2-iconografia-Rischi lavorativi da agenti fisici

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Ramazzini 1700
Ramazzini 1700
"Novatore"
Primo medico a fare oggetto di trattazione sistematica
le malattie della "gente comune"
Alle domande ippocratiche che il medico rivolge al paziente:
Cosa soffri?
Per quale motivo?
Da quanti giorni ?
Aggiunge
"et quam artem exerceas?" - Che lavoro fai ?
Caso clinico
P. S., donna, di anni 29, da circa 15 giorni lamenta cefalea, epigastralgia, e nausea al
mattino prima di andare al lavoro.
Trattamento solo sintomatico antiacido ed antiemetico. Benessere al week-end. Non sospetto
di causa professionale data l’insorgenza dei disturbi al mattino prima del lavoro.
Viene consigliata la visita di medicina del lavoro: si è saputo essere impiegata in operazioni di
microsaldatura con applicazione di flussante, che provvedeva ad aerosolizzare con
erogatore a pompa senza aspirazioni o protezioni. Orario di lavoro sino alle 17.00 circa.
Luogo: scantinato di laboratorio artigianale.
Il flussante in questione è risultato contenere, in percentuale variabile, metanolo.
Nel caso in esame, le caratteristiche, la modalità e il tempo di comparsa delle manifestazioni
cliniche sono compatibili con gli effetti acuti di una esposizione, di lieve entità, a metanolo.
Infatti la tossicità dell’alcool è dovuta all’azione dei prodotti di degradazione
metabolica, aldeide formica ed acido formico, che avviene con lentezza (12-24) ore.
Ecco svelato il perché dell’insorgenza tardiva e al mattino.
La diagnosi va confermata poi con il dosaggio dell’acido formico nelle urine
(positivo se > 70 mg/24 ore).
E’ stata avvisata l’ASL competente che ha fatto chiudere il laboratorio.
RUMORE
e
IPOACUSIA
DA RUMORE
EPIDEMIOLOGIA
Rumore
Suono: propagazione di energia meccanica, sotto forma di onde
cicliche generate da corpi in vibrazione, attraverso mezzi
elastici
Sia in ambito industriale che agricolo, la quasi totalità delle
lavorazioni comporta una esposizione a livelli rischiosi di rumore.
Rumore: suono non desiderato
Secondo le valutazioni della Comunità Europea ammonta a circa
30 milioni il numero di lavoratori esposti, in ambito lavorativo, a
livelli di intensità sonora uguali o superiori agli 80 dBA Leq.
Periodo: tempo necessario per completare un ciclo (in secondi)
Di questi, circa 9 milioni, sono sottoposti, mediamente, ad un
rumore eccedente il 90 dBA Leq.
I dati ufficiali sulla diffusione dell’ipoacusia da rumore nei
lavoratori dell’industria sono forniti dall’INAIL che denuncia
come l’otopatia professionale costituisca oltre il 50% delle
rendite per malattia professionale.
Livelli
Sonori
e Decibel
Pressione Intensità Livello
sonora sonora sonoro
(µPa)
20
60
200
600
2000
6000
20000
60000
200000
600000
2000000
6000000
20000000
(W/m2)
10-12
10-11
10-10
10-9
10-8
10-7
10-6
10-5
10-4
10-3
10-2
0.1
1
(dB)
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
ampiezza
λ
λ
tempo
Lunghezza d’onda (λ
λ): distanza percorsa durante un intervallo di tempo
uguale al periodo
Frequenza: numero di cicli per unità di tempo (secondo). L’unità di misura è
l’Hertz (Hz). I suoni udibili dall’orecchio umano hanno frequenze
comprese tra 20 e 20.000 Hz.
Infrasuoni < 20 Hz
Ultrasuoni > 20.000 Hz
Potenza sonora: energia sonora generata in un secondo. L’unità di misura è
il Watt (W).
Intensità sonora: quantità media di potenza sonora per unità di superficie.
L’unità di misura è il Decibel (W/m2=dB)
Sorgente
sonora
Effetti combinati di più sorgenti
pressione acustica
bisbiglio
canto di uccellini
conversazione bassa voce
conversazione normale.
stampante
telefono
voce gridata
tosaerba
sega circolare
martello pneumatico
Decibel (dB): è il logaritmo in base 10 del rapporto tra la pressione sonora misurata e la
pressione sonora di riferimento
dB
1 ventilatore
2 ventilatori
SPL totale = 10 log (I1 + I2) = 10 log (108 + 108) = 83 dB
85 dB
macchina n°1
80 dB
macchina n°2
RUMORE NELLA STANZA = 86 dB
SPL = 10 log (I1 + I2) = 10 log (108.5 + 108) = 86 dB
dB = 10 log (P(t)/Po)
Il dB valuta il livello delle variazioni di pressione acustica ed è una misura
relativa alla capacità uditiva dell’orecchio umano (dB = 0 è il livello minimo
udibile a 1000 Hz)
Il dB è una quantità adimensionale non lineare
Il raddoppio del livello sonoro (pressione acustica) corrisponde ad un aumento di
3 dB
in generale
SPLn = 10 log (Σnι=1 10SPLi/10)
80
83
Propagazione e trasmissione del rumore
Propagazione e trasmissione del rumore
Energia assorbita
Energia incidente
parete
(suono per via aerea)
Energia riflessa
Energia trasmessa
(suono direttamente trasmesso e suono dovuto a
vibrazione meccanica)
(suono per via aerea)
Sorgentipuntiformi:
puntiformi:sorgenti
sorgentididirumore
rumoreininambiente
ambienteaperto,
aperto,senza
senzariflessione
riflessione
Sorgenti
L’intesità
sonora
diminuisce
con
il
quadrato
della
distanza
L’intesità sonora diminuisce con il quadrato della distanza
Sorgentilineari:
lineari:sorgenti
sorgentididirumore
rumoreininambiente
ambientechiuso,
chiuso,con
conriflessione
riflessione(quasi
(quasi
Sorgenti
tutte
le
sorgenti
lavorative)
tutte le sorgenti lavorative)
L’intesitàsonora
sonoradiminuisce
diminuiscedirettamente
direttamentecon
conlaladistanza
distanza
L’intesità
Raddoppio
della
distanza
dB
Raddoppio della distanza ==--33dB
Macchina
n°1
85 dB
a 25 m
82 dB
a 50 m
Caratteristiche del rumore
Spettro sonoro Analisi di frequenza
Continuo:dura
duratutto
tuttoililturno
turnolavorativo
lavorativo
Continuo:
Discontinuo:
pause
di
durata
significativa
Discontinuo: pause di durata significativa
Fluttuante:fluttuazioni
fluttuazioni >1
>1dB
dB
Fluttuante:
Impulsivo:durata
duratatra
tra11msec
msecee11sec
secmassimo
massimoininpratica
praticamassimo
massimo1-5
1-5picchi/sec
picchi/sec
Impulsivo:
Tonopuro:
puro:tono
tonocomposto
compostoda
dauna
unasola
solafrequenza
frequenza
Tono
Rumore:composto
compostoda
danumerosi
numerositoni
toni(frequenze)
(frequenze)
Rumore:
Glieffetti
effettidel
delrumore
rumoresull’apparato
sull’apparatouditivo
uditivoeelelemodalità
modalitàdidiabbattimento
abbattimentovariano
variano
Gli
in
funzione
della
frequenza.
in funzione della frequenza.
E’quindi
quindiimportante
importanteeffettuare
effettuarel’analisi
l’analisididifrequenza
frequenzaper
per bande
bandedidiottava
ottava
E’
Toni bassi
Toni medi
Sensazionesonora
sonora
Sensazione
Sogliauditiva:
uditiva:minimo
minimovalore
valoredidiPressione
Pressionesonora
sonorainingrado
gradodidideterminare
determinareuna
unasensazione
sensazione
Soglia
sonora.La
Lasensibilità
sensibilitàdell’orecchio
dell’orecchionon
nonèècostante
costantealle
allevarie
variefrequenze.
frequenze.EElala
sonora.
sogliauditiva
uditivavaria
variaininfunzione
funzionedella
dellafrequenza.
frequenza.
soglia
Sogliadi
didolore:
dolore:per
perintensità
intensitàsonore
sonore>130-140
>130-140dB,
dB,indipendentemente
indipendentementedalla
dallafrequenza,
frequenza,ilil
Soglia
suonoèèiningrado
gradodidiprovocare
provocaredolore.
dolore.
suono
Toni alti
dB
63
125
250
500
1000
2000
4000
8000 16000
Hz
ogni ottava
viene rilevata
separatamente
16
Voce
di
conv
ersaz
i
inudibile
32.5
63
125
250
500
1000
2000
one
4000
ultrasuoni
32.5
bande di ottava
Soglia del dolore
infrasuoni
16
140
130
120
110
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
8000 16000 32000
La misura del rumore - il fonometro
Lasensibilità
sensibilitàdell’orecchio
dell’orecchioèè variabile:
variabile:
La
Lasensibilità
sensibilitàmassima
massimasisiraggiunge
raggiungeintorno
intornoalle
allefrequenze
frequenzedi
di30003000La
4000Hz.
Hz.
4000
Laminima
minimaagli
agliestremi
estremidelle
dellefrequenze
frequenzeudibili.
udibili.
La
Phon:livello
livellodidisensazione
sensazionesonora
sonoramisurato
misuratocol
colFONOMETRO
FONOMETROmisurato
misurato
Phon:
in
dB
in dB
L’intensitàsonora
sonoramisurata
misuratadeve
deveessere
essereadeguata
adeguataalla
allaeffettiva
effettiva
L’intensità
sensibilità
dell’orecchio
mediante
l’utilizzo
di
fattori
di
correzione
sensibilità dell’orecchio mediante l’utilizzo di fattori di correzione
specificiper
perogni
ognifrequenza.
frequenza.
specifici
Esistonocurve
curvedi
diattenuazione
attenuazione
Esistono
ditipo
tipoAABBCCDD
di
Inambito
ambitolavorativo
lavorativosisiusa
usalalacurva
curvadi
diattenuazione
attenuazionedi
ditipo
tipoAAperché
perché
In
è
più
correlata
al
rischio
di
danno
uditivo
è più correlata al rischio di danno uditivo
Macchinan.1
n.1--rilevazione
rilevazionefonometrica
fonometrica
Macchina
Frequenza(Hz)
(Hz)
Frequenza
Intensitàsonora
sonoramisurabile
misurabile(dB)
(dB)
Intensità
Fattoredi
dicorrezione
correzione(dB)
(dB)
Fattore
Intensitàsonora
sonoramostrata
mostrata
Intensità
dallo
strumento
dB(A)
dallo strumento dB(A)
50Hz
Hz
1000Hz
Hz
50
1000
110dB
dB
80dB
dB
110
80
30dB
dB
dB
30
00dB
80
dB(A)
80
dB(A)
80 dB(A)
80 dB(A)
(110-30)
(80-0)
(110-30)
(80-0)
Inentrambi
entrambii icasi
casilalasensazione
sensazionesonora
sonora(volume
(volumedello
dellostereo
stereoeffettivamente
effettivamente
In
percepito)èèidentica,mentre
identica,mentrei ilivelli
livellidi
dipressione
pressionesonora
sonorasono
sonodiversi
diversidi
di10
10raddoppi
raddoppi
percepito)
La misura del rumore
Il Livello di Esposizione Personale Giornaliera
Conoscendo i Leq delle varie aree dove si è recato il lavoratore è possibile
calcolare il Livello di Esposizione Personale Giornaliera (Lep,d)
In alternativa il lavoratore viene dotato di un fonometro integratore
(dosimetro) che è in grado di integrare i livelli di intensità sonora dB(A)
rilevati in tutto il turno lavorativo
La misura del rumore - Il Livello Equivalente
Inambiente
ambientelavorativo
lavorativol’esposizione
l’esposizioneaarumore
rumorenon
nonèècostante
costantema
ma
In
variabile
per
intensità
e
durata
variabile per intensità e durata
LivelloEquivalente:
Equivalente:sintetizza
sintetizzain
inun
ununico
unicovalore
valoreilillivello
livellodi
di
Livello
esposizionenel
neltempo.
tempo.
esposizione
E’ililvalore
valorein
indB(A)
dB(A)di
diun
unrumore
rumorecontinuo
continuoche
cheha
hala
lastessa
stessaenergia
energia
E’
sonora
di
tutti
gli
eventi
acustici
misurati
nel
periodo
di
sonora di tutti gli eventi acustici misurati nel periodo di
osservazione.
osservazione.
E’in
inpratica
praticauna
unamedia
mediaponderata
ponderataper
pertutti
tuttiiitempi
tempidi
diesposizione.
esposizione.
E’
Puntin.1
n.1een.2
n.2--rilevazione
rilevazionefonometrica
fonometrica
Punti
4
ore
a
100
dB(A)
4 ore a 100 dB(A)
oreaa 80
80dB(A)
dB(A)
44ore
Leq97
97dB(A)
dB(A)
Leq
lavoratorisi
sispostano
spostanocontinuamente
continuamentein
inaree
areediverse.
diverse.
IIlavoratori
La misura del rumore
dB (decibel): è una misura del livello sonoro relativa alla capacità uditiva dell’orecchio umano
(dB = 0 è il livello minimo udibile a 1000 Hz); il dB è una quantità adimensionale non lineare;
il raddoppio corrisponde ad un aumento di 3 dB
dB(A): per adeguamento alla effettiva sensibilità dell’orecchio mediante la curva di attenuazione
di tipo A nelle misure con il fonometro in ambito lavorativo
Leq ..dB(A): Livello Equivalente che sintetizza in un unico valore il livello di esposizione nel
tempo. In ambiente lavorativo l’esposizione a rumore non è costante ma variabile per intensità e
durata.E’ il valore in dB(A) di un rumore continuo che ha la stessa energia sonora di tutti gli eventi
acustici misurati nel periodo di osservazione (in pratica una media logaritmica ponderata).
Lep,d..dB(A): Livello di Esposizione Personale Giornaliera ottenuto integrando i Leq delle varie
aree dove si è recato il lavoratore.
Il fattore di scambio: Il TLV (Valore Limite Soglia) per esposizione a rumore è 85 dB(A) e
come tutti i TLV vale per esposizioni di 8 ore.E’ possibile calcolare il tempo massimo di
esposizione ad intensità di rumore superiori od inferiori al TLV applicando un fattore di scambio
di 3 dB per ogni raddoppio(- 3 dB) o dimezzamento(+ 3 dB) del tempo di esposizione.
