Steve Harrison Lavori Creativi ITA:Steve Harrison Lavori Creativi ITA 3-11-2010 10:14 Pagina viii Introdu I Steve Harrison Lavori Creativi ITA:Steve Harrison Lavori Creativi ITA 3-11-2010 10:14 duzione Pagina ix Il mondo ha veramente bisogno di un altro libro sulla creatività? Steve Harrison Lavori Creativi ITA:Steve Harrison Lavori Creativi ITA 3-11-2010 10:14 Pagina x Come fare lavori creativi migliori P rima di aprire la nostra società, Tim Patten, Martin Troughton e io ci siamo fatti questa domanda: «Il mondo ha veramente bisogno di un’altra agenzia?». Questo ci aiutò a concentrarci sul nostro obiettivo, portandoci a un posizionamento che si dimostrò molto efficace. Oltre a farci introdurre l’espressione brand response nel dizionario di marketing. Prima di scrivere questo libro mi sottoposi a un esercizio simile, domandandomi: «Il mondo ha veramente bisogno di un altro libro sulla creatività?». Questa volta fu molto più facile rispondere. Prima di tutto, non ci sono poi così tanti libri su «come» essere creativi migliori. Inoltre, pochi sono stati scritti da qualcuno che ha trascorso gli ultimi vent’anni cercando, con discreto successo, di fare veramente «lavori creativi migliori». Se, durante quel periodo, qualcuno mi avesse chiesto come affrontare la questione, probabilmente avrei citato il grande Billy Shankly, quando descriveva il football come «un gioco semplice reso complicato da degli idioti». Vedete, più lavoravo nel settore, più le cose mi sembravano chiare e semplici. Di fatto, mi convincevo sempre di più dell’efficacia di quanto troverete scritto in questo libro: la necessità di avere non una, ma due grandi idee; la dinamica problema/soluzione e l’importanza del concetto di relevant abruption. Ma, a dire il vero, fino a poco tempo fa credevo che questi principi fossero abbastanza ovvi e che non ci fosse ragione per cui io o altri avremmo dovuto metterli per iscritto. Poi, l’anno scorso, ho notato che x qualcosa era cambiato nel settore. Il che mi porta a parlare del secondo, più urgente, motivo per cui penso che possiate trovare utile questo libro. Le agenzie in generale e i creativi in particolare sembravano vivere una crisi collettiva di fiducia. Le persone che rispettavo e ammiravo apparivano confuse e infelici. Scoraggiamento nella baldoria Il culmine per me (e, penso, per un bel po’ di altre persone) è stato raggiunto l’anno scorso ai Cannes Lions, il Festival Internazionale della Pubblicità. In mezzo alla baldoria lo scoramento era tangibile. Persino gli Aussies erano depressi. La nostra rivista di settore, Campaign, si focalizzò su questo punto e, con mentalità provinciale, scrisse: «I creativi inglesi si sono persi per strada?». Nel mio settore, il direct marketing, c’era sicuramente sconcerto, specialmente quando, la sera in cui avremmo dovuto essere premiati, le agenzie di advertising tradizionale minacciarono di rubarci la scena. Il contingente inglese se ne andò afflitto e, non molto tempo dopo, Campaign scrive- Steve Harrison Lavori Creativi ITA:Steve Harrison Lavori Creativi ITA 3-11-2010 10:14 Pagina xi Introduzione va: «L’età dell’oro del direct marketing è finita?». E i colleghi del digital advertising? Bene, la maggior parte si è dileguata, ma i più scaltri hanno una visione molto chiara delle cose. Mark Cridge, Amministratore Delegato di Glue London, mi ha detto: del direct marketing era stata infranta, sì, avete indovinato, proprio dall’avvento del digital. L’offline non funzionava più In verità, non è stato il creativo del digital a fare il danno. È stato il sapientone Dal punto di vista creativo, il digital del digital. forse ha raggiunto un punto morto. Il E il primo colpo lo ha inflitto Seth Godin know-how tecnico che aveva reso fino- già nel 