6. Stato endocrino
6.1 Cortisolo, screening
6.2 Curva cortisolica urina 3x8h
Curva 6-sulfatoxy-melatonina 3x8h, urina
6.3 Tiroide
6.4 Stato iodio, urina
6.5 Dosaggio su saliva
6.6 Metabolismo osseo
6.7 Profilo ormonale femmina
6.8 Profilo androgenico
V1-03.11
STATO ENDOCRINO
Stress, obesità
Cortisolo,
screening
Affaticamento cronico, burn-out
Curva cortisolica
urina 3x8h
ZCOR
쎲 Saliva
쎲 Cortisolo
Affaticamento cronico,
problemi di sonno e/risveglio
ZMEL
Curva
6-sulfatoxy-melatonina
3x8h, urina
ZCOLU
Urina (curva su 3 campioni)
Urina (curva su 3 campioni)
Cortisolo 07h00 - 15h00
COSA
6-sulfatoxy-melatonina
07h00 - 15h00
Cortisolo 15h00 - 23h00
Cortisolo 23h00 - 07h00
Ora
6-sulfatoxy-melatonina
15h00 - 23h00
6-sulfatoxy-melatonina
23h00 - 07h00
Bilancio basale
Tiroide
쎲 1 provetta di sangue intero con gel
䊐 쎲 TSH
䊐 쎲 FT4
䊐 쎲 FT3
䊐 쎲 Autoimmunità tiroidea
Affaticamento cronico,
eccesso ponderale
Stato iodio, urina
ZTHY
Monitoraggio terapeutico o in caso
di prescrizione autonoma
Dosaggio su
saliva
ZIOU
Urina
T4L
T3L
쎲 Saliva
Minzione del mattino
TSHS
䊐
䊐
Iodio, urina
ZSAL
IOUC
Creatinina
AAT
+ Calcolo del rapporto (TSH/fT4)
䊐 쎲 Testosterone
䊐 쎲 DHEA
䊐 쎲 Estradiolo
䊐 쎲 Progesterone
TESA
DHSA
E2SA
PRSA
Ora
Bilancio basale, in particolare per età
> 50 anni
Metabolismo osseo
쎲 1 provetta di sangue intero con gel
쎲 1 provetta con EDTA
䊐 쎲 PAL Ossea
䊐 쎲 25-OH vitamina D
䊐 쎲 Calcio
䊐 쎲 Fosfati
䊐 쎲 Albumina
䊐 쎲 CTX crosslaps
ZOS
Dismenorrea
Profilo ormonale
femmina
In caso di irsutismo, acne
e seborrea
V-D
CAL
PHO
ALBG
CTX
(riassorbimento)
䊐 쎲 FSH
䊐 쎲 LH
䊐 쎲 Estradiol
䊐 쎲 Progestérone
䊐 쎲 Prolattina
䊐 쎲 AMH
ZTES
쎲 1 provetta di sangue intero con gel
쎲 1 provetta di sangue intero con gel
PALO
Profilo androgenico
ZFEM
FSH
LH
EST
䊐 쎲 Testosterone totale
䊐 쎲 SHBG
䊐 쎲 DHEAS
䊐 쎲 Delta-4 androstendione
PFG
TES
SHBG
DHEAS
AND
+ Calcolo testesterone libero
PRL
HAM
+ Calcolo di calcio corretto
per albumina
Ricerca di varianti
genetiche :
metabolismo osseo**
INVECCHIAMENTO
GENB5
Età biologica
쎲 1 provetta con EDTA
쎲 1 provetta con EDTA
쎲
*
V1-03.11
GENB6
6. Stato endocrino
6.1 Cortisolo, screening
Il dosaggio del cortisolo è proporzionale al dosaggio del cortisolo sierico libero.
Riflette in modo adeguato il cortisolo circolante mediante un dosaggio non
invasivo.
Parametri analizzati
Cortisolo salivare
Patofisiologia
Il dosaggio del cortisolo nella saliva offre la possibilità di fare una raccolta in assenza di qualunque
situazione stressante, come il prelievo di sangue, che può provocare un aumento fisiologico del
cortisolo. Questa tecnica permette inoltre l’autoprelievo che risulta particolarmente utile per
eseguire il ritmo del cortisolo nel corso della giornata.
La saliva contiene una quantità di cortisolo di circa 500 volte inferiore a quella presente nel siero.
Occorre perciò evitare di contaminare il campione con sangue proveniente da lesioni gengivali.
