Ramazzini 1700 Ramazzini 1700 "Novatore" Primo medico a fare oggetto di trattazione sistematica le malattie della "gente comune" Alle domande ippocratiche che il medico rivolge al paziente: Cosa soffri? Per quale motivo? Da quanti giorni ? Aggiunge "et quam artem exerceas?" - Che lavoro fai ? Caso clinico P. S., donna, di anni 29, da circa 15 giorni lamenta cefalea, epigastralgia, e nausea al mattino prima di andare al lavoro. Trattamento solo sintomatico antiacido ed antiemetico. Benessere al week-end. Non sospetto di causa professionale data l’insorgenza dei disturbi al mattino prima del lavoro. Viene consigliata la visita di medicina del lavoro: si è saputo essere impiegata in operazioni di microsaldatura con applicazione di flussante, che provvedeva ad aerosolizzare con erogatore a pompa senza aspirazioni o protezioni. Orario di lavoro sino alle 17.00 circa. Luogo: scantinato di laboratorio artigianale. Il flussante in questione è risultato contenere, in percentuale variabile, metanolo. Nel caso in esame, le caratteristiche, la modalità e il tempo di comparsa delle manifestazioni cliniche sono compatibili con gli effetti acuti di una esposizione, di lieve entità, a metanolo. Infatti la tossicità dell’alcool è dovuta all’azione dei prodotti di degradazione metabolica, aldeide formica ed acido formico, che avviene con lentezza (12-24) ore. Ecco svelato il perché dell’insorgenza tardiva e al mattino. La diagnosi va confermata poi con il dosaggio dell’acido formico nelle urine (positivo se > 70 mg/24 ore). E’ stata avvisata l’ASL competente che ha fatto chiudere il laboratorio. RUMORE e IPOACUSIA DA RUMORE EPIDEMIOLOGIA Rumore Suono: propagazione di energia meccanica, sotto forma di onde cicliche generate da corpi in vibrazione, attraverso mezzi elastici Sia in ambito industriale che agricolo, la quasi totalità delle lavorazioni comporta una esposizione a livelli rischiosi di rumore. Rumore: suono non desiderato Secondo le valutazioni della Comunità Europea ammonta a circa 30 milioni il numero di lavoratori esposti, in ambito lavorativo, a livelli di intensità sonora uguali o superiori agli 80 dBA Leq. Periodo: tempo necessario per completare un ciclo (in secondi) Di questi, circa 9 milioni, sono sottoposti, mediamente, ad un rumore eccedente il 90 dBA Leq. I dati ufficiali sulla diffusione dell’ipoacusia da rumore nei lavoratori dell’industria sono forniti dall’INAIL che denuncia come l’otopatia professionale costituisca oltre il 50% delle rendite per malattia professionale. Livelli Sonori e Decibel Pressione Intensità Livello sonora sonora sonoro (µPa) 20 60 200 600 2000 6000 20000 60000 200000 600000 2000000 6000000 20000000 (W/m2) 10-12 10-11 10-10 10-9 10-8 10-7 10-6 10-5 10-4 10-3 10-2 0.1 1 (dB) 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 ampiezza λ λ tempo Lunghezza d’onda (λ λ): distanza percorsa durante un intervallo di tempo uguale al periodo Frequenza: numero di cicli per unità di tempo (secondo). L’unità di misura è l’Hertz (Hz). I suoni udibili dall’orecchio umano hanno frequenze comprese tra 20 e 20.000 Hz. Infrasuoni < 20 Hz Ultrasuoni > 20.000 Hz Potenza sonora: energia sonora generata in un secondo. L’unità di misura è il Watt (W). Intensità sonora: quantità media di potenza sonora per unità di superficie. L’unità di misura è il Decibel (W/m2=dB) Sorgente sonora Effetti combinati di più sorgenti pressione acustica bisbiglio canto di uccellini conversazione bassa voce conversazione normale. stampante telefono voce gridata tosaerba sega circolare martello pneumatico Decibel (dB): è il logaritmo in base 10 del rapporto tra la pressione sonora misurata e la pressione sonora di riferimento dB 1 ventilatore 2 ventilatori SPL totale = 10 log (I1 + I2) = 10 log (108 + 108) = 83 dB 85 dB macchina n°1 80 dB macchina n°2 RUMORE NELLA STANZA = 86 dB SPL = 10 log (I1 + I2) = 10 log (108.5 + 108) = 86 dB dB = 10 log (P(t)/Po) Il dB valuta il livello delle variazioni di pressione acustica ed è una misura relativa alla capacità uditiva dell’orecchio umano (dB = 0 è il livello minimo udibile a 1000 Hz) Il dB è una quantità adimensionale non lineare Il raddoppio del livello sonoro (pressione acustica) corrisponde ad un aumento di 3 dB in generale SPLn = 10 log (Σnι=1 10SPLi/10) 80 83 Propagazione e trasmissione del rumore Propagazione e trasmissione del rumore Energia assorbita Energia incidente parete (suono per via aerea) Energia riflessa Energia trasmessa (suono direttamente trasmesso e suono dovuto a vibrazione meccanica) (suono per via aerea) Sorgentipuntiformi: puntiformi:sorgenti sorgentididirumore rumoreininambiente ambienteaperto, aperto,senza senzariflessione riflessione Sorgenti L’intesità sonora diminuisce con il quadrato della distanza L’intesità sonora diminuisce con il quadrato della distanza Sorgentilineari: lineari:sorgenti sorgentididirumore rumoreininambiente ambientechiuso, chiuso,con conriflessione riflessione(quasi (quasi Sorgenti tutte le sorgenti lavorative) tutte le sorgenti lavorative) L’intesitàsonora sonoradiminuisce diminuiscedirettamente direttamentecon conlaladistanza distanza L’intesità Raddoppio della distanza dB Raddoppio della distanza ==--33dB Macchina n°1 85 dB a 25 m 82 dB a 50 m Caratteristiche del rumore Spettro sonoro Analisi di frequenza Continuo:dura duratutto tuttoililturno turnolavorativo lavorativo Continuo: Discontinuo: pause di durata significativa Discontinuo: pause di durata significativa Fluttuante:fluttuazioni fluttuazioni >1 >1dB dB Fluttuante: Impulsivo:durata duratatra tra11msec msecee11sec secmassimo massimoininpratica praticamassimo massimo1-5 1-5picchi/sec picchi/sec Impulsivo: Tonopuro: puro:tono tonocomposto compostoda dauna unasola solafrequenza frequenza Tono Rumore:composto compostoda danumerosi numerositoni toni(frequenze) (frequenze) Rumore: Glieffetti effettidel delrumore rumoresull’apparato sull’apparatouditivo uditivoeelelemodalità modalitàdidiabbattimento abbattimentovariano variano Gli in funzione della frequenza. in funzione della frequenza. E’quindi quindiimportante importanteeffettuare effettuarel’analisi l’analisididifrequenza frequenzaper per bande bandedidiottava ottava E’ Toni bassi Toni medi Sensazionesonora sonora Sensazione Sogliauditiva: uditiva:minimo minimovalore valoredidiPressione Pressionesonora sonorainingrado gradodidideterminare determinareuna unasensazione sensazione Soglia sonora.La Lasensibilità sensibilitàdell’orecchio dell’orecchionon nonèècostante costantealle allevarie variefrequenze. frequenze.EElala sonora. sogliauditiva uditivavaria variaininfunzione funzionedella dellafrequenza. frequenza. soglia Sogliadi didolore: dolore:per perintensità intensitàsonore sonore>130-140 >130-140dB, dB,indipendentemente indipendentementedalla dallafrequenza, frequenza,ilil Soglia suonoèèiningrado gradodidiprovocare provocaredolore. dolore. suono Toni alti dB 63 125 250 500 1000 2000 4000 8000 16000 Hz ogni ottava viene rilevata separatamente 16 Voce di conv ersaz i inudibile 32.5 63 125 250 500 1000 2000 one 4000 ultrasuoni 32.5 bande di ottava Soglia del dolore infrasuoni 16 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 8000 16000 32000 La misura del rumore - il fonometro Lasensibilità sensibilitàdell’orecchio dell’orecchioèè variabile: variabile: La Lasensibilità sensibilitàmassima massimasisiraggiunge raggiungeintorno intornoalle allefrequenze frequenzedi di30003000La 4000Hz. Hz. 4000 Laminima minimaagli agliestremi estremidelle dellefrequenze frequenzeudibili. udibili. La Phon:livello livellodidisensazione sensazionesonora sonoramisurato misuratocol colFONOMETRO FONOMETROmisurato misurato Phon: in dB in dB L’intensitàsonora sonoramisurata misuratadeve deveessere essereadeguata adeguataalla allaeffettiva effettiva L’intensità sensibilità dell’orecchio mediante l’utilizzo di fattori di correzione sensibilità dell’orecchio mediante l’utilizzo di fattori di correzione specificiper perogni ognifrequenza. frequenza. specifici Esistonocurve curvedi diattenuazione attenuazione Esistono ditipo tipoAABBCCDD di Inambito ambitolavorativo lavorativosisiusa usalalacurva curvadi diattenuazione attenuazionedi ditipo tipoAAperché perché In è più correlata al rischio di danno uditivo è più correlata al rischio di danno uditivo Macchinan.1 n.1--rilevazione rilevazionefonometrica fonometrica Macchina Frequenza(Hz) (Hz) Frequenza Intensitàsonora sonoramisurabile misurabile(dB) (dB) Intensità Fattoredi dicorrezione correzione(dB) (dB) Fattore Intensitàsonora sonoramostrata mostrata Intensità dallo strumento dB(A) dallo strumento dB(A) 50Hz Hz 1000Hz Hz 50 1000 110dB dB 80dB dB 110 80 30dB dB dB 30 00dB 80 dB(A) 80 dB(A) 80 dB(A) 80 dB(A) (110-30) (80-0) (110-30) (80-0) Inentrambi entrambii icasi casilalasensazione sensazionesonora sonora(volume (volumedello dellostereo stereoeffettivamente effettivamente In percepito)èèidentica,mentre identica,mentrei ilivelli livellidi dipressione pressionesonora sonorasono sonodiversi diversidi di10 10raddoppi raddoppi percepito) La misura del rumore Il Livello di Esposizione Personale Giornaliera Conoscendo i Leq delle varie aree dove si è recato il lavoratore è possibile calcolare il Livello di Esposizione Personale Giornaliera (Lep,d) In alternativa il lavoratore viene dotato di un fonometro integratore (dosimetro) che è in grado di integrare i livelli di intensità sonora dB(A) rilevati in tutto il turno lavorativo La misura del rumore - Il Livello Equivalente Inambiente ambientelavorativo lavorativol’esposizione l’esposizioneaarumore rumorenon nonèècostante costantema ma In variabile per intensità e durata variabile per intensità e durata LivelloEquivalente: Equivalente:sintetizza sintetizzain inun ununico unicovalore valoreilillivello livellodi di Livello esposizionenel neltempo. tempo. esposizione E’ililvalore valorein indB(A) dB(A)di diun unrumore rumorecontinuo continuoche cheha hala lastessa stessaenergia energia E’ sonora di tutti gli eventi acustici misurati nel periodo di sonora di tutti gli eventi acustici misurati nel periodo di osservazione. osservazione. E’in inpratica praticauna unamedia mediaponderata ponderataper pertutti tuttiiitempi tempidi diesposizione. esposizione. E’ Puntin.1 n.1een.2 n.2--rilevazione rilevazionefonometrica fonometrica Punti 4 ore a 100 dB(A) 4 ore a 100 dB(A) oreaa 80 80dB(A) dB(A) 44ore Leq97 97dB(A) dB(A) Leq lavoratorisi sispostano spostanocontinuamente continuamentein inaree areediverse. diverse. IIlavoratori La misura del rumore dB (decibel): è una misura del livello sonoro relativa alla capacità uditiva dell’orecchio umano (dB = 0 è il livello minimo udibile a 1000 Hz); il dB è una quantità adimensionale non lineare; il raddoppio corrisponde ad un aumento di 3 dB dB(A): per adeguamento alla effettiva sensibilità dell’orecchio mediante la curva di attenuazione di tipo A nelle misure con il fonometro in ambito lavorativo Leq ..dB(A): Livello Equivalente che sintetizza in un unico valore il livello di esposizione nel tempo. In ambiente lavorativo l’esposizione a rumore non è costante ma variabile per intensità e durata.E’ il valore in dB(A) di un rumore continuo che ha la stessa energia sonora di tutti gli eventi acustici misurati nel periodo di osservazione (in pratica una media logaritmica ponderata). Lep,d..dB(A): Livello di Esposizione Personale Giornaliera ottenuto integrando i Leq delle varie aree dove si è recato il lavoratore. Il fattore di scambio: Il TLV (Valore Limite Soglia) per esposizione a rumore è 85 dB(A) e come tutti i TLV vale per esposizioni di 8 ore.E’ possibile calcolare il tempo massimo di esposizione ad intensità di rumore superiori od inferiori al TLV applicando un fattore di scambio di 3 dB per ogni raddoppio(- 3 dB) o dimezzamento(+ 3 dB) del tempo di esposizione. Ore 24 80dB 8 85dB 4 88dB 2 91dB 1 94dB min 1 sec 1 112dB 127 dB 0.11 139 dB Rumore - Normativa Rumore - Normativa Direttiva 2003/10/CE del 6/2/2003 (entrata in vigore dal 15/2/2006) D.Lgs 277/91 1)Valori limite di esposizione: lLEX,8h = 87 dB(A) ppeak = 200 Pa [140 dB(A)] Sempre: valutazione del rischio, (misure o autocertificazione) Il valore di 87 dB(A) non deve mai essere superato e viene misurato tenendo conto della attenuazione prodotta dai DPI indossati <= 80 dB(A): rischio nullo 2)Valori superiori di esposizione che fanno scattare l'azione: >80-85 dB(A): informazione, visita su richiesta >85-90 dB(A): formazione, visita medica, audiometria biennale custodire le cartelle sanitarie DPI a disposizione >90 dB(A): formazione, visita medica, audiometria annuale, custodire le cartelle sanitarie, uso DPI obbligatorio, comunicare ASL le misure per ridurre il rischio, tenere registro esposti, perimetrare Rumore - Anatomia Orecchio LEX,8h = 85 dB(A) ppeak = 140 Pa [137 dB(A)] Azioni: informazione e