1999. Il suo permission marketing ra il digital unico e imbattibile è diven- era un attacco frontale a quello che chiatato molto più diffuso. Dato che la mava interruption marketing, ovvero al maggior parte dei direttori creativi del modo in cui il lavoro creativo tradizionadigital arrivano dal design o dal setto- le offline cercava di catturare l’attenzione re tecnologico, dobbiamo fare lo sfor- dei prospect, veicolando messaggi di venzo di convogliare la nostra esperienza dita attraverso spazi pubblicitari apposinello sviluppo di forti idee creative. Per tamente pagati. arrivare più in alto, abbiamo bisogno Lo scoppio della bolla dotcom ha distratche le persone che si sono fatte le ossa to la gente per un po’, ma l’interesse si è su Wired inizino a leggere anche riacceso appena l’online è tornato alla riCreative Review. Abbiamo bisogno di balta. Molti addetti hanno cominciato a crescere dal punto di vista creativo. credere a Godin. E, cosa più importante, gli hanno creduto i loro clienti, specialLa grande questione era: chi li avrebbe mente quando affermava che la nuova era aiutati a raggiungere la del permission marketing maturità? digitale li avrebbe portati «Per arrivare più I loro colleghi dell’adverai risultati auspicati. in alto, abbiamo tising e del direct? Mentre bisogno che le persone Sembra che pochissimi mi guardavo intorno da che si sono fatte le ossa avessero notato che una terrazza del Carlton Godin basava il suo giusu Wired inizino Hotel in un’atmosfera dizio su false premesse. a leggere anche stranamente sommessa, Egli aveva scambiato Creative Review. mi resi conto che questo la bad execution per Abbiamo bisogno non poteva accadere, peruna broken discipline. di crescere dal punto ché la fiducia che aveva Essenzialmente, ciò che di vista creativo.» un tempo caratterizzato diceva era che gli annunci Mark Cridge, il legame fraterno tra i non funzionavano, quinA.D. Glue L creativi dell’advertising e di sarebbe stato meglio xi Steve Harrison Lavori Creativi ITA:Steve Harrison Lavori Creativi ITA 3-11-2010 10:14 Pagina xii Come fare lavori creativi migliori sbarazzarsi dell’advertising. Era un po’ co- re competenza, opinioni, raccomandaziome dire che se il Ministero della Salute ni e consigli su cosa comprare e cosa evinon fosse riuscito a rispettare gli standard tare. In questo mercato virtuale il cliente prefissati, la soluzione non sarebbe stata si trovava veramente al posto di comando alzare il livello del servizio, trattamento e e le imprese dovevano guadagnarsi il dicura delle patologie, bensì chiudere tutti ritto di partecipare alla conversazione. gli ospedali. Evidentemente Godin non aveva conside- Qual è il punto debole nelle rato che il rimedio avrebbe potuto consi- argomentazioni dei sapientoni stere in un lavoro creativo migliore e più del digital? efficace. E purtroppo, quando il digital si sviluppò, la condanna di Godin nei con- Questa visione di Cyburbia non teneva in fronti dell’interruption marketing finì col considerazione un aspetto eclatante della divenire una convenziovita moderna. Il bene ne e ora è il punto di più prezioso per tutti noi La condanna partenza di molti bestè il tempo, tanto che sedi Godin nei confronti seller di business e di condo Vision Research dell’interruption marketing. «avere il tempo di rilasmarketing finì Se Godin minò le basi su sarsi un po’» è considecol divenire una cui era stata costruita la rato il lusso numero uno convenzione e ora persuasione competitiin Gran Bretagna e proè il punto di partenza va, un altro libro (e i nubabilmente anche in tutdi molti bestseller merosi bestseller, articoti i Paesi avanzati. di business li, conferenze, seminari e Naturalmente, e lo moe di marketing. blog che ne derivarono) strano libri