Fornisca al paziente indicazioni precise sulle condizioni di prelievo mediante il materiale fornito dal
laboratorio. Il prelievo non deve essere effettuato dopo aver lavato i denti né prima che sia
trascorsa un’ora dalla fine del pasto.
Questo dosaggio è utile per escludere una malattia o la sindrome di Cushing, o, in assenza di una
patologia maligna, di valutare la risposta del surrene allo stress.
Per escludere una produzione patologica del cortisolo è consigliabile fare due raccolte consecutive
alle ore 23.00, a due giorni di intervallo.
Fra le diagnosi differenziali, tenere conto di un possibile sfalsamento del ritmo del cortisolo verso
la fine della giornata, in particolare dopo un cambio di orario (fuso orario, cambiamento dell’orario
di lavoro) o in autunno – inverno, nelle persone che si espongono poco al sole (persone anziane
sedentarie). Uno sfalsamento del ritmo può essere documentato mediante due o tre raccolte di
saliva durante la giornata o seguendo il ritmo del cortisolo nelle urine.
Applicazioni cliniche e indicazioni
Escludere la sindrome di Cushing
Valutare il ritmo circadiano nel corso della giornata
Bilanci associati: ritmi circadiani di cortisolo e melatonina
V1-03.11
6. Stato endocrino
6.2 Curva cortisolica urina 3x8h
Curva 6-sulfatoxy-melatonina 3x8h, urina
La misurazione del cortisolo e della melatonina su 3 periodi di 8 ore consecutive
permette di individuare le alterazioni del ritmo circadiano (jet-lag, stress,
burn-out, disturbi del sonno/risveglio, stanchezza).
Parametri analizzati
Cortisolo urinario in tre periodi di 8 ore consecutive
e 6-sulfatossi-melatonina (6SM) urinaria negli stessi tre periodi di 8 ore consecutive
Patofisiologia
Il ritmo circadiano corrisponde a un ritmo biologico su circa 24 ore, caratterizzato principalmente
dall’alternanza veglia-sonno. I ritmi circadiani sono endogeni, un prodotto del nostro “orologio
biologico”. Quest’ultimo varia da persona a persona, e anche se in teoria è regolare, può alterarsi
facilmente, per esempio in caso di “jet-lag”. Lo studio dei ritmi circadiani è utile in molti casi in cui
si riscontrano patologie diffuse senza cause apparenti, le più comuni delle quali sono stanchezza
cronica, problemi infiammatori cronici, depressione stagionale, ecc.
La misurazione del cortisolo e della melatonina (6SM) permette di valutare l’ampiezza e la fase del
ritmo circadiano. Potrà richiedere telefonicamente, allo 022 716 20 48, il protocollo per il prelievo,
che sarà accompagnato da un questionario medico per facilitare l’interpretazione dei risultati.
Il cortisolo e la melatonina svolgono diverse funzioni nell’organismo. Queste non sono facilmente
abbinabili ai dosaggi sierici, fatta eccezione per il cortisolo nelle grandi patologie come la malattia
di Addison o di Cushing. È risaputo che il cortisolo risponde allo stress, consente l’attivazione dei
sistemi di difesa e svolge un ruolo nella gestione del sistema immunitario. La melatonina è implicata in numerose funzioni dell’organismo, di cui le più note sono la sincronizzazione dei ritmi dopo
uno spostamento di orario e un ruolo nel sonno.
Gli interventi medici sono a volte necessari. Quello meno invasivo e che dà risultati soddisfacenti
contro la depressione stagionale è la luminoterapia (luce dell’alba al risveglio)
Con l’aiuto delle risposte al questionario medico, seguono alcuni esempi di interpretazione.
• Cortisolo:
ampiezza eccessiva, eccesso di stress
ampiezza esigua, deficit surrene;
ritmo desincronizzato: controllare il ritmo della melatonina.
• Melatonina:
ampiezza eccessiva, meccanismo compensativo (controllo delcortisolo)
ampiezza esigua, affaticamento, problemi del sonno
ritmo desincronizzato, difficoltà di risveglio
• Ritmo cortisolo e melatonina desincronizzati: problemi di adattamento
Applicazioni cliniche e indicazioni
(la preghiamo di consegnare la domanda insieme all’apposito questionario clinico, disponibile in
laboratorio)
Burn-out
Sensazione di stanchezza ingiustificata
Disturbi del sonno
Depressione stagionale
V1-03.11
6. Stato endocrino
6.3 Tiroide
Questo bilancio di base valuta l’asse ipofisi-tiroide verificando la possibilità di una
malattia autoimmune (frequente nelle donne di età superiore a 50 anni).