Ore
24
80dB
8
85dB
4
88dB
2
91dB
1
94dB
min
1
sec
1
112dB
127 dB
0.11
139 dB
Rumore - Normativa
Rumore - Normativa
Direttiva 2003/10/CE del 6/2/2003
(entrata in vigore dal 15/2/2006)
D.Lgs 277/91
1)Valori limite di esposizione:
lLEX,8h = 87 dB(A)
ppeak = 200 Pa [140 dB(A)]
Sempre:
valutazione del rischio, (misure o autocertificazione)
Il valore di 87 dB(A) non deve mai essere superato e viene
misurato tenendo conto della attenuazione prodotta dai DPI indossati
<= 80 dB(A):
rischio nullo
2)Valori superiori di esposizione che fanno scattare l'azione:
>80-85 dB(A):
informazione, visita su richiesta
>85-90 dB(A):
formazione, visita medica, audiometria biennale custodire le cartelle sanitarie
DPI a disposizione
>90 dB(A):
formazione, visita medica, audiometria annuale, custodire le cartelle sanitarie,
uso DPI obbligatorio, comunicare ASL le misure per ridurre il rischio, tenere
registro esposti, perimetrare
Rumore - Anatomia Orecchio
LEX,8h = 85 dB(A)
ppeak = 140 Pa [137 dB(A)]
Azioni: informazione e formazione, diritto al controllo dell’udito
Il valore di 85 dB(A) viene misurato senza tener conto della attenuazione prodotta dai DPI
indossati
3)Valori inferiori di esposizione che fanno scattare l'azione:
LEX,8h = 80 dB(A)
ppeak = 112 Pa [135 dB(A)]
Azioni: informazione e formazione, disponibilità al controllo dell’udito
Il valore di 80 dB(A) viene misurato senza tener conto della attenuazione prodotta dai DPI
indossati
ppeak = massima pressione acustica istantanea ponderata con frequenza “C”
LEX,8h= livello di esposizione giornaliera (valore medio ponderato per turno di 8 ore come definito da norma ISO
1999:90)
Rumore - Anatomia Orecchio
SEZIONE TRASVERSALE DELLA COCLEA
membrana basilare ove è posto l’organo di Corti
cellule ciliate esterne
cellule di sostegno
membrana tettoria
cellule ciliate interne
fibre nervose
Ganglio spirale del Corti
membrana basilare
Rumore - Effetti uditivi
Il rumore può provocare effetti sull’apparato uditivo diversi a seconda
delle modalità ed intensità di esposizione.
Rumore - Effetti uditivi:
Spostamento temporaneo della soglia(STS)
STS - Spostamento temporaneo della soglia uditiva
innalzamento temporaneo della soglia uditiva rispetto a quella di riposo
con recupero a distanza di tempo dal cessare dell’esposizione
E’ un meccanismo di difesa delle ciglia e della parte apicale delle cellule
acustiche che diventano meno rigide (rilasciamento dei filamenti di actina)(più
inerti) con conseguente innalzamento della soglia uditiva
Fatica fisiologica uditiva
Spostamento temporaneo della soglia uditiva inferiore a 16 ore
espressione di un esaurimento funzionale dei recettori periferici
Fatica patologica uditiva
Spostamento temporaneo della soglia uditiva superiore a 16 ore con
effetto di sommazione in quanto si protrae anche dopo l’inizio della
nuova giornata lavorativa
Rumore - Effetti uditivi:
Spostamento temporaneo della soglia(STS)
La suscettibilità al rumore
La suscettibilità all’agente lesivo rumore varia
piuttosto ampiamente tra diversi individui, ma,
in genere, necessitano almeno 10 anni di
esposizione per avere perdite uditive significative.
A titolo di esempio la perdita uditiva di una esposizione
continua a 100 dBA è di:
5 dB
14 dB
19 dB
a 5 anni
a 20 anni
a 40 anni
L’esame clinico del paziente
L’esame clinico del paziente non è importante nella
valutazione dell’ipoacusia da rumore eccetto che per
l’esclusione di altre possibili cause di ipoacusia.
È necessaria una valutazione della membrana
timpanica e dell’orecchio esterno, oltre alla valutazione
neurologica per l’esclusione di patologie neurologiche.
Ipoacusia da rumore
1 PERCETTIVA O NEUROSENSORIALE.
(via aerea=ossea)
2 BILATERALE
3 SIMMETRICA
4 IRREVERSIBILE
(non evolutivo al cessare dell’esposizione)
Allo stesso modo gli esami di laboratorio e la
diagnostica per immagini hanno importanza solo per la
diagnosi differenziale.
La valutazione audiometrica tonale rappresenta il
presidio diagnostico più importante per la diagnosi di
ipoacusia da rumore.
Degenerazione delle cellule acustiche fino alla sostituzione delle
cellule ciliate con un epitelio cubico monostratificato. In seguito
anche le cellule nervose dell’organo del Corti vanno incontro a
degenerazione.
Ipoacusia da rumore
Ipoacusia da rumore
Il danno, indipendentemente dallo spettro del rumore a cui
il soggetto è stato esposto inizia sempre dalle cellule
acustiche che ricevono le frequenze 4000-6000 Hz
Le ipotesi patogenetiche sono:
• ridotta irrorazione della zona di coclea dei 4000 Hz da
parte dell’arteria cocleare
• Iperstimolazione meccanica con formazione di vortici nei
liquidi labirintici che provocherebbe ipereccitazione e
successiva sofferenza delle cellule cigliate della zona dei
4000 Hz
• Da ultimo, dato che il rumore industriale ha una notevole
componente impulsiva il danno inizierebbe proprio dalle
cellule più sensibili alle frequenze degli stimoli impulsivi
(comprese tra 4000 e 8000 Hz)
Sintomatologia
4 stadi di progressione del danno
1°stadio:
Acufeni a tonalità acute, sensazione di orecchio pieno.
Audiometria:normale o lieve innalzamento della soglia a 4000 Hz.
Perdita dell’udito reversibile con l’allontanamento.
2°stadio:
Completa assenza di sintomatologia soggettiva eccetto rari acufeni.
Audiometria: innalzamento della soglia a 4000 Hz (30-40 dB).
3°stadio:
Non sente il ticchettio dell’orologio, alza il volume della radio.
Audiometria: aumento della soglia 4000 (60 dB) e vengono interessate le
frequenze vicine.
4°stadio: Sordità da rumore
Difficoltà ad udire la voce parlata. Suoni percepiti male.
Ipoacusia da rumore
Ipoacusia da rumore
Sintomatologia
Sintomatologia: recruitment
Nella quarta fase, l’insufficienza uditiva è palese.
SENTO MA NON CAPISCO !!!
Sono colpiti particolarmente gli scambi verbali con grave
handicap sociale.
Nei casi più gravi si ha anche un’alterazione qualitativa della
capacità uditiva con percezione dei suoni in maniera
distorta con alterazione del corretto rapporto tra entità dello
stimolo e sensazione sonora.
(Fenomeno del recruitment: reclutamento delle cellule
laterali con conseguente minor caratterizzazione del suono
in frequenza associato ad un improvviso aumento della
sensazione uditiva per piccoli aumenti di intensità.)
reclutamento delle cellule laterali: con conseguente minor
caratterizzazione del suono in frequenza associato ad un
improvviso aumento della sensazione uditiva per piccoli
aumenti di intensità.
dB
16
32.5
63
125
250
500
1000
2000
4000
8000 16000
Hz
Ipoacusia da rumore
Ipoacusia da rumore
Diagnosi
Diagnosi
Escludere:
• Patologie sistemiche: ipertensione arteriosa, aterosclerosi ,diabete, dislipemie
• Patologie ORL: otiti, labirintiti, neurite virale e neurinoma dell’acustico
Esposizione anamnestica al rischio (>85 dB)
• Patologie traumatiche: traumi cranici, traumi acustici acuti
• Patologie infettive: meningite, affezioni febbrili molto intense nella prima infanzia
Acufeni
• Pregresso utilizzo di farmaci ototossici: streptomicina, chinino, aspirina,
diuretici, aminoglicosidi
Recruitment
• Ototossici professionali: piombo, CO, mercurio, solfuro di carbonio,
tricloroetilene
Audiometria tonale:
deficit percettivo (ossea=aerea), bilaterale, simmetrico, irreversibile, “forma a
cucchiaio” con deficit a partire dai 4000 Hz
• Ototossici voluttuari: abuso di alcool
•
INOLTRE
• presbiacusia: come l’ipoacusia da rumore inizia a 4000 Hz ( ISO1999, percentili)
•
Ipoacusia da rumore
L’audiometria tonale liminare.
Diagnosi differenziale con presbiacusia
Presbiacusia: danno vascolare, quindi il deficit inizia come per il rumore intorno a 4000 Hz.
Per discriminare tra ipoacusia da rumore e presbiacusia si confronta la curva audiometrica
del soggetto con i percentili delle soglie acustiche della popolazione normale per sesso ed
età definite dalla ISO1999
Se la curva del soggetto si pone oltre il 5°percent ile di deficit uditivo ISO 1999 è molto
verosimile che il danno sia da imputare al rumore anziché alla presbiacusia
Lo strumento base per l’esecuzione della
audiometria tonale liminare è
l’audiometro.
È utilizzato per valutare la capacità
uditiva di un soggetto mediante la
determinazione della soglia di toni puri
presentati a diverse frequenze per via
aerea e per via ossea.
Lo strumento genera toni puri la cui
intensità può essere modificata con
variazioni minime di 5 dB;
I toni usati corrispondono alle frequenze
125, 250, 500, 1000, 2000, 4000, 8000
Hz.
L’audiometria tonale liminare.
.
L’audiometria tonale liminare
La procedura di esecuzione dell’audiometria si articola in due fasi:
la rilevazione per via aerea,
la rilevazione per via ossea.
La rilevazione della soglia per via aerea deve essere preceduta da
una otoscopia (peraltro prevista dal DL 277/1991) finalizzata alla
verifica di eventuali patologie a carico del condotto uditivo
esterno, della membrana timpanica.
Normale
dB
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
Ipoacusia rumore 1°
voce
250
750 1500 3000 6000
500 1000 2000 4000 8000
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
250
750 1500 3000 6000
500 1000 2000 4000 8000
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
Hz
La procedura di determinazione della soglia per via ossea prevede
l’utilizzo di un vibratore osseo deve essere tenuto aderente
all’osso mastoideo senza toccare il padiglione auricolare
Ipoacusia rumore 2°
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
250
750 1500 3000 6000
500 1000 2000 4000 8000
Ipoacusia rumore 3°
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
rendita
rendita
250
750 1500 3000 6000
500 1000 2000 4000 8000
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
forma a cucchiaio
inizio a 4000 Hz
riduzione soglia
uditiva > -25 dB
percettiva
bilaterale
simmetrica
irreversibile
Non sento
la voce
Ipoacusia da rumore: audiometria
Ipoacusia rumore 4°
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
rendita
250
750 1500 3000 6000
500 1000 2000 4000 8000
Ipoacusia rumore 5°
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
rendita
250
Ipoacusia 6° rumore+altro
-10 trasmissivo
percettivo
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
750 1500 3000 6000
250 500 1000 2000 4000 8000
altra
causa
Via Aerea
rumore
750 1500 3000 6000
500 1000 2000 4000 8000
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
Non sento
la voce
Ipoacusia 7° altra causa
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
altra
causa
250
750 1500 3000 6000
500 1000 2000 4000 8000
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
Potenziali evocati uditivi del tronco encefalico
La valutazione obiettiva della tecnopatia da rumore
assume carattere fortemente indicativo e probativo
mediante la registrazione dei potenziali evocati
uditivi del tronco encefalico.
L’esame consente di valutare gli eventi bioelettrici
che si realizzano nel nervo acustico e nel tronco
encefalico, registrando la variazione dei potenziali
elettrici di riposo in potenziali di attività nervosa
ogni volta che l’orecchio umano viene raggiunto da
stimoli acustici.
Via Ossea
Potenziali evocati uditivi del tronco encefalico
Potenziali evocati uditivi del tronco encefalico
I potenziali evocati uditivi del tronco encefalico
sono espressi essenzialmente da 5 onde (I, II,
III, IV, V), che riflettono l’attività generatrice di
diverse stazioni neurali.
Nello specifico sono generate:
l’onda I a livello del nervo acustico,
l’onda II dai nuclei cocleari,
l’onda III dal complesso olivare superiore
l’onda IV e V e dai nuclei del lemnisco laterale
e collicolo inferiore.
Nervo
Acustico
Nuclei
Cocleari
Oliva
Superiore
Lemnisco
laterale
Collicolo
inferiore
Potenziali evocati uditivi del tronco encefalico
L’esame si dimostra particolarmente utile
ai fini topodiagnostici, in quanto
consente di valutare in maniera alquanto
obbiettiva le ipoacusie neurosensoriali
cocleari.
L’esame positivo è caratterizzato da un
innalzamento della soglia dell’onda V,
direttamente proporzionale all’entità della
ipoacusia, con valori di latenza e
morfologia normali.
Rumore
Prevenzione
Interventi
antirumore sul
sistema
uomo/macchina
Macchina
sorgente
di rumore
IL DANNO BIOLOGICO
Un evento lesivo che provoca un danno organico alla
persona, con conseguenze di natura patrimoniale,
determina anche una menomazione della qualità di vita.
Questo danno, non collegato alla capacità del soggetto di
prodotte un reddito, determina un’alterazione dell’integrità
psicofisica, interferendo notevolmente sulle possibilità
biologiche, sociali, estetiche, incidendo negativamente
sulla qualità della vita.
Per le menomazioni comprese tra il 6% ed il 16%
l’indennizzo è erogato in capitale, mentre dal 16% in su si
ha diritto all’erogazione di un’ulteriore quota di rendita,
commisurata al grado della menomazione e alla
retribuzione dell’assicurato.
Propagazione
per via aerea
Propagazione
per via solida
Sistemi
Sistemiantivibranti
antivibranti
sotto
sottoililbasamento
basamento
delle
dellemacchine
macchine
Isolamento
Isolamentoantivibrante
antivibrante
dei
deisingoli
singoliposti
postididilavoro
lavoro
Riduzione
Riduzioneconcentraconcentrazione
zionedelle
dellemacchine
macchine
Costruzione
Costruzionedidinuovi
nuovi
macchinari
macchinarisilenziosi
silenziosi
Riduzione
Riduzionedel
delritmo
ritmo
didifunzionamento
funzionamento
Riduzione
Riduzionetempo
tempo
esposizione
esposizione
Riduzione
Riduzioneorario
orario
Rotazione
Rotazionepersonale
personale
Aumento
Aumentopause
pause
per via
diretta
per riflessione
Barriere
Barriere
silenziatori
silenziatori
Cappe
Cappedidi
Rivestimento
Rivestimento
dei
deimacchinari
macchinari
Trattamenti
Trattamenti
fonoassorbenti
fonoassorbenti
Uomo
Uomo
Protezione
Protezioneindividuale
individuale
cuffie
cuffieeecaschi
caschi(-40dB),
(-40dB),
inserti
inserti(-10
(-10dB),
dB),
cabine
cabineisolanti
isolanti
Vibrazioni
trasmesse
al sistema
mano braccio
Vibrazioni
NORMATIVA
Il D. Lgs. 19/8/2005, n. 187, relativo alla
“Attuazione della direttiva 2002/44/CE sulle
prescrizioni minime di sicurezza e di salute
relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi
derivanti da vibrazioni meccaniche”.