formazione, diritto al controllo dell’udito Il valore di 85 dB(A) viene misurato senza tener conto della attenuazione prodotta dai DPI indossati 3)Valori inferiori di esposizione che fanno scattare l'azione: LEX,8h = 80 dB(A) ppeak = 112 Pa [135 dB(A)] Azioni: informazione e formazione, disponibilità al controllo dell’udito Il valore di 80 dB(A) viene misurato senza tener conto della attenuazione prodotta dai DPI indossati ppeak = massima pressione acustica istantanea ponderata con frequenza “C” LEX,8h= livello di esposizione giornaliera (valore medio ponderato per turno di 8 ore come definito da norma ISO 1999:90) Rumore - Anatomia Orecchio SEZIONE TRASVERSALE DELLA COCLEA membrana basilare ove è posto l’organo di Corti cellule ciliate esterne cellule di sostegno membrana tettoria cellule ciliate interne fibre nervose Ganglio spirale del Corti membrana basilare Rumore - Effetti uditivi Il rumore può provocare effetti sull’apparato uditivo diversi a seconda delle modalità ed intensità di esposizione. Rumore - Effetti uditivi: Spostamento temporaneo della soglia(STS) STS - Spostamento temporaneo della soglia uditiva innalzamento temporaneo della soglia uditiva rispetto a quella di riposo con recupero a distanza di tempo dal cessare dell’esposizione E’ un meccanismo di difesa delle ciglia e della parte apicale delle cellule acustiche che diventano meno rigide (rilasciamento dei filamenti di actina)(più inerti) con conseguente innalzamento della soglia uditiva Fatica fisiologica uditiva Spostamento temporaneo della soglia uditiva inferiore a 16 ore espressione di un esaurimento funzionale dei recettori periferici Fatica patologica uditiva Spostamento temporaneo della soglia uditiva superiore a 16 ore con effetto di sommazione in quanto si protrae anche dopo l’inizio della nuova giornata lavorativa Rumore - Effetti uditivi: Spostamento temporaneo della soglia(STS) La suscettibilità al rumore La suscettibilità all’agente lesivo rumore varia piuttosto ampiamente tra diversi individui, ma, in genere, necessitano almeno 10 anni di esposizione per avere perdite uditive significative. A titolo di esempio la perdita uditiva di una esposizione continua a 100 dBA è di: 5 dB 14 dB 19 dB a 5 anni a 20 anni a 40 anni L’esame clinico del paziente L’esame clinico del paziente non è importante nella valutazione dell’ipoacusia da rumore eccetto che per l’esclusione di altre possibili cause di ipoacusia. È necessaria una valutazione della membrana timpanica e dell’orecchio esterno, oltre alla valutazione neurologica per l’esclusione di patologie neurologiche. Ipoacusia da rumore 1 PERCETTIVA O NEUROSENSORIALE. (via aerea=ossea) 2 BILATERALE 3 SIMMETRICA 4 IRREVERSIBILE (non evolutivo al cessare dell’esposizione) Allo stesso modo gli esami di laboratorio e la diagnostica per immagini hanno importanza solo per la diagnosi differenziale. La valutazione audiometrica tonale rappresenta il presidio diagnostico più importante per la diagnosi di ipoacusia da rumore. Degenerazione delle cellule acustiche fino alla sostituzione delle cellule ciliate con un epitelio cubico monostratificato. In seguito anche le cellule nervose dell’organo del Corti vanno incontro a degenerazione. Ipoacusia da rumore Ipoacusia da rumore Il danno, indipendentemente dallo spettro del rumore a cui il soggetto è stato esposto inizia sempre dalle cellule acustiche che ricevono le frequenze 4000-6000 Hz Le ipotesi patogenetiche sono: • ridotta irrorazione della zona di coclea dei 4000 Hz da parte dell’arteria cocleare • Iperstimolazione meccanica con formazione di vortici nei liquidi labirintici che provocherebbe ipereccitazione e successiva sofferenza delle cellule cigliate della zona dei 4000 Hz • Da ultimo, dato che il rumore industriale ha una notevole componente impulsiva il danno inizierebbe proprio dalle cellule più sensibili alle frequenze degli stimoli impulsivi (comprese tra 4000 e 8000 Hz) Sintomatologia 4 stadi di progressione del danno 1°stadio: Acufeni a tonalità acute, sensazione di orecchio pieno. Audiometria:normale o lieve innalzamento della soglia a 4000 Hz. Perdita dell’udito reversibile con l’allontanamento. 2°stadio: Completa assenza di sintomatologia soggettiva eccetto rari acufeni. Audiometria: innalzamento della soglia a 4000 Hz (30-40 dB). 3°stadio: Non sente il ticchettio dell’orologio, alza il volume della radio. Audiometria: aumento della soglia 4000 (60 dB) e vengono interessate le frequenze vicine. 4°stadio: Sordità da rumore Difficoltà ad udire la voce parlata. Suoni percepiti male. Ipoacusia da rumore Ipoacusia da rumore Sintomatologia Sintomatologia: recruitment Nella quarta fase, l’insufficienza uditiva è palese. SENTO MA NON CAPISCO !!! Sono colpiti particolarmente gli scambi verbali con grave handicap sociale. Nei casi più gravi si ha anche un’alterazione qualitativa della capacità uditiva con percezione dei suoni in maniera distorta con alterazione del corretto rapporto tra entità dello stimolo e sensazione sonora. (Fenomeno del recruitment: reclutamento delle cellule laterali con conseguente minor caratterizzazione del suono in frequenza associato ad un improvviso aumento della sensazione uditiva per piccoli aumenti di intensità.) reclutamento delle cellule laterali: con conseguente minor caratterizzazione del suono in frequenza associato ad un improvviso aumento della sensazione uditiva per piccoli aumenti di intensità. dB 16 32.5 63 125 250 500 1000 2000 4000 8000 16000 Hz Ipoacusia da rumore Ipoacusia da rumore Diagnosi Diagnosi Escludere: • Patologie sistemiche: ipertensione arteriosa, aterosclerosi ,diabete, dislipemie • Patologie ORL: otiti, labirintiti, neurite virale e neurinoma dell’acustico Esposizione anamnestica al rischio (>85 dB) • Patologie traumatiche: traumi cranici, traumi acustici acuti • Patologie infettive: meningite, affezioni febbrili molto intense nella prima infanzia Acufeni • Pregresso utilizzo di farmaci ototossici: streptomicina, chinino, aspirina, diuretici, aminoglicosidi Recruitment • Ototossici professionali: piombo, CO, mercurio, solfuro di carbonio, tricloroetilene Audiometria tonale: deficit percettivo (ossea=aerea), bilaterale, simmetrico, irreversibile, “forma a cucchiaio” con deficit a partire dai 4000 Hz • Ototossici voluttuari: abuso di alcool • INOLTRE • presbiacusia: come l’ipoacusia da rumore inizia a 4000 Hz ( ISO1999, percentili) • Ipoacusia da rumore L’audiometria tonale liminare. Diagnosi differenziale con presbiacusia Presbiacusia: danno vascolare, quindi il deficit inizia come per il rumore intorno a 4000 Hz. Per discriminare tra ipoacusia da rumore e presbiacusia si confronta la curva audiometrica del soggetto con i percentili delle soglie acustiche della popolazione normale per sesso ed età definite dalla ISO1999 Se la curva del soggetto si pone oltre il 5°percent ile di deficit uditivo ISO 1999 è molto verosimile che il danno sia da imputare al rumore anziché alla presbiacusia Lo strumento base per l’esecuzione della audiometria tonale liminare è l’audiometro. È utilizzato per valutare la capacità uditiva di un soggetto mediante la determinazione della soglia di toni puri presentati a diverse frequenze per via aerea e per via ossea. Lo strumento genera toni puri la cui intensità può essere modificata con variazioni minime di 5 dB; I toni usati corrispondono alle frequenze 125, 250, 500, 1000, 2000, 4000, 8000 Hz. L’audiometria tonale liminare. . L’audiometria tonale liminare La procedura di esecuzione dell’audiometria si articola in due fasi: la rilevazione per via aerea, la rilevazione per via ossea. La rilevazione della soglia per via aerea deve essere preceduta da una otoscopia (peraltro prevista dal DL 277/1991) finalizzata alla verifica di eventuali patologie a carico del condotto uditivo esterno, della membrana timpanica. Normale dB -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 Ipoacusia rumore 1° voce 250 750 1500 3000 6000 500 1000 2000 4000 8000 -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 250 750 1500 3000 6000 500 1000 2000 4000 8000 -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 Hz La procedura di determinazione della soglia per via ossea prevede l’utilizzo di un vibratore osseo deve essere tenuto aderente all’osso mastoideo senza toccare il padiglione auricolare Ipoacusia rumore 2° -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 250 750 1500 3000 6000 500 1000 2000 4000 8000 Ipoacusia rumore 3° -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 rendita rendita 250 750 1500 3000 6000 500 1000 2000 4000 8000 -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 forma a cucchiaio inizio a 4000 Hz riduzione soglia uditiva > -25 dB percettiva bilaterale simmetrica irreversibile Non sento la voce Ipoacusia da rumore: audiometria Ipoacusia rumore 4° -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 rendita 250 750 1500 3000 6000 500 1000 2000 4000 8000 Ipoacusia rumore 5° -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 rendita 250 Ipoacusia 6° rumore+altro -10 trasmissivo percettivo 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 750 1500 3000 6000 250 500 1000 2000 4000 8000 altra causa Via Aerea rumore 750 1500 3000 6000 500 1000 2000 4000 8000 -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 Non sento la voce Ipoacusia 7° altra causa -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 altra causa 250 750 1500 3000 6000 500 1000 2000 4000 8000 -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 Potenziali evocati uditivi del tronco encefalico La valutazione obiettiva della tecnopatia da rumore assume carattere fortemente indicativo e probativo mediante la registrazione dei potenziali evocati uditivi del tronco encefalico. L’esame consente di valutare gli eventi bioelettrici che si realizzano nel nervo acustico e nel tronco encefalico, registrando la variazione dei potenziali elettrici di riposo in potenziali di attività nervosa ogni volta che l’orecchio umano viene raggiunto da stimoli acustici. Via Ossea Potenziali evocati uditivi del tronco encefalico Potenziali evocati uditivi del tronco encefalico I potenziali evocati uditivi del tronco encefalico sono espressi essenzialmente da 5 onde (I, II, III, IV, V), che riflettono l’attività generatrice di diverse stazioni neurali. Nello specifico sono generate: l’onda I a livello del nervo acustico, l’onda II dai nuclei cocleari, l’onda III dal complesso olivare superiore l’onda IV e V e dai nuclei del lemnisco laterale e collicolo inferiore. Nervo Acustico Nuclei Cocleari Oliva Superiore Lemnisco laterale Collicolo inferiore Potenziali evocati uditivi del tronco encefalico L’esame si dimostra particolarmente utile ai fini topodiagnostici, in quanto consente di valutare in maniera alquanto obbiettiva le ipoacusie neurosensoriali cocleari. L’esame positivo è caratterizzato da un innalzamento della soglia dell’onda V, direttamente proporzionale all’entità della ipoacusia, con valori di latenza e morfologia normali. Rumore Prevenzione Interventi antirumore sul sistema uomo/macchina Macchina sorgente di rumore IL DANNO BIOLOGICO Un evento lesivo che provoca un danno organico alla persona, con conseguenze di natura patrimoniale, determina anche una menomazione della qualità di vita. Questo danno, non collegato alla capacità del soggetto di prodotte un reddito, determina un’alterazione dell’integrità psicofisica, interferendo notevolmente sulle possibilità biologiche, sociali, estetiche, incidendo negativamente sulla qualità della vita. Per le menomazioni comprese tra il 6% ed il 16% l’indennizzo è erogato in capitale, mentre dal 16% in su si ha diritto all’erogazione di un’ulteriore quota di rendita, commisurata al grado della menomazione e alla retribuzione dell’assicurato. Propagazione per via aerea Propagazione per via solida Sistemi Sistemiantivibranti antivibranti sotto sottoililbasamento basamento delle dellemacchine macchine Isolamento Isolamentoantivibrante antivibrante dei deisingoli singoliposti postididilavoro lavoro Riduzione Riduzioneconcentraconcentrazione zionedelle dellemacchine macchine Costruzione Costruzionedidinuovi nuovi macchinari macchinarisilenziosi silenziosi Riduzione Riduzionedel delritmo ritmo didifunzionamento funzionamento Riduzione Riduzionetempo tempo esposizione esposizione Riduzione Riduzioneorario orario Rotazione Rotazionepersonale personale Aumento Aumentopause pause per via diretta per riflessione Barriere Barriere silenziatori silenziatori Cappe Cappedidi Rivestimento Rivestimento dei deimacchinari macchinari Trattamenti Trattamenti fonoassorbenti fonoassorbenti Uomo Uomo Protezione Protezioneindividuale individuale cuffie cuffieeecaschi caschi(-40dB), (-40dB), inserti inserti(-10 (-10dB), dB), cabine cabineisolanti isolanti Vibrazioni trasmesse al sistema mano braccio Vibrazioni NORMATIVA Il D. Lgs. 19/8/2005, n. 187, relativo alla “Attuazione della direttiva 2002/44/CE sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti da vibrazioni meccaniche”. Questo decreto prescrive a tutti i datori di lavoro precisi obblighi di misurazione e valutazione, imponendo pesanti sanzioni in caso di non rispetto della legge e dei “valori di riferimento” in essa definiti. Percentuale di lavoratori esposti professionalmente a vibrazioni meccaniche Tempo Totale Stato (%) A B 10.3 10 9 4 8 11 2 Circa da ¾ a ½ del tempo 6.5 8 5 4 9 3 Circa un ¼ del tempo 6.8 6 6 7 12 Totale 1 + 2 + 3 23.6 24 20 15 1 Per quasi tutto il tempo DK FIN F D EL NL IRL I L P E S UK 11 11 14 18 5 7 10 14 5 9 6 7 9 3 7 8 4 7 8 4 6 6 9 7 6 9 7 5 7 5 8 5 29 23 26 30 14 25 26 20 28 31 17 18 Source- 3rd European Survey on Working Conditions, European Foundation, 2000 Dublin Vibrazioni Le vibrazioni possono schematicamente essere classificate a seconda della frequenza in tre classi: Strumenti vibranti: 1)BASSE FREQUENZE (0-2Hz): di tipo rotatorio Si generano sui mezzi di trasporto:auto,navi,aerei. Sono responsabili della cinetosi (mal di mare) 2)MEDIE FREQUENZE (2-20Hz): Generate da macchine ed impianti industriali (mulini, frantoi) e mezzi di trasporto (trattori,autobus, metropolitane). Determinano effetti su tutto il corpo. 