come fu forse ancora più dannoso: The Groundswell e Wikinomics, ci sono dozziCluetrain Manifesto di Rick Levine. ne di esempi di comunità online che deCome per Godin, il nocciolo del libro era dicano tempo a questa o quella marca. che i tempi in cui un messaggio pubblici- Secondo The Tipping Point di Malcolm tario doveva essere veicolato con forza Gladwell, sono i maven che amano parlaerano finiti. re via blog, gruppi di discussione, wiki, Eravamo entrati in un’età dell’oro in cui comunità online e forum dell’oggetto del consumatori forti sul piano tecnologico si loro entusiasmo. Si interessano così tanfacevano raggiungere solo da quei messag- to al prodotto che probabilmente ne sangi che volevano ricevere e si facevano coin- no più dell’agenzia e del direttore markevolgere solo da quelle marche con cui vo- ting. Il che li rende il logico punto di rilevano entrare in contatto nel corso della ferimento per tutte le attività di ricerca e loro esistenza. Come se non bastasse, i sviluppo e CRM. clienti erano anche in grado di condivide- Ma gli sneezer, gli alpha e gli opinion leader xii Steve Harrison Lavori Creativi ITA:Steve Harrison Lavori Creativi ITA 3-11-2010 10:14 Pagina xiii Introduzione sono un’eccezione. La maggior parte della gente non investe il proprio prezioso tempo in una consultazione virtuale su fotocopiatrici/stampanti, servizi di assistenza stradale, fondi di investimento, pizzerie, motori diesel, carte di credito, compagnie aeree straniere, candeggina o software aziendali. Il che significa che una quantità esagerata di attività online è da attribuire a gruppi relativamente piccoli. Prendiamo la blogosfera, per esempio. Una ricerca promossa dall’IPA pubblicata nel gennaio 2009 mostra che solo il 2,8 per cento dei consumatori online inglesi si prende la briga di bloggare. Solo l’8,8 per cento legge i blog e il 3,7 per cento li commenta. Considerando gli utenti di chat room online e di forum di discussione, si tratta, di nuovo, di una piccolissima percentuale: solo il 6,5 per cento. Lo scenario è simile se prendiamo in considerazione i social network. Secondo una ricerca della Forrester Technographics, il 25 per cento del numero totale degli utenti Internet britannici si collega a social network più di una volta al mese. Il restante 75 per cento una volta al mese o per nulla. Se consideriamo coloro che utilizzano questi siti su base giornaliera, osserviamo che si tratta per lo più di studenti e di persone nella fascia d’età 16-24. Così, mentre alcuni social networker sono fedeli, la maggior parte degli altri è costituita da utenti occasionali. E mi rivolgo ai direttori vendite: date l’età e l’occupazione degli utenti regolari, la maggior parte di loro è, per dirla in breve, senza un soldo. Ma che dire di quelli che hanno qualche soldino da spendere? Bene, anche gli individui che sono totalmente fedeli a una comunità online per un aspetto della loro vita si orienteranno verso canali diversi per la maggior parte degli altri. Per esempio, la neo-mamma che non riesce a prendere decisioni senza consultarsi e confrontarsi con l’Huggies Club sarà ancora rapita dal piacere tattile patinato della rivista Marie Claire mentre è alla ricerca di abiti, accessori e cosmetici. Come la maggior parte delle persone, passerà dall’online all’offline e le sue decisioni d’acquisto saranno determinate da un mix di comunicazioni marketing. Come si fa a raggiungere la «massa passiva online»? Ho detto «come la maggior parte delle persone» ma in effetti questo non è vero, perché tra le persone che sono online c’è di fatto una maggioranza silenziosa che non è stata per niente toccata da Groundswell. Secondo gli autori di questo libro, Charlene Li e Josh Bernoff, queste persone costituiscono il 53 