Questo decreto prescrive a tutti i datori di
lavoro precisi obblighi di misurazione e
valutazione, imponendo pesanti sanzioni in
caso di non rispetto della legge e dei “valori di
riferimento” in essa definiti.
Percentuale di lavoratori esposti professionalmente a vibrazioni meccaniche
Tempo
Totale
Stato
(%)
A
B
10.3
10
9
4
8 11
2 Circa da ¾ a ½ del tempo
6.5
8
5
4
9
3 Circa un ¼ del tempo
6.8
6
6
7
12
Totale 1 + 2 + 3
23.6
24 20
15
1 Per quasi tutto il tempo
DK FIN F D
EL NL IRL
I
L
P
E
S UK
11 11
14
18
5
7
10
14
5
9
6
7
9
3
7
8
4
7
8
4
6
6
9
7
6
9
7
5
7
5
8
5
29 23
26
30
14
25
26 20
28
31
17
18
Source- 3rd European Survey on Working Conditions, European Foundation, 2000 Dublin
Vibrazioni
Le vibrazioni possono schematicamente essere classificate a
seconda della frequenza in tre classi:
Strumenti vibranti:
1)BASSE FREQUENZE (0-2Hz):
di tipo rotatorio
Si generano sui mezzi di trasporto:auto,navi,aerei.
Sono responsabili della cinetosi (mal di mare)
2)MEDIE FREQUENZE (2-20Hz):
Generate da macchine ed impianti industriali (mulini, frantoi) e mezzi
di trasporto (trattori,autobus, metropolitane). Determinano effetti su
tutto il corpo.
3)ALTE FREQUENZE (>20Hz):
Generate da strumenti vibranti (martello, scalpello, motosega).
Sono responsabili delle patologie osteoarticolari ed angioneurotiche
degli arti superiori.
di tipo percussorio
Effetti delle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio
Effetti delle vibrazioni trasmesse
al sistema mano-braccio
1) NEUROPATIA
Vi è evidenza di elevata occorrenza,nei lavoratori esposti, di:
IPO-PARESTESIE
RIDUZIONE DELLA SENSIBILITA’ TERMICA E TATTILE
RIDUZIONE DELLA CAPACITA’ DI MANIPOLAZIONE FINE
• Neuropatie periferiche prevalentemente sensitive (nn. mediano,
ulnare, radiale)
• Osteoartropatie dei polsi e gomiti
• Angioneurosi (Fenomeno di Raynaud)
ETIOPATOGENESI:
alterazioni di diversi tipi di fibre mieliniche e amieliniche e di due classi di
meccanocettori cutanei, rispettivamente “Slow Adapting” (compllessi neuritici di Merkel
e corpuscoli di Ruffini) e “Fast Adapting”(corpuscoli del Meissner e del Pacini)
QUADRO CLINICO:
turbe neurosensitive alle estremità distali degli arti superiori nel territorio del
nervo mediano ed ulnare e talvolta anche del radiale.
DIAGNOSI:
Anamnesi positiva per esposizioni a vibrazioni a medie ed alte frequenze
(smerigliatrici, motoseghe)
Deterioramento della soglia estesiometrica, termica e vibrotattile.
E’ stata anche evidenziata un’associazione con la sindrome del tunnel carpale,
probabilmente più correlata con i movimenti frequenti e ripetitivi connessi all’uso di
strumenti vibranti.
NEUROPATIE:ACCERTAMENTI STRUMENTALI
Indagini neurofisiologiche
• Misura delle soglie di percezione vibrotattile
(meccanorecettori cutanei e fibre mieliniche afferenti di tipo Aβ
β)
• Misura delle soglie di percezione termica
(fibre amieliniche tipo C -caldo- e fibre mieliniche tipo Aδ
δ -freddo-)
• Misura delle soglie estesiometriche
(discriminazione dei due punti, percezione della profondità)
• Valutazione della destrezza manuale
(test di Jepsen, Purdue pegboard test)
D
Effetti delle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio
2) OSTEOARTROPATIA DA STRUMENTI VIBRANTI
Le possibili alterazioni osteo-articolari negli esposti a vibrazioni
rappresentano un tema controverso,in quanto sono di tipo aspecifico e
simili a quelle dovute a lavoro manuale pesante ed ai processi di
invecchiamento.
E’ stato tuttavia evidenziato che gli esposti a vibrazioni a bassa frequenza
ed elevata ampiezza (utensili a movimento percussorio come martelli e
scalpelli pneumatici) presentano un’elevata prevalenza di:
cisti e vacuoli sulle ossa carpali e metacarpali
alterazioni artrosiche (polsi e gomiti)
alterazioni osteofitosiche (gomiti).
Patognomonica era ritenuta la necrosi del semilunare.
Le alterazioni osteo-articolari non risultano aumentate negli esposti a
vibrazioni a medie ed alte frequenze (smerigliatrici, motoseghe).
Effetti delle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio
3) ANGIOPATIE DA STRUMENTI VIBRANTI
L’associazione tra angiopatia e utilizzo di strumenti vibranti è ben documentata
I disturbi vascolari sono classificati come:
Fenomeno di Raynaud secondario
caratterizzato da attacchi di pallore locale e ben delimitato alle dita
maggiormente esposte alle vibrazioni e scatenato dall’esposizione al freddo.
Nello stadio avanzato compaiono anche:
Alterazioni trofiche cutanee all’estremità delle dita.
ETIOPATOGENESI:
• Iperreatività del sistema nervoso simpatico
• Alterazione dei recettori adrenergici
• Ipertrofia della tunica media muscolare delle arterie digitali
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
Con il Fenomeno di Raynaud primitivo e caratterizzato da pallore diffuso omogeneo,
simmetrico delle 2 mani e talvolta localizzato anche alle dita dei piedi
DIAGNOSI:
• Anamnesi positiva per esposizioni a vibrazioni
• Comparsa del primo episodio di pallore dopo esposizione a vibrazioni
Macchina
• Esclusione
di familiarità per sindromi vasospastiche e fenomeno di Raynaud primitivo
n°1
• Esclusione di malattie sistemiche.
Necrosi del semilunare dx
e
artrosi radiocarpica
e del carpo
Sperone olecranico a sx
S
Requisiti anamnestici minimi per la
diagnosi di angiopatia da vibranti
(Stockholm Workshop 94)
•
•
•
•
Stadi del fenomeno di Raynaud
(Stockholm Workshop ’86)
• Stadio 0: non sintomi vasospastici
Anamnesi positiva per episodi di pallore ben demarcato ad uno o più dita
delle mani provocati dall’esposizione a microclima freddo (una storia di sola
cianosi non è sufficiente per una diagnosi di fenomeno di Raynaud)
Comparsa del primo episodio di pallore
dell’esposizione a vibrazioni mano-braccio
digitale
dopo
• Stadio 1: occasionali episodi di pallore alle estremità di uno
o più dita
l’inizio
Presenza di episodi di pallore digitale negli ultimi due anni durante i quali vi
sia stata esposizione a vibrazioni (fenomeno di Raynaud da vibranti in fase
attiva)
Assenza di elementi clinico-anamnestici suggestivi per familiarità positiva
per sindromi vasospastiche oppure per fenomeno di Raynaud primitivo o
secondario a patologie locali o sistemiche
• Stadio 2: occasionali episodi di pallore alle falangi distale e
intermedia (raramente prossimale) di uno o più dita
• Stadio 3: frequenti episodi di pallore a tutte le falangi della
maggior parte delle dita
• Stadio 4: come in stadio 3, con associati disturbi trofici alle
estremità delle dita
ANGIOPATIE DA STRUMENTI VIBRANTI
INDAGINI CLINICO-STRUMENTALI
Cold test: esposizione al freddo (10-15°) con comparsa del p allore alle dita
delle mani e riduzione del valore della pressione digitale inferiore al 60% di
quella misurata a 30°.
per diagnosi differenziale
VES, PCR,emocromo, glicemia, uricemia, fattore reumatoide, crioglobuline e
marker di malattie autoimmuni.
Fenomeno di Raynaud
alle dita lunghe bilateralmente
ANGIOPATIE DA STRUMENTI
VIBRANTI
INDAGINI CLINICO-STRUMENTALI
Radiazioni
Fotopletismografia digitale
prima e dopo prova termica
alle dita lunghe
dopo prova termica comparsa
del fenomeno di Raynaud e
contemporaneo appiattimento
dell’onda sfigmica al 2,3,4,e 5
dito.
Radiazioni
RADIAZIONE IONIZZANTI
Radiazioni capaci di determinare, direttamente o indirettamente, la
ionizzazione della materia distaccando un elettrone dall’orbita
periferica di un atomo con formazione di uno ione positivo ed uno
negativo (elettrone)
di natura corpuscolata:raggi α, β, neutroni e protoni
di natura elettromagnetiche (quanti di energia): raggi X, γ
RADIAZIONI NON IONIZZANTI
(NIR:non ionizing radiation)
Trasferiscono energia al corpo che attraversano in quantitativi non
sufficienti a indurre ionizzazione
(onde radio, radiofrequenze,microonde, infrarosso,visibile ,ultravioletto)
Capacità penetrante e lesività biologica da irradiazione esterna
Fermati da
un foglio di carta
R
gi
ag
(lesivi per assorbimento interno: radon)
α
Si produce
dopo alcune
ore o dopo
alcuni anni
Si produce in
10-7 -10-5 secondi
Morte cellulare
o dell’animale
Raggi β
Sorgente della
radiazione
Ionizzazione
ed eccitazione
BIOLOGICO
FISICO
Fermati da 2-4 mm.
di alluminio
EFFETTI INDOTTI DALLE RADIAZIONI IONIZZANTI
Ra
gg
iγ
BIOMOLECOLARE
Su proteine ed
acidi nucleici
Fermati da 100mm.
di piombo
Raggi X e neutroni sono dotati di capacità penetrante e lesività biologica
da irradiazione esterna elevata
Radiazioni ionizzanti: meccanismi d’azione e danni biologici
I meccanismi d’azione sulle strutture biologiche possono essere di tipo:
diretto od indiretto
CHIMICO
Produzione di radicali
liberi e di molecole
eccitate
Si produce tra
alcuni secondi e
alcune ore
Si produce in
10-4 -10-3 secondi
Effetti patologici delle radiazioni ionizzanti
SOMATICI
GENETICI
Sull’individuo irradiato
Diretto (effetto biologico e biomolecolare):
• lesione della membrana cellulare
• alterazioni dei ribosomi e
mitocondri
• mutazioni dei geni stabili o instabili
(danno genetico)
Indiretto (effetto fisico e chimico)
• azione sui mezzi solventi con
produzione di radicali liberi
(H2O2) che modificano e
distruggono le macromolecole
biologiche (proteine, acidi
nucleici)
Sulla progenie
STOCASTICI
NON STOCASTICI
(probabilistici,
casuali,
statistici,
differiti)
(graduati,
deterministici
non casuali)
STOCASTICI
(probabilistici,casuali,statistici,differiti)
MUTAZIONI
GENICHE
LEUCEMIE
TUMORI SOLIDI
CATARATTA
INFERTILITÀ
RADIODERMITE
I raggi X e Y danno luogo a limitata produzione di ioni primari,
agiscono, quindi, prevalentemente in modo indiretto
SINDROME
ACUTA DA
IRRADIAZIONE
ABERRAZIONI
CROMOSOMICHE
Effetti patologici delle radiazioni ionizzanti
Gerarchia di sensibilità alle radiazioni
ionizzanti nei sistemi biologici
L’effetto biologico dipende dalla dose assorbita e dalla
radiosensibilità della struttura colpita che è condizionata
dalla velocità di ricambio cellulare del tessuto stesso
Virus con acido nucleico a singola elica
ricambio
Virus con acido nucleico a doppia elica
Tessuto ematopoietico
gonadi
strato basale cute
cristallino
epitelio intestinale
fegato
alveoli polmonari
dotti biliari
tubuli renali
endoteli
connettivo
ossa,muscoli, sistema nervoso
Microorganismi con corredo aploide
Organismi con corredo diploide
Radiazioni ionizzanti:
Sindromi cliniche da irradiazione esterna
Quadri clinici da irradiazione
L’organismo può essere colpito dall’esterno o dall’interno, per introduzione
di radionuclidi, e, pertanto, si distinguono sindromi da irradiazione esterna e
sindromi da irradiazione interna,che a loro volta,in funzione della dose assorbita
si dividono in acute e croniche
Irradiazioni esterne
Irradiazioni interna
Sindrome acuta da irradiazione globale
Danni somatici tardivi generali
Sindrome acuta da irradiazione locale:
Danni somatici localizzati
Sindrome cronica da irradiazione esterna globale
Danni tardivi di carattere genetico
Sindrome cronica da irradiazione esterna locale
Sindrome acuta da irradiazione globale
Esposizione accidentale di lavoratori a rischio
In ordine alla dose assorbita si distinguono diversi quadri clinici
Per dosi elevate
Per dosi medio basse
Per dosi alte
(circa 300 gray)
(da 100 a 10 gray)
Sindrome cerebrale
Sindrome gastrointestinale
evolve in pochi ore o giorni
si manifesta dal 3°al 20°giorno
ed è sempre fatale
ed è sempre fatale,
con nausea,
con vomito,
vomito, tremori,
diarrea ematica,
convulsioni,
grave disidratazione,
coma,
collasso cardiocircolatorio,
Morte
Morte
(> 10 gray)
Sindrome emopoietica
compare tra l’8°ed il 50°giorno
ad esito per lo più fatale,
con, in ordine cronologico,
linfopenia, neutropenia e
piastrinopenia e quindi
manifestazioni emorragiche
ed infezioni
La terapia è sintomatica
Radiazioni ionizzanti: Sindromi cliniche da irradiazione esterna
Quadro ematico periferico da irradiazione
Dopo una dose di 10 Gray
è indicato l’andamento
del quadro ematico periferico
nel tempo.
I linfociti riportati sono quelli
circolanti, quelli della memoria
sono molto resistenti. Il quadro
riportato è la conseguenza
della distruzione della cellula
staminale ematopoietica e
quindi della impossibilità a
produrre cellule mature che
rimpiazzino quelle che
normalmente muoiono.
Sindrome acuta da irradiazione locale
Avviene per azione di sorgenti distanti o
per deposito di sostanze radioattive sulla superficie cutanea.
Le strutture più sensibili sono la cute e le gonadi
Cute
al crescere della dose si ha:
depilazione, eritema, radio epidermite con eritema,
bolle e flittene, radiodermite necrosante con ulcere poco
tendenti alla guarigione e propense alla degenerazione neoplastica
Gonadi
col crescere della dose si ha:
nell’uomo azospermia transitoria -> sterilità permanente
nella donna disturbi ovarici, sterilità permanente con disturbi endocrini
RADIODERMITE NECROSANTE CON ULCERA
Radiazioni ionizzanti: Sindromi cliniche da irradiazione esterna
Sindrome cronica da irradiazione esterna globale
Riguarda lavoratori addetti alla manipolazione di sostanze radioattive,
alla conduzione di impianti radiogeni, a lavori minerari in aree radiogene.