Parametri analizzati
TSH
T3 libera
T4 libera
Anticorpi antitiroidei
Patofisiologia
Il dosaggio del TSH dà un’indicazione della sensibilità dell’organismo agli ormoni tiroidei: è
pertanto preferibile un’interpretazione clinica del TSH in rapporto alla T4 libera e tenendo conto
eventualmente della T3 libera. Per esempio, un TSH leggermente aumentato con T4 libera alta,
indica un ipotiroidismo (TSH elevato) piuttosto che un ipertiroidismo (T4 libera elevata).
Il dosaggio della T4 totale (e della T3 totale) è sconsigliato, poiché i livelli sono modificati dalla
proteina vettrice (Thyreoglobulina), a sua volta influenzata dalla concentrazione degli steroidi sessuali.
Nelle persone che non presentano disturbi tiroidei o condizioni particolari come la gravidanza,
il rapporto TSH/T4 libera rimane stabile nel corso degli anni. Delle alterazioni significative di tale
rapporto possono quindi essere il segno precoce di uno squilibrio tiroideo.
Anche in assenza di sintomi clinici, un’indagine completa deve comprendere il dosaggio degli
anticorpi antitiroidei (antitireoglobulina, antiperossidasi e anti-TPO). In più del 20% delle donne in
menopausa, viene rilevata la presenza di questi autoanticorpi in assenza di qualsiasi manifestazione
clinica evidente.
FATTORI EZIOLOGICI DEL GOZZO
PATOFISIOLOGIA DEL GOZZO
Inquinanti (perclorati, disolfuri)
Bloccano il trasporto dello iodio
Semi di lino, patate dolci, sorgo, manioca,
fagioli di lima
Glucosidi cianogeni; bloccano il trasporto dello
iodio
Cavolo, cavolfiore, broccoli, rape, colza
Glucosinolati; bloccano il trasporto dello iodio
Miglio, soia
Flavonoidi che inibiscono la tiroperossidasi
Carenza di selenio
Lesioni ossidative della tiroide
Carenza di ferro
Attività tireoperossidasi bassa
v
Disturbi ipofisari (TSH)
Carenza di vitamina A
Le condizioni di affaticamento, apatia, irritabilità, nervosismo, ecc., possono essere attribuiti alla
tiroide quando vi sono degli squilibri ormonali importanti. Un leggero ipertiroidismo in sé non è
sufficiente per spiegare uno stato di affaticamento o di irritabilità, ma può avere un effetto aggravante su altri meccanismi patogeni.
Applicazioni cliniche e indicazioni
Stato della tiroide in menopausa
Affaticamento, apatia, irritabilità, nervosismo
Bilancio associato: valutazione dell’apporto di iodio, stato del ferro
Analisi associata: selenio sierico, vitamina A
V1-03.11
6. Stato endocrino
6.4 Stato iodio, urina
Questo bilancio con dosaggio effettuato su un campione mattutino di urina spot
permette di individuare il deficit di iodio osservato negli stati di stanchezza o in
seguito a restrizioni dell’apporto di sale, o l’innalzamento di iodio dovuto a un
apporto eccessivo.
Parametri analizzati
Iodio urinario
Creatinina urinaria
Patofisiologia
Numerosi paesi europei sono soggetti a carenze endemiche di iodio. A livello della salute pubblica
l’aggiunta di iodio al sale ha costituito una buona risposta, ma non corrisponde ai bisogni individuali
durante la gravidanza e l’allattamento, in caso di assunzione limitata di sodio (in particolare nei
soggetti ipertesi), o in seguito all’impiego di sale non iodato. Le tecniche di cottura possono
influire sul contenuto di sodio dei pasti se i calcoli si basano sugli alimenti prima della cottura.
Lo iodio urinario rappresenta oltre il 90% della quantità ingerita ed è considerato come un buon
marcatore dello stato recente di iodio. La tireoglobulina riflette l’apporto di iodio a lungo termine.
I bisogni di iodio aumentano durante la gravidanza e l’allattamento.
SOGGETTO
Bambini < 5 anni
Bambini 6 – 12 anni
> 12 anni e adulti
Gravidanza e allattamento
CONSUMO QUOTIDIANO
RACCOMANDATO DALL’O.M.S.