3)ALTE FREQUENZE (>20Hz): Generate da strumenti vibranti (martello, scalpello, motosega). Sono responsabili delle patologie osteoarticolari ed angioneurotiche degli arti superiori. di tipo percussorio Effetti delle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio Effetti delle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio 1) NEUROPATIA Vi è evidenza di elevata occorrenza,nei lavoratori esposti, di: IPO-PARESTESIE RIDUZIONE DELLA SENSIBILITA’ TERMICA E TATTILE RIDUZIONE DELLA CAPACITA’ DI MANIPOLAZIONE FINE • Neuropatie periferiche prevalentemente sensitive (nn. mediano, ulnare, radiale) • Osteoartropatie dei polsi e gomiti • Angioneurosi (Fenomeno di Raynaud) ETIOPATOGENESI: alterazioni di diversi tipi di fibre mieliniche e amieliniche e di due classi di meccanocettori cutanei, rispettivamente “Slow Adapting” (compllessi neuritici di Merkel e corpuscoli di Ruffini) e “Fast Adapting”(corpuscoli del Meissner e del Pacini) QUADRO CLINICO: turbe neurosensitive alle estremità distali degli arti superiori nel territorio del nervo mediano ed ulnare e talvolta anche del radiale. DIAGNOSI: Anamnesi positiva per esposizioni a vibrazioni a medie ed alte frequenze (smerigliatrici, motoseghe) Deterioramento della soglia estesiometrica, termica e vibrotattile. E’ stata anche evidenziata un’associazione con la sindrome del tunnel carpale, probabilmente più correlata con i movimenti frequenti e ripetitivi connessi all’uso di strumenti vibranti. NEUROPATIE:ACCERTAMENTI STRUMENTALI Indagini neurofisiologiche • Misura delle soglie di percezione vibrotattile (meccanorecettori cutanei e fibre mieliniche afferenti di tipo Aβ β) • Misura delle soglie di percezione termica (fibre amieliniche tipo C -caldo- e fibre mieliniche tipo Aδ δ -freddo-) • Misura delle soglie estesiometriche (discriminazione dei due punti, percezione della profondità) • Valutazione della destrezza manuale (test di Jepsen, Purdue pegboard test) D Effetti delle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio 2) OSTEOARTROPATIA DA STRUMENTI VIBRANTI Le possibili alterazioni osteo-articolari negli esposti a vibrazioni rappresentano un tema controverso,in quanto sono di tipo aspecifico e simili a quelle dovute a lavoro manuale pesante ed ai processi di invecchiamento. E’ stato tuttavia evidenziato che gli esposti a vibrazioni a bassa frequenza ed elevata ampiezza (utensili a movimento percussorio come martelli e scalpelli pneumatici) presentano un’elevata prevalenza di: cisti e vacuoli sulle ossa carpali e metacarpali alterazioni artrosiche (polsi e gomiti) alterazioni osteofitosiche (gomiti). Patognomonica era ritenuta la necrosi del semilunare. Le alterazioni osteo-articolari non risultano aumentate negli esposti a vibrazioni a medie ed alte frequenze (smerigliatrici, motoseghe). Effetti delle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio 3) ANGIOPATIE DA STRUMENTI VIBRANTI L’associazione tra angiopatia e utilizzo di strumenti vibranti è ben documentata I disturbi vascolari sono classificati come: Fenomeno di Raynaud secondario caratterizzato da attacchi di pallore locale e ben delimitato alle dita maggiormente esposte alle vibrazioni e scatenato dall’esposizione al freddo. Nello stadio avanzato compaiono anche: Alterazioni trofiche cutanee all’estremità delle dita. ETIOPATOGENESI: • Iperreatività del sistema nervoso simpatico • Alterazione dei recettori adrenergici • Ipertrofia della tunica media muscolare delle arterie digitali DIAGNOSI DIFFERENZIALE Con il Fenomeno di Raynaud primitivo e caratterizzato da pallore diffuso omogeneo, simmetrico delle 2 mani e talvolta localizzato anche alle dita dei piedi DIAGNOSI: • Anamnesi positiva per esposizioni a vibrazioni • Comparsa del primo episodio di pallore dopo esposizione a vibrazioni Macchina • Esclusione di familiarità per sindromi vasospastiche e fenomeno di Raynaud primitivo n°1 • Esclusione di malattie sistemiche. Necrosi del semilunare dx e artrosi radiocarpica e del carpo Sperone olecranico a sx S Requisiti anamnestici minimi per la diagnosi di angiopatia da vibranti (Stockholm Workshop 94) • • • • Stadi del fenomeno di Raynaud (Stockholm Workshop ’86) • Stadio 0: non sintomi vasospastici Anamnesi positiva per episodi di pallore ben demarcato ad uno o più dita delle mani provocati dall’esposizione a microclima freddo (una storia di sola cianosi non è sufficiente per una diagnosi di fenomeno di Raynaud) Comparsa del primo episodio di pallore dell’esposizione a vibrazioni mano-braccio digitale dopo • Stadio 1: occasionali episodi di pallore alle estremità di uno o più dita l’inizio Presenza di episodi di pallore digitale negli ultimi due anni durante i quali vi sia stata esposizione a vibrazioni (fenomeno di Raynaud da vibranti in fase attiva) Assenza di elementi clinico-anamnestici suggestivi per familiarità positiva per sindromi vasospastiche oppure per fenomeno di Raynaud primitivo o secondario a patologie locali o sistemiche • Stadio 2: occasionali episodi di pallore alle falangi distale e intermedia (raramente prossimale) di uno o più dita • Stadio 3: frequenti episodi di pallore a tutte le falangi della maggior parte delle dita • Stadio 4: come in stadio 3, con associati disturbi trofici alle estremità delle dita ANGIOPATIE DA STRUMENTI VIBRANTI INDAGINI CLINICO-STRUMENTALI Cold test: esposizione al freddo (10-15°) con comparsa del p allore alle dita delle mani e riduzione del valore della pressione digitale inferiore al 60% di quella misurata a 30°. per diagnosi differenziale VES, PCR,emocromo, glicemia, uricemia, fattore reumatoide, crioglobuline e marker di malattie autoimmuni. Fenomeno di Raynaud alle dita lunghe bilateralmente ANGIOPATIE DA STRUMENTI VIBRANTI INDAGINI CLINICO-STRUMENTALI Radiazioni Fotopletismografia digitale prima e dopo prova termica alle dita lunghe dopo prova termica comparsa del fenomeno di Raynaud e contemporaneo appiattimento dell’onda sfigmica al 2,3,4,e 5 dito. Radiazioni RADIAZIONE IONIZZANTI Radiazioni capaci di determinare, direttamente o indirettamente, la ionizzazione della materia distaccando un elettrone dall’orbita periferica di un atomo con formazione di uno ione positivo ed uno negativo (elettrone) di natura corpuscolata:raggi α, β, neutroni e protoni di natura elettromagnetiche (quanti di energia): raggi X, γ RADIAZIONI NON IONIZZANTI (NIR:non ionizing radiation) Trasferiscono energia al corpo che attraversano in quantitativi non sufficienti a indurre ionizzazione (onde radio, radiofrequenze,microonde, infrarosso,visibile ,ultravioletto) Capacità penetrante e lesività biologica da irradiazione esterna Fermati da un foglio di carta R gi ag (lesivi per assorbimento interno: radon) α Si produce dopo alcune ore o dopo alcuni anni Si produce in 10-7 -10-5 secondi Morte cellulare o dell’animale Raggi β Sorgente della radiazione Ionizzazione ed eccitazione BIOLOGICO FISICO Fermati da 2-4 mm. di alluminio EFFETTI INDOTTI DALLE RADIAZIONI IONIZZANTI Ra gg iγ BIOMOLECOLARE Su proteine ed acidi nucleici Fermati da 100mm. di piombo Raggi X e neutroni sono dotati di capacità penetrante e lesività biologica da irradiazione esterna elevata Radiazioni ionizzanti: meccanismi d’azione e danni biologici I meccanismi d’azione sulle strutture biologiche possono essere di tipo: diretto od indiretto CHIMICO Produzione di radicali liberi e di molecole eccitate Si produce tra alcuni secondi e alcune ore Si produce in 10-4 -10-3 secondi Effetti patologici delle radiazioni ionizzanti SOMATICI GENETICI Sull’individuo irradiato Diretto (effetto biologico e biomolecolare): • lesione della membrana cellulare • alterazioni dei ribosomi e mitocondri • mutazioni dei geni stabili o instabili (danno genetico) Indiretto (effetto fisico e chimico) • azione sui mezzi solventi con produzione di radicali liberi (H2O2) che modificano e distruggono le macromolecole biologiche (proteine, acidi nucleici) Sulla progenie STOCASTICI NON STOCASTICI (probabilistici, casuali, statistici, differiti) (graduati, deterministici non casuali) STOCASTICI (probabilistici,casuali,statistici,differiti) MUTAZIONI GENICHE LEUCEMIE TUMORI SOLIDI CATARATTA INFERTILITÀ RADIODERMITE I raggi X e Y danno luogo a limitata produzione di ioni primari, agiscono, quindi, prevalentemente in modo indiretto SINDROME ACUTA DA IRRADIAZIONE ABERRAZIONI CROMOSOMICHE Effetti patologici delle radiazioni ionizzanti Gerarchia di sensibilità alle radiazioni ionizzanti nei sistemi biologici L’effetto biologico dipende dalla dose assorbita e dalla radiosensibilità della struttura colpita che è condizionata dalla velocità di ricambio cellulare del tessuto stesso Virus con acido nucleico a singola elica ricambio Virus con acido nucleico a doppia elica Tessuto ematopoietico gonadi strato basale cute cristallino epitelio intestinale fegato alveoli polmonari dotti biliari tubuli renali endoteli connettivo ossa,muscoli, sistema nervoso Microorganismi con corredo aploide Organismi con corredo diploide Radiazioni ionizzanti: Sindromi cliniche da irradiazione esterna Quadri clinici da irradiazione L’organismo può essere colpito dall’esterno o dall’interno, per introduzione di radionuclidi, e, pertanto, si distinguono sindromi da irradiazione esterna e sindromi da irradiazione interna,che a loro volta,in funzione della dose assorbita si dividono in acute e croniche Irradiazioni esterne Irradiazioni interna Sindrome acuta da irradiazione globale Danni somatici tardivi generali Sindrome acuta da irradiazione locale: Danni somatici localizzati Sindrome cronica da irradiazione esterna globale Danni tardivi di carattere genetico Sindrome cronica da irradiazione esterna locale Sindrome acuta da irradiazione globale Esposizione accidentale di lavoratori a rischio In ordine alla dose assorbita si distinguono diversi quadri clinici Per dosi elevate Per dosi medio basse Per dosi alte (circa 300 gray) (da 100 a 10 gray) Sindrome cerebrale Sindrome gastrointestinale evolve in pochi ore o giorni si manifesta dal 3°al 20°giorno ed è sempre fatale ed è sempre fatale, con nausea, con vomito, vomito, tremori, diarrea ematica, convulsioni, grave disidratazione, coma, collasso cardiocircolatorio, Morte Morte (> 10 gray) Sindrome emopoietica compare tra l’8°ed il 50°giorno ad esito per lo più fatale, con, in ordine cronologico, linfopenia, neutropenia e piastrinopenia e quindi manifestazioni emorragiche ed infezioni La terapia è sintomatica Radiazioni ionizzanti: Sindromi cliniche da irradiazione esterna Quadro ematico periferico da irradiazione Dopo una dose di 10 Gray è indicato l’andamento del quadro ematico periferico nel tempo. I linfociti riportati sono quelli circolanti, quelli della memoria sono molto resistenti. Il quadro riportato è la conseguenza della distruzione della cellula staminale ematopoietica e quindi della impossibilità a produrre cellule mature che rimpiazzino quelle che normalmente muoiono. Sindrome acuta da irradiazione locale Avviene per azione di sorgenti distanti o per deposito di sostanze radioattive sulla superficie cutanea. Le strutture più sensibili sono la cute e le gonadi Cute al crescere della dose si ha: depilazione, eritema, radio epidermite con eritema, bolle e flittene, radiodermite necrosante con ulcere poco tendenti alla guarigione e propense alla degenerazione neoplastica Gonadi col crescere della dose si ha: nell’uomo azospermia transitoria -> sterilità permanente nella donna disturbi ovarici, sterilità permanente con disturbi endocrini RADIODERMITE