Università degli Studi di Milano Bicocca – Facoltà di Sociologia Tecniche quantitative di analisi dei dati Analisi della relazione fra due variabili qualitative Esercizi svolti ESERCIZIO 1 La seguente tabella a doppia entrata illustra la relazione fra la situazione sentimentale attuale (assunta come variabile indipendente) e la tipologia di atteggiamento nei confronti di alcuni comportamenti riguardanti la sfera della sessualità (assunta come variabile dipendente) osservata nella nostra classe: Tipologia di atteggiamento verso la sessualità Attualmente ha un compagno/una compagna stabile? Rigoroso Monogamo Postmoderno Cogli l’attimo Totale No Sì 4 13 9 11 7 20 20 26 40 70 Totale 17 20 27 46 110 Sulla base delle informazioni contenute in questa tabella: (a) calcola le appropriate distribuzioni marginali e condizionate di probabilità; (b) descrivi la forma e l’intensità della relazione osservata, utilizzando a tal fine differenze di probabilità e odds ratio opportunamente calcolati; (c) formula un’ipotesi plausibile sui meccanismi causali che potrebbero avere prodotto la relazione osservata a livello bivariato. Università degli Studi di Milano Bicocca – Facoltà di Sociologia Tecniche quantitative di analisi dei dati SVOLGIMENTO DETTAGLIATO DELL’ESERCIZIO 1 (a) Poiché la variabile indipendente è posta in riga e la variabile dipendente è posta in colonna, le distribuzioni di probabilità di interesse vanno calcolate per riga. Le distribuzioni di probabilità da calcolare sono tre: 1) La distribuzione marginale (cioè complessiva) della variabile dipendente. In termini di frequenze assolute, questa distribuzione è formata dai valori 17, 20, 27 e 46. Dividendo ognuno di questi valori per il loro totale (17+20+27+46=110) otteniamo le seguenti probabilità (arrotondate alla seconda cifra dopo la virgola): 17/110=0,15 ; 20/110=0,18 ; 27/110=0,25 ; 46/110=0,42. Le quattro probabilità così calcolate rappresentano la distribuzione di probabilità marginale della variabile dipendente. 2) La distribuzione condizionata della variabile dipendente dato che la variabile indipendente assume valore 1=No. In termini di frequenze assolute, questa distribuzione è formata dai valori 4, 9, 7 e 20. Dividendo ognuno di questi valori per il loro totale (4+9+7+20=40) otteniamo le seguenti probabilità (arrotondate alla seconda cifra dopo la virgola): 4/40=0,10 ; 9/40=0,23 ; 7/40=0,18 ; 20/40=0,50. Le quattro probabilità così calcolate rappresentano la distribuzione di probabilità condizionata della variabile dipendente dato che X=1. 3) La distribuzione condizionata della variabile dipendente dato che la variabile indipendente assume valore 2=Sì. In termini di frequenze assolute, questa distribuzione è formata dai valori 13, 11, 20 e 26. Dividendo ognuno di questi valori per il loro totale (13+11+20+26=70) otteniamo le seguenti probabilità (arrotondate alla seconda cifra dopo la virgola): 13/70=0,19 ; 11/70=0,16 ; 20/70=0,29 ; 26/70=0,37. Le quattro probabilità così calcolate rappresentano la distribuzione di probabilità condizionata della variabile dipendente dato che X=2. Complessivamente, le tre distribuzioni di probabilità appena calcolate possono essere rappresentate in forma tabulare come segue: Tipologia di atteggiamento verso la sessualità Attualmente ha un compagno/una compagna stabile? Rigoroso Monogamo Postmoderno Cogli l’attimo Totale No Sì 0,10 0,19 0,23 0,16 0,18 0,29 0,50 0,37 1,01 1,01 Totale 0,15 0,18 0,25 0,42 1,00 Nota: le distribuzioni di probabilità possono non sommare esattamente a 1 a causa dell’arrotondamento (b) Poiché in questo caso R=2 e K=4, l’intensità della relazione fra le variabili X e y può essere rappresentata mediante (2(2-1)/2)(4)=4 differenze di probabilità e (2(2-1)/2)(4(4-1)/2)=(1)(6)=6 odds ratio. La prima differenza di probabilità calcolabile è quella che pone a confronto gli accompagnati (X=2) e i single (X=1) in termini di propensione assoluta a “cogliere l’attimo” (y=4): Università degli Studi di Milano Bicocca – Facoltà di Sociologia Tecniche quantitative di analisi dei dati La seconda differenza di probabilità calcolabile è quella che pone a confronto gli accompagnati (X=2) e i single (X=1) in termini di propensione assoluta a essere “postmoderni” (y=3): La terza differenza di