(IN MICROGRAMMI/DIE)
90
120
150
250
VALORI NORMALI DI IODIO NELLE URINE IN UN PAZIENTE DI ETÀ SUPERIORE A
100 - 300 µ/die creatinina
100 - 300 µg/l
Il risultato è espresso in relazione alla creatinina per uniformare i risultati, indipendentemente dal
volume urinario. Questo rapporto deve essere interpretato con prudenza in un paziente con carenze
proteiche. Si raccomanda di eseguire un secondo dosaggio se i risultati sono fuori norma.
Valori elevati di iodio urinario possono essere osservati in caso di assunzione eccessiva di complementi,
medicamenti (amiodarone, ormoni sintetici) o di contaminazione (disinfettanti, mezzi di contrasto).
Una tabella rappresentante le interferenze goitrogeniche sul metabolismo dello iodio è compresa
nella descrizione del bilancio della tiroide.
Applicazioni cliniche e indicazioni
Controllo dello stato dello iodio
Gravidanza
Regime alimentare con assunzione limitata di sodio
Pazienti che vivono in paesi dove i supplementi non esistono o sono scarsi
Interferenze nutritive (vedi 6.3 Tiroide, tabella)
Bilancio associato: tiroide
V1-03.11
6. Stato endocrino
6.5 Dosaggio su saliva
Il test salivare degli ormoni dell’asse androgenico ed estrogenico è particolarmente utile nel follow-up del trattamento.
Parametri analizzati
Testosterone
DHEA
Estradiolo
Progesterone
Patofisiologia
Il gruppo degli ormoni androgeni comprende il testosterone, il DHEA (deidroepiandrosterone) e
una serie di loro derivati. Nell’uomo il testosterone svolge un ruolo chiave per la salute e il benessere,
in particolare nel funzionamento sessuale. Esso contribuisce a migliorare la libido, aumentarne
l’energia, aumentare la produzione di cellule ematiche, proteggere dall’osteoporosi, ecc.
Gli estrogeni naturali comprendono l'estradiolo, l’estriolo e l’estrone. L’organismo li produce tutti
a partire da ormoni androgeni. Oltre al ruolo svolto nello sviluppo dei caratteri sessuali secondari
e della riproduzione nella donna, gli estrogeni sono coinvolti nell’omeostasi dello scheletro, del
sistema cardiovascolare, del fegato e del tessuto adiposo.
I quattro ormoni di questo profilo possono essere prescritti in un quadro di controllo medico o di
autotrattamento, quando una persona si cura con prodotti acquistati su Internet.
In queste due situazioni è importante controllare che il tasso sierico di questi ormoni resti
nella norma, in quanto questi ormoni possono avere effetti secondari indesiderati se presenti a
concentrazioni troppo elevate.
Il controllo può essere eseguito sia mediante prelievo di sangue, invasivo, sia mediante raccolta
della saliva. Si raccomanda di eseguire la prima misurazione in parallelo sul siero e sulla saliva,
questi valori serviranno da riferimento nei controlli successivi.
Applicazioni cliniche e indicazioni
Controllo ormonale per evitare i prelievi di sangue multipli.
Bilanci associati: profilo androgenico
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6. Stato endocrino
6.6 Metabolismo osseo
Stato della salute ossea, in particolare nel periodo della perimenopausa, in seguito a fratture o a gravi problemi nutrizionali..
Parametri analizzati
Fosfatasi alcalina ossea (PALO)
25-OH-vitamina D
Calcio
Fosfato
Calcio corretto (con Albumina)
CTX crosslaps (C-telopeptidi)
Genetica
COL1A1
ESR1
VDR
Collagene alfa 1 tipo I
Recettore estrogeno 1
Recettore Vitamina D
Patofisiologia
Questo bilancio può essere applicato alle situazioni in cui si sospetta una malattia ossea, in particolare
durante la crescita e la menopausa, in assenza di patologie note (malattia di Paget, metastasi ossee,
malnutrizione grave).
Calcio e fosfato danno informazioni sull’apporto nutrizionale di calcio e in modo indiretto sulla
funzione del paratormone (PTH). Il dosaggio del calcio viene completato mediante un calcolo
che tiene conto della concentrazione di albumina che riflette il calcio biodisponibile. Si tratta
dell’equivalente del calcio ionizzato.