per cento della comunità online in Europa. Non visitano neppure TripAdvisor per dare un’occhiata alle recensioni degli hotel. Inoltre non è nelle loro immediate intenzioni iniziare a bloggare. Come spiega Faris Yacob nel suo brillante saggio IPA «I Believe that Children Are the Future»: «La maggioranza continuerà a comportarsi come ha sempre fatto. Avendo un vissuto di relazione con i media essenzialmente passivo, non è probabile né auspicabile, da parte loro, una migrazione verso il con- xiii Steve Harrison Lavori Creativi ITA:Steve Harrison Lavori Creativi ITA 3-11-2010 10:14 Pagina xiv Come fare lavori creativi migliori sumo attivo di idee». Non cadete in questo errore: la «massa passiva», come la chiama Yacob, rappresenta un mercato enorme. Si parla di decine di milioni di persone che non sono ancora online, e sappiamo bene quanto valgano. Credete veramente che i vostri clienti abbiano intenzione di aspettare pazientemente che il Groundswell riesca a catturare questi prospect? E che poi accettino un nuovo status in cui è il loro cliente a governare il flusso delle comunicazioni di marketing? Io credo invece che i vostri clienti si aspettino che voi portiate via i prospect ai loro concorrenti, magari convincendoli anche a spendere di più. Pensate di poterlo fare ottenendo l’autorizzazione dei prospect, come suggeriva Seth Godin, con l’offerta di una penna o la partecipazione a un concorso a premi? In qualche caso sono certo che funzioni. Ma, come sanno tutti quelli che hanno una cassetta per le lettere, il Reader’s Digest lo ha fatto per anni e questa tattica riesce ad attrarre le persone a cui piacciono concorsi a premi e penne gratis. E potrebbero non corrispondere al target che state cercando di contattare. Pensate di poterlo fare attirando i prospect in un social network? Può essere, ma tenete a mente che persino applicazioni di Facebook create da marchi ben noti come MTV raccolgono meno di 200 utenti. Potreste farlo invitando queste persone a unirsi a voi in una piattaforma open-source, co-creationist? Forse. Ma come ho già detto, funzionerà solo su una minoranza xiv di sostenitori di marca, maven e prosumer che sono, per definizione, le persone più difficilmente conquistabili se sono già fedeli a una marca concorrente. O non dovreste forse contattare queste persone, sia online sia offline, informandole dei vantaggi di cui non stanno approfittando, dei benefici di cui potrebbero godere, dei problemi che potreste risolvere loro? In breve, non dovrete forse usare ancora un po’ di persuasione competitiva? Far emergere i messaggi digitali nel marasma dell’online Sono abbastanza sicuro che la risposta sia «sì». Ed è per questo motivo che ho scritto questo libro e che penso che la dinamica problema/soluzione e in particolare la relevant abruption siano d’interesse sia per le agenzie offline sia per quelle online. A dire il vero, le agenzie online hanno bisogno di adottare questi elementi essenziali di interruption marketing tanto quanto quelle offline, se non di più. Non hanno scelta, visto l’altissimo livello di concorrenza sul web. Come dice Mobbie Nazir, capo dello sviluppo analitico alla MRM Worldwide, nei «Digital Essays» della rivista Campaign: Il problema è che lo spostamento dei consumatori verso i digital media è stato uguagliato, se non superato, da uno spostamento del volume di advertising online. Aggiungete a questo l’ormai ben documentato fenomeno di consumatori che creano e condividono i loro contenuti online e il ri- Steve Harrison Lavori Creativi ITA:Steve Harrison Lavori Creativi ITA 3-11-2010 10:14 Pagina xv Introduzione ai Big Awards della rivista Campaign. Infatti, l’aspetto interessante fu che quella sera fu premiata come miglior agenzia di digital advertising (e di direct) la BBH, Naturalmente il compito del creativo on- formata da interruptive advertiser di granline è stato reso più difficile, perché, come de esperienza. abbiamo visto prima, gli è stato detto che Nel prossimo futuro si prevede che non ha poco o nulla da imparare dai suoi col- solo le interruptive idea continueranno a leghi offline. Ciononostante, chi è intelli- vincere premi ma, aspetto più importante, gente ha capito che in molti casi ha anco- continueranno a essere cruciali sia per la ra bisogno di una grande idea interruptive. sopravvivenza delle marche sia per la geAlix Pennycuick di Draft Fcb negli stessi nerazione di vendite in un mercato sempre più competitivo. Non sto dicendo che «Digital Essays» sottolinea: posso farvi vincere una D&AD Pencil o un Si tratta della stessa sfida con cui ci sia- Big Award, ma nelle prossime pagine troverete consigli per svolgemo sempre misurati: re un lavoro in grado di come catturare l’imTutti i vincitori maginazione del pubnel digital e nel direct persuadere i vostri prospect e far sì che la marca blico immediatamenpresentavano del vostro cliente sia più te… Dobbiamo diun elemento attraente e il suo prodotto menticarci l’abovein comune: migliore rispetto a quelli the-line e il below-thea prescindere dalla della concorrenza. line, online o offline, e categoria, il miglior Come ho già detto, è «un ricordare che oggi, prilavoro aveva gioco semplice reso comma di tutto, sono la alla base una grande plicato da degli idioti». qualità e la creatività interruptive idea. Ma è anche un gioco in del contenuto a creare cui ognuno ha il suo ruolo. esperienze di valore. Questo libro offre qualcosa non solo ai Le migliori agenzie conoscono creativi (dell’advertising, direct e digital) la risposta ma anche agli account, ai planner, alle persone che lavorano in produzione e, Le agenzie migliori ci credono. Nel 2008, non da ultimi, ai clienti. Inoltre, ciò che quando ho fatto parte della giuria dei ho da dire sarà altrettanto utile per i diD&AD Awards, tutti i vincitori nel digital rettori amministrativi che intendono gee nel direct presentavano un elemento in stire un’agenzia profittevole, basata sulla comune: a prescindere dalla categoria, il creatività, come pure per i junior art dimiglior lavoro aveva alla base una grande rector che un giorno vorrebbero diventare interruptive idea. La stessa cosa si verificò grandi creativi. sultato è un panorama in cui il digital è diventato ancor più saturo di comunicazioni. xv Steve Harrison Lavori Creativi ITA:Steve Harrison Lavori Creativi ITA 3-11-2010 10:14 Pagina xvi Come fare lavori creativi migliori Non smetterò mai di sottolineare che è meglio che tutti leggano il libro per intero. In questo modo tutti capiranno il ruolo che rivestono e quanto sono dipendenti l’uno dall’altro. Questa visione a tutto tondo non solo vi permetterà di essere migliori nel vostro lavoro, ma renderà l’intero lavoro creativo più comprensibile e più gradevole. Ovviamente sono consapevole che parlare di rendere le cose «gradevoli» potrebbe dare l’impressione sbagliata, dal momento che stiamo attraversando la peggior crisi economica degli ultimi ottant’anni. Ma, come spiegherò nel prossimo capitolo, fare un lavoro migliore non vuol dire autocompiacersi. È un fattore determinante per il profitto sia del cliente sia dell’agenzia. E diventa ancora più importante quando i tempi sono duri. Crisi economica? Meraviglioso In tempi difficili, i clienti non possono permettersi di buttare soldi dalla finestra per risolvere problemi di marketing e le agenzie non possono permettersi di fare lavori che passino inosservati. Quelli che non hanno mai saputo cosa stessero facendo saltano subito all’occhio perché, come dice il proverbio, quando