospedaliere, attraverso l'attività di orientamento del cittadino e l'integrazione effettiva dei servizi erogati ai diversi livelli di assistenza dalle ASP. Per quanto riguarda la funzione di erogazione di servizi, i distretti: • coordinano la medicina convenzionata (medicina generale, continuità assistenziale, pediatria di libera scelta, specialistica ambulatoriale) assicurandone l'integrazione effettiva nell'organizzazione distrettuale, finalizzata ad una appropriata erogazione dei LEA; • erogano l'assistenza domiciliare; • garantiscono l'erogazione dell'assistenza semiresidenziale e residenziale; • erogano servizi e interventi che rientrano nel livello di assistenza distrettuale, avvalendosi di operatori e di unità operative proprie, oppure attraverso rapporti convenzionali con operatori o organizzazioni esterne; • garantiscono la tutela della salute in ambito penitenziario, così come previsto sotto il profilo organizzativo dall'allo A) al DPCM l aprile 2008. • erogano i servizi, e ne garantiscono la relativa tutela, relativi all'età evolutiva e all'area materno infantile. Per l'erogazione e la gestione delle suddette attività il distretto è articolato in strutture, semplici e complesse tra cui deve essere ricompresa la struttura di Cure Primarie che deve garantire i seguenti servizi: • rete della residenzialità e semiresidenzialità anziani, disabili; • rete dell' assistenza riabilitativa • medicina di base convenzionata anche in forma associativa; • continuità assistenziale; 24 • specialistica ambulatoriale; • cure palliative; • cure domiciliare integrate • coordinamento assistenza sanitaria penitenziari a Ciascuna DCP deve comprendere un team multiprofessionale costituito da MMG, PLS, medici di Continuità Assistenziale (CA, ex "guardia medica"), infermieri, terapisti della riabilitazione, OSS, amministrativi e potrà avere, di norma, un bacino d'utenza di 20-30.000 abitanti (in media: 25.000). L'espletamento di tale attività avviene attraverso rapporti diretti con i MMG e con i Medici ospedalieri e la struttura dispone direttamente di risorse specifiche all'interno del budget affidato. Al fine di garantire la migliore omogeneità organizzativa e funzionale si deve istituire una struttura complessa di Coordinamento dei Consultori Familiari il cui direttore risponde al capo dipartimento Materno- infantile. I CAPT e le Case della Salute, inseriti all'interno dei distretti, sono gestiti, per quanto riguarda gli aspetti igienico - organizzative e di faeility management da un responsabile di sede con incarico di struttura semplice che risponde direttamente al direttore del distretto. L'atto aziendale definisce inoltre la struttura interna, l'organizzazione e le procedure di funzionamento del distretto in relazione: • alla domandalbisogno dei cittadini, anche attraverso forme di partecipazione; • alla attribuzione della responsabilità di governo, programmazione e spesa ai Direttori di Distretto • alla attribuzione della responsabilità di gestione della produzione ai responsabili delle strutture distrettuali ; • alla programmazione dei servizi territoriali sanitari e sociosanitari; • alla definizione delle più ampie politiche di welfare attraverso il Piano di zona con gli Enti locali, le Aziende per i servizi alla persona e gli altri soggetti di cui all'art. 1 della L. 328/2000; • alle modalità attraverso le quali la MG partecipa al perseguimento degli obiettivi del distretto e alla elaborazione delle linee guida volte anche alla ottimizzazione dell'uso delle risorse di tutti i livelli assistenziali. In ogni distretto deve essere costituito un Comitato di Coordinamento delle attività distrettuali, composto dai responsabili delle strutture del distretto, un rappresentante della MMG, uno dei PLS, uno dei SAI. Tale Comitato ha funzioni consultive e propositive, e finalità di: • coadiuvare il Direttore di Distretto nelle verifiche di attuazione dei programmi e degli interventi, anche con riferimento a "l 'appropriatezza prescrittiva, anche in relazione ai rapporti tra medicina generale e medicina specialistica ambulatoriale e ospedaliera, in riferimento a linee guida condivise, all'applicazione di percorsi diagnostico-terapeutici concordati, al rispetto delle note dell 'AlFA, anche al fine di prevenire e rimuovere comportamenti anomali ... " (cfr. ACN 2009); • favorire l'integrazione tra i servizi e gli operatori del distretto, garantendo la circolarità della 2S ! comunicazione; • definire percorsi formativi delle diverse professionalità su tema tiche di carattere generale (es. miglioramento continuo della qualità, sistema informativo, management, ecc.); • ottimizzare l'utilizzo delle risorse. L'atto aziendale specifica l'organizzazione del distretto sanitario e le relazioni che esso intrattiene con le altre strutture dell 'Azienda, nonché con l'Azienda ospedaliera di riferimento e con le strutture dell'emergenza-urgenza, definendo