La 25-OH vitamina D riflette l’apporto esogeno (nutrizione) ed endogeno (produzione periferica
dopo l’esposizione al sole). Nella maggior parte delle popolazioni non è raro un deficit grave di vitamina D (< 25 nmol/l), e in Europa sono frequenti valori subottimali (< 25 nmol/l). Si noti che la
formazione di vitamina D attraverso la pelle sotto l’influsso del sole diminuisce con l’età ed è meno
efficace quando la pelle è abbronzata e ciò spiega come le persone più anziane, abbronzate,
possono avere un tasso di vitamina D basso. Il ruolo della vitamina D si estende anche ad altri
domini come la prevenzione cardiovascolare o la forza muscolare, cosa che spiega l’importanza del
dosaggio di questa.
La fosfatasi alcalina ossea e i CTX danno rispettivamente informazioni sulla formazione e sul
riassorbimento osseo. Il processo di trasformazione dell’osso accelera con l’età, con l’aumento di
questi due parametri, in particolare dopo la menopausa.
Si raccomanda di eseguire una densitometria ossea intorno ai 50 anni, per valutare la salute ossea
nella donna. Associati al tasso di riassorbimento osseo, questi dati permettono di prevedere la
necessità di una terapia ormonale sostitutiva, di integratori alimentari (calcio o vitamina D) o di una
terapia preventiva più aggressiva. In determinate condizioni, per esempio nell’osteogenesi o nel
follow-up di un trattamento, il dosaggio della P1NP (non inserito nel bilancio) può essere più
specifico e più precoce di quello della PALO
Genetica
Nel corso della vita vari fattori genetici influenzano la struttura ossea e si esprimono in funzione
dell’alimentazione e dell’attività fisica. Tre sono i geni di cui si è accertata l’importanza nel rischio di
osteoporosi. Si tratta dei geni che codificano per il recettore della vitamina D3 (VDR), per il collagene
(COL1A1) e per il recettore dell’estrogeno di tipo 1 (ESR1). I nostri specialisti valutano il rischio
osteoporotico in funzione del genotipo dei tre geni analizzati. A seconda del risultato, potrebbe
essere necessaria un’integrazione di Vit D3 e/o di calcio.
V1-03.11
Applicazioni cliniche e indicazioni
Perimenopausa
Follow-up osseo nei casi di problemi nutrizionali
Anamnesi delle fratture, anche di quelle familiari
Un’analisi delle varianti genetiche del collagene 1A1 e del recettore della Vitamina D3 nella donna
e nell’uomo permette di oggettivare il rischio di osteoporosi ed eventualmente di prevenire o
diminuire tale rischio. Nella donna l’analisi complementare del recettore degli estrogeni fornisce
un’indicazione supplementare se si sta valutando l’ipotesi di un trattamento a base di bifosfonati.
V1-03.11
6. Stato endocrino
6.7 Profilo ormonale femmina
Bilancio in caso di anomalie mestruali, perimenopausa e problemi di fertilità.
Parametri analizzati
FSH
Estradiolo
Prolattina
LH
Progesterone
Ormone antimulleriano
Patofisiologia
Nei casi di dismenorrea e di problemi di fertilità (che non siano dovuti alla presenza di un disturbo
nel partner), si raccomanda nella donna uno screening ormonale. Si consiglia di effettuarlo
all’inizio del ciclo (il terzo giorno dall’inizio della mestruazione).
Si misurano i valori dell’FSH e dell’LH, che sono indicativi della funzione ipofisaria. Questo screening
permette anche di escludere una produzione anomala di progesterone o di estradiolo, che può
provocare alterazioni dell’ovulazione. Infine, il dosaggio dell’ormone antimulleriano (HAM) predice
il numero di follicoli in grado di ovulare.
Lo studio del ciclo ovulatorio può essere seguito da una conferma del picco ovulatorio ottenuta
mediante dosaggio dell’LH urinario da eseguire nel momento in cui il follicolo principale supera i
15 mm di diametro all’esame a ultrasuoni (3 raccolte di urina spot al giorno, a 8 ore di intervallo,
fino alla presenza di un picco). L’ovulazione può essere individuata a posteriori per la presenza di
un aumento della temperatura corporea conseguente all’aumento di progesterone, che si misura
tra il giorno 19 e il giorno 23 del ciclo.
