di Joe Wright - Lo Spettacolo del Veneto

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Federazione
[email protected]
Italiana
Cinema
d’Essai
INTERPRETI: Hugh
Jackman, Amanda
Seyfried, Rooney Mara,
Garrett Hedlund, Nonso
Anozie, Levi Miller, Cara
Delevingne, Kathy Burke
SCENEGGIATURA:
Jason Fuchs
FOTOGRAFIA: Seamus
McGarvey
MONTAGGIO: Paul
Tothill, William Hoy
MUSICHE: Dario
Marianelli
SCENOGRAFIA: Aline
Bonetto
DISTRIBUZIONE:
Warner Bros. Italia
NAZIONALITÀ: Usa,
2015
DURATA: 111 min.
[email protected]
wwww.spettacoloveneto.it
Associazione
Generale
Italiana
dello Spettacolo
di Joe Wright
PRESENTAZIONE E CRITICA
Nei pressi dei giardini di Kensington, una donna abbandona il suo
neonato sulla soglia di un orfanotrofio. Al collo gli mette una catenina che ha
per ciondolo un flauto di Pan e nella cestina una lettera in cui promette che si
rivedranno "in questo mondo e in un altro". Per dodici anni, però, il piccolo
Peter non vede altro che la brutta faccia della suora superiore che gestisce la
casa degli orfani come una prigione, finché una notte, nel bel mezzo dei
bombardamenti aerei, non viene rapito dai Pirati di Barbanera e costretto ad
un'altra prigionia nelle sue miniere di polvere di fata, sull'Isola Che Non C'è.
Sarà grazie al suo compagno di sventura James Uncino e poi alla guerriera
ribelle Giglio Tigrato che Peter troverà il coraggio di combattere Barbanera e
di accettare il suo speciale destino."A sbagliare le storie" siamo autorizzati
tutti. Lo facciamo fin da piccoli alla luce del sole e proseguiamo da adulti
quando è l'ora notturna dei sogni. All'inizio del testo originale di J. M. Barrie,
un attimo prima di presentare Peter Pan, il narratore parla esattamente di
questo, ovvero di come lui e il figlio David facciano lievitare lo spunto di
partenza: "prima io racconto la storia a lui, e dopo lui rifà il racconto a me,
colla differenza che non è più la stessa storia; e allora io torno a raccontarla ancora a lui colle sue addizioni
e varianti, e così si va innanzi finché nessuno può più dire se la storia è mia oppure sua". Curiosa
premonizione, in fondo, se si pensa che forse nessuna storia moderna si è spinta così in là rispetto alle righe
di partenza, grazie alla fantasia di sceneggiatori e animatori, fino alla seconda stella a destra e poi dritto fino
al mattino. Il film di Joe Wright si presenta come il prodotto dell'apoteosi di questo metodo creativo ma anche
come il suo punto di non ritorno. Alla fine di Pan saremo stati dappertutto - nella Londra di Dickens e nel mar
dei Caraibi di Bruckheimer, al fianco di Han Solo e della Principessa Leila (Uncino e Giglio Tigrato), all'Opera
cinese (con Rooney Mara, perfetta) e nel regno scientifico dei cristalli, nell'arena degli Hunger Games (con
Hugh "Barbanera" Jackman, la nota più debole del film), tra gli anelli di Saturno e tra le Sirene in sensuale
girotondo - e a quel punto, Peter Pan si sarà anche trovato ma noi ci saremo certamente persi. Che fine ha
fatto la storia del "bambino che sapeva volare"? C'è e funziona (funziona sempre, è un classico mica per
niente), ma è sepolta sotto una caterva di invenzioni narrative e visive che, prese singolarmente, affascinano
di certo, ma, accumulate l'una sull'altra, ben presto sfiniscono e vien voglia di scappare da Neverland, come
sarebbe giusto e filologico fare, ma qui no, quello no, perché non si sa mai, le storie sono manipolabili
all'infinito e la possibilità del sequel sempre dietro la porta.
(www.mymovies.it)
(…) "Ti racconterò la storia di un ragazzo che non sarebbe mai diventato adulto. Ma questa non è la
storia che già conosci... A volte, per capire meglio come finiscono le cose, dobbiamo prima sapere come
sono iniziate". Con un incipit di questo tipo, non è una sorpresa che PAN - VIAGGIO SULL'ISOLA CHE
NON C'È abbia fin da subito attratto l'attenzione del pubblico, affascinato da sempre dalla magia della storia
di J.M. Barrie. Peter Pan, l'eterno ragazzino che si rifiutava di crescere, rappresenta da sempre quel
collegamento necessario con la parte più pura, sognatrice e combattiva di ognuno di noi, una specie di
pulsante nascosto nel nostro inconscio da premere in caso di emergenza. La storia originale si costruisce su
diversi livelli, che analizzano con profonda leggerezza l'evoluzione della psiche nel difficile passaggio della
crescita, dell'approdo all'età adulta. Tutti, a modo nostro, abbiamo dovuto affrontare il nostro Peter Pan,
trasformandolo poi in un modo di essere o in un semplice ricordo dell'infanzia, nel solo personaggio di una
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di Joe Wright
storia del passato. Tutto questo per comprendere e giustificare la fascinazione di un regista come Joe Wright
ha provato davanti alla possibilità di raccontare i retroscena di una delle storie più complesse a ipnotiche
della letteratura per ragazzi, portando al cinema il racconto di tutto quello che è stato il passato del celebre
Peter Pan. Come è iniziato tutto? Come è giunto Peter sull'Isola che non c'è per la prima volta? E da dove
nasce il suo conflitto con Capitan Uncino? Queste alcune delle domande alle quali PAN - VIAGGIO
SULL'ISOLA CHE NON C'È cerca di dare delle risposte (…). PAN - VIAGGIO SULL'ISOLA CHE NON C'È
comincia benissimo: le atmosfere affascinanti di una Londra misteriosa accompagnano lo spettatore
all'interno di un'ambientazione costruita con la massima attenzione di luci, musica e scenografia. La
macchina da presa guidata da Joe Wright si muove con attenzione all'interno della vita di Peter, mostrandoci
attraverso le immagini il suo particolare modo di essere, un misto di ribellione ed eterna speranza. (…). PAN
- VIAGGIO NELL’ISOLA CHE NON C’È è un film esteticamente affascinante: gli ambienti ricreati fuori e
dentro l’Isola che non c’è vivono di pura magia, colori saturi e tratti stilistici onirici. Al loro interno il cast si
muove con ironia e leggerezza, rendendo i personaggi familiari e divertenti: peccato che la sceneggiatura
non si soffermi abbastanza su di loro da raccontarci le profondità e le vere motivazioni che li spingono a
muoversi verso determinate direzioni, fornendo solo quel minimo indispensabile per giustificare qualche
battuta qua e là.
(ww.cinema.everyeye.it)
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