La sintomatologia è sfumata ed è caratterizzata da:
ipotrofia cutanea, ipoplasia midollare, deperimento organico
con un accorciamento della vita media.
Sindrome cronica da irradiazione esterna locale
Frequente in passato in radiologi ed ortopedici.
La sintomatologia riguarda la cute con un quadro di
radiodermite cronica con atrofia cutanea, distrofia ungueale e
discheratosi, ulcerazioni e frequente sviluppo di epiteliomi
Radiodermite cronica palmare da contatti ripetuti con isotopi gammaemittenti in laboratorio
RADIODERMITE CRONICA CON ULCERAZIONE E
INIZIALE DEGENERAZIONE SPINOCELLULARE
ulcerazione
iniziale degenerazione
spinocellulare
Radiazioni ionizzanti: Sindromi cliniche da irradiazione interna
RADIAZIONI NON IONIZZANTI
Avviene per errore o incidente attraverso la via digerente,
e respiratoria (radionuclidi gassosi come il radon nei minatori).
Trasferiscono energia al corpo che attraversano in quantitativi non
sufficienti a indurre ionizzazione
(NIR:non ionizing radiation)
(onde radio, radiofrequenze,microonde, infrarosso,visibile,ultravioletto)
La distribuzione è condizionata dalla affinità metabolica:
radio
tessuto osseo, iodio
tiroide, cesio
muscoli
Danni somatici tardivi generali
Leucemie negli esposti in genere
Carcinomi polmonari (minatori esposti al radon)
Osteosarcomi del mascellare (addetti alla verniciatura di quadranti fosforescenti)
Precoce e rapida senescenza, processi sclerotico degenerativi polidistrettuali
Danni somatici localizzati
Cataratta
Danni tardivi di carattere genetico
Mutazioni nel DNA delle cellule germinali con possibili
difetti genetici nella progenie
L’esposizione al rischio più elevato per i lavoratori si riscontra
nell’incollaggio rapido del legno,
stampaggio plastica,
saldatura e fusione metalli
Effetti biologici a lungo termine delle NIR
Effetti biologici a lungo termine delle NIR
Per quanto riguarda gli effetti biologici a lungo termine
dell’esposizione a campi di radiazioni elettromagnetici non
ionizzanti, occorre operare una distinzione tra
I campi da 0 Hz a 1 MHz non producono alcun
riscaldamento significativo.
campi a frequenze estremamente basse (ELF)
I campi e.m. tra 1 MHz e 10 GHz penetrano nei tessuti e
producono riscaldamento a causa dell’assorbimento di
energia,innalzando la temperatura in tali tessuti.
(in particolare le frequenze di 50-60 Hz utilizzate per la rete elettrica)
e l’insieme delle RF e MW (comprese tra 100 kHz e 300 GHz)
telecomunicazioni (televisione,radio FM) telefoni cellulari (900 – 1800 MHz)
industria (incollaggio rapido del legno, stampaggio plastica, saldatura e fusione metalli)
medicina (radarterapia)
L’assorbimento di energia dei campi RF nei tessuti viene misurato come
tasso di assorbimento specifico (SAR) all’interno della massa di tessuto.
L’unità di misura del SAR è il W/kg
I campi e.m. con frequenza tra 10 e 300 GHz vengono
pressoché totalmente assorbiti presso la superficie
cutanea e l’energia che penetra nei tessuti sottostanti è
molto ridotta.
EFFETTI PATOLOGICI ATTRIBUIBILI ALLE NIR
Effetti biologici a lungo termine delle NIR
Gli effetti biologici vengono comunemente suddivisi in:
effetti termici o deterministici ed effetti non termici o
stocastici.
Gli effetti termici sono dovuti ad innalzamento della
temperatura all’interno dell’organo.
Gli organi più colpiti sono il cristallino (non vascolarizzato) con
la cataratta ed i testicoli (sensibilità elevata al calore) con
l’oligo e azo-spermia.
Gli effetti non termici sono costituiti da alterazioni biologiche
che possono determinarsi in assenza di effetti termici
apprezzabilia carico del sistema emopoietico, cardiovascolare,
nervoso centrale e vegetativo.
Alterazioni dell’ECG (comparsa di onde teta e delta)
Labilità pressoria e del ritmo cardiaco, acrocianosi
Cataratta, opacità corneali,
congiuntivite, lesioni
retiniche, aumento della
pressione endooculare
Linfocitosi, monocitosi,
modificazione delle proteine
plasmatiche, riduzione
dell’istaminemia
APPARATO
CARDIOVASCOLARE
OCCHIO
SISTEMA
NERVOSO
SANGUE
SINDROMOCOMPLESSE
Vagotonia, tremori alle
estremità,innalzamento della
soglia uditiva, visiva notturna
e tattile, dermografismo rosso
Sindrome astenica
(debolezza, stancabilità, insonnia),
VARIE
Iperattività tiroidea, oligo-azospermia,
Iperidrosi, caduta dei capelli, rash cutanei
Sindrome “da microonde”
(vagotonia,bradicardia,ipotensione)
Studi epidemiologici su esposizione a campi e.m. ELF
(effetti non termici)
Sulla base degli studi epidemiologici dagli anni’70 la IARC
(Monografia n. 80 del 2002) ha concluso:
In relazione alla leucemia infantile vi è una limitata
evidenza di cancerogenicità nell’uomo riferibile a campi
magnetici ELF
In relazione a tutte le altre forme di cancro, vi è
inadeguata evidenza di cancerogenicità nell’uomo
riferibile a campi magnetici ELF
I campi magnetici ELF vengono pertanto classificati
“possibili cancerogeni” per l’uomo (Gruppo IARC 2B)
Studi epidemiologici su campi e.m. a RF e MW
(effetti non termici)
Nessun importante studio epidemiologico supporta
l’ipotesi di aumento di incidenza di tumori
cerebrali in relazione all’uso di telefoni cellulari
(Muscat 2000, Inskip 2001).
L’OMS afferma che non vi è alcuna evidenza
convincente che l’esposizione a campi e.m. a RF
abbrevi la durata della vita umana ovvero induca o
favorisca il cancro.
The Twenty Highest Radiating Cell Phones (EUROPE)
Manufacturer
Manufacturer
Manufact
urer
Model
SAR
rating
W/Kg
Model
Model
The Twenty Lowest Radiating Cell Phones (EUROPE)
SAR rating W/Kg
SAR rating W/Kg
Manufacturer
Model
SAR rating W/Kg
Motorola
MPx200
0.12
Sony Ericsson
Z1010
1.41
Sony Ericsson
Z600
0.16
Sony Ericsson
A1228C
1.38
Sony Ericsson
T2265
0.26
Sony Ericsson
A1228DSI
1.34
Samsung
SGH E800
0.32
Mitsubishi
M21i
1.28
LG
7100
0.32
Motorola
V50
1.19
Nokia
9210/9210i
0.34
Motorola
V3688/V3690
1.19
Siemens
U15
0.35
LG
C1200
1.15
Alcatel
715
0.35
Sony Ericsson
R300D/R300LX
1.13
Mitsubishi
M341i
0.356
Sony Ericsson
LG
R278D
C1100
1.41
1.12
Nokia
7200
0.36
Sagem
MYC1
1.12
Samsung
SGH D410
0.37
Motorola
P7389
1.07
Sony Ericsson
T68i
0.38
LG
8110
1.07
Nokia
THR850
0.38
Alcatel
700
1.04
Motorola
Accompli 009
0.38
Samsung
SGH A300
1.03
LG
G5300i
0.427
Alcatel
300
1.02
Motorola
P8088
0.43
Alcatel
301
1.02
Alcatel
332
0.43
Motorola
A008
1.02
Panasonic
P341i
0.459
Siemens
M50
1.01
Panasonic
Z70
0.459
Siemens
MT50
1.01
Panasonic
X70
0.459
DEFINIZIONE
MICROCLIMA
Si definisce “microclima” il complesso dei parametri climatici dell’ambiente
locale (ma non necessariamente confinato) che determina gli scambi termici
fra l’ambiente stesso e gli individui che vi operano.
Con particolare riferimento agli aspetti normativi gli ambienti termici vengono
convenzionalmente distinti in:
• Ambienti moderati
• Ambienti caldi
• Ambienti freddi
Cenni di Termofisiologia
Cenni di Termofisiologia
L’uomo e’ un organismo “omeotermo”ossia con una temperatura interna costante.
Mantenere una temperatura interna costante (~37°C) non coincide, però con una
condizione del benessere termico, che corrisponde ad una sensazione di
soddisfazione anche psichica dell’ambiente che ci circonda, con i meccanismi di
termoregolazione impegnati al minimo.
Meccanismi di difesa verso Il caldo
Meccanismi di difesa verso il freddo
vasodilatazione cutanea
vasocostrizione
perspiratio insensibilis (cute,polmoni)
brivido
sudorazione attiva
aumento dell’attivita’ motoria
diminuzione attivita’ motoria
fallimento dei sistemi
I meccanismi di termoregolazione si basano su un:
Controllo centrale ipotalamico
Sensori periferici
nel midollo
nella cute
Effettori
vasomotori
sudoripari
metabolici
fallimento dei sistemi
Temperature corporee misurabili
Per la temperatura interna: temperatura rettale, esofagea, timpanica, orale
I meccanismi di termoregolazione entrano in azione nelle situazioni di caldo e
freddo con lo scopo di mantenere la temperatura interna costante.
Per la temperatura esterna: temperatura cutanea
Il bilancio termico
Il bilancio termico
Dispendio Metabolico (met o W/m2) (M)
Per mantenere la temperatura interna costante è necessario avere un
bilancio termico in pareggio, cioè il calore prodotto deve essere uguale a
quello dissipato
I parametri fondamentali che determinano il bilancio termico sono:
Lavoro (W)
nucleo
+Convezione (C)
+-
Ta = temperatura dell’aria (°C)
Radiazione (R)
Tr = temperatura media radiante (°C)
Evaporazione (E)
U= Umidita’ relativa (%)
Va= velocità dell’aria (m/s)
M= dispendio metabolico (met o W/m2)
+-
isolamento
termico
del
vestiario
Convezione respiratoria (Cres)
Evaporazione respiratoria (Eres)
Icl= isolamento del vestiario (clo m2/°C Watt
+Costante (K)
Conduzione (K)
Distribuzione della portata cardiaca in rapporto al consumo di O2 a
differenti temperature ambientali con umidità relativa costante (50%)
Comportamento di alcuni tests psicologici
in rapporto alla temperatura effettiva
a sinistra a 37°C, a destra a 21°C.
Portata cardiaca
(l/min)
(l/min)
37°C
21°C
90
% Riduzione efficienza
Portata cardiaca
100
80
70
Heavy parsitmeter test
Wireless telegraphy
Reception test
Coding test
60
50
Consumo di O2( l/min)
Consumo di O2( l/min)
cervello
cuore
altri organi
muscoli operanti
cute
altri muscoli scheletrici
40
15
20
25
30
Temperatura effettiva
35
La misura dei parametri fondamentali
La misura dei parametri fondamentali
Sonda per la temperatura radiante (globotermometro)
Sonda per la temperatura secca e umida dell’aria
Schermo
Ventola
Globo
nero
Sensori
Serbatoio
acqua distillata
La misura dei parametri fondamentali
Sonda per la velocità dell’aria (termoanemometro)
sensore
ventilazione
termoresistenza
(filo caldo)
sensore
temperatura
Sensore
La misura dei parametri fondamentali
Metabolismo energetico corrispondente ad alcune
attività
Attività
Metabolismo energetico
(W/m2)
(met)
Disteso
46
0.8
Seduto, rilassato
58
1.0
In piedi, rilassato
70
1.2
Attività sedentaria (ufficio, casa scuola, laboratorio)
70
1.2
Attività in piedi (compere, laboratorio, industria leggera)
93
1.6
Attività in piedi (commesso, lavori domestici, lavori a
116
2.0
165
2.8
macchina)
Attività moderata (lavoro pesante a macchina, lavoro in
garage)
Gli indici termici
La misura dei parametri fondamentali
Resistenza termica di alcuni abbigliamenti tipici
Abbigliamento
Icl
(clo)
Nudo
0
Tipico abbigliamento tropicale: mutande, pantaloncini, camicia a maniche corte con 0.3
collo sbottonato, calzini leggeri e sandali.
Abbigliamento leggero estivo: mutande, pantalone leggero, camicia a maniche
0.5
corte con collo sbottonato, calzini leggeri e scarpe.
Abbigliamento da lavoro leggero: mutande, maglia intima leggera, camicia da lavoro 0.7
di cotone a maniche lunghe, pantaloni da lavoro, calzini di lana, scarpe.
Tipico abbigliamento invernale per ambienti chiusi: mutande, maglia intima, camicia 1.0
a maniche lunghe, pantaloni, giacca pullover a maniche lunghe, calzini pesanti,
scarpe.
Abito tradizionale pesante all'europea: biancheria intima di cotone con maglia a
1.5
maniche lunghe e mutande lunghe, camicia, vestito completo, soprabito con
cintura, calzini di lana e scarpe pesanti.
Una volta noti i 4 parametri microclimatici fisici (temperatura secca dell’aria,
temperatura umida, temperatura radiante e velocità dell’aria) ed i 2 parametri
microclimatici personali (dispendio energetico e isolamento termico del
vestiario) è possibile calcolare gli indici termici che permettono di esprimere una
valutazione sugli ambienti lavorativi caldi (valutazione dello stress da caldo),
freddi (valutazione dello stress da freddo) e termicamente neutri (valutazione del
benessere termico).
Gli indici più utilizzati ed affidabili sono:
CALDO
WBGT
(Wet bulb globetermometer)
Sudorazione
Richiesta
FREDDO
ISOLAMENTO
RICHIESTO
BENESSERE TERMICO
PMV
(Voto Medio Predetto)
PPD
(Percentuale Predetta Insoddisfatti)
PATOLOGIE DA CALORE
Ramazzini 1700
La temperatura cutanea sale
Prima linea di difesa
Seconda linea di
difesa
Vasodilatazione periferica
(aumenta la portata del
circolo cutaneo superficiale)
Sudorazione
Deplezione di sali
CRAMPI
DA
CALORE
Instabilità circolatoria
e vasomotoria
EDEMA DA
CALORE
Insufficiente ritorno
venoso al cuore
Flusso sanguigno
insufficiente nei
centri vitali
Circolazione cutanea
insufficiente
DISORDINI
CUTANEI
Diminuita
sudorazione
Aumenta la temperatura corporea
COLLASSO
CARDIO-CIRCOLATORIO
(sincope da calore)
Impoverimento di
acqua
(disidratazione)
Fatica ed impossibilità a continuare il lavoro
di termoregolazione
Blocco dei meccanismi centrali di controllo
ESAURIMENTO DA
CALORE
CON
DEPLEZIONE DI
ACQUA
Elevazione rapida della temperatura interna
COLPO DI CALORE
Caso clinico
Ramazzini 1700
"Novatore"
Primo medico a fare oggetto di trattazione sistematica
le malattie della "gente comune"
Alle domande ippocratiche che il medico rivolge al paziente:
Cosa soffri?