Anche se ovvio, ricordiamo di eseguire il dosaggio dell’hCG in assenza di mestruazione, specialmente
se l’LH e l’FSH sono bassi o non rilevabili e il progesterone elevato, per tener conto di un’eventuale
gravidanza.
Un valore di LH superiore all’FSH, associato a un ormone antimulleriano molto elevato può indicare
la presenza di un ovaio policistico.
Per quanto riguarda la menopausa, non esiste un bilancio endocrino in grado di confermare con
certezza l’instaurazione definitiva della menopausa. Un aumento dell’FSH e dell’LH accompagnato
da livelli di ormone antimulleriano e di estradiolo molto bassi sono criteri che preannunciano
la menopausa, ma non la sua instaurazione definitiva. Un FSH elevato in seguito a un forte
abbassamento dell’estradiolo può scatenare il processo di maturazione di tutti i follicoli rimasti,
non rilevabili mediante dosaggio dell’HAM, e poiché il processo di maturazione impiega 3 mesi per
compiersi, questo periodo di menopausa (perimenopausa) può essere seguito da un’ovulazione nel
periodo dei 4-6 mesi successivi alla scomparsa delle mestruazioni. Si tratta perciò di un periodo in
cui occorre fare particolarmente attenzione a non incorrere in una gravidanza indesiderata.
Applicazioni cliniche e indicazioni
Dismenorrea, amenorrea
Perimenopausa
Ovaio policistico
Analisi complementari:
• Ormone della gravidanza hCG
• LH urinario per l’individuazione del picco di ovulazione
V1-03.11
6. Stato endocrino
6.8 Profilo androgenico
Dosaggio degli steroidi androgeni in caso di sospetto iperandrogenismo suggerito
da acne, seborrea, eccesso pilifero, alopecia.
Parametri analizzati
Testosterone totale
Testosterone libero calcolato
SHBG
DHEA solfato (DHEAS)
Delta 4-androstenedione (ANDN)
Patofisiologia
Nei tessuti periferici (muscoli, fegato, tessuto adiposo, pelle) il DHEA solfato (DHEAS) e l’androstenedione
sono i precursori del testosterone, che viene trasformato in DHT (diidrotestosterone). Questo DHT viene
poi metabolizzato in 3a-androstanediolo glucuronide, particolarmente nei tessuti periferici (pelle).
Le manifestazioni cliniche dell’eccesso di androgeni si esprimono attraverso segni cutanei (acne, seborrea,
irsutismo), morfologici (virilizzazione) e/o alterazioni del ciclo mestruale che possono sfociare
nell’anovulazione e nell’infertilità. In quest’ultimo disturbo, che colpisce il 3% della popolazione
femminile di razza bianca, si riscontra spesso un aumento ematico di uno dei tre androgeni principali
(testosterone, DHEAS e androstenedione).
Nel caso di pelosità evidentemente superiore alla norma, al di là del contesto genetico (per esempio,
nel bacino mediterraneo), è possibile valutare il metabolismo periferico degli androgeni mediante il
test del DHT e/o dell’androstanediolo glucuronide. Questi metaboliti sono elevati nel 50% circa dei casi
di irsutismo dovuto a un aumento dell’attività periferica degli androgeni a livello cutaneo, in assenza
di qualsiasi patologia.
Nel caso dell’alopecia, è necessario tenere conto delle modalità di manifestazione (improvvisa o
graduale) e del tipo di alopecia. Oltre alle anomalie endocrine, occorre investigare la sfera nutrizionale
(vitamine A, B5, D ed E) e i valori del magnesio eritrocitario e dello zinco. Esistono anche altre cause,
come malattie autoimmuni, epatopatie e abuso di alcol, assunzione di farmaci o denutrizione grave.
Vie metaboliche:
Via principale surrenale
17-OH-pregnenolone
17-OH-progesterone
DHEAS
ANDN
Testosterone
17-OH-progesterone
DHEAS
ANDN
Testosterone
Via principale gonadi
Applicazioni cliniche e indicazioni
Iperandrogenismo
Irsutismo
Alopecia
Ovaio policistico
Bilans associés :
• Metabolismo periferico del testosterone: DHT 3α-androstanediol glucuronide
• Attività del surrene: 17-OH-progesterone, cortisolo
• Dosaggio degli ormoni ipofisari trofici LH, FSH, ACTH
• Prolattina: la prolattina aumenta la sensibilità del surrene all’ACTH, le iperprolattinemie
possono essere accompagnate da sintomi di iperandrogenismo
V1-03.11