i rapporti di collaborazione per la più efficaci modalità di erogazione dei servizi. Nel rapporto con il Dipartimento di Prevenzione, l'area d'integrazione riguarda i programmi e le iniziative di prevenzione primaria e di promozione di stili di vita salutari; a questo livello occorre definire le modalità di coordinamento tra il Dipartimento di Prevenzione ed il distretto sanitario che con la sua organizzazione e i suoi operatori le deve realizzare. Inoltre vanno programmate e formalizzate congiuntamente le presenze degli operatori del Dipartimento di Prevenzione nelle sedi del distretto sanitario con particolare riferimento ai servizi alla persona. Nel rapporto con il Dipartimento di Salute Mentale vanno in particolare definite le modalità d'integrazione professionale per la valutazione e la progettazione congiunta degli interventi per i pazienti con i problemi psichiatrici di particolare rilievo. Nel rapporto con la struttura ospedaliera, l'area dell'integrazione è rappresentata prioritariamente dalla definizione dei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali ai fini della continuità assistenziale. In quest'ambito vanno definiti, tra l'altro, i protocolli di accesso alle strutture ambulatoriali e diagnostiche ospedali ere e le modalità di valutazione multi dimensionale in sede di pre e post dimissione. Vanno inoltre programmate e formalizzate congiuntamente le presenze di operatori ospedalieri in sedi distrettuali e viceversa. Il direttore di distretto sanitario è responsabile in modo autonomo della gestione delle risorse assegnate per il perseguimento delle funzioni del distretto sanitario, della programmazione e valutazione delle attività territoriali sanitarie e sociosanitarie, rispondendo al Coordinatore dei distretti della suddetta gestione e dei risultati raggiunti. Il direttore del distretto sanitario supporta la direzione aziendale nei rapporti con i sindaci del distretto sanitario nonché con gli altri soggetti richiamati dall'art. l della L. 328/2000. Nel caso in cui l'ASP assuma la gestione di attività e di servizi socio-assistenziali, il direttore di distretto ha la responsabilità organizzati va e gestionale di detti servizi. Per le Aziende con tre o meno distretti Il distretto sanitario garantisce la salute della popolazione presente sul territorio attraverso i servizi erogati dagli stessi coordinandoli e integrando li con quelli ospedalieri. Il distretto deve anche fornire indicazioni alla direzione aziendale sul volume e tipologia di prestazioni, nel limite del budget definito, da richiedere agli erogatori privati che offrono servizi accreditati nel territorio del distretto al fine di evitare duplicazioni e offerte non rispondenti ai bisogni. Il distretto costituisce: • polo di integrazione sanitaria e socio-sanitaria; • punto di riferimento unico per il cittadino per l'accesso a tutti i servizi sanitari dell'Azienda e sociosanitari territoriali. Esso esercita un ruolo di valutazione dei servizi territoriali, di analisi e valutazione dei bisogni di salute e dei consumi di prestazioni indirette, farmaceutiche, specialistiche ambulatoriali ed ospeda26 liere; esercita inoltre l'attività di orientamento del cittadino e di integrazione effettiva dei servizi erogati ai diversi livelli di assistenza dalle ASP. Per quanto riguarda la funzione di erogazione di servizi, i distretti: • coordinano la medicina convenzionata (medicina generale, continuità assistenziale, pediatria di libera scelta, specialistica ambulatoriale) assicurandone l'integrazione effettiva nell'organizzazione distrettuale, finalizzata ad una appropriata erogazione dei LEA; • garantiscono la tutela della salute in ambito penitenziario, così come previsto sotto il profilo organizzativo dall'all.A) al DPCM l aprile 2008. I CAPT e le Case della Salute, inseriti all'interno dei distretti, sono gestiti, per quanto riguarda gli aspetti igienico - organizzative e difaeility management da un responsabile di sede con incarico di struttura semplice che risponde direttamente al direttore del distretto. L'atto aziendale definisce inoltre la struttura interna, l'organizzazione mento del distretto in relazione: e le procedure di funziona- • alla domandalbisogno dei cittadini, anche attraverso forme di partecipazione; • alla attribuzione della responsabilità ai Direttori di Distretto; • alla programmazione dei servizi territoriali sanitari e sociosanitari; • alla definizione delle più ampie politiche di welfare attraverso il Piano di zona con gli Enti locali, le Aziende per i servizi alla persona e gli altri soggetti di cui all'art. 1 della L. 328/2000; • alle modalità attraverso le quali la MG partecipa al perseguimento degli obiettivi del distretto e alla elaborazione delle linee guida volte anche alla ottimizzazione dell'uso delle risorse di tutti i livelli assistenziali. In ogni Distretto deve essere costituito un Comitato di Coordinamento