Disturbo bipolare: che cos’è e come affrontarlo Definizione e inquadramento Il disturbo bipolare è un disturbo psichiatrico caratterizzato dall’alternanza di periodi di umore depresso, nei quali sono presenti sintomi molto simili a quelli della depressione maggiore, e fasi definite “maniacali” o “euforiche”, nelle quali il soggetto si trova in uno stato di temporanea esaltazione e grande espansività. Ogni fase, così come i periodi privi di sintomi che le separano, può avere una durata molto variabile da persona a persona e nei diversi momenti della vita di uno stesso paziente. In genere, tuttavia, le fasi depressive tendono a essere più frequenti e prolungate di quelle maniacali/euforiche. In funzione della frequenza e durata delle fasi maniacali rispetto a quelle depressive, sono state individuate due forme principali di disturbo bipolare: il disturbo bipolare I, più fortemente connotato da tratti maniacali e spesso associato anche a manifestazioni psicotiche, e il disturbo bipolare II, nel quale il paziente è per la maggior parte del tempo in uno stato depressivo. Le due forme sono ritenute di severità paragonabile. Una terza forma di disturbo bipolare, più lieve, è il disturbo ciclotimico, che consiste nell’alternanza di episodi ipomaniacali e depressivi di gravità non sufficiente per emettere la diagnosi di disturbo bipolare. Il disturbo bipolare esordisce quasi sempre durante l'adolescenza o nella prima età adulta (20-30 anni). Il primo episodio che porta all’osservazione medica è quasi sempre di tipo depressivo, mentre la prima fase maniacale o euforica può comparire anche dopo diversi anni e/o essere trascurata, ritenendola legata alla tendenziale esaltazione e instabilità umorale che possono accompagnare la crescita. Ciò fa sì che il disturbo bipolare possa non essere subito correttamente riconosciuto e, almeno in un primo tempo, scambiato con la depressione maggiore. I sintomi caratteristici I sintomi del disturbo bipolare sono diametralmente opposti a seconda che la persona interessata si trovi in una fase depressiva oppure maniacale/euforica. In entrambi i casi, per poter essere riferiti al disturbo bipolare, i sintomi devono manifestarsi con un’intensità tale da interferire con le attività quotidiane e impedire di mantenere relazioni professionali, familiari e sociali serene. Sintomi tipici delle fasi depressive umore depresso, non motivato da ragioni specifiche gravi notevole calo di interesse nelle attività abituali e incapacità di trarre piacere da circostanze o situazioni di norma stimolanti e gradevoli alterazioni significative dell'appetito, spesso associate a perdita o aumento di peso di diversi chili, non giustificati da diete o patologie specifiche insonnia/sonno disturbato (risvegli ripetuti durante la notte o all'alba) o, al contrario, aumento del bisogno di dormire, anche durante il giorno sensazione di agitazione e ansia o, al contrario, rallentamento dei movimenti e dei riflessi stanchezza fisica persistente, faticabilità e/o mancanza di energia non giustificata calo dell'autostima e della fiducia nelle proprie capacità, senso di colpa persistente e immotivato diminuzione delle capacità di concentrazione e dell'efficienza intellettiva (nello studio, sul lavoro ecc.), difficoltà a prendere decisioni di norma ritenute banali riduzione/assenza di desiderio sessuale irritabilità o frustrazione pensieri di morte ricorrenti, ideazione suicidaria o tentativi di suicidio. Sintomi tipici delle fasi euforiche notevole aumento dell'autostima e della fiducia nelle proprie capacità diminuzione del bisogno di dormire, senza sentirsi stanchi il giorno dopo aumento dell'interazione sociale e tendenza a parlare molto, in fretta, senza dare tempo all'interlocutore di rispondere o intervenire pensieri incalzanti, passaggio rapido da un'idea all'altra facile distraibilità, difficoltà a concludere quello che si sta facendo ritmi lavorativi frenetici, intensa vita sociale, viaggi frequenti, vita affettiva instabile, ipersessualità, iper-religiosità ecc. generale difficoltà a controllare gli impulsi marcata tendenza a comportamenti potenzialmente dannosi (invadenza nelle relazioni, disinibizione sessuale, shopping compulsivo, gioco d'azzardo ecc.) tendenza ad