Per quale motivo?
Da quanti giorni ?
Aggiunge
"et quam artem exerceas?" - Che lavoro fai ?
P. S., donna, di anni 29, da circa 15 giorni lamenta cefalea, epigastralgia, e nausea al
mattino prima di andare al lavoro.
Trattamento solo sintomatico antiacido ed antiemetico. Benessere al week-end. Non sospetto
di causa professionale data l’insorgenza dei disturbi al mattino prima del lavoro.
Viene consigliata la visita di medicina del lavoro: si è saputo essere impiegata in operazioni di
microsaldatura con applicazione di flussante, che provvedeva ad aerosolizzare con
erogatore a pompa senza aspirazioni o protezioni. Orario di lavoro sino alle 17.00 circa.
Luogo: scantinato di laboratorio artigianale.
Il flussante in questione è risultato contenere, in percentuale variabile, metanolo.
Nel caso in esame, le caratteristiche, la modalità e il tempo di comparsa delle manifestazioni
cliniche sono compatibili con gli effetti acuti di una esposizione, di lieve entità, a metanolo.
Infatti la tossicità dell’alcool è dovuta all’azione dei prodotti di degradazione
metabolica, aldeide formica ed acido formico, che avviene con lentezza (12-24) ore.
Ecco svelato il perché dell’insorgenza tardiva e al mattino.
La diagnosi va confermata poi con il dosaggio dell’acido formico nelle urine
(positivo se > 70 mg/24 ore).
E’ stata avvisata l’ASL competente che ha fatto chiudere il laboratorio.
EPIDEMIOLOGIA
RUMORE
e
IPOACUSIA
DA RUMORE
Rumore
Suono: propagazione di energia meccanica, sotto forma di onde
cicliche generate da corpi in vibrazione, attraverso mezzi
elastici
ampiezza
Rumore: suono non desiderato
λ
λ
tempo
Periodo: tempo necessario per completare un ciclo (in secondi)
Lunghezza d’onda (λ
λ): distanza percorsa durante un intervallo di tempo
uguale al periodo
Frequenza: numero di cicli per unità di tempo (secondo). L’unità di misura è
l’Hertz (Hz). I suoni udibili dall’orecchio umano hanno frequenze
comprese tra 20 e 20.000 Hz.
Infrasuoni < 20 Hz
Ultrasuoni > 20.000 Hz
Potenza sonora: energia sonora generata in un secondo. L’unità di misura è
il Watt (W).
Intensità sonora: quantità media di potenza sonora per unità di superficie.
L’unità di misura è il Decibel (W/m2=dB)
Sia in ambito industriale che agricolo, la quasi totalità delle
lavorazioni comporta una esposizione a livelli rischiosi di rumore.
Secondo le valutazioni della Comunità Europea ammonta a circa
30 milioni il numero di lavoratori esposti, in ambito lavorativo, a
livelli di intensità sonora uguali o superiori agli 80 dBA Leq.
Di questi, circa 9 milioni, sono sottoposti, mediamente, ad un
rumore eccedente il 90 dBA Leq.
I dati ufficiali sulla diffusione dell’ipoacusia da rumore nei
lavoratori dell’industria sono forniti dall’INAIL che denuncia
come l’otopatia professionale costituisca oltre il 50% delle
rendite per malattia professionale.
Livelli
Sonori
e Decibel
Pressione Intensità Livello
sonora sonora sonoro
(µPa)
20
60
200
600
2000
6000
20000
60000
200000
600000
2000000
6000000
20000000
(W/m2)
10-12
10-11
10-10
10-9
10-8
10-7
10-6
10-5
10-4
10-3
10-2
0.1
1
(dB)
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
Sorgente
sonora
bisbiglio
canto di uccellini
conversazione bassa voce
conversazione normale.
stampante
telefono
voce gridata
tosaerba
sega circolare
martello pneumatico
Decibel (dB): è il logaritmo in base 10 del rapporto tra la pressione sonora misurata e la
pressione sonora di riferimento
dB = 10 log (P(t)/Po)
Il dB valuta il livello delle variazioni di pressione acustica ed è una misura
relativa alla capacità uditiva dell’orecchio umano (dB = 0 è il livello minimo
udibile a 1000 Hz)
Il dB è una quantità adimensionale non lineare
Il raddoppio del livello sonoro (pressione acustica) corrisponde ad un aumento di
3 dB
Propagazione e trasmissione del rumore
Effetti combinati di più sorgenti
pressione acustica
dB
1 ventilatore
2 ventilatori
Energia assorbita
80
83
Energia incidente
Energia riflessa
SPL totale = 10 log (I1 + I2) = 10 log (108 + 108) = 83 dB
85 dB
macchina n°1
80 dB
macchina n°2
RUMORE NELLA STANZA = 86 dB
SPL = 10 log (I1 + I2) = 10 log (108.5 + 108) = 86 dB
in generale
parete
(suono per via aerea)
Energia trasmessa
(suono direttamente trasmesso e suono dovuto a
vibrazione meccanica)
(suono per via aerea)
Sorgentipuntiformi:
puntiformi:sorgenti
sorgentididirumore
rumoreininambiente
ambienteaperto,
aperto,senza
senzariflessione
riflessione
Sorgenti
L’intesità
sonora
diminuisce
con
il
quadrato
della
distanza
L’intesità sonora diminuisce con il quadrato della distanza
Sorgentilineari:
lineari:sorgenti
sorgentididirumore
rumoreininambiente
ambientechiuso,
chiuso,con
conriflessione
riflessione(quasi
(quasi
Sorgenti
tutte
le
sorgenti
lavorative)
tutte le sorgenti lavorative)
L’intesitàsonora
sonoradiminuisce
diminuiscedirettamente
direttamentecon
conlaladistanza
distanza
L’intesità
Raddoppio
della
distanza
dB
Raddoppio della distanza ==--33dB
Macchina
n°1
SPLn = 10 log (Σnι=1 10SPLi/10)
Propagazione e trasmissione del rumore
85 dB
a 25 m
82 dB
a 50 m
Spettro sonoro Analisi di frequenza
Tonopuro:
puro:tono
tonocomposto
compostoda
dauna
unasola
solafrequenza
frequenza
Tono
Rumore:composto
compostoda
danumerosi
numerositoni
toni(frequenze)
(frequenze)
Rumore:
Glieffetti
effettidel
delrumore
rumoresull’apparato
sull’apparatouditivo
uditivoeelelemodalità
modalitàdidiabbattimento
abbattimentovariano
variano
Gli
in
funzione
della
frequenza.
in funzione della frequenza.
E’quindi
quindiimportante
importanteeffettuare
effettuarel’analisi
l’analisididifrequenza
frequenzaper
per bande
bandedidiottava
ottava
E’
Toni bassi
Toni medi
Toni alti
dB
16
32.5
63
125
bande di ottava
250
500
1000
2000
4000
8000 16000
Hz
ogni ottava
viene rilevata
separatamente
La misura del rumore - il fonometro
Caratteristiche del rumore
Continuo:dura
duratutto
tuttoililturno
turnolavorativo
lavorativo
Continuo:
Discontinuo:pause
pausedididurata
duratasignificativa
significativa
Discontinuo:
Fluttuante:
fluttuazioni
>1
dB
Fluttuante: fluttuazioni >1 dB
Impulsivo:durata
duratatra
tra11msec
msecee11sec
secmassimo
massimoininpratica
praticamassimo
massimo1-5
1-5picchi/sec
picchi/sec
Impulsivo:
Sensazionesonora
sonora
Sensazione
Sogliauditiva:
uditiva:minimo
minimovalore
valoredidiPressione
Pressionesonora
sonorainingrado
gradodidideterminare
determinareuna
unasensazione
sensazione
Soglia
sonora.
La
sensibilità
dell’orecchio
non
è
costante
alle
varie
frequenze.
sonora. La sensibilità dell’orecchio non è costante alle varie frequenze. EElala
sogliauditiva
uditivavaria
variaininfunzione
funzionedella
dellafrequenza.
frequenza.
soglia
Sogliadi
didolore:
dolore:per
perintensità
intensitàsonore
sonore>130-140
>130-140dB,
dB,indipendentemente
indipendentementedalla
dallafrequenza,
frequenza,ilil
Soglia
suono
è
in
grado
di
provocare
dolore.
suono è in grado di provocare dolore.
16
Voce
di
conv
ersaz
i
inudibile
32.5
63
125
250
500
1000
2000
one
4000
ultrasuoni
Soglia del dolore
infrasuoni
140
130
120
110
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
Inambiente
ambientelavorativo
lavorativol’esposizione
l’esposizioneaarumore
rumorenon
nonèècostante
costantema
ma
In
variabileper
perintensità
intensitàeedurata
durata
variabile
Livello
Equivalente:
sintetizza
inun
ununico
unicovalore
valoreilillivello
livellodi
di
Livello Equivalente: sintetizza in
esposizione
nel
tempo.
esposizione nel tempo.
E’ililvalore
valorein
indB(A)
dB(A)di
diun
unrumore
rumorecontinuo
continuoche
cheha
hala
lastessa
stessaenergia
energia
E’
sonora
di
tutti
gli
eventi
acustici
misurati
nel
periodo
di
sonora di tutti gli eventi acustici misurati nel periodo di
osservazione.
osservazione.
E’in
inpratica
praticauna
unamedia
mediaponderata
ponderataper
pertutti
tuttiiitempi
tempidi
diesposizione.
esposizione.
E’
Leq97
97dB(A)
dB(A)
Leq
lavoratorisi
sispostano
spostanocontinuamente
continuamentein
inaree
areediverse.
diverse.
IIlavoratori
Macchinan.1
n.1--rilevazione
rilevazionefonometrica
fonometrica
Macchina
Frequenza(Hz)
(Hz)
Frequenza
Intensitàsonora
sonoramisurabile
misurabile(dB)
(dB)
Intensità
Fattoredi
dicorrezione
correzione(dB)
(dB)
Fattore
Intensitàsonora
sonoramostrata
mostrata
Intensità
dallo
strumento
dB(A)
dallo strumento dB(A)
50Hz
Hz
1000Hz
Hz
50
1000
110dB
dB
80dB
dB
110
80
30dB
dB
dB
30
00dB
80
dB(A)
80
dB(A)
80 dB(A)
80 dB(A)
(110-30)
(80-0)
(110-30)
(80-0)
Inentrambi
entrambii icasi
casilalasensazione
sensazionesonora
sonora(volume
(volumedello
dellostereo
stereoeffettivamente
effettivamente
In
percepito)èèidentica,mentre
identica,mentrei ilivelli
livellidi
dipressione
pressionesonora
sonorasono
sonodiversi
diversidi
di10
10raddoppi
raddoppi
percepito)
8000 16000 32000
La misura del rumore - Il Livello Equivalente
Puntin.1
n.1een.2
n.2--rilevazione
rilevazionefonometrica
fonometrica
Punti
4
ore
a
100
dB(A)
4 ore a 100 dB(A)
oreaa 80
80dB(A)
dB(A)
44ore
Lasensibilità
sensibilitàdell’orecchio
dell’orecchioèè variabile:
variabile:
La
Lasensibilità
sensibilitàmassima
massimasisiraggiunge
raggiungeintorno
intornoalle
allefrequenze
frequenzedi
di30003000La
4000Hz.
Hz.
4000
Laminima
minimaagli
agliestremi
estremidelle
dellefrequenze
frequenzeudibili.
udibili.
La
Phon:livello
livellodidisensazione
sensazionesonora
sonoramisurato
misuratocol
colFONOMETRO
FONOMETROmisurato
misurato
Phon:
in
dB
in dB
L’intensitàsonora
sonoramisurata
misuratadeve
deveessere
essereadeguata
adeguataalla
allaeffettiva
effettiva
L’intensità
sensibilità
dell’orecchio
mediante
l’utilizzo
di
fattori
di
correzione
sensibilità dell’orecchio mediante l’utilizzo di fattori di correzione
specificiper
perogni
ognifrequenza.
frequenza.
specifici
Esistonocurve
curvedi
diattenuazione
attenuazione
Esistono
ditipo
tipoAABBCCDD
di
Inambito
ambitolavorativo
lavorativosisiusa
usalalacurva
curvadi
diattenuazione
attenuazionedi
ditipo
tipoAAperché
perché
In
è
più
correlata
al
rischio
di
danno
uditivo
è più correlata al rischio di danno uditivo
La misura del rumore
Il Livello di Esposizione Personale Giornaliera
Conoscendo i Leq delle varie aree dove si è recato il lavoratore è possibile
calcolare il Livello di Esposizione Personale Giornaliera (Lep,d)
In alternativa il lavoratore viene dotato di un fonometro integratore
(dosimetro) che è in grado di integrare i livelli di intensità sonora dB(A)
rilevati in tutto il turno lavorativo
La misura del rumore
Rumore - Normativa
dB (decibel): è una misura del livello sonoro relativa alla capacità uditiva dell’orecchio umano
(dB = 0 è il livello minimo udibile a 1000 Hz); il dB è una quantità adimensionale non lineare;
il raddoppio corrisponde ad un aumento di 3 dB
dB(A): per adeguamento alla effettiva sensibilità dell’orecchio mediante la curva di attenuazione
di tipo A nelle misure con il fonometro in ambito lavorativo
Leq ..dB(A): Livello Equivalente che sintetizza in un unico valore il livello di esposizione nel
tempo. In ambiente lavorativo l’esposizione a rumore non è costante ma variabile per intensità e
durata.E’ il valore in dB(A) di un rumore continuo che ha la stessa energia sonora di tutti gli eventi
acustici misurati nel periodo di osservazione (in pratica una media logaritmica ponderata).
Lep,d..dB(A): Livello di Esposizione Personale Giornaliera ottenuto integrando i Leq delle varie
aree dove si è recato il lavoratore.
Il fattore di scambio: Il TLV (Valore Limite Soglia) per esposizione a rumore è 85 dB(A) e
come tutti i TLV vale per esposizioni di 8 ore.E’ possibile calcolare il tempo massimo di
esposizione ad intensità di rumore superiori od inferiori al TLV applicando un fattore di scambio
di 3 dB per ogni raddoppio(- 3 dB) o dimezzamento(+ 3 dB) del tempo di esposizione.