NECROSANTE CON ULCERA Radiazioni ionizzanti: Sindromi cliniche da irradiazione esterna Sindrome cronica da irradiazione esterna globale Riguarda lavoratori addetti alla manipolazione di sostanze radioattive, alla conduzione di impianti radiogeni, a lavori minerari in aree radiogene. La sintomatologia è sfumata ed è caratterizzata da: ipotrofia cutanea, ipoplasia midollare, deperimento organico con un accorciamento della vita media. Sindrome cronica da irradiazione esterna locale Frequente in passato in radiologi ed ortopedici. La sintomatologia riguarda la cute con un quadro di radiodermite cronica con atrofia cutanea, distrofia ungueale e discheratosi, ulcerazioni e frequente sviluppo di epiteliomi Radiodermite cronica palmare da contatti ripetuti con isotopi gammaemittenti in laboratorio RADIODERMITE CRONICA CON ULCERAZIONE E INIZIALE DEGENERAZIONE SPINOCELLULARE ulcerazione iniziale degenerazione spinocellulare Radiazioni ionizzanti: Sindromi cliniche da irradiazione interna RADIAZIONI NON IONIZZANTI Avviene per errore o incidente attraverso la via digerente, e respiratoria (radionuclidi gassosi come il radon nei minatori). Trasferiscono energia al corpo che attraversano in quantitativi non sufficienti a indurre ionizzazione (NIR:non ionizing radiation) (onde radio, radiofrequenze,microonde, infrarosso,visibile,ultravioletto) La distribuzione è condizionata dalla affinità metabolica: radio tessuto osseo, iodio tiroide, cesio muscoli Danni somatici tardivi generali Leucemie negli esposti in genere Carcinomi polmonari (minatori esposti al radon) Osteosarcomi del mascellare (addetti alla verniciatura di quadranti fosforescenti) Precoce e rapida senescenza, processi sclerotico degenerativi polidistrettuali Danni somatici localizzati Cataratta Danni tardivi di carattere genetico Mutazioni nel DNA delle cellule germinali con possibili difetti genetici nella progenie L’esposizione al rischio più elevato per i lavoratori si riscontra nell’incollaggio rapido del legno, stampaggio plastica, saldatura e fusione metalli Effetti biologici a lungo termine delle NIR Effetti biologici a lungo termine delle NIR Per quanto riguarda gli effetti biologici a lungo termine dell’esposizione a campi di radiazioni elettromagnetici non ionizzanti, occorre operare una distinzione tra I campi da 0 Hz a 1 MHz non producono alcun riscaldamento significativo. campi a frequenze estremamente basse (ELF) I campi e.m. tra 1 MHz e 10 GHz penetrano nei tessuti e producono riscaldamento a causa dell’assorbimento di energia,innalzando la temperatura in tali tessuti. (in particolare le frequenze di 50-60 Hz utilizzate per la rete elettrica) e l’insieme delle RF e MW (comprese tra 100 kHz e 300 GHz) telecomunicazioni (televisione,radio FM) telefoni cellulari (900 – 1800 MHz) industria (incollaggio rapido del legno, stampaggio plastica, saldatura e fusione metalli) medicina (radarterapia) L’assorbimento di energia dei campi RF nei tessuti viene misurato come tasso di assorbimento specifico (SAR) all’interno della massa di tessuto. L’unità di misura del SAR è il W/kg I campi e.m. con frequenza tra 10 e 300 GHz vengono pressoché totalmente assorbiti presso la superficie cutanea e l’energia che penetra nei tessuti sottostanti è molto ridotta. EFFETTI PATOLOGICI ATTRIBUIBILI ALLE NIR Effetti biologici a lungo termine delle NIR Gli effetti biologici vengono comunemente suddivisi in: effetti termici o deterministici ed effetti non termici o stocastici. Gli effetti termici sono dovuti ad innalzamento della temperatura all’interno dell’organo. Gli organi più colpiti sono il cristallino (non vascolarizzato) con la cataratta ed i testicoli (sensibilità elevata al calore) con l’oligo e azo-spermia. Gli effetti non termici sono costituiti da alterazioni biologiche che possono determinarsi in assenza di effetti termici apprezzabilia carico del sistema emopoietico, cardiovascolare, nervoso centrale e vegetativo. Alterazioni dell’ECG (comparsa di onde teta e delta) Labilità pressoria e del ritmo cardiaco, acrocianosi Cataratta, opacità corneali, congiuntivite, lesioni retiniche, aumento della pressione endooculare Linfocitosi, monocitosi, modificazione delle proteine plasmatiche, riduzione dell’istaminemia APPARATO CARDIOVASCOLARE OCCHIO SISTEMA NERVOSO SANGUE SINDROMOCOMPLESSE Vagotonia, tremori alle estremità,innalzamento della soglia uditiva, visiva notturna e tattile, dermografismo rosso Sindrome astenica (debolezza, stancabilità, insonnia), VARIE Iperattività tiroidea, oligo-azospermia, Iperidrosi, caduta dei capelli, rash cutanei Sindrome “da microonde” (vagotonia,bradicardia,ipotensione) Studi epidemiologici su esposizione a campi e.m. ELF (effetti non termici) Sulla base degli studi epidemiologici dagli anni’70 la IARC (Monografia n. 80 del 2002) ha concluso: In relazione alla leucemia infantile vi è una limitata evidenza di cancerogenicità nell’uomo riferibile a campi magnetici ELF In relazione a tutte le altre forme di cancro, vi è inadeguata evidenza di cancerogenicità nell’uomo riferibile a campi magnetici ELF I campi magnetici ELF vengono pertanto classificati “possibili cancerogeni” per l’uomo (Gruppo IARC 2B) Studi epidemiologici su campi e.m. a RF e MW (effetti non termici) Nessun importante studio epidemiologico supporta l’ipotesi di aumento di incidenza di tumori cerebrali in relazione all’uso di telefoni cellulari (Muscat 2000, Inskip 2001). L’OMS afferma che non vi è alcuna evidenza convincente che l’esposizione a campi e.m. a RF abbrevi la durata della vita umana ovvero induca o favorisca il cancro. The Twenty Highest Radiating Cell Phones (EUROPE) Manufacturer Manufacturer Manufact urer Model SAR rating W/Kg Model Model The Twenty Lowest Radiating Cell Phones (EUROPE) SAR rating W/Kg SAR rating W/Kg Manufacturer Model SAR rating W/Kg Motorola MPx200 0.12 Sony Ericsson Z1010 1.41 Sony Ericsson Z600 0.16 Sony Ericsson A1228C 1.38 Sony Ericsson T2265 0.26 Sony Ericsson A1228DSI 1.34 Samsung SGH E800 0.32 Mitsubishi M21i 1.28 LG 7100 0.32 Motorola V50 1.19 Nokia 9210/9210i 0.34 Motorola V3688/V3690 1.19 Siemens U15 0.35 LG C1200 1.15 Alcatel 715 0.35 Sony Ericsson R300D/R300LX 1.13 Mitsubishi M341i 0.356 Sony Ericsson LG R278D C1100 1.41 1.12 Nokia 7200 0.36 Sagem MYC1 1.12 Samsung SGH D410 0.37 Motorola P7389 1.07 Sony Ericsson T68i 0.38 LG 8110 1.07 Nokia THR850 0.38 Alcatel 700 1.04 Motorola Accompli 009 0.38 Samsung SGH A300 1.03 LG G5300i 0.427 Alcatel 300 1.02 Motorola P8088 0.43 Alcatel 301 1.02 Alcatel 332 0.43 Motorola A008 1.02 Panasonic P341i 0.459 Siemens M50 1.01 Panasonic Z70 0.459 Siemens MT50 1.01 Panasonic X70 0.459 DEFINIZIONE MICROCLIMA Si definisce “microclima” il complesso dei parametri climatici dell’ambiente locale (ma non necessariamente confinato) che determina gli scambi termici fra l’ambiente stesso e gli individui che vi operano. Con particolare riferimento agli aspetti normativi gli ambienti termici vengono convenzionalmente distinti in: • Ambienti moderati • Ambienti caldi • Ambienti freddi Cenni di Termofisiologia Cenni di Termofisiologia L’uomo e’ un organismo “omeotermo”ossia con una temperatura interna costante. Mantenere una temperatura interna costante (~37°C) non coincide, però con una condizione del benessere termico, che corrisponde ad una sensazione di soddisfazione anche psichica dell’ambiente che ci circonda, con i meccanismi di termoregolazione impegnati al minimo. Meccanismi di difesa verso Il caldo Meccanismi di difesa verso il freddo vasodilatazione cutanea vasocostrizione perspiratio insensibilis (cute,polmoni) brivido sudorazione attiva aumento dell’attivita’ motoria diminuzione attivita’ motoria fallimento dei sistemi I meccanismi di termoregolazione si basano su un: Controllo centrale ipotalamico Sensori periferici nel midollo nella cute Effettori vasomotori sudoripari metabolici fallimento dei sistemi Temperature corporee misurabili Per la temperatura interna: temperatura rettale, esofagea, timpanica, orale I meccanismi di termoregolazione entrano in azione nelle situazioni di caldo e freddo con lo scopo di mantenere la temperatura interna costante. Per la temperatura esterna: temperatura cutanea Il bilancio termico Il bilancio termico Dispendio Metabolico (met o W/m2) (M) Per mantenere la temperatura interna costante è necessario avere un bilancio termico in pareggio, cioè il calore prodotto deve essere uguale a quello dissipato I parametri fondamentali che determinano il bilancio termico sono: Lavoro (W) nucleo +Convezione (C) +- Ta = temperatura dell’aria (°C) Radiazione (R) Tr = temperatura media radiante (°C) Evaporazione (E) U= Umidita’ relativa (%) Va= velocità dell’aria (m/s) M= dispendio metabolico (met o W/m2) +- isolamento termico del vestiario Convezione respiratoria (Cres) Evaporazione respiratoria (Eres) Icl= isolamento del vestiario (clo m2/°C Watt +Costante (K) Conduzione (K) Distribuzione della portata cardiaca in rapporto al consumo di O2 a differenti temperature ambientali con umidità relativa costante (50%) Comportamento di alcuni tests psicologici in rapporto alla temperatura effettiva a sinistra a 37°C, a destra a 21°C. Portata cardiaca (l/min) (l/min) 37°C 21°C 90 % Riduzione efficienza Portata cardiaca 100 80 70 Heavy parsitmeter test Wireless telegraphy Reception test Coding test 60 50 Consumo di O2( l/min) Consumo di O2( l/min) cervello cuore altri organi muscoli operanti cute altri muscoli scheletrici 40 15 20 25 30 Temperatura effettiva 35 La misura dei parametri fondamentali La misura dei parametri fondamentali Sonda per la temperatura radiante (globotermometro) Sonda per la temperatura secca e umida dell’aria Schermo Ventola Globo nero Sensori Serbatoio acqua distillata La misura dei parametri fondamentali Sonda per la velocità dell’aria (termoanemometro) sensore ventilazione termoresistenza (filo caldo) sensore temperatura Sensore La misura dei parametri fondamentali Metabolismo energetico corrispondente ad alcune attività Attività Metabolismo energetico (W/m2) (met) Disteso 46 0.8 Seduto, rilassato 58 1.0 In piedi, rilassato 70 1.2 Attività sedentaria (ufficio, casa scuola, laboratorio) 70 1.2 Attività in piedi (compere, laboratorio, industria leggera) 93 1.6 Attività in piedi (commesso, lavori domestici, lavori a 116 2.0 165 2.8 macchina) Attività moderata (lavoro pesante a macchina, lavoro in garage) Gli indici termici La misura dei parametri fondamentali Resistenza termica di alcuni abbigliamenti tipici Abbigliamento Icl (clo) Nudo 0 Tipico abbigliamento tropicale: mutande, pantaloncini, camicia a maniche corte con 0.3 collo sbottonato, calzini leggeri e sandali. Abbigliamento leggero estivo: mutande, pantalone leggero, camicia a maniche 0.5 corte con collo sbottonato, calzini leggeri e scarpe. Abbigliamento da lavoro leggero: mutande, maglia intima leggera, camicia da lavoro 0.7 di cotone a maniche lunghe, pantaloni da lavoro, calzini di lana, scarpe. Tipico abbigliamento invernale per ambienti chiusi: mutande, maglia intima, camicia 1.0 a maniche lunghe, pantaloni, giacca pullover a maniche lunghe, calzini pesanti, scarpe. Abito tradizionale pesante all'europea: biancheria intima di cotone con maglia a 1.5 maniche lunghe e mutande lunghe, camicia, vestito completo, soprabito con cintura, calzini di lana e scarpe pesanti. Una volta noti i 4 parametri microclimatici fisici (temperatura secca dell’aria, temperatura umida, temperatura radiante e velocità dell’aria) ed i 2 parametri microclimatici personali (dispendio energetico e isolamento termico del vestiario) è possibile calcolare gli indici termici che permettono di esprimere una valutazione sugli ambienti lavorativi caldi (valutazione dello stress da caldo), freddi (valutazione dello stress da freddo) e termicamente neutri (valutazione del benessere termico). Gli indici più utilizzati ed affidabili sono: CALDO WBGT (Wet bulb globetermometer) Sudorazione Richiesta FREDDO ISOLAMENTO RICHIESTO BENESSERE TERMICO PMV (Voto Medio Predetto) PPD (Percentuale Predetta Insoddisfatti) PATOLOGIE DA CALORE Ramazzini 1700 La temperatura cutanea sale Prima linea di difesa Seconda linea di difesa Vasodilatazione periferica (aumenta la portata del circolo cutaneo superficiale) Sudorazione Deplezione di sali CRAMPI DA CALORE Instabilità circolatoria e vasomotoria EDEMA DA CALORE Insufficiente ritorno venoso al cuore Flusso sanguigno insufficiente nei centri vitali Circolazione cutanea insufficiente DISORDINI CUTANEI Diminuita sudorazione Aumenta la temperatura corporea COLLASSO CARDIO-CIRCOLATORIO (sincope da calore) Impoverimento di acqua (disidratazione) Fatica ed impossibilità a continuare il lavoro di termoregolazione Blocco dei meccanismi centrali di controllo ESAURIMENTO DA CALORE CON DEPLEZIONE DI ACQUA Elevazione rapida della temperatura interna COLPO