probabilità calcolabile è quella che pone a confronto gli accompagnati (X=2) e i single (X=1) in termini di propensione assoluta a essere “monogami” (y=2): La quarta e ultima differenza di probabilità calcolabile è quella che pone a confronto gli accompagnati (X=2) e i single (X=1) in termini di propensione assoluta a essere “rigorosi” (y=1): La prima di queste quattro differenze di probabilità ( ) ci dice che la propensione assoluta a “cogliere l’attimo” è minore fra coloro che hanno un compagno che fra coloro che non lo hanno (-13 punti percentuali). Al contrario, la differenza di probabilità ci dice che la propensione assoluta a essere “rigorosi” è maggiore fra coloro che hanno un compagno che fra coloro che non lo hanno (+9 punti percentuali). Insieme, queste due differenze di probabilità suggeriscono che il coinvolgimento in una relazione sentimentale stabile è associato in misura sostanzialmente significativa a una diminuzione dell’accettabilità di due forme di comportamento (il tradimento sessuale del partner e il sesso occasionale) che, in effetti, sono antitetiche rispetto al concetto stesso di relazione sentimentale stabile. Le altre due differenze di probabilità, invece, ci dicono che – rispetto ai single – gli accompagnati sono più propensi a essere “postmoderni” (+11 punti percentuali) e meno propensi a essere “monogami” (-7 punti percentuali). Come è lecito aspettarsi, i sei possibili odds ratio raccontano una storia del tutto simile a quella raccontata dalle differenze di probabilità. Il primo odds ratio è calcolato come segue: Questo odds ratio può essere interpretato così: fra gli accompagnati, la propensione relativa a “cogliere l’attimo” anziché essere “postmoderni” è circa la metà (46%) dell’analoga propensione osservata fra i single. Il secondo odds ratio è calcolato come segue: Questo odds ratio può essere interpretato così: fra gli accompagnati, la propensione relativa a “cogliere l’attimo” anziché essere “monogami” è sostanzialmente uguale all’analoga propensione osservata fra i single. Il terzo odds ratio è calcolato come segue: Questo odds ratio può essere interpretato così: fra gli accompagnati, la propensione relativa a “cogliere l’attimo” anziché essere “rigorosi” è meno della metà (39%) dell’analoga propensione osservata fra i single. Il quarto odds ratio è calcolato come segue: Università degli Studi di Milano Bicocca – Facoltà di Sociologia Tecniche quantitative di analisi dei dati Questo odds ratio può essere interpretato così: fra gli accompagnati, la propensione relativa a essere “postmoderni” anziché “monogami” è più del doppio (2,32 volte) dell’analoga propensione osservata fra i single. Il quinto odds ratio è calcolato come segue: Questo odds ratio può essere interpretato così: fra gli accompagnati, la propensione relativa a essere “postmoderni” anziché “rigorosi” è l’85% dell’analoga propensione osservata fra i single. Infine, il sesto odds ratio è calcolato come segue: Questo odds ratio può essere interpretato così: fra gli accompagnati, la propensione relativa a essere “monogami” anziché “rigorosi” è circa un terzo (37%) dell’analoga propensione osservata fra i single. (c) Le differenze di probabilità e gli odds ratio calcolati sopra mostrano chiaramente che i soggetti coinvolti in una relazione sentimentale stabile sono molto meno propensi ad accettare il tradimento sessuale del partner e il sesso occasionale di quanto lo siano i single. In termini causali questa differenza potrebbe essere interpretata come segue: da un lato, il coinvolgimento in una relazione sentimentale stabile aumenta il “costo relativo” del tradimento e, quindi, lo rende meno desiderabile; dall’altro lato, il coinvolgimento in una relazione sentimentale stabile gratificante può rendere meno interessante e desiderabile il sesso occasionale. Università degli Studi di Milano Bicocca – Facoltà di Sociologia Tecniche quantitative di analisi dei dati ESERCIZIO 2 La seguente tabella a doppia entrata illustra la relazione fra il titolo di studio (assunto come variabile indipendente) e l’orientamento religioso (assunto come variabile dipendente) osservata nel 1998 all’interno di un campione di cittadini italiani di età uguale o superiore a 18 anni: Orientamento religioso Titolo di studio