Ore
24
80dB
8
4
85dB
2
88dB
91dB
1
min
1
sec
1
112dB
127 dB
94dB
0.11
139 dB
Rumore - Normativa
Direttiva 2003/10/CE del 6/2/2003
(entrata in vigore dal 15/2/2006)
1)Valori limite di esposizione:
lLEX,8h = 87 dB(A)
ppeak = 200 Pa [140 dB(A)]
Il valore di 87 dB(A) non deve mai essere superato e viene
misurato tenendo conto della attenuazione prodotta dai DPI indossati
2)Valori superiori di esposizione che fanno scattare l'azione:
LEX,8h = 85 dB(A)
ppeak = 140 Pa [137 dB(A)]
Azioni: informazione e formazione, diritto al controllo dell’udito
Il valore di 85 dB(A) viene misurato senza tener conto della attenuazione prodotta dai DPI
indossati
3)Valori inferiori di esposizione che fanno scattare l'azione:
LEX,8h = 80 dB(A)
ppeak = 112 Pa [135 dB(A)]
Azioni: informazione e formazione, disponibilità al controllo dell’udito
Il valore di 80 dB(A) viene misurato senza tener conto della attenuazione prodotta dai DPI
indossati
ppeak = massima pressione acustica istantanea ponderata con frequenza “C”
LEX,8h= livello di esposizione giornaliera (valore medio ponderato per turno di 8 ore come definito da norma ISO
1999:90)
D.Lgs 277/91
Sempre:
valutazione del rischio, (misure o autocertificazione)
<= 80 dB(A):
rischio nullo
>80-85 dB(A):
informazione, visita su richiesta
>85-90 dB(A):
formazione, visita medica, audiometria biennale custodire le cartelle sanitarie
DPI a disposizione
>90 dB(A):
formazione, visita medica, audiometria annuale, custodire le cartelle sanitarie,
uso DPI obbligatorio, comunicare ASL le misure per ridurre il rischio, tenere
registro esposti, perimetrare
Rumore - Anatomia Orecchio
Rumore - Anatomia Orecchio
Rumore - Effetti uditivi
Il rumore può provocare effetti sull’apparato uditivo diversi a seconda
delle modalità ed intensità di esposizione.
STS - Spostamento temporaneo della soglia uditiva
innalzamento temporaneo della soglia uditiva rispetto a quella di riposo
con recupero a distanza di tempo dal cessare dell’esposizione
SEZIONE TRASVERSALE DELLA COCLEA
membrana basilare ove è posto l’organo di Corti
E’ un meccanismo di difesa delle ciglia e della parte apicale delle cellule
acustiche che diventano meno rigide (rilasciamento dei filamenti di actina)(più
inerti) con conseguente innalzamento della soglia uditiva
cellule ciliate esterne
cellule di sostegno
membrana tettoria
Fatica fisiologica uditiva
cellule ciliate interne
Spostamento temporaneo della soglia uditiva inferiore a 16 ore
espressione di un esaurimento funzionale dei recettori periferici
Fatica patologica uditiva
fibre nervose
Ganglio spirale del Corti
membrana basilare
Rumore - Effetti uditivi:
Spostamento temporaneo della soglia(STS)
Spostamento temporaneo della soglia uditiva superiore a 16 ore con
effetto di sommazione in quanto si protrae anche dopo l’inizio della
nuova giornata lavorativa
Rumore - Effetti uditivi:
Spostamento temporaneo della soglia(STS)
La suscettibilità al rumore
La suscettibilità all’agente lesivo rumore varia
piuttosto ampiamente tra diversi individui, ma,
in genere, necessitano almeno 10 anni di
esposizione per avere perdite uditive significative.
A titolo di esempio la perdita uditiva di una esposizione
continua a 100 dBA è di:
5 dB
14 dB
19 dB
a 5 anni
a 20 anni
a 40 anni
L’esame clinico del paziente
L’esame clinico del paziente non è importante nella
valutazione dell’ipoacusia da rumore eccetto che per
l’esclusione di altre possibili cause di ipoacusia.
È necessaria una valutazione della membrana
timpanica e dell’orecchio esterno, oltre alla valutazione
neurologica per l’esclusione di patologie neurologiche.
Allo stesso modo gli esami di laboratorio e la
diagnostica per immagini hanno importanza solo per la
diagnosi differenziale.
La valutazione audiometrica tonale rappresenta il
presidio diagnostico più importante per la diagnosi di
ipoacusia da rumore.
Ipoacusia da rumore
Ipoacusia da rumore
1 PERCETTIVA O NEUROSENSORIALE.
(via aerea=ossea)
2 BILATERALE
3 SIMMETRICA
4 IRREVERSIBILE
Il danno, indipendentemente dallo spettro del rumore a cui
il soggetto è stato esposto inizia sempre dalle cellule
acustiche che ricevono le frequenze 4000-6000 Hz
Le ipotesi patogenetiche sono:
(non evolutivo al cessare dell’esposizione)
Degenerazione delle cellule acustiche fino alla sostituzione delle
cellule ciliate con un epitelio cubico monostratificato. In seguito
anche le cellule nervose dell’organo del Corti vanno incontro a
degenerazione.
• ridotta irrorazione della zona di coclea dei 4000 Hz da
parte dell’arteria cocleare
• Iperstimolazione meccanica con formazione di vortici nei
liquidi labirintici che provocherebbe ipereccitazione e
successiva sofferenza delle cellule cigliate della zona dei
4000 Hz
• Da ultimo, dato che il rumore industriale ha una notevole
componente impulsiva il danno inizierebbe proprio dalle
cellule più sensibili alle frequenze degli stimoli impulsivi
(comprese tra 4000 e 8000 Hz)
Ipoacusia da rumore
Ipoacusia da rumore
Sintomatologia
Sintomatologia
4 stadi di progressione del danno
Nella quarta fase, l’insufficienza uditiva è palese.
1°stadio:
Acufeni a tonalità acute, sensazione di orecchio pieno.
Audiometria:normale o lieve innalzamento della soglia a 4000 Hz.
Perdita dell’udito reversibile con l’allontanamento.
Sono colpiti particolarmente gli scambi verbali con grave
handicap sociale.
2°stadio:
Completa assenza di sintomatologia soggettiva eccetto rari acufeni.
Audiometria: innalzamento della soglia a 4000 Hz (30-40 dB).
3°stadio:
Non sente il ticchettio dell’orologio, alza il volume della radio.
Audiometria: aumento della soglia 4000 (60 dB) e vengono interessate le
frequenze vicine.
4°stadio: Sordità da rumore
Difficoltà ad udire la voce parlata. Suoni percepiti male.
Nei casi più gravi si ha anche un’alterazione qualitativa della
capacità uditiva con percezione dei suoni in maniera
distorta con alterazione del corretto rapporto tra entità dello
stimolo e sensazione sonora.
(Fenomeno del recruitment: reclutamento delle cellule
laterali con conseguente minor caratterizzazione del suono
in frequenza associato ad un improvviso aumento della
sensazione uditiva per piccoli aumenti di intensità.)
Ipoacusia da rumore
Ipoacusia da rumore
Sintomatologia: recruitment
Diagnosi
SENTO MA NON CAPISCO !!!
Esposizione anamnestica al rischio (>85 dB)
reclutamento delle cellule laterali: con conseguente minor
caratterizzazione del suono in frequenza associato ad un
improvviso aumento della sensazione uditiva per piccoli
aumenti di intensità.
Acufeni
Recruitment
Audiometria tonale:
dB
deficit percettivo (ossea=aerea), bilaterale, simmetrico, irreversibile, “forma a
cucchiaio” con deficit a partire dai 4000 Hz
16
32.5
63
125
250
500
1000
2000
4000
8000 16000
Hz
Ipoacusia da rumore
Diagnosi
Ipoacusia da rumore
Diagnosi differenziale con presbiacusia
Presbiacusia: danno vascolare, quindi il deficit inizia come per il rumore intorno a 4000 Hz.
Escludere:
• Patologie sistemiche: ipertensione arteriosa, aterosclerosi ,diabete, dislipemie
• Patologie ORL: otiti, labirintiti, neurite virale e neurinoma dell’acustico
• Patologie traumatiche: traumi cranici, traumi acustici acuti
Per discriminare tra ipoacusia da rumore e presbiacusia si confronta la curva audiometrica
del soggetto con i percentili delle soglie acustiche della popolazione normale per sesso ed
età definite dalla ISO1999
Se la curva del soggetto si pone oltre il 5°percent ile di deficit uditivo ISO 1999 è molto
verosimile che il danno sia da imputare al rumore anziché alla presbiacusia
• Patologie infettive: meningite, affezioni febbrili molto intense nella prima infanzia
• Pregresso utilizzo di farmaci ototossici: streptomicina, chinino, aspirina,
diuretici, aminoglicosidi
• Ototossici professionali: piombo, CO, mercurio, solfuro di carbonio,
tricloroetilene
• Ototossici voluttuari: abuso di alcool
•
INOLTRE
• presbiacusia: come l’ipoacusia da rumore inizia a 4000 Hz ( ISO1999, percentili)
•
L’audiometria tonale liminare.
Lo strumento base per l’esecuzione della
audiometria tonale liminare è
l’audiometro.
È utilizzato per valutare la capacità
uditiva di un soggetto mediante la
determinazione della soglia di toni puri
presentati a diverse frequenze per via
aerea e per via ossea.
Lo strumento genera toni puri la cui
intensità può essere modificata con
variazioni minime di 5 dB;
I toni usati corrispondono alle frequenze
125, 250, 500, 1000, 2000, 4000, 8000
Hz.
.
L’audiometria tonale liminare
La procedura di esecuzione dell’audiometria si articola in due fasi:
la rilevazione per via aerea,
la rilevazione per via ossea.
La rilevazione della soglia per via aerea deve essere preceduta da
una otoscopia (peraltro prevista dal DL 277/1991) finalizzata alla
verifica di eventuali patologie a carico del condotto uditivo
esterno, della membrana timpanica.
La procedura di determinazione della soglia per via ossea prevede
l’utilizzo di un vibratore osseo deve essere tenuto aderente
all’osso mastoideo senza toccare il padiglione auricolare
Ipoacusia da rumore: audiometria
L’audiometria tonale liminare.
Normale
dB
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
voce
250
Ipoacusia rumore 4°
Ipoacusia rumore 1°
750 1500 3000 6000
500 1000 2000 4000 8000
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
250
750 1500 3000 6000
500 1000 2000 4000 8000
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
Hz
Ipoacusia rumore 2°
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
250
750 1500 3000 6000
500 1000 2000 4000 8000
Ipoacusia rumore 3°
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
rendita
rendita
250
750 1500 3000 6000
500 1000 2000 4000 8000
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
forma a cucchiaio
inizio a 4000 Hz
riduzione soglia
uditiva > -25 dB
percettiva
bilaterale
simmetrica
irreversibile
Non sento
la voce
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
rendita
250
750 1500 3000 6000
500 1000 2000 4000 8000
Ipoacusia rumore 5°
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
rendita
250
Ipoacusia 6° rumore+altro
-10 trasmissivo
percettivo
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
750 1500 3000 6000
250 500 1000 2000 4000 8000
altra
causa
Via Aerea
rumore
750 1500 3000 6000
500 1000 2000 4000 8000
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
Non sento
la voce
Ipoacusia 7° altra causa
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
altra
causa
250
750 1500 3000 6000
500 1000 2000 4000 8000
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
Via Ossea
Potenziali evocati uditivi del tronco encefalico
Potenziali evocati uditivi del tronco encefalico
La valutazione obiettiva della tecnopatia da rumore
assume carattere fortemente indicativo e probativo
mediante la registrazione dei potenziali evocati
uditivi del tronco encefalico.
I potenziali evocati uditivi del tronco encefalico
sono espressi essenzialmente da 5 onde (I, II,
III, IV, V), che riflettono l’attività generatrice di
diverse stazioni neurali.
L’esame consente di valutare gli eventi bioelettrici
che si realizzano nel nervo acustico e nel tronco
encefalico, registrando la variazione dei potenziali
elettrici di riposo in potenziali di attività nervosa
ogni volta che l’orecchio umano viene raggiunto da
stimoli acustici.
Nello specifico sono generate:
l’onda I a livello del nervo acustico,
l’onda II dai nuclei cocleari,
l’onda III dal complesso olivare superiore
l’onda IV e V e dai nuclei del lemnisco laterale
e collicolo inferiore.
Potenziali evocati uditivi del tronco encefalico
Nervo
Acustico
Nuclei
Cocleari
Oliva
Superiore
Lemnisco
laterale
Collicolo
inferiore
IL DANNO BIOLOGICO
Un evento lesivo che provoca un danno organico alla
persona, con conseguenze di natura patrimoniale,
determina anche una menomazione della qualità di vita.
Questo danno, non collegato alla capacità del soggetto di
prodotte un reddito, determina un’alterazione dell’integrità
psicofisica, interferendo notevolmente sulle possibilità
biologiche, sociali, estetiche, incidendo negativamente
sulla qualità della vita.
Per le menomazioni comprese tra il 6% ed il 16%
l’indennizzo è erogato in capitale, mentre dal 16% in su si
ha diritto all’erogazione di un’ulteriore quota di rendita,
commisurata al grado della menomazione e alla
retribuzione dell’assicurato.
Potenziali evocati uditivi del tronco encefalico
L’esame si dimostra particolarmente utile
ai fini topodiagnostici, in quanto
consente di valutare in maniera alquanto
obbiettiva le ipoacusie neurosensoriali
cocleari.
L’esame positivo è caratterizzato da un
innalzamento della soglia dell’onda V,
direttamente proporzionale all’entità della
ipoacusia, con valori di latenza e
morfologia normali.
Rumore
Prevenzione
Interventi
antirumore sul
sistema
uomo/macchina
Macchina
sorgente
di rumore
Propagazione
per via aerea
Propagazione
per via solida
Sistemi
Sistemiantivibranti
antivibranti
sotto
sottoililbasamento
basamento
delle
dellemacchine
macchine
Isolamento
Isolamentoantivibrante
antivibrante
dei
deisingoli
singoliposti
postididilavoro
lavoro
Riduzione
Riduzioneconcentraconcentrazione
zionedelle
dellemacchine
macchine
Costruzione
Costruzionedidinuovi
nuovi
macchinari
macchinarisilenziosi
silenziosi
Riduzione
Riduzionedel
delritmo
ritmo
didifunzionamento
funzionamento
Riduzione
Riduzionetempo
tempo
esposizione
esposizione
Riduzione
Riduzioneorario
orario
Rotazione
Rotazionepersonale
personale
Aumento
Aumentopause
pause
per via
diretta
per riflessione
Barriere
Barriere
silenziatori
silenziatori
Cappe
Cappedidi
Rivestimento
Rivestimento
dei
deimacchinari
macchinari
Trattamenti
Trattamenti
fonoassorbenti
fonoassorbenti
Uomo
Uomo
Protezione
Protezioneindividuale
individuale
cuffie
cuffieeecaschi
caschi(-40dB),
(-40dB),
inserti
inserti(-10
(-10dB),
dB),
cabine
cabineisolanti
isolanti
NORMATIVA
Il D. Lgs. 19/8/2005, n. 187, relativo alla
“Attuazione della direttiva 2002/44/CE sulle
prescrizioni minime di sicurezza e di salute
relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi
derivanti da vibrazioni meccaniche”.