DI CALORE Caso clinico Ramazzini 1700 "Novatore" Primo medico a fare oggetto di trattazione sistematica le malattie della "gente comune" Alle domande ippocratiche che il medico rivolge al paziente: Cosa soffri? Per quale motivo? Da quanti giorni ? Aggiunge "et quam artem exerceas?" - Che lavoro fai ? P. S., donna, di anni 29, da circa 15 giorni lamenta cefalea, epigastralgia, e nausea al mattino prima di andare al lavoro. Trattamento solo sintomatico antiacido ed antiemetico. Benessere al week-end. Non sospetto di causa professionale data l’insorgenza dei disturbi al mattino prima del lavoro. Viene consigliata la visita di medicina del lavoro: si è saputo essere impiegata in operazioni di microsaldatura con applicazione di flussante, che provvedeva ad aerosolizzare con erogatore a pompa senza aspirazioni o protezioni. Orario di lavoro sino alle 17.00 circa. Luogo: scantinato di laboratorio artigianale. Il flussante in questione è risultato contenere, in percentuale variabile, metanolo. Nel caso in esame, le caratteristiche, la modalità e il tempo di comparsa delle manifestazioni cliniche sono compatibili con gli effetti acuti di una esposizione, di lieve entità, a metanolo. Infatti la tossicità dell’alcool è dovuta all’azione dei prodotti di degradazione metabolica, aldeide formica ed acido formico, che avviene con lentezza (12-24) ore. Ecco svelato il perché dell’insorgenza tardiva e al mattino. La diagnosi va confermata poi con il dosaggio dell’acido formico nelle urine (positivo se > 70 mg/24 ore). E’ stata avvisata l’ASL competente che ha fatto chiudere il laboratorio. EPIDEMIOLOGIA RUMORE e IPOACUSIA DA RUMORE Rumore Suono: propagazione di energia meccanica, sotto forma di onde cicliche generate da corpi in vibrazione, attraverso mezzi elastici ampiezza Rumore: suono non desiderato λ λ tempo Periodo: tempo necessario per completare un ciclo (in secondi) Lunghezza d’onda (λ λ): distanza percorsa durante un intervallo di tempo uguale al periodo Frequenza: numero di cicli per unità di tempo (secondo). L’unità di misura è l’Hertz (Hz). I suoni udibili dall’orecchio umano hanno frequenze comprese tra 20 e 20.000 Hz. Infrasuoni < 20 Hz Ultrasuoni > 20.000 Hz Potenza sonora: energia sonora generata in un secondo. L’unità di misura è il Watt (W). Intensità sonora: quantità media di potenza sonora per unità di superficie. L’unità di misura è il Decibel (W/m2=dB) Sia in ambito industriale che agricolo, la quasi totalità delle lavorazioni comporta una esposizione a livelli rischiosi di rumore. Secondo le valutazioni della Comunità Europea ammonta a circa 30 milioni il numero di lavoratori esposti, in ambito lavorativo, a livelli di intensità sonora uguali o superiori agli 80 dBA Leq. Di questi, circa 9 milioni, sono sottoposti, mediamente, ad un rumore eccedente il 90 dBA Leq. I dati ufficiali sulla diffusione dell’ipoacusia da rumore nei lavoratori dell’industria sono forniti dall’INAIL che denuncia come l’otopatia professionale costituisca oltre il 50% delle rendite per malattia professionale. Livelli Sonori e Decibel Pressione Intensità Livello sonora sonora sonoro (µPa) 20 60 200 600 2000 6000 20000 60000 200000 600000 2000000 6000000 20000000 (W/m2) 10-12 10-11 10-10 10-9 10-8 10-7 10-6 10-5 10-4 10-3 10-2 0.1 1 (dB) 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 Sorgente sonora bisbiglio canto di uccellini conversazione bassa voce conversazione normale. stampante telefono voce gridata tosaerba sega circolare martello pneumatico Decibel (dB): è il logaritmo in base 10 del rapporto tra la pressione sonora misurata e la pressione sonora di riferimento dB = 10 log (P(t)/Po) Il dB valuta il livello delle variazioni di pressione acustica ed è una misura relativa alla capacità uditiva dell’orecchio umano (dB = 0 è il livello minimo udibile a 1000 Hz) Il dB è una quantità adimensionale non lineare Il raddoppio del livello sonoro (pressione acustica) corrisponde ad un aumento di 3 dB Propagazione e trasmissione del rumore Effetti combinati di più sorgenti pressione acustica dB 1 ventilatore 2 ventilatori Energia assorbita 80 83 Energia incidente Energia riflessa SPL totale = 10 log (I1 + I2) = 10 log (108 + 108) = 83 dB 85 dB macchina n°1 80 dB macchina n°2 RUMORE NELLA STANZA = 86 dB SPL = 10 log (I1 + I2) = 10 log (108.5 + 108) = 86 dB in generale parete (suono per via aerea) Energia trasmessa (suono direttamente trasmesso e suono dovuto a vibrazione meccanica) (suono per via aerea) Sorgentipuntiformi: puntiformi:sorgenti sorgentididirumore rumoreininambiente ambienteaperto, aperto,senza senzariflessione riflessione Sorgenti L’intesità sonora diminuisce con il quadrato della distanza L’intesità sonora diminuisce con il quadrato della distanza Sorgentilineari: lineari:sorgenti sorgentididirumore rumoreininambiente ambientechiuso, chiuso,con conriflessione riflessione(quasi (quasi Sorgenti tutte le sorgenti lavorative) tutte le sorgenti lavorative) L’intesitàsonora sonoradiminuisce diminuiscedirettamente direttamentecon conlaladistanza distanza L’intesità Raddoppio della distanza dB Raddoppio della distanza ==--33dB Macchina n°1 SPLn = 10 log (Σnι=1 10SPLi/10) Propagazione e trasmissione del rumore 85 dB a 25 m 82 dB a 50 m Spettro sonoro Analisi di frequenza Tonopuro: puro:tono tonocomposto compostoda dauna unasola solafrequenza frequenza Tono Rumore:composto compostoda danumerosi numerositoni toni(frequenze) (frequenze) Rumore: Glieffetti effettidel delrumore rumoresull’apparato sull’apparatouditivo uditivoeelelemodalità modalitàdidiabbattimento abbattimentovariano variano Gli in funzione della frequenza. in funzione della frequenza. E’quindi quindiimportante importanteeffettuare effettuarel’analisi l’analisididifrequenza frequenzaper per bande bandedidiottava ottava E’ Toni bassi Toni medi Toni alti dB 16 32.5 63 125 bande di ottava 250 500 1000 2000 4000 8000 16000 Hz ogni ottava viene rilevata separatamente La misura del rumore - il fonometro Caratteristiche del rumore Continuo:dura duratutto tuttoililturno turnolavorativo lavorativo Continuo: Discontinuo:pause pausedididurata duratasignificativa significativa Discontinuo: Fluttuante: fluttuazioni >1 dB Fluttuante: fluttuazioni >1 dB Impulsivo:durata duratatra tra11msec msecee11sec secmassimo massimoininpratica praticamassimo massimo1-5 1-5picchi/sec picchi/sec Impulsivo: Sensazionesonora sonora Sensazione Sogliauditiva: uditiva:minimo minimovalore valoredidiPressione Pressionesonora sonorainingrado gradodidideterminare determinareuna unasensazione sensazione Soglia sonora. La sensibilità dell’orecchio non è costante alle varie frequenze. sonora. La sensibilità dell’orecchio non è costante alle varie frequenze. EElala sogliauditiva uditivavaria variaininfunzione funzionedella dellafrequenza. frequenza. soglia Sogliadi didolore: dolore:per perintensità intensitàsonore sonore>130-140 >130-140dB, dB,indipendentemente indipendentementedalla dallafrequenza, frequenza,ilil Soglia suono è in grado di provocare dolore. suono è in grado di provocare dolore. 16 Voce di conv ersaz i inudibile 32.5 63 125 250 500 1000 2000 one 4000 ultrasuoni Soglia del dolore infrasuoni 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Inambiente ambientelavorativo lavorativol’esposizione l’esposizioneaarumore rumorenon nonèècostante costantema ma In variabileper perintensità intensitàeedurata durata variabile Livello Equivalente: sintetizza inun ununico unicovalore valoreilillivello livellodi di Livello Equivalente: sintetizza in esposizione nel tempo. esposizione nel tempo. E’ililvalore valorein indB(A) dB(A)di diun unrumore rumorecontinuo continuoche cheha hala lastessa stessaenergia energia E’ sonora di tutti gli eventi acustici misurati nel periodo di sonora di tutti gli eventi acustici misurati nel periodo di osservazione. osservazione. E’in inpratica praticauna unamedia mediaponderata ponderataper pertutti tuttiiitempi tempidi diesposizione. esposizione. E’ Leq97 97dB(A) dB(A) Leq lavoratorisi sispostano spostanocontinuamente continuamentein inaree areediverse. diverse. IIlavoratori Macchinan.1 n.1--rilevazione rilevazionefonometrica fonometrica Macchina Frequenza(Hz) (Hz) Frequenza Intensitàsonora sonoramisurabile misurabile(dB) (dB) Intensità Fattoredi dicorrezione correzione(dB) (dB) Fattore Intensitàsonora sonoramostrata mostrata Intensità dallo strumento dB(A) dallo strumento dB(A) 50Hz Hz 1000Hz Hz 50 1000 110dB dB 80dB dB 110 80 30dB dB dB 30 00dB 80 dB(A) 80 dB(A) 80 dB(A) 80 dB(A) (110-30) (80-0) (110-30) (80-0) Inentrambi entrambii icasi casilalasensazione sensazionesonora sonora(volume (volumedello dellostereo stereoeffettivamente effettivamente In percepito)èèidentica,mentre identica,mentrei ilivelli livellidi dipressione pressionesonora sonorasono sonodiversi diversidi di10 10raddoppi raddoppi percepito) 8000 16000 32000 La misura del rumore - Il Livello Equivalente Puntin.1 n.1een.2 n.2--rilevazione rilevazionefonometrica fonometrica Punti 4 ore a 100 dB(A) 4 ore a 100 dB(A) oreaa 80 80dB(A) dB(A) 44ore Lasensibilità sensibilitàdell’orecchio dell’orecchioèè variabile: variabile: La Lasensibilità sensibilitàmassima massimasisiraggiunge raggiungeintorno intornoalle allefrequenze frequenzedi di30003000La 4000Hz. Hz. 4000 Laminima minimaagli agliestremi estremidelle dellefrequenze frequenzeudibili. udibili. La Phon:livello livellodidisensazione sensazionesonora sonoramisurato misuratocol colFONOMETRO FONOMETROmisurato misurato Phon: in dB in dB L’intensitàsonora sonoramisurata misuratadeve deveessere essereadeguata adeguataalla allaeffettiva effettiva L’intensità sensibilità dell’orecchio mediante l’utilizzo di fattori di correzione sensibilità dell’orecchio mediante l’utilizzo di fattori di correzione specificiper perogni ognifrequenza. frequenza. specifici Esistonocurve curvedi diattenuazione attenuazione Esistono ditipo tipoAABBCCDD di Inambito ambitolavorativo lavorativosisiusa usalalacurva curvadi diattenuazione attenuazionedi ditipo tipoAAperché perché In è più correlata al rischio di danno uditivo è più correlata al rischio di danno uditivo La misura del rumore Il Livello di Esposizione Personale Giornaliera Conoscendo i Leq delle varie aree dove si è recato il lavoratore è possibile calcolare il Livello di Esposizione Personale Giornaliera (Lep,d) In alternativa il lavoratore viene dotato di un fonometro integratore (dosimetro) che è in grado di integrare i livelli di intensità sonora dB(A) rilevati in tutto il turno lavorativo La misura del rumore Rumore - Normativa dB (decibel): è una misura del livello sonoro relativa alla capacità uditiva dell’orecchio umano (dB = 0 è il livello minimo udibile a 1000 Hz); il dB è una quantità adimensionale non lineare; il raddoppio corrisponde ad un aumento di 3 dB dB(A): per adeguamento alla effettiva sensibilità dell’orecchio mediante la curva di attenuazione di tipo A nelle misure con il fonometro in ambito lavorativo Leq ..dB(A): Livello Equivalente che sintetizza in un unico valore il livello di esposizione nel tempo. In ambiente lavorativo l’esposizione a rumore non è costante ma variabile per intensità e durata.E’ il valore in dB(A) di un rumore continuo che ha la stessa energia sonora di tutti gli eventi acustici misurati nel periodo di osservazione (in pratica una media logaritmica ponderata). Lep,d..dB(A): Livello di Esposizione Personale Giornaliera ottenuto integrando i Leq delle varie aree dove si è recato il lavoratore. Il fattore di scambio: Il TLV (Valore Limite Soglia) per esposizione a rumore è 85 dB(A) e come tutti i TLV vale per esposizioni di 8 ore.E’ possibile calcolare il tempo massimo di esposizione ad intensità di rumore superiori od inferiori al TLV applicando un fattore di scambio di 3 dB per ogni raddoppio(- 3 dB) o dimezzamento(+ 3 dB) del tempo di esposizione. Ore 24 80dB 8 4 85dB 2 88dB 91dB 1 min 1 sec 1 112dB 127 dB 94dB 0.11 139 dB Rumore - Normativa Direttiva 2003/10/CE del 6/2/2003 (entrata in vigore dal 15/2/2006) 1)Valori limite di esposizione: lLEX,8h = 87 dB(A) ppeak = 200 Pa [140 dB(A)] Il valore di 87 dB(A) non deve mai essere superato e viene misurato tenendo conto della attenuazione prodotta dai DPI indossati 2)Valori superiori di esposizione che fanno scattare l'azione: LEX,8h = 85 dB(A) ppeak = 140 Pa [137 dB(A)] Azioni: informazione e formazione, diritto al controllo dell’udito Il valore di 85 dB(A) viene misurato senza tener conto della attenuazione prodotta dai DPI indossati 3)Valori inferiori di esposizione che fanno scattare l'azione: LEX,8h = 80 dB(A) ppeak = 112 Pa [135 dB(A)] Azioni: informazione e formazione, disponibilità al controllo dell’udito Il valore di 80 dB(A) viene misurato senza tener conto della attenuazione prodotta dai DPI indossati ppeak = massima pressione acustica istantanea ponderata con