delle Attività Distrettuali, composto dai responsabili delle strutture del distretto, un rappresentante della MMG, uno dei PLS, uno dei SAI. Tale Comitato ha funzioni consultive e propositi ve, e finalità di: • coadiuvare il Direttore di Distretto nelle verifiche di attuazione dei programmi e degli interventi, anche con riferimento a "l 'appropriatezza prescrittiva, anche in relazione ai rapporti tra medicina generale e medicina specialistica ambulatoriale e ospedaliera, in riferimento a linee guida condivise, ali 'applicazione di percorsi diagnostico-terapeutici concordati, al rispetto delle note dell 'AlFA, anche al fine di prevenire e rimuovere comportamenti anomali ... "( cfr. ACN 2009); • favorire l'integrazione tra i servizi e gli operatori del distretto, garantendo la circolarità della comunicazione; • definire percorsi formativi delle diverse professionalità su tematiche di carattere generale (es. miglioramento continuo della qualità, sistema informativo, management, ecc.); L'atto aziendale specifica l'organizzazione del distretto sanitario e le relazioni che esso intrattiene con le altre strutture dell'Azienda, nonché con l'Azienda ospedaliera e con le strutture extraospedaliere dell'emergenza-urgenza, definendo i rapporti di collaborazione per la più efficaci modalità di erogazione dei servizi. Nel rapporto con il Dipartimento di Prevenzione, l'area d'integrazione riguarda i programmi e le iniziative di prevenzione primaria e di promozione di stili di vita salutari; a questo livello occorre defi27 nire le modalità di coordinamento tra il Dipartimento di Prevenzione ed il distretto sanitario che con la sua organizzazione e i suoi operatori le deve realizzare. Inoltre vanno programmate e formalizzate congiuntamente le presenze degli operatori del Dipartimento di Prevenzione nelle sedi del distretto sanitario con particolare riferimento ai servizi alla persona. Nel rapporto con il Dipartimento di Salute Mentale vanno in particolare definite le modalità d'integrazione professionale per la valutazione e la progettazione congiunta degli interventi per i pazienti con i problemi psichiatrici di particolare rilievo. Nel rapporto con la struttura ospedaliera, l'area dell 'integrazione è rappresentata prioritariamente dalla definizione dei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali ai fini della continuità assistenziale. In quest'ambito vanno definiti, tra l'altro, i protocolli di accesso alle strutture ambulatoriali e diagnostiche ospedaliere e le modalità di valutazione multidimensionale in sede di pre e post dimissione. Vanno inoltre programmate e formalizzate congiuntamente le presenze di operatori ospedalieri in sedi distrettuali e viceversa. Il direttore di distretto sanitario è responsabile in modo autonomo della gestione delle risorse assegnate per il perseguimento delle funzioni del distretto sanitario, della programmazione e valutazione delle attività territoriali sanitarie e socio sanitarie, rispondendo alla Direzione Generale della suddetta gestione e dei risultati raggiunti. Il direttore del distretto sanitario supporta la direzione aziendale nei rapporti con i sindaci del distretto sanitario nonché con gli altri soggetti richiamati dall'art. l della L. 328/2000. Nel caso in cui l'ASP assuma la gestione di attività e di servizi socio-assistenziali, il direttore di distretto ha la responsabilità organizzativa e gestionale di detti servizi che espleta attraverso la funzione "Servizi Sociali" (vedi punto 35). Punto 37 dell'indice: La struttura organizzativa - Il Dipartimento di Prevenzione Il dipartimento di prevenzione è articolato ai sensi dell'art. 7 quater, comma 2, del D.Lgs. 502/1992 e s.m.i., nelle seguenti sei funzioni, per ciascuna delle quali è prevista l'individuazione di una struttura o servizio: • igiene e sanità pubblica; • igiene degli alimenti e della nutrizione; prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro; sanità animale; • igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione, • trasporto degli alimenti di origine animale e loro derivati; • igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche; conservazione e A queste funzioni si aggiunge la funzione di medicina legale, pur se non prevista dal D.Lgs. 502/92 e s.m.i., in quanto attività similare di prevenzione. L'area dell'assistenza collettiva, in coerenza alla classificazione nazionale dei Lea e al Piano Sanitario Nazionale, comprende inoltre le seguenti funzioni aggregate: • epidemiologia; • integrazione salute e ambiente; • progettazione e coordinamento delle iniziative di educazione sanitaria e di prevenzione rivolta alle persone, sviluppate con la collaborazione delle aree di assistenza distrettuale e 0spedaliera; • tutela della salute delle attività sportive; 28 • attività di screening oncologici. Punto 38 dell'indice: La struttura organizzativa - Il Dipartimento di Salute Mentale Il Dipartimento