Questo decreto prescrive a tutti i datori di
lavoro precisi obblighi di misurazione e
valutazione, imponendo pesanti sanzioni in
caso di non rispetto della legge e dei “valori di
riferimento” in essa definiti.
Vibrazioni
trasmesse
al sistema
mano braccio
Vibrazioni
Vibrazioni
Le vibrazioni possono schematicamente essere classificate a
seconda della frequenza in tre classi:
Percentuale di lavoratori esposti professionalmente a vibrazioni meccaniche
1)BASSE FREQUENZE (0-2Hz):
Tempo
Totale
Stato
(%)
A
B
10.3
10
9
4
8 11
2 Circa da ¾ a ½ del tempo
6.5
8
5
4
9
3 Circa un ¼ del tempo
6.8
6
6
7
12
Totale 1 + 2 + 3
23.6
24 20
15
1 Per quasi tutto il tempo
DK FIN F D
EL NL IRL
I
L
P
E
S UK
11 11
14
18
5
7
10
14
5
9
6
7
9
3
7
8
4
7
8
4
6
6
9
7
6
9
7
5
7
5
8
5
29 23
26
30
14
25
26 20
28
31
17
18
Source- 3rd European Survey on Working Conditions, European Foundation, 2000 Dublin
Si generano sui mezzi di trasporto:auto,navi,aerei.
Sono responsabili della cinetosi (mal di mare)
2)MEDIE FREQUENZE (2-20Hz):
Generate da macchine ed impianti industriali (mulini, frantoi) e mezzi
di trasporto (trattori,autobus, metropolitane). Determinano effetti su
tutto il corpo.
3)ALTE FREQUENZE (>20Hz):
Generate da strumenti vibranti (martello, scalpello, motosega).
Sono responsabili delle patologie osteoarticolari ed angioneurotiche
degli arti superiori.
Strumenti vibranti:
Effetti delle vibrazioni trasmesse
al sistema mano-braccio
di tipo rotatorio
• Neuropatie periferiche prevalentemente sensitive (nn. mediano,
ulnare, radiale)
di tipo percussorio
• Osteoartropatie dei polsi e gomiti
• Angioneurosi (Fenomeno di Raynaud)
Effetti delle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio
1) NEUROPATIA
Vi è evidenza di elevata occorrenza,nei lavoratori esposti, di:
IPO-PARESTESIE
RIDUZIONE DELLA SENSIBILITA’ TERMICA E TATTILE
RIDUZIONE DELLA CAPACITA’ DI MANIPOLAZIONE FINE
ETIOPATOGENESI:
alterazioni di diversi tipi di fibre mieliniche e amieliniche e di due classi di
meccanocettori cutanei, rispettivamente “Slow Adapting” (compllessi neuritici di Merkel
e corpuscoli di Ruffini) e “Fast Adapting”(corpuscoli del Meissner e del Pacini)
QUADRO CLINICO:
turbe neurosensitive alle estremità distali degli arti superiori nel territorio del
nervo mediano ed ulnare e talvolta anche del radiale.
DIAGNOSI:
Anamnesi positiva per esposizioni a vibrazioni a medie ed alte frequenze
(smerigliatrici, motoseghe)
Deterioramento della soglia estesiometrica, termica e vibrotattile.
E’ stata anche evidenziata un’associazione con la sindrome del tunnel carpale,
probabilmente più correlata con i movimenti frequenti e ripetitivi connessi all’uso di
strumenti vibranti.
Effetti delle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio
NEUROPATIE:ACCERTAMENTI STRUMENTALI
2) OSTEOARTROPATIA DA STRUMENTI VIBRANTI
Indagini neurofisiologiche
• Misura delle soglie di percezione vibrotattile
(meccanorecettori cutanei e fibre mieliniche afferenti di tipo Aβ
β)
• Misura delle soglie di percezione termica
(fibre amieliniche tipo C -caldo- e fibre mieliniche tipo Aδ
δ -freddo-)
• Misura delle soglie estesiometriche
(discriminazione dei due punti, percezione della profondità)
E’ stato tuttavia evidenziato che gli esposti a vibrazioni a bassa frequenza
ed elevata ampiezza (utensili a movimento percussorio come martelli e
scalpelli pneumatici) presentano un’elevata prevalenza di:
cisti e vacuoli sulle ossa carpali e metacarpali
alterazioni artrosiche (polsi e gomiti)
alterazioni osteofitosiche (gomiti).
Patognomonica era ritenuta la necrosi del semilunare.
• Valutazione della destrezza manuale
(test di Jepsen, Purdue pegboard test)
D
Le possibili alterazioni osteo-articolari negli esposti a vibrazioni
rappresentano un tema controverso,in quanto sono di tipo aspecifico e
simili a quelle dovute a lavoro manuale pesante ed ai processi di
invecchiamento.
Le alterazioni osteo-articolari non risultano aumentate negli esposti a
vibrazioni a medie ed alte frequenze (smerigliatrici, motoseghe).
S
Effetti delle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio
3) ANGIOPATIE DA STRUMENTI VIBRANTI
Necrosi del semilunare dx
e
artrosi radiocarpica
e del carpo
L’associazione tra angiopatia e utilizzo di strumenti vibranti è ben documentata
I disturbi vascolari sono classificati come:
Fenomeno di Raynaud secondario
caratterizzato da attacchi di pallore locale e ben delimitato alle dita
maggiormente esposte alle vibrazioni e scatenato dall’esposizione al freddo.
Nello stadio avanzato compaiono anche:
Alterazioni trofiche cutanee all’estremità delle dita.
ETIOPATOGENESI:
• Iperreatività del sistema nervoso simpatico
• Alterazione dei recettori adrenergici
• Ipertrofia della tunica media muscolare delle arterie digitali
Sperone olecranico a sx
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
Con il Fenomeno di Raynaud primitivo e caratterizzato da pallore diffuso omogeneo,
simmetrico delle 2 mani e talvolta localizzato anche alle dita dei piedi
DIAGNOSI:
• Anamnesi positiva per esposizioni a vibrazioni
• Comparsa del primo episodio di pallore dopo esposizione a vibrazioni
Macchina
• Esclusione
di familiarità per sindromi vasospastiche e fenomeno di Raynaud primitivo
n°1
• Esclusione di malattie sistemiche.
Requisiti anamnestici minimi per la
diagnosi di angiopatia da vibranti
(Stockholm Workshop 94)
Stadi del fenomeno di Raynaud
(Stockholm Workshop ’86)
• Stadio 0: non sintomi vasospastici
• Stadio 1: occasionali episodi di pallore alle estremità di uno
o più dita
• Stadio 2: occasionali episodi di pallore alle falangi distale e
intermedia (raramente prossimale) di uno o più dita
• Stadio 3: frequenti episodi di pallore a tutte le falangi della
maggior parte delle dita
• Stadio 4: come in stadio 3, con associati disturbi trofici alle
estremità delle dita
•
Anamnesi positiva per episodi di pallore ben demarcato ad uno o più dita
delle mani provocati dall’esposizione a microclima freddo (una storia di sola
cianosi non è sufficiente per una diagnosi di fenomeno di Raynaud)
•
Comparsa del primo episodio di pallore
dell’esposizione a vibrazioni mano-braccio
•
Presenza di episodi di pallore digitale negli ultimi due anni durante i quali vi
sia stata esposizione a vibrazioni (fenomeno di Raynaud da vibranti in fase
attiva)
•
Assenza di elementi clinico-anamnestici suggestivi per familiarità positiva
per sindromi vasospastiche oppure per fenomeno di Raynaud primitivo o
secondario a patologie locali o sistemiche
digitale
dopo
l’inizio
ANGIOPATIE DA STRUMENTI VIBRANTI
INDAGINI CLINICO-STRUMENTALI
ANGIOPATIE DA STRUMENTI
VIBRANTI
Cold test: esposizione al freddo (10-15°) con comparsa del p allore alle dita
delle mani e riduzione del valore della pressione digitale inferiore al 60% di
quella misurata a 30°.
INDAGINI CLINICO-STRUMENTALI
per diagnosi differenziale
VES, PCR,emocromo, glicemia, uricemia, fattore reumatoide, crioglobuline e
marker di malattie autoimmuni.
Fenomeno di Raynaud
alle dita lunghe bilateralmente
Fotopletismografia digitale
prima e dopo prova termica
alle dita lunghe
dopo prova termica comparsa
del fenomeno di Raynaud e
contemporaneo appiattimento
dell’onda sfigmica al 2,3,4,e 5
dito.
Radiazioni
Radiazioni
RADIAZIONE IONIZZANTI
Radiazioni capaci di determinare, direttamente o indirettamente, la
ionizzazione della materia distaccando un elettrone dall’orbita
periferica di un atomo con formazione di uno ione positivo ed uno
negativo (elettrone)
di natura corpuscolata:raggi α, β, neutroni e protoni
di natura elettromagnetiche (quanti di energia): raggi X, γ
RADIAZIONI NON IONIZZANTI
(NIR:non ionizing radiation)
Trasferiscono energia al corpo che attraversano in quantitativi non
sufficienti a indurre ionizzazione
(onde radio, radiofrequenze,microonde, infrarosso,visibile ,ultravioletto)
Capacità penetrante e lesività biologica da irradiazione esterna
Fermati da
un foglio di carta
R
gi
ag
(lesivi per assorbimento interno: radon)
α
Raggi β
Sorgente della
radiazione
Ra
gg
Fermati da 2-4 mm.
di alluminio
iγ
Fermati da 100mm.
di piombo
Raggi X e neutroni sono dotati di capacità penetrante e lesività biologica
da irradiazione esterna elevata
Si produce
dopo alcune
ore o dopo
alcuni anni
Si produce in
10-7 -10-5 secondi
Morte cellulare
o dell’animale
BIOLOGICO
Ionizzazione
ed eccitazione
FISICO
EFFETTI INDOTTI DALLE RADIAZIONI IONIZZANTI
BIOMOLECOLARE
Su proteine ed
acidi nucleici
Si produce tra
alcuni secondi e
alcune ore
CHIMICO
Produzione di radicali
liberi e di molecole
eccitate
Si produce in
10-4 -10-3 secondi
Radiazioni ionizzanti: meccanismi d’azione e danni biologici
I meccanismi d’azione sulle strutture biologiche possono essere di tipo:
diretto od indiretto
Diretto (effetto biologico e biomolecolare):
Indiretto (effetto fisico e chimico)
• lesione della membrana cellulare
• alterazioni dei ribosomi e
mitocondri
• mutazioni dei geni stabili o instabili
(danno genetico)
• azione sui mezzi solventi con
produzione di radicali liberi
(H2O2) che modificano e
distruggono le macromolecole
biologiche (proteine, acidi
nucleici)
I raggi X e Y danno luogo a limitata produzione di ioni primari,
agiscono, quindi, prevalentemente in modo indiretto
Effetti patologici delle radiazioni ionizzanti
SOMATICI
GENETICI
Sull’individuo irradiato
Gerarchia di sensibilità alle radiazioni
ionizzanti nei sistemi biologici
Sulla progenie
Virus con acido nucleico a singola elica
STOCASTICI
NON STOCASTICI
(probabilistici,
casuali,
statistici,
differiti)
(graduati,
deterministici
non casuali)
STOCASTICI
(probabilistici,casuali,statistici,differiti)
MUTAZIONI
GENICHE
LEUCEMIE
TUMORI SOLIDI
ABERRAZIONI
CROMOSOMICHE
Virus con acido nucleico a doppia elica
Microorganismi con corredo aploide
CATARATTA
INFERTILITÀ
RADIODERMITE
Organismi con corredo diploide
SINDROME
ACUTA DA
IRRADIAZIONE
Effetti patologici delle radiazioni ionizzanti
ricambio
L’effetto biologico dipende dalla dose assorbita e dalla
radiosensibilità della struttura colpita che è condizionata
dalla velocità di ricambio cellulare del tessuto stesso
Tessuto ematopoietico
gonadi
strato basale cute
cristallino
epitelio intestinale
fegato
alveoli polmonari
dotti biliari
tubuli renali
endoteli
connettivo
ossa,muscoli, sistema nervoso
Quadri clinici da irradiazione
L’organismo può essere colpito dall’esterno o dall’interno, per introduzione
di radionuclidi, e, pertanto, si distinguono sindromi da irradiazione esterna e
sindromi da irradiazione interna,che a loro volta,in funzione della dose assorbita
si dividono in acute e croniche
Irradiazioni esterne
Irradiazioni interna
Sindrome acuta da irradiazione globale
Danni somatici tardivi generali
Sindrome acuta da irradiazione locale:
Danni somatici localizzati
Sindrome cronica da irradiazione esterna globale
Danni tardivi di carattere genetico
Sindrome cronica da irradiazione esterna locale
Radiazioni ionizzanti:
Sindromi cliniche da irradiazione esterna
Quadro ematico periferico da irradiazione
Sindrome acuta da irradiazione globale
Esposizione accidentale di lavoratori a rischio
In ordine alla dose assorbita si distinguono diversi quadri clinici
Per dosi elevate
Per dosi medio basse
Per dosi alte
(circa 300 gray)
(da 100 a 10 gray)
Sindrome cerebrale
Sindrome gastrointestinale
evolve in pochi ore o giorni
si manifesta dal 3°al 20°giorno
ed è sempre fatale
ed è sempre fatale,
con nausea,
con vomito,
vomito, tremori,
diarrea ematica,
convulsioni,
grave disidratazione,
(> 10 gray)
Sindrome emopoietica
compare tra l’8°ed il 50°giorno
ad esito per lo più fatale,
con, in ordine cronologico,
coma,
collasso cardiocircolatorio,
Morte
Morte
linfopenia, neutropenia e
piastrinopenia e quindi
manifestazioni emorragiche
Dopo una dose di 10 Gray
è indicato l’andamento
del quadro ematico periferico
nel tempo.
I linfociti riportati sono quelli
circolanti, quelli della memoria
sono molto resistenti. Il quadro
riportato è la conseguenza
della distruzione della cellula
staminale ematopoietica e
quindi della impossibilità a
produrre cellule mature che
rimpiazzino quelle che
normalmente muoiono.
ed infezioni
La terapia è sintomatica
Radiazioni ionizzanti: Sindromi cliniche da irradiazione esterna
Sindrome acuta da irradiazione locale
Avviene per azione di sorgenti distanti o
per deposito di sostanze radioattive sulla superficie cutanea.
Le strutture più sensibili sono la cute e le gonadi
Cute
al crescere della dose si ha:
depilazione, eritema, radio epidermite con eritema,
bolle e flittene, radiodermite necrosante con ulcere poco
tendenti alla guarigione e propense alla degenerazione neoplastica
Gonadi
col crescere della dose si ha:
nell’uomo azospermia transitoria -> sterilità permanente
nella donna disturbi ovarici, sterilità permanente con disturbi endocrini
RADIODERMITE NECROSANTE CON ULCERA
Radiazioni ionizzanti: Sindromi cliniche da irradiazione esterna
Radiodermite cronica palmare da contatti ripetuti con isotopi gammaemittenti in laboratorio
Sindrome cronica da irradiazione esterna globale
Riguarda lavoratori addetti alla manipolazione di sostanze radioattive,
alla conduzione di impianti radiogeni, a lavori minerari in aree radiogene.