Cattolico Cattolico senza con riserve riserve Fino licenza elementare Licenza media Diploma Laurea 1.768 1.754 1.413 266 415 989 1.214 193 34 61 42 8 Totale 5.201 2.811 145 Altra religione Ateo Totale 114 282 393 110 79 152 179 63 2.410 3.238 3.241 640 899 473 9.529 Credente senza appartenenza Sulla base delle informazioni contenute in questa tabella: (a) calcola le appropriate distribuzioni marginali e condizionate di probabilità; (b) descrivi la forma e l’intensità della relazione osservata, utilizzando a tal fine differenze di probabilità e odds ratio opportunamente calcolati; (c) formula un’ipotesi plausibile sui meccanismi causali che potrebbero avere prodotto la relazione osservata a livello bivariato. Università degli Studi di Milano Bicocca – Facoltà di Sociologia Tecniche quantitative di analisi dei dati SVOLGIMENTO BREVE DELL’ESERCIZIO 2 (a) Calcolo delle distribuzioni marginali e condizionate di probabilità: Orientamento religioso Titolo di studio Cattolico Cattolico senza con riserve riserve Altra religione Credente senza appartenenza Ateo Totale Fino licenza elementare Licenza media Diploma Laurea 0,73 0,54 0,44 0,42 0,17 0,31 0,37 0,30 0,01 0,02 0,01 0,01 0,05 0,09 0,12 0,17 0,03 0,05 0,06 0,10 1,00 1,00 1,00 1,00 Totale 0,55 0,29 0,02 0,09 0,05 1,00 Nota: le distribuzioni di probabilità possono non sommare esattamente a 1 a causa dell’arrotondamento (b) Osservando le distribuzioni di probabilità condizionate calcolate sopra si nota che esiste una relazione sostanzialmente significativa fra il titolo di studio e l’orientamento religioso. In generale i dati mostrano che all’aumentare del titolo di studio diminuisce il senso di appartenenza senza riserve alla Chiesa cattolica, mentre tendono ad aumentare l’adesione critica alla religione cattolica, la propensione alla “credenza senza appartenenza” e la propensione all’ateismo. A titolo di esempio, si considerino le due estremità del livello di istruzione: le persone che hanno conseguito al massimo la licenza elementare e quelle che, invece, si sono laureate. La propensione di queste ultime ad aderire senza riserve alla Chiesa cattolica è inferiore di ben 31 punti percentuali all’analoga propensione esibita dalle persone poco istruite; formalmente: A questa forte differenza corrisponde la maggiore propensione dei laureati – rispetto alle persone poco istruite – ad aderire criticamente alla religione cattolica (+13 punti percentuali: ), a “credere senza appartenere” (+12 punti percentuali: ) e a dichiararsi atei (+7 punti percentuali: ). Anche gli odds ratio ci aiutano a mettere in luce la forte relazione esistente fra titolo di studio e orientamento religioso. Limitandoci ancora una volta a confrontare le persone più istruite con quelle meno istruite, possiamo osservare che, fra i laureati, la propensione relativa ad aderire alla Chiesa cattolica con riserve anziché senza riserve è circa 3 volte l’analoga propensione osservata fra le persone che hanno conseguito al più la licenza elementare; formalmente: Ancora più forte è lo squilibrio fra laureati e persone poco istruite in termini di propensione relativa a “credere senza appartenere” anziché aderire senza riserve alla Chiesa cattolica: Università degli Studi di Milano Bicocca – Facoltà di Sociologia Tecniche quantitative di analisi dei dati Altrettanto ampia è la distanza fra laureati e persone poco istruite in termini di propensione relativa a essere ateo anziché aderire senza riserve alla Chiesa cattolica: (c) L’esistenza della relazione bivariata fra titolo di studio e orientamento religioso discussa sopra può essere interpretata in diversi modi. Se assumiamo che tale relazione deriva da un genuino rapporto di causa-effetto fra le due variabili, possiamo ipotizzare il seguente meccanismo generativo: maggiore è il livello di istruzione posseduto, maggiori sono le opportunità di valutare criticamente il proprio retroterra culturale – ivi compresi i valori religiosi – e, eventualmente, di prenderne le distanze. Un livello di istruzione elevato è anche (spesso) un indicatore di stile di vita più aperto e cosmopolita della media; tale cosmopolitismo, a sua volta, può portare a conoscere e sperimentare forme di espressione della religiosità individuale diverse da quelle tradizionali.