La propensione al rischio nel mondo

ZANICHELLI – LA SCIENZA A SCUOLA
Marialba Ventricelli Etologa
La propensione al rischio nel mondo animale: le scimmie giocano
d’azzardo?
La propensione al rischio è oggetto di studio non solo per gli psicologi sperimentali e i
neuroscienziati interessati a comprendere le basi biologiche del comportamento, ma
anche per gli economisti interessati alle scelte finanziarie che ogni giorno l'uomo si trova
ad affrontare. Lo studio del fenomeno del rischio rientra in una recente disciplina che
unisce i risultati di questi due campi di ricerca: la neuroeconomia. Inoltre, comprendere le
basi biologiche della propensione al rischio permette di far luce sui meccanismi alla base
del gioco d'azzardo, un fenomeno sempre più diffuso nella nostra società. Tuttavia, non
sempre è possibile studiare direttamente l’uomo, a causa delle limitazioni etiche e
metodologiche insite nel condurre la ricerca su soggetti umani; per questo motivo i modelli
animali sono indispensabili per raggiungere una migliore comprensione delle basi
biologiche della propensione al rischio e aiutano gli studiosi a capire se e quali fattori
ambientali, sociali e culturali possono influenzare il comportamento in condizioni di rischio.
Il modello animale da me studiato è il cebo dai cornetti, un primate sudamericano che,
nonostante si sia separato dalla linea evolutiva umana ben 35 milioni di anni fa, presenta
numerose analogie cognitive e comportamentali con l’uomo. Queste scimmie possiedono
un elevato grado di encefalizzazione, una grande capacità manipolativa e una dieta
onnivora che li spinge a intraprendere attività molto complesse come l’uso di strumenti.
Per studiare la propensione al rischio nel cebo dai cornetti, ho presentato ai soggetti
sperimentali una serie di scelte in cui dovevano scegliere tra due opzioni, una sicura (che
offriva sempre la stessa quantità di cibo, ossia quattro pezzi di nocciolina) e una rischiosa
(che poteva offrire una quantità di cibo variabile, ossia 1 pezzo o sette pezzi di nocciolina).
I cebi si sono mostrati essere propensi al rischio, come lo sono anche altre specie di
primati, come gli scimpanzé e noi; i bonobo, molto vicini filogeneticamente agli scimpanzé,
invece preferiscono non rischiare. La propensione al rischio sembra essere dunque un
fenomeno diffuso nel mondo animale, probabilmente influenzata dalle caratteristiche
dell'ambiente in cui ciascuna specie si è evoluta e in particolare dalla sua dieta (ipotesi
della razionalità ecologica). Per capire meglio questo concetto non possiamo limitarci a
studi condotti solo in cattività, ma dobbiamo studiare la specie animale anche nel suo
ambiente naturale. In natura i cebi occupano molti habitat differenti e sfruttano una grande
varietà di risorse che implicano una componente di rischio, dovuta all’incertezza che
quell’azione vada a buon fine: cacciano piccoli vertebrati e usano strumenti per rompere
noci dal guscio molto duro. In particolare, mostrerò anche i risultati di un altro studio
condotto da me sul campo, in Brasile, che ci racconta di un’abitudine alimentare dei cebi
molto rischiosa: aprire e mangiare gli anacardi protetti da sostanze caustiche con delle
strategie di processamento che gli permettono di evitare una bruciatura e gli assicurano un
bagaglio di nutrienti ottimale per loro.
Potremmo dire che i cebi dai cornetti sanno proprio quando vale la pena rischiare.