di Salute Mentale ha il mandato di garantire la gestione per delega della Direzione Aziendale di: a. erogazione delle prestazioni e dei servizi in materia di Salute Mentale, previsti dai Livelli Essenziali di Assistenza e quelli aggiuntivi previsti dal Piano di Azione Locale della Salute Mentale di cui all' Accordo del 20 marzo 2008 della Conferenza Stato Regioni sul documento concernente "Linee di indirizzo nazionali per la salute mentale", nonché da specifiche norme regionali o aziendali (oppure da specifiche decisioni della direzione aziendale anche in applicazione di norme regionali) e quelli derivanti da specifiche deleghe di gestione conferite dai comuni per l'assistenza sociale di cui all'art.3 comma 3 del D.Lgs 502/1992 e s.m.i., o finanziati dai comuni ai sensi dell'articolo 2 comma l, lettera l, della Legge 30 novembre 1998, n. 419; b. omogeneità delle procedure e dei livelli essenziali di assistenza di cui al punto precedente; c. equità e appropriatezza nell'erogazione delle prestazioni; d. rilevazione e gestione dei dati di attività e la valutazione complessiva dei risultati raggiunti, dei bisogni rilevati e dei prevedi bili andamenti epidemiologici; e. coordinamento fra le unità operative afferenti; f. elaborazione e pianificazione periodica e almeno triennale di piani operativi per l'attuazione del mandato da proporre alla Direzione Aziendale; g. presa in carico delle persone, residenti nella regione, internate negli Ospedali psichiatrici giudiziari o nelle strutture alternative previste dalla L. 9/2012 art. 3 ter e s.m.i. durante l'esecuzione della misura di sicurezza al fine del rientro sul territorio di residenza all'atto della dimissione; h. assistenza psichiatrica e psicologica presso gli istituti penitenziari di riferimento aziendale (D.Lgs. 230/99). Le strutture afferenti al Dipartimento dovranno essere: • Assistenza Territoriale specialistica: con bacino di utenza coincidente con il distretto territoriale. Comprende i seguenti servizi: Centri di salute mentale, Sert, Day-Hospital Territoriale o altre strutture ambulatoriali (h.12) e simili. • Residenzialità e semi-residenzialità: con bacino di utenza coincidente con il territorio dell 'Azienda Sanitaria Provinciale. Comprende i seguenti servizi: assistenza domiciliare; assistenza semiresidenziale come lab. protetti, diurni, case famiglia con assistenza max h12; unità di assistenza residenziale, comunità terapeutiche e simili h24. • Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) e annesso Day Hospital Ospedaliero (DRO), afferenti al Dipartimento di Salute Mentale collocati presso gli ospedali delle ASP o delle Aziende Ospedaliere, nel numero e nella dotazione di posti letto fissati dal piano sanitario regionale (nel caso di SPDC attivati presso le Aziende Ospedaliere le ASP dovranno regolare l'inserimento di tale struttura all'interno del loro Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze attivando apposita convenzione con l'Azienda Ospedaliera). Il Dipartimento di Salute Mentale si dota di apposito Comitato di Dipartimento la cui composizione e funzionamento è disciplinato da apposito regolamento. 29 Punto 39 bis: Il Dipartimento delle Dipendenze In coerenza con quanto stabilito dalle conclusioni della V Conferenza Nazionale sulle droghe (Trieste, 2009) che attesta, in linea con l'Accordo Stato-Regioni del 21 Gennaio 1999 "Riorganizzazione del sistema di assistenza ai tossicodipendenti" (G.U. n. 61 del 15.3.99) la volontà di perseguire la lotta alle dipendenze, le ASP devono istituire, in via sperimentale, il Dipartimento delle Dipendenze. Il Dipartimento ha come finalità generale lo sviluppo di una serie di azioni concertate e coordinate nell' area ad elevata integrazione sociosanitaria delle dipendenze da sostanze da abuso, incluso l'intervento in ambito penitenziario. In termini generali la strutturazione del Dipartimento delle Dipendenze è caratterizzata dalla presenza di servizi pubblici e privati che operano in stretta integrazione: i Ser.T ed eventuali altre unità operative pubbliche ed il privato sociale accreditato rappresentato da strutture socio-sanitarie residenziali, semiresidenziali, diurne. Nelle aziende sanitarie provinciali i servizi e le strutture deputate alla promozione dell' assistenza ai tossicodipendenti sono integrate in un unico dipartimento che ha natura funzionale e, trattandosi di struttura attivata in forma sperimentale, si dovranno corrispondere le relative indennità solo una volta conclusa positivamente la fase sperimentale la cui durata non può essere inferiore ad un biennio dall'entrata in vigore dell'atto aziendale. Punto 39 ter: Il Dipartimento Materno Infantile Il Dipartimento Materno Infantile, di natura mista ospedaliera e territoriale e pertanto di natura funzionale, è costituito su base interaziendale, in coerenza con quanto definito per la rete ospedali era: .:. Dipartimento Materno Infantile