cala la marea ci si accorge di chi nuotava nudo. Dall’altra parte, chi sa quello che fa si trova a prosperare in un momento di avversità. Durante la recessione degli anni 19911993 trasformammo la Ogilvy & Mather Direct nella miglior boutique creativa di direct marketing in Gran Bretagna. Insieme ad altre agenzie che condivideva- xvi no lo stesso pensiero, contribuimmo a lanciare una rivoluzione creativa che trasformò poi l’intera industria mondiale del direct marketing, a eccezione dell’America settentrionale. Allo stesso modo, fondammo la HTW durante la crisi del 2001-2003: in quegli anni abbiamo fatto un mucchio di soldi e siamo stati nominati Agenzia dell’Anno sia da Campaign sia da Marketing, soprattutto per la forza del nostro lavoro creativo. Questo libro vorrebbe farvi raggiungere un successo simile. Quindi andiamo avanti. Cosa viene dopo Il primo capitolo è rivolto a tutti quelli che vogliono essere più creativi. Non solo a quelli che si occupano di banner, annunci stampa e mailing, ma anche a chi cerca ispirazione per i propri documenti e strategie. Mentre il Capitolo 1 è rivolto ai singoli, il Capitolo 2 tratta la costruzione di un ambiente in cui tutti vengono riuniti per generare grandi idee. Il Capitolo 3 presenta un approfondimento delle grandi idee di marketing e spiega perché le migliori sono invariabilmente un esercizio di problema/soluzione. Nel Capitolo 4 è riportata una spiegazione dettagliata di come avere una grande idea di marketing e di come esprimerla in modo chiaro e semplice. Nel Capitolo 5 vediamo in che modo la relevant abruption può contribuire a farvi avere idee creative più efficaci. Dopo tanta teoria, nel resto del Capitolo 5 e nel Capitolo 6 ci sono un bel po’ di esempi Steve Harrison Lavori Creativi ITA:Steve Harrison Lavori Creativi ITA 3-11-2010 10:14 Pagina xvii Introduzione creativi. Ma mentre nel Capitolo 5 ho scelto per lo più brief tattici, a basso budget, per dimostrare come un buon lavoro possa sfociare anche dalle premesse meno promettenti, nel Capitolo 6 troverete campagne strategiche più importanti, che mostrano come costruire una marca nella vecchia maniera e in quella nuova, e al contempo vendere. A questo proposito, il Capitolo 7 è tutto sulla «vendita»: spiega le cinque aree di conoscenza che dovreste padroneggiare per persuadere anche il più circospetto dei clienti a comprare le vostre grandi idee. E infine, nel Capitolo 8, completiamo l’opera con un panorama del lavoro più difficile di tutti, quello del direttore creativo, e spieghiamo perché farlo vuol dire svolgere cinque lavori contemporaneamente. Ok, fine del rullo di tamburi. Con il vostro permesso, cominciamo. Testi di riferimento Malcolm Gladwell, The Tipping Point: How Little Things Can Make a Big Difference, Boston (Mass.), Little, Brown & Co., 2000 (ed. it. Il punto critico. I grandi effetti dei piccoli cambiamenti, Milano, Rizzoli, 2000). Seth Godin, Permission Marketing: Turning Strangers into Friends, and Friends into Customers, New York, Simon & Schuster, 1999 (ed. it. Permission marketing. Trasformare gli estranei in amici e gli amici in clienti, Milano, Parole di Cotone, 2000). Charlene Li, Josh Bernoff, Groundswell: Winning in a World Transformed by Social Technologies, Boston (Mass.), Harvard Business Press, 2008. Christopher Locke, Rick Levine, Doc Searls, David Weinberger, The Cluetrain Manifesto: The end of Business as Usual, Cambridge (Mass.), Perseus Books, 2000 (ed. it. Cluetrain Manifesto, a cura di Antonio Tombolini, Roma, Fazi Editore, 2001). Don Tapscott, Anthony D. Williams, Wikinomics: How Mass Collaboration Changes Everything, New York, Portfolio, 2006 (ed. it. Wikinomics. La collaborazione di massa che sta cambiando il mondo, Milano, Etas, 2007). xvii