La sintomatologia è sfumata ed è caratterizzata da:
ipotrofia cutanea, ipoplasia midollare, deperimento organico
con un accorciamento della vita media.
Sindrome cronica da irradiazione esterna locale
Frequente in passato in radiologi ed ortopedici.
La sintomatologia riguarda la cute con un quadro di
radiodermite cronica con atrofia cutanea, distrofia ungueale e
discheratosi, ulcerazioni e frequente sviluppo di epiteliomi
Radiazioni ionizzanti: Sindromi cliniche da irradiazione interna
RADIODERMITE CRONICA CON ULCERAZIONE E
INIZIALE DEGENERAZIONE SPINOCELLULARE
Avviene per errore o incidente attraverso la via digerente,
e respiratoria (radionuclidi gassosi come il radon nei minatori).
La distribuzione è condizionata dalla affinità metabolica:
radio
tessuto osseo, iodio
tiroide, cesio
muscoli
Danni somatici tardivi generali
Leucemie negli esposti in genere
Carcinomi polmonari (minatori esposti al radon)
Osteosarcomi del mascellare (addetti alla verniciatura di quadranti fosforescenti)
Precoce e rapida senescenza, processi sclerotico degenerativi polidistrettuali
Danni somatici localizzati
ulcerazione
iniziale degenerazione
spinocellulare
Cataratta
Danni tardivi di carattere genetico
Mutazioni nel DNA delle cellule germinali con possibili
difetti genetici nella progenie
RADIAZIONI NON IONIZZANTI
(NIR:non ionizing radiation)
Trasferiscono energia al corpo che attraversano in quantitativi non
sufficienti a indurre ionizzazione
(onde radio, radiofrequenze,microonde, infrarosso,visibile,ultravioletto)
L’esposizione al rischio più elevato per i lavoratori si riscontra
nell’incollaggio rapido del legno,
stampaggio plastica,
saldatura e fusione metalli
Effetti biologici a lungo termine delle NIR
Per quanto riguarda gli effetti biologici a lungo termine
dell’esposizione a campi di radiazioni elettromagnetici non
ionizzanti, occorre operare una distinzione tra
campi a frequenze estremamente basse (ELF)
(in particolare le frequenze di 50-60 Hz utilizzate per la rete elettrica)
e l’insieme delle RF e MW (comprese tra 100 kHz e 300 GHz)
telecomunicazioni (televisione,radio FM) telefoni cellulari (900 – 1800 MHz)
industria (incollaggio rapido del legno, stampaggio plastica, saldatura e fusione metalli)
medicina (radarterapia)
Effetti biologici a lungo termine delle NIR
I campi da 0 Hz a 1 MHz non producono alcun
riscaldamento significativo.
I campi e.m. tra 1 MHz e 10 GHz penetrano nei tessuti e
producono riscaldamento a causa dell’assorbimento di
energia,innalzando la temperatura in tali tessuti.
Effetti biologici a lungo termine delle NIR
Gli effetti biologici vengono comunemente suddivisi in:
effetti termici o deterministici ed effetti non termici o
stocastici.
L’assorbimento di energia dei campi RF nei tessuti viene misurato come
tasso di assorbimento specifico (SAR) all’interno della massa di tessuto.
L’unità di misura del SAR è il W/kg
Gli effetti termici sono dovuti ad innalzamento della
temperatura all’interno dell’organo.
Gli organi più colpiti sono il cristallino (non vascolarizzato) con
la cataratta ed i testicoli (sensibilità elevata al calore) con
l’oligo e azo-spermia.
I campi e.m. con frequenza tra 10 e 300 GHz vengono
pressoché totalmente assorbiti presso la superficie
cutanea e l’energia che penetra nei tessuti sottostanti è
molto ridotta.
Gli effetti non termici sono costituiti da alterazioni biologiche
che possono determinarsi in assenza di effetti termici
apprezzabilia carico del sistema emopoietico, cardiovascolare,
nervoso centrale e vegetativo.
EFFETTI PATOLOGICI ATTRIBUIBILI ALLE NIR
Studi epidemiologici su esposizione a campi e.m. ELF
(effetti non termici)
Alterazioni dell’ECG (comparsa di onde teta e delta)
Labilità pressoria e del ritmo cardiaco, acrocianosi
Cataratta, opacità corneali,
congiuntivite, lesioni
retiniche, aumento della
pressione endooculare
Linfocitosi, monocitosi,
modificazione delle proteine
plasmatiche, riduzione
dell’istaminemia
APPARATO
CARDIOVASCOLARE
OCCHIO
SISTEMA
NERVOSO
SANGUE
SINDROMOCOMPLESSE
Vagotonia, tremori alle
estremità,innalzamento della
soglia uditiva, visiva notturna
e tattile, dermografismo rosso
Sindrome astenica
(debolezza, stancabilità, insonnia),
VARIE
Sulla base degli studi epidemiologici dagli anni’70 la IARC
(Monografia n. 80 del 2002) ha concluso:
In relazione alla leucemia infantile vi è una limitata
evidenza di cancerogenicità nell’uomo riferibile a campi
magnetici ELF
In relazione a tutte le altre forme di cancro, vi è
inadeguata evidenza di cancerogenicità nell’uomo
riferibile a campi magnetici ELF
Sindrome “da microonde”
(vagotonia,bradicardia,ipotensione)
Iperattività tiroidea, oligo-azospermia,
Iperidrosi, caduta dei capelli, rash cutanei
I campi magnetici ELF vengono pertanto classificati
“possibili cancerogeni” per l’uomo (Gruppo IARC 2B)
The Twenty Highest Radiating Cell Phones (EUROPE)
Studi epidemiologici su campi e.m. a RF e MW
Manufacturer
(effetti non termici)
Nessun importante studio epidemiologico supporta
l’ipotesi di aumento di incidenza di tumori
cerebrali in relazione all’uso di telefoni cellulari
(Muscat 2000, Inskip 2001).
L’OMS afferma che non vi è alcuna evidenza
convincente che l’esposizione a campi e.m. a RF
abbrevi la durata della vita umana ovvero induca o
favorisca il cancro.
Manufact
urer
Model
SAR
rating
W/Kg
Model
SAR rating W/Kg
Manufacturer
Model
SAR rating W/Kg
Sony Ericsson
Z1010
Sony Ericsson
A1228C
1.38
Sony Ericsson
A1228DSI
1.34
Mitsubishi
M21i
1.28
Motorola
V50
1.19
Motorola
V3688/V3690
1.19
LG
C1200
1.15
Sony Ericsson
R300D/R300LX
1.13
Sony Ericsson
LG
R278D
C1100
1.41
1.12
Sagem
MYC1
1.12
Motorola
P7389
1.07
LG
8110
1.07
Alcatel
700
1.04
Samsung
SGH A300
1.03
Alcatel
300
1.02
Alcatel
301
1.02
Motorola
A008
1.02
Siemens
M50
1.01
Siemens
MT50
1.01
1.41
The Twenty Lowest Radiating Cell Phones (EUROPE)
Manufacturer
Model
SAR rating W/Kg
Motorola
MPx200
0.12
Sony Ericsson
Z600
0.16
Sony Ericsson
T2265
0.26
Samsung
SGH E800
0.32
LG
7100
0.32
Nokia
9210/9210i
0.34
Siemens
U15
0.35
Alcatel
715
0.35
Mitsubishi
M341i
0.356
Nokia
7200
0.36
Samsung
SGH D410
0.37
Sony Ericsson
T68i
0.38
Nokia
THR850
0.38
Motorola
Accompli 009
0.38
LG
G5300i
0.427
Motorola
P8088
0.43
Alcatel
332
0.43
Panasonic
P341i
0.459
Panasonic
Z70
0.459
Panasonic
X70
0.459
DEFINIZIONE
Si definisce “microclima” il complesso dei parametri climatici dell’ambiente
locale (ma non necessariamente confinato) che determina gli scambi termici
fra l’ambiente stesso e gli individui che vi operano.
Con particolare riferimento agli aspetti normativi gli ambienti termici vengono
convenzionalmente distinti in:
• Ambienti moderati
• Ambienti caldi
• Ambienti freddi
MICROCLIMA
Cenni di Termofisiologia
L’uomo e’ un organismo “omeotermo”ossia con una temperatura interna costante.
Mantenere una temperatura interna costante (~37°C) non coincide, però con una
condizione del benessere termico, che corrisponde ad una sensazione di
soddisfazione anche psichica dell’ambiente che ci circonda, con i meccanismi di
termoregolazione impegnati al minimo.
I meccanismi di termoregolazione si basano su un:
Controllo centrale ipotalamico
Sensori periferici
nel midollo
nella cute
Effettori
vasomotori
sudoripari
metabolici
I meccanismi di termoregolazione entrano in azione nelle situazioni di caldo e
freddo con lo scopo di mantenere la temperatura interna costante.
Il bilancio termico
Cenni di Termofisiologia
Per mantenere la temperatura interna costante è necessario avere un
bilancio termico in pareggio, cioè il calore prodotto deve essere uguale a
quello dissipato
Meccanismi di difesa verso Il caldo
Meccanismi di difesa verso il freddo
vasodilatazione cutanea
vasocostrizione
perspiratio insensibilis (cute,polmoni)
brivido
sudorazione attiva
aumento dell’attivita’ motoria
Ta = temperatura dell’aria (°C)
diminuzione attivita’ motoria
fallimento dei sistemi
Tr = temperatura media radiante (°C)
I parametri fondamentali che determinano il bilancio termico sono:
fallimento dei sistemi
U= Umidita’ relativa (%)
Va= velocità dell’aria (m/s)
Temperature corporee misurabili
M= dispendio metabolico (met o W/m2)
Per la temperatura interna: temperatura rettale, esofagea, timpanica, orale
Icl= isolamento del vestiario (clo m2/°C Watt
Per la temperatura esterna: temperatura cutanea
Distribuzione della portata cardiaca in rapporto al consumo di O2 a
differenti temperature ambientali con umidità relativa costante (50%)
Il bilancio termico
Dispendio Metabolico (met o W/m2) (M)
a sinistra a 37°C, a destra a 21°C.
nucleo
Lavoro (W)
+Convezione (C)
Portata cardiaca
Portata cardiaca
(l/min)
(l/min)
37°C
21°C
+Radiazione (R)
Evaporazione (E)
isolamento
termico
del
vestiario
+Convezione respiratoria (Cres)
Evaporazione respiratoria (Eres)
+Conduzione (K)
Costante (K)
Consumo di O2( l/min)
Consumo di O2( l/min)
cervello
cuore
altri organi
muscoli operanti
cute
altri muscoli scheletrici
Comportamento di alcuni tests psicologici
in rapporto alla temperatura effettiva
La misura dei parametri fondamentali
Sonda per la temperatura secca e umida dell’aria
100
% Riduzione efficienza
90
Schermo
80
Ventola
Sensori
70
Heavy parsitmeter test
Wireless telegraphy
Reception test
Coding test
60
Serbatoio
acqua distillata
50
40
15
20
25
30
Temperatura effettiva
35
La misura dei parametri fondamentali
La misura dei parametri fondamentali
Sonda per la temperatura radiante (globotermometro)
Sonda per la velocità dell’aria (termoanemometro)
Globo
nero
sensore
ventilazione
termoresistenza
(filo caldo)
sensore
temperatura
Sensore
La misura dei parametri fondamentali
La misura dei parametri fondamentali
Metabolismo energetico corrispondente ad alcune
attività
Resistenza termica di alcuni abbigliamenti tipici
Attività
Metabolismo energetico
(W/m2)
(met)
Disteso
46
0.8
Seduto, rilassato
58
1.0
In piedi, rilassato
70
1.2
Attività sedentaria (ufficio, casa scuola, laboratorio)
70
1.2
Attività in piedi (compere, laboratorio, industria leggera)
93
1.6
Attività in piedi (commesso, lavori domestici, lavori a
116
2.0
165
2.8
macchina)
Attività moderata (lavoro pesante a macchina, lavoro in
garage)
Gli indici termici
Una volta noti i 4 parametri microclimatici fisici (temperatura secca dell’aria,
temperatura umida, temperatura radiante e velocità dell’aria) ed i 2 parametri
microclimatici personali (dispendio energetico e isolamento termico del
vestiario) è possibile calcolare gli indici termici che permettono di esprimere una
valutazione sugli ambienti lavorativi caldi (valutazione dello stress da caldo),
freddi (valutazione dello stress da freddo) e termicamente neutri (valutazione del
benessere termico).
Gli indici più utilizzati ed affidabili sono:
CALDO
WBGT
(Wet bulb globetermometer)
Sudorazione
Richiesta
FREDDO
ISOLAMENTO
RICHIESTO
BENESSERE TERMICO
PMV
(Voto Medio Predetto)
PPD
(Percentuale Predetta Insoddisfatti)
Abbigliamento
Icl
(clo)
Nudo
0
Tipico abbigliamento tropicale: mutande, pantaloncini, camicia a maniche corte con 0.3
collo sbottonato, calzini leggeri e sandali.
Abbigliamento leggero estivo: mutande, pantalone leggero, camicia a maniche
0.5
corte con collo sbottonato, calzini leggeri e scarpe.
Abbigliamento da lavoro leggero: mutande, maglia intima leggera, camicia da lavoro 0.7
di cotone a maniche lunghe, pantaloni da lavoro, calzini di lana, scarpe.
Tipico abbigliamento invernale per ambienti chiusi: mutande, maglia intima, camicia 1.0
a maniche lunghe, pantaloni, giacca pullover a maniche lunghe, calzini pesanti,
scarpe.
Abito tradizionale pesante all'europea: biancheria intima di cotone con maglia a
1.5
maniche lunghe e mutande lunghe, camicia, vestito completo, soprabito con
cintura, calzini di lana e scarpe pesanti.
PATOLOGIE DA CALORE
La temperatura cutanea sale
Prima linea di difesa
Seconda linea di
difesa
Vasodilatazione periferica
(aumenta la portata del
circolo cutaneo superficiale)
EDEMA DA
CALORE
COLLASSO
CARDIO-CIRCOLATORIO
(sincope da calore)
Deplezione di sali
CRAMPI
DA
CALORE
Instabilità circolatoria
e vasomotoria
Insufficiente ritorno
venoso al cuore
Flusso sanguigno
insufficiente nei
centri vitali
Sudorazione
Circolazione cutanea
insufficiente
DISORDINI
CUTANEI
Diminuita
sudorazione
Aumenta la temperatura corporea
Fatica ed impossibilità a continuare il lavoro
di termoregolazione
Blocco dei meccanismi centrali di controllo
Elevazione rapida della temperatura interna
COLPO DI CALORE
Impoverimento di
acqua
(disidratazione)
ESAURIMENTO DA
CALORE
CON
DEPLEZIONE DI
ACQUA
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