Area Nord: comprende le strutture ospedaliere e territoriali dell' ASP di Cosenza e dell'azienda ospedaliera che insiste sul suo territorio . •:. Dipartimento Materno Infantile Area Centro: comprende le strutture ospedaliere e territoriali dell' ASP di Vibo Valentia, di Catanzaro e di Crotone, oltre alle strutture delle aziende ospedaliere che insistono sul suo territorio . •:. Dipartimento Materno Infantile Area Sud: comprende le strutture ospedaliere e territoriali dell' ASP di Reggio Calabria e dell' azienda ospedaliera che insiste sul suo territorio. I Dipartimenti, così costituiti sono deputati all'assistenza sul versante sanitario di famiglie, donne, bambini e adolescenti. Attraverso interventi di educazione sanitaria, prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione viene assicurata: • la promozione e tutela della salute della donna e della coppia (assistenza alla coppia nella pianificazione familiare, assistenza alla donna, con particolare attenzione alla gravidanza, parto e puerperio); • la promozione e tutela della salute dei bambini e degli adolescenti (assistenza al neonato sano e al neonato con patologie, assistenza al minore sano e al minore con bisogni speciali o con malattie croniche, riabilitazione dei minori disabili). All'interno dei dipartimenti Materno Infantili sono presenti servizi territoriali ed ospedalieri collegati in rete ed in particolare: • strutture ospedaliere di Pediatria; • strutture ospedaliere di Ostetricia e Ginecologia; • strutture ospedaliere di Neonatologia e di Terapia Intensiva Neonatale; • strutture ospedaliere e territoriali di Neuropsichiatria Infantile; • consultori familiari. 30 .~. '-i- Il dipartimento materno infantile assicura il collegamento con le altre strutture che offrono prestazioni e servizi per minori (Medicina Fisica e Riabilitazione, Psicologia, Prevenzione, ecc). I regolamenti aziendali definiranno i criteri di individuazione del Direttore del Dipartimento nonché l'Azienda a carico della quale porre la specifica indennità nonché i relativi oneri economici di gestione. Punto 40 dell'indice: La struttura organizzativa - La rete farmaceutica All'interno dell'azienda sanitaria territoriale o ospedaliera, l'assistenza farmaceutica deve garantire la realizzazione e il controllo di tutti quei processi volti ad attuare la migliore politica possibile del farmaco e dei dispositivi medici favorendo al massimo l'integrazione di tutti gli ambiti assistenziali farmaceutici; siano essi a livello ospedaliero o a livello territoriale, al fine di ottimizzare la realizzazione della continuità assistenziale che vede coinvolti l'ospedale e il territorio. L'attività farmaceutica si espleta su due aree: • area territoriale; • area ospedaliera. ~ AREA TERRITORIALE Tale area comprende tutte le attività che riguardano: ./ farmaceutica convenzionata; ./ vigilanza sullo svolgimento del servizio farmaceutico, adempimenti istruttori ed amministrativi in tema di farmacie; ./ allestimento di linee guida ./ valutazione dell'appropriatezza ./ programmi di politica del farmaco integrati con la farmaceutica ospedaliera ./ farmacovigilanza e Dispositivo vigilanza ./ farmaco epidemiologia; ./ farmaco economia e farmaco utilizzazione, analisi, monitoraggio e verifica dell'appropriatezza delle prescrizioni farmaceutiche dei profili prescrittivi e dei dati di prescrizione ./ sperimentazione clinica, gestione campioni sperimentali ./ informazione, ai pazienti e agli operatori sanitari, sul farmaco e sui suoi effetti; ./ assistenza farmaceutica diretta; ./ assistenza farmaceutica distrettuale . ./ validazione flussi informativi NSIS di competenza e File F delle prescrizioni ~ AREA OSPEDALIERA Tale area comprende tutte le competenze proprie della farmacia ospedaliera: ./ gestione quotidiana di farmaci e dispostivi medici; ./ produzione e/o manipolazione di farmaci ( per es. farmaci ad uso radiologico e parenterale, oncologico ); ./ farmacovigilanza e Dispositivo vigilanza 31 ./ farmaco epidemiologia; ./ farmaco economia; ./ analisi, monitoraggio e verifica dell' appropriatezza delle prescrizioni farmaceutiche ./ programmi di politica del farmaco integrati con la farmaceutica territoriale ./ vigilanza su tutti i prodotti sanitari; ./ sperimentazione clinica, gestione campioni sperimentali ./ distribuzione diretta del l° ciclo per i pazienti in dimissione per particolari patologie (es. SM, etc) ./ validazione flussi informativi NSIS di competenza e File F Punto 41 dell'indice: La struttura organizzativa - La rete emergenza-urgenza Si veda quanto stabilito nel D.P.G.R. n. 18 del 22/10/2010 e nel D.P.G.R. n. 94 del 28/06/2012. Punto 42 dell'indice: La struttura organizzativa - La rete ospedaliera Si veda quanto stabilito nel decreto 18 del 22/10/2010. Punto 43 dell'indice: La struttura organizzativa - La direzione ospedaliera La legge regionale 11/2004 e s.m.i. dispone (art. 11, comma 3) che le