frequenza “C” LEX,8h= livello di esposizione giornaliera (valore medio ponderato per turno di 8 ore come definito da norma ISO 1999:90) D.Lgs 277/91 Sempre: valutazione del rischio, (misure o autocertificazione) <= 80 dB(A): rischio nullo >80-85 dB(A): informazione, visita su richiesta >85-90 dB(A): formazione, visita medica, audiometria biennale custodire le cartelle sanitarie DPI a disposizione >90 dB(A): formazione, visita medica, audiometria annuale, custodire le cartelle sanitarie, uso DPI obbligatorio, comunicare ASL le misure per ridurre il rischio, tenere registro esposti, perimetrare Rumore - Anatomia Orecchio Rumore - Anatomia Orecchio Rumore - Effetti uditivi Il rumore può provocare effetti sull’apparato uditivo diversi a seconda delle modalità ed intensità di esposizione. STS - Spostamento temporaneo della soglia uditiva innalzamento temporaneo della soglia uditiva rispetto a quella di riposo con recupero a distanza di tempo dal cessare dell’esposizione SEZIONE TRASVERSALE DELLA COCLEA membrana basilare ove è posto l’organo di Corti E’ un meccanismo di difesa delle ciglia e della parte apicale delle cellule acustiche che diventano meno rigide (rilasciamento dei filamenti di actina)(più inerti) con conseguente innalzamento della soglia uditiva cellule ciliate esterne cellule di sostegno membrana tettoria Fatica fisiologica uditiva cellule ciliate interne Spostamento temporaneo della soglia uditiva inferiore a 16 ore espressione di un esaurimento funzionale dei recettori periferici Fatica patologica uditiva fibre nervose Ganglio spirale del Corti membrana basilare Rumore - Effetti uditivi: Spostamento temporaneo della soglia(STS) Spostamento temporaneo della soglia uditiva superiore a 16 ore con effetto di sommazione in quanto si protrae anche dopo l’inizio della nuova giornata lavorativa Rumore - Effetti uditivi: Spostamento temporaneo della soglia(STS) La suscettibilità al rumore La suscettibilità all’agente lesivo rumore varia piuttosto ampiamente tra diversi individui, ma, in genere, necessitano almeno 10 anni di esposizione per avere perdite uditive significative. A titolo di esempio la perdita uditiva di una esposizione continua a 100 dBA è di: 5 dB 14 dB 19 dB a 5 anni a 20 anni a 40 anni L’esame clinico del paziente L’esame clinico del paziente non è importante nella valutazione dell’ipoacusia da rumore eccetto che per l’esclusione di altre possibili cause di ipoacusia. È necessaria una valutazione della membrana timpanica e dell’orecchio esterno, oltre alla valutazione neurologica per l’esclusione di patologie neurologiche. Allo stesso modo gli esami di laboratorio e la diagnostica per immagini hanno importanza solo per la diagnosi differenziale. La valutazione audiometrica tonale rappresenta il presidio diagnostico più importante per la diagnosi di ipoacusia da rumore. Ipoacusia da rumore Ipoacusia da rumore 1 PERCETTIVA O NEUROSENSORIALE. (via aerea=ossea) 2 BILATERALE 3 SIMMETRICA 4 IRREVERSIBILE Il danno, indipendentemente dallo spettro del rumore a cui il soggetto è stato esposto inizia sempre dalle cellule acustiche che ricevono le frequenze 4000-6000 Hz Le ipotesi patogenetiche sono: (non evolutivo al cessare dell’esposizione) Degenerazione delle cellule acustiche fino alla sostituzione delle cellule ciliate con un epitelio cubico monostratificato. In seguito anche le cellule nervose dell’organo del Corti vanno incontro a degenerazione. • ridotta irrorazione della zona di coclea dei 4000 Hz da parte dell’arteria cocleare • Iperstimolazione meccanica con formazione di vortici nei liquidi labirintici che provocherebbe ipereccitazione e successiva sofferenza delle cellule cigliate della zona dei 4000 Hz • Da ultimo, dato che il rumore industriale ha una notevole componente impulsiva il danno inizierebbe proprio dalle cellule più sensibili alle frequenze degli stimoli impulsivi (comprese tra 4000 e 8000 Hz) Ipoacusia da rumore Ipoacusia da rumore Sintomatologia Sintomatologia 4 stadi di progressione del danno Nella quarta fase, l’insufficienza uditiva è palese. 1°stadio: Acufeni a tonalità acute, sensazione di orecchio pieno. Audiometria:normale o lieve innalzamento della soglia a 4000 Hz. Perdita dell’udito reversibile con l’allontanamento. Sono colpiti particolarmente gli scambi verbali con grave handicap sociale. 2°stadio: Completa assenza di sintomatologia soggettiva eccetto rari acufeni. Audiometria: innalzamento della soglia a 4000 Hz (30-40 dB). 3°stadio: Non sente il ticchettio dell’orologio, alza il volume della radio. Audiometria: aumento della soglia 4000 (60 dB) e vengono interessate le frequenze vicine. 4°stadio: Sordità da rumore Difficoltà ad udire la voce parlata. Suoni percepiti male. Nei casi più gravi si ha anche un’alterazione qualitativa della capacità uditiva con percezione dei suoni in maniera distorta con alterazione del corretto rapporto tra entità dello stimolo e sensazione sonora. (Fenomeno del recruitment: reclutamento delle cellule laterali con conseguente minor caratterizzazione del suono in frequenza associato ad un improvviso aumento della sensazione uditiva per piccoli aumenti di intensità.) Ipoacusia da rumore Ipoacusia da rumore Sintomatologia: recruitment Diagnosi SENTO MA NON CAPISCO !!! Esposizione anamnestica al rischio (>85 dB) reclutamento delle cellule laterali: con conseguente minor caratterizzazione del suono in frequenza associato ad un improvviso aumento della sensazione uditiva per piccoli aumenti di intensità. Acufeni Recruitment Audiometria tonale: dB deficit percettivo (ossea=aerea), bilaterale, simmetrico, irreversibile, “forma a cucchiaio” con deficit a partire dai 4000 Hz 16 32.5 63 125 250 500 1000 2000 4000 8000 16000 Hz Ipoacusia da rumore Diagnosi Ipoacusia da rumore Diagnosi differenziale con presbiacusia Presbiacusia: danno vascolare, quindi il deficit inizia come per il rumore intorno a 4000 Hz. Escludere: • Patologie sistemiche: ipertensione arteriosa, aterosclerosi ,diabete, dislipemie • Patologie ORL: otiti, labirintiti, neurite virale e neurinoma dell’acustico • Patologie traumatiche: traumi cranici, traumi acustici acuti Per discriminare tra ipoacusia da rumore e presbiacusia si confronta la curva audiometrica del soggetto con i percentili delle soglie acustiche della popolazione normale per sesso ed età definite dalla ISO1999 Se la curva del soggetto si pone oltre il 5°percent ile di deficit uditivo ISO 1999 è molto verosimile che il danno sia da imputare al rumore anziché alla presbiacusia • Patologie infettive: meningite, affezioni febbrili molto intense nella prima infanzia • Pregresso utilizzo di farmaci ototossici: streptomicina, chinino, aspirina, diuretici, aminoglicosidi • Ototossici professionali: piombo, CO, mercurio, solfuro di carbonio, tricloroetilene • Ototossici voluttuari: abuso di alcool • INOLTRE • presbiacusia: come l’ipoacusia da rumore inizia a 4000 Hz ( ISO1999, percentili) • L’audiometria tonale liminare. Lo strumento base per l’esecuzione della audiometria tonale liminare è l’audiometro. È utilizzato per valutare la capacità uditiva di un soggetto mediante la determinazione della soglia di toni puri presentati a diverse frequenze per via aerea e per via ossea. Lo strumento genera toni puri la cui intensità può essere modificata con variazioni minime di 5 dB; I toni usati corrispondono alle frequenze 125, 250, 500, 1000, 2000, 4000, 8000 Hz. . L’audiometria tonale liminare La procedura di esecuzione dell’audiometria si articola in due fasi: la rilevazione per via aerea, la rilevazione per via ossea. La rilevazione della soglia per via aerea deve essere preceduta da una otoscopia (peraltro prevista dal DL 277/1991) finalizzata alla verifica di eventuali patologie a carico del condotto uditivo esterno, della membrana timpanica. La procedura di determinazione della soglia per via ossea prevede l’utilizzo di un vibratore osseo deve essere tenuto aderente all’osso mastoideo senza toccare il padiglione auricolare Ipoacusia da rumore: audiometria L’audiometria tonale liminare. Normale dB -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 voce 250 Ipoacusia rumore 4° Ipoacusia rumore 1° 750 1500 3000 6000 500 1000 2000 4000 8000 -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 250 750 1500 3000 6000 500 1000 2000 4000 8000 -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 Hz Ipoacusia rumore 2° -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 250 750 1500 3000 6000 500 1000 2000 4000 8000 Ipoacusia rumore 3° -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 rendita rendita 250 750 1500 3000 6000 500 1000 2000 4000 8000 -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 forma a cucchiaio inizio a 4000 Hz riduzione soglia uditiva > -25 dB percettiva bilaterale simmetrica irreversibile Non sento la voce -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 rendita 250 750 1500 3000 6000 500 1000 2000 4000 8000 Ipoacusia rumore 5° -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 rendita 250 Ipoacusia 6° rumore+altro -10 trasmissivo percettivo 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 750 1500 3000 6000 250 500 1000 2000 4000 8000 altra causa Via Aerea rumore 750 1500 3000 6000 500 1000 2000 4000 8000 -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 Non sento la voce Ipoacusia 7° altra causa -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 altra causa 250 750 1500 3000 6000 500 1000 2000 4000 8000 -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 Via Ossea Potenziali evocati uditivi del tronco encefalico Potenziali evocati uditivi del tronco encefalico La valutazione obiettiva della tecnopatia da rumore assume carattere fortemente indicativo e probativo mediante la registrazione dei potenziali evocati uditivi del tronco encefalico. I potenziali evocati uditivi del tronco encefalico sono espressi essenzialmente da 5 onde (I, II, III, IV, V), che riflettono l’attività generatrice di diverse stazioni neurali. L’esame consente di valutare gli eventi bioelettrici che si realizzano nel nervo acustico e nel tronco encefalico, registrando la variazione dei potenziali elettrici di riposo in potenziali di attività nervosa ogni volta che l’orecchio umano viene raggiunto da stimoli acustici. Nello specifico sono generate: l’onda I a livello del nervo acustico, l’onda II dai nuclei cocleari, l’onda III dal complesso olivare superiore l’onda IV e V e dai nuclei del lemnisco laterale e collicolo inferiore. Potenziali evocati uditivi del tronco encefalico Nervo Acustico Nuclei Cocleari Oliva Superiore Lemnisco laterale Collicolo inferiore IL DANNO BIOLOGICO Un evento lesivo che provoca un danno organico alla persona, con conseguenze di natura patrimoniale, determina anche una menomazione della qualità di vita. Questo danno, non collegato alla capacità del soggetto di prodotte un reddito, determina un’alterazione dell’integrità psicofisica, interferendo notevolmente sulle possibilità biologiche, sociali, estetiche, incidendo negativamente sulla qualità della vita. Per le menomazioni comprese tra il 6% ed il 16% l’indennizzo è erogato in capitale, mentre dal 16% in su si ha diritto all’erogazione di un’ulteriore quota di rendita, commisurata al grado della menomazione e alla retribuzione dell’assicurato. Potenziali evocati uditivi del tronco encefalico L’esame si dimostra particolarmente utile ai fini topodiagnostici, in quanto consente di valutare in maniera alquanto obbiettiva le ipoacusie neurosensoriali cocleari. L’esame positivo è caratterizzato da un innalzamento della soglia dell’onda V, direttamente proporzionale all’entità della ipoacusia, con valori di latenza e morfologia normali. Rumore Prevenzione Interventi antirumore sul sistema uomo/macchina Macchina sorgente di rumore Propagazione per via aerea Propagazione per via solida Sistemi Sistemiantivibranti antivibranti sotto sottoililbasamento basamento delle dellemacchine macchine Isolamento Isolamentoantivibrante antivibrante dei deisingoli singoliposti postididilavoro lavoro Riduzione Riduzioneconcentraconcentrazione zionedelle dellemacchine macchine Costruzione Costruzionedidinuovi nuovi macchinari macchinarisilenziosi silenziosi Riduzione Riduzionedel delritmo ritmo didifunzionamento funzionamento Riduzione Riduzionetempo tempo esposizione esposizione Riduzione Riduzioneorario orario Rotazione Rotazionepersonale personale Aumento Aumentopause pause per via diretta per riflessione Barriere Barriere silenziatori silenziatori Cappe Cappedidi Rivestimento Rivestimento dei deimacchinari macchinari Trattamenti Trattamenti fonoassorbenti fonoassorbenti Uomo Uomo Protezione Protezioneindividuale individuale cuffie cuffieeecaschi caschi(-40dB), (-40dB), inserti inserti(-10 (-10dB), dB), cabine cabineisolanti isolanti NORMATIVA Il D. Lgs. 19/8/2005, n. 187, relativo alla “Attuazione della direttiva 2002/44/CE sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti da vibrazioni meccaniche”. Questo decreto prescrive a tutti i datori di lavoro precisi obblighi di misurazione e valutazione, imponendo pesanti sanzioni in caso di non rispetto della legge e dei “valori di riferimento” in essa definiti. Vibrazioni trasmesse al sistema mano braccio Vibrazioni Vibrazioni Le vibrazioni possono schematicamente essere classificate a seconda della frequenza in tre classi: Percentuale di lavoratori esposti professionalmente a vibrazioni meccaniche 1)BASSE FREQUENZE (0-2Hz): Tempo Totale Stato (%) A B 10.3 10 9 4 8 11 2 Circa da ¾ a ½ del tempo 6.5 8 5 4 9 3 Circa un ¼ del tempo 6.8 6 6 7 12 Totale 1 + 2 + 3 23.6 24 20 15 1 Per quasi tutto il tempo DK FIN F D EL NL IRL I L P E S UK 11 11 14 18 5 7 10 14 5 9 6 7 9 3 7 8 4 7 8 4 6 6 9 7 6 9 7 5 7 5 8 5 29 23 26 30 14 25 26 20 28 31 17 18 Source- 3rd European Survey on Working Conditions, European Foundation, 2000 Dublin Si generano sui mezzi di trasporto:auto,navi,aerei. Sono responsabili della cinetosi (mal di mare) 2)MEDIE FREQUENZE (2-20Hz): Generate da macchine ed impianti industriali (mulini, frantoi) e mezzi di trasporto (trattori,autobus, metropolitane). Determinano effetti su tutto il corpo. 