abusare di alcol o sostanze. Le manifestazioni del disturbo bipolare tendono a insorgere più facilmente o a peggiorare in alcuni periodi dell’anno. Le fasi depressive sono tipiche dell’autunno-inverno mentre quelle maniacali sono spesso associate all’arrivo della primavera o all’inizio dell'estate. Cause e fattori di rischio All’insorgenza del disturbo bipolare contribuiscono una molteplicità di fattori genetici, ambientali e sociali. Le cause biologiche restano in larga parte ancora da determinare. Dal punto di vista neurologico, il disturbo appare legato a un alterato funzionamento di circuiti cerebrali che controllano il tono dell'umore, l'affettività, gli impulsi e alcune funzioni fondamentali (appetito, sonno, sessualità ecc.). Altri elementi che possono contribuire all'insorgenza del disturbo bipolare comprendono difetti nei meccanismi della risposta allo stress e modificazioni significative dei livelli ormonali. Fattori ambientali sfavorevoli quali situazioni familiari o sociali critiche, difficoltà relazionali, insuccessi scolastici, perdita del lavoro, problemi economici, traslochi, esperienze traumatiche, lutto ecc. possono contribuire a slatentizzare o a peggiorare il disturbo in soggetti predisposti, così come la presenza di altre patologie fisiche o mentali e l’assunzione/interruzione dell’assunzione di alcuni farmaci o sostanze attivi sui circuiti cerebrali coinvolti nel controllo del tono dell’umore, dello stress e dell’impulsività. Trattamento farmacologico Il trattamento del disturbo bipolare non può prescindere dall’assunzione di terapie farmacologiche indirizzate a favorire la stabilizzazione del tono dell’umore, prevenendo l’insorgenza sia degli episodi depressivi sia di quelli maniacali e attenuandone le manifestazioni. Gli specifici farmaci e i dosaggi da utilizzare sono diversi a seconda delle caratteristiche e della severità del disturbo nel singolo paziente e dalla risposta individuale. Per questa ragione, la definizione della terapia appropriata nel singolo caso può essere abbastanza complessa e deve essere affidata a uno psichiatra esperto nella gestione della patologia. Non di rado, per poter impostare una terapia ottimale è necessario un periodo di ricovero ospedaliero. I farmaci cardine della terapia del disturbo bipolare sono il litio e il valproato (entrambi stabilizzatori dell’umore), cui possono essere aggiunti antipsicotici di I o II generazione (se sono presenti agitazione o sintomi psicotici) o basse dosi di antidepressivi (nei casi con sintomi depressivi predominanti). Supporto psicoterapico Le persone affette da disturbo bipolare controllato dalle terapie farmacologiche possono trarre un beneficio aggiuntivo da interventi psicoterapici, in particolare di tipo cognitivo-comportamentale, che aiutano a sostituire gli atteggiamenti sfavorevoli con comportamenti e pensieri positivi. In genere, il trattamento prevede incontri periodici, individuali o di gruppo, per periodi abbastanza prolungati (minimo un anno). Consigli di stile di vita Seguire ritmi regolari e uno stile di vita sano è essenziale per migliorare lo stato psicofisico generale di chi soffre di disturbo bipolare, permettere alle terapie di esercitare pienamente la loro azione, ridurre i rischi e i possibili eventi avversi. Tra le regole da ricordare: dormire un numero di ore sufficiente, andando a letto e alzandosi più o meno alla stessa ora ogni giorno mantenere orari dei pasti e ritmi di vita regolari cercare di praticare ogni giorno un’attività fisica moderata, preferibilmente in aree verdi e insieme ad altre persone evitare di fumare e bere alcolici, soprattutto se si stanno assumendo farmaci assumere tutte le terapie prescritte dal medico con regolarità, ai dosaggi indicati non assumere medicinali né rimedi fitoterapici per la cura di altri disturbi senza aver prima informato il medico cercare di evitare situazioni e incontri che possono creare disagio evitare di guidare o di eseguire attività rischiose dopo aver assunto farmaci che tendono a causare sonnolenza o capogiri. Fonti DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Raffaello Cortina Editore, Milano 2014. Mayo clinic: www.mayoclinic.com/health/bipolar-disorder/DS00356 Data di deposito AIFA: 06/10/2015