Aziende Sanitarie provvedono alla gestione degli ospedali ubicati nel rispettivo ambito territoriale, organizzati in rete ed accorpati in presidio unico al fine di assicurare le prestazioni del livello di assistenza ospedaliera in modo unitario ed integrato, tenuto conto dei principi contenuti nel piano sanitario nazionale e regionale, degli atti di programmazione regionale ed aziendale e degli obiettivi stabiliti dal direttore generale. Compito principale della Direzione del presidio unico degli stabilimenti ospedalieri è assicurare che l'operatività sanitaria si svolga in ambienti allineati, sotto il profilo igienico e sotto il profilo della garanzia di qualità, agli standard predefiniti e comunque alle norme di legge. Le aziende devono istituire, quindi, un'unica struttura di Direzione del presidio unico degli stabilimenti ospedalieri configurandola quale struttura complessa. Nei presidi ospedalieri non sede della struttura complessa di Direzione Medica potranno essere attivate al massimo delle strutture semplici dipendenti gerarchicamente dalla struttura complessa di Direzione Medica. Nei presidi ospedalieri non sede della struttura complessa di Direzione Medica possono essere attivate, al massimo, una struttura semplice per ogni presidio dipendente gerarchicamente dalla struttura complessa di Direzione Medica. Punto 42-43-44-45 dell'indice: La struttura organizzativa - Supporto all'attività sanitaria A supporto dell' attività sanitaria, l'azienda deve prevedere la gestione delle seguenti aree, con eventuali soluzioni organizzative specifiche: • gestione dell'informatica informativi; e della tecnologia della comunicazione e gestione dei flussi • la programmazione e alla valutazione degli investimenti in tecnologia e alla gestione dei contratti con i fornitori per la manutenzione delle apparecchiature sanitarie; • lo sviluppo delle attività connesse con il miglioramento continuo della qualità; • la programmazione delle dimissioni e il coordinamento con le strutture territoriali di postricovero, in coerenza con i percorsi assistenziali formalmente definiti; 32 • la gestione integrata del settore privato accreditato attraverso una attività complessiva comprendente la programmazione, l'acquisto, il controllo sull'appropriatezza delle prestazioni, la determinazione del fabbisogno e del consequenziale budget e la stipula dei contratti. Punto 45 dell'indice: La struttura organizzativa - L'organizzazione dell'attività assistenziale L'Atto aziendale definisce l'organizzazione delle attività assistenziali. Le Aziende definiscono tale organizzazione prevedendo una figura di Dirigente delle professioni sanitarie che risponde direttamente al Direttore Sanitario dell' Azienda ed eventuali altre figure previste da specifiche norme contrattuali recepite con direttive regionali. Punto 46-47 dell'indice: La struttura organizzativa - Servizi amministrativi e settore tecnico Devono essere evitate duplicazioni, inefficienze e dispersione di risorse; a questo scopo le aziende dovranno valutare e perseguire tutte le possibilità di aggregazione delle funzioni tecnicoamministrative e di supporto in poche strutture, costruite secondo il modello di governo delle risorse, gestite da figure manageriali forti. Al fine di evitare la proliferazione delle strutture (complesse e semplici) le aziende dovranno valorizzare gli incarichi dirigenziali di natura professionale anche in area PTA evidenziando il contributo professionale dell'incarico dirigenziale nel garantire l'omogeneità e la qualità dei processi all'interno delle strutture. L'organizzazione dell'area tecnico-amministrativa Il modello di assetto organizzativo delle funzioni tecnico-amministrative strutture così individuate: delle aziende prevede 7 1. GESTIONE RISORSE UMANE che comprende le seguenti aree di attività: • Sviluppo del personale (sistemi di valutazione, piani di carriera, formazione); • Relazioni sindacali; • Amministrazione del Personale (dipendente e convenzionato). 2. GESTIONE RISORSE ECONOMICHE E PATRIMONIALI che comprende le seguenti aree di attività: • Contabilità analitica; • Economico-finanziario; • Patrimonio. 3. GESTIONE FORNITURE, SERVIZI E LOGISTICA che comprende le seguenti aree di attività: • Provveditorato; • Economato. 4. GESTIONE INFRASTRUTTURE tività: • Ingegneria Clinica • Nuove realizzazioni • Ufficio Tecnico e Manutenzioni. E TECNOLOGIE che comprende le seguenti aree di at- 33 5. GESTIONE SISTEMI INFORMATIVI che comprende le seguenti aree di attività: • IeT; • Sistemi informativi - CED responsabile anche della trasmissione dei dati richiesti dalla direzione regionale con particolare attenzione agli "adempimenti LEA" . 