3)ALTE FREQUENZE (>20Hz): Generate da strumenti vibranti (martello, scalpello, motosega). Sono responsabili delle patologie osteoarticolari ed angioneurotiche degli arti superiori. Strumenti vibranti: Effetti delle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio di tipo rotatorio • Neuropatie periferiche prevalentemente sensitive (nn. mediano, ulnare, radiale) di tipo percussorio • Osteoartropatie dei polsi e gomiti • Angioneurosi (Fenomeno di Raynaud) Effetti delle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio 1) NEUROPATIA Vi è evidenza di elevata occorrenza,nei lavoratori esposti, di: IPO-PARESTESIE RIDUZIONE DELLA SENSIBILITA’ TERMICA E TATTILE RIDUZIONE DELLA CAPACITA’ DI MANIPOLAZIONE FINE ETIOPATOGENESI: alterazioni di diversi tipi di fibre mieliniche e amieliniche e di due classi di meccanocettori cutanei, rispettivamente “Slow Adapting” (compllessi neuritici di Merkel e corpuscoli di Ruffini) e “Fast Adapting”(corpuscoli del Meissner e del Pacini) QUADRO CLINICO: turbe neurosensitive alle estremità distali degli arti superiori nel territorio del nervo mediano ed ulnare e talvolta anche del radiale. DIAGNOSI: Anamnesi positiva per esposizioni a vibrazioni a medie ed alte frequenze (smerigliatrici, motoseghe) Deterioramento della soglia estesiometrica, termica e vibrotattile. E’ stata anche evidenziata un’associazione con la sindrome del tunnel carpale, probabilmente più correlata con i movimenti frequenti e ripetitivi connessi all’uso di strumenti vibranti. Effetti delle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio NEUROPATIE:ACCERTAMENTI STRUMENTALI 2) OSTEOARTROPATIA DA STRUMENTI VIBRANTI Indagini neurofisiologiche • Misura delle soglie di percezione vibrotattile (meccanorecettori cutanei e fibre mieliniche afferenti di tipo Aβ β) • Misura delle soglie di percezione termica (fibre amieliniche tipo C -caldo- e fibre mieliniche tipo Aδ δ -freddo-) • Misura delle soglie estesiometriche (discriminazione dei due punti, percezione della profondità) E’ stato tuttavia evidenziato che gli esposti a vibrazioni a bassa frequenza ed elevata ampiezza (utensili a movimento percussorio come martelli e scalpelli pneumatici) presentano un’elevata prevalenza di: cisti e vacuoli sulle ossa carpali e metacarpali alterazioni artrosiche (polsi e gomiti) alterazioni osteofitosiche (gomiti). Patognomonica era ritenuta la necrosi del semilunare. • Valutazione della destrezza manuale (test di Jepsen, Purdue pegboard test) D Le possibili alterazioni osteo-articolari negli esposti a vibrazioni rappresentano un tema controverso,in quanto sono di tipo aspecifico e simili a quelle dovute a lavoro manuale pesante ed ai processi di invecchiamento. Le alterazioni osteo-articolari non risultano aumentate negli esposti a vibrazioni a medie ed alte frequenze (smerigliatrici, motoseghe). S Effetti delle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio 3) ANGIOPATIE DA STRUMENTI VIBRANTI Necrosi del semilunare dx e artrosi radiocarpica e del carpo L’associazione tra angiopatia e utilizzo di strumenti vibranti è ben documentata I disturbi vascolari sono classificati come: Fenomeno di Raynaud secondario caratterizzato da attacchi di pallore locale e ben delimitato alle dita maggiormente esposte alle vibrazioni e scatenato dall’esposizione al freddo. Nello stadio avanzato compaiono anche: Alterazioni trofiche cutanee all’estremità delle dita. ETIOPATOGENESI: • Iperreatività del sistema nervoso simpatico • Alterazione dei recettori adrenergici • Ipertrofia della tunica media muscolare delle arterie digitali Sperone olecranico a sx DIAGNOSI DIFFERENZIALE Con il Fenomeno di Raynaud primitivo e caratterizzato da pallore diffuso omogeneo, simmetrico delle 2 mani e talvolta localizzato anche alle dita dei piedi DIAGNOSI: • Anamnesi positiva per esposizioni a vibrazioni • Comparsa del primo episodio di pallore dopo esposizione a vibrazioni Macchina • Esclusione di familiarità per sindromi vasospastiche e fenomeno di Raynaud primitivo n°1 • Esclusione di malattie sistemiche. Requisiti anamnestici minimi per la diagnosi di angiopatia da vibranti (Stockholm Workshop 94) Stadi del fenomeno di Raynaud (Stockholm Workshop ’86) • Stadio 0: non sintomi vasospastici • Stadio 1: occasionali episodi di pallore alle estremità di uno o più dita • Stadio 2: occasionali episodi di pallore alle falangi distale e intermedia (raramente prossimale) di uno o più dita • Stadio 3: frequenti episodi di pallore a tutte le falangi della maggior parte delle dita • Stadio 4: come in stadio 3, con associati disturbi trofici alle estremità delle dita • Anamnesi positiva per episodi di pallore ben demarcato ad uno o più dita delle mani provocati dall’esposizione a microclima freddo (una storia di sola cianosi non è sufficiente per una diagnosi di fenomeno di Raynaud) • Comparsa del primo episodio di pallore dell’esposizione a vibrazioni mano-braccio • Presenza di episodi di pallore digitale negli ultimi due anni durante i quali vi sia stata esposizione a vibrazioni (fenomeno di Raynaud da vibranti in fase attiva) • Assenza di elementi clinico-anamnestici suggestivi per familiarità positiva per sindromi vasospastiche oppure per fenomeno di Raynaud primitivo o secondario a patologie locali o sistemiche digitale dopo l’inizio ANGIOPATIE DA STRUMENTI VIBRANTI INDAGINI CLINICO-STRUMENTALI ANGIOPATIE DA STRUMENTI VIBRANTI Cold test: esposizione al freddo (10-15°) con comparsa del p allore alle dita delle mani e riduzione del valore della pressione digitale inferiore al 60% di quella misurata a 30°. INDAGINI CLINICO-STRUMENTALI per diagnosi differenziale VES, PCR,emocromo, glicemia, uricemia, fattore reumatoide, crioglobuline e marker di malattie autoimmuni. Fenomeno di Raynaud alle dita lunghe bilateralmente Fotopletismografia digitale prima e dopo prova termica alle dita lunghe dopo prova termica comparsa del fenomeno di Raynaud e contemporaneo appiattimento dell’onda sfigmica al 2,3,4,e 5 dito. Radiazioni Radiazioni RADIAZIONE IONIZZANTI Radiazioni capaci di determinare, direttamente o indirettamente, la ionizzazione della materia distaccando un elettrone dall’orbita periferica di un atomo con formazione di uno ione positivo ed uno negativo (elettrone) di natura corpuscolata:raggi α, β, neutroni e protoni di natura elettromagnetiche (quanti di energia): raggi X, γ RADIAZIONI NON IONIZZANTI (NIR:non ionizing radiation) Trasferiscono energia al corpo che attraversano in quantitativi non sufficienti a indurre ionizzazione (onde radio, radiofrequenze,microonde, infrarosso,visibile ,ultravioletto) Capacità penetrante e lesività biologica da irradiazione esterna Fermati da un foglio di carta R gi ag (lesivi per assorbimento interno: radon) α Raggi β Sorgente della radiazione Ra gg Fermati da 2-4 mm. di alluminio iγ Fermati da 100mm. di piombo Raggi X e neutroni sono dotati di capacità penetrante e lesività biologica da irradiazione esterna elevata Si produce dopo alcune ore o dopo alcuni anni Si produce in 10-7 -10-5 secondi Morte cellulare o dell’animale BIOLOGICO Ionizzazione ed eccitazione FISICO EFFETTI INDOTTI DALLE RADIAZIONI IONIZZANTI BIOMOLECOLARE Su proteine ed acidi nucleici Si produce tra alcuni secondi e alcune ore CHIMICO Produzione di radicali liberi e di molecole eccitate Si produce in 10-4 -10-3 secondi Radiazioni ionizzanti: meccanismi d’azione e danni biologici I meccanismi d’azione sulle strutture biologiche possono essere di tipo: diretto od indiretto Diretto (effetto biologico e biomolecolare): Indiretto (effetto fisico e chimico) • lesione della membrana cellulare • alterazioni dei ribosomi e mitocondri • mutazioni dei geni stabili o instabili (danno genetico) • azione sui mezzi solventi con produzione di radicali liberi (H2O2) che modificano e distruggono le macromolecole biologiche (proteine, acidi nucleici) I raggi X e Y danno luogo a limitata produzione di ioni primari, agiscono, quindi, prevalentemente in modo indiretto Effetti patologici delle radiazioni ionizzanti SOMATICI GENETICI Sull’individuo irradiato Gerarchia di sensibilità alle radiazioni ionizzanti nei sistemi biologici Sulla progenie Virus con acido nucleico a singola elica STOCASTICI NON STOCASTICI (probabilistici, casuali, statistici, differiti) (graduati, deterministici non casuali) STOCASTICI (probabilistici,casuali,statistici,differiti) MUTAZIONI GENICHE LEUCEMIE TUMORI SOLIDI ABERRAZIONI CROMOSOMICHE Virus con acido nucleico a doppia elica Microorganismi con corredo aploide CATARATTA INFERTILITÀ RADIODERMITE Organismi con corredo diploide SINDROME ACUTA DA IRRADIAZIONE Effetti patologici delle radiazioni ionizzanti ricambio L’effetto biologico dipende dalla dose assorbita e dalla radiosensibilità della struttura colpita che è condizionata dalla velocità di ricambio cellulare del tessuto stesso Tessuto ematopoietico gonadi strato basale cute cristallino epitelio intestinale fegato alveoli polmonari dotti biliari tubuli renali endoteli connettivo ossa,muscoli, sistema nervoso Quadri clinici da irradiazione L’organismo può essere colpito dall’esterno o dall’interno, per introduzione di radionuclidi, e, pertanto, si distinguono sindromi da irradiazione esterna e sindromi da irradiazione interna,che a loro volta,in funzione della dose assorbita si dividono in acute e croniche Irradiazioni esterne Irradiazioni interna Sindrome acuta da irradiazione globale Danni somatici tardivi generali Sindrome acuta da irradiazione locale: Danni somatici localizzati Sindrome cronica da irradiazione esterna globale Danni tardivi di carattere genetico Sindrome cronica da irradiazione esterna locale Radiazioni ionizzanti: Sindromi cliniche da irradiazione esterna Quadro ematico periferico da irradiazione Sindrome acuta da irradiazione globale Esposizione accidentale di lavoratori a rischio In ordine alla dose assorbita si distinguono diversi quadri clinici Per dosi elevate Per dosi medio basse Per dosi alte (circa 300 gray) (da 100 a 10 gray) Sindrome cerebrale Sindrome gastrointestinale evolve in pochi ore o giorni si manifesta dal 3°al 20°giorno ed è sempre fatale ed è sempre fatale, con nausea, con vomito, vomito, tremori, diarrea ematica, convulsioni, grave disidratazione, (> 10 gray) Sindrome emopoietica compare tra l’8°ed il 50°giorno ad esito per lo più fatale, con, in ordine cronologico, coma, collasso cardiocircolatorio, Morte Morte linfopenia, neutropenia e piastrinopenia e quindi manifestazioni emorragiche Dopo una dose di 10 Gray è indicato l’andamento del quadro ematico periferico nel tempo. I linfociti riportati sono quelli circolanti, quelli della memoria sono molto resistenti. Il quadro riportato è la conseguenza della distruzione della cellula staminale ematopoietica e quindi della impossibilità a produrre cellule mature che rimpiazzino quelle che normalmente muoiono. ed infezioni La terapia è sintomatica Radiazioni ionizzanti: Sindromi cliniche da irradiazione esterna Sindrome acuta da irradiazione locale Avviene per azione di sorgenti distanti o per deposito di sostanze radioattive sulla superficie cutanea. Le strutture più sensibili sono la cute e le gonadi Cute al crescere della dose si ha: depilazione, eritema, radio epidermite con eritema, bolle e flittene, radiodermite necrosante con ulcere poco tendenti alla guarigione e propense alla degenerazione neoplastica Gonadi col crescere della dose si ha: nell’uomo azospermia transitoria -> sterilità permanente nella donna disturbi ovarici, sterilità permanente con disturbi endocrini