6. SERVIZI GENERALI che comprende i seguenti settori: • Legale • Mfari generali e Segreterie 7. GESTIONE SERVIZI AMMINISTRATIVI nerie, urp, ecc.) OSPEDALIERI (centri di prenotazione, porti- Punto 49 dell'indice: La struttura organizzativa - Le funzioni di supporto Sono da ricondursi sotto l'area della direzione aziendale le attività di supporto quali pianificazione, programmazione e controllo di gestione, comunicazione istituzionale e interna, gestione della qualità, controllo dell' appropriatezza clinica, gestione del rischio clinico, innovazione dei processi produttivi (compresi gli sviluppi in ottica di operation management) e loro controllo (audit interno). Tali funzioni sono afferenti direttamente alla direzione generale. Le funzioni più innovative e meno stabili, quando svolte da un numero limitato di operatori, possono configurare incarichi di tipo professionale se sotto la responsabilità di dipendenti con qualifica dirigenziale, in incarichi di posizione organizzativa se responsabilità di operatori del comparto. L'ordinamento pubblico istituzionale distingue tra indirizzo politico e gestione per cui gli incarichi professionali assegnati non possono trovare strutturazione nell'ambito dell'organizzazione dovendosi richiamare l'attività del direttore generale a quella propriamente gestionale e non a quella di indirizzo politico. Gli eventuali incarichi hanno piena autonomia nell 'ambito della tecnica professionale ma non possono avere, in ogni caso, autonomia per la responsabilizzazione organizzativa che, pertanto, deve essere richiamata in capo ad una funzio"ne apicale e/o, come nel caso di specie, al direttore generale, sanitario o amministrativo. Vincoli all'attivazione di strutture semplici e complesse per le funzioni di supporto tecnicoamministrativo. La strutturazione organizzativa dell'area amministrativa e delle attività di supporto deve tenere conto della dimensione aziendale e della presenza di specifiche professionalità: Azienda N° massimo di strutture complesse attivabili per funzioni di supporto tecnico-amministrativo N° massimo di strutture semplici attivabili per funzioni di supporto tecnico-amministrativo ASPCS 7 4 AOCS 7 4 ASPKR 7 4 ASPVV 7 4 ASPCZ 7 4 AOCZ 7 4 AOUCZ 7 4 34 ,,/., / /,'";y- ~ /<,; "" lèJ \~!\ '\~,~~2~· ~ IASPRC 7 4 AORC 7 4 Le funzioni amministrative e tecnico-logistiche possono essere aggregate in forma dipartimentale, in base alle strutture complesse presenti ove il loro numero sia di 5 o superiore. I numeri sopra riportati rientrano nel numero complessivo di vac ed vas riportate nella tabella a pago 7. Le funzioni amministrative e tecnico-logistiche possono essere aggregate in forma dipartimentale, in base alle strutture complesse presenti ove il loro numero sia di 5 o superiore. Punto 51 dell'indice: La struttura organizzativa - Gli incarichi dirigenziali Il sistema degli incarichi segue quanto previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro rispettando la necessità di una graduazione degli incarichi di struttura aggiornabile in relazione all'eventuale evoluzione organizzativa. Punto 52 dell'indice: La struttura organizzativa - Le posizioni organizzative Il sistema delle posizioni organizzative per il personale del comparto segue quanto previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro rispettando la necessità di una graduazione degli incarichi di struttura aggiornabile in relazione all'eventuale evoluzione organizzativa. Le aziende dovranno prevedere un adeguato rapporto numerico di posizioni organizzative tra attività ospedaliere e territoriali, considerando, in particolare, il valore strategico di queste ultime dove le posizioni organizzative attivate dovranno avere responsabilità di sviluppo, coordinamento e integrazione di processi. Punto 54 dell'indice: I sistemi e gli strumenti di gestione e di controllo - I sistemi di programmazione e controllo Le Aziende gestiscono sistemi di budget, di contabilità analitica e di reporting per governare le proprie attività e sviluppano sistemi di valutazione condivisi sulla "produzione" sanitaria Pubblica e Privata da utilizzare nella programmazione e pianificazione delle attività dell'anno successivo. Al contempo assicurano piena integrazione all'interno dei sistemi sviluppati a livello regionale, per permettere all'Assessorato di svolgere il suo ruolo di regia sul SSR come previsto dalle norme vigenti. Punto 55 dell'indice: I sistemi e gli strumenti di gestione e di controllo - I sistemi di gestione e valutazione del personale Le Aziende definiscono sistemi di valutazione del personale dirigenziale e del comparto capaci di incidere realmente sui risultati e di orientare i comportamenti. Il sistema di valutazione è sviluppato a partire da quanto previsto nei CCNL di lavoro, dai principi espressi dal D.Lgs. 150/2009 e dalle linee guida regionali in materia. Per rendere l'azione dei collegi tecnici e il sistema di valutazione dei dirigenti più efficace, l'Azienda s'impegna a sviluppare sistemi informativi capaci di raccogliere, rendere fruibili e comparabili, tra gli altri: • dati quali-quantitativi sull'attività professionale individuale e