RADIODERMITE NECROSANTE CON ULCERA Radiazioni ionizzanti: Sindromi cliniche da irradiazione esterna Radiodermite cronica palmare da contatti ripetuti con isotopi gammaemittenti in laboratorio Sindrome cronica da irradiazione esterna globale Riguarda lavoratori addetti alla manipolazione di sostanze radioattive, alla conduzione di impianti radiogeni, a lavori minerari in aree radiogene. La sintomatologia è sfumata ed è caratterizzata da: ipotrofia cutanea, ipoplasia midollare, deperimento organico con un accorciamento della vita media. Sindrome cronica da irradiazione esterna locale Frequente in passato in radiologi ed ortopedici. La sintomatologia riguarda la cute con un quadro di radiodermite cronica con atrofia cutanea, distrofia ungueale e discheratosi, ulcerazioni e frequente sviluppo di epiteliomi Radiazioni ionizzanti: Sindromi cliniche da irradiazione interna RADIODERMITE CRONICA CON ULCERAZIONE E INIZIALE DEGENERAZIONE SPINOCELLULARE Avviene per errore o incidente attraverso la via digerente, e respiratoria (radionuclidi gassosi come il radon nei minatori). La distribuzione è condizionata dalla affinità metabolica: radio tessuto osseo, iodio tiroide, cesio muscoli Danni somatici tardivi generali Leucemie negli esposti in genere Carcinomi polmonari (minatori esposti al radon) Osteosarcomi del mascellare (addetti alla verniciatura di quadranti fosforescenti) Precoce e rapida senescenza, processi sclerotico degenerativi polidistrettuali Danni somatici localizzati ulcerazione iniziale degenerazione spinocellulare Cataratta Danni tardivi di carattere genetico Mutazioni nel DNA delle cellule germinali con possibili difetti genetici nella progenie RADIAZIONI NON IONIZZANTI (NIR:non ionizing radiation) Trasferiscono energia al corpo che attraversano in quantitativi non sufficienti a indurre ionizzazione (onde radio, radiofrequenze,microonde, infrarosso,visibile,ultravioletto) L’esposizione al rischio più elevato per i lavoratori si riscontra nell’incollaggio rapido del legno, stampaggio plastica, saldatura e fusione metalli Effetti biologici a lungo termine delle NIR Per quanto riguarda gli effetti biologici a lungo termine dell’esposizione a campi di radiazioni elettromagnetici non ionizzanti, occorre operare una distinzione tra campi a frequenze estremamente basse (ELF) (in particolare le frequenze di 50-60 Hz utilizzate per la rete elettrica) e l’insieme delle RF e MW (comprese tra 100 kHz e 300 GHz) telecomunicazioni (televisione,radio FM) telefoni cellulari (900 – 1800 MHz) industria (incollaggio rapido del legno, stampaggio plastica, saldatura e fusione metalli) medicina (radarterapia) Effetti biologici a lungo termine delle NIR I campi da 0 Hz a 1 MHz non producono alcun riscaldamento significativo. I campi e.m. tra 1 MHz e 10 GHz penetrano nei tessuti e producono riscaldamento a causa dell’assorbimento di energia,innalzando la temperatura in tali tessuti. Effetti biologici a lungo termine delle NIR Gli effetti biologici vengono comunemente suddivisi in: effetti termici o deterministici ed effetti non termici o stocastici. L’assorbimento di energia dei campi RF nei tessuti viene misurato come tasso di assorbimento specifico (SAR) all’interno della massa di tessuto. L’unità di misura del SAR è il W/kg Gli effetti termici sono dovuti ad innalzamento della temperatura all’interno dell’organo. Gli organi più colpiti sono il cristallino (non vascolarizzato) con la cataratta ed i testicoli (sensibilità elevata al calore) con l’oligo e azo-spermia. I campi e.m. con frequenza tra 10 e 300 GHz vengono pressoché totalmente assorbiti presso la superficie cutanea e l’energia che penetra nei tessuti sottostanti è molto ridotta. Gli effetti non termici sono costituiti da alterazioni biologiche che possono determinarsi in assenza di effetti termici apprezzabilia carico del sistema emopoietico, cardiovascolare, nervoso centrale e vegetativo. EFFETTI PATOLOGICI ATTRIBUIBILI ALLE NIR Studi epidemiologici su esposizione a campi e.m. ELF (effetti non termici) Alterazioni dell’ECG (comparsa di onde teta e delta) Labilità pressoria e del ritmo cardiaco, acrocianosi Cataratta, opacità corneali, congiuntivite, lesioni retiniche, aumento della pressione endooculare Linfocitosi, monocitosi, modificazione delle proteine plasmatiche, riduzione dell’istaminemia APPARATO CARDIOVASCOLARE OCCHIO SISTEMA NERVOSO SANGUE SINDROMOCOMPLESSE Vagotonia, tremori alle estremità,innalzamento della soglia uditiva, visiva notturna e tattile, dermografismo rosso Sindrome astenica (debolezza, stancabilità, insonnia), VARIE Sulla base degli studi epidemiologici dagli anni’70 la IARC (Monografia n. 80 del 2002) ha concluso: In relazione alla leucemia infantile vi è una limitata evidenza di cancerogenicità nell’uomo riferibile a campi magnetici ELF In relazione a tutte le altre forme di cancro, vi è inadeguata evidenza di cancerogenicità nell’uomo riferibile a campi magnetici ELF Sindrome “da microonde” (vagotonia,bradicardia,ipotensione) Iperattività tiroidea, oligo-azospermia, Iperidrosi, caduta dei capelli, rash cutanei I campi magnetici ELF vengono pertanto classificati “possibili cancerogeni” per l’uomo (Gruppo IARC 2B) The Twenty Highest Radiating Cell Phones (EUROPE) Studi epidemiologici su campi e.m. a RF e MW Manufacturer (effetti non termici) Nessun importante studio epidemiologico supporta l’ipotesi di aumento di incidenza di tumori cerebrali in relazione all’uso di telefoni cellulari (Muscat 2000, Inskip 2001). L’OMS afferma che non vi è alcuna evidenza convincente che l’esposizione a campi e.m. a RF abbrevi la durata della vita umana ovvero induca o favorisca il cancro. Manufact urer Model SAR rating W/Kg Model SAR rating W/Kg Manufacturer Model SAR rating W/Kg Sony Ericsson Z1010 Sony Ericsson A1228C 1.38 Sony Ericsson A1228DSI 1.34 Mitsubishi M21i 1.28 Motorola V50 1.19 Motorola V3688/V3690 1.19 LG C1200 1.15 Sony Ericsson R300D/R300LX 1.13 Sony Ericsson LG R278D C1100 1.41 1.12 Sagem MYC1 1.12 Motorola P7389 1.07 LG 8110 1.07 Alcatel 700 1.04 Samsung SGH A300 1.03 Alcatel 300 1.02 Alcatel 301 1.02 Motorola A008 1.02 Siemens M50 1.01 Siemens MT50 1.01 1.41 The Twenty Lowest Radiating Cell Phones (EUROPE) Manufacturer Model SAR rating W/Kg Motorola MPx200 0.12 Sony Ericsson Z600 0.16 Sony Ericsson T2265 0.26 Samsung SGH E800 0.32 LG 7100 0.32 Nokia 9210/9210i 0.34 Siemens U15 0.35 Alcatel 715 0.35 Mitsubishi M341i 0.356 Nokia 7200 0.36 Samsung SGH D410 0.37 Sony Ericsson T68i 0.38 Nokia THR850 0.38 Motorola Accompli 009 0.38 LG G5300i 0.427 Motorola P8088 0.43 Alcatel 332 0.43 Panasonic P341i 0.459 Panasonic Z70 0.459 Panasonic X70 0.459 DEFINIZIONE Si definisce “microclima” il complesso dei parametri climatici dell’ambiente locale (ma non necessariamente confinato) che determina gli scambi termici fra l’ambiente stesso e gli individui che vi operano. Con particolare riferimento agli aspetti normativi gli ambienti termici vengono convenzionalmente distinti in: • Ambienti moderati • Ambienti caldi • Ambienti freddi MICROCLIMA Cenni di Termofisiologia L’uomo e’ un organismo “omeotermo”ossia con una temperatura interna costante. Mantenere una temperatura interna costante (~37°C) non coincide, però con una condizione del benessere termico, che corrisponde ad una sensazione di soddisfazione anche psichica dell’ambiente che ci circonda, con i meccanismi di termoregolazione impegnati al minimo. I meccanismi di termoregolazione si basano su un: Controllo centrale ipotalamico Sensori periferici nel midollo nella cute Effettori vasomotori sudoripari metabolici I meccanismi di termoregolazione entrano in azione nelle situazioni di caldo e freddo con lo scopo di mantenere la temperatura interna costante. Il bilancio termico Cenni di Termofisiologia Per mantenere la temperatura interna costante è necessario avere un bilancio termico in pareggio, cioè il calore prodotto deve essere uguale a quello dissipato Meccanismi di difesa verso Il caldo Meccanismi di difesa verso il freddo vasodilatazione cutanea vasocostrizione perspiratio insensibilis (cute,polmoni) brivido sudorazione attiva aumento dell’attivita’ motoria Ta = temperatura dell’aria (°C) diminuzione attivita’ motoria fallimento dei sistemi Tr = temperatura media radiante (°C) I parametri fondamentali che determinano il bilancio termico sono: fallimento dei sistemi U= Umidita’ relativa (%) Va= velocità dell’aria (m/s) Temperature corporee misurabili M= dispendio metabolico (met o W/m2) Per la temperatura interna: temperatura rettale, esofagea, timpanica, orale Icl= isolamento del vestiario (clo m2/°C Watt Per la temperatura esterna: temperatura cutanea Distribuzione della portata cardiaca in rapporto al consumo di O2 a differenti temperature ambientali con umidità relativa costante (50%) Il bilancio termico Dispendio Metabolico (met o W/m2) (M) a sinistra a 37°C, a destra a 21°C. nucleo Lavoro (W) +Convezione (C) Portata cardiaca Portata cardiaca (l/min) (l/min) 37°C 21°C +Radiazione (R) Evaporazione (E) isolamento termico del vestiario +Convezione respiratoria (Cres) Evaporazione respiratoria (Eres) +Conduzione (K) Costante (K) Consumo di O2( l/min) Consumo di O2( l/min) cervello cuore altri organi muscoli operanti cute altri muscoli scheletrici Comportamento di alcuni tests psicologici in rapporto alla temperatura effettiva La misura dei parametri fondamentali Sonda per la temperatura secca e umida dell’aria 100 % Riduzione efficienza 90 Schermo 80 Ventola Sensori 70 Heavy parsitmeter test Wireless telegraphy Reception test Coding test 60 Serbatoio acqua distillata 50 40 15 20 25 30 Temperatura effettiva 35 La misura dei parametri fondamentali La misura dei parametri fondamentali Sonda per la temperatura radiante (globotermometro) Sonda per la velocità dell’aria (termoanemometro) Globo nero sensore ventilazione termoresistenza (filo caldo) sensore temperatura Sensore La misura dei parametri fondamentali La misura dei parametri fondamentali Metabolismo energetico corrispondente ad alcune attività Resistenza termica di alcuni abbigliamenti tipici Attività Metabolismo energetico (W/m2) (met) Disteso 46 0.8 Seduto, rilassato 58 1.0 In piedi, rilassato 70 1.2 Attività sedentaria (ufficio, casa scuola, laboratorio) 70 1.2 Attività in piedi (compere, laboratorio, industria leggera) 93 1.6 Attività in piedi (commesso, lavori domestici, lavori a 116 2.0 165 2.8 macchina) Attività moderata (lavoro pesante a macchina, lavoro in garage) Gli indici termici Una volta noti i 4 parametri microclimatici fisici (temperatura secca dell’aria, temperatura umida, temperatura radiante e velocità dell’aria) ed i 2 parametri microclimatici personali (dispendio energetico e isolamento termico del vestiario) è possibile calcolare gli indici termici che permettono di esprimere una valutazione sugli ambienti lavorativi caldi (valutazione dello stress da caldo), freddi (valutazione dello stress da freddo) e termicamente neutri (valutazione del benessere termico). Gli indici più utilizzati ed affidabili sono: CALDO WBGT (Wet bulb globetermometer) Sudorazione Richiesta FREDDO ISOLAMENTO RICHIESTO BENESSERE TERMICO PMV (Voto Medio Predetto) PPD (Percentuale Predetta Insoddisfatti) Abbigliamento Icl (clo) Nudo 0 Tipico abbigliamento tropicale: mutande, pantaloncini, camicia a maniche corte con 0.3 collo sbottonato, calzini leggeri e sandali. Abbigliamento leggero estivo: mutande, pantalone leggero, camicia a maniche 0.5 corte con collo sbottonato, calzini leggeri e scarpe. Abbigliamento da lavoro leggero: mutande, maglia intima leggera, camicia da lavoro 0.7 di cotone a maniche lunghe, pantaloni da lavoro, calzini di lana, scarpe. Tipico abbigliamento invernale per ambienti chiusi: mutande, maglia intima, camicia 1.0 a maniche lunghe, pantaloni, giacca pullover a maniche lunghe, calzini pesanti, scarpe. Abito tradizionale pesante all'europea: biancheria intima di cotone con maglia a 1.5 maniche lunghe e mutande lunghe, camicia, vestito completo, soprabito con cintura, calzini di lana e scarpe pesanti. PATOLOGIE DA CALORE La temperatura cutanea sale Prima linea di difesa Seconda linea di difesa Vasodilatazione periferica (aumenta la portata del circolo cutaneo superficiale) EDEMA DA CALORE COLLASSO CARDIO-CIRCOLATORIO (sincope da calore) Deplezione di sali CRAMPI DA CALORE Instabilità circolatoria e vasomotoria Insufficiente ritorno venoso al cuore Flusso sanguigno insufficiente nei centri vitali Sudorazione Circolazione cutanea insufficiente DISORDINI CUTANEI Diminuita sudorazione Aumenta la temperatura corporea Fatica ed impossibilità a continuare il lavoro di termoregolazione Blocco dei meccanismi centrali di controllo Elevazione rapida della temperatura interna COLPO DI CALORE Impoverimento di acqua (disidratazione) ESAURIMENTO DA CALORE CON DEPLEZIONE DI ACQUA