d'équipe; • informazioni sull 'adozione di linee guida, protocolli e raccomandazioni diagnosticoterapeutiche aziendali; • informazioni sulle attività di ricerca clinica applicata, sulle sperin1entazioni, sulle attività di tutoraggio formativo; • dati relativi all'appropriatezza clinica, ivi compresa quella prescrittiva. Per il personale del Comparto le Aziende dovranno porre cura a sviluppare sistemi di valutazione 35 individuali e permanenti che garantiscano la misurazione e la valorizzazione del contributo fornito dal singolo in termini di comportamenti organizzativi espressi e di risultati raggiunti in relazione con gli obiettivi di budget della struttura. Tali sistemi dovranno essere integrati con i vari istituti contrattuali legati alla valutazione (in particolare la produttività collettiva e la progressione economica orizzontale) e dovranno assicurare la selettività della valorizzazione riconoscendo le prestazioni meritevoli da quelle insufficienti e negative, evitando la tipica "distribuzione a pioggia" dei riconoscimenti economici legati ad istituti retributivi variabili Punto 56 dell'indice: I sistemi e gli strumenti di gestione e di controllo - Le procedure di acquisto e di gestione degli appalti Le Aziende recepiscono quanto definito nella legge regionale 7 dicembre 2007, n. 26 e s.m.i. in merito alla Stazione Unica Appaltante. Punto 60 dell'indice: I sistemi e gli strumenti di gestione e di controllo - La libera professione intramuraria Le Aziende regolamentano le attività libero-professionali dei propri dirigenti secondo le disposizioni di legge e contrattuali vigenti. L'organizzazione e l'esercizio dell 'attività intramuraria non deve essere in contrasto con le finalità e le attività istituzionali dell' Azienda. L'esercizio delle attività libero-professionali intramoenia contribuisce a valorizzare il lavoro dei professionisti che lavorano in Azienda, a favorire l'innovazione clinico - assistenziale, ad ampliare l'offerta aziendale complessivamente intesa, a rafforzare il senso di appartenenza dei professionisti alla vita dell'Azienda anche prolungandone la presenza sul posto di lavoro fuori dall'orario previsto per le attività istituzionali nonché creare un rapporto fiduciario tra utente e struttura. Perché ciò sia verificato, l'Azienda s'ispira con determinazione ai seguenti principi: • la scelta dei servizi libero-professionali da parte degli utenti non deve avere come principale motivazione l'abbattimento delle liste di attesa che caratterizzano le attività prestate in regime istituzionale; • dove il soggetto imprenditoriale sia l'Azienda e non i singoli professionisti o le singole équipe, i servizi sono offerti nell'ambito di un'area organizzata e gestita dall'Azienda e non come attività libero-professionale individuale o di gruppo; • le attività della libera professione individuale o di gruppo devono essere svolte all'interno delle strutture aziendali, senza ricorrere - se non per dimostrabili impossibilità aziendali - alla intramoenia allargata da espletare, comunque, in conformità alle norme di legge e al regolamento aziendale; • le attività offerte in attività libero professionale intramoenia devono prediligere i servizi non ricompresi nei livelli essenziali di assistenza; • le attività offerte in regime di libera professione intramuraria devono prediligere, per quanto possibile, servizi ad alto contenuto d'innovazione clinico-assistenziale che diventano poi patrimonio aziendale attraverso la loro socializzazione e l'apprendimento organizzativo. Le Aziende sanitarie assicurano i controlli previsti dalla normativa su volumi e contenuti della libera professione intramuraria e delle attività prestata dall'area a pagamento aziendale, illustrando i risultati di tali controlli all'interno di una relazione aziendale prodotta entro il 31 gennaio dell 'armo successivo a quello di riferimento. Lo svolgimento dell 'attività libero-professionale intramuraria deve essere regolato da apposito regolamento aziendale in cui le Aziende definiscono, far l'altro, le specifiche tariffe. 36 REGOLAMENTI AZIENDALI Le Aziende devono definire, entro 90 giorni dall'approvazione dell' atto aziendale da parte della Regione, i regolamenti richiamati nelle presenti linee guida e precisamente: 1. Forme innovative di acquisto di beni e servizi; 2. Deleghe del direttore generale e relative forme di controllo; 3. Collegio di Direzione; 4. Consiglio dei sanitari; 5. Processi di misurazione e valutazione delle prestazioni delle strutture e degli individui; 6. Collegi tecnici; 7. Comitato etico (ove previsto); 8. Comitato consultivo misto; 9. Dipartimenti e relativo Comitato; 10. Attività libero-professionale. Tali regolamenti, formalizzati con deliberazione del Direttore Generale dell'Azienda, dovranno essere inviati in Regione e pubblicati sul sito internet dell'Azienda in linea con i principi di trasparenza della Pubblica Amministrazione. 37